I Commissione - Resoconto di marted́ 10 ottobre 2006

TESTO AGGIORNATO AL 17 OTTOBRE 2006


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 10 ottobre 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'interno Franco Bonato e Marcella Lucidi.

La seduta comincia alle 11.05.

Legge finanziaria 2007.
C. 1746-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2007.
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che nella giornata di giovedì 5 ottobre 2006 sono stati assegnati alla Commissione in sede consultiva il disegno di legge C. 1746-bis (Legge finanziaria 2007), ed il disegno di legge C. 1747 (Bilancio dello Stato per il 2007 ed il Bilancio triennale 2007-2009) e che l'esame da parte della Commissione di tali documenti ha luogo congiuntamente ed è riferito alle parti di competenza della I Commissione. L'esame si concluderà con l'approvazione di due distinte relazioni - concernenti rispettivamente lo stato di previsione del Ministero


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dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza) e lo stato di previsione del Ministero dell'interno e le connesse parti del disegno di legge finanziaria - che saranno trasmesse alla Commissione bilancio, e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione. Alla Commissione Bilancio saranno, altresì, trasmesse le eventuali relazioni di minoranza presentate in Commissione; in tal caso un proponente per ciascuna relazione di minoranza potrà partecipare, per riferirvi, alle sedute della Commissione Bilancio.
Avverte che l'esame in sede consultiva dovrà essere concluso entro martedì 17 ottobre 2006 e che il termine per la presentazione degli emendamenti, nonché di eventuali ordini del giorno, secondo quanto stabilito in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è fissato alle ore 17 di domani, mercoledì 11 ottobre 2006. A tale proposito ricorda che, secondo quanto previsto dall'articolo 121, comma 1, del regolamento, gli emendamenti proponenti variazioni compensative all'interno dei singoli stati di previsione devono essere presentati presso le Commissioni in sede consultiva. Peraltro, in considerazione della riforma della struttura del bilancio conseguente alla riforma dell'organizzazione del Governo, non è sempre possibile definire con esattezza le unità previsionali di base rientranti nella competenza di ciascuna Commissione; in tali casi non appare possibile applicare rigidamente la previsione regolamentare e pertanto è da ritenersi comunque ammissibile la presentazione di emendamenti recanti variazioni compensative all'interno dei singoli stati di previsione anche direttamente in Commissione bilancio. Gli emendamenti approvati saranno inseriti nella relazione approvata dalla Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati, ai sensi dell'articolo 121, comma 4, del regolamento, nel corso dell'esame in Assemblea. Ricorda inoltre, che potranno essere presentati e votati in Commissione anche emendamenti concernenti variazioni non compensative ovvero variazioni compensate non all'interno del medesimo stato di previsione. Anche tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione. In caso di reiezione è invece necessario che gli stessi siano ripresentati alla Commissione bilancio, anche al solo fine di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
Le medesime regole disciplinano anche gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge finanziaria. Peraltro, anche in questo caso, in considerazione delle difficoltà che deriverebbero da un'applicazione rigida di tale meccanismo anche all'articolato della finanziaria, dei tempi ristretti disponibili per la presentazione degli emendamenti nelle Commissioni di merito, nonché - considerato l'ampliamento del contenuto proprio della legge finanziaria operato dalla legge n. 208 del 1999 - della difficoltà di individuare con esattezza le parti dell'articolato di competenza di ciascuna Commissione, è comunque ammissibile la presentazione degli emendamenti all'articolato della finanziaria direttamente in Commissione bilancio. Nelle Commissioni in sede consultiva possono comunque essere presentati e votati emendamenti per le parti del disegno di legge finanziaria di rispettiva competenza. Tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione; ove respinti è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione bilancio.
Ricorda, quindi, che gli emendamenti presentati presso le Commissioni in sede consultiva sono soggetti alle regole di ammissibilità proprie dell'esame dei documenti di bilancio, con riferimento ai limiti di contenuto proprio e di compensatività degli effetti finanziari.
Con riferimento al contenuto proprio del disegno di legge finanziaria, come definito dall'articolo 11 della legge n. 468 del 1978, non saranno ritenuti ammissibili: emendamenti recanti deleghe legislative; emendamenti recanti disposizioni di carattere ordinamentale o organizzatorio prive di effetti finanziari o che non abbiano


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un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi; emendamenti che rechino aumenti di spesa o diminuzioni di entrata, anche se provvisti di idonea compensazione, che non siano finalizzati al sostegno dell'economia; emendamenti recanti norme onerose che abbiano carattere localistico o microsettoriale; emendamenti recanti norme onerose i cui effetti finanziari non decorrano dal 2007, primo anno considerato dalla manovra di finanza pubblica. Con riferimento al vincolo di compensatività, saranno ammessi solo emendamenti compensativi, che cioè garantiscano effetti finanziari equivalenti a quelli del testo che si intende modificare. La presidenza, nel valutare la compensatività degli emendamenti che tendano a sostituire misure di contenimento previste nel testo, si limiterà a considerare inammissibili solo gli emendamenti evidentemente privi di compensazione o con compensazioni manifestamente inidonee sul piano formale. Fa presente in proposito che la valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati nell'ambito dell'esame in sede consultiva sarà effettuata prima che gli stessi vengano esaminati e votati. Peraltro, in considerazione della necessità di valutare l'ammissibilità degli emendamenti sulla base di criteri omogenei ed obiettivi, la valutazione compiuta nelle commissioni in sede consultiva si limiterà ai profili generali, mentre la valutazione puntuale di ammissibilità sarà compiuta nel corso dell'esame presso la commissione bilancio.
Per questi motivi sottolinea come il giudizio circa l'ammissibilità di un emendamento pronunciata nel corso dell'esame in sede consultiva non pregiudichi in alcun modo la successiva valutazione di ammissibilità.
Con riferimento, in fine, alla presentazione degli ordini del giorno ricorda che presso le Commissioni di settore devono essere presentati tutti gli ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge finanziaria. Gli ordini del giorno concernenti l'indirizzo globale della politica economica generale devono invece essere presentati direttamente in Assemblea; gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo possono essere ripresentati in Assemblea. In ordine ai criteri di ammissibilità segnala altresì che non sono ammissibili gli ordini del giorno volti ad impegnare il Governo ad utilizzare accantonamenti dei Fondi speciali di parte corrente e di conto capitale per determinate finalità.

Pierangelo FERRARI (Ulivo), relatore, con riferimento al disegno di legge finanziaria, avverte che intende soffermarsi esclusivamente sulle disposizioni che appaiono più direttamente afferire ad ambiti di competenza della Commissione affari costituzionali, secondo le linee guida già evidenziate dal presidente Violante. In proposito ritiene che tali disposizioni possano essere ricondotte a quattro principali settori di intervento normativo. Il primo ambito è quello relativo alla organizzazione delle amministrazioni statali, ed è interessato dalle disposizioni recate dagli articoli 32, 33, 35, 37, 38 e 77. Il secondo settore è individuabile negli interventi recati dagli articoli 39, 42, 46 e 47 in materia di enti pubblici. Un terzo settore di intervento è quello relativo alle assunzioni di personale nella pubblica amministrazione e al relativo trattamento economico, con riferimento al personale delle forze di polizia e ai dirigenti di cui agli articoli 57 e 64. L'ultimo settore di intervento è quello relativo ai costi della politica, cui sono riconducibili le disposizioni di cui agli articoli 63, 76, 77, 78, 79 e 80.
Passando ad illustrare il contenuto delle disposizioni recate dagli articoli citati, fa presente che l'articolo 32 prevede un vasto programma di riorganizzazione dei ministeri, finalizzato al contenimento delle spese di funzionamento, da attuare attraverso l'adozione di regolamenti di delegificazione da emanarsi, su proposta di ciascuna amministrazione, ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis della legge n. 400 del 1988. Tra gli interventi previsti si registrano la riduzione degli uffici dirigenziali e l'accorpamento delle strutture


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periferiche facenti capo a una amministrazione in un unico ufficio regionale oppure mediante trasferimento delle funzioni svolte all'interno delle prefetture-uffici territoriali del Governo. L'articolo 33 ha l'obiettivo di razionalizzare la presenza sul territorio degli uffici periferici del Ministero dell'interno, prevedendo che con i regolamenti previsti dall'articolo 32 si proceda alla determinazione degli ambiti territoriali ottimali per l'esercizio delle funzioni delle prefetture, delle questure e dei comandi provinciali dei vigili del fuoco attraverso. In particolare, viene stabilita una soglia demografica minima di 200.000 abitanti per la determinazione territoriale di tali strutture. Al riguarda esprime forti perplessità sulla fissazione per legge di tale soglia demografica, ritenendo più opportuno introdurre un criterio di massima che consenta al governo di derogarvi in presenza di ponderate esigenze.
L'articolo 35 reca modifiche all'assetto organizzativo dell'Amministrazione della pubblica sicurezza e all'ordinamento del personale della Polizia di Stato, finalizzate al conseguimento di risparmi di spesa, a tal fine disponendo, a decorrere dal 1o gennaio 2007, la soppressione delle Direzioni interregionali della pubblica sicurezza e la razionalizzazione delle strutture per la formazione e l'aggiornamento del personale. L'articolo 37 reca disposizioni dirette ad agevolare l'attività dell'Amministrazione della pubblica sicurezza attraverso lo snellimento sia delle procedure relative alle attività negoziali e ai pagamenti necessari per l'attuazione delle misure di emergenza, sia delle modalità di utilizzazione dei beni sequestrati o confiscati affidati in uso alle forze di polizia. L'articolo 38 stabilisce che il Ministro dell'interno, o per sua delega i prefetti, possono stipulare convenzioni con le regioni e gli enti locali al fine di realizzare programmi straordinari volti ad incrementare i servizi di polizia a tutela della sicurezza dei cittadini.
Con riferimento al secondo ambito di intervento fa presente che l'articolo 39 reca disposizioni in materia di riorganizzazione e riallocazione di determinate categorie di personale degli enti pubblici non economici nazionali e delle agenzie, prevedendo, in particolare, che il personale impiegato nello svolgimento delle funzioni di supporto non possa eccedere il 15 per cento delle risorse umane complessivamente utilizzate e che a tal fine debbano essere adottati i necessari provvedimenti di riorganizzazione e riallocazione del personale, riducendo contestualmente le dotazioni organiche. L'articolo 42 configura un procedimento volto alla riorganizzazione degli enti pubblici non economici nazionali, con talune eccezioni, secondo il quale le competenze del presidente e del consiglio d'amministrazione sono attribuite, rispettivamente, al direttore generale e ad un comitato di gestione composto dai dirigenti di livello apicale dell'ente. Tale processo è avviato dagli enti entro un mese dalla data di entrata in vigore della legge; all'eventuale inerzia consegue la decadenza dei relativi vertici amministrativi. L'articolo 46 sopprime la Commissione per la garanzia dell'informazione statistica, prevedendo la costituzione, con regolamento di delegificazione, di una Commissione con identica denominazione, ma con assetto e compiti diversi.
L'articolo 47 ridefinisce il processo di riordino, trasformazione e soppressione di enti ed organismi pubblici previsto dall'articolo 28 della legge n. 448 del 2001, fissando il nuovo termine del 30 giugno 2007 e individuando specifici princìpi e criteri direttivi.
Quanto al terzo ambito di interventi, rileva che l'articolo 57 detta disposizioni in ordine alle assunzioni di personale da parte di pubbliche amministrazioni. In particolare, si prevede al comma 1 la possibilità per i Corpi di polizia di effettuare assunzioni di personale per un contingente complessivo non superiore a 1.000 unità, mentre il comma 4 prevede che, per gli anni 2008 e 2009, alcune amministrazioni dello Stato, tra le quali i Corpi di polizia, possono procedere, per ciascun anno, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di


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quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. Tale limite si applica anche alle assunzioni dei segretari comunali e provinciali nonché al personale ancora in regime di diritto pubblico ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 165 del 2001. L'articolo 64 interviene in materia di trattamento economico dei dirigenti pubblici sotto due profili. Il comma 1 riduce del 50 per cento la misura delle classi di stipendio e degli aumenti periodici biennali previsti per le categorie che ancora usufruiscono di progressioni stipendiali automatiche, quali magistrati, docenti e ricercatori universitari, dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate. Il comma 2 estende anche ai dirigenti apicali dei corpi di polizia e delle forze armate la fissazione di limiti massimi ai trattamenti accessori, e demanda all'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri la definizione dei criteri applicativi per l'attuazione della riduzione del 10 per cento della spesa per i dirigenti stabilita dall'articolo 22-bis del decreto-legge n. 223 del 2006.
Quanto all'ultimo ambito di intervento, quello relativo alla riduzione dei costi della politica, fa presente che l'articolo 63 prevede una riduzione del 30 per cento del trattamento economico complessivo dei Ministri e dei sottosegretari di Stato di cui alla legge n. 212 del 1952, a decorrere dal 1o gennaio 2007.
Venendo ad illustrare il contenuto dell'articolo 76, che reca disposizioni in materia di organi di governo degli enti locali, premette che esso rappresenta, a suo avviso, una delle disposizioni di maggior rilievo in riferimento agli ambiti di competenza della Commissione, e, al tempo stesso, quello connotato da maggior criticità. Tale articolo apporta, al comma 1, una serie di modifiche a vari articoli del testo unico sugli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, finalizzate ad esigenze di coordinamento della finanza pubblica, e reca, ai commi 2 e 3, disposizioni volte al contenimento di taluni emolumenti spettanti agli amministratori locali. In particolare la disposizione connotata da maggior problematicità, a suo avviso, è quella che prevede la limitazione dell'applicabilità dell'istituto dell'aspettativa non retribuita per espletamento del mandato, attualmente prevista per tutti gli amministratori locali, solamente ai sindaci e ai presidenti di provincia, nonché ai presidenti dei consigli comunali e provinciali.
L'articolo 77 subordina l'organizzazione degli uffici periferici delle amministrazioni statali nelle nuove province di Monza e della Brianza, di Fermo e di Barletta-Andria-Trani, istituite con le leggi n. 146, 147 e 148 del 2004, ai princìpi di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche contenuti negli articoli 33, 34 e 35 del disegno di legge finanziaria. L'articolo 79, al comma 1, mira a razionalizzare i processi di revisione delle circoscrizioni provinciali e di istituzione di nuove province, istituendo a tal fine una commissione di studio presso la Conferenza unificata Stato-regioni-città e autonomie locali e sospendendo, nelle more della sua attività, i procedimenti in corso. I commi 2, 3 e 4 recano misure finanziarie volte ad incentivare la fusione di comuni e l'esercizio associato di funzioni e servizi, mentre i commi 5 e 6 vietano la contemporanea partecipazione di comuni ad unioni di comuni ed a comunità montane. L'articolo 80 reca ulteriori misure di contenimento della spesa degli enti territoriali, limitando sia l'entità massima dei compensi spettanti agli amministratori delle società partecipate da comuni o province sia il numero complessivo dei componenti i relativi consigli di amministrazione. Anche tali disposizioni, che valgono quali princìpi per le Regioni, presentano profili problematici sotto il profilo della congruità dell'indennità rispetto alla rilevanza imprenditoriale di tali società.
Ulteriori disposizioni che interessano ambiti di competenza della Commissione sono infine quelle recate dagli articoli 112, 120, 194 e 199. L'articolo 112 autorizza uno stanziamento annuale di 10 milioni di euro per il triennio 2007-2009 da destinarsi alla realizzazione di progetti per la società dell'informazione. L'articolo 120 autorizza uno stanziamento annuale di 5


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milioni di euro, a decorrere dal 2007, destinato all'Agenzia nazionale per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione. L'articolo 194 aumenta la dotazione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità istituito dal decreto-legge n. 223 del 2006, prevedendo un incremento di 20 milioni di euro annui per il triennio 2007-2009, mentre l'articolo 199 istituisce un Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati presso il Ministero della solidarietà sociale. La dotazione del Fondo è pari a 50 milioni di euro annui per il triennio 2007-2009.
Con riferimento al disegno di legge di bilancio, fa presente che gli stanziamenti per la Presidenza del Consiglio dei ministri recati dalla U.P.B. 3.1.5.2 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze di cui alla tabella n. 2 sono pari, in termini di competenza e cassa, a 391,34 milioni di euro, interamente di parte corrente, completamente assorbita dalle spese per il funzionamento (cap. 2115). Rispetto alle previsioni assestate per il 2006 (373,46 mln.) si registra un aumento pari a 17,88 milioni di euro. L'aumento è in gran parte dovuto alle modifiche dell'organizzazione del Governo intervenute a seguito dell'emanazione del decreto legge 181/2006 ed in particolare al significativo passaggio di competenze in favore della Presidenza del Consiglio, pur accompagnato da alcune riattribuzioni di competenze da questa a singoli ministeri.
Quanto allo stato di previsione del Ministero dell'interno (tabella n. 8) ricorda che esso si articola nei seguenti sei centri di responsabilità amministrativa: Gabinetto e uffici di diretta collaborazione all'opera del ministro; Affari interni e territoriali; Vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile;
Libertà civili e immigrazione; Pubblica sicurezza; Politiche del personale dell'Amministrazione civile e delle risorse strumentali e finanziarie. Gli stanziamenti ammontano, in termini di competenza, a 24.286,68 milioni di euro ed è prevista una riduzione di spese pari a 2.520,56 milioni di euro.

Luciano VIOLANTE, presidente, invita la Commissione a riflettere in ordine a tre questioni che sono state sottoposte alla sua attenzione. La prima riguarda l'opportunità di includere l'Accademia dei Lincei nell'elenco degli enti pubblici non economici che il comma 5 dell'articolo 42 esclude dall'ambito di applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione degli organi di vertice. La seconda questione concerne la fissazione della soglia demografica prevista dall'articolo 33 per la determinazione degli ambiti territoriali ottimali per gli uffici periferici del Ministero dell'interno, al riguardo evidenzia l'opportunità di prevedere la possibilità di derogare alla soglia minima, in determinate circostanze, con particolare riferimento alle aree territoriali con maggiore presenza della criminalità. In terzo luogo invita la Commissione a valutare l'opportunità di estendere le misure finanziarie volte a incentivare la fusione dei comuni e l'esercizio associato di funzioni e servizi anche alle province.

Marco BOATO (Verdi) con riferimento all'ultima questione prospettata dal presidente esprime alcune perplessità con riferimento alla procedura prevista dall'articolo 133 della Costituzione per il mutamento delle circoscrizioni provinciali.

Luciano VIOLANTE, presidente, precisa al riguardo che la sua sollecitazione riguarda esclusivamente la previsione di strumenti per incentivare la gestione coordinata e associata di servizi da parte delle province, e non anche l'assetto territoriale delle stesse.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo) si sofferma sulle disposizioni del disegno di legge finanziaria aventi ad oggetto gli enti locali. In particolare si dichiara contrario sulla previsione di cui all'articolo 57, comma 4, che stabilisce limiti alle assunzioni di segretari comunali e provinciali.
Con riferimento all'articolo 76, recante disposizioni in materia di organi di governo degli enti locali, osserva che la portata delle modifiche recate al testo


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unico in materia, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, avrebbero consigliato un esame separato in quanto, sia a causa della mancanza di concertazione con il mondo delle autonomie che a causa della settorialità delle misure recate, si corre il rischio di produrre una modifica di natura estemporanea e poco organica. In particolare reputa che limitare la rappresentanza nelle unioni di comuni e nelle comunità montane ad un solo soggetto per ciascun comune rischia di pregiudicare i diritti delle minoranze. Si sofferma quindi sulla lettera h) del comma 1 dello stesso articolo 76, che limita l'aspettativa per espletamento del mandato, oggi prevista dall'articolo 81 del testo unico sugli enti locali per tutti gli amministratori locali che siano anche pubblici dipendenti, ai soli sindaci e presidenti delle province, nonché ai presidenti dei consigli comunali e provinciali, ritenendo che rappresenti un pericoloso meccanismo in grado di pregiudicare la funzionalità degli enti locali. In proposito ritiene che sarebbe più opportuno agire sul numero massimo degli assessori, ritenendo che sia stato un errore commesso nell'elaborazione della relativa disciplina aver consentito un eccessivo allargamento di tale numero. Non condivide inoltre le limitazioni previste dall'articolo 80 alle retribuzioni dei presidenti delle società a totale partecipazione degli enti locali, i quali sono chiamati a svolgere compiti di elevata professionalità, collegati alla progressiva aziendalizzazione dei servizi pubblici. Neppure ritiene condivisibile la preventiva definizione del numero dei consiglieri di amministrazione, prevista dal comma 5 dell'articolo 80, che potrebbe pregiudicare l'aggregazione delle società di servizi, impedendo così un loro esercizio virtuoso. Si sofferma poi l'articolo 77, volto a subordinare l'organizzazione degli uffici periferici delle amministrazioni statali nei territori delle istituende province di Monza e della Brianza, di Fermo e di Barletta-Andria-Trani all'applicazione delle nuove disposizioni in materia di organizzazione amministrativa recate dagli articoli 33, 34 e 35 del disegno di legge finanziaria. Pur dichiarandosi favorevole a frenare la crescita del numero delle province, esprime dubbi sulla correttezza della procedura seguìta, essendo l'istituzione di tali province già stata definita con legge. Esprime infine perplessità in ordine ai criteri stabiliti per la determinazione degli ambiti territoriali ottimali per l'esercizio delle funzioni di competenza degli uffici periferici del Ministero dell'interno, con particolare riguardo alla soglia dei 200 mila abitanti quale limite minimo di popolazione. Pur dichiarando il proprio orientamento favorevole a contenere la proliferazione delle strutture periferiche di tale Ministero, ritiene che le soglie stabilite debbano consentire margini di derogabilità collegati ad altri fattori di valutazione.

Franco RUSSO (RC-SE), intervenendo a nome del proprio gruppo, esprime un giudizio sostanzialmente favorevole sulla manovra di bilancio in esame. Ritiene in particolare che elemento qualificante di questa manovra sia rappresentato dall'applicazione del principio dell'equa redistribuzione del reddito, attuato non solo attraverso la ridefinizione delle aliquote fiscali, ma anche mediante la previsione di apposite forme di detrazione in materia di lavoro dipendente. Ritiene tuttavia eccessiva l'entità della manovra finalizzata a perseguire l'obiettivo nell'arco di un solo anno del riallineamento dei conti pubblici ai parametri previsti dal trattato di Maastricht, mentre giudica positive le misure in materia di trattamento di fine rapporto che, insieme ad altre disposizioni, configurano un rovesciamento dell'impostazione complessiva della manovra rispetto a quelle della passata legislatura.
Si sofferma quindi su alcuni punti, a proprio avviso problematici, del disegno di legge finanziaria. In particolare ritiene che le misure in materia di riorganizzazione dei ministeri presentano un'impronta dirigistica, non essendo stato previsto un preventivo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Si tratta di una impostazione non condivisibile che configura l'erogazione dei servizi pubblici in un'ottica meramente burocratica e non, invece,


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secondo criteri di produttività ed efficienza, che meglio si addicono all'esercizio di tale funzione, dichiarandosi pertanto favorevole a limitare le privatizzazioni in materia di servizi pubblici. In proposito dichiara la sua contrarietà rispetto ad un eventuale utilizzo dello strumento della legge finanziaria per intervenire in tale settore, oggetto di disciplina di un disegno di legge all'esame della 1o Commissione del Senato
Con riferimento al patto di stabilità interno, ritiene necessaria una attiva interlocuzione del Governo con gli enti locali, che giudica un momento essenziale per armonizzare lo svolgimento del processo di decisione pubblica a livelli multipli. Reputa quindi inaccettabile la previsione normativa che quantifica preventivamente gli effetti sui saldi della finanza pubblica derivanti dai tagli delle spese per gli enti locali, che sono i principali soggetti erogatori di servizi di assistenza. Ritiene che tale misura produrrebbe effetti negativi sulla collettività, ritenendo in proposito più opportuno limitare le spese per la ricerca militare previste nel disegno di legge finanziaria.
Si dichiara poi favorevole a prevedere tagli alle spese della politica, sia con riferimento alla riduzione del 30 per cento del trattamento economico dei ministri, che alla diminuzione degli automatismi stipendiali previste per alcune categorie di amministratori locali. In particolare, non ritiene che gli interventi sullo status economico degli amministratori possa pregiudicare la selezione dei soggetti migliori, che potrebbero essere attratti da remunerazioni maggiori offerte nel settore privato; non condivide invece la norma che limita l'aspettativa per espletamento del mandato, oggi prevista dall'articolo 81 del testo unico sugli enti locali per tutti gli amministratori locali che siano anche pubblici dipendenti, ai soli sindaci e presidenti delle province, nonché ai presidenti dei consigli comunali e provinciali, ritenendo che in tale modo l'esercizio della funzione sarebbe precluso di fatto ai lavoratori dipendenti.
Condivide la proposta formulata dal presidente Violante relativamente alla possibile previsione di forme di incentivi per favorire le unioni di province, al fine di ottimizzare l'esercizio dei servizi di pubblica utilità.
Ritiene opportuno quindi prevedere forme di efficiente riorganizzazione degli enti pubblici, come pure delle rappresentanze territoriali del Governo che consentano una sostanziale razionalizzazione delle forze di sicurezza. In sostanza giudica necessario ridefinire i livelli di governo al fine di consentire che gli sforzi di razionalizzazione delle risorse possano produrre effetti positivi. In proposito ritiene che l'indagine conoscitiva che le Commissioni Affari costituzionali del Senato e della Camera si accingono a svolgere sul Titolo V della seconda parte della Costituzione potrebbe indurre a considerare l'opportunità di procedere ad una ridefinizione delle diverse articolazioni di governo del territorio.

Jole SANTELLI (FI) esprime un giudizio complessivamente negativo sulla manovra di bilancio presentata dal Governo.
Si sofferma preliminarmente sull'articolo 32 del disegno di legge finanziaria, volto a ridefinire gli assetti organizzativi dei Ministeri, prevedendo la riduzione del 10 per cento degli uffici di livello dirigenziale generale e del 5 per cento di quelli di livello dirigenziale non generale. In particolare ritiene che tale articolo configuri una forma di spoil system mascherato, agendo da un lato mediante la rivisitazione delle direzioni generali di cui allo stesso articolo 32 e, dall'altro, mediante la norma prevista nel decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria, che prevede la decadenza degli incarichi dirigenziali per figure estranee alla pubblica amministrazione. Pur dichiarando la legittimità politica del sistema dello spoil system, ritiene che esso debba essere applicato dal Governo espressamente, senza ricorrere ad espedienti legislativi indiretti. Interviene quindi sulle misure previste in ordine al Ministero dell'interno, rispetto al


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quale sono previsti tagli di spesa generalizzati, soprattutto nel settore della sicurezza. In particolare ritiene che la prevista soppressione di uffici periferici del Ministero dell'interno in alcune zone del Paese, quali ad esempio le province di Vibo Valentia e di Crotone, dove si registra un alto tasso di criminalità, rappresenti un pericoloso segnale di indietreggiamento da parte dello Stato, auspicando che su tale punto possa registrarsi una larga convergenza da parte della Commissione per introdurre alcune modifiche. Con riferimento alle misure di carattere finanziario e, in particolare, alla soppressione di alcune indennità, sottolinea il rischio che le forze dell'ordine, che svolgono un essenziale ruolo a tutela della sicurezza pubblica, finiscano per essere sostanzialmente equiparate ai restanti comparti di pubblico impiego. Dichiara quindi di non condividere il contenuto dell'articolo 35, che prevede, a suo avviso in modo del tutto immotivato, la soppressione delle direzioni interregionali della Polizia di Stato e la riorganizzazione delle strutture per la formazione e l'aggiornamento del personale della stessa Polizia di Stato, osservando in proposito che nello stesso disegno di legge finanziaria sono previste maggiori risorse per la formazione e l'aggiornamento a vantaggio dell'Arma dei carabinieri. Ritiene che su questo specifico punto sia opportuno ascoltare, nel prosieguo dell'esame in sede consultiva dei provvedimenti in titolo, il Viceministro con delega alla pubblica sicurezza. Conclude dichiarando che il suo gruppo è disponibile a cercare convergenze con la maggioranza per introdurre disposizioni a favore del Ministero dell'interno e l'Amministrazione della pubblica sicurezza, in mancanza delle quali, preannuncia un atteggiamento di netta contrarietà.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo) esprime un giudizio sostanzialmente positivo sulla complessiva manovra di bilancio che, pur chiedendo sacrifici a molte categorie di persone, si propone il fine di trovare soluzioni ad una situazione di dissesto finanziario, contestualmente alla creazione dei presupposti per un efficace sviluppo economico.
Si sofferma quindi sulle disposizioni recate dal disegno di legge finanziaria in materia di autonomie locali, dichiarando di non condividere il divieto del ricorso all'aspettativa per l'espletamento del mandato da parte degli assessori comunali. In proposito ritiene che tale previsione paralizzerebbe l'attività delle giunte soprattutto nei comuni di medie e grandi dimensioni, dove le competenze attribuite agli assessori impediscono di fatto a costoro di svolgere altre attività remunerate. Pur condividendo l'impostazione seguita dal Governo, volta a limitare le spese superflue degli enti locali, ritiene che sul punto in questione debba essere trovata una soluzione più equa.

Giampiero D'ALIA (UDC) si sofferma preliminarmente sulle disposizioni in materia di pubblico impiego, osservando la anomalia regolamentare per la quale le norme in materia di dirigenza sono assegnate alla competenza della I Commissione, mentre per il resto del comparto pubblico risulta competente la XI Commissione. In particolare rileva come la contrattazione del settore del pubblico impiego, pur essendo sostanzialmente di natura privata, è disciplinata dal legislatore con una netta impostazione pubblicistica. Esprime perplessità sulla complessiva portata della manovra su tale materia, che da un lato è volta a reperire risorse finanziarie a vantaggio del settore, ma dall'altro non ne prevede una efficace forma di razionalizzazione, come ritiene sarebbe necessario.
Con riferimento alle disposizioni relative alla organizzazione del Ministero dell'interno, osserva che la creazione del V Dipartimento ha prodotto la necessità di drenare su di esso le necessarie risorse, cosa che ha dato luogo ad una sorta di partita di giro interno al Ministero stesso. In particolare rileva una forte riduzione delle risorse per l'attività della Polizia di Stato, nonché del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, settori che assumono caratteri di priorità sul fronte


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della sicurezza pubblica. Ritiene che tale riduzione evidenzi un deciso passo indietro del Governo nell'attuazione delle politiche dell'immigrazione. Pur condividendo l'istituzione di un apposito Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati, di cui all'articolo 199 del disegno di legge finanziaria, ritiene poco comprensibile la citata riduzione delle risorse per l'applicazione a regime della disciplina sull'immigrazione, come pure la compressione della dotazione del Fondo per gli edifici di culto, che gestisce l'80 per cento del patrimonio architettonico del Paese, che evidenzia una irrazionale politica di tagli operata dal Governo nei settori più disparati.
Con riferimento all'articolo 33 del disegno di legge finanziaria, ritiene di non condividere l'inclusione delle prefetture all'interno della categoria degli uffici periferici del Ministero dell'interno, essendo esse soggetti istituzionali di primo piano nell'espletamento dell'attività di coordinamento tra le amministrazioni statali e la popolazione. Reputa quindi grave la conseguenza che deriverebbe dalla mancata corrispondenza delle prefetture ai territori provinciali che, oltre alla soppressione di importanti prefetture, produrrebbe uno stravolgimento dell'intera organizzazione del Ministero dell'interno. Ritiene che la questione assuma una rilevanza significativa in quei territori, quale ad esempio la provincia di Enna, connotati dalla presenza di un elevato tasso di criminalità, nei quali la presenza di presìdi statali è di significativa importanza. Al riguardo sarebbe stato più efficace sopprimere alcuni uffici periferici statali, integrandoli però all'interno degli uffici territoriali del Governo. Sottolinea al riguardo come lo svolgimento dell'indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia, sugli indirizzi della politica della sicurezza dei cittadini e sull'organizzazione e sul funzionamento delle Forze di polizia, già deliberata dalla I Commissione, potrebbe perdere di significato alla luce di simili interventi.
Dichiara inoltre di non condividere la soppressione dell'Alta Commissione di studio di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b), della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, e la contestuale istituzione, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, della Commissione tecnica per il coordinamento dei rapporti finanziari tra lo Stato e il sistema delle autonomie locali, che rappresenta a proprio avviso una duplicazione di funzioni.
Dichiara di condividere le osservazioni svolte dai deputati Franco Russo e Incostante sulle disposizioni che prevedono tagli alle risorse per gli enti locali. In particolare non ritiene condivisibile la scelta del Governo di non affrontare la questione delle liberalizzazione dei servizi pubblici locali, che avrebbe consentito di creare risorse utili per le finanze comunali.
Si sofferma quindi sulla scarsa efficacia delle misure volte a prevedere la compressione di emolumenti per consulenze e di spese di missione, il cui uso distorto dovrebbe essere rilevato dalla Corte dei conti, e la cui complessiva portata non appare comunque strumentale ad assicurare il risanamento della finanza pubblica. In proposito ritiene che la legge finanziaria avrebbe dovuto più opportunamente combattere lo sperpero delle risorse degli enti locali con riferimento alle elevate retribuzioni di figure professionali esterne alla pubblica amministrazione, assunte senza l'espletamento di procedure concorsuali, la cui professionalità è tuttavia solo presunta.
Si sofferma infine sull'organizzazione del vertice degli enti pubblici non economici di cui all'articolo 42 del disegno di legge finanziaria. Pur condividendo il principio per il quale si sopprimono le figure del presidente e del consiglio di amministrazione, attribuendo le relative funzioni al direttore generale ed ad un comitato di gestione composto dai dirigenti dell'ente stesso, osserva che però in questo modo si rischia di sostituire l'indirizzo politico con un circuito interno autoreferenziale soprattutto nella nomina del consiglio di amministrazione.


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Enrico LA LOGGIA (FI) osserva preliminarmente che la lunga attività di preparazione delle manovra di bilancio ha prodotto una serie di disposizioni tra loro contraddittorie. Rileva infatti che se da un lato sono previste misure volte a ridurre la pressione fiscale sui redditi meno elevati, dall'altro la riduzione delle risorse per gli enti territoriali minori produrrà inevitabilmente l'aumento delle imposte locali, che annulleranno così i vantaggi derivanti dalla originaria riduzione della pressione fiscale.
Con riferimento alla compressione delle risorse per gli enti locali, dà conto dell'audizione, svoltasi nella giornata odierna presso la V Commissione, del presidente della Corte dei conti, che ha espresso perplessità circa la sostenibilità per gli enti locali dei tagli alle risorse loro destinate. Al riguardo giudica negativa la politica che, riducendo tali risorse, produce un grave pregiudizio per i cittadini destinatari dei servizi pubblici, erogati essenzialmente dai comuni. Invita quindi il Governo a perseguire politiche coerenti in materia di imposizione fiscale e di attribuzione delle risorse agli enti locali. Si sofferma poi sulla misura che stabilisce il pagamento del ticket per le prestazioni di pronto soccorso ospedaliero, ritenendola ingiusta e poco coerente nei confronti degli utenti.
Inoltre, con riferimento alle disposizioni che riducono le risorse per il Ministero dell'interno e la Polizia di Stato, osserva che esse produrranno, nel corso dei prossimi tre anni, una riduzione di 12 mila addetti alla pubblica sicurezza, dando luogo ad evidenti difficoltà nella gestione dell'ordine pubblico nazionale.
Si sofferma infine sulla necessità di prevedere che le risorse già destinate alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, di cui al decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, non vengano considerate come risorse effettivamente disponibili. Sottolinea comunque l'opportunità, qualora sia possibile prevederne l'utilizzo ad altri scopi, che esse siano comunque destinate anche ad assicurare lo sviluppo delle infrastrutture nella regione siciliana.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), intervenendo a nome del proprio gruppo, esprime un giudizio complessivamente favorevole sulla manovra di finanza pubblica predisposta dal Governo. Evidenzia, tuttavia, alcuni punti di criticità contenuti nel disegno di legge finanziaria in ordine ai quali ritiene che possano apportarsi alcuni correttivi. Si tratta in particolare delle disposizioni in materia di trattamento di fine rapporto, di imposta sulle successioni, che ritiene debba essere soppressa, di riduzioni delle progressioni stipendiali per i magistrati e, infine, di disposizioni fiscali per gli esercenti attività commerciali, che ritiene in alcuni punti eccessivamente penalizzanti.
Con riferimento alle questioni di competenza della Commissione, giudica, in primo luogo, insufficienti al fine di garantire l'ordine e al sicurezza pubblica le nuove assunzioni previste per le forze dell'ordine. Con riferimento alle disposizioni in materia di enti locali, condivide l'osservazione del deputato Giovanelli secondo cui una rivisitazione così incisiva della materia avrebbe dovuto essere trattata nell'ambito di una riforma generale del testo unico enti locali. Al riguardo ritiene che l'indagine conoscitiva che le Commissione Affari Costituzionali del Senato e della Camera si accingono a svolgere sul Titolo V della seconda parte della Costituzione possa evidenziare l'opportunità di modificare tale testo unico. Giudica comunque eccessivo il taglio di risorse per gli enti locali, anche alla luce della considerazione che una significativa percentuale di enti già oggi non riesce a rispettare i vincoli derivanti dal patto di stabilità interno. Al riguardo non ritiene condivisibile la norma recata dal comma 6 dell'articolo 74, che non considera nel saldo finanziario le spese per investimento relative ad opere da effettuare alla data del 30 settembre 2006, ritenendo tale previsione pregiudizievole nei confronti degli enti più virtuosi. Altrettanto non condivisibile è il divieto di collocamento in aspettativa per gli assessori comunali, mentre ritiene tale divieto giustificabile per i presidenti dei consigli comunali e provinciali.


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Esprime perplessità anche sulle disposizioni dettate dall'articolo 76 in materia di riduzione dei gettoni di presenza degli amministratori locali. Infine, con riferimento al rispetto del patto di stabilità interno, osserva come da parte di molti comuni si cerchino soluzioni volte ad aggirarne il rispetto, ad esempio mediante la costituzione di enti strumentali.

Italo BOCCHINO (AN) esprime un giudizio negativo sulla manovra di bilancio presentata dal Governo, che palesa l'incapacità dell'Esecutivo nell'approntare una strategìa univoca, che oltretutto si manifesta vessatoria nei confronti di talune categorie di contribuenti. Esprime la propria contrarietà sulla riorganizzazione degli uffici periferici del Ministero dell'interno, osservando come la soppressione di tali uffici nell'ambito di province con un'alta concentrazione di attività criminale rappresenti un grave arretramento dello Stato.
Esprime quindi perplessità circa le future capacità di mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico, che non ritiene possano essere efficacemente assicurati a seguito delle riduzioni del numero del personale ad essi addetti, come evidenziato nell'intervento svolto dal deputato La Loggia. Al riguardo, ritiene opportuno che sui tagli predisposti alle dotazioni finanziarie per la pubblica sicurezza venga ascoltato il viceministro Minniti al fine di capire come il Governo intende assicurare l'ordine pubblico e la sicurezza n Italia dopo l'approvazione della manovra di bilancio.
Si sofferma quindi sulle disposizioni in materia di organizzazione del vertice degli enti pubblici non economici osservando come esse introducano un sistema di spoil system mascherato, giudicando tale misura eccessivamente pregiudizievole nei confronti dei soggetti che ricoprono le cariche in questione. Ritiene poi demagogica la misura che stabilisce la riduzione del 30 per cento del trattamento economico dei Ministri. Si sofferma quindi sulle riduzioni degli stanziamenti in favore degli enti locali, osservando come sarebbe più opportuno prevedere misure volte a contenere in modo efficace lo sperpero delle risorse finanziarie, intervenendo, ad esempio, sui rimborsi per le spese di missione all'estero e per consulenze.
Dichiara di non condividere la prevista dotazione di 150 milioni di euro del Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati, di cui all'articolo 199 del disegno di legge finanziaria, in assenza di una chiara politica del governo e della maggioranza in materia di immigrazione e di cittadinanza e, in generale sul modello di integrazione che si vuole seguire e i percorsi che in materia si intendono attivare. Infine ritiene che la Commissione debba esaminare anche le disposizioni in materia di aiuti all'editoria sulle quali chiede che venga sentito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con la relativa delega.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che, ai sensi della circolare sugli ambiti di competenza delle Commissioni permanenti, la materia dell'editoria è espressamente esclusa dalla competenza della I Commissione, essendo invece attribuita alla VII Commissione. Osserva altresì che nel disegno di legge finanziaria non sono presenti disposizioni che attengono alla materia in questione.

Sesa AMICI (Ulivo) osserva preliminarmente che l'essenza della manovra di bilancio in esame è rappresentata da un meccanismo che prevede al contempo il contenimento della spesa e la garanzia dell'efficacia e dell'efficienza dell'azione amministrativa. Con riferimento all'intervento del deputato Santelli in ordine alla riduzione delle risorse per il Ministero dell'interno e per il personale addetto alla pubblica sicurezza, osserva che la soppressione delle direzioni interregionali della Polizia di Stato si caratterizza in termini di efficacia e di efficienza, in quanto consente di mettere a disposizione della pubblica sicurezza ottocento unità di personale senza un corrispondente abbassamento del livello della complessiva tutela dell'ordine pubblico.
Per quanto concerne poi la presunta riduzione e la riorganizzazione delle strutture


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per la formazione e l'aggiornamento del personale della Polizia di Stato, paventata nell'intervento del deputato Santelli, ritiene che la centralizzazione di tale attività ne consente invece una più efficace organizzazione.
Dichiara di condividere le previsioni in materia di dirigenza pubblica, che risultano perseguire l'obiettivo dell'efficienza, essendo basato il sistema delle promozioni per il passaggio da una fascia all'altra su un presupposto valutativo.
Ricorda che, in occasione dell'ultima manovra di bilancio, il taglio complessivo delle risorse attribuite al Ministero dell'interno, previste dal disegno di legge finanziaria determinò una condivisa obiezione da parte di questa Commissione in ordine alla necessità di garantire un efficace livello di sicurezza nel paese. Osserva al riguardo che le disposizioni in esame non si limitano, invece, a prevedere tagli alle risorse, ma prevedono anche una più efficace distribuzione di risorse e competenze volte ad evitare la duplicazione di funzioni a vari livelli.
Ritiene che il disegno di legge finanziaria non rappresenti una mera operazione contabile, quanto piuttosto una complessiva manovra volta ad assicurare uno Stato più giusto ed equo per tutti.

Luciano VIOLANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.25

COMITATO DEI NOVE

Martedì 10 ottobre 2006.

DL 260/2006: Funzionalità dell'amministrazione della pubblica sicurezza.
C. 1704 Governo.

Il Comitato si è riunito dalle 13.25 alle 13.55.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 53 del 4 ottobre 2006, a pagina 61, seconda colonna, settima riga, deve leggersi: «Boscetto» in luogo di: «Boschetto».
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 54 del 5 ottobre 2006, a pagina 5, prima colonna, ventiquattresima riga, deve leggersi: «rinviato il 4 ottobre» in luogo di: «rinviato il 27 settembre».

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante disposizioni di attuazione della direttiva 2003/86/CE del Consiglio, del 22 settembre 2003, relativa al diritto di ricongiungimento familiare.
Atto n. 18.

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2003/109/CE del Consiglio, del 25 novembre 2003, relativo allo status dei cittadini dei Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo.
Atto n. 19.

COMITATO DEI NOVE

Modifica all'articolo 27 della Costituzione, concernente l'abolizione della pena di morte.
C. 193/A e abb.