XII Commissione - Mercoledì 19 luglio 2006


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ALLEGATO

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2007-2011 (Doc. LVII, n. 1).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XII Commissione (Affari sociali),
esaminato per le parti di competenza il Documento di Programmazione economico finanziaria per gli anni 2007-2011;
considerato che:
il documento di programmazione economico-finanziaria è redatto a partire dalla lettura attenta della situazione del Paese, proiettata in un quadro europeo. Esso è consapevole di dover intervenire in una situazione molto delicata ed individua nel disagio sociale una delle problematiche da contrastare con forza e con proposte concrete;
i fronti su cui la politica economica deve agire contemporaneamente sono: il risanamento; la promozione dello sviluppo e l'equità;
per quanto attiene in particolare alla salute, il documento afferma significativamente che la spesa sanitaria è una forma essenziale di investimento nel capitale umano. L'esigenza di mantenere e di rafforzare i livelli essenziali di assistenza - propri di un Sistema Sanitario Nazionale giudicato tra i più evoluti nel panorama internazionale - va contemperata con la necessità di rendere più efficiente l'utilizzo delle risorse, poiché è questa la condizione essenziale affinché la sanità svolga appieno il suo ruolo sociale ed economico; ritenendo comunque che la partecipazione alle spese debba rientrare nella più ampia accezione della fiscalità generale;
per quanto riguarda la spesa sociale l'intervento urgente del Governo, pur avendo dato parziale riparo alla consistente riduzione del Fondo nazionale per le politiche sociali realizzata nel corso degli ultimi anni, non permette di dare il necessario sostegno ad una situazione già gravemente deteriorata dei servizi territoriali di base;
non basta affermare che il diritto alla salute è tra i diritti prioritari della persona. Esso ha bisogno di politiche che lo rendano fattuale ed esigibile, e soprattutto necessita che tali politiche vengano attuate. Su questo deve vigilare il SSN, attraverso uno sviluppo equo e solidale ed interventi volti all'obiettivo di riequilibrare le disuguaglianze tra i vari territori del Paese, con un sistema di rendicontazione unificato sul piano nazionale e la diffusione delle pratiche ottimali (best practices) sperimentate in varie Regioni;
bisogna anzitutto intervenire per razionalizzare la spesa, massimizzando l'efficienza nell'utilizzo delle risorse, a partire dall'idea che la spesa socio sanitaria sia un investimento in capitale umano e che un buon sistema di prevenzione abbia un effettivo ritorno in termini sociali ed economici. Ciò implica, in primis, abbandonare una logica puramente riparativa a vantaggio di una politica di promozione del benessere;
valutato che:
le Regioni non vanno punite, ma responsabilizzate e valorizzate. Da questa esigenza nasce il «Nuovo patto per il


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sistema sanitario», che da una prima intesa stabilita lo scorso giugno tra Governo e Regioni è basato su tre principi: conoscenza certa delle risorse disponibili; autonomia responsabile nella loro gestione; piano di risanamento controllato e selettivo;
sulla stessa linea si collocano gli interventi volti a valorizzare e riqualificare la figura del medico di base e a favorire l'assistenza medica presso il domicilio del paziente. In questo modo si intende raggiungere il duplice obiettivo di ridurre le liste d'attesa limitando l'ospedalizzazione dei pazienti e di potenziare le reti territoriali nella gestione dei servizi sanitari. Nel fare questo si deve dare piena applicazione al principio costituzionale della sussidiarietà, secondo i criteri di un equo riconoscimento di diritti e doveri, una bilanciata attribuzione di funzioni e poteri, un'effettiva condivisione di responsabilità;
questo vuol dire anche valorizzare il ruolo della famiglia come cellula fondamentale della società, abbandonando la logica che la vede entrare nel sistema assistenziale solo come destinataria e di sostegno economico e, spesso, sostituiva di servizi. Le reti informali di assistenza socio sanitaria hanno però bisogno di strumenti e di risorse, con azioni volte a rilanciare forme di mutualismo tra le persone e di solidarietà che consolidino e rigenerino il senso di comunità e valorizzino il contributo dei soggetti del terzo settore;
anche a questo contribuirà l'istituzione del fondo nazionale per la non autosufficienza, che assicuri agli anziani il diritto di vivere la propria condizione con dignità e con l'adeguata assistenza. Senza dimenticare che un anziano non è solo «un residuo» uscito dal ciclo produttivo, da assistere nella difficoltà, ma costituisce piuttosto una risorsa da valorizzare attraverso interventi che promuovano una vecchiaia attiva;
a ciò si collega la necessità di affrontare il tema centrale della natalità e della politica demografica. Un futuro di sviluppo equilibrato e sostenibile appartiene a quelle nazioni o quelle grandi aree geografiche che sapranno governare bene la demografia, che avranno il sostegno dell'aumento delle nascite nei momenti difficili, che sapranno far fronte al calo della natalità. A tal fine il documento prevede il potenziamento dei servizi all'infanzia e, in particolare, l'innovativa istituzione dell'assegno ai minori, una misura strutturale che riorganizza gli aiuti economici e investe seriamente sul futuro delle nuove generazioni;
sottolineato che:
tutto ciò non può prescindere da una seria e concreta politica di contrasto alla povertà, attraverso l'introduzione del reddito minimo di inserimento, una ridistribuzione della spesa sociale, interventi fiscali che garantiscano un'adeguata protezione alle classi più deboli, progetti di reinserimento sociale e lavorativo concertati con gli enti locali, ma anche interventi sinergici volti a garantire alle famiglie un accompagnamento e un sostegno costante, che evitino loro di arrivare a qual limite estremo di esclusione sociale in cui l'intervento esterno diventa indispensabile e improrogabile;
le linee principali del documento in ambito socio sanitario appaiono coerenti con la volontà di coniugare sviluppo e coesione sociale, attraverso una politica centrata sui diritti della persona e sull'analisi dei bisogni;
le misure previste qualificano il DPEF al nostro esame e ne fanno un documento serio e pregnante;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
la spesa sanitaria deve stabilizzarsi agli attuali livelli rispetto al PIL e non ridursi, mirando ad allargare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA);
è necessario istituire in tempi brevi il Fondo nazionale per la non autosuffi
cienza,


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dotandolo delle risorse necessarie per garantirne l'attuazione e la continuità;
contestualmente devono essere definiti i nuovi LEA per la non autosufficienza, prevedendo in particolare il rafforzamento del servizio domiciliare integrato;
contestualmente deve essere previsto un rilancio significativo e progressivo della spesa sociale ed un rifinanziamento della legge n. 285 del 1997;
l'obiettivo di stabilizzare i contratti atipici nella sanità deve essere perseguito a tutela di migliaia di giovani interessati;
è necessario regolamentare i contratti di formazione specialistica dei medici specializzandi;
è infine necessario potenziare la rete di prevenzione e l'adeguamento tecnologico delle strutture sanitarie nelle aree del Mezzogiorno.