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PDL 2262

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2262



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

CARDANO, MATTARELLA, ZANELLA, CUPERLO, VENIER, MIGLIORE, BOATO, DANIELE FARINA, FOLENA, GHIZZONI, RAMPI, SPINI

Disposizioni per il riconoscimento del Centro di ricerche storiche di Rovigno e concessione di un contributo per il suo funzionamento

Presentata il 14 febbraio 2007


      

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Onorevoli Colleghi! - Il riconoscimento, tramite l'approvazione della legge n. 92 del 2004, della giornata del 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» volto a conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati avvenuto nel secondo dopoguerra, anziché occasione per un uso strumentale della memoria, deve contribuire a favorire la conoscenza storica in vista di un comune futuro europeo. Vanno dunque promosse tutte quelle iniziative atte a diffondere la ricerca e la divulgazione della storia dell'Istria, del Quarnero e della Dalmazia e, più in generale, della complessa vicenda del confine orientale.
      Fondato nel 1968 dall'Unione italiana, l'organizzazione di rappresentanza della minoranza nazionale italiana che vive in Slovenia e in Croazia, il Centro di ricerche storiche di Rovigno in Istria (Croazia) è una delle istituzioni della Comunità nazionale italiana che da oltre trenta anni opera nel campo della ricerca storiografica, linguistica e sociologica.
 

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      Il Centro svolge la sua attività nell'ambito di cinque sezioni: storia generale della regione; etnografia; dialettologia; storia del movimento operaio e della Resistenza; dal 1985 è stata costituita la sezione per le ricerche sociali. La sua sede è stata, sin dalla fondazione, a Rovigno, in un edificio di 600 metri quadrati nella città vecchia; dal 1999 il Centro è presente in Internet tramite un suo dominio.
      Grande interesse è rappresentato, in seno al Centro, dalla biblioteca scientifica fondata nel 1976 che appartiene al tipo di biblioteche definite - secondo la classificazione della International Federation of Library Association (IFLA) - «biblioteche speciali», essendo destinate ad un'utenza qualificata e ristretta e possedendo materiale documentario ben determinato, aggiornato e completo (non solo libri e periodici, ma anche tesi di laurea, relazioni scientifiche, carte geografiche e topografiche, eccetera). Si tratta di 950 titoli di periodici, 430 di giornali, 60.000 di libri. L'importanza rivestita dalla biblioteca le ha valso, dal 1995, l'ambìto titolo di «Biblioteca depositaria del Consiglio d'Europa»: da allora nei suoi fondi vengono depositate tutte le pubblicazioni dell'organismo europeo di Strasburgo - in lingua inglese o francese - attinenti ai diritti umani, alla tutela delle minoranze etniche e nazionali, alla tutela dell'ambiente. Questa parte della biblioteca dispone già di oltre 2.500 volumi messi a disposizione degli studiosi, mentre il suo fondo librario è costituito oggi da circa 92.000 unità di alto valore bibliografico. Nel 1988, inoltre, è iniziata l'informatizzazione della biblioteca con l'obiettivo principale di creare un catalogo per autori e topografico.
      Il tema portante del fondo librario è la storia regionale (comprendente il territorio dell'Istria, Fiume, Dalmazia e del Friuli-Venezia Giulia) e le materie attinenti (arte, archeologia, linguistica, dialettologia, araldica, sociologia, eccetera). La biblioteca è visitata annualmente da oltre 850 ricercatori, in massima parte da Italia, Croazia e Slovenia; vi sono inoltre più di 670 studenti provenienti da numerose università europee e americane che fruiscono dei fondi per la stesura delle tesi di laurea. Recentemente alcuni locali sono stati allestiti allo scopo di ospitare ricercatori nei loro soggiorni di studio.
      Nel 1973 è stata istituita l'attività documentaristica relativa alla Comunità nazionale italiana del territorio, dal 1943 ad oggi, cosicché sull'argomento è stata raccolta un'elevata quantità di materiale stampato, foto, film, documenti, video, cartine geografiche; finora sono state registrate oltre 46.000 unità archivistiche, pari a circa 250.000 documenti catalogati ed informatizzati.
      In quasi trentanove anni di attività, l'Istituto ha pubblicato 215 volumi, che corrispondono a circa 65.000 pagine stampate, tutte in italiano e in maggior parte distribuite per un totale di circa 300.000 volumi. Gli abbonati alle edizioni sono oltre 400, mentre 300 sono i titoli di scambio.
      Sono impiegati in pianta fissa quattordici tra ricercatori e personale ausiliario; settanta sono i collaboratori esterni. L'Istituto ha voluto essere, sin dalla sua fondazione, non soltanto uno strumento di libera ricerca storica, ma anche un punto di riferimento per la tutela della cultura italiana di quest'area. Il contributo del Centro è stato quindi particolarmente significativo anche per come ha avvicinato il mondo dei ricercatori italiani, sloveni, croati che hanno accettato il confronto storiografico proposto dall'Istituto. Tra le pubblicazioni, oltre un terzo sono di studiosi di lingua non italiana (in traduzione) che da più di tre decenni seguono, pur nella diversità delle opinioni, la strategia di ricerca sino a qui adottata.
      Il Centro, caratterizzato da un atteggiamento di grande apertura nelle sue collaborazioni, ha sempre puntato al recupero di avvenimenti, notizie e personaggi di un contesto socio-linguistico, culturale ed umano che gli accadimenti della nostra storia hanno rischiato di fare perdere alla memoria comune.
      Il valore della riconquista e del recupero della memoria storica, infatti, restituendo dall'oblio le drammatiche vicende che hanno segnato questi territori, deve costituire un patrimonio storico comune
 

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per fondare i rapporti tra le culture nel segno della tolleranza e della convivenza.
      Alla luce di tutto ciò, e sulla scia del riconoscimento del «Museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata» di Trieste e dell'«Archivio museo storico di Fiume» a Roma, la presente proposta di legge vuole riconoscere anche il «Centro di ricerche storiche di Rovigno», che già oggi costituisce un punto di riferimento culturale per la minoranza italiana in Istria oltre che un'importante istituzione europea di documentazione e di ricerca per la conoscenza e la divulgazione della storia di queste travagliate terre.
      L'articolo 1 della proposta di legge prevede il riconoscimento del Centro di ricerche storiche con sede a Rovigno, quale ente di carattere culturale.
      L'articolo 2, che si compone di tre commi, concede un contributo per il suo funzionamento e stabilisce la relativa copertura finanziaria.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. La Repubblica riconosce il Centro di ricerche storiche con sede a Rovigno, che dal 1968 costituisce un'importante istituzione di documentazione, ricerca e divulgazione della storia dell'Istria, del Quarnero e della Dalmazia, quale ente di carattere culturale, la cui finalità è la valorizzazione del patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate.

Art. 2.

      1. Per il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1 è concesso al Centro di ricerche storiche di Rovigno un contributo di 100.000 euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, quale contributo alle spese di funzionamento. Le risorse di cui al presente comma sono utilizzate per finalità definite mediante convenzione da stipulare tra il Ministero degli affari esteri, la regione Friuli-Venezia Giulia, l'Unione italiana di Fiume e il Centro di ricerche storiche di Rovigno.
      2. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 100.000 euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
      3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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