Commissioni Riunite III e IV - Mercoledì 6 settembre 2006


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ALLEGATO

DL 253/06: Partecipazione italiana alla missione in Libano (C. 1608).

DOCUMENTAZIONE DEPOSITATA DAL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI SULLE INIZIATIVE PER LA RICOSTRUZIONE DEL LIBANO

A) Iniziative già finanziate dalla Cooperazione italiana.

Il programma di cooperazione ordinario dell'Italia con il Libano prevedeva già prima del conflitto crediti di aiuto per oltre 82 milioni di euro (circa 54 nel settore idrico e 28 nel settore della protezione dell'ambiente, del patrimonio culturale e nel settore agro-industriale) e doni per circa 4 milioni di euro, da impiegare nel settore sanitario e in quello agricolo.
Per quanto riguarda i crediti di aiuto, sono da segnalare in particolare gli interventi in corso nel settore idrico e in quello dell'aggiornamento tecnologico:
i) i principali interventi in corso nel settore idrico riguardano il finanziamento a credito d'aiuto dell'impianto di trattamento dei reflui urbani per la città di Zahle (23 milioni di euro) e la rete di acqua potabile e fognaria di Jbeil (39,5 milioni di euro);
ii) nel settore relativo all'aggiornamento tecnologico, la fornitura di apparecchiature informatiche e di programmi gestionali alla Banca Centrale, a cui si aggiunge una componente di formazione, finanziato per un valore di 5,6 milioni di euro.

Per quanto riguarda la componente a dono, si segnalano i programmi nel settore sanitario ed in quello agricolo:
i) nel settore sanitario, l'aggiornamento del personale infermieristico, per un valore superiore a 1 milione di euro; il rafforzamento istituzionale del Ministero della Sanità (500 mila euro); la realizzazione di un Laboratorio Centrale del Ministero della Sanità (800 mila euro) ed un piano nazionale per l'assistenza sanitaria di base;
ii) nel settore agricolo è in corso di svolgimento: un progetto agricolo integrato (per un importo di 1,9 milioni di euro) nella regione di Baalbeck-Hermel, attraverso il quale si intende promuovere un'economia alternativa a quella delle colture illecite sviluppatesi nel corso del conflitto; il programma per la Produzione di materiale vegetale certificato (1,2 milioni di euro), la cui realizzazione è stata affidata al Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici nel Mediterraneo di Bari, congiuntamente all'Istituto di Ricerca Agraria del Libano.

Lo scorso maggio sono stati poi firmati gli accordi attuativi relativi a due programmi integrati di sviluppo socio-economico delle aree depresse, entrambi da finanziare con risorse a dono e rispettivamente del valore di 6,7 milioni di euro (Programma affidato all'UNDP e rivolto alle regioni del Sud del Libano) e di 4 milioni di euro (Programma affidato all'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari) entrambi adattabili alle nuove esigenze emerse dalla guerra.

B) Iniziative per la ricostruzione del Libano.

Tra luglio e agosto la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo


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(DGCS) ha inviato aiuti umanitari e di emergenza consistenti in generi di prima necessità per un valore complessivo di oltre 1,35 milioni di euro (tra cui materiali raccolti anche dalle Regioni, dalla Protezione Civile e dalla Croce Rossa Italiana).
La DGCS ha inoltre autorizzato, a valere sul canale multilaterale (Fondi bilaterali di emergenza presso Organismi Internazionali) finanziamenti in favore dell'OMS, del PAM e di OCHA per un valore complessivo di 540 mila euro.
A seguito della missione in Libano del Ministro e delle altre missioni ivi compiute dal Ministero degli Affari Esteri e delle indicazioni pervenute da parte del Governo libanese, il Governo italiano ha stanziato 30 milioni di euro per la realizzazione di interventi di cooperazione allo sviluppo destinati al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione libanese.
L'Italia intende infatti contribuire al ripristino di servizi di base ed infrastrutture danneggiati a seguito degli eventi bellici, in coerenza con il suo già rilevante impegno bilaterale in Libano.
L'idea di fondo è quella di creare un programma articolato e multisettoriale in parte sul canale dell'emergenza ed in parte sul canale bilaterale, secondo una ripartizione di fondi che dovrà essere delineata non appena saranno stati definiti in maniera puntuale i singoli interventi e nel quadro delle azioni sinora svolte dalla Cooperazione italiana.
Si tratta di due componenti strettamente interconnesse, essendo necessario in via preliminare ricostruire le vie di comunicazione, sia per garantire il trasporto degli aiuti, sia per i benefici economici che derivano dal ristabilimento della piena circolazione delle merci e dei servizi tra le diverse zone del Paese e poi intervenire in favore della popolazione colpita.
In quest'ottica si intende ricostruire un ponte che attraversa il fiume Damour sull'autostrada che da Beirut conduce a Sidone e Tiro, e quindi al sud del Paese, e di uno svincolo stradale che, a poca distanza dal ponte, collega l'autostrada allo Chouf e quindi alle zone a maggioranza drusa e cristiana.
Per ciò che concerne le attività in favore della popolazione, le gravi distruzioni dei villaggi del sud del Libano hanno riguardato sia le attività e i beni privati sia i servizi pubblici. Occorrerà pertanto ripristinare i servizi di base (sanità, approvvigionamenti idrici, educazione, energia, viabilità, attività economiche). La contrazione dei consumi ha inoltre causato gravi difficoltà all'occupazione e al reddito in generale. Dal momento che esistono differenze tra i vari villaggi danneggiati, l'intervento italiano si pone l'obiettivo ambizioso di coprire l'insieme dei servizi economici e sociosanitari ritagliando programmi specifici per le singole realtà territoriali destinatarie di interventi della Cooperazione italiana. A tale fine l'Italia intende avvalersi delle sue ONG già presenti sul territorio e che operano da tempo in stretto raccordo con le autorità municipali e con la società civile libanese. Nel contesto di tale pacchetto di interventi l'Italia intende altresì destinare una parte dei fondi stanziati per il Libano in favore di attività di sminamento umanitario, considerate indispensabili e preliminari a qualsiasi attività di ricostruzione.

C) La Conferenza dei Donatori per il Libano.

Le Conferenze dei Donatori per il Libano e la Palestina di Stoccolma si sono chiuse con un lusinghiero successo per la Svezia, che è riuscita ad organizzare in breve tempo un evento che ha registrato la partecipazione ad alto livello di delegazioni di circa 50 Paesi ed di una decina di Organizzazioni Internazionali.
Ma è stato soprattutto in termini di pledges annunciati (940 milioni di USD per il Libano e circa 500 per la Palestina) che la Conferenza ha centrato il suo obiettivo, essendo state di gran lunga superate le attese del Paese ospite, che aveva stimato in 500 milioni di USD la soglia auspicata di contributi per il Libano.
Altrettanto significativo è stato il numero dei Paesi donatori essendosi registrata una decisa adesione di paesi che normalmente non sono presenti in questo tipo


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di eventi, mi riferisco in particolare ad alcuni Paesi mediorientali (Egitto, Giordania, Kuwait, Marocco, Qatar, Tunisia, Arabia Saudita) che hanno annunciato di aver già stanziato contributi finanziari ed aiuti umanitari per un valore di circa 1 miliardo di USD, ma anche a finanziamenti annunciati da parte di Paesi che tradizionalmente non figurano fra il novero dei maggiori donatori (Russia, Australia, Irlanda, Polonia, Brasile; Finlandia).
Per ciò che concerne i settori di intervento sono state ribadite, d'intesa con il Governo libanese ed in linea con gli appelli delle Agenzie delle Nazioni Unite presenti in Libano, le seguenti priorità: Sminamento, Riabilitazione delle Infrastrutture e delle Reti Idriche, Sanità, Educazione, Ambiente ed Agricoltura, Riavvio delle attività economico-commerciali ed industriali, Assistenza ai rifugiati palestinesi in Libano, Assistenza agli sfollati.
Per tutti questi settori si è tenuto a sottolineare l'importanza di una piena ownership del processo di ricostruzione da parte delle Autorità libanesi che si sono impegnate ad evitare che gli aiuti stanziati dalla Comunità Internazionale finiscano nelle mani di hezbollah. A questo riguardo il Governo libanese ha anche confermato l'intenzione di voler organizzare in qualche mese una seconda e più ampia Conferenza dei Donatori per il Libano per raccogliere fondi destinati ad attività di ricostruzione di più lungo respiro.
L'annuncio del contributo di 30 milioni da parte del Governo italiano che la Vice Ministra Sentinelli ha correttamente inquadrato nel contesto del più ampio contributo deciso dal Governo per il finanziamento della missione militare è stato accolto con grande soddisfazione sia dal Governo libanese che da parte di tutti gli intervenuti, che non hanno mancato di sottolineare la generosità e la tempestività del nostro contributo alla crisi libanese.