Seduta del 28/6/2006


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DONATO BRUNO

La seduta comincia alle 14,20.

Audizione del presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero, Claudio Fancelli, e dei componenti dell'Ufficio.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero, dottor Claudio Fancelli, e dei componenti dell'Ufficio. Oltre al dottor Fancelli sono presenti la dottoressa Mariella Roberti e il dottor Andrea Scaldaferri, consiglieri della corte d'appello di Roma, componenti effettivi dell'Ufficio, il dottor Raffaele De Luca Comandini, consigliere della corte d'appello di Roma, componente supplente dell'Ufficio, e il dottor Marco Colzi, cancelliere segretario dell'Ufficio. I dottori Pietro De Crescenzo e Renato Preziosi, componenti supplenti dell'Ufficio, hanno comunicato via fax la loro impossibilità ad intervenire all'audizione odierna per pregressi impegni di natura personale.
Nel ringraziare il presidente Fancelli e gli altri rappresentanti dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero per aver accolto il nostro invito, prima di dare corso all'audizione, do lettura della lettera del Presidente della Camera del 20 giugno 2006:
«Signor presidente,
rispondo alla sua lettera, in data 15 giugno 2006, con la quale chiede di autorizzare lo svolgimento, da parte della Giunta delle elezioni, delle audizioni del presidente dell'Ufficio elettorale centrale nazionale, dottor Giovanni Paolini e del presidente, dottor Claudio Fancelli, e dei componenti dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero.
Ritengo che tali audizioni possano aver luogo, in quanto rientranti tra le procedure informative previste dall'articolo 7 del regolamento della Giunta delle elezioni e che delle stesse possa essere assicurata, come avvenuto in analoghe precedenti occasioni, la pubblicità anche mediante la pubblicazione di resoconti stenografici.
Per quanto riguarda lo svolgimento delle audizioni, richiamo i seguenti criteri già enunciati dai Presidenti della Camera con lettere del 2 ottobre 1996 e del 5 luglio 2001, nel corso della XIII e XIV legislatura:
a) le audizioni dovranno mantenere un carattere preliminare, strumentale e distinto rispetto alla complessiva attività di verifica dei poteri svolti dalla Giunta, senza riferimento a singoli procedimenti;
b) le persone invitate dalla Giunta saranno ascoltate soltanto sulle questioni di diritto, così da non precostituire convincimenti sul merito di singoli casi o procedimenti, in relazione ai quali non dovranno ammettersi contestazioni o imputazioni di responsabilità;
c) non dovranno essere in alcun modo formalizzate conclusioni, avendo la procedura il solo scopo di consentire ai membri della Giunta l'acquisizione di elementi interpretativi, la cui valutazione resterà affidata al libero convincimento di ognuno di loro.
Con i migliori saluti.
Firmato: Fausto Bertinotti».

Chiedo scusa a nome di qualche collega che si allontanerà perché oggi questa audizione


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coincide con le audizioni di vari ministri, tra cui quella del ministro Mastella in Commissione giustizia.
Nel ringraziarlo ancora per la sua presenza, invito il dottor Fancelli a svolgere la sua relazione sui temi oggetto dell'audizione.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Vi ringrazio per la fiducia che ci avete accordato nel convocarci per questa audizione. Per quel che possiamo essere utili, esporrò qualche riflessione in merito alle votazioni, così come si sono svolte, e ai compiti propri dell'Ufficio centrale circoscrizionale.
L'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero fa parte di una complessa organizzazione che si è sviluppata a seguito dell'introduzione del voto agli italiani residenti all'estero, che prevede una prima fase di organizzazione del trasferimento delle missive contenenti tutto il materiale elettorale dai consolati ai singoli elettori. In sostanza, dai consolati parte un plico contenente le spiegazioni su come si vota, una busta pre-affrancata indirizzata al consolato, il certificato elettorale - che, probabilmente, già hanno -, le schede da votare ed una busta più piccola dove inserire le schede una volta che sono state votate. Questa busta deve essere sigillata, inserita in quella più grande, assieme al tagliando del certificato elettorale, e rispedita al consolato.
Il consolato, entro le 16 del giorno precedente alle elezioni, raccoglie tutto il materiale pervenuto e lo trasmette, tramite valigia diplomatica, accompagnata da un corriere diplomatico, quindi con tutti i sigilli necessari, con voli ordinari, tranne in un caso (che poi dirò), all'aeroporto di Fiumicino. La legge prevede anche l'aeroporto di Ciampino, ma siamo riusciti ad eliminare tale previsione perché creava delle complicazioni, visto che gli stessi voli potevano atterrare anche all'aeroporto di Fiumicino.
All'aeroporto di Fiumicino, allorché arriva l'aereo, tutto il materiale viene accolto dalla polizia aeroportuale e il carico viene accompagnato - assieme all'accompagnatore - presso un centro che sta nella zona cargo dell'Alitalia, dove questi plichi vengono prima sottoposti all'esame della dogana, poi passano all'esame del Ministero degli affari esteri e poi vengono presi in carico dal personale della Corte d'appello di Roma. Il personale della Corte d'appello di Roma acquisisce una lettera di accompagnamento di questo carico e consegna una ricevuta di discarico. Tutto il materiale viene accompagnato, naturalmente con ogni possibile misura di sicurezza, con autocarri furgonati al Centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto.
Il Centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto, che qualcuno ha battezzato «la città elettorale» - come esiste la città giudiziaria, la città universitaria, così esiste la città elettorale - è composto da una serie di lunghi e bassi edifici dove è stato trovato lo spazio per inserire e collocare ben 765 seggi per lo scrutinio di queste buste. Perché 765 seggi? Perché venti giorni prima il Ministero dell'interno trasmette alla Corte d'appello di Roma gli elenchi degli elettori, elenchi che sono formati tramite l'AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all'estero).
L'AIRE è formata dal Ministero degli affari esteri, attraverso le registrazioni presso i loro consolati, insieme col Ministero dell'interno, attraverso le registrazioni presso i comuni: trovano un'intesa su coloro che devono essere considerati elettori esteri e poi gli elenchi vengono trasmessi a noi.
Mi pare che l'ultimo degli elenchi contenesse circa 3 milioni di nominativi. Poi si sono ridotti, per via delle opzioni: ad esempio, il cittadino italiano residente all'estero può optare di votare in Italia; in questo caso viene cancellato dagli elenchi. Alla fine, dunque, siamo pervenuti ad una cifra di 2,6-2,7 milioni.
Sono state tenute presenti le precedenti esperienze: questa è stata la prima esperienza in termini di elezioni politiche, ma abbiamo avuto già altre due esperienze nel 2003 e nel 2005, in occasione dei referendum.


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Il primo impatto, nel 2003, è stato allucinante, in quanto si è trattato della prima esperienza in assoluto: vi fu una serie di contatti con le varie istituzioni che dovevano garantirci i locali, la sicurezza, i trasporti, il materiale; inoltre, presso l'ex Ministero per gli italiani nel mondo abbiamo tenuto più di quindici riunioni, tutte di notevole durata.
Abbiamo fatto questa prima esperienza che, tutto sommato, è stata positiva malgrado le enormi difficoltà incontrate non solo da parte dell'Ufficio centrale ma anche da parte del Ministero degli affari esteri, dato che i consolati non erano abituati a trattare la materia elettorale, tranne, forse, i consolati dell'Europa in ragione delle elezioni dell'Unione europea. Per quanto riguarda i consolati nel resto del mondo, la situazione era diversa; teniamo conto che vi sono dei consolati in località sperdute che hanno un numero esiguo di elettori. Per tali soggetti si poneva anche il problema di dover stampare, ricorrendo a maestranze locali, tutto il materiale elettorale in base agli schemi trasmessi dal Ministero dell'interno; inoltre, ci si doveva servire dei servizi postali locali, con tutte le conseguenze che si possono verificare quando ci si trova in Stati del terzo mondo o a situazioni del genere. Per questo si sono trovati - non per voler difendere il Ministero degli affari esteri, che si saprà difendere da solo - di fronte a casi di sottrazione di pacchi di schede.
Con riferimento a quest'ultima circostanza (lo voglio ricordare in quanto sto seguendo attualmente il referendum costituzionale), ci è stata segnalata dal Ministero degli affari esteri la sottrazione - si tratta proprio di un furto - di un pacco a Cordoba, in Argentina. Il console ha fatto presente che il pacco era stato sostituito da altre schede con scritto «Duplicato» sopra al tagliando elettorale (al certificato elettorale), in modo che il presidente del seggio scrutinasse positivamente solo le schede che erano accompagnate dal certificato con su scritto «Duplicato» e non le altre, escludendo quindi le altre, nell'eventualità che queste schede fossero capitate in mani - diciamo così - nemiche.
Dopo la trasmissione di questi elenchi, il presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale deve predisporre, in astratto; la legge recita: «ogni 5 mila elettori»; questa indicazione è stata ritenuta non solo da me ma dallo stesso Ministero dell'interno, che l'ha formalizzata nelle sue circolari e istruzioni, un numero solo tendenziale: non si poteva sapere, in fin dei conti, il numero preciso. Evidentemente, il legislatore si aspettava che ci sarebbe stata un'affluenza minore e, quindi, 5 mila elettori potevano portare, più o meno, al migliaio di votanti che, in genere, è il carico dei seggi nazionali. I seggi nazionali non superano mai i settecento, gli ottocento, i mille votanti. Pertanto, si è detto che questo è un numero che il legislatore ha voluto indicare solamente come tendenziale e che, quindi, è tutto rimandato al prudente apprezzamento del presidente dell'Ufficio per la determinazione dei seggi.
Con il primo referendum, pensando ad una scarsa affluenza, iniziai con 4 mila 500, e ci trovammo con dei carichi notevoli, perché il 21-22 per cento di affluenza che si ebbe per quel referendum fu un carico notevole. Insomma, referendum dopo referendum, tenuto conto del sicuro aumento di affluenza alle urne per le politiche - che, anzi, è stato, forse, inferiore al previsto, dato che si è avuto un 42 per cento mentre ci aspettavamo qualcosa di più -, abbiamo più o meno orientato la suddivisione intorno a 3.000-3.300 elettori per ogni sezione.
Nonostante ciò, alcune sezioni hanno avuto un numero di votanti - o meglio, dovremmo dire in termini di attribuzioni di buste - pari a mille e 800 o 2 mila; e, laddove vi erano dei militari di stanza all'estero (ad esempio a Kabul o in Iraq), vi sono stati 3 mila, 3 mila e 500 votanti, con un notevole carico e un gravoso onere per i componenti dell'ufficio. D'altra parte, noi dovevamo fare i calcoli sulla base dei numeri che ci erano stati forniti dal Ministero, che risultavano molto bassi.


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Fatta questa suddivisione, che viene poi comunicata al Ministero dell'interno, e così via, dopo la ricezione dei plichi, questi vengono trasportati da Fiumicino a Castelnuovo di Porto. Qui vengono suddivisi in base allo schema - che abbiamo - delle sezioni già formate in astratto, con l'avvertenza, poiché i votanti non sono pari agli iscritti nelle liste elettorali, di «spalmare» con una certa ponderatezza la massa delle buste sui vari seggi di un consolato, che poteva essere suddiviso tra più seggi; pensate, ad esempio, che per Buenos Aires i seggi sono stati 34.
A differenza della prima volta, in questo caso siamo stati agevolati, perché, d'accordo con il Ministero degli affari esteri - è stata una mossa che ci ha giovato moltissimo -, sono stati comunicati preventivamente i votanti. Noi, servendoci dei nostri servizi Istat e quant'altro, abbiamo potuto suddividere le schede tra i vari consolati, e questa procedura è andata a compimento con una certa facilità, ovvero non abbiamo avuto dei problemi sotto questo profilo.
I problemi, purtroppo, si sono avuti dopo, nel momento in cui abbiamo raccolto i verbali compilati dai singoli seggi. Bisogna tener presente che noi non possiamo entrare nel singolo seggio. Il presidente del seggio è il dominus del suo seggio. Quel che fa è nel suo potere e nella sua discrezionalità; né può essere il presidente dell'Ufficio centrale a dirgli come, dove, e che cosa fare. Certo, se il presidente del seggio viene a chiedere un chiarimento o un consiglio, glielo si dà volentieri, soprattutto quando ci si rende conto che probabilmente sta sbagliando, ma sempre con la premessa che il presidente del seggio è libero di fare quel che vuole; deve solo attenersi alla legge e alle istruzioni ministeriali, che devono essere per lui il Vangelo, e non deve sentire altro.
Accade che vi siano vari personaggi - ad esempio, dipendenti comunali, della corte o altri - i quali non sono attrezzati per poter dare consigli. Poiché costoro si ritrovano con una targhetta con su scritto «Corte d'appello di Roma», oppure «comune di Roma», oppure «personale autorizzato» - in quanto esiste del personale autorizzato che deve contattare i seggi per le varie commissioni -, accade che vengano loro chiesti dei consigli. E questi signori, invece di rispondere che occorre consultare il regolamento, si lasciano andare a consigli che, a volte, possono essere sbagliati. Il presidente dovrebbe essere consapevole delle sue capacità e, se non lo è, dovrebbe orientarsi, tramite le istruzioni che sono molto dettagliate. Lo stesso dicasi per il verbale: basta seguire il verbale dettagliatamente e, nel 90 per cento dei casi, nonostante alcune difficoltà interpretative, la strada è spianata. Purtroppo, il materiale umano che ci viene fornito è di un livello culturale molto, molto basso e noi non ci possiamo fare assolutamente niente; di conseguenza, si sono verificate le incongruenze che abbiamo descritto nel verbale.
Qual è la funzione dell'Ufficio centrale? Questo Ufficio, oltre ad avere una funzione organizzativa e preliminare, ha una funzione esclusivamente certificativa: raccoglie i dati desumibili dai verbali, li trascrive e tira le somme (mi riferisco al quoziente elettorale), con l'ausilio degli esperti Istat (al riguardo, voglio ricordare che disponevamo di tre esperti Istat).
Fatto sta che alla fine della consultazione noi abbiamo dovuto assumere questo provvedimento. In astratto, avremmo dovuto prendere i verbali e trascrivere esclusivamente quanto in essi vi era riportato. Tuttavia, dev'essere trascritto quello che è coerente, non quello che è incoerente (del tipo 2 più 2 uguale a 5) o quello che non è scritto. Ci siamo trovati di fronte a fogli in bianco, a verbali totalmente o parzialmente in bianco.
A questo punto, la procedura delle ricerche è stata la seguente: mancava il verbale? Verificavamo se i presidenti avessero inserito entrambi i verbali - il nostro e quello del comune - nel fascicolo trasmesso al comune. Quindi, si telefonava al comune e, se c'era il verbale, ce lo facevamo mandare. Se dal comune ci veniva risposto che vi era un solo verbale, chiedevamo la cortesia di farci fare una fotocopia del verbale e di mandarcela. Se ci


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veniva risposto che nemmeno il comune aveva i verbali, allora c'era un altro gradino da superare.
Preciso che, quando parlo del comune, mi riferisco al comune di Roma, che è delegato per legge; Castelnuovo di Porto non c'entra nulla. Il comune di Roma è l'unico che poteva garantire un'organizzazione all'altezza.
Nell'eventualità che il verbale non si trovasse nemmeno presso il comune di Roma, allora si ricorreva alla prefettura, a cui viene trasmesso un estratto. Se non si trovava neanche l'estratto si ricorreva, su disposizione dell'Ufficio - che si è assunto tutte le responsabilità del caso - alle tabelle di scrutinio. Da queste ultime spesso siamo potuti risalire ai dati elettorali che ci servivano.
Ho qui con me la scaletta: «1. Di volta in volta richiedere al comune di Roma copia del verbale in suo possesso. 2. Richiedere, in caso di esito negativo del precedente riscontro, alla prefettura di Roma copia dell'estratto del verbale in suo possesso (Camera, Senato, eccetera). 3. Consultare, risultando negativa anche la verifica sull'estratto, le tabelle di scrutinio seggi come da allegato prospetto». Il prospetto allegato - non so se lo abbia anche il nostro cancelliere segretario - si riferisce a numerosi seggi, e ci ha portato alla consultazione delle tabelle di scrutinio. Leggo ancora, dalla scaletta: «Elenco delle sezioni dei consolati per i quali si è reso necessario recuperare i dati dalle tabelle di scrutinio». Sono ben cinque pagine. Questo documento è allegato al verbale che abbiamo depositato. È tutto acquisito, è tutto agli atti. «Nel caso in cui i dati relativi ai voti di lista e di preferenza non siano stati reperiti con una delle operazioni sopra descritte l'Ufficio, previa convocazione e audizione, ove possibile, dei presidenti di seggio (...)» in sostanza, quando abbiamo trovato i verbali in bianco e non abbiamo potuto recuperare i dati nemmeno dalle tabelle di scrutinio - questa è l'ultima ratio - abbiamo deciso di sentire il presidente del seggio, perché ci venisse a spiegare che cosa aveva combinato, dato che i verbali dovevano pur avere un contenuto.
Chiamati questi presidenti di seggio abbiamo assistito ad una specie di scaricabarile. Ci veniva detto: «I verbali dovevano essere compilati dal segretario», oppure: «Io lo scrutinio l'ho fatto, sono sicuro», eccetera. Abbiamo chiesto loro se disponessero di una minuta, dove avevano scritto questi dati, proprio per evitare di mettere le mani sulle schede, essendo questa l'extrema ratio. Ma non c'erano minute, non c'erano promemoria, non c'era niente. A quel punto, abbiamo ritenuto di essere autorizzati ai sensi degli articoli 73 e 76 del Testo unico del 1957, recante norme per le elezioni della Camera dei deputati, che prevede, nel caso in cui alle 14 del giorno successivo il seggio non abbia completato lo scrutinio, che questo debba cedere la mano all'Ufficio centrale circoscrizionale.
Con un'interpretazione che consideriamo corretta, abbiamo ritenuto che non si potesse lasciare un seggio senza risultato, che non si potesse lasciare una lista senza risultati e che quindi si trattasse, con un'interpretazione estensiva, di casi in cui il seggio non aveva completato le operazioni di scrutinio. Non c'era bisogno di arrivare alle 14 del giorno successivo, con quella procedura minutamente descritta; bastava che non fossero state completate le operazioni di scrutinio, per cui ci sentivamo autorizzati ad intervenire. E in questi casi abbiamo - sapeste con quanta gioia - rifatto lo scrutinio di quelle sezioni (ben 9 seggi) e ci siamo messi a scrutinare, partito per partito, preferenza per preferenza, come da verbale. Si è trattato di 9 seggi su un totale di 765.
Poi, si è verificato un altro caso. Mi ricollego a quando dicevo che non si possono dare dati incoerenti, che non abbiano un minimo di logica. Noi venivamo da un precedente, relativo al primo referendum. I referendum, a differenza delle elezioni politiche, che si esauriscono con la proclamazione degli eletti nell'ambito dell'Ufficio centrale Estero, hanno scala nazionale. I nostri dati, quindi, si


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sommano ai dati di tutte le altre circoscrizioni e vengono trasfusi in un conteggio che viene svolto dall'Ufficio centrale presso la Cassazione.
Ebbene, nella prima esperienza, prendendo alla lettera la previsione legislativa secondo cui non si possono toccare i dati risultanti dai verbali, abbiamo inviato i dati così come risultavano, appunto, dai verbali. Erano dati assurdi: addirittura, vi era un numero maggiore di votanti rispetto agli elettori (ad esempio: elettori 100, votanti 200). La Cassazione ci ha fatto notare queste incongruità, invitandoci alle verifiche e a fare le famose quadrature.
La circostanza si è verificata in occasione della valutazione dei dati di lista in rapporto ai dati di preferenza. Premetto che il voto all'estero prevedeva la possibilità di esprimere una preferenza o due preferenze, a seconda della ripartizione; anche questa possibilità ha reso molto più gravoso il lavoro dei seggi, tanto che non possiamo dar loro tutta la colpa: i seggi, in alcuni casi, hanno chiuso addirittura alle 10,30 del giorno dopo e immaginate con quale lucidità hanno potuto lavorare! Non dimentichiamo che per la maggior parte si tratta di ragazzi, non di gente particolarmente acculturata o esperta in materia di diritto. Si tratta di ragazzi ai quali, ovviamente, fanno gola quei 150 euro, per cui fanno domanda per svolgere questo compito. Tra l'altro, abbiamo dovuto rincorrere i presidenti di seggio perché le rinunce sono state numerosissime. Dunque, bisogna accontentarsi di quello che si trova sulla piazza, perché non si può iniziare un'elezione senza che vi sia un seggio costituito. Devo ricordare che cosa succede se il seggio non viene costituito per tempo. Il presidente del seggio è nominato dal presidente della Corte d'appello fino all'ultimo giorno, al penultimo giorno, ma alla fine se non si presenta viene sostituito dal sindaco che, a sua volta, in genere, si fa sostituire da un vigile urbano; in genere, in questi casi, i vigili urbani vengono comandati a fare i presidenti di seggio.
Ritornando ai nostri dati, ovvero ai dati di lista e ai dati di preferenza - tenete sempre ben presente la possibilità di dare una o due preferenze -, ci siamo trovati, per esempio, di fronte a risultati di questo tipo: 50 voti di lista e 300 voti di preferenza. Come può essere? Un risultato del genere è impossibile! Infatti, se ogni preferenza vale un voto e dove si può esprimere una sola preferenza questa vale anche come voto di lista, allora vuol dire che c'è qualcosa che non va. Dunque, abbiamo convocato uno dei presidenti, il quale non si è presentato. Ricordo che queste elezioni si sono svolte in prossimità di una festività, e anche per questo è stato difficile rintracciare i presidenti. Abbiamo trovato, invece, il segretario. Non ci capacitavamo di come potesse esserci il divario che ho illustrato. Il segretario ci ha detto, tranquillamente: «Sapete che cosa ha fatto il presidente? Ha preso tutte le schede che contenevano il voto di lista e le ha messe da una parte; ha preso tutte le schede che contenevano i voti di preferenza e le ha messe da un'altra parte. Poi ha contato i voti di lista e ha scritto il numero corrispettivo (in ipotesi: 50). Successivamente ha contato le preferenze per ogni partito ed ha riportato le preferenze», dimenticandosi che la preferenza era associata al voto di lista. È difficile da capire un meccanismo del genere, perché ci vuole una mente contorta per arrivare ad una illogicità del genere. In buona sostanza, il presidente ha calcolato soltanto i voti di preferenza - laddove erano state espresse le preferenze - senza calcolare i voti di lista.
Ciò è accaduto in 19 seggi. E per quei seggi abbiamo fatto il seguente ragionamento. Non potevamo riprendere le schede in mano, perché i casi non rientravano nella fattispecie di spoglio non completato o parzialmente effettuato. I dati c'erano, ma dovevano essere coerenti. Quindi, si rendeva necessario fare la cosiddetta quadratura, cercare di salvare il minimo possibile. Cosa abbiamo studiato? Come è scritto nella relazione, «Si è proceduto a rettificare il voto di lista in modo da ottenere un risultato minimo accettabile. Esempio: voti di lista 5 e voti complessivi di preferenza per quella lista


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20: se relativi a ripartizioni che consentivano una sola preferenza si è rettificato l'errore sostituendo il voto di lista 5 con il numero delle preferenze (20)». Questo era inevitabile, perché non potevano essere 20 i voti di lista, se 20 erano le preferenze per quella lista! Non so se mi sono spiegato.

PRESIDENTE. È chiarissimo. Non va bene, ma è chiarissimo.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Ma i voti di lista potevano essere anche senza preferenze!

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Esatto.

PRESIDENTE. Esatto. Ma come si può calcolare l'errore minimo, visto che vi è una squadratura?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Noi dobbiamo calcolare l'errore minimo, cioè il minimo sicuro: i voti di lista non potevano essere inferiori ai voti di preferenza per quella lista. Di più sì, di meno no.
Nel caso della doppia preferenza, abbiamo calcolato la metà. Nella relazione, infatti, dico: «Se la relativa ripartizione consentiva due preferenze si è rettificato l'errore sostituendo il voto di lista con la metà dei voti di preferenza di quella lista». Faccio un esempio: se il voto di lista riportava 5 e i voti di preferenza per quella lista erano 20, siccome si potevano esprimere due voti di preferenza, abbiamo ritenuto di calcolare un minimo di 10 voti di lista, perché almeno 10 voti di lista erano sicuri. Quindi, quel 5 indicato nei voti di lista della tabella è stato portato a 10.
Insomma, abbiamo fatto una rettifica che non poteva non essere fatta, sia dati i precedenti, perché la Cassazione aveva disposto che non le fossero trasmessi elenchi di voti e dati incoerenti ma di trovare in qualche maniera la coerenza dei dati, sia in relazione al fatto - e ce ne assumiamo la responsabilità - che non potevamo fare lo spoglio. Questo è il punto. Noi avremmo rifatto volentieri lo spoglio di tutte le schede, ma non lo potevamo fare perché la legge ce lo vieta. La legge dice che si può effettuare il nuovo spoglio solo quando c'è un'omissione di scrutinio. In questo caso i dati li avevamo, anche se erano incoerenti. Ci siamo trovati di fronte a somme che davano un risultato che non era quello giusto. Ma gli errori non sono stati solo questi.
Dovete sapere che, in queste elezioni all'estero, esiste un'attività preliminare e un'attività di spoglio e di scrutinio. L'attività preliminare è diversa per il seggio nazionale e per il seggio per le elezioni estere. Alla fine delle votazioni, il seggio nazionale si ritrova con l'urna piena di schede che corrispondono sempre ai tagliandi e non vi sono problemi. Il seggio estero si ritrova, invece, con delle buste, che possono essere vuote, possono contenere le cose più assurde o possono non contenere delle cose. Faccio notare che in quella fase si sono verificate parecchie situazioni cosiddette «di annullamento». Cosa deve fare il presidente del seggio, nella prima fase? Apre la busta grande, che dovrebbe contenere una busta piccola, sigillata, senza segni di riconoscimento, e un tagliando del certificato elettorale; poi, prende il tagliando del certificato elettorale, lo legge. Lo scrutatore ha i libri con l'elenco degli elettori e controlla se quel numero - perché c'è solo un numero - rientra nell'elenco degli elettori; lo trova, lo spunta ed appone una sigla. Il presidente, allora, prende la busta piccola e la inserisce nell'urna del consolato (dato che non vi è l'urna per la Camera e l'urna per il Senato, come nei seggi nazionali. Vi sono le urne a seconda dei consolati (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, ma chi intende intervenire, al fine di dare un senso alla domanda e alla risposta che riceverà, deve parlare nel microfono, altrimenti il suo intervento non verrà registrato


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e si avrà una risposta senza che si capisca a quale argomento si riferisce.
Prego, presidente Fancelli.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. C'è un dato assolutamente interessante ai fini dell'annullamento e della nullità delle schede. In questa fase (ciò non può succedere nei seggi nazionali), si possono verificare molteplici situazioni di annullamento. Ne cito qualcuna: non si trova la busta piccola; non si trova il certificato elettorale; il certificato elettorale non ha corrispondenza nell'elenco degli elettori; la busta è aperta. Se la busta è aperta, il voto viene annullato. Oppure, il certificato elettorale viene trovato nella busta piccola: a quel punto, il voto è annullato. Perché? Il legislatore non vuole che il certificato si trovi nella busta piccola, altrimenti vi potrebbe essere l'identificazione dell'elettore.

PRESIDENTE. Il legislatore vuole la segretezza.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. I presidenti di seggio, seguendo le istruzioni, avrebbero dovuto - parecchi lo hanno fatto - seguire questa procedura.
Poi, ci siamo trovati di fronte a situazioni che non concernevano nemmeno gli elettori bensì erano derivanti - mi dispiace dirlo - dai consolati. Ad esempio, sono pervenuti dei certificati che non hanno consentito l'identificazione dell'elettore, in quanto contenevano dati incoerenti; oppure, consentivano l'identificazione dell'elettore con un numero e poi si ritrovava ancora lo stesso numero in un'altra busta. In alcuni casi vi erano certificati con il numero finale uguale, e ricordo che è il numero finale che conta. Naturalmente, sono stati annullati dai presidenti di seggio.
I presidenti si sono anche trovati di fronte a persone - ad esempio, dei coniugi - che hanno ritenuto che fosse inutile sprecare due buste; pertanto, hanno usato solo una busta, nella quale hanno inserito i voti di entrambi. La legge stabilisce che se vi è più di un certificato elettorale, il voto va annullato. Non so se abbiano fatto così.
Inoltre, ho sentito dire da certi presidenti di seggio che la busta era scollata, oppure che non era chiusa. Sono responsabilità che si è assunto il presidente di seggio il quale, in questi casi, in coerenza con le istruzioni, avrebbe dovuto procedere all'annullamento.
A seguito di tali situazioni abbiamo avuto numerosi annullamenti e grosse difficoltà per i presidenti di seggio nel procedere ai calcoli tra votanti, voti scrutinati, schede nulle, schede annullate, voti annullati. Rendiamoci conto che abbiamo a che fare con gente non acculturata, almeno dal punto di vista giuridico, che non percepisce tutte le distinzioni tra annullamento e nullità.
Si è verificato che circa il 7 per cento del totale delle schede dei votanti ha subito l'annullamento nella fase precedente allo scrutinio, nelle fase preliminare. Ci sono stati dei seggi che hanno dovuto annullare tutto, perché hanno verificato che le buste erano aperte o che i certificati elettorali erano scombinati. Però, così dispone la legge e questa è la situazione.
Si aggiunga che quando si è trattato di fare i conteggi delle schede nulle, annullate, pre-annullate parecchi presidenti hanno verificato che mancavano i certificati elettorali; in questo caso si sarebbe dovuta annullare la busta con la scheda; il presidente avrebbe dovuto aprire la busta, senza aprire la scheda, vedere se le schede fossero per l'elezione della Camera o del Senato, segnare «Camera» o «Senato», apporre timbro e firma, richiudere e procedere oltre, senza guardare il voto contenuto all'interno. Le buste dovevano essere poste in altre buste indicate secondo le istruzioni. Anche questa disposizione complica molto la procedura: la busta A va nella busta B, la busta B va nella busta C, eccetera.
A questo punto si è verificato - forse anche perché le disposizioni contenute nel paragrafo 5 non sono molto chiare al riguardo -, che sia per la Camera sia per il Senato è stato calcolato il totale, chiamiamoli


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così, dei pre-annullamenti. Di conseguenza, facendo il calcolo delle schede scrutinate e delle schede pre-annullate, risultava un numero superiore al numero delle buste, in quanto i conteggi erano stati fatti sia per la Camera sia per il Senato, distintamente. Si sono avuti, quindi, vari errori nei conteggi. Ancora, invece di inserire i voti seguendo la successione prevista nel manifesto elettorale, quindi inserendo i voti di un determinato partito in una determinata casella, li hanno inseriti in una casella che era rimasta vuota, in quanto corrispondente ad un partito che aveva preso zero voti.
Mi spiego. Il manifesto elettorale prevede che i partiti siano elencati secondo un sorteggio fatto in precedenza (partito numero uno, partito numero due, e così via). Invece di trascrivere i voti nella casella corrispondente al partito, se, per esempio, il partito numero tre non aveva raccolto alcun voto, in quella casella venivano registrati i voti del partito immediatamente successivo. A un certo punto, per fare un esempio, ci siamo trovati di fronte ad un partito che aveva uno sbalzo da zero a 300 voti. Come mai? Siamo andati a verificare le tabelle di scrutinio e in effetti i 300 voti spettavano al partito successivo, ovvero al partito numero quattro.
Ci sono stati tanti errori che sarebbe lungo elencare. Tuttavia, questi errori sono stati da noi eliminati, in maniera coerente: ce ne siamo accorti e li abbiamo corretti in base a ciò che risultava dalle carte. Se non ce ne fossimo accorti, sarebbero usciti dei risultati diversi. Crediamo di aver fatto tutto quanto era nei nostri poteri al fine di dare un risultato accettabile delle votazioni che si sono svolte presso la circoscrizione Estero.
Sono a vostra disposizione per rispondere alle eventuali domande.

PRESIDENTE. Grazie, presidente, sia per il lavoro che ha svolto a suo tempo sia per la sua relazione.
Hanno chiesto di intervenire i colleghi Turco, Farina, Fontana, Nannicini e Gamba. Prima di dar loro la parola vorrei brevemente porre una domanda al presidente o ai componenti che ritengano di poter rispondere. A noi risulta che ci sono state delle anomalie pari al 34,3 per cento, riscontrate nei verbali sezionali. Lei ha la possibilità di confermare questa «squadratura», chiamiamola così, per intenderci?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Io ho già detto quali sono state le «squadrature» che abbiamo «riquadrato» e in che termini lo abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Su mille voti qual era la percentuale che voi avete visto che era «squadrata»?

ANDREA SCALDAFERRI, Componente effettivo dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Il presidente Fancelli ha parlato delle cose che noi abbiamo visto ed emendato. Quando lei parla di 34,3 per cento si riferisce al margine di errore residuato o a ciò che noi abbiamo corretto?

PRESIDENTE. A ciò che avete riscontrato e corretto.

MARIELLA ROBERTI, Componente effettivo dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Dove abbiamo riscontrato le anomalie di cui vi ha parlato il presidente, abbiamo indicato i seggi cui si riferivano; quindi, i seggi nei quali abbiamo verificato le anomalie sono quelli elencati nel verbale. Non credo che se ne possa desumere una percentuale del 34 per cento. Mi sembra molto elevata.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. In un caso si tratta dell'1,2 per cento e nell'altro del 2,7 per cento.

GREGORIO FONTANA. Sono due cose diverse.


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PRESIDENTE. Ai nostri Uffici risulta che questo è il dato della «squadratura». È chiaro che è successivo, però lo abbiamo trovato.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Dovremmo capire in che cosa consista questa «squadratura».

PRESIDENTE. I verbali sezionali hanno dei dati incompleti o incongruenti pari al 34 per cento dei casi. Questo è. Questo lo abbiamo visto noi.

ANDREA SCALDAFERRI, Componente effettivo dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. È ciò che non siamo riusciti ad emendare.

PRESIDENTE. Esatto. Vi risulta?

ANDREA SCALDAFERRI, Componente effettivo dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. È difficile che noi possiamo rispondere ad un dato del genere.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Dati i risultati su tutte le sezioni abbiamo fatto la «quadratura» di tutto, naturalmente ricorrendo...

PRESIDENTE. ...al criterio della coerenza.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. ...al criterio della coerenza.

MARIELLA ROBERTI, Componente effettivo dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Nell'ambito dei poteri a noi attribuiti.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Che a noi sono attribuiti, non a capriccio.

PRESIDENTE. In diversi casi gli elettori all'estero hanno espresso il voto non sulla scheda bensì su manifesti elettorali che indicavano le liste dei candidati. Vi risulta? Se vi risulta, questi voti sono stati annullati?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Non ci risulta affatto. Ma cosa significa?

PRESIDENTE. A noi risulta che molti hanno allegato il manifesto con la scheda.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Dentro la busta piccola? Questo è importante (Commenti). Vorrei precisare che nella busta grande abbiamo trovato di tutto e di più: assieme alla busta piccola, sigillata come si deve, vi erano passaporti, denaro, lettere, assegni. Nel caso del referendum abbiamo trovato 30 mila sterline in assegni.
Probabilmente ci saranno stati anche qualche fac-simile, qualche manifesto, ma non ha alcuna incidenza perché la busta piccola viene presa e viene messa nell'urna. Pertanto non esiste collegamento tra il manifesto elettorale e la busta, perché quella viene a confondersi. È così.

ANDREA SCALDAFERRI, Componente effettivo dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Addirittura questi fac-simile sostituivano le schede, quindi dovevano essere nella busta piccola. A noi questo non risulta.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Non ci risulta. A rigore dovrebbe essere stata annullata; però non dipende da noi.

PRESIDENTE. Una domanda del tutto informale. A voi risulta che vi sia un'indagine della procura di Roma?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Sì. Io sono stato sentito.


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PRESIDENTE. Io non voglio entrare nello specifico...

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Io sono stato sentito dalla DIGOS su delega della procura di Roma.

PRESIDENTE. Sono notizie che circolano...

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Non hanno voluto darmi neanche una copia delle dichiarazioni che ho reso.

PRESIDENTE. E non le vogliamo sapere.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. E infatti non ve le dico.

PRESIDENTE. Non le vogliamo proprio sapere (Si ride)! Ho posto questa domanda solo per sapere se lei fosse a conoscenza di tale circostanza.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Ripeto, sono stato sentito personalmente.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Do la parola al collega Nannicini.

ROLANDO NANNICINI. La ringrazio, presidente, per averci descritto tutto. La sua relazione non è burocratica, ma è quella di un presidente che ha visto le cose dall'interno. Tuttavia, la sua relazione, negli atti, deve trasformarsi in una sintesi.
Se ho compreso bene, si tratta di 765 seggi. Lei ha detto che è intervenuta una novità per cui grazie al Ministero degli affari esteri e ai consolati si sapevano anche quanti erano i votanti, al fine della relativa organizzazione. Questo sarebbe anche un correttivo da estendere, perché credo che gli italiani all'estero continueranno a votare. Potrebbe essere un suggerimento che viene dalle procedure da lei descritte.
Ha detto che il numero dei votanti è sceso da 3 milioni a 2 milioni e 600 mila, per scelta degli elettori, perché qualcuno ha preferito tornare nel suo paese per esprimere direttamente il voto.
Inoltre ha presentato un dato: ci sarebbero stati 9 seggi senza tabelle e scrutini, pari all'1,2 per cento del totale dei 765 seggi esteri. Questo per fare una sintesi, visto che siamo così affezionati a fare le domande sulle percentuali. Lei giustamente ci ha presentato tutto questo da uomo che ha vissuto direttamente la vicenda.
Poi ha fatto presente che sono stati 19 i seggi in cui sono state riscontrate «squadrature» tra preferenze e voti: più preferenze e meno voti di lista, il che non poteva essere anche sulla base di un calcolo matematico approssimativo. Mentalmente sono abituato a fare dei calcoli: 19 seggi equivalgono al 2,6-2,7 per cento del totale. Su questi seggi lei ha operato attuando una legge che dà a lei la facoltà di «riquadrare» e all'Ufficio centrale di togliere le «squadrature». Negli altri seggi lei è andato a sostituirsi, perché entro le 14 del giorno successivo le operazioni non erano ancora state completate. Dunque, i 9 seggi senza tabelle non esistono più, perché sono stati corretti dall'intervento dell'Ufficio centrale e le «squadrature» hanno trovato queste correzioni da uno a due. Faccio queste osservazioni - alla Camera il voto dell'estero non cambia niente - solo per giustizia, come sintesi della sua relazione.
Sulla base di tutti gli elementi che lei ci ha fornito, è questa la sintesi, al di là di come ce l'ha raccontata da uomo che ha vissuto direttamente la vicenda? Io non vorrei infatti che si sviluppasse quella cultura tutta italiana di creare dei sospetti quando le cifre per i sospetti non le trovo, perché lei ha detto che c'erano l'1,2 per cento di seggi senza tabelle e il 2,7 per cento di seggi da «riquadrare».
Questo è quanto ho compreso dalla sua relazione. Apprezzo inoltre il modo con


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cui lei l'ha presentata, da uomo onesto, corretto, che ha vissuto l'attuazione di una legge con tutte le difficoltà del caso.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. I 9 seggi senza tabelle sono seggi con tabelle o totalmente o parzialmente in bianco. L'errore quindi è più limitato. In questi seggi abbiamo ripreso in mano le schede per le parti mancanti, totalmente se tutto era in bianco, o parzialmente in relazione a quei partiti per i quali non era stato effettuato lo spoglio delle schede, mancava il dato dello spoglio delle schede.
I 19 seggi sono quelli in cui effettivamente abbiamo fatto la cosiddetta «squadratura». Le altre cose che ho detto rientrano in quella che è un'attività più che normale di una commissione elettorale. La nostra commissione e quelle interne del Senato e alla Camera hanno incontrato tutte le stesse situazioni. Non è che i nostri presidenti di seggio fossero meno abili o più abili di quelli dei seggi nazionali. Il materiale umano è sempre lo stesso. Semplicemente, le operazioni di voto erano più difficili: queste persone avevano un'esperienza di presidenti di seggi nazionali, ma si sono trovati di fronte alle buste e ad operazioni che presupponevano una cultura diversa. Questo l'ho detto, perché per ogni tornata elettorale ho predisposto una relazione, che ho con me. Queste relazioni, che ho fatto al mio presidente della Corte d'appello, sono state girate dallo stesso presidente, con una sua annotazione, a tutti i vertici: al Presidente del Consiglio, al primo presidente della Cassazione, al Ministero degli affari esteri, al Ministero dell'interno. Se volete, ve ne fornisco copia. Anche in questo caso stavo approntando una relazione - in parte già pronta - che mi ripromettevo, dopo questa audizione, di inviare al mio presidente della Corte d'appello, il quale la girerà come ha fatto con le precedenti.
Ebbene, in queste precedenti relazioni, dove ho fatto un resoconto molto dettagliato di tutte le cose che erano andate bene e di quelle che si dovevano riformare, mi sono concentrato particolarmente sulla mancanza di cultura dei presidenti di seggio. Ho fatto presente che per costoro doveva essere svolto un corso preparatorio, soprattutto per i seggi dell'estero, trattandosi di una situazione tutta particolare, che presupponeva un minimo di conoscenza estera rispetto ai seggi ordinari. Allo stesso modo ho fatto presente (in accordo con il presidente della Corte d'appello) che caricare la Corte d'appello di Roma - che ha strutture che, seppure grandi, sono sempre quelle di un ufficio periferico - di tutta questa attività di carattere elettorale costituiva un problema. Il presidente della Corte d'appello ha dovuto, contemporaneamente, nominare l'ufficio per il Senato interno (la regione Lazio), l'ufficio per la Camera dei deputati (Lazio 1) e il nostro ufficio per gli italiani all'estero. Pertanto sono stati distolti anche dieci magistrati per ogni ufficio per tutto questo periodo, nonché una moltitudine di funzionari di cancelleria. Nella mia sezione per tutto il periodo a svolgere l'intera attività vi è stato un solo cancelliere.
Mi sono permesso anche di inoltrare un suggerimento di riforma di questa legge. Mi è stato risposto che si tratta di una legge blindata, che non si può riformare nella maniera più assoluta. Ho fatto girare questo appunto di proposta di modifica della legge, che lascio anche a voi.

PRESIDENTE. Lo acquisiamo agli atti.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. In questa proposta avevo previsto che il lavoro relativo al voto degli italiani all'estero fosse suddiviso tra Roma e Milano, in modo da dividere il male in due. Milano ha un aeroporto meglio attrezzato di quello di Roma e, quindi, per esempio, si poteva assegnare l'Europa a Roma e il resto del mondo a Milano, così da fare le cose in maniera più accettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il collega Fontana.


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GREGORIO FONTANA. Dalla relazione che il presidente ha fatto emerge un quadro estremamente preoccupante di quanto è avvenuto in questa fase degli scrutini all'estero, sia per quanto riguarda la procedura che ha determinato tutte le operazioni di scrutinio sia per quanto poi è avvenuto nella parte che interessa particolarmente la Giunta, cioè quella dello scrutinio e della determinazione dei risultati finali.
Emerge un quadro che ci fa riflettere sulla necessità di operare opportune modifiche organizzative in questa fase, che ha costituito una prima occasione e che, come tutte le prime volte, presenta delle disfunzioni e delle situazioni che vanno meglio approfondite e curate.
Credo, però, che ciò che deve interessare e focalizzare l'audizione di oggi non sia tutto il corollario organizzativo, che è stato frutto del materiale che vi è stato trasmesso e che rappresentava il compito specifico del vostro ufficio, vale a dire determinare la cifra elettorale per dare, come previsto dalla legge, i risultati necessari per le proclamazioni. Focalizzerei la nostra attenzione non tanto sull'insieme organizzativo che, comunque, è stato importante conoscere per avere un quadro di quanto è successo, ma sul lavoro che l'ufficio centrale ha svolto alla luce di quanto gli è pervenuto.
Penso che noi dovremmo sottolineare - e avere qualche chiarimento da lei, se è possibile - quanto segue. Voi avete ricevuto dei verbali che, in una certa percentuale, erano correttamente compilati e, come tali, vi hanno permesso l'acquisizione dei dati per procedere ai calcoli di vostra competenza. In una serie di verbali mancavano dei dati fondamentali e per la loro acquisizione è stata necessaria la verifica sulle tabelle di scrutinio. Alcuni verbali - a questo proposito vorrei un chiarimento specifico - riportavano solo le cifre finali e non erano stati compilati in tutte le loro parti, dando così luogo alla necessità, da voi ravvisata, di procedere allo scrutinio di quei seggi.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. A volte non abbiamo proprio trovato i verbali.

GREGORIO FONTANA. Appunto. In altri casi avete enucleato un criterio innovativo, determinando un'attribuzione dei voti di lista tenendo conto dei parametri delle preferenze.
Questo è un punto che vorrei capire meglio: fino al 1994, ossia quando è stata cambiata la legge elettorale, ci sono stati casi in cui i verbali arrivavano agli uffici circoscrizionali mancanti, o incoerenti, di questi dati. Ebbene, in questi casi, i verbali non venivano presi in considerazione. Sono un po' sorpreso dall'enucleazione di questo criterio abbastanza presuntivo che non trova precedenti, storicamente, in alcuna procedura mai messa in atto, anche quando si votava con le preferenze.
La situazione dei seggi ha certamente una concentrazione di errori maggiore nel caso della circoscrizione estera, però i casi di seggi che non chiudono i verbali o che compilano i verbali in maniera sbagliata o insufficiente sono abbastanza frequenti, e il problema della qualifica e della maggiore attenzione nella determinazione della scelta degli scrutatori e del personale che si occupa dello scrutinio è reale. Non è, dunque, un problema che avete incontrato solo voi in queste sezioni, che mi pare di capire siano 19. Forse sarebbe stato opportuno non tener conto dei dati di quei seggi, proprio per evitare di far venire meno la corrispondenza tra cifre elettorali determinate e volontà popolare, perché il criterio equitativo e presuntivo mi sembra alquanto poco rispondente. Questo è un punto importante sul quale richiamo la sua attenzione.
E in particolare chiedo anche se siano state riscontrate, nelle 765 sezioni, mancanze assolute di verbali: siete riusciti ad acquisire i dati del cento per cento delle sezioni anche grazie a questo metodo che è andato a supplire alle mancanze che si sono rilevate oppure ci sono state delle sezioni per le quali non c'è stato modo di avere i dati?


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CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Sul merito di questa sua ultima domanda pregherei il nostro cancelliere di rispondere. Ci sono stati dei casi in cui sono mancati addirittura i verbali oppure si è trattato solo di casi con verbali totalmente o parzialmente in bianco?

GREGORIO FONTANA. Chiedo se ci siano stati dei casi in cui non si è potuto procedere alla determinazione dei dati della sezione.

MARCO COLZI, Cancelliere segretario dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Noi abbiamo avuto dei casi in cui i verbali, sia quello nostro, sia quello depositato presso il comune, sia l'estratto della prefettura, nonché le tabelle di scrutinio, erano totalmente in bianco. In pratica, per quella sezione, non avevamo la possibilità di rilevare il dato.

GREGORIO FONTANA. Scusi se la interrompo. Quindi, è un dato di cui non avete tenuto conto.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Abbiamo proceduto noi allo spoglio. Non si poteva lasciare un seggio senza risultato. È una cosa fuori dalla realtà.

MARCO COLZI, Cancelliere segretario dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Per tutti i 765 seggi abbiamo fornito un dato.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Per tutti i seggi c'è un risultato.

MARIELLA ROBERTI, Componente effettivo dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Per quanto riguarda quello che viene definito un criterio innovativo, faccio presente che non lo è; infatti, nella legge del 2003 sul voto degli italiani residenti all'estero vi è questa specifica previsione, che è dettata per il momento dello scrutinio ma che, evidentemente, vale per tutte le attività di interpretazione corretta del voto. Secondo la normativa, nel caso in cui l'elettore esprima soltanto la preferenza per un candidato, il voto va alla lista collegata a quella preferenza. Il nostro non è stato, dunque, un criterio innovativo, ma si è trattato di una rigorosa applicazione della legge sulla base di questa previsione, che è stata dettata per i casi in cui vi è un certo numero di voti di preferenza e nessun voto di lista. In questi casi, appunto, i voti di preferenza vanno attribuiti alla lista collegata con la preferenza, con il correttivo che ha detto il presidente laddove ci fosse la possibilità di due voti di preferenza. Non tener conto dei voti del seggio sarebbe stato un arbitrio: nel momento in cui noi abbiamo dei risultati che sono trascritti in un verbale e che sono regolarmente trasmessi non possiamo non tener conto dei voti. In questo caso avremmo compiuto un arbitrio che non ci è consentito.

PRESIDENTE. Mi scusi, dottoressa, a me era parso che l'esempio riferito dal presidente fosse il seguente: 100 erano i voti di lista e 300 quelli di preferenza. Poiché si poteva ritenere che il totale fosse 400, il criterio adottato è stato quello di seguire il totale di 300 nel rispetto delle preferenze date.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. No. L'esempio è riportato nel verbale, dove sono stati inseriti numeri piccoli: 5 voti di lista e 20 voti complessivi di preferenza per quella lista. Se relativi a ripartizioni che consentivano una sola preferenza si è rettificato l'errore sostituendo il voto di lista con il numero delle preferenze. Nell'esempio, abbiamo attribuito non più 5 voti di lista ma 20, in quanto 20 erano le preferenze per quella lista, considerato che si poteva esprimere una sola preferenza.

RAFFAELE COMANDINI DE LUCA, Componente supplente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Forse il problema si può capire nella prospettiva del


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fatto che l'elettore poteva esprimere zero, uno o due voti di preferenza. Quando il presidente di seggio, per un suo errore, non ha fatto la somma tra i 100 voti senza preferenza assegnati ad un partito e i 50 voti di preferenza assegnati allo stesso partito - quindi non ha riportato 150 - noi ci siamo trovati di fronte a un trivio: nessuna preferenza, una preferenza o due preferenze. In quel momento noi abbiamo esercitato un'opzione che non configge ma...

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Scusami, hai invertito i termini: l'esempio è: 50 voti di lista e 100 voti di preferenza, altrimenti il ragionamento non fila. In quel caso non ci sarebbero stati problemi.

PRESIDENTE. Era chiaro.

RAFFAELE COMANDINI DE LUCA, Componente supplente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Chiedo scusa, presidente. Forse è questo il momento in cui siamo stati costretti a sostituirci per dare una soluzione.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Il ragionamento è stato semplice. Nell'esempio in questione, con tutte queste preferenze, qual è il voto di lista minimo?

PRESIDENTE. Deve essere pari al numero di preferenze, se si poteva esprimere una sola preferenza; se si potevano esprimere due preferenze si è diviso per due.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. È chiaro che non abbiamo corretto in quei casi in cui i voti di preferenza erano meno dei voti di lista, oppure dove i voti di preferenza, nei casi in cui si potevano dare due preferenze, erano meno del doppio dei voti di lista. Siamo intervenuti solo nei casi in cui le preferenze erano più del doppio dei voti di lista quando si potevano esprimere due preferenze.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Quindi, per capire, al di là dell'interpretazione: certamente, si tratta di una cosa abbastanza particolare, diciamo così, sulla quale ci sarebbe molto da discutere; invece, non discutiamo e cerchiamo di capire. Probabilmente, gli errori così formulati si dovrebbero far risalire, una volta che si potesse controllare, ad una distinzione fra le schede nelle quali era segnata, votata la lista ma non era espressa nessuna preferenza e quelle in cui era espresso un voto di lista e un voto di preferenza. Nel suo esempio, io presumo - le chiedo se sia questa l'ipotesi più probabile - che ci fossero in realtà 5 voti di lista senza preferenze e 20 voti di quella stessa lista con le preferenze, per cui, al di là della «squadratura», probabilmente il totale dei voti di lista avrebbe dovuto essere 25, cioè 20 con preferenza e 5 senza preferenza; altrimenti non si spiega cosa diavolo ci fosse nella mente di coloro che hanno riportato questi dati e quel voto attribuito ai voti di lista.
Se è così, al di là di come voi poi siete intervenuti, con il minimo danno, probabilmente comunque non sono stati considerati dei voti di lista senza preferenza. Voi avete attribuito i voti minimi corrispondenti a quelli di preferenza ma è, ovviamente, probabile che ci fossero voti di lista senza preferenze.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Non è «probabile», è possibile.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. No, è quasi sicuro, più che probabile, perché non esistono casi in cui non ci sono mai voti senza preferenze, una volta che l'elettore può o meno esprimerli. È contrario a tutti i casi della statistica.

PRESIDENTE. Diciamo che abbiamo compreso qual è stato il criterio e come leggere questi dati. Poi, chi dovrà effettuare


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i controlli lo farà, con i poteri che il nostro regolamento consente ai membri della Giunta.

GREGORIO FONTANA. Non si poteva procedere allo scrutinio di quelle schede?

PRESIDENTE. No.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. L'abbiamo detto nel verbale. Non potevamo farlo. C'è la legge e noi siamo abituati a rispettarla.

GREGORIO FONTANA. L'interpretazione estensiva valeva anche per l'altra.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Lì c'era una carenza totale di risultati.

GREGORIO FONTANA. Totale o parziale.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. C'era proprio carenza per quella lista. Non era stato fatto. È come se non fosse stato fatto lo scrutinio, mentre nel caso di questa quadratura, per le preferenze di lista, eccetera, i voti c'erano, ma erano incoerenti. Stiamo parlando, poi, di 19 seggi in tutto, su 765.

PRESIDENTE. Colleghi, avverto che abbiamo ancora un quarto d'ora di tempo, perché sta per avere inizio la seduta dell'Assemblea. In un quarto d'ora tre colleghi devono porre delle domande e il presidente dell'Ufficio e, eventualmente, gli altri componenti devono rispondere. Vi sarei grato - mi dispiace dirlo agli onorevoli Farina, Gamba e Turco - se foste brevi.
La parola al collega Farina.

GIANNI FARINA. Cercheremo di fare di necessità virtù e di dire ugualmente due o tre cose di buonsenso.
La prima considerazione che vorrei fare è che non è assolutamente vero che questa è la prima - o la seconda o la terza - esperienza di votazioni all'estero. È dal 1980, più o meno, che ripetutamente votiamo all'estero, per un'elezione o per un'altra. In Europa è dal 1989 che votiamo per le elezioni europee, mentre in tutto il mondo votiamo per le elezioni dei Consigli degli italiani all'estero, che, pur con una legge diversa, sono avvenute ed hanno fatto in modo che la collettività italiana all'estero si arricchisse di un'esperienza partecipativa.
Dobbiamo stare attenti. Lo spoglio è avvenuto in due fasi, e lei lo ha detto bene, ma la prima fase era unicamente tecnica, non andava a toccare la segretezza del voto. Era una fase tecnica per controllare se nel cosiddetto «bustone» ci fosse la busta piccola sigillata con dentro il voto e accanto, non nella busta piccola, ci fosse il certificato che autenticasse l'avvenuta votazione. Quindi, quella è stata unicamente una fase tecnica; poi, è avvenuto lo spoglio. Attraverso quella fase tecnica si è introdotta una busta in un'urna (esattamente, la scheda di voto) e successivamente si è proceduto allo spoglio.
Mi sembra evidente che, nonostante qualche anomalia a cui si è fatto accenno, ci sia stata una straordinaria correttezza nel voto. I seggi erano 765 e solamente in qualche seggio si è verificato uno spoglio di un certo tipo, con le manchevolezze e le difficoltà cui lei ha accennato.
Faccio una considerazione preliminare. Bisognerà fare attenzione per il futuro...

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Mi scusi se la interrompo, ma siccome ci siamo tutti impegnati a porre delle domande, non vi è il tempo per svolgere delle considerazioni! Altrimenti noi - che dovremo intervenire successivamente - non avremo il tempo per porre le domande.

GIANNI FARINA. Qualche considerazione va pur fatta!

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Non in sede di audizione, però.


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GIANNI FARINA. Qualche considerazione va pur fatta... Dottor Fancelli, lei non ritiene che per lo spoglio e per l'organizzazione dei seggi si debba fare ricorso anche a tutta la ricchezza dei presidenti, degli scrutatori e dei cittadini che all'estero hanno acquisito una così grande esperienza democratica e partecipativa nel passato? Io credo che questo sia anche un modo per superare le difficoltà della formazione dei seggi, come è avvenuto in questa occasione, attraverso il comune di Roma.
Io credo che dall'estero avrebbero potuto essere chiamati a Roma centinaia di presidenti che sono all'altezza del compito, i quali hanno svolto per anni questo lavoro politico all'estero, nonché scrutatori debitamente iscritti alle anagrafi consolari e all'AIRE.
Seconda considerazione. Vorrei capire se nel conteggio delle preferenze avete tenuto conto - ma mi sembra che sia stata la dottoressa Roberti ad averlo accennato - che la legge prevedeva tre casi ben distinti. Il primo caso era un voto di lista senza preferenze. In Europa è avvenuto che solo una minima parte ha dato delle preferenze, in genere c'è stato un voto di lista. Questo per tutti i partiti. Il voto di lista è stato circa l'80 per cento del totale delle schede scrutinate.
La legge doveva essere rispettata nella sua formulazione esatta, che prevede: il solo voto di lista, il voto di lista con uno o due voti di preferenza - in Europa erano due -, il solo voto di preferenza; la legge naturalmente prevedeva che il voto di preferenza significasse anche un voto di lista per quella lista per la quale era stata espressa una preferenza.
Vorrei capire se questa difficoltà sia stata superata nel contesto dello scrutinio.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Per quanto riguarda la prima domanda, lei ha posto una questione de iure condendo, per cui non posso risponderle. Se vorrete modificare la legge e mandarci dall'estero dei presidenti di seggio esperti e abili, nulla in contrario da parte mia. Ma è una previsione che va regolamentata per via legislativa.
Per quanto riguarda il secondo punto, relativo al voto di preferenza, è chiaro che potevano essere espressi: il voto senza preferenza, con un semplice segno di croce sul simbolo o sul riquadro del simbolo; il voto di preferenza assieme al segno di croce sul simbolo; il voto di preferenza senza segno di croce sul simbolo. In quest'ultimo caso, se il candidato apparteneva a quella lista, conseguentemente veniva attribuito anche il voto di lista.

PRESIDENTE. La parola al collega Turco.

MAURIZIO TURCO. Grazie, presidente.
Vorrei porre una domanda: una volta che l'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero è arrivato al cento per cento della «quadratura», gli uffici della Camera hanno trovato il 32 per cento circa di anomalie?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Questo non lo so.

PRESIDENTE. Dai soli verbali noi abbiamo riscontrato una percentuale del 34 per cento.

MAURIZIO TURCO. Io penso che questo riguardi più che altro il nostro lavoro. Da quel che ha detto il presidente, ho capito che, sostanzialmente, ci sono stati problemi innanzitutto a monte.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Sì, direi.

MAURIZIO TURCO. Non so se vi siano i verbali relativi allo stato in cui sono arrivate le buste.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Le buste sono arrivate sane e salve,


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non è che vi siano stati problemi in questo senso. Inoltre, sono state trasportate da consoli, da addetti d'ambasciata.

MAURIZIO TURCO. Visto che questo, però, non riguarda il nostro lavoro, una volta che le buste sono arrivate, sono state aperte e scrutinate, al limite, quella che lei ritiene essere la massima verifica per ottenere la più elevata certezza (ovvero, un'apertura delle schede, quindi la ripetizione dello scrutinio) consisterebbe, alla fine, nel ricontrollare 28 sezioni?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Certo. Se ne avessi avuto la possibilità, avrei fatto io lo spoglio delle schede di quelle sezioni. Non avendone la possibilità per legge, mi sono limitato al minimo, a quello che sicuramente doveva essere un dato certo: i voti dove c'era una sola preferenza ci davano anche il voto di lista. Per questo motivo non li abbiamo sommati ai voti di lista, proprio perché le preferenze ci danno quel risultato. L'altro dato - se si potevano aggiungere - è solo ipotetico: ce l'avrebbe potuto dire solamente chi ha fatto lo spoglio.

MAURIZIO TURCO. Quindi, per avere la certezza, che cosa bisogna fare? Bisogna rifare lo spoglio di quelle 19 sezioni.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la Circoscrizione Estero. Le preferenze ce le avevamo; per avere la certezza di quanti erano i voti di lista bisognava rifare lo spoglio di quelle schede.

MAURIZIO TURCO. Tutto qui, per raggiungere la certezza del risultato elettorale.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la Circoscrizione Estero. Sì, tutto questo per 19 seggi.

MAURIZIO TURCO. Perfetto. La ringrazio.

PRESIDENTE. Dottor Fancelli, le chiedo se cortesemente può lasciare agli atti l'elenco dei 19 seggi, in modo da agevolare il nostro lavoro.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la Circoscrizione Estero. Certamente.

PRESIDENTE. La ringrazio. La parola al collega Gamba.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Grazie, presidente.
Dottor Fancelli, le farò poche domande, di cui tre riferite in modo specifico alla vostra attività e due su quanto eventualmente avete potuto acquisire, se non direttamente, almeno indirettamente.
Nei 9 seggi per i quali avete dovuto procedere allo spoglio vero e proprio (avvalendovi per analogia della norma relativa al mancato completamento delle operazioni di scrutinio entro le 14 del giorno successivo), in che condizioni avete trovato il materiale? Le schede, almeno, erano all'interno delle buste sigillate oppure ci sono stati problemi anche nel rinvenimento delle schede? Visto che le tabelle non c'erano oppure erano in bianco o incomplete, e i verbali erano del tutto in bianco o non reperibili, potete con una certa buona dose di approssimazione ritenere che quel che poi avete utilizzato fosse integro? Glielo chiedo, considerato che uno spoglio, in realtà, si sarebbe già dovuto avere in precedenza, da parte dei seggi.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Probabilmente lo spoglio l'avevano pure fatto, però hanno dimenticato di verbalizzarlo. Probabilmente.
Le schede erano nelle buste sigillate, con tutte le firme previste dalla legge elettorale. Non abbiamo visto niente di anormale in queste situazioni. L'unica cosa anormale erano i verbali totalmente o parzialmente bianchi. Solo questo.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Per quanto riguarda poi gli annullamenti


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che lei ha definito precedenti allo spoglio...

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Pre-annullamenti.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Per quello che avete potuto vedere, sono stati verbalizzati questi casi? Avete avuto la possibilità di verificarlo, almeno a campione? In generale, sono stati verbalizzati tutti quei casi che lei ci ha fornito come esempi che avrebbero dovuto comportare l'annullamento? Mi riferisco alla presenza di due schede nella stessa busta, alla mancanza o alla ripetizione dei numeri dei certificati elettorali. Coloro che hanno effettuato questi annullamenti, o coloro che avrebbero dovuto farlo, cioè i presidenti di seggio, hanno verbalizzato questi casi?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Posso dire che nella maggioranza dei casi li hanno verbalizzati. Poi, possono averli verbalizzati male, nel senso che, invece di distinguere quello che riguardava la Camera e quello che riguardava il Senato, hanno preso l'insieme e l'hanno attribuito alla Camera e al Senato, per cui queste schede si sono moltiplicate. Non so se rendo l'idea.
Per esempio, è capitato di aprire la busta grande e di non trovare la busta piccola. Al riguardo, non vi è da fare un annullamento e non è prevista da qualche parte la verbalizzazione. È chiaro che se io fossi stato presidente di seggio avrei verbalizzato tutto, ma il presidente di seggio che vede la busta vuota magari la butta da una parte e via.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Quindi, è probabile che una parte di queste cose non siano state verbalizzate.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. È probabile. Da gente che manda assegni, passaporti e quant'altro c'è da aspettarsi di tutto. Bisogna entrare nella mentalità di queste persone, degli italiani all'estero. Loro pensano addirittura...

GIANNI FARINA. Non sono d'accordo con questa affermazione. Può succedere anche in Italia.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la Circoscrizione Estero. È successo, purtroppo, in diversi casi.

GIANNI FARINA. Ci sono vent'anni di esperienze di votazioni all'estero e non mi risultano cose del genere. Prendo la sua come una battuta.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. D'accordo, la prenda come una battuta, però...

GIANNI FARINA. Sono particolarmente sensibile su questo tema. Io sono eletto all'estero, in Europa.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Mi fa piacere. Questi casi, però, si sono verificati ed io lo debbo dire. Io mi sono fatto anche una personale opinione del perché costoro abbiano inserito...

GIANNI FARINA. Sono stato in un seggio ed ho riscontrato un caso in cui nella busta piccola c'era il volantino di un partito.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Nella busta piccola?

GIANNI FARINA. Sì, nella busta piccola.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Spero che il presidente l'abbia annullata.


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GIANNI FARINA. È stato annullato, punto e a capo. Non si può fare un discorso generale.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Quel che volevo dire è che bisogna capire che ci sono dei cittadini italiani all'estero per i quali la distanza tra il consolato e il luogo di residenza è talmente ampia da dover prendere l'aereo. Immaginiamo distanze come in Argentina, come in Australia. Queste persone, avendo una busta pre-affrancata e sapendo che la busta sarebbe ritornata al consolato ne hanno approfittato per chiedere il rinnovo del passaporto.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Per quel che avete potuto accertare o di cui avete potuto avere notizia, perlomeno la raccolta delle buste nei consolati e il loro trasferimento a Roma hanno proceduto in maniera abbastanza tranquilla? Mi spiego: quel che è stato aperto nei seggi era esattamente ciò che era arrivato ai consolati o ci possono essere state delle difformità? Avete avuto qualche notizia in merito a questo aspetto oppure no?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Questo lo deve chiedere al Ministero degli affari esteri.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. D'accordo, non ne avete notizia.
Veniamo all'attività specifica dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero: immagino che abbiate dovuto, come gli altri uffici centrali circoscrizionali, riesaminare i voti contestati e non attribuiti.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Un centinaio. C'era il rappresentante della Lista Tremaglia che si è reso conto che si trattava di un centinaio di voti, che poi si sono spalmati un po' su tutte le liste e, quindi, non hanno inciso.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Non avete da segnalare situazioni di particolare riguardo a questo aspetto?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Assolutamente.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Le pongo un'ultima domanda. Mi può dire quante persone - tra i componenti dei seggi - sono state segnalate alla procura della Repubblica in ordine a tutte queste manchevolezze, per non dire altro?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Non lo so. Io non segnalo niente, perché parto dal principio di buona fede. Ho segnalato queste situazioni solo al presidente della Corte d'appello, che nomina i presidenti di seggio, e penso che abbia operato il depennamento di questi signori.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Questo va da sé, perché lo stabilisce specificamente la legge; però, stabilisce anche che devono essere segnalate le manchevolezze. L'esame sul dolo, ovviamente, lo farà la procura della Repubblica.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Anche noi riteniamo che, di fronte a quella situazione, veramente molto onerosa per loro, la stanchezza...

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Le ipotesi di reato, però, ci sono.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Lei sarà un penalista, io sono un civilista.
Nei seggi nazionali il presidente porta con sé il segretario, che è una persona di sua fiducia. Nei seggi esteri il segretario viene scelto dal presidente tra i quattro scrutatori designati dall'ufficio.


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PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Anche nei seggi nazionali.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. No.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Il segretario è scelto dal presidente, come no? Altroché. Ho fatto diciotto volte il presidente di seggio.

DONATA LENZI. Ma questo è quello che ha detto il presidente Fancelli.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Infatti, è uguale a quanto avviene per gli uffici di sezione nazionale. Il segretario dell'ufficio elettorale di sezione è nominato dal presidente di seggio.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Assolutamente, non è così. Il presidente nomina il vicepresidente tra gli scrutatori ma per fare il segretario è sufficiente essere elettore: il presidente se lo porta appresso. Può essere il figlio, può essere la moglie...

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Esattamente come nel caso nazionale. Non è diverso.

PRESIDENTE. Questa disposizione vale per la circoscrizione italiana ma non per la circoscrizione Estero.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Nella circoscrizione Estero vi è tale carenza: vi è la mancanza del rapporto di fiducia tra presidente e segretario, che è importante.

PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Stiamo dicendo la stessa cosa.

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. D'accordo, stiamo dicendo la stessa cosa.

PRESIDENTE. La parola al vicepresidente Burchiellaro.

GIANFRANCO BURCHIELLARO. La ringrazio, presidente.
Innanzitutto, vorrei ringraziare il presidente Fancelli, perché mi pare che il quadro che ha delineato sia, nella sua complessità, preciso e ci permette di uscire da questa situazione. Lo ringrazio anche a nome della Giunta per aver accolto questa richiesta di audizione.
Mi pare che emergano due elementi. Innanzitutto come circoscrivere il problema. Devo dire con beneficio di inventario che è difficile, vista la situazione di partenza, ipotizzare un percorso diverso da quello che avete deciso. In tutta franchezza, mi pare che la legge debba essere applicata anche con criterio, soprattutto trattandosi - su questo sono d'accordo con l'onorevole Fontana - di un quadro di partenza preoccupante, di un quadro normativo estremamente complesso.
D'altra parte, è la prima volta che si è votato in questo modo ed è stato un passaggio importante per il nostro paese. In tale quadro, il fatto che oggi si riesca a definire con chiarezza che stiamo ragionando in termini di 19 seggi su 765 mi sembra una circostanza di estrema importanza.
Se posso permettermi di dirlo, dentro la cornice preoccupante della normativa ho trovato nell'audizione di oggi un quadro di garanzia di funzionamento delle nostre istituzioni. Questo mi sento di dirlo con grande nettezza.
Poi si tratterà di ragionare ulteriormente sul lavoro e sulla procedura, ma mi sembra che usciamo da una nebulosa e che certamente non vi siano stati né complotti, né serpenti, né tarantole dentro le buste. Sono stati trovati dei passaporti, ma non è questo il problema. Circoscriviamo la questione in modo più preciso: credo che questo corrisponda al nostro mandato.

PRESIDENTE. Ringrazio davvero il presidente Fancelli perché ci ha consentito di comprendere un po' di più. Poi, spetterà


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a noi fare le dovute considerazioni nello spirito della lettera che ci ha inviato il Presidente della Camera. Le chiedo una cortesia: possiamo avere copia dei documenti che lei ha indicato?

CLAUDIO FANCELLI, Presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero. Sì.

PRESIDENTE. Mi riferisco all'elenco delle sezioni. Agevolerebbe il lavoro che i colleghi devono fare.
Ringrazio nuovamente i colleghi e tutti coloro che sono intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,55.