XII Commissione - Resoconto di giovedì 12 ottobre 2006


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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 12 ottobre 2006. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Interviene il Ministro delle politiche per la famiglia Rosy Bindi e il sottosegretario di Stato per la salute Serafino Zucchelli.

La seduta comincia alle 10.10.

Legge finanziaria per l'anno 2007.
C. 1746-bis Governo.

Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute.

Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 ottobre 2006.

Elisabetta GARDINI (FI) ritiene che, alla luce delle considerazioni svolte dalla Corte dei conti sul disegno di legge finanziaria in esame e delle recenti dichiarazioni del Ministro Padoa Schioppa, il quale


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ha affermato di non sapere esattamente quali siano i contenuti del provvedimento, la maggioranza dovrebbe essere più cauta nel manifestare il proprio entusiasmo per questa manovra di bilancio, a meno che non condivida le riserve dello stesso Ministro sul ruolo di quelle piccole imprese che costituiscono l'ossatura del sistema produttivo italiano. Osserva poi come il Presidente del Consiglio abbia disatteso gli impegni assunti in campagna elettorale rispetto al cuneo fiscale, all'imposta di successione, alle tasse sulla casa d'abitazione e agli adempimenti fiscali cui devono sottoporsi i cittadini. Evidenzia inoltre come lo stesso Presidente Prodi sia determinato a colpire il cosiddetto «popolo dei BOT», come confermano anche le conclusioni della commissione di studio nominata dal viceministro Visco al fine di contribuire alla predisposizione del disegno di legge in materia di rendite finanziarie. Al riguardo, sottolinea come la tassazione dei BOT sia gravemente iniqua, contrariamente a quanto sostiene lo stesso Visco, e colpisca soprattutto le famiglie, a cominciare da quelle di condizioni più modeste, e i pensionati. Con tali provvedimenti, lo Stato viene meno al patto stipulato con i cittadini che hanno accettato di prestare il loro denaro. Ricorda altresì come il Sole 24 ore abbia evidenziato l'apprezzamento degli investitori esteri e delle banche per il regime unico di tassazione dei BOT e come, non a caso, nella commissione nominata da Visco siano ben rappresentati proprio questi gruppi di interesse, mentre mancano i rappresentanti dei risparmiatori. Osserva quindi come, contrariamente a quanto affermato dalla maggioranza, che parla addirittura di inizio di una nuova era, il disegno di legge in esame costituisca piuttosto un raggiro e una beffa ai danni delle famiglie e come lo stesso Visco abbia dovuto ammettere che nel 2007 esso produrrà un effetto recessivo sull'economia italiana. Evidenzia quindi come il provvedimento colpisca il settore della sanità, le imprese, gli enti locali mentre sottrae l'1 per cento del prodotto interno lordo alla crescita economica del Paese. Ritiene inoltre che la retorica sulla redistribuzione del reddito sia il frutto di un egualitarismo ideologico caratteristico dell'ala più radicale della coalizione di governo e che la storia abbia abbondantemente dimostrato quali gravi conseguenze derivino dal mito della creazione di una società egualitaria. Ritiene inoltre che, nonostante tale retorica, il provvedimento gravi sugli italiani meno abbienti al fine di avvantaggiare i benestanti, come dimostrano le dichiarazioni di apprezzamento dell'industriale Merloni. Evidenzia altresì come i sondaggi mostrino chiaramente lo scontento degli elettori, anche di centro-sinistra. Passando a trattare delle politiche per la famiglia, indicata anche negli studi dell'ISTAT come una delle istituzioni più solide della società italiana, contesta con forza le affermazioni del Presidente del Consiglio, secondo cui questo provvedimento metterebbe al centro proprio la famiglia. Esprime altresì il proprio stupore per il fatto che, all'articolo 192 del disegno di legge finanziaria, si parli di una «sperimentazione» di misure volte ad abbattere i costi dei servizi per le famiglie più numerose, laddove si tratterebbe di intervenire con urgenza. Si dichiara altresì estremamente perplessa sulle affermazioni di rappresentanti del Governo, secondo i quali la manovra di bilancio colpirebbe i benestanti, intendendo per benestanti i cittadini con un reddito pari o superiore a 36 mila euro lordi per anno. Dopo aver segnalato come, anche alla luce del provvedimento in esame, le famiglie siano i veri soggetti discriminati nella società italiana, sottolinea come il passaggio dai meccanismi di deduzione fiscale alle detrazioni rischi di incentivare proprio quei fenomeni di evasione che si dichiara di voler contrastare. Evidenzia quindi la necessità di intervenire sul tema delle edizioni scolastiche, che rappresentano un posto significativo per molte famiglie e che sono spesso sottoposte a logiche di profitto, che si concretizzano ad esempio in un ricorso eccessivo al continuo aggiornamento delle edizioni. Dopo aver contestato le affermazioni di quanti ritengono che la televisione costituisca il principale problema


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nell'educazione delle giovani generazioni, evidenzia come, nel campo delle telecomunicazioni, si assista troppo spesso alla violazione delle norme vigenti, ivi comprese quelle dettate a tutela di situazioni sociali disagiate: al riguardo, ricorda come, in occasione dei recenti scioperi dei giornalisti, la RAI non abbia provveduto a trasmettere alcun telegiornale nella lingua dei segni ovvero sottotitolato per i non udenti, compromettendo così il diritto all'informazione di circa 1 milione di italiani e contravvenendo ai propri obblighi contrattuali, senza per questo incorrere in alcuna sanzione. Ricorda poi come già il decreto-legge n. 223 del 2006 avesse introdotto misure gravide di effetti negativi per le famiglie, quali ad esempio l'obbligo di effettuare con mezzi tracciabili i pagamenti per le prestazioni professionali, che ritiene in contrasto con norme costituzionali ed europee. Dichiara poi la propria contrarietà alla reintroduzione dei ticket, evidenziando tra l'altro come, nel caso delle strutture di pronto soccorso, essa possa scoraggiare anziani bisognosi di cure dal recarsi presso dette strutture. Quanto alle disposizioni di cui all'articolo 203, si chiede quali conseguenze esso possa produrre sul senso di legalità dei cittadini extra comunitari. Con riferimento all'articolo 204, osserva come gli interventi in materia di politiche giovanili si inseriscano in una cornice che non esita a definire drammatica e tale da alimentare quel conflitto intergenerazionale, che nella precedente legislatura si era cercato di sanare. Conclusivamente, osserva come il Governo, a fronte di una spesa pubblica eccessiva, scelga di non operare riduzioni della spesa, bensì di aumentare le entrate.

Salvatore MAZZARACCHIO (FI) premette che si soffermerà solo sulle parti di competenza della Commissione, poiché ritiene che, per quanto attiene all'impostazione generale della manovra di bilancio, sia sufficiente ricordare le analisi della stampa specializzata ed internazionale e i rilievi critici ivi contenuti. Evidenzia quindi la necessità di rivedere i criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale tra le regioni, in quanto quelli attualmente applicati favoriscono alcune regioni, soprattutto del nord, a scapito di altre; riconosce peraltro come un primo intervento in materia sia già stato attuato. Sottolinea altresì l'urgenza di rivedere i criteri per la nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie locali, rilevando come una grande quantità di risorse finisca oggi per essere destinata ai manager della sanità, i quali possono sì essere rimossi, ma solo dopo che il danno si è prodotto e si è scaricato sulle spalle dei cittadini: su questa materia ritiene sia urgente un intervento concordato tra Governo e regioni. Si dichiara poi d'accordo sulla scelta di condizionare l'accesso al fondo per il ripiano del disavanzo di alcune regioni all'adozione di un piano di rientro e all'innalzamento ai livelli massimi delle addizionali IRPEF e IRAP; si chiede tuttavia chi potrà verificare il rispetto di tali impegni e rileva come sarebbe a tal fine necessaria l'istituzione di un osservatorio nazionale presso il Ministero dell'economia e delle finanze. Il monitoraggio effettuato da tale osservatorio sulle regioni dovrebbe a suo avviso essere costante e incisivo, giungendo fino alla prospettazione della nomina di un commissario ad acta. Analoghe considerazioni sull'esigenza di un attento monitoraggio ritiene debbano essere svolte in riferimento al superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente per il rapporto tra la spesa farmaceutica e la spesa sanitaria complessiva. Dichiara quindi di apprezzare lo stanziamento di 500 milioni di euro destinato alle strutture di radiodiagnostica e radioterapia e, in particolare, il riferimento alle esigenze delle regioni meridionali e insulari, ma rileva che non vi è alcuna indicazione precisa circa la somma effettivamente riservata a tali regioni. Analogamente, nel caso delle risorse per la ristrutturazione delle strutture per le cure palliative, osserva come il meccanismo che premia le regioni più virtuose sotto il profilo della spesa sanitaria rischi di concentrare i finanziamenti a vantaggio delle regioni più ricche, a scapito di quelle che ne avrebbero maggiormente bisogno.


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Osserva altresì come, anche nel caso degli interventi volti a migliorare il livello di informatizzazione delle strutture sanitarie, si corra il rischio di favorire le sole realtà in cui il processo di informatizzazione si è già sviluppato; analoghe osservazioni ritiene debbano essere svolte con riferimento alla promozione dell'innovazione tecnologica nei settori della diagnostica oncologica e della ricerca sulle malattie rare. Pur apprezzando il dichiarato intendimento di superare gradualmente il divario tra nord e sud del Paese, sottolinea l'assenza di risorse adeguate a questo obiettivo. Osserva infine che, se vi fosse da parte della maggioranza la disponibilità ad accogliere alcuni dei suggerimenti da lui avanzati, si potrebbero compiere importanti passi avanti in materia sanitaria, con un ampio consenso da parte di tutte le forze politiche.

Katia ZANOTTI (Ulivo), premesso che nel predisporre il disegno di legge finanziaria il Governo si è dovuto preoccupare di assicurare la stessa sopravvivenza del sistema sanitario, dopo anni di grave emergenza, ricorda come nella passata legislatura le regioni abbiano dovuto fare i conti con risorse insufficienti a garantire il rispetto dei livelli essenziali di assistenza. Rileva inoltre che l'attuale manovra di finanza pubblica raggiunge l'obiettivo di garantire l'universalità del sistema sanitario nazionale e di assicurare la certezza delle risorse disponibili alle regioni, che non a caso hanno condiviso gli obiettivi e anche le modalità degli interventi che le riguardano. Dopo aver ricordato come, sulla base delle disposizioni contenute nel provvedimento in esame, le regioni saranno chiamate ad assumersi pienamente la responsabilità degli eventuali, ulteriori sforamenti, all'insegna di un federalismo che responsabilizza e rende più autonomi, invita i colleghi dell'opposizione a riconoscere come il provvedimento si caratterizzi per una forte attenzione nei confronti del Mezzogiorno. Osserva inoltre come il provvedimento contribuisca a contenere l'aumento tendenziale della spesa sanitaria, dopo un anno, il 2006, che è stato sicuramente assai negativo per il SSN. Quanto ai problemi di sovraffollamento delle strutture di pronto soccorso, ricorda come una possibile risposta possa essere individuata nella creazione, sperimentata in Emilia Romagna, di centri di medicina associata in grado di offrire assistenza 24 ore su 24, sette giorni su sette. Sottolinea quindi l'intervento per la riduzione del prezzo dei dispositivi medici e le novità introdotte in materia di accreditamento degli operatori privati, nonché gli ingenti finanziamenti per l'edilizia sanitaria. Quanto all'introduzione del ticket nel caso dei cosiddetti «codici verdi», ritiene che essa possa essere approfondita dalla Commissione, ma sottolinea comunque la rilevanza del tema dell'appropriatezza degli interventi di pronto soccorso e l'esenzione dal ticket di diverse fasce di cittadini. Passando quindi a trattare dei laboratori diagnostici, rileva come anche in questo caso venga in evidenza un problema di appropriatezza e come gli interventi contenuti nel disegno di legge finanziaria possano costituire un primo passo verso una generale riorganizzazione della rete di tali laboratori. Quanto al Fondo per la non autosufficienza, osserva che i 50 milioni di euro previsti non possono certo costituire la risposta al problema della non autosufficienza per come lo sta affrontando la Commissione, ma ricorda come l'istituzione di un Fondo sia certamente un segnale positivo e come, nella scorsa legislatura, il Governo si sia opposto a un serio intervento in materia, dichiarando di non condividere il ricorso alla fiscalità generale per la copertura finanziaria del provvedimento. Passando a trattare delle politiche della famiglia, rileva come, nella scorsa legislatura, siano mancate del tutto politiche organiche di sostegno alla famiglia e come invece nel disegno di legge finanziaria in esame vi sia una pluralità di interventi in materia, che complessivamente assommano a circa un miliardo di euro: si riferisce, tra l'altro, ai congedi di maternità per le lavoratrici a contratto, agli interventi per l'occupazione femminile, al piano per gli asili nido, al Fondo per le politiche giovanili. Alla luce


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delle considerazioni svolte, auspica che l'opposizione tenga un atteggiamento più costruttivo e più aperto di quello dimostrato sino a questo momento.

Tommaso PELLEGRINO (Verdi) dichiara che il disegno di legge finanziaria in esame rappresenta una svolta significativa anche in ambito sanitario, alla luce di una situazione economica e finanziaria di partenza estremamente compromessa. Evidenzia in particolare come, in tema di sanità, gli interventi siano improntati a criteri di qualità e appropriatezza e come si dedichi molta attenzione all'introduzione e al funzionamento di adeguati meccanismi di controllo; questi ultimi, in passato, si sono mostrati spesso carenti, tal volta anche per responsabilità delle regioni. Apprezza altresì lo sforzo di impostare una programmazione triennale, colpevolmente trascurata negli ultimi anni. Sottolinea quindi gli investimenti destinati all'ammodernamento delle strutture sanitarie e, in particolare, a potenziare le strutture di radiodiagnostica e radioterapia. Esprime poi il proprio apprezzamento per l'incremento degli investimenti sulla prevenzione, che ritiene essere un modo per qualificare la spesa sanitaria. Quanto ai farmaci, ritiene che si possano adottare misure ulteriori al fine di migliorare le modalità di impiego. Venendo a trattare del ticket per le prestazioni di pronto soccorso, ritiene che sia giusto responsabilizzare il ricorso a questo genere di prestazioni, in quanto molto spesso esse si concentrano su situazioni che poco o niente hanno a che fare con l'emergenza; ritiene comunque che questo intervento debba accompagnarsi ad una riorganizzazione complessiva della medicina di base. Con riferimento poi alla riduzione della spesa per il personale, la sua unica riserva riguarda il timore che si finisca per penalizzare i giovani; al riguardo, rileva l'assenza, nel provvedimento in esame, di un intervento in favore degli specializzandi, tema sul quale ritiene invece che sarebbe necessario dare un segnale. Evidenzia quindi come si sia finalmente intrapresa la strada di una responsabilizzazione delle regioni, tenendo conto delle diverse esigenze che esistono tra regione e regione e, in particolare, tra Nord e Sud del Paese. Rileva inoltre che si è finalmente posta la famiglia al centro dell'azione del Governo, mentre si sarebbe aspettato di più sul fronte delle politiche giovanili, rispetto al quale le maggiori risorse stanziate sono comunque insufficienti. Concludendo, auspica che, in futuro, anche la pubblica amministrazione dedichi maggiore attenzione al contributo professionale che può venirle dai giovani professionisti.

Daniela DIOGUARDI (RC-SE), premesso che la situazione economica e finanziaria del Paese è particolarmente grave, dichiara di non condividere assolutamente alcune delle considerazioni svolte nel corso della discussione e rileva per inciso, rispondendo al deputato Gardini, che il problema dell'influenza dei mezzi di comunicazione di massa sui bambini è un tema serio che ha impegnato alcuni tra i maggiori intellettuali. Passando a trattare del provvedimento in esame, ammette che il disegno di legge finanziaria non è certamente il migliore possibile e che ci sarebbe sempre bisogno di risorse maggiori di quelle effettivamente disponibili; ritiene tuttavia che, data la situazione di partenza, non si possa non esprimere un giudizio molto positivo sul complesso del provvedimento. Richiama peraltro alcune questioni sulle quali esprime il proprio disaccordo rispetto al disegno di legge, a cominciare dalla reintroduzione dei ticket. Osserva infatti che il ticket sulle visite specialistiche e ambulatoriali mette a rischio l'universalità del sistema sanitario, richiamato dal deputato Zanotti; quanto alle strutture di pronto soccorso, osserva come queste costituiscano spesso l'unico punto di riferimento dei cittadini sul territorio, in assenza di una adeguata rete di medicina di base: il ticket rischia quindi di scoraggiare i cittadini economicamente più deboli dal fare ricorso ai presidi sanitari esistenti. Ritiene pertanto che si dovrebbe intervenire con misure di segno diverso, incidendo ad esempio sull'appropriatezza


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delle prestazioni. Quanto poi al ticket in caso di mancato ritiro dei referti diagnostici, osserva che sarebbe opportuno esentarne quanti adducono validi motivi ostativi. Ritiene altresì che occorrerebbe maggiore attenzione in materia di infortuni sui luoghi di lavoro, mentre giudica apprezzabili gli sforzi compiuti in favore del Meridione. Esprime invece perplessità sull'automatico innalzamento a livello massimo delle addizionali IRPEF e IRAP per le regioni che sono in disavanzo: al riguardo, ritiene che sarebbe più corretto intervenire altrimenti, fissando un tetto alle convenzioni con i privati e riducendo i pagamenti in favore dei privati; ritiene che si eviterebbe così di far pagare ai cittadini il cattivo governo di alcune regioni. Dichiara poi di non comprendere le critiche mosse alle politiche per la famiglia, in quanto non c'è dubbio che le risorse complessive siano aumentate considerevolmente sebbene esse non siano ancora del tutto sufficienti. Concludendo, richiama l'attenzione sulla necessità di considerare la spesa sociale come fattore di sviluppo dell'economia.

Chiara MORONI (FI), rilevato preliminarmente che non è dato conoscere la portata complessiva della manovra di bilancio, sottolinea che in essa non vi è traccia di provvedimenti di riforma in grado di favorire lo sviluppo; rileva anzi come si assista ad un innalzamento della pressione fiscale. Contesta quindi le affermazioni secondo cui il provvedimento in esame migliorerebbe la situazione dei meno abbienti a scapito di quanti godono di condizioni economiche più vantaggiose: introducendo anzi una grande quantità di imposte indirette, si finisce al contrario per penalizzare proprio le famiglie più modeste; si tratta pertanto, a suo avviso, di una finanziaria interclassista in senso negativo, che cioè colpisce tutti indistintamente, salvo solo alcuni interessi economici che vengono favoriti da incentivi ad hoc. Ritiene per questo che si possa parlare di una finanziaria non del centrosinistra o di una o più forze politiche, quanto piuttosto di una finanziaria di Prodi, espressione cioè degli interessi forti che fanno capo al Presidente del Consiglio, come indirettamente confermato dalla mobilitazione dei sindaci di centrosinistra contro la finanziaria. Rileva altresì come nel provvedimento non vi sia traccia di quel «new deal della salute» di cui ha parlato il Ministro Turco. Reputa poi discutibili i maggiori trasferimenti previsti a favore delle regioni meno virtuose e, al riguardo, evidenzia la necessità di rivedere i criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale tra le regioni, al fine di eliminare le storture esistenti e ridurre il divario tra Nord e Sud del Paese. Quanto al tema dell'equità sociale, osserva come vi sia naturalmente pieno accordo sull'obiettivo, ma non sugli strumenti individuati, in quanto l'attuale maggioranza sembra mossa dalla convinzione che sia sufficiente agire sulle sole aliquote fiscali. Quanto al ticket per la fruizione di determinate prestazioni di pronto soccorso, pur non essendo pregiudizialmente contraria alla compartecipazione dei cittadini ai costi della sanità, come ad esempio nel caso delle cosiddette spese «alberghiere» per i degenti ospedalieri, rileva l'assenza di un progetto complessivo in cui tali misure possano inserirsi; in particolare, poi, ritiene che l'introduzione del ticket per i cosiddetti «codici bianchi» e «codici verdi» sarebbe accettabile se fosse accompagnato da una complessiva riorganizzazione della medicina sul territorio. In assenza di tale intervento complessivo, osserva che non può essere il singolo cittadino a diagnosticare la propria patologia prima di recarsi presso le strutture di pronto soccorso. Ricorda poi come, stando a notizie recentemente pubblicate sulla stampa, vi sia il rischio che importanti industrie farmaceutiche abbandonino l'Italia, che già oggi è spesso considerata un semplice mercato di distribuzione. A suo avviso, ciò finirebbe per impoverire il Paese sul piano sia industriale sia delle ricerca. Ritiene pertanto che il contenimento della spesa farmaceutica debba avvenire piuttosto intervenendo sulle prescrizioni che non mediante interventi come quelli previsti dal provvedimento in esame. Dopo aver rilevato


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l'assenza di qualsiasi riferimento al rilevante problema delle liste di attesa, dichiara di apprezzare l'intervento sugli accreditamenti, ma ritiene che, rientrando la sanità nelle materie di competenza regionale ai sensi del nuovo Titolo V della parte seconda della Costituzione, introdotto dal Centrosinistra nella XIII legislatura, tale intervento rischi di essere vanificato dalle iniziative che le singole regioni assumeranno in materia; ritiene che sarebbe invece opportuno fissare a livello nazionale i paletti cui dovrà attenersi la ricognizione degli accreditamenti da parte delle regioni. Conclude evidenziando la totale assenza anche solo del germe di interventi strutturali nel disegno di legge in esame.

Roberto ULIVI (AN) rileva preliminarmente come anche in passato si siano succeduti numerosi tentativi di contenere lo sforamento del tetto alla spesa sanitaria da parte delle regioni e come tali tentativi non siano stati coronati da successo. Passa quindi ad illustrare alcuni dati relativi all'andamento della spesa farmaceutica in Italia negli ultimi anni, evidenziando come essa sia cresciuta a ritmi molto più bassi della spesa sanitaria complessiva, ciò che dimostra, a suo avviso, la necessità di concentrarsi sull'insieme della spesa sanitaria e non esclusivamente sulla spesa farmaceutica. Sottolinea altresì come la spesa farmaceutica pro capite in Italia sia inferiore a quella degli altri principali Paesi europei e come negli ultimi anni si siano succedute diverse riduzioni per legge dei prezzi dei farmaci. Ricorda quindi come il settore del farmaco sia sottoposto a un tetto di spesa rigido che non si riscontra in nessun altro ambito industriale. Chiede altresì al Governo di fornire chiarimenti sulla distribuzione diretta dei farmaci da parte degli ospedali, cui si fa riferimento all'articolo 88, comma 1, lettera g), numero 2): è infatti possibile che in qualche regione siano stati erogati in modo diretto farmaci per i quali tale modalità di erogazione non sarebbe consentita, ciò che avrebbe potuto incidere notevolmente sulla spesa farmaceutica. Complessivamente, evidenzia il rischio che l'insieme degli interventi in materia si traduca in un grave colpo per il settore farmaceutico, con possibili ricadute negative sull'occupazione. Quanto poi all'articolo 88, comma 1, lettera t), esprime la preoccupazione che la base d'asta fissata per l'acquisto dei dispositivi medici non tenga nella dovuta considerazione gli aspetti qualitativi. Passando a parlare del ticket sulle prestazioni di pronto soccorso, sottolinea come spesso i cittadini si trovino a non avere altro riferimento al di fuori delle strutture di pronto soccorso, per l'assenza di una rete adeguata di medicina di base. Desidera invece esprimere il proprio apprezzamento per le disposizioni di cui agli articoli 94, in materia di farmaci, e 97, in materia di farmacie rurali, nei quali sono accolti alcuni suggerimenti provenienti da Federfarma e dalle organizzazioni dei farmacisti. Sottolinea infine l'irrisorietà delle somme destinate all'attività di prevenzione e l'assenza di interventi sul tema delle liste di attesa.

Elisabetta RAMPI (Ulivo) sottolinea come il provvedimento in esame intervenga contemporaneamente sul piano del risanamento e dell'equità e come l'intervento in materia sanitaria e sociale si accompagni a serie politiche di rigore. Sottolinea quindi la centralità attribuita alla famiglia, testimoniata dal Fondo per le politiche per la famiglia, dagli interventi volti ad abbattere i costi dei servizi per le famiglie, dalle detrazioni per carichi di famiglia e dall'intervento sui consultori familiari, tema che troppo a lungo è stato trascurato. Evidenzia altresì le nuove risorse destinate agli asili nido e l'istituzione del Fondo per la non autosufficienza che costituisce a suo avviso, un primo, significativo passo avanti. Reputa altresì degno di nota il Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati, nonché il Fondo per le politiche giovanili, ed evidenzia come anche in tema di politiche abitative si delineino le prime risposte. Giudica altresì positivamente gli interventi in materia di pari opportunità, nonché il patto con le regioni, che, a suo giudizio, tutela efficacemente


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l'unitarietà del sistema. Sottolinea poi il complessivo aumento delle risorse destinate al SSN e lo stanziamento di 3 miliardi di euro per l'edilizia sanitaria, oltre che i nuovi fondi per la ricerca. Evidenzia poi come dal provvedimento in esame deriverà un incremento dei servizi sanitari territoriali a vantaggio dei cittadini e cita, al riguardo, la sperimentazione della cosiddetta «casa della salute» e gli interventi sulla medicina di famiglia. Dopo aver espresso apprezzamento per le sanzioni aggiuntive introdotte a carico di chi si renda responsabile di truffe a danno del SSN, sottolinea come tutto il provvedimento sia animato da una progettualità che guarda al futuro, con senso di responsabilità.

Lalla TRUPIA (Ulivo) auspica che sul provvedimento in esame si sviluppi un confronto costruttivo, intellettualmente onesto e non ideologico, ritenendo peraltro che proprio alcune delle critiche avanzate sino a questo momento siano dettate da una impostazione fortemente ideologizzata. Riconosce senz'altro che il disegno di legge finanziaria in esame è migliorabile e spera, in particolare, che in futuro si possa giungere all'eliminazione di tutti i ticket e al potenziamento della medicina di base; osserva peraltro come già oggi, in dodici regioni su venti, i ticket sulle prestazioni di pronto soccorso esistano già. Ritiene complessivamente che si tratti di una buona manovra finanziaria se si tiene conto della situazione d'emergenza in cui versano i conti pubblici. Apprezza particolarmente l'inizio, ancora timido, di una politica redistributiva ed evidenzia come la svolta, in ambito sanitario, sia soprattutto nel metodo, in quanto si supera una situazione non sostenibile dovuta alla costante sottostima del fabbisogno e si punta sulla qualità e sulla responsabilizzazione. Reputa inoltre positivo l'avvio di una nuova politica per il Mezzogiorno e la definizione di un quadro di risorse certe, nonché la previsione di nuovi investimenti e l'introduzione di meccanismi volti a premiare la qualità e a verificare i risultati. Rispondendo al deputato Gardini, osserva come non si possa sostenere, ideologicamente, che il disegno di legge finanziaria non contiene alcuna misura in favore delle famiglie. Ritiene al contrario che vi sia un nuovo inizio delle politiche per la famiglia, non solo rispetto alla scorsa legislatura, ma più complessivamente rispetto al passato. Mentre infatti, in passato, si è sempre fatta molta retorica sulla famiglia, col disegno di legge in esame si istituisce un Fondo specifico, anche se certamente uno stanziamento di 215 milioni di euro non è del tutto sufficiente, e si realizza una serie di ulteriori interventi, alla luce dei quali si può sostenere che finisca la fase del «familismo ideologico». Rileva infatti che finalmente si cerca di conciliare interventi a favore delle famiglie e interventi in favore dei singoli componenti delle famiglie, come ad esempio gli asili nido e il sostegno agli anziani non autosufficienti. Ritiene altresì necessario che il Governo individui le forme per riproporre le disposizioni contenute nell'articolo 195, in materia di istituzione dell'Osservatorio per il contrasto della violenza nei confronti delle donne e per ragioni di orientamento sessuale, di cui il presidente della Camera ha disposto lo stralcio. Apprezza inoltre il fatto che, in materia di pari opportunità, si abbandoni la politica degli interventi a pioggia, in favore di misure strutturali a sostegno dell'occupazione femminile. In proposito, rileva come l'occupazione delle donne e la disponibilità di servizi alle donne, determini normalmente un incremento del numero di famiglie e della natalità.

Elisabetta GARDINI (FI) precisa di non aver mai affermato che non vi sia alcun intervento in materia di politiche per la famiglia, ma di avere invece criticato la cornice complessiva in cui tale intervento si inserisce.

Luigi CANCRINI (Com.It) sottolinea innanzitutto l'importante novità rappresentata dall'accordo con le regioni. Rileva tuttavia come la spesa sociale complessivamente prevista non possa considerarsi sufficiente e come sia stato, a suo avviso,


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un errore grave non provvedere al rifinanziamento della legge n. 285 del 1997 sull'infanzia e adolescenza. Ritiene inoltre che non debba essere lasciato cadere il tema del contrasto al consumo di alcol da parte dei minorenni, contenuto nell'articolo 90 del disegno di legge finanziaria, di cui il Presidente della Camera ha disposto lo stralcio. In proposito, dichiara di non condividere del tutto la valutazione sull'assenza di effetti finanziari sulla disposizione stralciata e rileva come la decisione del Presidente della Camera, sia, a suo avviso, il frutto di un approccio eccessivamente rigido, che tuttavia non si è registrato nel caso delle disposizioni di cui all'articolo 197, in materia di prevenzione delle mutilazioni genitali.

Il Ministro Rosy BINDI, prendendo spunto dall'intervento svolto dal deputato Capitanio Santolini nella seduta di ieri, desidera fornire alcune precisazioni e ristabilire alcuni elementi di realtà che ritiene siano stati persi di vista nel corso della discussione. Rileva quindi come il Governo, pur in un contesto economico e finanziario particolarmente delicato, abbia cercato di gettare le basi per un intervento di carattere redistributivo, che certo dovrà essere portato a compimento negli anni a venire. In proposito, desidera però rimarcare come questa operazione di redistribuzione del reddito abbia dovuto scontare il secondo modulo della cosiddetta «riforma Tremonti», nel senso che chi ha redditi più elevati non si vede privato di tutto quello che aveva guadagnato con la precedente riforma, mentre chi ottiene dei vantaggi non si vede ancora restituire tutto quello che in precedenza gli era stato sottratto. Sempre in materia fiscale, osserva come si possa senz'altro preferire il meccanismo delle deduzioni a quello delle detrazioni, ma ricorda che per i contribuenti con un reddito più basso le detrazioni sono certamente più vantaggiose, tanto è vero che la possibilità di opzione tra i due meccanismi, nota come «clausola di salvaguardia» introdotta dal Ministro Tremonti e ricordata dal deputato Capitanio Santolini, valeva solo per i redditi alti e in particolare per quelli superiori ai 100 mila euro annui. Ricorda altresì come una parte dei 3 miliardi destinati alle detrazioni per carichi di famiglia e agli assegni familiari, che costituiscono la vera manovra per le famiglie, siano stati destinati a correggere le cosiddette «trappole della povertà», cioè quei meccanismi che, a fronte di modesti aumenti di reddito, facevano scattare consistenti riduzioni degli assegni. Ritiene pertanto che, negli anni a venire, gli interventi del Governo potranno essere più efficaci, in quanto non sconteranno né la «riforma Tremonti» né la necessità di ovviare alle «trappole della povertà». Quanto all'articolo 4, ritiene che l'espressione «fino a tre figli» criticata dal deputato Capitanio Santolini, meriti senz'altro di essere corretta al fine di rendere più chiaro il dispositivo, ma osserva come, nella sostanza, tutti gli assegni familiari aumentino, per tutti i figli a carico, per redditi fino a 112 mila euro. Sul tema della incapienza, sottolinea l'elevazione della no tax area ma riconosce anche l'opportunità di riflettere sugli strumenti per estendere gli assegni familiari alle famiglie incapienti. In proposito, dopo aver ricordato che l'accordo recentemente concluso con le associazioni degli enti territoriali dovrebbe avere l'effetto di limitare il ricorso alle addizionali, evidenzia il dibattito in corso in seno alla maggioranza tra quanti ritengono che si debbano estendere gli assegni familiari alle famiglie incapienti e quanti sostengono invece che le stesse risorse debbano essere utilizzate per ridurre la pressione fiscale sui redditi intorno ai 40 mila euro annui, dichiarando di riconoscersi maggiormente nell'opinione dei primi. Dopo aver sottolineato come la manovra non penalizzi affatto il ceto medio inteso in un'accezione sufficientemente ampia, che va dall'insegnante all'agente di polizia, all'operaio specializzato, all'impiegato d'azienda e pubblico, ricorda il complesso degli interventi in favore della famiglia, e in modo particolare l'istituzione o il rifinanziamento dei Fondi per le politiche sociali, per l'integrazione degli immigrati, per le politiche giovanili, per la famiglia e per gli asili nido, oltre agli


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interventi a favore dell'occupazione femminile e agli interventi sulle politiche abitative; su tale ultimo aspetto, sostiene l'esigenza di promuovere un piano di edilizia popolare da destinare alla locazione. Quanto al Fondo per la non autosufficienza, ritiene che un intervento serio debba essere adeguatamente finanziato mediante il ricorso a forme di assicurazione obbligatorie, a una tassa di scopo e a una addizionale IRPEF: al riguardo, si dichiara disposta a sostenere un'eventuale emendamento su cui maggioranza e opposizione possano convergere, che individui le forme per incrementare lo stanziamento in materia. Quanto alle risorse destinate al Fondo per la famiglia, sottolinea che esse non servono al funzionamento degli uffici del Ministro, anche se non c'è dubbio che l'attuale struttura necessiterebbe di un rafforzamento quanto piuttosto ad assicurare la funzionalità di strutture che possono svolgere un ruolo positivo a sostegno delle famiglie: cita ad esempio l'Osservatorio nazionale sulla famiglia, l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e la Commissione per le adozioni internazionale. In proposito, osserva altresì come le iniziative per la conciliazione del tempo di vita e di lavoro, su cui il deputato Capitanio Santolini ha espresso perplessità, rappresentino un aspetto fondamentale delle politiche per la famiglia. Quanto poi allo stanziamento di 300 milioni di euro su tre anni per i servizi socio-educativi, osserva come si tratti di una cifra non insignificante, se si considera che tali risorse potranno innescare un processo di moltiplicazione grazie al concorso di altri soggetti, tra i quali includere le fondazioni bancarie; ritiene altresì che, in materia di servizi socio-educativi, sia opportuna la reintroduzione dell'indicatore della situazione economica (ISE). Dopo aver ricordato come le risorse stanziate a favore dei consultori familiari siano, al pari di altri stanziamenti citati in precedenza, finanziamenti a vantaggio anche degli enti territoriali, sottolinea come il disegno di legge finanziaria sia ispirato, nel complesso, ad una logica di sostegno alle famiglie e ai singoli componenti delle stesse, in nome della quale auspica che si realizzi una fattiva collaborazione tra maggioranza e opposizione.

Il sottosegretario Serafino ZUCCHELLI auspica che sul provvedimento in esame possa realizzarsi un confronto costruttivo e rispettoso della verità, in quanto ritiene che il tema della salute dei cittadini meriti un'attenzione scevra da pregiudizi. Desidera pertanto riconoscere che alcune delle leggi finanziarie approvate nella scorsa legislatura erano, sotto il profilo della sanità, apprezzabili, mentre decisamente negativa era la legge finanziaria per il 2006; così pure esprime un giudizio positivo sulla ricerca di un accordo con le regioni nel 2001, mentre reputa assai negativa la conflittualità registratasi in seguito. Evidenzia quindi come il presente provvedimento individui risorse consistenti per la sanità, che ammontano complessivamente a circa 99 miliardi di euro, ai quali vanno sommati i 2 miliardi che il Governo si è trovato costretto a stanziare per il 2006. Ricorda poi che si rendevano necessari, e sono stati attuati, investimenti in conto capitale a vantaggio delle strutture sanitarie. Reputa altresì un fatto positivo lo stanziamento di circa 80 milioni di euro per la ricerca, che segna un incremento del 30 per cento rispetto all'anno precedente. Venendo alle preoccupazioni espresse da alcuni deputati in riferimento alla regione siciliana, sottolinea come gli interventi in materia siano stati il frutto di un accordo tra il Governo e la regione e come la quota del Fondo sanitario nazionale destinata alla Sicilia decresca progressivamente, a fronte di un aumento di una sua compartecipazione al gettito fiscale riferibile a quel territorio. Quanto alle politiche per il Mezzogiorno, riconosce che non vi è l'indicazione di cifre precise, ma ritiene che questo non sia un errore e che anzi emerga con chiarezza come l'attenzione per il sud costituisca una priorità in innumerevoli settori di intervento. Riconosce poi l'esistenza di un punto debole della spesa sanitaria, consistente nella cattiva situazione finanziaria


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in cui versano cinque regioni italiane e di cui la collettività nazionale deve farsi carico. In proposito, osserva come vi sia una generale consapevolezza del fatto che la spesa sanitaria non è integralmente allocata in modo efficiente e come sia importante individuare con precisione tali zone di inefficienza, senza generalizzazioni improprie. Osserva altresì come, generalmente, proprio nelle regioni dove la spesa sanitaria è più elevata si registrino servizi mediamente peggiori. Per tutte queste ragioni, il patto stipulato dal Governo con le regioni segna un salto di qualità, in quanto prevede un affiancamento attivo dello Stato alle regioni che non si mantengono entro il tetto fissato per la spesa sanitaria. Alla volontà di limitare le inefficienze e, dove esistono, i fenomeni di malaffare, è volto anche l'intervento in materia di accreditamento delle strutture. In proposito, rispondendo alle considerazioni del deputato Moroni sul nuovo Titolo V della parte II della Costituzione, si chiede cosa sarebbe successo se fosse andato in porto il provvedimento di devolution approvato nella scorsa legislatura. Aggiunge che, insieme al problema dell'accreditamento, andrà affrontato il problema della committenza, nel senso che dovrà essere l'Azienda sanitaria locale a decidere quali prestazioni debbano essere erogate dalle strutture accreditate. Riconosce quindi che l'intervento sui laboratori diagnostici è stato forse eccessivamente brusco, ma sottolinea come il presupposto di tale intervento, consistente nella convinzione che i costi delle prestazioni effettuate da tali laboratori possano essere abbattuti, sia corretto e come l'obiettivo giustamente perseguito sia quello di incoraggiare processi di concentrazione. Quanto alla reintroduzione di alcuni ticket, osserva come essa risponda certamente anche all'esigenza di fare cassa, ma come la modalità di intervento scelta miri a una corretta responsabilizzazione dei medici, degli operatori e dei cittadini. Dichiara invece che non condividerebbe l'idea della compartecipazione dei degenti alle cosiddette spese «alberghiere», cui ha fatto riferimento il deputato Moroni, in quanto essa non avrebbe quella valenza educativa propria dei ticket introdotti con il provvedimento in esame. Quanto alle strutture di pronto soccorso, segnala come esista già un piano volto a rafforzare la medicina territoriale, anche se esso non poteva trovare posto nel disegno di legge finanziaria. Per quanto attiene alla spesa farmaceutica, riconosce l'esistenza del rischio di scoraggiare le industrie farmaceutiche dall'investire in Italia, ma proprio per questo sottolinea l'importanza di un intervento sui dispositivi medici, che può determinare risparmi significativi. Dichiara di volere incoraggiare la presentazione di emendamenti volti ad escludere gli infermieri dalla riduzione delle spese per il personale, pur rilevando come, in generale, la carenza di organici costituisca un problema specialmente laddove non vi è stata una riorganizzazione della rete delle strutture sanitarie. Venendo al tema degli specializzandi, sottolinea come il nuovo contratto sia già pronto e riconosce che il Governo precedente aveva stanziato le risorse che hanno reso possibile la definizione del nuovo contratto. Segnala tuttavia l'insufficienza delle misure di carattere previdenziale, sulle quali il Governo sta lavorando; ritiene comunque che la proposta di contratto costituisca un primo passo nella direzione giusta e che sarebbe interesse delle organizzazioni rappresentative degli specializzandi sottoscriverla. Concludendo, riconosce l'insufficienza della somma stanziata per il Fondo per la non auto sufficienza e, pur sottolineando che tale somma aumenta considerevolmente nel 2008 e nel 2009, ritiene che si debba pensare per il futuro a forme di assicurazioni pubbliche e all'introduzione di una tassa di scopo.

Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo), relatore, dichiara preliminarmente di concordare con le repliche dei rappresentanti del Governo. Esprime apprezzamento per l'ampia discussione svoltasi, anche se ritiene che alcune delle critiche non tenessero nella dovuta considerazione il complesso della situazione economica e la storia di alcuni problemi. In particolare,


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sottolinea come studi recenti abbiano evidenziato le incoerenze che spesso si registrano tra politiche che determinano un aumento di fenomeni negativi sotto il profilo sanitario e sociale e politiche che sono attuate allo scopo di porre rimedio alle conseguenze delle prime. Ritiene altresì che anche alcune misure su cui i colleghi hanno ironizzato, quali ad esempio i contributi per la sostituzione di determinati elettrodomestici, possano rivelarsi utili al welfare in quanto contribuiscono alla riduzione dell'inquinamento e delle patologie ad esso collegate, nonché al benessere dei cittadini inteso in un'ottica complessiva, che tenga conto dell'interdipendenza e dell'integrazione dei vari interventi nel settori. Sottolinea altresì che le politiche di welfare debbono avere un ruolo centrale all'interno della politica economica e che serve, pertanto, un serio investimento sul sistema di welfare. Dopo aver sottolineato la difficile situazione in cui versa la finanza pubblica italiana, rileva come il governo della sanità sia, sempre e ovunque, un tema estremamente complesso, aggravato nel nostro Paese dall'esistenza da un doppio livello di governo, che preesiste alla riforma del Titolo V della parte II della Costituzione. Evidenzia quindi la logica premiale che ispira il patto con le regioni, frutto di un confronto positivo tra queste e il Governo, che troppo spesso era mancato negli anni passati. Segnala quindi gli aspetti a suo avviso più significativi del provvedimento in esame: la certezza delle risorse su base triennale, l'erogazione tempestiva e puntuale delle stesse, il superamento degli squilibri territoriali e gli investimenti in innovazione e tecnologia. Sul piano della certezza delle risorse, sottolinea poi l'incremento complessivo degli stanziamenti per la sanità, mentre nella passata legislatura era stato adottato il cosiddetto «metodo Gordon Brown», con esiti tutt'altro che positivi. Evidenzia altresì come la sfida consista a questo punto nel contenere la spesa sanitaria e nel migliorarne la qualità. Quanto alle politiche per la famiglia, ricorda come il Ministro Bindi, abbia già avuto modo di sottolineare il complesso degli interventi adottati in materia e come il Piano nazionale per la famiglia sia lo strumento più idoneo per ricondurre ad unità i molteplici interventi in materia.

Mimmo LUCÀ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.45 alle 13.55.