VII Commissione - Giovedì 27 luglio 2006


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ALLEGATO 1

5-00083 Bono: Revoca del consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento al quesito posto dall'Onorevole Interrogante in ordine alla revoca del Consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding S.p.A. si espone quanto segue.
Il Consiglio di amministrazione è stato revocato, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge 15 luglio 2002, n. 145 - certamente applicabile al caso in esame - con l'atto di indirizzo emanato dal Ministro per i beni e le attività culturali in qualità di azionista unico di Cinecittà Holding S.p.A.
Nel predetto atto d'indirizzo, emanato ai sensi dell'articolo 5-bis della legge 23 giugno 1993, n. 202 e successive modificazioni, sono state indicate le linee strategiche della società, tali da consentire un ruolo di servizio e di supporto al cinema italiano.
Nello stesso atto sono state evidenziate gravi inadempienze nell'attività di gestione, tali da richiedere l'esercizio del potere di revoca.
È dunque evidente che nessuna ipotesi di danno erariale può essere configurabile, in presenza di un potere di revoca legittimamente ed opportunamente esercitato dal Ministro per i beni e le attività culturali.
Un puntuale esame dell'attività del Consiglio di amministrazione, nominato il 21 dicembre u.s., ha infatti permesso di verificare rilevanti aspetti di criticità, riconducibili all'inadempimento di doveri funzionali, concretizzatisi anche in comportamenti contrari alla legge e all'atto costitutivo, configuranti ipotesi di giusta causa di revoca. Una strada che si è scelto al momento di non percorrere, riservandosi l'azionista, anche a fronte di una più approfondita indagine della direzione generale per il cinema, ogni ulteriore valutazione e determinazione di propria competenza.
Senza procedere, in questa sede, ad una elencazione dettagliata dei predetti aspetti si reputa opportuno segnalarne alcuni.
Non è stato posto in essere quasi nessuno degli obiettivi principali indicati nell'atto d'indirizzo del Ministro «pro tempore» del 23 novembre 2005.
Sono stati, al contrario, avviati piani e progetti non contenuti nelle linee d'indirizzo dell'azionista, né previsti dalla legge o dallo statuto.
Forte è stata la conflittualità interna all'organo di amministrazione, non rientrante nella normale dialettica propria del caso.
Il Consiglio di amministrazione ha recentemente ridefinito l'assetto organizzativo della Società facendo riferimento anche a nuovi obiettivi strategici e prioritari non concordati con l'azionista e non previsti né dalla legge, né dallo statuto.
Non è stata inoltre data alcuna informazione, come invece dovuto, all'Amministrazione vigilante, riguardo a situazioni patrimoniali di soggetti controllati.
A ciò si aggiunga che, a distanza di mesi dall'insediamento, diversi amministratori non hanno fatto pervenire la documentazione prevista per dimostrare, secondo quanto prescrive lo Statuto, i requisiti per l'assunzione della carica.
Pertanto, alla luce delle considerazioni sopra esposte, che rappresentano soltanto una parte degli aspetti della questione, appare del tutto evidente la legittimità e l'opportunità dell'operato di questo Ministero.


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ALLEGATO 2

5-00082 De Simone: Giornata europea delle lingue.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento al quesito posto dagli Onorevoli Interroganti circa il contributo che questa Amministrazione intende apportare alla Giornata Europea delle lingue, iniziativa organizzata dal Consiglio d'Europa e dell'Unione europea, si rappresenta quanto segue.
Nel premettere che il Ministero per i beni e le attività culturali non è stato mai coinvolto, finora, nella Giornata Europea delle lingue essendo il Ministero dell'istruzione - Direzione generale affari internazionali il referente istituzionale del Consiglio d'Europa per questa iniziativa, si intende tuttavia porre l'accento sulla particolare attenzione che questa Amministrazione dedica al tema della diversità linguistica e culturale.
Il Ministero per i beni e le attività culturali sotto questo profilo è consapevole dell'importanza del multilinguismo come strumento politico di governo europeo, tanto da considerarlo come requisito fondamentale di ogni proprio progetto di comunicazione/informazione, soprattutto nell'utilizzo dei canali telematici.
Questa Amministrazione ha inoltre dato e intende continuare a dare adesione alle dichiarazioni di principio sulle scelte di multilinguismo che vengono attuate nei contesti comunitari (Commissione e Consiglio d'Europa).
Proprio in attuazione dei principi ispiratori del multilinguismo il Ministero intende soprattutto impegnarsi in un programma di rafforzamento della valorizzazione del proprio patrimonio linguistico. Così come il patrimonio culturale materiale, quello linguistico rappresenta, con una dimensione certamente più evidente, un elemento fondamentale delle identità dei diversi Paesi, tanto da essere riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio culturale immateriale.
Come il patrimonio culturale materiale anche il patrimonio linguistico dell'Italia ha un ruolo di straordinaria rilevanza nella costruzione dell'edificio comune europeo, in quanto connesso, più di altre lingue, alla lingua latina che continua ancora ad essere ritenuta un veicolo di comunicazione efficace (l'attuale Presidenza finlandese dell'Unione ha predisposto nel sito internet ufficiale della Presidenza una news letter interamente in lingua latina).
Quindi da un lato si sta avviando un progetto, da sviluppare entro quest'anno, di diffusione della conoscenza dell'italiano, della sua etimologia e della sua straordinaria ricchezza dialettale, dall'altro si sta avviando la collaborazione con il Ministero degli esteri per la partecipazione del Ministero per i beni e le attività culturali alla Settimana della lingua Italiana che coinvolge dal 23 al 29 ottobre 2006 gli Istituti Italiani di cultura, con una rassegna dal tema «Il cibo e le feste nella lingua e nella cultura italiana».
Infine, sempre in tema di iniziative volte a favorire la conoscenza e l'apprendimento della lingua italiana in un'ottica di integrazione e scambio tra i vari paesi vale la pena ricordare un'altra iniziativa posta in essere da questa Amministrazione attraverso l'Istituto per il libro, Ufficio appartenente alla Direzione generale per i beni librai e gli istituti culturali, all'interno del quale opera una Commissione che ogni anno conferisce i Premi nazionali per la traduzione.


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ALLEGATO 3

5-00139 Carlucci e Garagnani: Danni arrecati al portale di bronzo della Cattedrale di Trani.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento al quesito posto dagli Onorevoli Interroganti in ordine al danneggiamento di due statue in marmo collocate ai lati del portale della Cattedrale di Trani si espone quanto segue.
Dopo il verificarsi dell'evento vandalico, accaduto nella notte tra il 18 ed il 19 luglio, la Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio per le province di Bari e Foggia ha immediatamente provveduto a porre in essere tutte le necessarie attività di recupero e di ricovero dei pezzi e dei frammenti delle statue, fino a quelli di dimensioni più minute (sono stati raccolti, infatti, anche i frammenti di due grammi di peso).
I lavori di ripristino sono prontamente iniziati la mattina successiva il danneggiamento e sono stati momentaneamente sospesi, su richiesta del Vescovo, per il tempo strettamente occorrente alle celebrazioni previste in occasione della festa del Santo Patrono della Città.
I lavori riprenderanno lunedì p.v. per essere completati.
Al fine di prevenire ulteriori episodi di vandalismo il Ministero per i beni e le attività culturali intende sensibilizzare tutti gli Uffici periferici al potenziamento delle misure di sicurezza dei siti culturali, soprattutto quando in essi vi siano cantieri di restauro.
Quanto al suggerimento degli Onorevoli Interroganti di avviare una campagna di sensibilizzazione, in particolare tra i giovani, per la difesa del patrimonio culturale nazionale, si concorda con l'opportunità di diffondere la consapevolezza del patrimonio culturale quale inestimabile tesoro, fattore fondamentale per la definizione dell'idea di «comunità nazionale», identificativa del nostro paese nel mondo, nonché fattore di crescita economica, di sviluppo occupazionale ed imprenditoriale.
A tale proposito è intendimento del Ministero per i beni e le attività culturali procedere ad iniziative nelle scuole, così come previsto dall'articolo 119 del codice dei beni culturali e del paesaggio, al fine di diffondere la conoscenza e favorire la fruizione del patrimonio culturale da parte degli studenti.


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ALLEGATO 4

D.L. n. 223/2006: Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La VII Commissione Cultura,
esaminato, per le parti di propria competenza, il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale;
premesso che la Commissione ritiene necessario che nella prossima legge finanziaria si individuino le risorse per incrementare i finanziamenti di alcuni settori interessati dalle misure dei contenimento della spesa recate dal provvedimento in esame, quali:
l'edilizia scolastica, che necessita un piano nazionale di messa in sicurezza e adeguamento strutturale degli edifici scolastici;
le università e gli enti di ricerca, le cui condizioni economiche e finanziarie sono ad oggi di particolare gravità e per i quali la contrazione del 10 per cento delle spese per consumi intermedi riguarda servizi essenziali;
i beni archivistici ed architettonici, che vivono condizioni di effettive e protratte ristrettezze economiche;
ritenuto che l'integrazione di 50 milioni di euro della dotazione del Fondo unico per lo spettacolo rappresenti una forte discontinuità rispetto al quadriennio 2002-2006 ed una scelta significativa per lo sviluppo culturale ed economico del Paese, finalizzata a valorizzare lo spettacolo dal vivo, scelta da consolidare nella prossima legge finanziaria con un ulteriore incremento della dotazione del FUS;
esaminato in particolare l'articolo 20 recanti misure in materia di editoria, che, al comma 2, prevede che con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri siano rideterminati i contributi e le provvidenze per l'editoria di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250;
rilevata l'opportunità di inserire al citato comma 2 dell'articolo 20, i criteri per l'emanazione del predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri contenuti nella relazione tecnica;
sottolineata l'urgenza di individuare i fondi per garantire sopravvivenza e sviluppo di moltissime piccole e medie imprese che operano nel settore della carta stampata attraverso finanziamenti che diano l'avvio ad un processo di cambiamento culturale volto a dare, tra l'altro, rilievo e promozione del libro e della lettura;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
a) appare opportuno individuare adeguate forme integrative di finanziamento per il settore dell'editoria, a partire dai contributi diretti;
b) si valuti altresì l'opportunità di inserire all'articolo 20, comma 2, i criteri per l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri contenuti nella relazione tecnica.