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PDL 535

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 535



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato DI GIOIA

Disposizioni in favore dei piccoli comuni del subappennino Dauno

Presentata l'8 maggio 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge si pone un obiettivo di grande importanza e cioè quello di restituire ai centri storici dei piccoli comuni del subappennino Dauno il loro antico splendore, la loro memoria storica!
      La familiarità che si ha in questi paesi con le testimonianze d'arte e con i monumenti, con la natura e con la cultura, è qualcosa di molto coinvolgente e fortemente evocativo della storia di un'intera nazione. Tracce di un antichissimo rapporto con il tempo, sono presenti ovunque in un territorio come questo che, accanto a mirabili bellezze naturalistiche, vanta castelli fortificati e cittadine i cui centri storici custodiscono un immenso patrimonio culturale ed architettonico, purtroppo in gran parte abbandonato.
      Celenza Valfortore offre un bellissimo colpo d'occhio e un interessante patrimonio artistico ed architettonico. Il paese, di origine medievale, ha subìto profonde modificazioni dovute ad una frana del vicino colle Bernardino. Del borgo originario restano oggi un torrione cilindrico merlato appartenente all'antico castello dei Gambacorta, ed alcuni portali risalenti ai secoli XVI e XVII. Storicamente furono gli Aragonesi a dare origine al paese, ma alcuni studiosi amano far risalire la nascita di Celenza addirittura ai Greci e ai Romani.
      Biccari è uno dei paesi più suggestivi del subappennino Dauno. La sua posizione geografica attesta la natura difensiva del sito, che si poneva lungo la linea di confine volta a delimitare i territori bizantini, e che è testimoniata dalla presenza di una torre di forma cilindrica, ancora ben conservata, attualmente sede del museo etnografico. Le diverse dominazioni che seguirono al periodo bizantino videro avvicendarsi varie signorie che trasformarono quello che era un piccolo centro costruito a scopo di difesa, in una città feudale dove i signori si contendevano il potere economico e politico. Nel XVI secolo ebbe inizio la signoria dei Caracciolo che ottennero
 

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dall'imperatore Carlo V il titolo di Conti di Biccari. Oggi le viuzze del centro riflettono i segni del tempo che è trascorso restituendoci ancora intatto il silenzioso incedere della storia.
      Pietramontecorvino: un paese e mille angoli di fascino! Chi superasse Portalta, per accedere in quello scrigno di preziosità medievali che è il quartiere di Terra Vecchia, si troverebbe come ai confini di un mondo antico: vie, palazzi, chiese, torri, archi sono un tutt'uno e lasciano i visitatori con il fiato sospeso. Da vedere i resti del grande castello con la torre quadrata di probabile origine normanna, che domina sulla parte più antica del borgo. La chiesa madre, dedicata a Santa Maria Assunta, è di origine medievale e, assieme al Palazzo ducale e al tetro Torrione, costituisce un originale blocco monumentale di grande interesse e suggestione.
      Motta Montecorvino nacque in seguito all'esodo degli abitanti dell'antica città di Montecorvino, distrutta nel 1137 dal re normanno Ruggero II; della città antica restano oggi una torre (ribattezzata in tempi più recenti, per la sua forma curiosa, «la sedia del diavolo»), la Chiesa di S. Alberto e labili tracce di un antico muro di cinta a cinque porte oltre a una serie di vicoli caratteristici, sormontati da archi di accesso, che conferiscono al paese un innegabile fascino medievale. Di particolare rilievo nel paese, la chiesa parrocchiale del XV secolo dedicata a San Giovanni Battista, con la sua bella facciata in pietra a capanna adorna di un rosone.
      Volturara Appula è uno dei paesi più piccoli della Daunia; qui si sono succedute varie dominazioni, a cominciare da quelle sveva ed angioina fino a quelle delle famiglie più influenti della zona. Degni di rilievo sono le iscrizioni e i bei bassorilievi posti nella piazza principale, la cattedrale del paese che, sorta su un impianto medievale risalente al XIII secolo, conserva diverse tracce di una chiesa preesistente: tra queste alcuni conci, inseriti in maniera da creare un bell'effetto bicromo, il portale e le tre finestre della facciata (al suo interno è possibile ammirare pitture di scuola veneta del cinquecento, mentre l'altare maggiore, risale al XVIII secolo). Da menzionare è anche l'interessante Palazzo ducale della famiglia Caracciolo, sorto nel cinquecento sui resti di un'antico castello.
      Ai confini con il Molise incontriamo il paese di Carlantino, nato in seguito alla spinta espansionistica del principe Carlo Gambacorta, feudatario della vicina Celenza. Di interesse storico-artistico è la chiesa parrocchiale, fatta edificare da Gambacorta nel 1582 ed ampliata nel 1753. Al suo interno, si possono ammirare le Cappelle del SS. Rosario e del SS. Corpo di Cristo, nonché un portale del XVII secolo.
      Di Volturino caratteristica è la struttura della parte più antica del paese, con vicoli stretti e a volte senza uscita che, assieme agli «sporti», attestano la funzione difensiva del sito. Tra i suoi monumenti più significativi la chiesa parrocchiale, costruita sui resti di una chiesa del seicento della quale sono rimasti, inseriti nel corpo attuale, l'architrave con gli apostoli sulla porta orientale e un occhio di pietra sulla parete di ponente.
      A Castelnuovo della Daunia si trova un'antica chiesa parrocchiale eretta nel 1199 e intitolata a Maria SS. della Murgia che conserva tra l'altro, un ciborio in pietra del 1532, un coro ligneo del 1700 ed un organo del XVII secolo. Notevole è anche il convento dei frati minori che conserva tele attribuite a Brunetti, la chiesa di san Nicola, eretta dalla comunità greca, e la chiesa dell'Incoronata.
      Casalvecchio di Puglia ha una storia molto frammentata; distrutto nel 1461 fu infatti ricostruito da un nucleo di profughi albanesi, gli Schiavoni, fuggiti dalla patria dopo l'invasione turca, la qual cosa fa di questo paese una delle cosiddette «isole linguistiche» dove gli abitanti anziani parlano ancora un dialetto di origine straniera, l'albanese appunto. A testimonianza del movimentato passato sopravvive la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, eretta nel XVI secolo e consacrata nel 1717 dal cardinale Orsini al cui interno è custodito un dipinto ad olio raffigurante la Madonna del Carmelo, alcuni edifici di epoca medievale come «La torre dei briganti» e il «Casone della Sgurgola», un torrione a pianta quadrata.
 

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      Ma il subappennino dauno è costellato da una miriade di piccoli comuni i cui centri storici costituiscono vere e proprie perle architettoniche, attraverso cui è facile risalire l'intero percorso della storia; paesi di poche migliaia di abitanti, con centri antichi in parte abbandonati, meritano di essere visitati anche per l'originalità del loro impianto urbanistico.
      Vi è poi Alberona, il cui muraglione offre una vista panoramica di bellezza indescrivibile; nel suo centro abitato è possibile visitare la chiesa madre, eretta dai Templari che costruirono anche il palazzo e la torre del gran priore, poi sede dei Cavalieri di Malta, la chiesa di San Rocco con facciata e campanile in stile neo gotico, la monumentale fontana muta che ricorda la ricchezza delle acque di questa cittadina.
      Significativa è la vicenda storica di Casalnuovo Monterotaro i cui abitanti, in piena dominazione sveva, si ribellarono a Federico II le cui milizie, però, distrussero l'abitato. Di rilievo la chiesa di Santa Maria della rocca, che conserva un interessante organo del 1746 e il museo di storia naturale.
      Quasi ai confini con la Campania sorge il paese di Panni, il cui passato fu segnato da una terribile pestilenza che nel 1456 colpì quasi tutta la popolazione. Caratteristico è il suo centro storico, al cui interno si conservano interessanti opere architettoniche e artistiche come la chiesa parrocchiale e la chiesa del calvario, costruita in stile barocco. All'interno della prima si conserva una pregevole statua rinascimentale che, scolpita in un unico blocco di marmo, raffigura la Madonna di Loreto con il Bambino.
      Roseto Valfortore è un suggestivo paesino adagiato sulla riva destra del fiume Fortore, un piccolo centro che conserva il caratteristico impianto urbanistico longobardo: una strada più larga da dove partono tutte le viuzze del borgo antico. Adiacente a questa strada, denominata Piazza vecchia, sorge la chiesa matrice del 1507 mentre a cinquecento metri dall'abitato, in un'oasi di pace idilliaca e verde assicurato da pini, cedri, abeti, rosa canina (che da il nome al paese) si erge la chiesetta di San Rocco.
      Ma i possibili itinerari storico naturalistici in territorio dauno sono moltissimi e toccano paesi come Ascoli Satriano che fra l'ottavo e il sesto secolo avanti Cristo era praticamente una città-stato, tanto che coniava moneta propria! Il suo parco ha una notevole importanza storico-archeologica per la presenza di un grande santuario e di piccoli tempietti datati tra il VI e il II secolo avanti Cristo che l'amministrazione comunale vuole fare includere dall'Unesco nella lista dei beni patrimonio dell'umanità. Imponente poi è il palazzo ducale, mentre il duomo è un concentrato di stili tra romanico-rinascimentale-barocco.
      Candela, altro pittoresco centro agricolo posto in posizione panoramica, conserva un reticolo di viuzze ripide e tracce di architettura angioina e aragonese, con al centro la bella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Purificazione che custodisce le reliquie di San Clemente e nella parte più alta c'è Casa vitigliana, una bella costruzione seicentesca con un raffinato ed elegante soffitto ligneo. Ma in questa zona, il centro sicuramente più caratteristico è Sant'Agata di Puglia, che sembra un immenso presepe dominato dal castello eretto intorno all'anno Mille dai Normanni, con ai suoi piedi un centro storico tutto in pietra.
      Tra queste valli si incontrano i discendenti di antiche colonie straniere, il cui ricordo vive nel fascino esotico delle parlate dialettali: Celle San Vito e Faeto sono esemplari al riguardo. Qui, nel trecento, Carlo d'Angiò volle insediare le colonie provenzali che lo avevano seguito nella conquista del regno e qui, non a caso, si parla ancora un antico dialetto franco-provenzale.
      Da non dimenticare, in questo incontaminato territorio, la città di Troia, sede vescovile ove si sono tenuti numerosi concili ecumenici; la città è famosa soprattutto per il monumentale complesso architettonico costituito dalla cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta che, pur essendo di epoca normanna, ha subìto svariati rimaneggiamenti a causa dei danni provocati dai terremoti. Ad esso si aggiungono
 

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numerosi musei nonché il palazzo di San Domenico e il castello normanno.
      Superata Troia, poi, è tutto un susseguirsi di ricche testimonianze del passato: dal torrione costruito dai bizantini presso Castelluccio Valmaggiore ai primi dell'anno Mille, alla torre cilindrica del normanno Dogane, presso Bovino. Quest'ultimo è un antichissimo centro della Daunia, più volte distrutto a causa della sua posizione strategica che lo rendeva una importante postazione militare. Con l'arrivo dei bizantini nell'alto medioevo questo sito fu fortificato affinché assolvesse a funzioni difensive e di controllo. Nei secoli subì numerosi incendi, poi la devastazione di due successivi terremoti che ne mutilarono in parte il patrimonio artistico ed architettonico; tracce del suo passato restano nella cinta muraria di epoca romana e nell'imponente castello eretto sui ruderi di una fortezza romana e trasformato più tardi in fortezza ducale. La cattedrale in stile romanico, risalente alla fine del X secolo, è considerata monumento nazionale. La sua struttura a tre navate evidenzia una tipologia precristiana con colonne monolitiche sormontate da capitelli romani e medievali. La facciata, rifatta nel 1231, si presenta semplice, con tre portali gotici ed un elegante rosone. Degni di nota sono anche la chiesa di San Marco in stile romanico pugliese e la chiesetta di San Pietro che conserva una tela del seicento. A breve distanza c'è Deliceto, stretta intorno al donjon di trenta metri affiancato da due torri. Sulle colline dell'estremo subappennino Dauno si succedono Accadia, con l'antico «rione Fossi» e i resti del palazzo ducale, Orsara con il torrione quadrangolare della residenza dell'ordine cavalleresco di Calatrava e, quasi ai confini con la Basilicata, l'alto puntone a mandorla della residenza cinquecentesca dei principi d'Aquino a Rocchetta Sant'Antonio.
      Ma questo excursus non può prescindere da paesi come: Monteleone di Puglia con la sua bella chiesa madre e una serie di interessanti palazzi gentilizi; in passato, il borgo antico era cinto da mura, ora non più visibili; Anzano di Puglia, le cui origini affondano in epoca romana anche se la sua storia è pregna di avvenimenti verificatisi nel medioevo; Castelluccio dei Sauri, sorto per ospitare una colonia di sessanta schiavi alle dipendenze di Ferdinando I d'Aragona e, infine, San Marco La Catola la cui fondazione risalirebbe al XIII secolo. Vale la pena visitare questo paese per i suoi aspetti artistici ed architettonici. Meritano senza dubbio di essere visitati: il castello-fortezza a due torri, e il monastero di Santa Maria di Giosafat, eretto dai cappuccini nel 1585 sulle rovine di una abbazia, dove soggiornò per un breve periodo anche Padre Pio da Pietralcina. Al suo interno si può ammirare un bassorilievo ligneo della Madonna di Giosafat risalente al duecento.
      I cenni storici così brevemente delineati valgono a spiegare il perché di una simile proposta di legge: l'alto valore artistico e monumentale di queste piccole realtà municipali, spesso le uniche a svolgere un'effettiva attività di presidio del territorio, a impedirne il degrado e l'abbandono, a mantenere saldo il rapporto con la campagna e, nel caso del subappennino Dauno, con un'area della regione a volte impervia e disagevole. Tra l'altro, si tratta realtà contrassegnate da un forte disagio abitativo, da consistenti movimenti migratori e per le quali, quindi, il rischio dell'isolamento è forte.
      Per tutte queste ragioni, è importante che dei piccoli comuni del subappennino Dauno si parli e non solo come di un mondo che invecchia, che è poco competitivo, che è destinato ad una progressiva ed inesorabile marginalizzazione.
      Proprio per questo, occorre stanziare un contributo finanziario sufficiente a restituire tutto il loro antico splendore ai centri storici e alle opere monumentali di questi piccoli comuni che hanno un enorme valore come patrimonio artistico nazionale. Così facendo si rende possibile la realizzazione di un progetto di recupero che mira all'integrazione tra gli elementi di memoria storica e l'ambiente incrementando così anche lo sviluppo di quel turismo culturale, che attualmente costituisce una importantissima risorsa.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, archeologico e monumentale dei piccoli comuni del subappennino Dauno costituiscono obiettivo di preminente interesse nazionale per il cui perseguimento si applicano le disposizioni della presente legge.
      2. Le finalità di cui al comma 1 si realizzano attraverso i seguenti interventi:

          a) ristrutturazione degli immobili di proprietà comunale;

          b) conservazione e restauro di beni culturali, di proprietà dello Stato o di privati, dati in pubblica gestione, legati alla storia della città, ovunque conservati, nonché loro valorizzazione a fini turistico-culturali;

          c) rifacimento e restauro di piazze, strade e vicoli interni al centro storico;

          d) dotazione di attrezzature connesse all'ampliamento e alla valorizzazione dei musei cittadini;

          e) realizzazione di studi, di ricerche, di attività didattiche e di promozione culturale;

          f) conservazione e valorizzazione delle testimonianze archeologiche.

Art. 2.

      1. Gli interventi di cui all'articolo 1 si riferiscono a tutti i piccoli comuni del subappennino Dauno.

Art. 3.

      1. I soggetti che concorrono all'attuazione delle finalità di cui all'articolo 1 sono la regione Puglia, i piccoli comuni del subappennino Dauno, nonché gli enti pubblici e privati indicati dai comuni medesimi.

 

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      2. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i soggetti di cui al comma 1 stipulano un'intesa volta ad individuare le azioni, gli interventi e le opere necessarie al perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1 nonché a fissare le modalità di partecipazione degli enti deputati al perseguimento delle finalità stesse.
      3. L'intesa di cui al comma 2 è definita sulla base delle disponibilità finanziarie stabilite dalla presente legge, nonché delle ulteriori risorse disponibili nei bilanci delle amministrazioni dello Stato, della regione Puglia e di altri enti pubblici e privati. L'intesa di cui al comma 2 definisce altresì le modalità di coordinamento degli interventi.
      4. Gli interventi di cui all'articolo 1 sono sottoposti alla sorveglianza del Ministero per i beni e le attività culturali, tramite le sovrintendenze competenti per materia e per territorio.

Art. 4.

      1. Alle esigenze finanziarie connesse agli interventi di cui all'articolo 1 si provvede mediante un contributo statale straordinario da erogare ai soggetti di cui all'articolo 3 per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008.
      2. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
      3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 5.

      1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.    


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