IV Commissione - Resoconto di giovedì 27 luglio 2006


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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 27 luglio 2006. - Presidenza del presidente Roberta PINOTTI - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Emidio Casula.

La seduta comincia alle 8.35.

DL 223/2006: Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale.
C. 1475 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni riunite e V e VI).
(Esame e conclusione - parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Donatella DURANTI (RC-SE) rileva che, secondo le indicazioni dell'allegato sui saldi di finanza pubblica contenuto nella relazione tecnica al maxiemendamento del Governo al Senato, il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, nel testo modificato dal Senato stesso, comporta un miglioramento dell'indebitamento netto («manovra netta») per il 2006 pari a 1,2 miliardi di euro, corrispondenti a circa lo 0,1 per cento del PIL.
Per gli anni successivi il miglioramento è compreso tra lo 0,4 e lo 0,5 per cento del PIL ed è pari a 6,6 miliardi di euro per il 2007, 6,0 miliardi di euro per il 2008 e 7,1 miliardi di euro per il 2009.
Le risorse complessivamente reperite derivano da maggiori entrate e minori spese: quanto alle prime, non si ravvisano misure riconducibili alla competenza della Commissione. In ordine alle seconde, che maggiormente interessano il comparto Difesa, segnala le disposizioni di cui all'articolo 25, comma 1, e all'articolo 28, del decreto-legge.
L'articolo 25, comma 1, prevede che negli stati di previsione della spesa dei


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Ministeri sia accantonata e resa indisponibile una parte degli stanziamenti relativi alle unità previsionali di base di cui all'Elenco 1 allegato al decreto-legge, nella misura ivi indicata. Nello stesso elenco sono riportate le riduzioni da apportare alle previsioni di bilancio a legislazione vigente per il triennio 2007-2009. I conseguenti risparmi di spesa sono stimati, in termini di saldo netto da finanziare, pari a 683,5 milioni di euro per il 2006 e a 793 milioni per ciascun anno del triennio 2007-2009. Il 65,6 per cento dei risparmi per il 2006 (pari ad oltre 448 milioni di euro) ed il 52 per cento di quelli relativi agli anni successivi (circa 415 milioni di euro) sono a carico del Ministero della difesa.
Da un'analisi più approfondita, risulta che tali riduzioni investono principalmente i mezzi operativi e strumentali iscritti nei Centri di responsabilità Segretariato Generale ed Esercito (con forti accantonamenti nel 2006 e, rispettivamente, oltre 100 e oltre 44 milioni di euro in meno nei prossimi tre anni), ma interessano in modo significativo anche la Marina e, soprattutto, l'Aeronautica, che sconta minori spese per oltre 92 milioni di euro tra il 2007 ed il 2009.
Sensibili sono le riduzioni concernenti gli stanziamenti relativi alle spese di esercizio, in cui sono comprese quelle relative agli stanziamenti per l'addestramento del personale, come ad esempio quelli per il personale docente, mentre più contenute appaiono le decurtazioni alle voci di spesa riferite all'ammodernamento e rinnovamento, con possibili ricadute sull'industria della Difesa, con particolare riferimento all'evoluzione tecnologica dello strumento militare ed agli impegni contrattuali già assunti. I descritti tagli, peraltro, si aggiungono alle politiche di contenimento del deficit attuate sui consumi intermedi e sugli investimenti fissi lordi con le ultime manovre di finanza pubblica, che hanno penalizzato sensibilmente il ministero della difesa.
In proposito ricorda che, già in occasione dell'espressione del parere sul DPEF 2007-2011, la Commissione ha argomentato come ulteriori misure di contrazione della spesa per la difesa avrebbero potuto compromettere la funzionalità dello strumento militare.
Pertanto, ferma restando l'esigenza di un processo di razionalizzazione della spesa non più fondato su tagli di bilancio da applicare a determinate categorie di spese, ma basato su un'adeguata valorizzazione della programmazione della spesa medesima, sottolinea la necessità di prevedere misure correttive, anche in sede di esame del disegno di legge di assestamento per l'anno 2006, per l'integrazione degli stanziamenti di bilancio relativi all'erogazione di servizi funzionali allo svolgimento delle attività delle Forze armate, con particolare riferimento ai servizi di pulizia, manovalanza, manutenzione e alla docenza nelle scuole di formazione. Chiede pertanto al Governo assicurazioni in tal senso.
L'articolo 28 è finalizzato a contenere - in linea con le previsioni dell'ultima legge finanziaria - la spesa sostenuta dalle pubbliche amministrazioni per l'indennità giornaliera dovuta al personale che svolge incarichi di missione all'estero.
Il comma 1 diminuisce del 20 per cento, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto-legge (4 luglio 2006), le diarie per le missioni all'estero di cui alla tabella B allegata al decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica del 27 agosto 1998, e successive modificazioni. La riduzione, con l'eccezione del personale militare di cui al comma 3, riguarda tutto il personale delle pubbliche amministrazioni.
Il comma 2 abroga l'articolo 3 del Regio Decreto n. 941 del 1926, sopprimendo così la maggiorazione del 30 per cento riconosciuta sull'indennità di missione all'estero:
ai componenti di delegazioni italiane presso commissioni, enti o comitati internazionali, che si rechino all'estero per partecipare alle relative riunioni;
al personale di tutte le amministrazioni, sia civili che militari, che si rechi all'estero in commissione, per rappresentanza


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del Governo, oppure anche isolatamente per partecipare a commissioni di carattere internazionale.

Il comma 3 specifica che le disposizioni di cui ai precedenti commi 1 e 2, quindi la decurtazione dell'indennità di missione all'estero e la soppressione della relativa maggiorazione, non riguardano il personale civile e militare impegnato nelle missioni internazionali di pace, finanziate, per l'anno 2006, attraverso l'utilizzo del fondo di cui all'articolo 1, comma 97, della legge n. 266 del 2006 (legge finanziaria per il 2006).
L'ambito soggettivo di applicazione del comma 3 in esame sembra chiarito dalla relazione illustrativa, laddove si afferma che la norma riguarda «il personale impegnato nelle missioni internazionali di pace finanziate per il 2006 con provvedimento di proroga in corso di emanazione».
In sostanza, la decurtazione dell'indennità di missione all'estero e la soppressione della relativa maggiorazione non si applicherebbero al personale civile e militare che partecipa alle missioni internazionali di pace di cui sia autorizzata e finanziata la proroga per l'anno 2006 tramite appositi provvedimenti legislativi, alla cui copertura finanziaria si provvede tramite il fondo per le missioni internazionali di pace previsto dall'articolo 1, comma 97, della legge n. 266 del 2006.
In proposito si segnala che risultano attualmente in corso alcune missioni (cui partecipano circa 200 unità delle Forze armate italiane) che non rientrano tra quelle finanziate attraverso il fondo di cui all'articolo 1, comma 97, della legge finanziaria 2006. Si tratta in particolare:
della missione MFO (Missione multinazionale che pattuglia lo stretto di Tiran nel Sinai tra Egitto e Israele), che si svolge in base ad un Accordo da ultimo rinnovato con uno Scambio di Note ratificato dalla legge 19 agosto 2003, n. 249, che ha prorogato l'impegno italiano fino al 25 marzo 2007;
della missione EUMM (Missione UE nella ex Jugoslavia), che è stata finanziata fino al 30 giugno dal decreti - legge n. 273 del 2005 e non è compresa tra quelle prorogate dal decreto-legge n. 224 del 2006, né nel disegno di legge attualmente all'esame del Senato;
delle missioni MIATM (missione nazionale a Malta), MINURSO (Missione ONU nel Sahara occidentale), UNIFIL (Missione ONU in Libano), UNMOGIP (Missione ONU tra India e Pakistan) e UNTSO (Missione ONU in Palestina), per le quali non esistono provvedimenti normativi di autorizzazione o di proroga.

Potrebbe pertanto ritenersi che la decurtazione dell'indennità di missione all'estero e la soppressione della relativa maggiorazione riguardi i circa 200 militari che partecipano a missioni diverse da quelle finanziate tramite il suddetto fondo. Poiché in tal caso, a suo avviso, dovrebbero essere previste a favore del predetto personale misure compensative, in modo da evitare ingiustificate disparità di trattamento, chiede al Governo assicurazioni in tal senso.
In conclusione, si riserva di formulare una proposta di parere sul provvedimento in esame, anche tenendo conto delle osservazioni che saranno formulate nel corso della discussione.

Il sottosegretario Emidio CASULA, nel sottolineare come la posizione del Governo, in merito alla necessità di integrare le risorse assegnate al ministero della difesa, sia stata ampiamente illustrata nel corso dell'esame del disegno di legge di assestamento 2006, assicura che il Governo stesso farà ogni sforzo per aderire alle richieste del relatore, fermo restando che ci sono problemi di compatibilità finanziaria che dovranno essere affrontati con il Ministero dell'economia e delle finanze.

Giuseppe COSSIGA (FI) comprende l'imbarazzo dei deputati di maggioranza ad esaminare un provvedimento che affronta i problemi di finanza pubblica facendone carico in massima parte, per di


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più in modo maldestro, al ministro della difesa. Ricorda infatti che proprio nella seduta di ieri la Commissione in sede di esame del disegno di legge di assestamento 2006, pur apprezzando l'integrazione delle risorse disposta dal citato provvedimento, sottolineava tuttavia la necessità di ulteriori risorse da destinare al Ministero della difesa. Siamo oggi invece di fronte al paradosso che il presente decreto-legge, non solo non reca l'auspicata integrazione, ma cancella le risorse aggiuntive stanziate dal disegno di legge di assestamento e ne sottrae ulteriori. Peraltro, la Commissione, già in sede di esame del DPEF 2007-2011, aveva segnalato la situazione di assoluta gravità in cui versa il comparto difesa a causa dei tagli determinati dalle precedenti manovre di finanza pubblica e aveva quindi sottolineato la necessità di un'inversione di rotta per i prossimi esercizi finanziari. Ma vi è di più, il decreto-legge, non solo effettua tagli cospicui sulla Difesa, ma li attua senza alcun criterio di ragionevolezza, in quanto ad essere colpiti sono soprattutto gli stanziamenti del funzionamento, cioè quelli relativi ai mezzi che supportano l'attività operativa delle forze armate; con ciò contraddicendo palesemente gli orientamenti manifestati dal Ministro della difesa, nel corso della sua audizione davanti alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, laddove lamentava la sproporzione tra la spesa per il personale e le altre spese del Ministero della difesa. Con questi tagli, infatti, la citata sproporzione viene decisamente aggravata, non solo per l'esercizio in corso, ma anche per gli esercizi successivi. Riguardo alla proiezione del presente provvedimento anche sugli esercizi 2007-2009, sottolinea la contraddizione tra l'utilizzo dello strumento del decreto-legge, che deve essere connotato da straordinaria necessità ed urgenza, ed il fatto che con esso si intenda intervenire non solo sull'immediato, ma anche su un lontano futuro. Indice delle contraddizioni e della confusione che, a suo avviso, caratterizzano il decreto-legge è la norma che prevede il contenimento delle indennità di missione, escludendo, verosimilmente per una grave dimenticanza, soltanto il personale militare che è impegnato nelle missioni finanziate con il fondo stanziato dalla legge finanziaria per il 2006. Da tutto ciò trae quindi la conclusione che il Ministro della difesa non riesce a tutelare gli interessi del suo dicastero e che sia quindi assolutamente impotente di fronte alle imposizioni del Ministro dell'economia e delle finanze.

Roberta PINOTTI, presidente, sottolinea come la Commissione dall'inizio della legislatura, nell'esame dei documenti di finanza pubblica, abbia mantenuto un comportamento assolutamente lineare nel segnalare le esigenze del Ministero della difesa.

Salvatore CICU (FI), nel concordare con le osservazioni del presidente Pinotti, ritiene tuttavia che la Commissione dovrebbe essere in grado di incidere in maniera significativa sulle scelte del Governo che, a suo avviso, sono assolutamente confuse, innanzitutto con riferimento agli obiettivi della funzione Difesa. Emblematico è, a suo avviso, il caso della proroga della missione in Afghanistan, che sta facendo perdere credibilità al nostro Paese a livello internazionale. Il Governo Berlusconi, invece, nonostante le critiche, è riuscito nel corso della precedente legislatura, a realizzare la professionalizzazione della leva e ad accantonare corrispondentemente le necessarie risorse finanziarie. Nel corso della presente legislatura quindi si dovrebbe cercare di dare un seguito a tali scelte positive. In questa prospettiva, l'opposizione vuole quindi essere un'opposizione responsabile, anche se non può fare a meno di sottolineare la situazione caotica che sta caratterizzando il ministero della difesa all'inizio di questa legislatura. In particolare, il Governo di fronte a un decreto-legge dalle conseguenze così gravi per la Difesa, non può limitarsi ad assumere impegni generici, ma dovrebbe quanto meno preservare dai tagli alcuni settori di spesa, come accaduto ad esempio nella scorsa legislatura per alcune basi militari della Sardegna. Con questo modo di procedere, invece, viene pregiudicata


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la difesa nazionale e si mette a repentaglio la vita dei militari che, pur essendo impiegati all'estero in missioni internazionali, vengono privati dei mezzi necessari. I tagli infatti si sono abbattuti sul ministero della difesa senza alcun criterio razionale e, verosimilmente, senza alcuna preventiva interlocuzione tra il dicastero stesso e il ministero dell'economia e delle finanze. Le difficoltà del Governo sono evidenti; prova ne è il fatto che proprio nella giornata di ieri tre Ministri della Repubblica si sono autosospesi dalle loro funzioni. Non si può continuare in questo modo, l'attività di governo e le relative risorse finanziarie, soprattutto nel settore della Difesa, hanno bisogno di una adeguata pianificazione e non di interventi improvvisi che smentiscono tutto quanto programmato fino a quel momento. Diversamente si rischia di mettere in discussione la credibilità internazionale del nostro Paese.

Andrea PAPINI (Ulivo), come già ha avuto modo di rimarcare in altre occasioni, torna a segnalare che il bipolarismo non può essere inteso come un sistema nel quale maggioranza e opposizione a legislature alterne si criticano reciprocamente sugli stessi problemi. In proposito, ricorda che nella scorsa legislatura misure di contenimento della spesa avevano inciso ben più profondamente di quelle attuali sul comparto Difesa.
Il decreto-legge inoltre deve essere valutato nel suo complesso, ossia nel quadro di una manovra di rilancio dell'economia. Le critiche di alcuni componenti dell'opposizione riguardo alla situazione caotica che, a loro dire, caratterizzerebbe il ministero della difesa sono, a suo avviso, prive di ogni fondamento. La chiarezza delle linee programmatiche del Governo relative al ministero della difesa emerge con ogni evidenza dalle dichiarazioni rese dal Ministro della difesa, nel corso della sua audizione davanti alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, che hanno trovato unanimi consensi da parte della maggioranza. Anche sul fronte delle missioni internazionali, peraltro, all'interno della maggioranza si sono registrate posizioni dissenzienti soltanto da parte di quattro parlamentari che hanno agito a titolo personale e non in rappresentanza dei gruppi di appartenenza. Pertanto, nel ribadire la compattezza della maggioranza sulle questioni della difesa nazionale, ribadisce il suo giudizio complessivamente positivo sul decreto-legge in esame.

Gregorio FONTANA (FI) si sofferma preliminarmente sulle principali misure recate dal decreto-legge all'esame della Commissione. Si tratta di un decreto-legge, a suo avviso, propagandato come un intervento volto alla liberalizzazione del mercato ed emanato senza alcuna concertazione con le parti sociali, concertazione che, secondo gli impegni assunti dal Presidente del Consiglio, Prodi, durante la campagna elettorale, avrebbe dovuto caratterizzare l'intera attività di Governo, in modo da ristabilire un clima di concordia all'interno del Paese. L'effetto di questo decreto-legge invece è stato quello di determinare un clima di divisione sociale: diciotto giorni di sciopero dei taxisti, che hanno paralizzato la vita dei comuni cittadini, serrate da parte delle farmacie, sciopero ad oltranza degli avvocati. Si tratta di un provvedimento che colpisce soltanto alcune categorie sociali e non interviene sulle grandi lobby: nei trasporti, nell'energia e nelle grandi reti di distribuzione. Per quanto riguarda le professioni, le misure assunte nei confronti degli avvocati conducono, a suo avviso, ad uno svilimento dell'intera categoria e ad un incremento dei costi della giustizia amministrativa: ricorrere davanti al TAR per impugnare un atto amministrativo costerà il doppio di quanto costava prima. La seconda parte del decreto prevede l'istituzione di una polizia fiscale concepita come uno strumento per intervenire contro il cittadino. L'evasione fiscale tuttavia non si combatte così, ma costruendo un rapporto tra cittadino e fisco fondato sul confronto e sulla collaborazione. Sintomo di questa tendenza distorta sono le norme fiscali retroattive del decreto-legge emanate in


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violazione del principio della tutela della buona fede e dell'affidamento.
Per quanto riguarda, in particolare, le misure che interessano il ministero della difesa ritiene del tutto irragionevole disporre tagli agli stanziamenti destinati ai mezzi che supportato l'attività operativa delle Forze armate in un momento particolarmente delicato come quello attuale in cui si assiste ad una recrudescenza dei conflitti nelle varie aree dello scacchiere mondiale, che vedono impegnate le nostre Forze armate. Esprime pertanto un giudizio fortemente negativo sull'intero provvedimento.

La seduta sospesa alle 9.30 è ripresa alle 14.40.

Donatella DURANTI (RC-SE), relatore, presenta una proposta di parere favorevole sul provvedimento, che illustra.

Giuseppe FALLICA (FI) esprime in via preliminare un giudizio complessivamente negativo sul provvedimento, che ha determinato diffuse proteste da parte di numerose categorie: taxisti, avvocati, farmacisti e panificatori. Per quanto riguarda più specificatamente il ministero della difesa, i tagli al bilancio previsti dal provvedimento sono, a suo avviso, del tutto ingiustificati perché colpiscono spese necessarie all'ordinario funzionamento dello strumento militare come ad esempio i mezzi, l'addestramento, la formazione e, per l'Arma dei Carabinieri, l'ammodernamento e il rinnovamento nonché il benessere del personale. Si tratta di tagli del tutto inaccettabili le cui effettive conseguenze sull'operatività delle Forze armate andrebbero adeguatamente approfondite. Non condivide pertanto la proposta di parere del relatore che sembra rinviare a futuri provvedimenti la reintegrazione delle risorse inopinatamente tagliate con il presente provvedimento.
Il Ministro Bersani ha recentemente dichiarato che è in atto un confronto con le categorie interessate al provvedimento. Premesso che non è noto se questo confronto riguardi o meno il personale delle Forze armate, giudica comunque paradossale che esso si apra proprio nel momento in cui il decreto-legge è in via di approvazione e che le modifiche introdotte dal Governo, con il maxiemendamento presentato al Senato, hanno determinato ulteriori problemi, come ad esempio quelli legati ai tagli relativi alle spese per l'università. In conclusione, esprime amarezza per il fatto che la legislatura si apra all'insegna di nuovi pesanti fardelli a carico del ministero della difesa, nonostante le lunghe battaglie che sono state condotte in Commissione da tutti i deputati, di maggioranza e di opposizione, nella scorsa legislatura.

Roberta PINOTTI, presidente, nel replicare alle osservazioni del deputato Fallica, ricorda che, già nel corso della discussione sull'assestamento per l'anno 2006, la Commissione ha manifestato tutta la sua preoccupazione per la situazione di bilancio del ministero della difesa. Sottolinea tuttavia che l'effetto netto dei tagli prodotti dal decreto-legge in esame e dalle maggiori risorse stanziate dall'assestamento si traduce in una riduzione di spesa che ammonta a circa 30 milioni di euro, mentre, negli ultimi due anni della scorsa legislatura, le risorse del ministero della difesa sono state decurtate per circa 1.700 milioni di euro.

Donatella DURANTI (RC-SE), relatore, ringrazia il rappresentante del Governo per la disponibilità manifestata in ordine alla possibile integrazione di risorse per il ministero della difesa da attuare nel corso del prosieguo dell'esame parlamentare del disegno di legge di assestamento 2006. Tali risorse, infatti, verrebbero destinate ai servizi che supportano l'attività delle Forze armate, con particolare riferimento alle pulizie, alla manovalanza, alla manutenzione e alla docenza nelle scuole di formazione, alleviando così la situazione di sofferenza che stanno vivendo numerosi lavoratori soprattutto, nelle regioni del Mezzogiorno.
Ringrazia altresì il rappresentante del Governo anche per la sensibilità manifestata


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nei confronti dei circa 200 militari che, per impiegati in missioni all'estero, potrebbero essere ingiustamente penalizzati dalla formulazione della disposizione del decreto-legge, che non li esclude espressamente dalle misure concernenti la decurtazione dell'indennità di missione.

Il sottosegretario Emidio CASULA, nel replicare agli interventi dei deputati Cossiga e Cicu, rileva come la situazione finanziaria della Difesa non nasca dai provvedimenti adottati all'inizio della nuova legislatura, ma dai massicci tagli che sono stati effettuati negli scorsi anni. La situazione è seria e il Governo continuerà a battersi in modo pratico e realistico per migliorare le cose. Esprime comunque apprezzamento nei confronti del relatore per la relazione svolta e per la proposta di parere favorevole presentata.

Andrea PAPINI (Ulivo), anche a nome del suo gruppo, preannuncia il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore (vedi allegato 1).

La seduta termina alle 14.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 27 luglio 2006.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Giovedì 27 luglio 2006. - Presidenza del presidente Roberta PINOTTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Emidio Casula.

La seduta comincia alle 15.

Roberta PINOTTI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-00138 Duranti ed altri: Ristrutturazione della palazzina ex direzione tecnica dei lavori dell'arsenale di Taranto.

Donatella DURANTI (RC-SE) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Emidio CASULA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Donatella DURANTI (RC-SE), si dichiara insoddisfatta della risposta del Governo, che si limita a fornire informazioni già note, ossia che l'immobile in argomento non è soggetto a tutela da parte della Soprintendenza. Ciò non toglie, tuttavia, che l'immobile sia di notevole valore storico, come dimostra l'interesse manifestato sulla vicenda dalla CGIL dell'Arsenale di Taranto. In particolare, lamenta il fatto che il Governo, nel rispondere all'interrogazione, non abbia assunto alcun impegno affinché i responsabili del progetto di ristrutturazione forniscano alle rappresentanze dei lavoratori - che peraltro ne hanno già fatto richiesta - la documentazione tecnica specifica che certifica lo stato di degrado dell'immobile.

La seduta termina alle 15.10.