XII Commissione - Resoconto di mercoledì 19 luglio 2006


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 19 luglio 2006. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Intervengono il sottosegretario di Stato per la salute, Serafino Zucchelli e il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 8.50.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2007-2011.
Doc. LVII, n. 1.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 18 luglio 2006.

Salvatore MAZZARACCHIO (FI) spiega di aver nutrito perplessità circa l'opportunità di intervenire nel dibattito sul Documento di programmazione economico-finanziaria, ritenendo che l'intervento più loquace sarebbe stato il silenzio. Chiarisce infatti di nutrire perplessità forti e generalizzate sull'intero documento. Al riguardo, ricorda come lo stesso Presidente della Corte dei Conti abbia giudicato le previsioni di crescita per il 2007 come non verificabili, in assenza di indicazioni precise sulle misure della manovra di finanza pubblica, e abbia definito assai ambizioso l'obiettivo di riportare il rapporto tra deficit e PIL sotto il 3 per cento entro lo stesso 2007; lo stesso Presidente ha lamentato l'assenza di una strategia di lotta all'evasione fiscale concepita come ordinaria attività gestionale. Sottolinea quindi come l'intenzione di contenere la crescita della spesa pubblica si traduca nel Documento di programmazione economico-finanziaria in ipotesi di tagli proprio nei quattro comparti della sanità, della previdenza,


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degli enti locali e del pubblico impiego, che avevano costituito il cavallo di battaglia dell'opposizione nella precedente legislatura e nel corso della campagna elettorale. Nota inoltre come persino ministri dell'attuale Governo abbiano affermato che l'applicazione di tagli della spesa in questi settori porrebbe in discussione la stessa tenuta della maggioranza e come, in particolare, il ministro Ferrero si sia addirittura dissociato dal provvedimento in sede di Consiglio dei Ministri. Ricorda poi che anche il Ministro dell'economia ha ammesso che il documento non può che essere una elencazione di buone intenzioni e che occorrerà attendere la presentazione del disegno di legge finanziaria per avere indicazioni più precise. Lamenta inoltre che il Documento di programmazione economico-finanziaria dedica scarsissima attenzione al problema del Mezzogiorno, che a suo avviso costituisce invece il problema principe dell'economia nazionale, e che anche le poche pagine dedicate a questo tema si limitano in gran parte ad una ricostruzione di carattere storico con l'aggiunta di alcune considerazioni assolutamente generiche. Dopo aver dichiarato la disponibilità a dialogare e collaborare sui temi toccati dal Documento di programmazione economico-finanziaria, in quanto ritiene che essi pongano in gioco l'interesse del Paese, dichiara che, a suo avviso, non è assolutamente realistico pensare di recuperare 70 mila miliardi delle vecchie lire dal contrasto all'evasione fiscale. A questo proposito si dice convinto che solo un abbassamento delle aliquote fiscali, attualmente troppo elevate, consentirebbe di combattere efficacemente l'evasione, com'è confermato dall'esperienza degli Stati Uniti, dove, registrandosi un livello di imposizione fiscale più ragionevole, è possibile prevedere sanzioni particolarmente severe per chi evade. Concludendo, rileva come proprio l'insufficienza della lotta all'evasione renda necessari tagli e sacrifici, ma si dichiara preoccupato per il fatto che essi si concentrino sui quattro comparti che ha indicato e che questo si accompagni alla scomparsa di una strategia per il Mezzogiorno dalle linee di politica economica del Governo.

Tommaso PELLEGRINO (Verdi) desidera innanzitutto esprimere un giudizio positivo sul complesso del Documento di programmazione economico-finanziaria e, in particolare, sulle parti relative agli affari sociali e alla sanità. Rileva come la valutazione del documento debba partire dalla constatazione che il Paese attraversa una fase particolarmente delicata, caratterizzata dalla esigenza di porre mano a un incisivo intervento di risanamento dei conti pubblici. Apprezza dunque a maggior ragione il fatto che il documento non si limiti a porre esigenze di contenimento della spesa, ma parli anche di indicatori di qualità dei servizi, in modo tale che la pur necessaria riduzione della spesa non vada a detrimento della qualità delle prestazioni; ciò rappresenta a suo avviso un notevole passo avanti anche rispetto al recente passato. Si sofferma quindi su quelle che il Documento di programmazione economico-finanziaria indica come cause principali dell'innalzamento della spesa sanitaria ovvero l'invecchiamento della popolazione e l'introduzione di innovazioni tecnologiche; su quest'ultimo punto tiene a precisare che a suo avviso sarebbe necessario un approfondimento, in quanto non è convinto che i processi di innovazione tecnologica portino necessariamente a una levitazione dei costi, mentre ritiene al contrario che essi possano generare economie. Valuta inoltre positivamente le azioni che il Governo, nel rispetto dell'autonomia e delle competenze proprie delle Regioni, intende intraprendere ai fini del controllo della spesa sanitaria; al riguardo, condivide in modo particolare la scelta di fissare al 2009 il limite temporale entro cui le Regioni dovranno rientrare dagli sforamenti del tetto di spesa e, in generale, il forte richiamo alla responsabilità delle Regioni. Esprime quindi apprezzamento per il modo in cui il documento affronta il tema della medicina di base e delle esigenze di riorganizzazione e razionalizzazione della degenza ospedaliera. Reputa altresì importante il


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fatto che ci si soffermi sulla centralità della ricerca, che a suo avviso deve essere promossa e incentivata in sinergia con l'attività di assistenza. Ritiene poi opportuno segnalare all'attenzione del Governo il problema della proliferazione di contratti atipici nel settore sanitario e della posizione degli specializzandi, sul quale il ministro Turco ha avuto modo di soffermarsi nel corso dell'audizione in Commissione, ma che non è citato nel Documento di programmazione economico-finanziaria. Sottolinea quindi l'importanza dello spazio dedicato dal documento alle problematiche del Mezzogiorno e alle esigenze di contrasto della povertà; sotto quest'ultimo profilo, evidenzia l'importanza del fondo per i non autosufficienti e degli interventi volti a promuovere l'equità sociale. Valuta infine positivamente l'importanza che il programma del Governo ha attribuito al ruolo della famiglia, come è emerso anche dalla audizione del ministro Bindi.

Dorina BIANCHI (Ulivo) osserva che il Documento di programmazione economico-finanziaria segna una svolta per quanto riguarda le azioni in favore della sanità e delle tematiche sociali. Si tratta a suo avviso di un documento di spessore, con la previsione di 20 miliardi di euro finalizzati a dare corso in modo strutturale alle politiche di sviluppo. Nota altresì che, se solo si tiene conto che tra i settori oggetto di intervento per correggere il disavanzo figura la spesa sanitaria, emerge con chiarezza la portata storica delle linee in esso contenute, che riguardano, al tempo stesso, il passato con interventi destinati ad arginare le pericolose dinamiche di crescita della spesa sanitaria, ed il futuro con la previsione di un articolato piano di azioni focalizzate sul cittadino come utente, sul cittadino nella famiglia, sul cittadino come soggetto debole da tutelare e da assistere in maniera integrata in caso di bisogno. Ricorda poi che mai, nei documenti economici e finanziari del recente passato, era stata dedicata tanta attenzione agli aspetti che investono la persona, la sua dignità, le sue istanze. Questo documento rappresenta a suo parere un deciso salto di qualità nell'ottica di tutelare, secondo il dettato costituzionale, i «diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità». Rileva poi come l'analisi del settore sanitario parta da un dato certo: l'ammontare della spesa che ha raggiunto nel 2005 il 6,7 per cento del PIL. Si tratta a suo avviso di una dinamica verticale, visto che il tasso medio di crescita annuale, nell'ultimo quinquennio, è stato del 4 per cento, e disomogenea da Regione a Regione. Aggiunge che, quanti si aspettavano che l'aumento della spesa sanitaria, nel corso del precedente Governo, potesse porre rimedio alle criticità del settore, sono stati ampiamente delusi. Osserva infatti che i problemi oggi sul campo sono gli stessi del passato ed anzi, se non affrontati in modo deciso ed equilibrato, rischiano di far esplodere il sistema: lunghe liste di attesa per visite specialistiche ed interventi, crescita della spesa farmaceutica, carenza di strutture e tecnologie (soprattutto al Sud), utilizzo improprio dei ricoveri ospedalieri, scarso ruolo della prevenzione e della medicina di base, carenza del sistema di assistenza agli anziani e ai disabili. Ricorda che il ministro Turco ha parlato della necessità di un New Deal della Sanità: trova che questo sia il punto cruciale della nuova esperienza di governo di centrosinistra. Rileva inoltre come la consapevolezza che il cittadino, nel suo rapporto con la sanità, non viene più inteso come un peso ed un costo ma come un momento «di investimento nel capitale umano», sia un portato assolutamente innovativo nei settori sanitario e sociale, i quali, spesso, sono stati governati da interventi privi di una programmazione di base e nell'ottica dell'emergenza o, peggio ancora, per dare un mero segnale politico agli elettori. Dichiara che la stagione che vede il centrosinistra al governo è esattamente opposta: per la sanità si parte dal nuovo patto Governo-Regioni, che vede la sua logica principale nel principio della programmazione, il che comporta certezza delle risorse sulle quali poter contare nel medio periodo; autonomia delle Regioni


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nella ricerca dei livelli di assistenza adeguati; responsabilità di bilancio chiare a partire dall'efficienza nella spesa fino al rientro programmato dai disavanzi che affliggono molte Regioni. A suo avviso, in questo equilibrio tra certezze, autonomia e responsabilità risiede la ricetta per garantire non solo una sanità di qualità, ma una qualità uniforme e diffusa su tutto il territorio nazionale. Ritiene altresì che la declinazione di questi principi in provvedimenti concreti debba procedere da subito, ed in questo, il piano di azione previsto nel Documento di programmazione economico-finanziaria le sembra meritevole di considerazione: dal monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza per adeguarli verso l'alto, alle emergenti esigenze dei pazienti, allo sviluppo della ricerca sia nel campo delle medicine che in quello strumentale; dall'enfasi sulla prevenzione al potenziamento del ruolo della medicina di base anche in un'ottica di riduzione della pesa farmaceutica e di un corretto uso dell'ospedalizzazione; dagli investimenti in strutture, soprattutto nel Mezzogiorno, all'assistenza domiciliare integrata a beneficio degli anziani e dei non autosufficienti, con la costituzione di un apposito fondo e la previsione di specifici standard di assistenza. Su quest'ultimo punto, considera evidente il cambiamento di rotta rispetto al passato Governo di centrodestra, che aveva di fatto marginalizzato le azioni in favore dei diversamente abili ed in genere delle persone più bisognose. Ricorda inoltre che il Ministro della salute ha già messo in cantiere un piano di dieci azioni per il recupero della centralità della sanità, in un'ottica di governo clinico del settore, al fine di orientare il sistema verso il soddisfacimento pieno dei bisogni del cittadino. Su questi punti ritiene che il dibattito debba essere quotidiano, perché la salute dell'individuo è un bene in continua evoluzione che deve essere monitorato costantemente per essere affrontato in modo deciso ed equilibrato al tempo stesso. Sulle tematiche più squisitamente sociali, osserva che il Governo ha operato in modo analogo a quanto fatto per le criticità sanitarie, e la tempestività di intervento, vera novità raramente sperimentata per il settore, è ben giustificata dalla consapevolezza di un dato: l'ISAE ha rilevato che, nel periodo luglio 2004-giugno 2005, due famiglie italiane su tre si sentono «soggettivamente povere», con l'aggravante del ripetersi della dicotomia, tutta italiana, tra il Mezzogiorno che arranca ed il Nord che marca indici di miglioramento. Su questi punti considera l'inversione di tendenza rispetto al passato ancor più evidente: il Governo, con il cosiddetto decreto Bersani, ha predisposto un piano di azioni per le politiche della famiglia, le politiche giovanili e le politiche per le pari opportunità; a mezzo della costituzione di tre distinti fondi a valere per il 2006 (con 3 milioni di euro) e il 2007 (con 10 milioni di euro), il Governo ha altresì indicato in ogni settore le vie prioritarie da sviluppare. In particolare, ricorda gli interventi dedicati alla famiglia, che deve essere tutelata in ogni stadio della sua evoluzione, dalla sua formazione (garantendo che il diritto alla maternità delle donne non sia mortificato dalle esigenze del mercato del lavoro), alla sua evoluzione (compresa la politica e l'offerta abitativa) fino alla fase dell'assistenza agli anziani. A suo avviso, nella precedente legislatura un sostegno di tale spessore è mancato alle famiglie, che hanno visto progressivamente eroso il loro potere di acquisto e derubricato il complesso sistema di regole e principi a loro tutela. Passa quindi a ricordare gli interventi in materia di politiche giovanili, con il piano nazionale per i giovani, che dovrà costituire il perno per incentivare i giovani al lavoro, all'impresa, alla famiglia, alla casa. Con riferimento alle pari opportunità, ricorda l'impegno del Governo a formare una sentita e consolidata cultura delle pari opportunità piuttosto che ad imporla semplicemente per legge. Un'altra grande innovazione introdotta nel Documento di programmazione economico-finanziaria è a suo avviso rappresentata dal richiamo al senso di responsabilità delle parti sociali e delle famiglie nel cogliere le opportunità derivanti dagli impegni intrapresi dal Governo: un esempio su tutti è la


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reintroduzione del reddito minimo di inserimento condizionata, però, alla «partecipazione a percorsi di inserimento» professionale in modo da stimolare e responsabilizzare l'individuo verso il graduale abbandono del sostegno. Reputa del tutto evidente la nuova logica adottata per offrire un conforto ai più bisognosi, filosofia del tutto assente nei provvedimenti, peraltro pochi, del passato Governo: oggi non si apprestano misure dettate da demagogia o da populismo, ma si sostengono coloro che sono bisognosi e, al tempo stesso, si responsabilizzano i loro comportamenti. Valuta che solo in tal modo queste misure potranno spiegare gli effetti che sono loro propri, cioè far fronte a situazioni di particolare emergenza, invece di assurgere a strumenti di mero assistenzialismo passivo. Conclusivamente, osserva che i provvedimenti attuativi delle linee programmatiche del Documento di programmazione economico-finanziaria devono essere guidati dall'attenta sensibilità di tutti e dal costante dibattito che deriva dalle istanze della società civile, nella consapevolezza che in Italia - in alcune parti del territorio, come ad esempio il Mezzogiorno, e su alcuni temi, quali la tutela delle persone non autosufficienti e servizi per l'infanzia - non ci si può certo vantare di disporre di un sistema di welfare moderno e consolidato.

Daniela DIOGUARDI (RC-SE) ritiene che il Documento di programmazione economico-finanziaria compia un meritevole sforzo di realismo a fronte di una difficile situazione creata da anni di finanza allegra. Dopo aver ricordato come le famiglie italiane abbiano molto risentito negli ultimi anni di una politica economica non improntata a principi di equità, osserva che sarebbe stato auspicabile, in sede di predisposizione del Documento di programmazione economico-finanziaria, uno sforzo ancora maggiore sul terreno dello sviluppo e dell'equità, con conseguente dilazione del risanamento dei conti pubblici in un arco temporale di due anni. Quanto al problema della spesa sanitaria, ritiene che il livello attuale non possa essere ridotto, essendo già inferiore al livello europeo, ma debba piuttosto essere stabilizzato. Si dichiara quindi pienamente d'accordo sull'esigenza di un attento monitoraggio della spesa sanitaria delle Regioni, dove si registrano purtroppo fenomeni di sprechi e di vero e proprio mal governo, con situazioni che in alcune Regioni, tra cui purtroppo rientra anche la Sicilia, assumono caratteristiche di inaccettabile gravità. Dichiara quindi la propria contrarietà a forme di compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, ritenendo che essa debba più opportunamente essere finanziata mediante il ricorso alla fiscalità generale. Sottolinea infine l'importanza di sviluppare iniziative volte a sostenere la maternità, anche al fine di invertire la preoccupante tendenza al calo della natalità, le cui ragioni sono in gran parte da rinvenire nelle difficoltà di ordine sociale che spesso accompagnano la maternità.

Giacomo BAIAMONTE (FI) desidera partire dalle previsioni sull'andamento della spesa sanitaria contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria: si tratta a suo avviso di previsioni largamente sottostimate, poiché ritiene che la spesa sanitaria sia destinata ad aumentare fortemente nei prossimi anni. Sottolinea ad esempio come la pur condivisibile esigenza di utilizzare pienamente e continuativamente le strumentazioni diagnostiche a disposizione delle strutture sanitarie, se da un lato permetterebbe certamente di soddisfare maggiormente le esigenze dei cittadini, comporterebbe dall'altro certamente costi aggiuntivi in termini sia di usura delle stesse attrezzature sia di personale. Lamenta poi il ruolo impiegatizio cui la riforma voluta dal ministro Bindi nella XIII legislatura ha ridotto i medici italiani, mortificandone indipendenza e responsabilità e collocandoli in una inaccettabile posizione di subordinazione rispetto a nuove figure di manager. Condivide la proposta di rafforzamento del sistema della medicina di base, anche attraverso lo strumento degli studi medici aggregati, per far fronte ai


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bisogni di assistenza in modo completo e continuativo, ma sottolinea l'importanza che queste strutture siano collegate ai reparti di pronto soccorso, rispetto ai quali dovrebbero agire come una sorta di filtro. Lamenta poi gli scarsi investimenti nella prevenzione che caratterizzano la spesa sanitaria italiana, sottolineando come, laddove si è sviluppata la medicina preventiva, ad esempio nei settori della neonatologia e della pediatria, questo abbia comportato risultati assai significativi. Ritiene pertanto che la medicina preventiva andrebbe estesa alla generalità dei cittadini ed accompagnata dallo sviluppo di una seria medicina geriatrica. Si chiede inoltre cosa impedisca il completamento del processo di informatizzazione dell'assistenza sanitaria, che a suo avviso consentirebbe un'efficace razionalizzazione della spesa sanitaria. Dopo aver dichiarato di condividere la contrarietà espressa dal deputato Dioguardi sull'introduzione di forme di ticket, sottolinea l'esigenza che i cittadini con reddito più basso abbiano a disposizione un servizio sanitario di qualità e gratuito. Al fine di consentire il reperimento delle risorse necessarie a conseguire questo obiettivo, ritiene debba essere valutata la possibilità di introdurre polizze assicurative per l'assistenza sanitaria, negoziate dallo Stato, destinate ai cittadini più abbienti.

Mimmo LUCÀ, presidente, dovendosi sospendere la seduta per l'inizio dei lavori in Aula ed essendoci ancora diversi deputati che hanno chiesto di intervenire, propone di anticipare alle ore 14 il seguito dell'esame del Documento di programmazione economico-finanziaria, posticipando quindi il seguito dell'audizione del ministro Turco.

La seduta, sospesa alle 9.45, è ripresa alle 15.15.

Ugo LISI (AN), premesso che il Documento di programmazione economico-finanziaria è sempre stato negli ultimi anni una sorta di libro dei sogni e che pertanto auspica si riesca a realizzare almeno una piccola parte delle misure in esso previste, desidera sottolineare, anche a nome del proprio gruppo, quello che a suo avviso è il dato politico più rilevante emerso in relazione al documento, ovvero la presa di posizione del ministro Ferrero, che ha ritenuto di non partecipare alla votazione del documento in sede di Consiglio dei Ministri. Dichiara poi di condividere le preoccupazioni espresse dal deputato Baiamonte nel suo intervento in ordine al sistema sanitario nazionale, all'andamento della spesa sanitaria, all'organizzazione della medicina di base e della medicina ospedaliera. Si dichiara altresì preoccupato per la ventilata introduzione del ticket, ricordando come in passato analoghe proposte siano state oggetto di accese contestazioni da parte dell'attuale maggioranza ed auspicando che, al fine di reperire le risorse necessarie, si valutino altre fonti di finanziamento. Esprime comunque apprezzamento per la coerenza di cui ha dato prova il ministro Ferrero decidendo di non votare il Documento di programmazione economico-finanziaria e si stupisce che nessun esponente del centrosinistra abbia fatto in Commissione riferimento a questa circostanza. Afferma di condividere le preoccupazioni che sono alla base della decisione del ministro Ferrero e rileva come tali preoccupazioni contrastino con le dichiarazioni di segno totalmente positivo rese alla stampa da esponenti della maggioranza in questi giorni. Dopo aver sottolineato l'importanza che i cittadini indigenti possano disporre di un'assistenza sanitaria qualificata e gratuita, esprime l'auspicio che alle dichiarazioni di intenti contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria possano far seguito atti concreti.

Francesco Paolo LUCCHESE (UDC) ricorda la dichiarazione rilasciata alla stampa dal ministro Bindi nella giornata di ieri, secondo la quale l'attuale maggioranza non potrebbe reggere a una politica di tagli nei rilevanti settori della sanità, della previdenza, degli enti decentrati e del


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pubblico impiego. Passando a trattare del merito del Documento di programmazione economico-finanziaria, ringrazia il relatore per l'esauriente illustrazione del provvedimento, che ha arricchito di contenuti un documento che ne è privo. Rispondendo poi al deputato Cancrini, il quale aveva sostenuto che il Documento di programmazione economico-finanziaria prevedesse sufficienti investimenti nel settore sanitario, dichiara di non capire quali siano le novità in materia di investimenti, rilevando come il documento si limiti a fare ricorso a parole-chiave assolutamente generiche e prive di significato, laddove parla di massimizzazione delle risorse disponibili. Osserva quindi come dai dati contenuti nel documento emerga l'eccessiva rilevanza della spesa ospedaliera e, al tempo stesso, la carenza delle strutture di assistenza sul territorio. A tale riguardo, crede che la soluzione non vada cercata, come ha proposto il ministro Turco nel corso dell'audizione in Commissione, nella saldatura di questi due livelli, attraverso la creazione di «case della salute», quanto piuttosto nella loro più rigorosa separazione. Quanto al tema della compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, dopo aver ricordato che i ticket sui farmaci furono aboliti dall'attuale maggioranza, per ragioni elettorali, alla fine della XIII legislatura, dichiara che l'introduzione di un ticket sulle prestazioni di pronto soccorso o sulla degenza ospedaliera sarebbe a suo avviso ben più grave di un ripristino dei ticket sui farmaci, in quanto quest'ultimo avrebbe almeno il merito di responsabilizzare i cittadini nell'utilizzo dei farmaci. Altre parole-chiave, a suo avviso prive di contenuto reale, sono rappresentate dalla «ricalibratura» con la quale altro non si vuole indicare se non una unificazione e razionalizzazione delle varie forme di contribuzione attualmente previste per i figli, e dal «nuovo modello di gestione della ricerca», laddove invece sarebbe necessario rimettere mano alla complessiva organizzazione della ricerca nel nostro Paese. Dopo aver rilevato che il richiamo al reddito minimo di inserimento rappresenta una idea vecchia, già sperimentata in precedenza, che non ha dato risultati significativi, osserva come al di là delle parole il Documento di programmazione economico-finanziaria sia privo di contenuti concreti e come lo stesso deputato Cancrini abbia nel suo intervento criticato le proposte di tagli relativi ai settori di competenza della Commissione e il conseguente rischio di una carenza delle risorse disponibili.

Domenico DI VIRGILIO (FI) si sofferma innanzitutto sul problema, cui anche il Ministro Turco e il relatore hanno fatto riferimento, delle risorse del sistema sanitario. Al riguardo si chiede dove il Governo intenda reperire tali risorse, a fronte di una previsione di crescita significativa della spesa sanitaria, e ricorda al riguardo come, secondo le stime di autorevoli economisti, la stessa spesa sanitaria abbia potenzialità di crescita enormi e difficilmente prevedibili. Non condivide comunque l'idea che si possa far fronte al problema delle risorse attraverso l'introduzione di un ticket di carattere punitivo nei confronti dei cittadini che, per esempio, non ritirino il referto di esami diagnostici. Lamenta inoltre che, pur a fronte di una generalizzata consapevolezza della necessità di reperire risorse adeguate per la ricerca, il Governo non abbia messo in campo un'adeguata attività di sensibilizzazione dei cittadini sulla possibilità di destinare alla ricerca il 5 per mille del gettito fiscale. Quanto poi al fondo per la non autosufficienza, chiede di sapere se il Governo intenda far confluire in tale fondo anche le risorse attualmente destinate all'indennità di accompagnamento: ciò rappresenterebbe a suo avviso una scelta grave, perché il nuovo fondo dovrebbe avere piuttosto carattere aggiuntivo, per consentire di fare fronte ad esigenze diverse ed ulteriori. Passando a trattare del problema delle liste di attesa, dopo aver ricordato che la finanziaria per il 2006 prevedeva misure volte a fronteggiare tale problema, osserva che esso è in parte dovuto al doppio binario, che andrebbe superato, tra chi è disposto a pagare per ottenere le prestazioni sanitarie


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in tempi rapidi e chi segue la normale procedura. Dichiara quindi di avere appreso dalla stampa l'intenzione del Governo di prorogare la possibilità di utilizzo degli studi privati per lo svolgimento dell'attività intramuraria e ritiene che ciò debba diventare uno strumento volto anche alla riduzione delle liste di attesa. Concludendo, osserva come la sanità rappresenti il problema più delicato che il Paese si trova ad affrontare e come il sistema sanitario italiano, che pure viene collocato al secondo posto nella graduatoria mondiale stilata dall'OMS, presenti gravi lacune che è necessario colmare.

Rocco PIGNATARO (Pop-Udeur) esprime un giudizio positivo sul Documento di programmazione economico-finanziaria, in quanto esso riesce a suo avviso a coniugare sviluppo, risanamento ed equità, nella consapevolezza che il necessario risanamento dei conti pubblici non può essere raggiunto esclusivamente mediante una politica di tagli e che il documento in esame rappresenta semplicemente una cornice all'interno della quale dovranno essere individuate concrete misure di finanza pubblica.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che la proposta di parere del relatore è stata messa in distribuzione. Invita quindi il relatore ad illustrare la proposta.

Donato Renato MOSELLA (Ulivo), relatore, desidera innanzitutto ringraziare tutti i colleghi, anche dell'opposizione, per il contributo offerto alla discussione e all'approfondimento del documento in esame. Illustrando la proposta di parere, sottolinea in particolare che essa è stata formulata cercando di cogliere le diverse sensibilità che hanno trovato espressione nel dibattito, anche negli interventi dei deputati dell'opposizione. In particolare, con riferimento all'intervento del deputato Capitanio Santolini, ritiene che tanto il documento quanto la proposta di parere contengano diversi elementi che vanno incontro alle preoccupazioni in esso espresse. Nel ribadire pertanto il totale sostegno al Documento di programmazione economico-finanziaria, afferma di aver formulato una proposta di parere ampia ed articolata, che si è arricchita delle osservazioni formulate con il contributo di tutte le forze della maggioranza. Formula pertanto una proposta di parere favorevole con osservazioni, raccomandandone l'approvazione (vedi allegato).

Domenico DI VIRGILIO (FI) intervenendo per dichiarazione di voto, sottolinea che il Documento di programmazione economico-finanziaria sia effettivamente vago e tale da non offrire alcuna certezza né ai cittadini né alle Regioni. Ricorda inoltre che l'osservazione in esso contenuta e relativa ai medici specializzandi non tiene conto del fatto che la legge finanziaria per il 2006 è già intervenuta in materia e si tratta ora semmai di valutare se darle o meno attuazione. Annuncia pertanto il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Ugo LISI (AN) annuncia il voto contrario di Alleanza Nazionale sulla proposta di parere del relatore.

Massimo GARAVAGLIA (LNP) annuncia voto contrario sulla proposta di parere del relatore, osservando come la stessa sia stata oggetto di modifiche, nel corso della giornata, rispetto ad una prima bozza che egli aveva potuto leggere e come tali modifiche testimonino le divergenze presenti all'interno della maggioranza. Rileva in particolare come nell'attuale proposta di parere il richiamo alla fiscalità generale prenda il posto delle indicazioni di maggior rigore venute anche dal ministro Turco, le quali andavano piuttosto nel senso di una compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria attraverso forme di ticket. Si tratta pertanto di capire, a suo avviso, se la proposta di introduzione di forme di ticket sia ancora valida. Osserva infine come la proposta di parere del relatore, laddove dice che l'intervento del Governo «non permette di dare il necessario sostegno ad una situazione già gravemente


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deteriorata dei servizi territoriali di base» e che sarebbe necessario un «progressivo» rilancio della spesa sociale, riveli implicitamente la consapevolezza dell'insufficienza delle misure che il Governo ha adottato o potrà adottare.

Katia ZANOTTI (Ulivo) annuncia, anche a nome del proprio gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere e, rispondendo al deputato Garavaglia, precisa che la maggioranza è assolutamente unita nelle valutazioni sul Documento di programmazione economico-finanziaria, come dimostra il consenso di tutti i gruppi della maggioranza alla proposta del relatore. Ritiene poi che non si possa negare la criticità del contesto in cui il documento si inserisce e che esso rappresenta uno strumento da non sottovalutare, ma anche da non enfatizzare, in cui naturalmente non possono trovare posto indicazioni di dettaglio. Quanto al reperimento delle risorse necessarie, osserva che la fiscalità generale rimane necessariamente una delle fonti di finanziamento a cui attingere e che il dibattito sulla compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria è senz'altro aperto, anche se su questo punto non esistono divisioni all'interno della maggioranza. Osserva infine che essa è una proposta di parere non burocratica, in cui trovano posto anche indicazioni critiche sulle quali anche l'opposizione potrebbe convergere.

Francesco Paolo LUCCHESE (UDC) annuncia il voto contrario alla proposta di parere del relatore, in quanto ritiene che in essa le premesse contraddicano al dispositivo e che le osservazioni denuncino tutte le carenze del Documento di programmazione economico-finanziaria e mostrino come la stessa maggioranza non creda a quanto dichiarato dal Governo nel documento.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni in materia di indulto.
Nuovo testo C. 525-bis Buemi e abb.

(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che il provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 24 luglio e che la Commissione giustizia ha previsto di concludere l'esame in sede referente entro la giornata di domani. Pertanto, il parere dovrà essere espresso entro la giornata odierna.

Lalla TRUPIA (Ulivo), relatore, ricorda che la Commissione è convocata per il parere alla II Commissione sul nuovo testo delle proposte di legge in materia di indulto C. 525-bis e abbinate, come risultante dagli emendamenti approvati. Osserva inoltre che il nuovo testo elaborato dalla Commissione prevede la concessione dell'indulto per tutti i reati commessi fino a tutto il 2 maggio 2006 nella misura non superiore a tre anni per le pene detentive e non superiore a 10.000 euro per quelle pecuniarie sole o congiunte a pene detentive. Ricorda poi che il comma 3 dell'unico articolo del testo in esame elenca una serie di esclusioni oggettive, prevedendo che l'indulto non si applichi ad alcune fattispecie criminose, ritenute particolarmente gravi e pertanto non meritevoli di essere beneficiate. Tra queste ricorda, per quanto di competenza della XII Commissione, i reati in materia di pedopornografia, di violenza sessuale, di traffico di persone, tutti di forte impatto sociale; più specificamente, sono esclusi dall'applicazione dell'indulto i delitti previsti dai seguenti articoli del codice penale: articolo 600 (riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù); articolo 600-bis (prostituzione minorile); articolo 600-ter (pornografia minorile); articolo 600-quater (detenzione di materiale pornografico) aggravato ai sensi del secondo comma; articolo 600-quater.1 (pornografia virtuale), nella sola ipotesi


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aggravata ai sensi del secondo comma dell'articolo 600-quater qualora il materiale pornografico sia stato esclusivamente procurato o detenuto; articolo 600-quinquies (iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile); articolo 601 (tratta di persone); articolo 602 (acquisto ed alienazione di schiavi); articolo 609-bis (violenza sessuale); articolo 609-quater (atti sessuali con minorenne); articolo 609-quinquies (corruzione di minorenne); articolo 609-octies (violenza sessuale di gruppo) e articolo 648-bis (riciclaggio), limitatamente all'ipotesi che la sostituzione riguardi denaro, beni o altre utilità provenienti dal delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione o dai delitti concernenti la produzione o il traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope. Ricorda infine che l'esclusione è prevista per il delitto riguardante la produzione e il traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, e per il delitto di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, puniti, rispettivamente, dagli articoli 73 e 74 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309. In conclusione, condividendo sia le finalità del provvedimento sia le esclusioni oggettive previste, propone di esprimere parere favorevole.

Salvatore MAZZARACCHIO (FI) ricorda come si stia parlando di un provvedimento richiesto dallo stesso Presidente della Repubblica e, in più occasioni, dalla Chiesa cattolica. Dichiara di non sapere se questo provvedimento possa avviare il processo di riforma del sistema carcerario ed è certo che esso non lo esaurisca. Comprende anche che la possibile uscita dal carcere di circa 12.000 detenuti possa ingenerare un certo allarme nella popolazione, ma ritiene che occorra comunque intervenire e che l'indulto si inserisca nell'ambito di un processo complessivo di riforma della Giustizia nel nostro Paese. Dopo aver ricordato come restino comunque esclusi dal provvedimento i reati più turpi, auspica che quel più ampio processo di riforma sia presto avviato e, in conclusione, esprime il voto favorevole di Forza Italia alla proposta di parere del relatore.

Massimo GARAVAGLIA (LNP) esprime la contrarietà del gruppo della Lega Nord Padania al provvedimento in esame, in quanto esso mette in dubbio la certezza della pena, andando ad aggiungersi peraltro ad istituti già presenti nell'ordinamento di sospensione condizionata della pena.

Angela NAPOLI (AN), premesso che non intende entrare nel merito del provvedimento nel suo complesso, rispetto al quale dubita persino che esista una reale e fondata competenza della Commissione, desidera comunque esprimere la contrarietà del gruppo di Alleanza Nazionale all'indulto. Ritiene che il problema del sovraffollamento delle carceri non basti a giustificare tale provvedimento e che il Paese abbia soprattutto bisogno di garantire il principio di certezza della pena, già oggi seriamente compromesso. Osserva inoltre che misure come questa finiscono per tutelare solo chi ha commesso reati, ma non offrono nessuna tutela a chi tali reati ha subiti. Dopo aver rilevato che al sovraffollamento delle carceri si deve piuttosto far fronte attraverso il ricorso all'edilizia carceraria e all'adozione di misure volte a rendere più efficienti gli istituti carcerari che esistono, dichiara di considerare sbagliato il ricorso all'indulto anche sotto il profilo educativo, in quanto ritiene che i minori possano essere spinti verso forme anche gravi di delinquenza se viene meno il principio di certezza della pena.

Francesco Paolo LUCCHESE (UDC) si dichiara favorevole all'indulto, ricordando l'appello a favore di misure di clemenza pronunciato da Giovanni Paolo II nell'aula di Montecitorio nella scorsa legislatura. Ritiene inoltre che la misura in esame possa rivelarsi utile per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri e migliorare le condizioni della vita carceraria, sensibilmente peggiorata anche a causa del venir meno del ricorso a provvedimenti di clemenza negli anni più recenti.


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Lalla TRUPIA (Ulivo), relatore, giudica importante che una parte consistente dell'opposizione condivida il provvedimento in esame, in quanto ritiene che misure di questo tipo segnino il grado di civiltà cui è giunto il Paese. Rispondendo ai deputati Garavaglia e Napoli, afferma che, a suo avviso, la certezza della pena non rappresenta un argomento significativo in questo caso, poiché dal provvedimento è stata stralciata la parte relativa all'amnistia, mentre l'indulto è riferito a reati commessi in un periodo di tempo ben delimitato, ha una portata contenuta ed esclude i reati più gravi. Osserva inoltre che chi conosce la realtà delle carceri sa bene come la certezza della pena valga oggi solo nei confronti della piccola delinquenza, mentre fuori dalle carceri rimangono normalmente quanti si rendono colpevoli di reati anche gravi, per esempio contro il patrimonio dello Stato. Rileva infine la necessità di investire maggiormente nella prevenzione e nell'educazione come strumento di inclusione sociale e, concludendo, raccomanda l'approvazione della proposta di parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Sui lavori della Commissione.

Mimmo LUCÀ, presidente, propone di anticipare ad oggi la riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, già previsto per la giornata di domani.

La Commissione concorda.

La seduta termina alle 16.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.25 alle 17.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 27 del 18 luglio 2006, a pagina 128, prima colonna, dopo la decima riga, aggiungere il seguente periodo: «La seduta termina alle 14.30.».