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CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 3257-A
N. 3256-A |
XI COMMISSIONE PERMANENTE | Pag. 7 |
(Lavoro pubblico e privato) | |
Tabella n. 4 (Lavoro e previdenza sociale) | Pag. 9 |
XIII COMMISSIONE PERMANENTE | Pag. 11 |
(Agricoltura) | |
Tabella n. 13 (Politiche agricole, alimentari e forestali) | Pag. 13 |
XIV COMMISSIONE PERMANENTE | Pag. 17 |
(Politiche dell'Unione europea) | |
Tabella n. 2 (Economia e finanze, limitatamente alle parti di competenza) | Pag. 19 |
La XI Commissione,
esaminato il disegno di legge recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)», nelle parti di propria competenza;
premesso che:
l'articolo 145, comma 3, disponendo per le pubbliche amministrazioni il divieto di assumere con forme contrattuali di lavoro flessibile, previste dal codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell'impresa, sancisce una netta discriminazione tra pubblico e privato e, implicitamente, costituisce una ammissione della incapacità del sistema italiano di sottrarsi alla logica della sanatoria, giustificata dalla sbagliata equazione flessibilità=precariato;
la citata disposizione, inoltre, prevedendo una deroga esclusiva per il settore pubblico alle norme civilistiche in materia
le disposizioni relative ai commi 5, 6 e 8 dell'articolo 145, che prevedono una limitazione dello strumento del lavoro straordinario nelle amministrazioni statali, reprimono, in generale, la produttività del lavoro nel settore pubblico e, nello specifico, penalizzano e non agevolano il lavoro delle Forze armate e di polizia, nonché quello dei vigili del fuoco;
l'articolo 146, comma 5, prevedendo la formula «espletamento di procedure selettive di natura concorsuale», invece di quella più rigorosa di «superamento di procedure concorsuali», o comunque di «superamento di un concorso pubblico», in ordine alle modalità di accesso ai ruoli delle pubbliche amministrazioni, viola l'articolo 97 della Costituzione e il dettato della sentenza della Corte costituzionale n. 205 del 2004, la quale sancisce che: «Anche in regime di impiego pubblico privatizzato, infatti, il collocamento in ruolo costituisce la modalità attraverso la quale si realizza l'inserimento stabile dell'impiegato in un posto della pianta organica di una pubblica amministrazione, cosicché la garanzia del concorso pubblico non può che riguardare anche l'ipotesi di mera trasformazione di un rapporto contrattuale a tempo indeterminato in rapporto di ruolo, allorché - come si è detto - l'accesso al suddetto rapporto non di ruolo non sia a sua volta avvenuto mediante una procedura concorsuale»;
lo stesso articolo 146, comma 5, non facendo espresso riferimento a concorsi pubblici con riserva di posti, in cui la percentuale della riserva a favore degli interni non sia particolarmente elevata, è lacunoso, irrazionale e viola gli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione e contrasta con la giurisprudenza costante della Corte costituzionale (sentenze n. 1 del 1999 e n. 194 del 2002);
secondo la Corte costituzionale: «è noto che il modello concorsuale richiede che la selezione avvenga con criteri tali "da prevedere e consentire la partecipazione anche agli estranei, assicurando cosi il reclutamento dei migliori", e a tale modello si deve ricorrere anche per scongiurare "gli effetti distorsivi" che il criterio dei concorsi interni può produrre» (sentenze n. 313 del 1994 e n. 194 del 2002);
sempre l'articolo 146, comma 5, spostando alla data del 28 settembre 2007 il termine di cui all'articolo 1, comma 526, della Finanziaria 2007, posticipandolo di un anno, configura la possibilità di qualificare impropriamente come «precari» anche i lavoratori con contratto a tempo determinato con pochi mesi di anzianità di servizio, pur essendo noto che la qualificazione del concetto di precarietà nel mondo del lavoro non può prescindere da un dato temporale che non può non essere che di lunga durata e, comunque, non di qualche mese;
l'articolo 146, da un lato, con il comma 5, apre la possibilità della stabilizzazione ad una platea di oltre 120.000 lavoratori con contratto a tempo determinato, e dall'altro, con il comma 9, prevede di finanziare l'operazione con un fondo esiguo, pari a 60 milioni di euro, da ripartire in parti eguali nel triennio 2008-2010, che si vanno ad aggiungere ai 50 milioni di euro stanziati con la Finanziaria 2007, rischia di ingenerare un aumento del contenzioso nei confronti della pubblica amministrazione, con grave danno alle casse dello Stato;
l'articolo 146, non fornendo alcuna risposta alle legittime richieste di assunzione di vincitori e idonei dei concorsi pubblici, che vengono ingiustamente penalizzati a favore delle progressioni interne e della sanatoria indiscriminata dei precari, quest'ultima possibile solo in teoria, svilisce il principio della meritocrazia nell'ambito delle procedure di reclutamento, con grave danno al buon andamento della pubblica amministrazione;
La XIII Commissione,
esaminati, per le parti di propria competenza, i disegni di legge finanziaria e di bilancio per il 2008 (C. 3256 e C. 3257);
premesso che:
il settore agricolo e quello della pesca rivestono un'importanza economica e sociale non indifferente, al punto da divenire vitali in talune aree del Paese, quali ad esempio le zone montane per l'agricoltura e la fascia costiera per la pesca;
nella presente legislatura il Parlamento non ha licenziato alcun intervento legislativo omogeneo in materia agricola, agroalimentare e di pesca e la legge finanziaria è, ed è stata finora, l'unico
in Commissione Agricoltura i provvedimenti di settore non fanno significativi passi avanti; basti pensare alle misure relative ai consorzi irrigui, all'agricoltura biologica, alle bioenergie, il che crea danni economici agli operatori dei relativi comparti che attendono l'emanazione di norme chiare ed efficaci anche per migliorare la competitività;
in particolare, gli interventi per il potenziamento delle infrastrutture irrigue nel Mezzogiorno sono ormai divenuti improcrastinabili ed essenziali per uno sviluppo adeguato di quei territori;
l'A.C. 1746-undecies, derivante dalle parti stralciate della legge finanziaria per il 2007, è l'unico atto realmente ottenuto attraverso un lavoro congiunto e costruttivo con iniziativa parlamentare sia di maggioranza che di opposizione, ma, pur rappresentando un contenitore positivo per i contenuti a vantaggio della filiera agricola, agroalimentare e della pesca, ben difficilmente sembra poter divenire legge dello Stato;
in diverse circostanze i pareri delle Commissioni competenti su atti del Governo (schemi di decreti legislativi, decreti di riparto di finanziamento a enti eccetera) vengono del tutto disattesi dall'Esecutivo;
a tal proposito - per quanto attiene la Commissione Agricoltura - il Governo non ha tenuto in alcuna considerazione le istanze suggerite da esponenti della medesima Commissione relativamente allo schema di regolamento di organizzazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, quando, viceversa, una maggiore attenzione gioverebbe a tutto il sistema;
l'aumento dei costi, soprattutto di quelli energetici, crea effetti fortemente negativi per la redditività delle imprese agricole e della pesca;
entrambi i settori devono far fronte alle sempre più stringenti normative comunitarie che costringono a continui aggiustamenti nella gestione delle imprese, il che in definitiva si traduce in un ulteriore aggravio di costi;
ingiustamente il settore agricolo primario - al livello di produzione - è stato indicato come la causa dell'aumento significativo del prezzo al consumatore del pane e della pasta, quando i veri motivi vanno ricercati nella congiuntura internazionale, ed è per questo che è opportuno continuare ad assicurare particolari agevolazioni all'intero settore della produzione;
le agevolazioni fiscali previste nel disegno di legge finanziaria per l'agricoltura e la pesca hanno natura meramente temporanea, limitandosi ad una mera proroga delle agevolazioni esistenti e che pertanto ai due settori non viene offerta quella stabilizzazione delle misure, più volte promessa, ormai necessaria per favorire l'aumento di competitività delle nostre imprese agricole e della pesca;
il disegno di legge finanziaria ed i provvedimenti correlati non intervengono in modo incisivo sulla strada della semplificazione e che non è stato affrontato (e tanto meno risolto) il problema del carico burocratico che grava sulle imprese agricole ed ittiche, divenuto ormai un vero e proprio costo occulto e un impegno significativo che distoglie dall'attività economica principale e ne limita la crescita, lo sviluppo e la competitività;
a tale riguardo l'articolo 9, comma 12, prevede che i produttori agricoli che, nell'anno precedente, hanno realizzato un volume di affari IVA non superiore a 7.000 euro, dovranno, con cadenza trimestrale, comunicare all'Agenzia delle entrate l'ammontare delle operazioni (attive e passive) effettuate: detto adempimento a carico di soggetti, che fino ad oggi non avevano obblighi dichiarativi, documentali e contabili, nonché di versamento dell'imposta, rischia annullare i
la rateizzazione delle somme dovute dagli imprenditori ittici per aver beneficiato di aiuti dichiarati incompatibili con il mercato unico, pur positiva per la dilazione nel tempo degli importi, non rappresenta una vera soluzione in quanto i richiedenti hanno comunque richiesto detti aiuti in virtù di una legge dello Stato e non hanno compiuto alcunché di illegittimo secondo l'ordinamento nazionale;
le dotazioni finanziarie a favore del Fondo per la montagna e quelle per il Fondo bieticolo-saccarifero non si ritengono sufficienti a coprire le effettive necessità di tutela delle zone montane e per la riconversione dal settore a seguito dell'approvazione dell'organizzazione comune di mercato (OCM) dello zucchero;
per gli importanti compiti affidati al Corpo forestale dello Stato nella difesa del patrimonio agroforestale e per la lotta agli incendi boschivi è necessario aumentare l'organico, al di là di quanto è pur previsto dal presente disegno di legge;
il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha mostrato scarsa incisività nell'ottenimento dei fondi destinati all'assunzione di personale come si evince dal «decreto interministeriale di autorizzazione per le assunzioni» approvato nella seduta del Consiglio dei ministri del 16 novembre 2007, pur in presenza di un preciso impegno a dare seguito alle assunzioni dei concorsi banditi ed espletati dal medesimo Ministero;
tale ultima circostanza, per le note carenze di organico del Ministero, certamente non aiuta a risolvere i molteplici problemi del mondo agricolo e della pesca;
valutato comunque con favore il lavoro di miglioramento compiuto presso l'altro ramo del Parlamento,
richiedendo in ogni caso che siano apportate le seguenti modificazioni:
1) con riferimento alle misure fiscali, introduca la Commissione Bilancio la stabilizzazione delle misure agevolative per la pesca e l'agricoltura al fine di garantire certezza agli operatori del settore;
2) in particolare, per il settore ittico, si estenda l'aliquota IRAP all'1,9 per cento a tutto il comparto e non solo alle cooperative della piccola pesca e loro consorzi; si estenda l'IVA agevolata per l'agricoltura al settore della pesca, e comunque si faccia in modo di non perdere - per perenzione amministrativa - lo stanziamento di 12 milioni di euro previsto dal decreto-legge n. 2 del 2006, in modo tale da permettere agli imprenditori ittici di affrontare le rilevanti difficoltà derivanti, innanzitutto, dal notevole aumento dei costi connessi all'esercizio dell'attività; si sospenda per due anni di imposta l'accertamento dei ricavi delle imprese ittiche sulla base degli studi di settore, inficiati dal vertiginoso aumento dei costi del carburante e quindi non più rappresentativi della realtà economica;
3) si integri lo stanziamento per il settore bieticolo-saccarifero e per la montagna;
4) si impegni il Governo a reperire le risorse per l'assunzione dei vincitori dei concorsi presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, oltre che per una questione di giustizia, anche per fare fronte alle documentate carenze di organico del citato dicastero;
5) si dispongano misure di reale semplificazione e di snellimento degli adempimenti richiesti agli imprenditori, in particolare si sopprima quanto disposto dall'articolo 9, comma 12, relativo agli adempimenti dei contribuenti IVA con fatturato sotto i 7.000 euro;
6) si predispongano interventi per il potenziamento delle infrastrutture irrigue nel Mezzogiorno, in particolare prevedendo che il Commissario ad acta, per una programmazione coordinata e integrata di
7) si predisponga, altresì, interventi per il controllo e la sicurezza dei prodotti alimentari, con i mezzi finanziari per l'assunzione di personale per controllare l'ingresso di derrate alimentari, così da salvaguardare la salute dei cittadini e contrastare la concorrenza sleale;
e formulando le seguenti osservazioni:
1) in relazione alla situazione dei consorzi agrari, valuti la commissione di merito la possibilità di prorogare al 31 dicembre 2008 il termine previsto dall'articolo 1, comma 9-bis, del decreto-legge n. 181 del 2006, già prorogato al 31 dicembre 2007 dall'articolo 1, comma 1076, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007);
2) valuti la commissione di merito l'opportunità di trovare soluzioni alternative e più giuste nei confronti degli imprenditori ittici relativamente agli aiuti percepiti regolarmente sulla base di leggi vigenti dello Stato, ma successivamente dichiarati incompatibili con il mercato unico.
La XIV Commissione,
esaminati gli A.C. 3256 e A.C. 3257 (entrambi approvati dal Senato) e la collegata Tabella 2, limitatamente alle parti di competenza;
atteso che parte integrante della manovra finanziaria è costituita dal decreto legge n. 159 del 2007 sul quale la XIV commissione, nella seduta del 13 novembre 2007, ha già espresso parere favorevole seppure con il parere fortemente contrario da parte dei gruppi di Lega Nord, Forza Italia e Alleanza Nazionale;
rilevato che, a differenza delle manovre adottate negli ultimi anni, la manovra
rilevato che, a differenza delle manovre adottate negli ultimi anni, la manovra finanziaria 2008 aumenta il carico fiscale a danno dei contribuenti attraverso artifizi contabili che scaricano sugli enti locali l'onere di aumentare le imposte per poter sostenere i propri servizi al cittadino;
rilevato, con riferimento alla legge di bilancio 2008, che la voce relativa alle risorse proprie della comunità dispone un finanziamento pari a 15.800 milioni di euro e che il fondo di rotazione per il triennio 2008-2010 ha un trend decrescente;
atteso come nell'ambito del disegno di legge finanziaria per il 2008 si rinvengono numerose norme che assumono rilievo prevalente in ordine a profili di carattere comunitario, a riprova dell'amplissima incidenza che il quadro normativo comunitario assume ormai nelle scelte del legislatore nazionale;
rilevato che la Presidenza della Commissione XIV ha ritenuto di non rendere ammissibili proprio gli emendamenti relativi alla prevalenza comunitaria di norme di notevole rilevanza economica e finanziaria;
ribadita la necessità di attribuire alla Commissione XIV un ruolo attivo nell'esame dei provvedimenti dove si registra una prevalenza delle norme comunitarie e quindi la competenza della XIV Commissione;
ritenuto indispensabile proprio in virtù di tale prerogativa che la Commissione XIV esprima un orientamento contrario,
delibera di
sull'intera manovra e di proporre l'introduzione, a parziale rimedio delle premesse dei punti di seguito enunciati:
adozione di una normativa urgente al fine di evitare frodi nell'applicazione del comma 6 dell'articolo 5-bis del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, e più specificamente, attraverso la riduzione del campo di applicazione della citata norma ai soli soggetti titolari di partita IVA effettivamente operanti da almeno un anno e con regolari versamenti IVA effettuati nei dodici mesi antecedenti la richiesta di utilizzo dei depositi IVA;
adozione di una normativa urgente relativamente agli scambi commerciali intracomunitari al fine dell'abolizione dell'esenzione dell'imposta sul valore aggiunto e conseguente compensazione qualora l'aliquota sia differente tra i soggetti economici operanti negli stati membri della UE;
sospensione immediata dei giudizi pendenti, delle procedure di riscossione e recupero nonché delle esecuzioni forzose ai fini del pagamento delle sanzioni imposte agli imprenditori agricoli a seguito dell'applicazione del Regolamento (CE) n. 1392 del 2001 della Commissione del 9 luglio 2001. Ciò al fine di attivare, attraverso specifico decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, una commissione di tre membri esperti la quale, entro il 31 luglio 2010 definisca le opportune modalità di pagamento delle predette sanzioni nel rispetto delle disposizioni comunitarie.
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