I Commissione - Resoconto di marted́ 13 giugno 2006


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SEDE REFERENTE

Martedì 13 giugno 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Scotti.

La seduta comincia alle 11.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali.
C. 40 Boato, C. 326 Lumia, C. 571 Forgione e C. 688 Angela Napoli.
(Esame e rinvio - Abbinamento del progetto di legge C. 890).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che è stata assegnata alla I Commissione la proposta di legge C. 890 di iniziativa del deputato Lucchese concernente l'Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle problematiche relative al fenomeno della mafia e alle altre associazioni criminali similari. Poiché la suddetta proposta di legge verte sulla stessa materia delle proposte di legge all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento. Avverte, inoltre, che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto televisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, così resta stabilito.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, informa la Commissione che i relatori, d'accordo tra loro, hanno stabilito di svolgere un'unica relazione alla Commissione sulle proposte di legge in esame, osservando altresì la sussistenza di una convergenza di fondo tra le principali questioni in discussione.
Le proposte assegnate alla I Commissione sono complessivamente cinque. Tre di queste riproducono in tutto, ovvero in larga parte, il testo della legge istituitiva


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della cosiddetta Commissione antimafia approvata nella XIV legislatura (legge 19 ottobre 2001, n. 386): si tratta delle proposte di legge C. 571 Forgione, C. 688 Angela Napoli e C. 890 Lucchese, quest'ultima identica alla citata legge n. 386 del 2001. Una quarta proposta di legge, C. 326 Lumia, pur presentando numerose disposizioni analoghe alla legge n. 386 del 2001, se ne discosta per alcuni aspetti, con riguardo ad alcuni compiti della Commissione, al regime della opponibilità del segreto di Stato e d'ufficio, alla disciplina del segreto sugli atti della Commissione, nonché con riguardo al sistema di elezione del presidente della Commissione stessa.
La proposta di legge C. 40 Boato si avvicina al testo della proposta di legge Lumia, differenziandosene essenzialmente nella individuazione dei compiti della Commissione, che presentano una minore specificazione (la proposta riprende infatti sostanzialmente l'impianto della legge istitutiva della Commissione antimafia della XIII legislatura, prevista nella legge n. 509 del 1996.
Ricorda in proposito che - secondo la formulazione adottata nel testo della legge n. 386 del 2001, ampiamente ripresa dalle proposte di legge ora in esame - i compiti assegnati alla Commissione presentavano una maggiore articolazione, rispetto alle leggi approvate nelle legislature precedenti.
Secondo l'articolazione precedentemente consolidatasi - comunque ripresa e sviluppata dalla legge n. 386 del 2001 - la Commissione era tenuta a verificare l'attuazione della legge 13 settembre 1982, n. 646, e successive modificazioni, e delle altre leggi dello Stato, nonché degli indirizzi del Parlamento, con riferimento al fenomeno mafioso (in vari casi, figura l'estensione alle «associazioni criminali similari» alla mafia); ad accertare la congruità della normativa vigente, formulando le proposte di carattere legislativo e amministrativo ritenute opportune per rendere più coordinata e incisiva l'iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali e più adeguate le intese internazionali concernenti la prevenzione delle attività criminali, l'assistenza e la cooperazione giudiziaria; ad accertare e valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni ed a riferire al Parlamento al termine dei suoi lavori, nonché ogni volta che lo ritenga opportuno e comunque annualmente.
Osserva che i compiti appena indicati sono riprodotti da tutte le proposte di legge in esame, e ne sono aggiunti di ulteriori (salvo la proposta di legge C. 40 Boato) assai simili, se non identici, a quelli assegnati con la richiamata legge n. 386 del 2001.
Rileva che i compiti ulteriori rispetto a quelli già indicati, che figurano nella maggior parte delle proposte di legge in esame, riguardano innanzitutto la verifica dell'attuazione delle disposizioni del decreto-legge 15 gennaio 1991, n. 81 e della relativa disciplina regolamentare, nonché della legge 13 febbraio 2001, n. 45, in materia di «collaboratori di giustizia» e di «testimoni di giustizia», promuovendo iniziative legislative e amministrative necessarie per rafforzarne l'efficacia; in ordine all'accertamento e alla valutazione della natura e delle caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso, viene specificato che sono da esaminare tutte le sue connessioni, comprese quelle istituzionali, con particolare riguardo agli insediamenti stabilmente esistenti nelle regioni diverse da quelle di tradizionale inserimento e comunque caratterizzate da forte sviluppo dell'economia produttiva, nonché ai processi di internazionalizzazione e cooperazione con altre organizzazioni criminali finalizzati alla gestione di nuove forme di attività illecite contro la persona, l'ambiente e i patrimoni. Un ulteriore compito riguarda poi l'accertamento delle modalità di difesa del sistema degli appalti e delle opere pubbliche dai condizionamenti mafiosi, individuando le diverse forme di inquinamento mafioso e le specifiche modalità di interferenza illecita in ordine al complessivo sistema normativo che regola gli appalti e le opere pubbliche. In particolare la proposta di legge Lumia presenta una formulazione


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semplificata, nella quale viene accorpato il riferimento al riciclaggio, citato qui al punto successivo. Inoltre alla Commissione viene assegnato il compito di verificare la congruità della normativa vigente per la prevenzione e il contrasto alle varie forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, al riciclaggio e all'impiego di beni, denaro o altre utilità che rappresentino il provento della criminalità organizzata, nonché l'adeguatezza delle strutture e l'efficacia delle prassi amministrative, formulando le proposte di carattere legislativo e amministrativo ritenute necessarie, anche in riferimento alle intese internazionali, all'assistenza e alla cooperazione giudiziaria nonché di verificare l'adeguatezza delle norme sulle misure di prevenzione patrimoniale, sulla confisca dei beni e sul loro uso sociale e produttivo, proponendo le misure idonee a renderle più efficaci.
Osserva poi come la sola proposta di legge C. 571 Forgione indichi tra i compiti della Commissione la consultazione delle associazioni della società civile che operano contro le attività delle organizzazioni criminali di tipo mafioso e similari [articolo 1, comma 1, lettera h)].
Per quanto concerne gli ulteriori aspetti della disciplina, osserva che le proposte di legge presentano vari punti di convergenza, in specie per quanto concerne la composizione della Commissione; la disciplina delle audizioni a testimonianza davanti alla Commissione; la richiesta di atti e documenti all'autorità giudiziaria e l'inopponibilità del segreto funzionale alla Commissione antimafia, da parte delle altre Commissioni d'inchiesta; l'obbligo del segreto per i componenti della Commissione e per il personale addetto; le norme in tema di organizzazione interna. Le relative disposizioni riproducono ampiamente il testo della legge n. 386 del 2001.
Per alcuni profili di un certo rilievo riscontra alcune differenze, oltre a quanto già segnalato a proposito dei compiti della Commissione. Innanzitutto, con riguardo alla nomina del presidente della Commissione, mentre tutte le proposte di legge prevedono l'elezione da parte dei componenti della Commissione, come già previsto dalle leggi n. 386 del 2001 e n. 509 del 1996, la sola proposta di legge Lumia ripristina il modello di cui alle leggi n. 356 del 1992 e n. 430 del 1994 - istitutive della Commissione rispettivamente nella XI e nella XII legislatura - secondo il quale il presidente non è eletto dai componenti la Commissione ma è scelto di comune accordo dai Presidenti delle Camere, al di fuori dei componenti medesimi, tra i parlamentari dell'uno o dell'altro ramo del Parlamento. Osserva poi che la proposta di legge Lumia prevede che la Commissione sia rinnovata ogni biennio e dunque non una sola volta, dopo il primo biennio, come prevedono le altre proposte, ma due volte nel corso dei cinque anni di normale durata della legislatura. Inoltre, con riguardo alla questione dell'opponibilità alla Commissione dei segreti di Stato, d'ufficio, professionale e bancario, tre della cinque proposte, riproducendo la relativa disposizione della legge n. 386 del 2001, statuiscono la inopponibilità alla Commissione del segreto di Stato e del segreto d'ufficio, mentre le proposte di legge Lumia e Boato, dopo il consueto rinvio alla normativa vigente, precisano che «in nessun caso per i fatti di mafia, camorra e di altre associazioni criminali similari, costituendo essi fatti eversivi dell'ordine costituzionale, può essere opposto il segreto di Stato»; quanto poi alla richiesta di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria, nonché di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, si riscontrano formulazioni parzialmente diverse: le proposte di legge Lumia e Boato prevedono la possibilità di richiesta di tali atti all'autorità giudiziaria anche in deroga all'obbligo del segreto delle indagini preliminari (articolo 329 del codice di procedura penale) ed il correlativo potere dell'autorità giudiziaria di emettere un decreto motivato di rigetto della richiesta.
Le restanti proposte di legge, riprendendo il testo della legge n. 386 del 2001, prevedono la possibilità «di ottenere» tali atti dall'autorità giudiziaria la quale deve


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«provvedere tempestivamente» e «può ritardare la trasmissione di copia degli atti e dei documenti richiesti solo per ragioni di natura istruttoria»; a tal fine deve emettere un decreto motivato, che ha efficacia per sei mesi e può essere rinnovato. Tutte le proposte stabiliscono che, quando vengano meno le ragioni del rigetto, l'autorità giudiziaria provvede senza ritardo a trasmettere quanto richiesto.
Ulteriori aspetti particolari riguardano da ultimo la proposta di legge C. 688 Angela Napoli, che reca un'apposita norma volta ad escludere che possano fare parte della Commissione antimafia coloro nei confronti dei quali sia aperto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione. Infine, tale proposta non prevede il rinnovo della Commissione allo scadere del primo biennio della legislatura.
Preannuncia quindi che i relatori intendono sottoporre all'attenzione della Commissione due ulteriori questioni. La prima riguarda l'opportunità di stabilire un limite alle spese della istituenda Commissione. Osserva che questa esigenza nasce dall'eccessivo volume delle spese affrontate dalle Commissioni d'inchiesta negli ultimi tempi, che rendono perciò necessaria l'adozione di opportune misure atte a frenarne i costi per la finanza pubblica. La seconda riguarda invece la necessità di predisporre adeguate cautele in ordine alla possibilità per la Commissione di disporre provvedimenti limitativi dei diritti costituzionalmente garantiti, in particolare le intercettazioni, al fine di tutelare i soggetti interessati. Sottolinea come all'interno della Commissione non sia attivabile quella garanzia che invece può ravvisarsi all'interno dell'autorità giudiziaria quando assume analoghi provvedimenti, che sono disposti dal giudice su richiesta del pubblico ministero.

Il sottosegretario Luigi SCOTTI, dopo aver rivolto un saluto ai componenti della Commissione, auspica a nome del Governo che si possa giungere rapidamente alla redazione di un testo unificato. Si sofferma in particolare sulla eventualità che i compiti attribuiti alla istituenda Commissione di inchiesta possano essere allargati anche alla lotta contro il fenomeno del terrorismo.

Giacomo STUCCHI (LNP) ringrazia preliminarmente i relatori per il lavoro fin qui svolto e si sofferma quindi sulla opportunità di attribuire alla istituenda Commissione anche compiti di inchiesta sulle fattispecie criminose collegate alle attività delle associazioni di matrice internazionale. Ritiene inoltre che la Commissione debba indagare anche nelle aree del Paese non storicamente oggetto dei fenomeni di matrice mafiosa che oggi risultano essere radicati anche nelle zone settentrionali. Si dichiara perplesso sulla opportunità di introdurre una disposizione che includa tra i compiti della Commissione la consultazione delle associazioni nazionali e locali maggiormente impegnate contro le attività delle organizzazioni di tipo mafioso. Condivide invece l'opportunità di stabilire un limite alle spese per l'attività della Commissione mentre si dichiara contrario sulla proposta, formulata dal rappresentante del Governo di allargare l'area dell'inchiesta ai fenomeni terroristici ritenendo più opportuno mantenere tali aspetti separati. Ritiene infine che il presidente della istituenda Commissione debba essere scelto mediante elezione da parte dei suoi componenti.

Marco BOATO (Verdi) afferma preliminarmente che interverrà solo per integrare alcuni punti affrontati dalla relazione. Con riferimento alle modalità di scelta del Presidente della Commissione, osserva che solo una delle proposte di legge in esame ne prevede la nomina da parte dei Presidenti della Camera e del Senato, facendo così rivivere una prassi risalente a quindici anni fa quando però, in virtù di un'altra prassi non scritta, i Presidenti dei due rami del Parlamento appartenevano a diversi schieramenti politici. Non essendo più tale ultima prassi in vigore, ritiene più garantista l'ipotesi di scelta del Presidente della Commissione


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mediante elezione. Considera poi opportuno prevedere un unico rinnovo dei componenti la Commissione da effettuarsi al termine del primo biennio al fine di consentire eventuali adeguamenti che l'esperienza dovesse rendere necessari.
Si sofferma quindi sulla disposizione, prevista dalla proposta di legge del deputato Angela Napoli, che prevede il divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione. Osserva al riguardo che questa previsione, della quale condivide lo spirito, difficilmente potrebbe trovare un'adeguata formulazione normativa trattandosi invece di un problema di responsabilizzazione per i gruppi che di fatto indicano i componenti e per i Presidenti di Assemblea che provvedono alla successiva nomina.
Condivide quindi la proposta, formulata dai relatori, di stabilire un limite alle spese della Commissione, prevedendo tuttavia una clausola di elasticità che consenta ai Presidenti di Assemblea di ampliare, entro limiti contenuti, l'ammontare delle risorse finanziarie attribuitele.
Condivide inoltre la proposta di inserire una norma che stabilisca quorum elevati al fine di deliberare provvedimenti di intercettazione, o comunque limitativi della libertà personale, senza tuttavia prevedere forme di unanimità; si tratta, infatti, di impedire che il dissenso anche di un solo componente possa impedire l'adozione di questi provvedimenti.
Auspica infine che già nel corso della seduta odierna si possa dare mandato ai relatori di presentare un testo unificato che possa essere adottato come testo base.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) si sofferma preliminarmente sulla procedura di scelta del Presidente della istituenda Commissione ritenendo preferibile l'ipotesi della elezione.
Condivide quindi la disposizione, prevista dalla proposta di legge del deputato Angela Napoli, che prevede il divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione, ritenendo che essa debba essere necessariamente contenuta all'interno del testo normativo, non essendo sufficiente una autoregolamentazione da parte dei gruppi politici.
Non condivide la ipotesi di ampliare l'area di indagine al fenomeno del terrorismo in considerazione della specificità dei compiti assegnati alla istituenda Commissione.
Ritiene poi opportuno non prevedere espressamente la consultazione delle associazioni nazionali e locali maggiormente impegnate contro le attività delle organizzazioni di tipo mafioso tra i compiti della Commissione, fermo restando il fatto che la Commissione potrà comunque avvalersi del loro apporto.
Si riserva quindi di giudicare quanto i relatori prevederanno nel testo unificato circa la disciplina sulla opponibilità del segreto, mentre condivide l'opportunità di dare luogo ad un unico rinnovo dei componenti la Commissione da effettuarsi a metà legislatura.
Conclude sottolineando la necessità che la Commissione di inchiesta produca concreti risultati che vengano realmente segnalati nelle annuali relazioni che la Commissione è tenuta a trasmettere al Parlamento. Da questo punto di vista anche il rinnovo biennale potrebbe costituire una occasione di verifica degli esiti dell'inchiesta.

Enrico LA LOGGIA (FI) ritiene innanzitutto significativo come il primo punto all'esame della I Commissione sia rappresentato dalla istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia.
Si sofferma sulla questione legata alla scelta del Presidente della istituenda Commissione, sottolineando come la necessità di consegnare all'opinione pubblica un'immagine di trasparenza e di unicità di indirizzo e di intenti dell'azione politica renda necessario un procedimento elettivo


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con una maggioranza qualificata che vada oltre le logiche dialettiche tra maggioranza ed opposizione.
In ordine all'ambito dell'inchiesta, ritiene che la Commissione debba svolgere la propria azione con riferimento alle diverse aree geografiche del Paese, senza tuttavia estendere la propria attività anche alla lotta contro il fenomeno del terrorismo, per la quale non esclude comunque che si possa in futuro giungere alla costituzione di un apposito organismo.
Non ritiene poi opportuno prevedere ipotesi di rinnovo della Commissione e formula quindi l'auspicio che si possa studiare un sistema che eviti la necessità di procedere alla costituzione di questa Commissione di inchiesta ad ogni inizio di legislatura, rendendola così permanente.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che in questo modo la Commissione non disporrebbe dei poteri di inchiesta.

Enrico LA LOGGIA (FI), rispondendo all'osservazione del Presidente sottolinea come si tratta di un auspicio, espresso nella consapevolezza dei vincoli costituzionali in materia.
Proseguendo il proprio intervento, ritiene, in ordine alla opponibilità delle varie forme di segreto alla Commissione d'inchiesta, che debba essere un soggetto terzo, anche nell'ambito della magistratura, a decidere sulla eventuale controversia.
Ritiene poi che la Commissione debba essere libera di decidere i consulenti e gli esperti dei quali avvalersi nell'esercizio della propria attività.
Conclude ribadendo il proprio convincimento che sulla elezione del Presidente si possa arrivare ad una soluzione che preveda una generale convergenza dei componenti oltre le logiche conflittuali tra gli schieramenti politici.

Francesco FORGIONE (RC-SE) si sofferma innanzitutto sulla evoluzione delle attività delle associazioni criminali di stampo mafioso che si insediano anche all'interno delle attività finanziarie ed economiche. Sostiene pertanto l'opportunità che la Commissione d'inchiesta estenda il proprio raggio di azione anche oltre le regioni di tradizionale insediamento delle organizzazioni malavitose e che si concentri altresì su quelle aree del Paese caratterizzate da un forte sviluppo dell'economia produttiva, ritenendo inoltre che la Commissione debba verificare l'applicazione concreta della complessiva legislazione antimafia e la sua sostanziale attualità.
Si sofferma quindi sulla opportunità di prevedere espressamente la consultazione delle associazioni nazionali e locali maggiormente impegnate contro le attività delle organizzazioni di tipo mafioso, osservando come queste associazioni possano fornire contributi utili per lo svolgimento dell'inchiesta avendo rapporti diretti con la realtà oggetto del fenomeno, ad esempio con le vittime del racket e dell'usura.
Ritiene quindi opportuno che il Presidente della Commissione sia scelto mediante elezione proprio in considerazione del carattere della Commissione stessa e della presenza, al suo interno, dei rappresentanti di tutti i gruppi.
Non condivide poi la ipotesi del rinnovo della Commissione che ne spezzerebbe la continuità dell'azione. Rivolto al rappresentante del Governo, si dichiara contrario alla estensione delle competenze della Commissione al fenomeno del terrorismo, che costituirebbe un errore anche sotto il profilo istituzionale. Si dichiara infine favorevole a stabilire un limite alle spese della Commissione come pure ad un uso più rigoroso degli strumenti limitativi della libertà personale.

Gabriele BOSCETTO (FI) ritiene preliminarmente che l'esame delle proposte di legge sulla istituzione della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della mafia debba muovere dal testo di legge istitutivo dell'analoga Commissione nella XIV legislatura rispetto al quale ritiene che non si debbano introdurre sostanziali modifiche. A questo proposito ringrazia il deputato Boato il quale ha evidenziato, nella relazione


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illustrativa della sua proposta di legge, i successi ottenuti dalla Commissione «Antimafia» nel corso della XIV legislatura.
In ordine ai compiti assegnati alla Commissione osserva come la proposta di legge presentata dal deputato Boato non contenga specificazioni sugli ambiti dell'inchiesta, ritenendo invece più opportuno precisarne adeguatamente i confini.
Si dichiara quindi favorevole alla proposta formulata dal deputato La Loggia di stabilire che l'elezione del Presidente della Commissione avvenga con una maggioranza qualificata che potrebbe consentire di eleggere quale Presidente un rappresentante dell'opposizione e comunque garantire alla figura del Presidente una particolare rilevanza.
Si dichiara poi contrario alla qualificazione, contenuta nelle proposte di legge Boato e Lumia, dei fatti di mafia e di altre associazioni criminali similari, quali fatti eversivi dell'ordine costituzionale, ai fini della inopponibilità del segreto di Stato. Propone pertanto di espungrere l'inciso «costituendo essi fatti eversivi dell'ordine costituzionale», che del resto non era previsto nella legge n. 386 del 2001.
Ritiene poi opportuno che la Commissione disponga della massima discrezionalità in ordine alla possibilità di avvalersi di consulenti ed esperti.
Per quanto concerne la consultazione delle associazioni nazionali e locali maggiormente impegnate contro le attività delle organizzazioni di tipo mafioso, pur comprendendo le ragioni motivate del deputato Forgione, ritiene più convincente la posizione del deputato Benedetti Valentini, ritenendo non opportuno inserire tali audizioni tra i compiti istituzionali della Commissione.
Non condivide invece la osservazione formulata dallo stesso deputato Benedetti Valentini circa la opportunità di prevedere espressamente la disposizione, contenuta nella proposta di legge del deputato Angela Napoli, che stabilisce il divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione. Si tratterebbe infatti di una previsione non conforme alla Costituzione in quanto condurrebbe ad una valutazione di persone elette e proclamate senatori o deputati, la cui attività risulterebbe limitata da una legge ordinaria. Pur comprendendo la ratio di fondo di questa proposta, si dichiara contrario ad inserire espresse formulazioni in materia.
Ritiene infine necessario sviluppare una adeguata riflessione sulla opportunità di estendere l'ambito dell'inchiesta anche al fenomeno del terrorismo, sulla cui proposta si dichiara perplesso.

Italo BOCCHINO (AN) si sofferma inizialmente sulla modalità di scelta del presidente della Commissione, condividendo la posizione del deputato Boato sulla non opportunità che a tale nomina provvedano i Presidenti di Assemblea, atteso il mutamento intervenuto nel contesto istituzionale; ritiene comunque necessario che le Commissioni di inchiesta non si trasformino in terreno di scontro politico tra maggioranza e opposizione.
Valuta invece opportuno che sia previsto un unico rinnovo della Commissione nel corso della legislatura in modo da evitare, come accade per le Commissioni permanenti, di dare luogo ad un secondo rinnovo sul finire della legislatura, cosa che sarebbe controproducente in vista della predisposizione della relazione finale.
In ordine alla disposizione, prevista dalla proposta di legge del deputato Angela Napoli, volta a stabilire il divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione, dopo aver sottolineato la delicatezza della questione, ritiene necessario evitare in ogni modo che possano crearsi zone d'ombra sulla composizione della Commissione. Osserva quindi che, seppure la persuasione morale resti comunque il criterio preferibile, sarebbe opportuno trovare una formula, corretta da un punto di vista istituzionale, che consenta


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di realizzare la finalità contenuta nella proposta del deputato Angela Napoli. Invita pertanto i relatori a trovare una formula che non risulti lesiva del principio di presunzione di innocenza, ma che allo stesso tempo garantisca la corretta composizione della Commissione e che eventualmente spieghi effetti solo con riguardo alla sua composizione iniziale.
Si dichiara quindi favorevole a stabilire un limite alle spese della Commissione, senza che ciò vincoli eccessivamente l'attività della Commissione «Antimafia», e ad individuare un'apposita disciplina per l'adozione di provvedimenti limitativi della libertà personale.
Non condivide invece la proposta del rappresentante del Governo circa l'opportunità di estendere l'ambito dell'attività della Commissione al fenomeno del terrorismo, sul quale ritiene necessario sviluppare un'apposita riflessione anche in ordine agli strumenti di contrasto.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che una soluzione al problema posto dalla proposta di legge del deputato Angela Napoli possa rinvenirsi in una formulazione che consenta ai Presidenti dei due rami del Parlamento di valutare la sussistenza di eventuali situazioni di incompatibilità che possono riguardare anche aspetti diversi da quelli individuati in tale proposta di legge.

Italo BOCCHINO (AN) condivide la soluzione prospettata dal Presidente, sottolineando come debba trovarsi una soluzione che eviti forme di strumentalizzazione nella dialettica tra politica e giustizia.

Franco RUSSO (RC-SE) dopo aver condiviso la proposta di affidare ai relatori la formulazione di un testo unificato, giudica inopportuna l'introduzione della disposizione, prevista dalla proposta di legge del deputato Angela Napoli, che stabilisce il divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione, ritenendo preferibile fare emergere dall'esame in Commissione e dalla relazione per l'Assemblea i criteri guida cui attenersi per la indicazione dei componenti la Commissione.
Rivolge quindi un saluto al rappresentante del Governo, dichiarandosi tuttavia contrario alla ipotesi da lui prospettata circa la eventualità di estendere gli ambiti dell'inchiesta anche al fenomeno del terrorismo.
Ritiene inoltre che il presidente della istituenda Commissione debba essere scelto mediante elezione al fine di accentuarne la responsabilità politica istituzionale e la sua figura di garante non rispetto agli schieramenti politici, ma di fronte a tutta la Commissione.
Per quanto riguarda poi le collaborazioni di esperti e consulenti, ritiene che la Commissione debba essere libera di disporre in ordine all'opportunità di avvalersene o meno.
Si sofferma quindi sulla evoluzione delle attività di utilizzo, da parte delle associazioni mafiose, dei proventi frutto delle loro attività al di là dell'accumulazione primitiva violenta che rappresenta solo il momento iniziale. Osserva al riguardo come sia necessario monitorare il percorso seguito da questi patrimoni che spesso vengono reinvestiti non solo nelle zone tradizionalmente interessate dalla presenza del fenomeno mafioso, ma anche in altre aree del paese ed oltretutto in settori produttivi fortemente innovativi. Invita pertanto i relatori a prevedere nel testo unificato un'adeguata estensione degli ambiti di competenza della Commissione.
Condivide quindi l'osservazione del deputato Boscetto, contrario alla previsione, contenuta nelle proposte di legge Boato e Lumia, per cui in nessun caso per i fatti di mafia e di altre associazioni criminali similari, costituendo essi fatti eversivi dell'ordine costituzionale, possa essere opposto il segreto di Stato, conferendo così una qualificazione giuridica a certi fatti senza una reale necessità, giudicando quindi necessario


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non introdurre l'inciso «costituendo essi fatti eversivi dell'ordine costituzionale».
Ritiene infine necessario prevedere apposite forme di consultazione delle associazioni nazionali e locali impegnate nella lotta alla mafia, potendo da esse pervenire un aiuto concreto per l'attività della Commissione.

Roberto COTA (LNP) interviene preliminarmente sull'ambito dell'attività della Commissione, ritenendo che vada specificato anche l'aspetto delle infiltrazioni mafiose all'interno delle attività collegate alla immigrazione clandestina, nonché alla violazione dei diritti della proprietà intellettuale, diventata in alcuni casi attività principale delle associazioni mafiose, ed alla sicurezza alimentare.
Condivide la proposta del deputato Boato secondo cui, in ordine alla deliberazione di provvedimenti restrittivi della libertà personale, ed in particolare delle intercettazioni, siano previste quorum particolari per la loro approvazione.
Sulla disposizione, prevista dalla proposta di legge del deputato Angela Napoli, che stabilisce il divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione, ritiene necessario individuare una formulazione che possa calare nel testo normativo questo principio, distinguendo comunque lo status di indagato da quello di condannato.
Ritiene inoltre sufficiente prevedere un unico rinnovo dei componenti la Commissione da effettuarsi nel corso della legislatura, mentre per quanto concerne l'elezione del Presidente, ritiene opportuno prevedere un quorum qualificato almeno per le prime votazioni.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), intervenendo a nome del proprio gruppo, ritiene che si debba realizzare una larga convergenza politica che porti alla definizione di un testo unificato che auspica possa essere approvato all'unanimità.
Per quanto riguarda la scelta del Presidente, ritiene necessario, al di là delle varie procedure possibili, che questa ricada su un nominativo capace di ottenere un diffuso consenso al di là delle logiche dialettiche tra maggioranza e opposizione.
Si dichiara poi favorevole a trovare una soluzione costituzionalmente compatibile al problema collegato alla disposizione, prevista dalla proposta di legge del deputato Angela Napoli, che prevede il divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione.
Per quanto concerne il problema delle spese, ritiene opportuno stabilire un limite non flessibile al budget predefinito.
Dopo aver rivolto un augurio di buon lavoro al rappresentante del Governo, si dichiara perplesso sulla proposta, dallo stesso formulata, di ampliare l'ambito dell'inchiesta al fenomeno del terrorismo.

Jole SANTELLI (FI), dopo aver rivolto un augurio al Presidente della Commissione ed al rappresentante del Governo, si sofferma sulla proposta formulata dal deputato La Loggia di prevedere un quorum elevato per l'elezione del Presidente della istituenda Commissione, cosa che sarebbe in grado di sanare pregresse fratture fra le forze politiche sulla materia oggetto dell'inchiesta.
Per quanto concerne l'ambito dell'inchiesta, osserva che oggi operano sul territorio nazionale anche mafie straniere che tuttavia non hanno connessioni con quella tradizionale. Ritiene pertanto opportuno soffermare l'attenzione sulle zone tradizionalmente coinvolte dal fenomeno in esame senza ridurle eccessivamente ma senza neppure estendere troppo il raggio di azione dell'inchiesta.
Rivolge quindi ai relatori un invito a studiare efficaci soluzioni per supportare l'azione di quelle autonomie locali che sono particolarmente impegnate nella lotta alla mafia.
Dubita infine che si possano indicare nel testo normativo requisiti particolari


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legati alla condizione soggettiva dei componenti la Commissione, essendo preferibile rimettere la scelta dei componenti stessi alla responsabilità politica dei gruppi e dei Presidenti d'Assemblea.

Felice BELISARIO (IdV) ritiene innanzitutto che la legge istitutiva della Commissione «antimafia» non debba necessariamente ricalcare i contenuti di quella che ha istituito l'analoga Commissione nella precedente legislatura, ma debba invece essere aggiornata in base alle nuove esigenze nel frattempo emerse. Osserva infatti come le associazioni mafiose abbiano esteso la propria azione in molte zone del Paese ed abbiano altresì sviluppato connessioni con mafie estere, aspetti questi che la legge istitutiva deve tenere presenti.
Ritenendo opportuno trasmettere un forte segnale all'opinione pubblica, condivide l'opportunità di stabilire un divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione.
Condivide quindi l'opportunità di prevedere espressamente la consultazione delle associazioni nazionali e locali maggiormente impegnate contro le attività delle organizzazioni di tipo mafioso, nonché di stabilire un limite espresso alle spese della Commissione al fine di non dilapidare le risorse finanziarie pubbliche.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), dopo avere rivolto un augurio di buon lavoro al Presidente Violante ed al rappresentante del Governo, si sofferma sui mutamenti subìti dal fenomeno criminale mafioso, penetrato ormai in molti settori delle attività produttive, ritenendo pertanto che il testo normativo debba tenere presente questa evoluzione.
Ritiene inoltre che la Commissione debba altresì studiare proposte ed ipotesi di riforma della legislazione antimafia vigente, avvalendosi per questo dell'opera di vari esperti.
Condivide poi la possibilità per la Commissione di audire le associazioni nazionali e locali impegnate nella lotta alla mafia, senza prevedere che ciò rappresenti un suo compito istituzionale, nonché l'eventualità di estendere tali audizioni anche ad altri soggetti.
Per quanto concerne la scelta del presidente, condivide l'ipotesi della sua elezione anche senza la previsione di maggioranze speciali, mentre ritiene opportuno individuare una formula costituzionalmente valida che preveda un divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, ringrazia i deputati intervenuti per il contributo dato alla riflessione sulla materia in esame. Soffermandosi sulla proposta formulata dal rappresentante del Governo in ordine alla eventualità di estendere l'ambito dell'inchiesta anche alla lotta al terrorismo, ricorda come tale questione si fosse già posta nella passata legislatura proprio all'interno della Commissione «antimafia». Osserva a tale riguardo sia come a suo avviso tale questione non possa essere affrontata se non si perviene ad una soluzione in ordine alla possibilità di utilizzare le strutture deputate alla lotta alla mafia, quale ad esempio la Direzione investigativa antimafia, anche per la lotta al terrorismo.
Per quanto concerne la disposizione, prevista dalla proposta di legge del deputato Angela Napoli, che stabilisce il divieto di far parte della Commissione per quei parlamentari nei cui confronti è in atto un procedimento giudiziario per reati di stampo malavitoso o contro la pubblica amministrazione, ritiene opportuno rimettere tale decisione alla sensibilità dei Presidenti di Assemblea, osservando come analoghe forme di incompatibilità potrebbero ad esempio riguardare parlamentari difensori di soggetti indagati per fatti di


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mafia. Osserva altresì come sarebbe difficilmente comprensibile impedire da un lato la partecipazione alla Commissione di un soggetto indagato per un reato contro la Pubblica amministrazione e non di un altro soggetto magari indagato per un diverso reato.
Non condivide la proposta di inserire espressamente nel testo la consultazione delle associazioni nazionali e locali maggiormente impegnate contro le attività delle organizzazioni di tipo mafioso, ritenendo che una simile previsione rischi di ingessare l'attività della Commissione.
Si sofferma infine sulla questione delle modalità di elezione del presidente, facendo presente come per aderire alla richiesta formulata dal deputato La Loggia si potrebbe prospettare un quorum qualificato analogo a quello previsto per l'elezione del presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radio televisivi che prevede il quorum dei tre quinti per le due prime votazioni e, successivamente, la maggioranza assoluta. Rileva in proposito come su tale aspetto sarebbe necessario adottare soluzioni uniformi per tutte le Commissioni di inchiesta.

Il sottosegretario Luigi SCOTTI rileva come la proposta di estendere l'ambito dell'inchiesta al fenomeno del terrorismo nasce dalla scoperta, operata in diverse sedi giudiziarie, della stretta connessione esistente tra i due fenomeni, nonché dalla conseguente preoccupazione di creare due distinti organismi che potrebbero dare luogo ad una duplicità di indagini su due fenomeni in qualche modo collegati.

Luciano VIOLANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata nel pomeriggio, alle ore 15 che propone di posticipare alle ore 18, al fine di consentire ai relatori di predisporre una proposta di testo unificato.

La seduta termina alle 13.15.

SEDE REFERENTE

Martedì 13 giugno 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Scotti.

La seduta comincia alle 18.10.

Sui lavori della Commissione.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che da notizie di stampa si è appreso che il presidente dell'associazione degli industriali della regione Calabria, ingegner Filippo Callipo, ha manifestato la propria intenzione di dimettersi dalla carica ricoperta dopo aver a lungo denunciato la difficile situazione per gli industriali calabresi di operare in presenza di forti condizionamenti provenienti dagli ambienti malavitosi. Ritiene che la Commissione possa valutare l'opportunità di procedere, nell'ambito dell'esame del provvedimento istitutivo di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, ad una audizione informale dell'ingegner Filippo Callipo, che potrebbe avere luogo comunque nella mattinata di domani, mercoledì 14 giugno, al fine di acquisire eventuali suggerimenti in ordine alla predisposizione del testo da sottoporre all'Assemblea.
Comunica inoltre di avere ricevuto una lettera, da parte dei deputati Bocchino e La Russa, con la quale viene richiesta l'attivazione di una indagine conoscitiva sul tema della sicurezza dei cittadini, ai sensi dell'articolo 144 del regolamento.

Italo BOCCHINO (AN), dopo aver preso atto della sensibilità dimostrata nei confronti dell'ingegner Callipo, esprime perplessità in ordine allo svolgimento dell'audizione prospettata dal presidente in assenza di una organizzazione dei lavori della Commissione che preveda lo svolgimento di un'attività conoscitiva in materia.


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Ritiene invece che l'audizione proposta, comunque condivisibile nel merito, potrebbe essere svolta nell'ambito della prospettata indagine conoscitiva sulla sicurezza dei cittadini, che contribuirebbe a rendere meno burocratica e più dinamica l'attività della I Commissione.
Sottolinea infine l'importanza che riveste per l'opinione pubblica l'eventuale svolgimento dell'indagine conoscitiva sui problemi della sicurezza anche alla luce del dibattito attualmente in corso sulla concessione dell'amnistia.

Marco BOATO (Verdi) si dichiara perplesso sull'oggetto del dibattito incidentale, che investe questioni di competenza dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, e propone dunque di rinviarne l'esame alla riunione di tale organo già convocata alle ore 9 di domani, pur non essendo pregiudizialmente contrario. Contesta le osservazioni svolte dal deputato Bocchino, rilevando che nella precedente legislatura la I Commissione, presieduta dal deputato Bruno, ha svolto adeguate e complesse attività conoscitive e di indagine, con particolare attenzione anche ai temi della sicurezza, senza che i lavori della Commissione fossero impuntati ad alcuna visione burocratica.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente di avere avanzato la proposta in questa sede, anziché nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, già convocato per domani, solamente in ragione della ristrettezza dei tempi disponibili per assumere un orientamento in merito ad una audizione che dovrebbe avere luogo già nella mattina di domani.

Graziella MASCIA (RC-SE) sottolinea come la costituzione della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della mafia sia di primaria importanza ed abbia precedenza su altri temi. Concorda con il deputato Boato sul fatto che il tema della sicurezza sia stato affrontato in molte occasioni ed in modo approfondito nella precedente legislatura. Si dichiara contraria a porre una connessione fra i temi della sicurezza e dell'amnistia.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) nel concordare con il presidente sull'opportunità e l'utilità dell'audizione dell'ingegner Callipo, rileva che tale questione dovrebbe essere esaminata in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Contesta le affermazioni del deputato Bocchino circa la visione burocratica che avrebbe improntato i lavori della I Commissione nella precedente legislatura.

Gabriele BOSCETTO (FI), fermo restando che la proposta di audizione dell'ingegner Callipo dovrebbe essere esaminata dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ritiene che comunque tale audizione non sia fondamentale per l'attività istruttoria sulla proposta di legge in esame. A suo avviso, tuttavia, sarebbe più opportuno che fosse la Commissione «Antimafia» ad ascoltare l'ingegner Callipo ovvero la I Commissione nell'ambito dell'indagine conoscitiva proposta dal deputato Bocchino.

Roberto COTA (LNP) si dichiara perplesso circa la pertinenza dell'audizione rispetto all'istruttoria sul provvedimento in titolo, ritenendo che tale audizione sia di competenza della istituenda Commissione.

Luciano VIOLANTE, presidente, dopo aver ulteriormente chiarito i motivi per cui ha prospettato di procedere all'audizione dell'ingegner Callipo, legati alla peculiarità della situazione della criminalità organizzata in Calabria, propone alla Commissione di procedere a tale audizione nella mattina di domani, mercoledì 14 giugno 2006, alle ore 11.30.

La Commissione concorda.


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Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali.
C. 40 Boato, C. 326 Lumia, C. 571 Forgione, C. 688 Angela Napoli e C. 890 Lucchese.

(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione del testo base).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto televisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, così resta stabilito.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, avverte di avere predisposto con il deputato Amici una proposta di testo unificato, che procede ad illustrare. Sottolinea, in primo luogo, come le realtà associative siano state incluse tra i soggetti che l'istituenda Commissione consulta nello svolgimento delle attività di competenza. Quanto ai requisiti di accesso alla Commissione si propone l'inserimento di un inciso che renda necessario tener conto della specificità dei compiti assegnati alla Commissione medesima. In ordine alla durata della Commissione, si propone il mantenimento della norma prevista dalla legge n. 386 del 2001, che prevede il rinnovo dopo il primo biennio. Prendendo atto dell'orientamento espresso dalla Commissione Giustizia nella precedente legislatura, in riferimento a proposte di legge istitutive di Commissioni d'inchiesta, nell'articolo 3 è stato inserito un espresso richiamo a tutti gli articoli del codice penale applicabili alle audizioni a testimonianza davanti alla Commissione. È stato inoltre introdotto, prendendo atto di quanto emerso dal dibattito in Commissione, il nuovo articolo 4, che prevede garanzie per l'adozione di provvedimenti incidenti sui diritti di libertà costituzionalmente garantiti prevedendo, in particolare, una maggioranza qualificata per l'adozione degli stessi, l'obbligo di motivazione e la possibilità di ricorrere a tali strumenti nei soli casi e modi previsti dalla legge. Inoltre, in caso di necessità e di urgenza, tali provvedimenti possono, sempre a maggioranza qualificata, essere adottati dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, e devono essere convalidate dalla Commissione entro le 48 ore successive. Rimane inalterato il testo della precedente legge istitutiva in merito alle procedure di richiesta di atti e documenti, sulla disciplina del segreto e sull'organizzazione interna. Il nuovo comma 5 dell'articolo 7 della proposta introduce, infine, un limite di spesa, prendendo atto di un orientamento largamente favorevole alla previsione di misure di contenimento degli oneri recati dall'istituzione di Commissioni d'inchiesta.
Quanto alla questione relativa all'adozione di una maggioranza qualificata per l'elezione del presidente, i relatori non hanno ritenuto opportuno, allo stato, inserire una disposizione in tal senso nella proposta. Tuttavia, ove tale ipotesi fosse condivisa dalla Commissione, i relatori ritengono che potrebbe essere in parte mutuato il sistema di elezione del presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, prevedendo un primo scrutinio con maggioranza dei tre quinti dei componenti la Commissione, un secondo a maggioranza assoluta dei componenti, mentre dal terzo scrutinio sarebbe sufficiente la maggioranza dei votanti.

Roberto COTA (LNP) intervenendo a nome del proprio gruppo concorda con la proposta di testo unificato nel suo complesso e, per alcuni profili che destano perplessità, si riserva eventualmente di presentare appositi emendamenti volti, in particolare, a specificare le questioni connesse alla violazione dei diritti di proprietà intellettuale, nonché a configurare come facoltà della Commissione, e non quale obbligo, la consultazione di soggetti e realtà associative.

Marco BOATO (Verdi) preannuncia il voto favorevole all'adozione della proposta


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di testo unificato predisposta dai relatori quale testo base.

Italo BOCCHINO (AN) esprime la condivisione del proprio gruppo sulla proposta di testo unificato. Desta perplessità peraltro l'inciso introdotto nell'articolo 2, comma 1, in base al quale nella nomina dei componenti la Commissione si dovrà tener conto della specificità dei compiti assegnati alla istituenda Commissione. Inciso che, a suo avviso, dovrebbe essere formulato in modo più efficace.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'adozione del testo base. Rileva che occorra riflettere sulla introduzione del meccanismo della maggioranza qualificata per l'elezione del presidente della Commissione. In particolare, si domanda quale sia la ragione istituzionale che possa consentire di distinguere, sotto il citato profilo, la Commissione «Antimafia» dalle altre Commissioni d'inchiesta. Infatti, mentre la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi presenta peculiarità tali da giustificare un suddetto meccanismo di elezioni, la Commissione «Antimafia» non presenta, a suo avviso, analoghe peculiarità.

Graziella MASCIA (RC-SE) concorda con quanto testé rilevato dal deputato Zaccaria ed esprime apprezzamento per il lavoro svolto dai relatori, preannunciando il voto favorevole del proprio gruppo all'adozione del testo base.

Giacomo STUCCHI (LNP) intervenendo a nome del proprio gruppo esprime apprezzamento per l'impianto del testo unificato elaborato dai relatori. Rileva tuttavia l'opportunità di riflettere in ordine all'adeguatezza del tetto di spesa introdotto dall'articolo 7, comma 5, onde evitare che l'attività dell'istituenda Commissione sia ostacolata dalla mancanza di risorse finanziarie, che potrebbero conseguire all'identificazione di una percentuale fissa dell'incremento autorizzabile da parte dei Presidenti delle due Camere.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur) chiede chiarimenti ai relatori sui criteri che hanno condotto alla determinazione dei tetti di spesa di cui all'articolo 7 comma 5, e rileva che il budget debba essere in ogni caso definito in modo puntuale.

Gabriele BOSCETTO (FI) riservandosi di intervenire in ordine ai profili relativi al tetto di spesa in sede di illustrazione degli emendamenti, rileva sin d'ora che occorre evitare che l'istituenda Commissione possa trovarsi nella condizione di non poter svolgere la propria attività per mancanza di fondi. A nome del proprio gruppo esprime apprezzamento sulla proposta di testo unificato elaborato dai relatori. Replicando alle osservazioni del deputato Zaccaria, rileva che la Commissione «antimafia» presenta delle significative peculiarità che ben potrebbero giustificare l'elezione del presidente con maggioranze qualificate. Ritiene quindi, sotto questo profilo, opportuno compiere una scelta innovativa.

Felice BELISARIO (IdV) esprime il proprio consenso in ordine all'impianto complessivo del testo unificato. Si dichiara peraltro perplesso sul meccanismo della maggioranza qualificata previsto dall'articolo 4, che renderebbe molto difficile adottare deliberazioni aventi ad oggetto i provvedimenti incidenti sui diritti di libertà costituzionalmente garantiti. Sul punto, pertanto, si riserva di presentare un apposito emendamento.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, intende chiarire alcune questioni emerse dal dibattito. Quanto al profilo delle spese si è preso atto dell'esigenza condivisa di porre un limite ad eccessive e poco giustificabili incrementi delle stesse. Il calcolo del tetto di spesa è stato effettuato analizzando la spesa sostenuta dalle precedenti Commissioni d'inchiesta e cercando, comunque, di rispettare l'esigenza di contenimento. Quanto all'inciso modificativo dell'articolo 2 comma 1, la ratio dello stesso è quello


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di sottolineare che i componenti dell'istituenda commissione debbano avere non solo i requisiti professionali ma anche quelli morali. Quanto infine ai provvedimenti restrittivi di cui all'articolo 4 del testo in esame, occorre tener presente che la Costituzione prevede che la Commissione d'inchiesta possa agire con gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria. Tuttavia, l'autorità giudiziaria deve rispettare un sistema di garanzie che non possono essere direttamente mutuate quali limiti per l'attività della Commissione d'inchiesta. Si è voluto pertanto stabilire un diverso sistema di garanzie procedurali che vincolano l'attività dell'istituenda Commissione. Ribadisce l'opportunità di adottare il sistema della maggioranza qualificata per la elezione del presidente della Commissione, rilevando che il rapporto tra maggioranza e opposizione nell'attuale composizione politica delle due Camere non è così netto e che sul tema della lotta alla mafia occorre trovare più ampie convergenze.

La Commissione delibera di adottare il testo unificato predisposto dai relatori quale testo base (vedi allegato).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte di ritenere opportuno che la Commissione chieda al Presidente della Camera l'assenso affinché sul testo unificato possa essere acquisito il parere della V Commissione Bilancio, considerato il tenore della disposizione introdotta all'articolo 7, comma 5, concernente il limite di spesa di funzionamento della Commissione di inchiesta.

La Commissione concorda.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che il termine per la presentazione di emendamenti al testo unificato è fissato a domani, mercoledì 14 giugno 2006, alle ore 13 e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 19.10.