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CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 2806 |
Articolo 1.
L'articolo 1 detta, al comma 2, i princìpi e criteri direttivi per la riforma della disciplina sanzionatoria in materia di beni culturali, riferiti alle singole fattispecie di reato.
Alla lettera a) si chiede, in sostanza, di riformulare la disposizione di cui all'articolo 635, secondo comma, numero 3), del codice penale, come integrato dall'articolo 13 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, onde perfezionare i termini descrittivi della fattispecie delittuosa, pur confermandola come circostanza aggravante del reato di danneggiamento, affiancando ad essa la previsione di una figura di danneggiamento colposo.
L'entità della sanzione è stata aumentata nel massimo edittale.
La previsione di cui alla lettera b) introduce nel nostro ordinamento penale l'aggravante del «furto d'arte».
La previsione si giustifica con la particolare natura dell'oggetto tutelato, che conferisce al reato un «disvalore aggiunto» rispetto alla figura-base, determinato dall'avere sottratto il bene non soltanto alla disponibilità del proprietario, ma anche alla funzione pubblica cui è naturalmente rivolto (e che emerge in modo evidente, per i beni di appartenenza pubblica, dal disposto dell'articolo 2, comma 4, del codice), nonché al controllo da parte dell'amministrazione competente sulla sua conservazione e utilizzazione.
Tecnicamente, la nuova figura è costruita come aggravante dei reati di furto e di furto in abitazione, da inserire nell'ambito dell'elencazione di cui all'articolo 625 del codice penale.
In un Paese nel quale la quantità di reperti archeologici non rinvenuti supera ancora di gran lunga il numero di quelli ritrovati e le condotte abusive in ordine agli stessi (ad esempio quelle dei cosiddetti «tombaroli») sono tipiche e radicate, al punto da arrecare gravi danni al patrimonio culturale sia per la perdita del bene in
1) beni culturali o cose indicate nell'articolo 10 del codice provenienti dalle diverse tipologie del «furto d'arte»;
2) cose false;
3) denaro, beni materiali e altre utilità provenienti dai delitti di ricettazione di beni culturali o di falsi.
Anche qui si è stabilito di prevedere l'applicabilità delle sanzioni comminate nel caso in cui l'autore del delitto dal quale il bene proviene non sia imputabile o punibile ovvero manchi una condizione di procedibilità riferita al delitto medesimo.
Le lettere da i) a m) dispongono affinché i reati considerati alle lettere precedenti, in sede di decreto delegato, siano accomunati:
1) dall'aumento della sanzione da un terzo a due terzi se il fatto produca un danno di rilevante gravità al patrimonio culturale ovvero sia commesso nell'esercizio di un'attività professionale;
2) dall'applicabilità delle sanzioni accessorie dell'interdizione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio o dalle attività professionali o imprenditoriali previste, rispettivamente, dagli articoli 28 e 30 del codice penale. La previsione di tale pena accessoria appare di grande efficacia dissuasiva nei confronti dei soggetti più favoriti nel compimento dei delitti in questione, in particolare di coloro che esercitano attività di vendita al pubblico o di esposizione di beni culturali a fini di commercio;
3) dalla subordinazione del beneficio della sospensione condizionale della pena alla realizzazione dei fatti di cui all'articolo 165, primo comma, del codice penale (restituzioni, risarcimento del danno, eliminazione delle conseguenze dannose, prestazione di attività non retribuita a favore della collettività), «qualora ricorrano determinati presupposti, riferiti alla capacità economica, all'ufficio pubblico o all'attività professionale o imprenditoriale del reo, da individuare tassativamente, secondo le modalità e nei tempi indicati dal giudice nella sentenza di condanna».
Alla lettera n) si prevede che la disposizione premiale di cui all'articolo 177 del codice (riduzione della pena da uno a due terzi a fronte della collaborazione decisiva per il recupero del bene) sia estesa a tutte le fattispecie delittuose concernenti i beni culturali, danneggiamento escluso. Ma, in relazione a tale ultima fattispecie, è stabilito che la norma premiale possa essere applicata in caso di danno minimo.
Le lettere da o) a r) si propongono di arricchire lo strumentario a disposizione degli inquirenti introducendo nella disciplina di settore misure di prevenzione e repressive, o semplicemente operative, spesso pensate e applicate in relazione a realtà criminose affatto diverse. In particolare, si richiede di:
1) introdurre disposizioni che escludano la punibilità degli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria impegnati nell'attività di repressione dei delitti in materia di beni culturali e prevedano la possibilità di assegnare
2) introdurre disposizioni sulle attività di contrasto dei delitti in materia di beni culturali commessi mediante l'impiego di sistemi informatici o mezzi di comunicazione telematica ovvero utilizzando reti di telecomunicazione disponibili al pubblico, nonché sull'affidamento del materiale e dei beni sequestrati in custodia giudiziale, a richiesta, agli organi di polizia giudiziaria per l'impiego nelle attività di repressione dei suddetti delitti, sul modello di quanto previsto dall'articolo 14 della legge 3 agosto 1998, n. 269 («Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù»);
3) introdurre disposizioni in materia di indagini, misure di prevenzione di carattere patrimoniale e divieti (concernenti il rilascio di licenze, concessioni, iscrizioni, autorizzazioni, abilitazioni eccetera) modellate su quelle di cui alla legge 31 maggio 1965, n. 575 («Disposizioni contro la mafia»), in relazione ai soggetti indicati dall'articolo 1, numeri 1) e 2), della legge 27 dicembre 1956, n. 1423 («Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità»), quando l'attività delittuosa da cui si ritiene derivino i proventi realizzati dai medesimi abbia ad oggetto beni culturali.
La lettera s) contiene la previsione della conferma della contravvenzione di cui all'articolo 170 del codice («Uso illecito»), in relazione alla quale si è tuttavia stabilito un aumento del massimo edittale della pena (detentiva e pecuniaria).
La lettera t) contempla la trasformazione in contravvenzione dei delitti di cui all'articolo 174, commi 1 e 2, del codice («Uscita o esportazione illecite») allorché abbiano ad oggetto beni culturali di valore inferiore alle soglie indicate nell'allegato A annesso al medesimo codice.
La lettera u) prevede la riformulazione della contravvenzione di cui all'articolo 175, comma 1, lettera b), del codice, che attualmente punisce allo stesso modo chi non denuncia nel termine stabilito le cose ritrovate fortuitamente nel sottosuolo e chi non ne cura la conservazione temporanea, secondo quanto prescritto dall'articolo 90 del medesimo codice. Si richiede una pena più severa (il raddoppio della pena detentiva e la triplicazione della pena pecuniaria) per la prima condotta, che dovrà essere descritta in modo da sanzionare più che il fatto formale dell'omissione di denuncia il fatto sostanziale della detenzione del bene non denunciato.
I commi 3, 4 e 5, infine, dispongono in merito all'indicazione esplicita delle norme sostituite o abrogate dal decreto legislativo delegato, all'acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari e alla possibilità di adottare disposizioni correttive e integrative entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo medesimo.
Articolo 2.
L'articolo 2 detta, al comma 2, i princìpi e criteri direttivi concernenti la riforma della disciplina sanzionatoria in materia di beni paesaggistici, con riferimento alle singole fattispecie di reato.
Alle lettere a) e b) sono previsti il riordino e la razionalizzazione delle condotte lesive del bene paesaggistico mediante il coordinamento delle fattispecie contravvenzionali di cui all'articolo 734 del codice penale e all'articolo 181 del codice.
Già in sede di predisposizione del citato testo unico di cui al decreto legislativo 29
1) la trasformazione della contravvenzione di cui all'articolo 734 del codice penale nel delitto di «danneggiamento di bene paesaggistico»;
2) la riformulazione della contravvenzione di cui all'articolo 181, comma 1, del codice, da trasformare in delitto;
3) la parificazione delle sanzioni, sensibilmente aumentate sia quanto a pena detentiva sia quanto a pena pecuniaria, e la loro estensione anche ai casi di inosservanza del divieto di esecuzione o dell'ordine di sospensione dei lavori, impartiti a norma dell'articolo 150 del codice;
4) la revisione del sistema delle aggravanti previste al comma 1-bis dell'articolo 181 citato.
La lettera c) prevede la nuova figura criminosa della «frode in materia paesaggistica», modellata sull'articolo 452-decies del codice penale di cui il disegno di legge atto Camera n. 2692 recante «Disposizioni concernenti i delitti contro l'ambiente. Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della relativa disciplina», recentemente approvato dal Consiglio dei ministri e presentato alle Camere, propone l'introduzione.
Alla lettera d) viene stabilito che il sequestro effettuato ai sensi degli articoli 253 e 354 del codice di procedura penale si estenda alle cose mobili e immobili utilizzate per la commissione dei reati di cui alle lettera a) e b).
Le lettere da e) a g) riproducono le indicazioni già contenute all'articolo 1 del presente disegno di legge in ordine alle sanzioni accessorie dell'interdizione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio o dalle attività professionali o imprenditoriali, all'applicabilità del beneficio della sospensione condizionale della pena e alle misure premiali.
Anche nel caso dell'articolo 2, i commi 3, 4 e 5 dispongono in merito all'indicazione esplicita delle norme sostituite o abrogate dal decreto legislativo delegato, all'acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari e alla possibilità di adottare disposizioni correttive e
Articolo 3.
L'articolo 3 prevede un piano di assunzioni straordinarie finalizzate all'incremento della fruizione degli istituti e dei luoghi di cultura nonché al reperimento di personale specializzato destinato al rafforzamento della tutela dei beni culturali.
È prevista, a decorrere dall'anno 2008, l'assunzione per concorso di 400 unità di assistenti tecnici museali e di 100 unità di architetti, archeologi, storici dell'arte e amministrativi.
Il costo unitario riferito alle due posizioni economiche nelle quali si prevede l'assunzione è il seguente:
Posizione economica C1: euro 31.467,56
Posizione economica B3: euro 28.686,21
Il costo complessivo, pertanto, è riportato nel seguente prospetto:
Posizione economica
Costo unitario
| Numero unità
| Costo totale
| C1
| 31.467,56
| 100
| 3.146.756,36
| B3
| 28.686,21
| 400
| 11.474.485,74
| TOTALE
| -
| 500
| 14.621.242,10
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Il piano straordinario di assunzioni di cui all'articolo 3 costituisce l'unico strumento per la realizzazione delle finalità indicate nella medesima disposizione, essendo già verificata l'insufficienza della percentuale di autorizzazione alle assunzioni prevista dall'articolo 1, comma 523, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), e avendo inoltre già esaurito il ricorso alle assunzioni autorizzate ai sensi della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005).
Così calcolato nel limite massimo di euro 14.621.242,10 l'onere finanziario previsto per l'assunzione straordinaria nel limite massimo di 500 unità di personale (400 in posizione economica B3 e 100 in posizione economica C1), si fa presente che i tempi previsti per l'espletamento delle procedure concorsuali comporteranno il perfezionamento delle nomine a partire da data non anteriore al 1o gennaio 2008.
Pertanto, la copertura dell'onere suddetto, da considerare quale limite massimo di spesa per il bilancio dello Stato, decorre dall'esercizio finanziario 2008 mediante utilizzo delle risorse stanziate ai sensi dell'articolo 1, comma 1142, della legge finanziaria 2007, allo scopo intendendosi corrispondentemente ridotta la relativa autorizzazione di spesa.
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per la riforma della disciplina sanzionatoria penale in materia di beni culturali, anche attraverso la modifica del capo I del titolo I e del capo I del titolo II della parte quarta del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, di seguito denominato «decreto legislativo n. 42 del 2004».
2. Il decreto legislativo di cui al comma 1, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, è adottato nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) prevedere tra le circostanze aggravanti del reato di danneggiamento di cui all'articolo 635 del codice penale il fatto che esso abbia ad oggetto un bene culturale, con aumento della pena della reclusione, in misura non superiore, nel massimo, a quattro anni, e della multa, in misura non superiore, nel massimo, a 50.000 euro; prevedere una fattispecie di reato di danneggiamento colposo, con riduzione della pena; parificare, quanto alla tipologia del reato previsto dall'articolo 169, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 42 del 2004, l'intervento eseguito in difformità dall'autorizzazione rilasciata dall'autorità competente a quello eseguito senza l'autorizzazione medesima;
b) prevedere tra le circostanze aggravanti del delitto di furto, di cui all'articolo 625 del codice penale, e del delitto di furto in abitazione, di cui all'articolo 624-bis del
c) trasformare in delitto la contravvenzione di cui all'articolo 175, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 42 del 2004, stabilendo le pene della reclusione, fino ad un massimo di tre anni, e della multa, in misura non superiore, nel massimo, a 20.000 euro, per il fatto della ricerca archeologica o dell'esecuzione di opere finalizzate al ritrovamento di beni culturali o cose indicati nell'articolo 10 del decreto legislativo n. 42 del 2004, in mancanza della prescritta concessione ovvero in difformità da essa; prevedere l'aumento di pena per l'ipotesi del fatto commesso con l'uso di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli, in misura tale che essa risulti non superiore, nel massimo, a quattro anni, quanto alla pena detentiva, e a 30.000 euro, quanto alla pena pecuniaria; stabilire, altresì, che è sempre ordinata la confisca dei medesimi strumenti o apparecchiature;
d) prevedere una figura speciale del delitto di ricettazione, di cui all'articolo 648 del codice penale, avente ad oggetto beni culturali o cose indicati nell'articolo 10 del decreto legislativo n. 42 del 2004, provenienti dai reati di cui alla lettera b), includendo tra le condotte punibili l'illecita detenzione, a qualunque titolo, dei beni culturali o delle cose medesimi, quando il detentore ne conosca la provenienza; stabilire le pene della reclusione, in misura non superiore, nel massimo, a otto anni, e della multa, in misura non superiore, nel massimo, a 20.000 euro;
e) confermare i delitti di alienazione illecita di beni culturali, di cui all'articolo 173, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo n. 42 del 2004, aumentando la misura della pena detentiva, in modo che non superi, nel massimo, i due anni di reclusione, e della pena pecuniaria, in modo che non sia superiore, nel massimo, a 90.000 euro;
f) confermare i delitti di uscita illecita di beni culturali dal territorio nazionale, di cui all'articolo 174, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 42 del 2004, in relazione ad oggetti il cui valore sia pari o superiore alle soglie di cui alla lettera B dell'allegato A annesso al medesimo decreto legislativo, aumentando la misura della pena detentiva, in modo che non superi, nel massimo, i sette anni di reclusione, e della multa, in modo che non sia superiore, nel massimo, a 100.000 euro; punire allo stesso modo il fatto di chi detiene all'estero il bene culturale illecitamente uscito o ne impedisce il rientro; stabilire che è ordinata la confisca delle cose illecitamente detenute, se non siano nella proprietà di persona estranea al reato, oltre che in caso di condanna, anche nel caso in cui l'autore del delitto non sia imputabile o punibile oppure manchi una condizione di procedibilità riferita al delitto ovvero il delitto medesimo sia estinto;
g) confermare i delitti relativi alla falsificazione, di cui all'articolo 178, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 2004, riformulando le disposizioni in modo da differenziare i fatti che abbiano ad oggetto beni culturali da quelli aventi ad oggetto opere infracinquantennali o di autore vivente e stabilendo sanzioni in misura non superiore, nel massimo, a sei anni, quanto alla pena detentiva, e a 10.000 euro, quanto alla pena pecuniaria; punire allo stesso modo la ricettazione
h) prevedere una figura speciale del delitto di riciclaggio, di cui all'articolo 648-bis del codice penale, avente ad oggetto operazioni compiute in relazione a beni culturali o cose indicati nell'articolo 10 del decreto legislativo n. 42 del 2004, provenienti dai reati di cui alla lettera b), a cose false ovvero a denaro, beni materiali o altre utilità provenienti dai delitti di ricettazione e di falsificazione di cui alle lettere d) e g), stabilendo le pene della reclusione, in misura non superiore, nel massimo, a dodici anni, e della multa, in misura non superiore, nel massimo, a 30.000 euro; prevedere l'applicabilità di dette sanzioni anche nel caso in cui l'autore del delitto dal quale il bene proviene non sia imputabile o punibile ovvero manchi una condizione di procedibilità riferita al delitto medesimo;
i) prevedere, in relazione ai reati di cui alle lettere da b) a h), l'aumento della sanzione da un terzo a due terzi se il fatto cagioni un danno di rilevante gravità al patrimonio culturale ovvero sia commesso nell'esercizio di un'attività professionale;
l) prevedere, in relazione ai reati di cui alle lettere da a) a h), l'applicabilità delle sanzioni accessorie della interdizione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio o dalle attività professionali o imprenditoriali, previste, rispettivamente, dagli articoli 28 e 30 del codice penale, anche
m) prevedere, in relazione ai reati di cui alle lettere da a) a h), che la sospensione condizionale della pena sia subordinata all'adempimento degli obblighi di cui all'articolo 165, primo comma, del codice penale, qualora ricorrano determinati presupposti, riferiti alla capacità economica, all'ufficio pubblico o all'attività professionale o imprenditoriale del reo, da individuare tassativamente, secondo le modalità e nei tempi indicati dal giudice nella sentenza di condanna;
n) estendere la disposizione premiale di cui all'articolo 177 del decreto legislativo n. 42 del 2004 a tutte le fattispecie delittuose aventi ad oggetto beni culturali o cose indicati nell'articolo 10 del medesimo decreto legislativo, ad eccezione di quella indicata alla lettera a); prevederne l'applicabilità nell'ipotesi in cui il danno arrecato al patrimonio culturale nazionale sia di speciale tenuità;
o) escludere la punibilità degli ufficiali e degli agenti di polizia giudiziaria appartenenti a reparti specializzati, definiti sulla base delle direttive del Ministro dell'interno, nella repressione dei delitti aventi ad oggetto beni culturali o cose indicati nell'articolo 10 del decreto legislativo n. 42 del 2004, per le attività di indagine eseguite sotto copertura, con le modalità e gli effetti previsti dagli articoli 97 e 98 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni;
p) prevedere lo svolgimento delle attività di contrasto previste dal comma 2 dell'articolo 14 della legge 3 agosto 1998, n. 269, da parte degli ufficiali di polizia giudiziaria appartenenti a reparti specializzati che abbiano in gestione la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti
q) prevedere l'applicabilità delle disposizioni della legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni, in materia di indagini e misure di prevenzione di carattere patrimoniale, nonché delle disposizioni contenute negli articoli da 10 a 10-sexies della medesima legge, e successive modificazioni, ai soggetti indicati dall'articolo 1, numeri 1) e 2), della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, e successive modificazioni, quando l'attività delittuosa da cui si ritiene derivino i proventi abbia ad oggetto beni culturali o cose indicati nell'articolo 10 del decreto legislativo n. 42 del 2004;
r) prevedere che i beni mobili e immobili e le somme di danaro, confiscati a seguito di condanna per uno dei delitti aventi ad oggetto beni culturali o cose indicati nell'articolo 10 del decreto legislativo n. 42 del 2004, vengano assegnati, a richiesta, al Ministero per i beni e le attività culturali e che il materiale e i beni sequestrati siano affidati in custodia giudiziale, con facoltà d'uso, agli organi di polizia giudiziaria che ne facciano richiesta, per l'impiego nelle attività di repressione dei delitti di cui al presente comma;
s) confermare la contravvenzione di cui all'articolo 170 del decreto legislativo n. 42 del 2004, aumentando la misura della sanzione in modo che non risulti superiore, nel massimo, a due anni, quanto alla pena detentiva, e a 50.000 euro, quanto alla pena pecuniaria;
t) trasformare in contravvenzione i delitti di uscita illecita di beni culturali dal territorio nazionale, di cui all'articolo 174, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 42 del 2004, quando abbiano ad oggetto beni
u) differenziare tra le figure contravvenzionali di cui all'articolo 175, comma 1, lettera b), del decreto legislativo n. 42 del 2004, la detenzione, a qualsiasi titolo, di reperti archeologici o di beni culturali o cose indicati nell'articolo 10 del medesimo decreto legislativo n. 42 del 2004, senza averne fatto denuncia ai sensi dell'articolo 90 dello stesso decreto legislativo, prevedendo per tale fattispecie le sanzioni dell'arresto in misura non superiore, nel massimo, a due anni, e dell'ammenda in misura non superiore, nel massimo, a 10.000 euro; stabilire che, in caso di condanna per la medesima contravvenzione, è ordinata, ove occorra, la confisca delle cose illecitamente detenute;
v) prevedere una figura di contravvenzione per il fatto di chi, trovandosi in area archeologica, venga colto in possesso degli strumenti o apparecchiature indicati alla lettera c) di cui non giustifichi l'attuale destinazione, stabilendo la pena dell'arresto fino ad un massimo di due anni e stabilendo, altresì, che è sempre ordinata la confisca dei medesimi strumenti o apparecchiature.
3. Il decreto legislativo di cui al comma 1 indica esplicitamente le disposizioni sostituite o abrogate, fatta comunque salva l'applicazione dell'articolo 15 delle disposizioni sulla legge in generale premesse al codice civile.
4. Il decreto legislativo di cui al comma 1 è adottato previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che si esprimono entro sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta. Decorso tale termine, il decreto legislativo può essere comunque emanato.
5. Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo di cui al comma 1 possono essere adottate, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui ai commi 2 e 3 e osservando le procedure di cui al comma 4, entro diciotto mesi dalla data della sua entrata in vigore.
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per la riforma della disciplina sanzionatoria penale in materia di beni paesaggistici, attraverso la modifica del capo II del titolo II della parte quarta del decreto legislativo n. 42 del 2004 e con l'abrogazione delle corrispondenti disposizioni del medesimo decreto legislativo e del codice penale.
2. Il decreto legislativo di cui al comma 1, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, è adottato nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) trasformare la fattispecie contravvenzionale di cui all'articolo 734 del codice penale nel delitto di danneggiamento di bene paesaggistico, stabilendo le pene della reclusione, in misura non superiore, nel massimo, a quattro anni, e della multa, in misura non superiore, nel massimo, a 50.000 euro; prevedere una fattispecie di reato di danneggiamento colposo, con riduzione della pena;
b) riformulare, trasformandola in delitto, la fattispecie contravvenzionale di cui all'articolo 181, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 2004, concernente i lavori di qualsiasi genere eseguiti su beni paesaggistici senza la prescritta autorizzazione dell'autorità competente o in difformità da essa, prevedendo sanzioni analoghe a quelle stabilite per il delitto di cui alla lettera a) ed estendendone l'applicabilità ai casi di inosservanza del divieto di esecuzione o dell'ordine di sospensione dei lavori, impartiti a norma dell'articolo 150 del decreto legislativo n. 42 del 2004; rivedere il sistema delle aggravanti previste al comma 1-bis del medesimo articolo 181, disciplinando i casi in cui i lavori illeciti ricadano in parchi archeologici o aree di
c) prevedere il delitto di frode in materia paesaggistica, costituito dal fatto di chi, al fine di commettere i delitti di cui alle lettere a) e b), ovvero di conseguirne l'impunità, falsifica, anche solo parzialmente, materialmente o nel contenuto, la prescritta documentazione ovvero fa uso di documentazione falsa, stabilendo le pene della reclusione, in misura non superiore, nel massimo, a sei anni, e della multa, in misura non superiore, nel massimo, a 10.000 euro;
d) prevedere che il sequestro effettuato ai sensi degli articoli 253 e 354 del codice di procedura penale si estenda alle cose mobili e immobili utilizzate per la commissione dei reati di cui alle lettere a) e b);
e) prevedere, in relazione ai reati di cui alle lettere a) e b), l'applicabilità delle sanzioni accessorie dell'interdizione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio o dalle attività professionali o imprenditoriali, previste, rispettivamente, dagli articoli 289 e 290 del codice di procedura penale, anche al di fuori dei limiti temporali ivi indicati e graduando la durata della sanzione accessoria in relazione alla gravità dell'illecito;
f) prevedere, in relazione ai reati di cui alle lettere a) e b), che la sospensione condizionale della pena sia subordinata all'adempimento degli obblighi di cui all'articolo 165, primo comma, del codice penale, qualora ricorrano determinati presupposti, riferiti alla capacità economica, all'ufficio pubblico o all'attività professionale o imprenditoriale del reo, da individuare tassativamente, secondo le modalità
g) prevedere, in relazione ai reati di cui alle lettere a) e b), una figura speciale di ravvedimento operoso, stabilendo una riduzione delle pene previste, nella misura da uno a due terzi, nell'ipotesi in cui il colpevole si adoperi per evitare che l'attività criminosa produca maggiori effetti lesivi del paesaggio o per eliminare o limitare gli effetti già prodotti; estendere anche al delitto di cui alla lettera a) la causa di estinzione di cui all'articolo 181, comma 1-quinquies, del decreto legislativo n. 42 del 2004.
3. Il decreto legislativo di cui al comma 1 indica esplicitamente le disposizioni sostituite o abrogate, fatta comunque salva l'applicazione dell'articolo 15 delle disposizioni sulla legge in generale premesse al codice civile.
4. Il decreto legislativo di cui al comma 1 è adottato previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che si esprimono entro sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta. Decorso tale termine, il decreto legislativo può essere comunque emanato.
5. Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo di cui al comma 1 possono essere adottate, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui ai commi 2 e 3 e osservando le procedure di cui al comma 4, entro diciotto mesi dalla data della sua entrata in vigore.
1. Al fine di incrementare la fruizione degli istituti e dei luoghi di cultura anche attraverso l'estensione degli orari di apertura, il Ministero per i beni e le attività culturali è autorizzato a bandire concorsi e a procedere all'assunzione straordinaria di quattrocento assistenti alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico, di posizione economica B3, in deroga al divieto di cui all'articolo 1,
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