Mercoledì 28 giugno 2006. - Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE.
La seduta comincia alle 14.
Sulla missione a Vienna in occasione della Conferenza dei Presidenti delle Commissioni Ambiente dei Parlamenti dei Paesi europei e del Parlamento europeo (15-16 giugno 2006).
Daniele CAPEZZONE, presidente, ricordo che il 15 e 16 giugno 2006 una delegazione della VIII e della X Commissione, composta dai deputati Piglionica, per la VIII Commissione, e Saglia, per la X Commissione, ha effettuato una missione a Bruxelles, per partecipare alla riunione congiunta di rappresentanti del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali dell'Unione europea sul tema dell'efficienza energetica. In esito allo svolgimento della riunione, il deputato Saglia ha depositato una relazione, finalizzata ad illustrare alla Commissione l'andamento della riunione medesima (vedi allegato).
Stefano SAGLIA (AN), richiama l'utilità della partecipazione a queste riunioni. In particolare negli incontri è stata dettagliatamente illustrata l'esperienza dell'Austria, Paese ospitante, sulle strategie per l'efficienza energetica. Da tutti gli interventi è emersa la necessità di incentivare il ricorso alle fonti rinnovabili: l'Austria in questa prospettiva ha un'esperienza qualificata nel settore del fotovoltaico e rappresenta un esempio nella produzione di energia da biomasse. Altri temi di riflessione sono stati l'efficienza ed il risparmio
energetico negli edifici e l'efficienza energetica delle imprese. Un'insoddisfazione generale è emersa nei confronti degli scarsi investimenti della Commissione europea nel settore. Per un'esposizione dettagliata rimanda alla lettura del documento allegato.
La seduta termina alle 14.10.
Mercoledì 28 giugno 2006. - Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE.
La seduta comincia alle 14.10.
Legge comunitaria 2006.
C. 1042 Governo.
(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2005.
Doc. LXXXVII, n. 1.
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito esame congiunto ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato nella seduta di ieri.
Andrea LULLI (Ulivo), pur condividendo le osservazioni del relatore sui provvedimenti in esame emerse nella seduta di ieri, si domanda se una qualche competenza della Commissione sia ravvisabile anche nell'articolo 9 del disegno di legge comunitaria, che apporta una modifica alla legge n. 362 del 1991, relativo alla successione della partecipazione alla proprietà delle società farmaceutiche. In ogni modo, ritiene che tale articolo andrebbe soppresso, ed auspica la formulazione di un rilievo in tal senso nella relazione alla XIV Commissione.
Daniele CAPEZZONE, presidente, ricorda che domani alle ore 18,00 scade il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge comunitaria.
Luigi D'AGRÒ (UDC), relatore, anche se, come già sottolineato nella relazione di ieri, la legge comunitaria di quest'anno non è densa di contenuti per quanto concerne le competenze della Commissione, auspica uno sforzo di intervento per quanto riguarda l'articolo relativo al codice del consumo, sulla scorta del lavoro già svolto dalla Commissione nel passato sul tali tematiche. Preannuncia comunque l'intenzione di presentare una proposta nel senso di riferire favorevolmente alla XIV Commissione sul disegno di legge C. 1042 e di esprimere parere favorevole sulla Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2005, con l'inserimento di eventuali rilievi pertinenti.
La seduta termina alle 14.20.
Mercoledì 28 giugno 2006. - Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE.
La seduta comincia alle 14.20.
Disposizioni in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale.
C. 1041 Governo.
(Seguito esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.
Daniele CAPEZZONE, presidente, ricorda l'inizio del dibattito svolto nella seduta di ieri e domanda se vi siano ulteriori interventi.
Marilde PROVERA (RC-SE), chiede se il Governo sia in grado di fornire i chiarimenti richiesti nella giornata di ieri.
Il sottosegretario Alfonso GIANNI, insiste sul carattere limitato e in qualche maniera «imposto» del provvedimento in esame; l'eventualità delle sanzioni ha anche motivato la posizione dell'urgenza sull'approvazione del disegno di legge. Obiettivamente non ha necessità a riconoscere l'esigenza di una discussione più ampia sul tema dell'energia, di grande rilievo anche per i costi sopportati dai cittadini. Si potrà però affrontare questa discussione quando sarà all'esame della Commissione il disegno di legge più vasto del Ministro Bersani, già deliberato dal Consiglio dei Ministri, ed in quella sede il Governo sarà disponibile ad un dibattito articolato. Inoltre, fa presente che il Governo, in tempi rapidi, ha anche intenzione di affrontare il tema di una seria politica industriale, che è strettamente connesso a quello dell'energia: anche in questa sede si potrà quindi discutere. Per venire ai quesiti più specifici sollevati nel dibattito, sulla sopravvivenza del comma 29 dell'articolo 1 della legge 239 del 2004 non vi è dubbio; per abrogarla occorre un intervento normativo esplicito, anche se non nasconde che il dibattito su questa norma è aperto e vi è chi dubita sulla sua costituzionalità e sulla sua rispondenza alla normativa europea. È una discussione complessa difficile da sciogliere in questa sede. Si è effettivamente verificato che i comportamenti di altri Paesi europei (in particolare Francia e Spagna) dimostrano di non gradire l'intervento di compagnie non nazionali e si muovono in senso protezionista. In questo senso è necessaria una riflessione pragmatica, non-ideologica, che inserisca il tema dell'energia nel contesto internazionale. Rimanendo in vigore la norma Marzano il governo non è privato degli strumenti necessari per intervenire in caso di necessità e non vi è l'esigenza, da alcuni prospettata, di «aggirare» la sentenza non abrogando i due decreti-legge in questione: questo è un atto dovuto che consente all'Italia di porsi in una situazione corretta nell'ambito europeo e nelle trattative intercorrenti con altri Paesi (ENEL-SUEZ).
Luigi D'AGRÒ (UDC), fa presente che il suo gruppo in Aula si è astenuto sulla votazione relativa all'urgenza del provvedimento, e questo perché da sempre sensibile al tema della legalità, ma d'altra parte ritenendo che mantenere i normali tempi d'esame parlamentare sarebbe stato un segnale importante. I messaggi che arrivano dall'Europa mettono infatti l'Italia in una situazione di difficoltà; il rischio è che invece che in un mercato liberalizzato ci si trovi di fronte all'affermarsi in Italia di oligopoli stranieri. I provvedimenti che si vanno ad abrogare sono di tutela e quindi potremmo trovarci in futuro nell'impossibilità di reagire; la debolezza in questo settore potrebbe condurre l'Italia in una situazione di grande incertezza: è qui che il governo deve muoversi attivamente di fronte agli interlocutori europei per non fare dell'Italia la Cenerentola europea.
Maurizio BERNARDO (FI) ricordando che il suo Gruppo ha votato contro la proposta di dichiarare l'urgenza del provvedimento all'esame della Commissione, sottolinea che il problema energetico può essere risolto solo con l'approvazione di provvedimenti a più ampio respiro e che al fine di approvare un valido programma di politica energetica è necessario tenere in considerazione il ruolo delle Regioni, anche alla luce delle competenze assegnate alle stesse dalla Costituzione in materia energetica. Sottolinea che i provvedimenti che hanno portato alla liberalizzazione dei mercati del gas e dell'energia elettrica in Italia non hanno trovato eguale corrispondenza in altri Paesi appartenenti all'Unione europea, i quali hanno protetto in modo più penetrante la competitività delle imprese più importanti operanti in tali settori. Auspica inoltre che le Regioni siano maggiormente coinvolte nei processi decisionali strategici in materia di politica energetica al fine di evitare che siano obbligate ad accettare decisioni «prese dall'alto». Pone in evidenza la gravità della circostanza che vede le imprese e i
consumatori italiani costretti a sopportare costi relativi all'uso dell'energia molto superiori rispetto a quelli che sopportano le imprese e i cittadini di altri paesi europei. Ritiene centrale la questione della «reciprocità» nei rapporti con gli altri Stati membri dell'Unione europea, considerando altresì importante avviare la discussione del disegno di legge di delega in materia energetica approvato recentemente dal Consiglio dei ministri, il quale dovrebbe mirare ad un assetto normativo che non porti lo Stato italiano ad essere propenso a liberalizzare i settori dell'energia in maniera più intensa rispetto a quanto avviene in altri Paesi.
Considera infine fondamentale intervenire in ambito energetico più che con provvedimenti di delega con normative di diretta attuazione e auspica che la Commissione possa avere in ogni caso tempi adeguati per discutere in modo approfondito delle tematiche energetiche.
Marilde PROVERA (RIF.COM.-S.E.), sottolinea l'importanza di approvare il provvedimento in discussione alla luce del fatto che il 4 giugno sono scaduti i termini per l'adempimento dell'Italia agli obblighi comunitari, scadenza dalla quale deriva l'applicazione di pesanti sanzioni pecuniarie.
Ricorda che il decreto-legge del 2005 non ha risolto la questione di illegittimità comunitaria derivante dal decreto-legge del 2001 e considera quindi doveroso procedere all'abrogazione dei due decreti. Evidenzia peraltro il fatto che l'Italia avrebbe dovuto - seguendo la linea tracciata da altri Paesi europei - evitare di dare un impulso così inteso ai processi di liberalizzazione nei settori energetici, tutelando quindi maggiormente gli interessi delle imprese italiane più importanti dei settori stessi. Auspica che il Governo si muova quindi in questa direzione al fine di evitare che le imprese italiane siano «prese d'assalto» da soggetti esteri e pone l'accento sull'importanza - più in generale - di definire obiettivi chiari in materia di politica energetica con particolare riferimento a tre aspetti fondamentali: il rispetto degli obiettivi individuati nel Protocollo di Kyoto, la definizione di strategie per implementare la produzione di energia in Italia con l'approvazione del Piano energetico nazionale, la definizione del ruolo italiano in ambito europeo.
Erminio Angelo QUARTIANI (Ulivo), invitando a considerare la situazione in maniera obiettiva, fa presente che di fronte ad un provvedimento così limitato come quello all'esame della Commissione si debba mantenere il senso delle proporzioni. Per quel che riguarda gli interventi di politica energetica necessari a risolvere i problemi esistenti nel nostro Paese, essi saranno discussi come già ricordato nelle sedi più opportune, facendo presente che il punto di partenza per la discussione è rappresentato sicuramente dal lavoro svolto dalla Commissione nella scorsa legislatura e in particolare dalle indagine conoscitive sulla politica energetica. Sottolinea in particolare che il documento conclusivo della seconda indagine conoscitiva contiene importanti indicazioni in materia di politica industriale.
Evidenzia l'importanza di comprendere le cause che originano gli elevati costi che le imprese devono sopportare in maniera energetica, ricordando peraltro che le imprese italiane sono necessariamente obbligate ad operare all'interno di un contesto internazionale.
Condivide l'impostazione tendente a dare risalto al ruolo della reciprocità, rilevando tuttavia che la «reciprocità» non può costituire uno strumento attraverso il quale ci si sottrae agli obblighi comunitari. Riconosce che il processo di liberalizzazione è stato attuato in Italia in maniera più massiccia che in altri Stati europei, ricordando tuttavia che paesi come la Francia o la Germania hanno potuto proteggere più intensamente le proprie imprese anche perché oberati di un debito pubblico di minore entità che non li ha costretti a operazioni di dismissioni massicce di imprese pubbliche.
Considera comunque importante salvaguardare l'interesse nazionale e, anche nell'ottica di una sempre maggiore liberalizzazione
da qui al luglio 2007, ritiene che alcuni asset devono restare strategici e quindi di proprietà pubblica (ad esempio le reti). In merito al provvedimento in questione, lo valuta necessario anche nella considerazione che si sono superate le situazioni che avevano originato gli interventi di decretazione di urgenza e che occorre valutare questo intervento non come una imposizione ma come il segnale di un processo di avanzamento del settore a livello europeo.
Stefano SAGLIA (AN), concorda con l'impostazione del collega Bernardo relativamente al ruolo svolto dalle Regioni in materia di politica energetica e ricorda in quest'ottica che il disegno di legge di delega in materia di liberalizzazione varato dal Governo dovrà essere sottoposto al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. Riferendosi alle considerazioni svolte dal sottosegretario Alfonso Gianni, sottolinea che emerge dal suo intervento l'ammissione che esiste un problema di reciprocità e che il provvedimento in questione tende non solo a evitare l'applicazione di pesanti sanzioni pecuniarie allo Stato italiano, ma anche a permettere alle imprese italiane di acquisire maggiori possibilità di accedere al mercato del gas francese con particolare riferimento alla questione «Edison». Sottolinea quindi che il vero intento «politico» del Governo sembra essere quello di porre lo Stato italiano in una situazione di «legittimità» dal punto di vista comunitario per quel che riguarda la tutela della concorrenza nei mercati del gas e in quello elettrico, in modo quindi da poter avanzare con maggiore credibilità presso le istituzioni comunitarie eventuali lesioni della tutela della concorrenza da parte di altri paesi europei e in particolare da parte della Francia.
Invita quindi il Governo a chiarire quali siano i veri motivi che stanno alla base del provvedimento all'esame della Commissione.
Evidenzia peraltro che il pericolo di «scalate» nei confronti di imprese italiane dei settori dell'energia può provenire oltre che da Stati membri dell'Unione europea anche da imprese al di fuori dell'ambito dell'Unione europea (si riferisce in particolare a «Gazprom»), sottolineando quindi come non esista una normativa che consenta di evitare «intrusioni» negli assetti societari italiani da parte di imprese dei paesi extracomunitari. Pone in risalto l'importanza di evitare che il settore dell'energia sia regolamentato da un numero troppo elevato di provvedimenti legislativi, considerando conseguentemente in modo negativo la circostanza che il Governo intenda presentare al Parlamento oltre al provvedimento in questione altri due provvedimenti in materia energetica.
Il sottosegretario Alfonso GIANNI, pur non disconoscendo che alla base di qualunque provvedimento vi è sempre un motivo di ordine politico, ricorda che il provvedimento in esame è stato varato al fine di evitare le sanzioni pecuniarie che sarebbero altrimenti gravate sullo Stato italiano, sottolineando a tale proposito che proprio tale ultima motivazione ha consigliato di scorporare il provvedimento in esame dal disegno di legge generale in materia di energia.
Evidenzia peraltro che sicuramente tale provvedimento consente all'Italia di porsi in una situazione di maggiore potere contrattuale nei confronti degli altri paesi dell'Unione europea.
Ricorda infine con riferimento alle possibili acquisizioni di quote di società italiane che esiste la richiamata norma contenuta nella legge di riordino del settore energetico (articolo 1, co. 29 della legge 239 del 2004) che consente di scongiurare l'avverarsi di tali situazioni.
Ruggero RUGGERI (Ulivo), relatore, constata l'importanza del fatto che il Parlamento si «riappropri» del controllo della politica energetica, anche in considerazione del fatto che recentemente alcune Regioni (Puglia e Veneto) hanno assunto decisioni in contrasto con la politica di liberalizzazione. Rileva che in questi ultimi anni la politica di liberalizzazione si è bloccata, e si sono mantenute imprese in posizione dominante con poteri di interdizione sulla politica nazionale (ad
esempio, ENI per quanto concerne il gas naturale). Giudica positivi i chiarimenti offerti dal Governo relativamente alla «difesa» delle prerogative delle imprese italiane, anche in considerazione del fatto che la legge di riordino del settore energetico contiene comunque una norma che dà risalto al principio della reciprocità, che il Governo potrebbe intervenire successivamente con un decreto-legge e che esistono accordi di collaborazione con altri Paesi europei.
Ribadisce l'importanza di approvare il provvedimento in questione al fine di evitare le sanzioni pecuniarie previste e nella considerazione che tale provvedimento può aumentare il «potere contrattuale» dello Stato italiano nei confronti degli altri Stati europei. Chiede quindi al Presidente di considerare concluso il dibattito sulle linee generali del provvedimento e di proseguire nell'esame delle proposte emendative.
Daniele CAPEZZONE, presidente, dichiara quindi chiusa la discussione generale e propone di fissare per lunedì 3 luglio, alle ore 18.00, il termine per la presentazione degli emendamenti.
La Commissione concorda.
La seduta termina alle 15.15.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.15 alle 15.30.