I Commissione - Resoconto di marted́ 18 luglio 2006


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AUDIZIONI

Martedì 18 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Vannino Chiti.

La seduta comincia alle 9.35.

Audizione del Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Vannino Chiti sulle linee programmatiche del suo dicastero.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e rinvio).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Introduce quindi l'audizione, facendo presente l'esigenza di concluderla entro le ore 12, contenendo a tal fine il tempo degli interventi.

Il ministro Vannino CHITI svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Interviene per formulare osservazioni e porre quesiti il deputato Italo BOCCHINO (AN).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che per un brevissimo impegno sopravve
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del Ministro l'audizione sarà sospesa per alcuni minuti.

La seduta, sospesa alle 10.25, riprende alle 10.40.

Intervengono per formulare osservazioni e porre quesiti i deputati Marco BOATO (Verdi), Roberto COTA (LNP), Roberto ZACCARIA (Ulivo), Donato BRUNO (FI), Graziella MASCIA (RC-SE), Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN), Maurizio TURCO (RosanelPugno), Enrico LA LOGGIA (FI) e Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo).

Luciano VIOLANTE, presidente, ringrazia il Ministro per l'esauriente relazione svolta e, tenuto conto del numero dei deputati iscritti a parlare, rinvia il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.10.

N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 18 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 12.10.

Sui lavori della Commissione in materia di riforme costituzionali.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che nella seduta di ieri si sono succeduti numerosi interventi nel corso dei quali sono state poste varie questioni in ordine alle modalità di svolgimento dell'indagine conoscitiva. Ricorda di avere preso contatti con il presidente della I Commissione del Senato al fine di verificare la possibilità di uno svolgimento congiunto dell'indagine. Come già rilevato nella seduta di ieri, fa presente che l'indagine dovrebbe essere articolata in maniera tale da coinvolgere il sistema delle autonomie, il mondo del lavoro e della produzione ed esponenti della scienza costituzionale. L'audizione di questi soggetti potrebbe tenersi verso la fine di settembre e concentrarsi in tre distinte sessioni di mezza giornata ciascuna aventi ad oggetto rispettivamente il miglioramento e la semplificazione del riparto delle competenze tra Stato, Regioni e Autonomie; il federalismo e la garanzia dei diritti civili e sociali e, infine, le forme istituzionali del territorio. A questo proposito ricorda che il deputato Zaccaria, nell'intervento svolto nell'ambito dell'odierna audizione del Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, ha proposto di dedicare un'apposita riflessione sulla giurisprudenza costituzionale in materia di riparto delle competenze, anche sotto il profilo attuativo. Successivamente, l'attività conoscitiva si incentrerebbe sull'approfondimento circa il diverso modo in cui il federalismo è vissuto nel nord e nel sud del Paese e nelle Regioni ad autonomia speciale, mediante una puntuale verifica delle concrete modalità di attuazione delle vigenti norme costituzionali. L'attività in questione, previa intesa con i competenti rappresentanti degli enti territoriali, potrebbe svolgersi nelle città di Venezia, Napoli e, per quanto riguarda le regioni a statuto speciale, in Sicilia, fermo restando l'invito da rivolgere ai rappresentanti delle altre regioni e province a statuto speciale a partecipare ai lavori in tale sede.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), in ordine alla individuazione delle sedi nelle quali organizzare l'attività conoscitiva finalizzata a verificare l'impatto del federalismo a livello territoriale nelle nord del paese, ritiene che quella di Milano sarebbe la sede più idonea.


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Luciano VIOLANTE, presidente, rispondendo al deputato Zaccaria, ritiene che la scelta delle sedi vada rinviata ad un momento successivo, ma che comunque essa debba tenere conto delle specificità del territorio interessato in relazione alla materia oggetto dell'attività conoscitiva. In questo senso osserva come il Veneto presenti forse caratteristiche più idonee ad assicurare una verifica completa sull'attuazione del federalismo nelle zone settentrionali del paese. Ricorda inoltre che il deputato Zaccaria, nell'intervento svolto nell'ambito dell'odierna audizione del Ministro Chiti, ha proposto di indirizzare l'attività conoscitiva anche all'analisi del progetto di riforma sulla stessa materia in corso di esame presso il Parlamento tedesco. A tale riguardo informa la Commissione di avere preso contatti con il presidente dell'omologa Commissione del Bundestag al fine di avviare un confronto non solo su taletematica, ma anche, in vista dell'avvio del semestre di presidenza tedesco, in ordine alla questione del ruolo rivestito dai Parlamenti nazionali nella fase di elaborazione della disciplina comunitaria.

Marco BOATO (Verdi) nel condividere l'opportunità di svolgere gli incontri finalizzati ad approfondire l'impatto del federalismo nelle diverse zone del Paese, ritiene opportuno che quello relativo alle regioni settentrionali abbia luogo nella città di Milano. Per quanto concerne le materie oggetto dell'articolazione tematica dell'indagine conoscitiva, considera opportuno dedicare una sessione dei lavori alle questioni inerenti al superamento del bicameralismo e, più in generale, ala riforma del Parlamento e del ruolo del Senato, eventualmente operando degli opportuni accorpamenti delle altre aree tematiche.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo) osserva che un compiuto esame sugli effetti del federalismo nelle diverse zone del Paese debba essere rivolto anche alle realtà regionali che non includono al loro interno le grandi città, le quali godono di un rapporto privilegiato nei confronti non solo delle regioni ma anche dello Stato, che induce una visione necessariamente differente del federalismo.

Luciano VIOLANTE, presidente, pur condividendo l'opinione espressa dal deputato Boato, fa presente l'inopportunità di assumere una decisione nel senso da lui indicato, volto ad ampliare l'oggetto dell'indagine conoscitiva alle questioni inerenti alla riforma del Senato, senza prima avere acquisito l'orientamento in materia della 1a Commissione del Senato circa la possibilità di uno svolgimento congiunto dell'indagine conoscitiva. Nel dichiarare concluso il dibattito, si riserva di richiedere al Presidente della Camera l'autorizzazione allo svolgimento dell'indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, previa definizione conclusiva del programma, sulla base degli orientamenti emersi nella discussione, nella odierna riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

La seduta termina alle 12.25.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 18 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 12.25.

Legge comunitaria 2006.
C. 1042 Governo.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame emendamenti e conclusione - Parere contrario).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che nella seduta odierna la Commissione è chiamata ad esprimere il parere sugli emendamenti ed articoli aggiuntivi al disegno di legge comunitaria 2006, presentati


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direttamente presso la XIV Commissione e trasmessi alla I Commissione in quanto vertenti su materie di sua competenza. Ricorda che per prassi consolidata al parere delle Commissioni di settore su tali emendamenti è riconosciuta un'efficacia vincolante. L'espressione di un parere favorevole, ancorché con condizioni o osservazioni, equivale pertanto ad una assunzione dell'emendamento da parte della Commissione, assimilabile alla fattispecie della diretta approvazione di cui all'articolo 126-ter, comma 5, del regolamento. Viceversa, un parere contrario della Commissione su tali emendamenti o articoli aggiuntivi ha l'effetto di precludere l'ulteriore esame degli stessi presso la XIV Commissione. Invita quindi il relatore ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 3.01 Misuraca.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), relatore, osserva che l'articolo aggiuntivo 3.01 Misuraca è volto a prevedere che, nelle materie di competenza concorrente od esclusiva delle regioni, qualora siano comminate allo Stato italiano sanzioni pecuniarie dovute al mancato od inadeguato recepimento o attuazione di norme comunitarie, si provveda alla ripartizione dell'onere relativo tra le regioni alle quali è imputabile la responsabilità per l'inadempimento. Trattandosi di una norma di carattere ordinamentale che si colloca nella generale prospettiva dell'attuazione della disciplina comunitaria, ritiene che essa andrebbe meglio inserita all'interno della legge n. 11 del 2005, che contiene norme relative alla cosiddetta «fase discendente» del processo normativo comunitario. Pur comprendendo lo spirito ispiratore dell'articolo aggiuntivo, osserva inoltre che esso non tiene conto del fatto che sia agli articoli 117 e 120 della Costituzione sia nell'ambito della citata legge n. 11 del 2005, è previsto il potere sostitutivo dello Stato nei confronti delle regioni proprio al fine di impedire che un mancato o inadeguato recepimento delle norme comunitarie da parte delle regioni stesse comporti come conseguenza l'emissione di sanzioni pecuniarie da parte delle autorità comunitarie nei confronti dello Stato. Propone pertanto l'espressione di un parere contrario.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling) condivide la proposta di parere contrario formulata dal relatore, osservando come sovente le regioni non siano in grado di attuare la normativa comunitaria, nelle materie di competenza concorrente, a causa della mancanza dei principi fondamentali stabiliti con legge dello Stato. Ritiene pertanto iniquo determinare una forma di responsabilità esclusiva per le regioni.

Marco BOATO (Verdi), dopo aver dichiarato di condividere le osservazioni espresse dal relatore e dal deputato Zeller, rileva come il testo dell'articolo aggiuntivo Misuraca 3.01 faccia un improprio riferimento alla competenza esclusiva delle regioni che, a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, non esiste più in quanto per le regioni è prevista, oltre alla legislazione concorrente, solo una competenza residuale in ordine a tutte le materie non espressamente riservate alla legislazione dello Stato.

Sandro GOZI (Ulivo) dichiara di condividere la proposta di parere contrario del relatore soprattutto sulla base della motivazione per cui l'esistenza del potere sostitutivo dello Stato nell'attuazione della normativa comunitaria da parte delle regioni non consente di prefigurare una forma di responsabilità esclusiva per le regioni inadempienti. Ritiene invece che debba maturare una riflessione circa l'opportunità di stabilire forme di responsabilità per quelle regioni che, violando precisi obblighi comunitari, causano la comminazione di sanzioni pecuniarie per lo Stato.

Franco RUSSO (RC-SE) dichiara di condividere l'osservazione del relatore circa l'inopportunità di prevedere una forma di responsabilità diretta per le regioni


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inadempienti rispetto all'attuazione della normativa comunitaria alla luce della vigenza, nel nostro ordinamento costituzionale, del potere sostitutivo dello Stato nei confronti di tali regioni. Dichiara altresì di condividere l'osservazione del deputato Boato sulla impropria terminologia utilizzata dall'articolo aggiuntivo in esame circa la «competenza esclusiva» delle regioni. Ritiene poi che, nel corso della indagine conoscitiva sulle prospettive di riforma del Titolo V della Costituzione, debba studiarsi una forma di coordinamento tra regioni e Stato ai fini dell'attuazione della disciplina comunitaria.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) intervenendo a nome dei gruppi di opposizione, dichiara di condividere il contenuto dell'articolo aggiuntivo 3.01 Misuraca, in quanto con esso si prevede una forma di responsabilizzazione diretta delle regioni inadempienti, che rappresenta una intuitiva applicazione di un principio di buon senso.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere contrario del relatore sull'articolo aggiuntivo 3.01 Misuraca.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2007-2011.
Doc. LVII, n. 1.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere sui profili di competenza sul documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2007-2011. Invita quindi il relatore a svolgere la sua relazione.

Cinzia DATO (Ulivo), relatore, osserva preliminarmente che il documento di programmazione economico-finanziaria in esame ha una portata quinquennale, essendo riferito agli anni tra il 2007 ed il 2011, rappresentando un vero e proprio manifesto economico di legislatura che, insieme al decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale, delinea la politica economica del Governo Prodi. Osserva che il documento in esame è un documento chiaro ed argomentato, realistico nei dati e nelle analisi, che traccia il quadro di un paese reale che deve affrontare molte difficoltà ma che con spirito unitario è in grado di superare. Osserva che le politiche delineate sono nell'insieme quelle necessarie per il rilancio del nostro sistema-paese. Sono fissati gli obiettivi di medio periodo non solo economici, ma anche di qualità sociale ed ambientale. Il documento individua le strategie per consentire una ripresa della crescita, nonchè per riposizionare il nostro paese nel mutuato quadro europeo e globale. Osserva come la portata riformista contenuta nel documento sia ambiziosa, in quanto il Governo intende operare lungo le direttrici della crescita, del risanamento dei conti e dell'equità sociale e territoriale, che sono tra di loro sinergiche. Nel ritenere che l'Italia abbia bisogno di una scossa decisa, osserva come la politica dei due tempi, che prevede prima i sacrifici e successivamente le riforme, sia del tutto superata. Rileva al riguardo che risanamento ed equità debbono camminare insieme non solo per creare il necessario consenso, ma anche per assicurare la stessa efficacia del programma economico del Governo. Osserva quindi che tutte le misure descritte, che si ispirano all'impianto dell'Agenda di Lisbona, sono di natura strutturale. Ritiene


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che l'Italia, come fu per l'adesione alla moneta europea, possegga le energie e lerisorse umane per poter affrontare e vincere la sfida della modernizzazione, ripristinando la coesione nazionale sulla base della giustizia sociale e valorizzando, in particolare, le potenzialità dei giovani e delle donne a cui sono dedicati molti provvedimenti in programma. Evidenzia come un altro elemento decisivo sia quello metodologico. Rileva infatti come sia previsto un ritorno alla concertazione con le parti sociali ed i territori. I sacrifici dovranno avere precise contropartite nelle riforme settoriali ed essere preceduti da misure di equità fiscale. Più che con i tagli si opererà con la razionalizzazione e la riforma della spesa e delle strutture delle pubbliche amministrazioni riqualificando la funzione della sfera pubblica, mentre il rapporto con le autonomie locali sarà collaborativo.
Per quanto concerne gli aspetti di più diretto interesse della I Commissione, segnala in primo luogo come il documento dedichi un paragrafo, all'interno del capitolo IV.1 (Politiche per la crescita), ai temi della qualità, dell'efficacia e della modernizzazione delle pubbliche amministrazioni. In esso si individuano quali fattori chiave per la competitività e lo sviluppo del Paese, la modernizzazione delle pubbliche amministrazioni, la semplificazione dei processi e l'organizzazione ed il miglioramento della qualità della regolazione. In particolare, la drastica riduzione degli oneri burocratici per le imprese e i cittadini, definita una priorità dell'azione del Governo, formerà l'oggetto di un apposito programma pluriennale da realizzare con la cooperazione fra Stato, Regioni e autonomie e la concertazione delle parti sociali; ciò in coerenza con le linee di azione comunitarie indicate nel Piano Nazionale di Riforma e nell'ambito dell'Iniziativa 2010. Ricorda, al riguardo, che l'Iniziativa 2010 rappresenta il nuovo quadro strategico della Commissione europea che, nell'ambito della revisione della strategia di Lisbona, definisce gli orientamenti strategici di massima per la società dell'informazione e le politiche in materia di audiovisivi. Affrontando i due temi in modo integrato, la strategia mira a coordinare le azioni degli Stati membri per facilitare la convergenza digitale e incoraggiare la conoscenza e l'innovazione al fine di sostenere la crescita, nonché la creazione di posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità. La Commissione propone tre obiettivi prioritari che le politiche europee della società dell'informazione e dei media devono conseguire entro il 2010: la realizzazione di uno spazio unico europeo dell'informazione; il rafforzamento dell'innovazione e degli investimenti nella ricerca sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC); la realizzazione di una società dell'informazione e dei media basata sull'inclusione. Ai fini indicati si prevede l'utilizzo integrato di strumenti quali la semplificazione amministrativa, la semplificazione e il riordino normativo, l'analisi di impatto della regolazione, l'innovazione organizzativa e di processo, la valutazione e il monitoraggio delle attività amministrative. In tale quadro assume particolare rilievo l'innovazione tecnologica. Il documento segnala tra i nodi principali la realizzazione di una infrastruttura di connettività aperta ed affidabile, atta a consentire la condivisione dei dati e l'interoperatività tra i vari livelli della pubblica amministrazione e nei rapporti tra questa e i cittadini. Ritiene in particolare che questo rappresenti un significativo passo in avanti per assicurare una gestione trasparente delle risorse e della relativa gestione degli enti locali. Altri aspetti di rilievo concernono la gestione dei registri pubblici e dei flussi documentali con validità giuridica, la diffusione e la semplificazione delle modalità di utilizzazione della firma digitale e della posta certificata, l'accessibilità dei siti web istituzionali. A tale proposito sottolinea come da parte del Governo nella precedente legislatura siano state assunte iniziative interessanti in questa direzione, che però si sono rivelate prive di adeguata copertura finanziaria per assicurare un loro efficace


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funzionamento; auspica pertanto che da parte dell'attuale Governo tali iniziative siano provviste di una idonea copertura. Nel capitolo IV.2 (Risanamento dei conti pubblici) rileva la presenza di un paragrafo dedicato alle funzioni dello Stato e alla loro organizzazione che nega che il contenimento della spesa pubblica destinata all'esercizio delle funzioni fondamentali dello Stato possa ridursi alla fissazione di tetti o a riduzioni del costo del personale. Il contenimento deve essere invece la risultante di una riforma del modo di esercizio di tali funzioni: la riorganizzazione dei procedimenti e degli apparati amministrativi pubblici può infatti costituire il mezzo per migliorare l'esercizio delle funzioni, avvicinare lo Stato ai cittadini e alle imprese e realizzare, al contempo, importanti economie di risorse, contribuendo allo sviluppo e alla competitività del Paese. Il documento inoltre pone al centro di tale progetto l'attuazione dell'articolo 118 della Costituzione. Il riferimento è principalmente da intendersi ai primi due commi di tale articolo, i quali definiscono i criteri per l'attribuzione delle competenze amministrative ai diversi livelli territoriali di governo. Osserva che il generale processo di decentramento è volto anche a dare una forma compiuta al federalismo fiscale. In quest'ottica ritiene che il patto di stabilità debba svolgere un ruolo di stabilizzatore del sistema. Il documento richiama inoltre l'esigenza di valorizzare le risorse umane con interventi tesi alla formazione e, nell'ambito dei rinnovi contrattuali, a nuove e più efficaci forme di riconoscimento del merito; gestire il crescente ricambio dei prossimi anni per favorire l'ingresso di nuove professionalità nella pubblica amministrazione; riorganizzare i processi produttivi ampliando la mobilità e sfruttando gli investimenti volti alla modernizzazione tecnologica; sopprimere «quelle microfunzioni non essenziali che troppo spesso si traducono soltanto in un incremento dei costi»; accorpare o eliminare quegli organismi, enti e strutture che costituiscono, di fatto, una duplicazione di attività già esistenti o lo svolgimento di attività non più necessarie. Osserva quindi che altri obiettivi di interesse della I Commissione al quale il documento fa cenno sono il potenziamento degli strumenti e delle norme relativi ai diritti e alle pari opportunità, nonché il contrasto a tutte le forme di discriminazione. Entrambi sono espressamente menzionati all'interno del capitolo IV.3 (Politiche per l'equità) tra le azioni principali da realizzare nel corso della legislatura. In quest'ambito, il Governo intende avviare un piano straordinario per le pari opportunità e l'allargamento dei diritti di cittadinanza: ad esso è dedicato un riquadro nel capitolo IV.1 (Politiche per la crescita). Ritiene che, al fine di garantire una significativo percorso di crescita complessivo, debbano incentivarsi politiche di pari opportunità. Più di un riferimento s'incontra, infine, nel documento al ruolo chiave nell'agevolare i processi di sviluppo, esercitato dagli interventi dello Stato volti a favorire l'efficace tutela dei diritti, la legalità e la sicurezza dei cittadini e delle imprese. Tale concetto è particolarmente sottolineato nel capitolo V, dedicato a Sviluppo e competitività del Mezzogiorno e politica regionale, ove si osserva che «la precaria situazione della legalità e della sicurezza in molte regioni meridionali continua a costituire un grave ostacolo allo sviluppo economico e sociale». Premesso che «le condizioni di vita dei cittadini e l'accessibilità dei servizi condizionano la capacità di attrazione e il potenziale competitivo di un'area», il documento conclude sul punto ribadendo l'indispensabilità di «azioni che, soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno, contrastino e prevengano i fenomeni criminali, ripristinando condizioni di adeguata sicurezza». Tali azioni «andranno condotte con un forte impegno sulla qualità delle risorse umane coinvolte e con un legame alle iniziative territoriali, che è finora mancato». Ritiene in conclusione che debbano essere privilegiati gli aspetti legati alla legalità, all'equità sociale, alla sicurezza nei luoghi di lavoro ed alle politiche volte a favorire


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l'emersione del lavoro nero al fine di consentire un'apertura del mercato, favorendo così un efficace percorso di crescita. Si sofferma quindi sul problema della tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, ritenendo necessario prevedere un rafforzamento dell'impianto sanzionatorio e dei sistemi ispettivi, aspetti, questi, contenuti nel programma elettorale dell'Unione.

Luciano VIOLANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.55 alle 13.05.