II Commissione - Resoconto di marted́ 7 novembre 2006


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ATTI DEL GOVERNO

Martedì 7 novembre 2006. - Presidenza del vicepresidente Daniele FARINA. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Luigi Li Gotti, Luigi Manconi e Luigi Scotti.

La seduta comincia alle 9.40.

Relazione concernente l'individuazione della destinazione delle disponibilità del Fondo per gli investimenti in materia edilizia giudiziaria, penitenziaria e minorile del Ministero della giustizia, per l'anno 2006.
Atto n. 30.

(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.


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Daniele FARINA, presidente, in sostituzione del relatore, onorevole Cesario, impossibilitato ad intervenire, avverte che il Ministero della giustizia ha trasmesso alle Camere in data 9 ottobre 2006 la relazione concernente l'individuazione della destinazione delle disponibilità del Fondo per gli investimenti in materia di edilizia giudiziaria, penitenziaria e minorile del Ministero della giustizia, per l'anno 2006. Ricorda che la Commissione giustizia è chiamata ad esprimere un parere su tale relazione, ai sensi dell'articolo 46, comma 5, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, con riferimento all'articolo 143, comma 4 del Regolamento della Camera.
Il Fondo in questione è inserito nello stato di previsione del Ministero della giustizia al capitolo 7020, nell'ambito dell'unità previsionale di base 1.2.3.3 di competenza del Gabinetto del Ministro. Lo stanziamento di competenza per l'anno 2006 ammonta a 102.566.931 euro. In tale ammontare rientra però la quota annuale relativa all'autorizzazione di spesa derivante dalla legge 14 novembre 2002, n. 259 ed avente per oggetto il Piano straordinario pluriennale per l'edilizia penitenziaria di cui al decreto ministeriale 12 gennaio 2004, su cui questa Commissione si espresse favorevolmente nella seduta del 28 luglio 2003. Per memoria, ricordo che il Piano stanziava complessivamente 93.326.896 euro per l'acquisizione di due nuovi istituti penitenziari (Varese e Pordenone) e per l'ampliamento della casa di reclusione di Milano Bollate. Pertanto, resta a disposizione del Fondo per il 2006 la cifra di 90.108.931 euro, che il Ministero della giustizia propone di ripartire nel seguente modo: 31.538.125,85 euro per l'edilizia giudiziaria; 49.559.912,05 euro per l'edilizia penitenziaria; 9.010.893,10 euro per l'edilizia minorile, pari in termini percentuali al 35 per cento, al 55 per cento ed al 10 per cento.
Per quanto riguarda la quota relativa all'edilizia giudiziaria, il Ministero ne propone una ripartizione più o meno paritaria tra gli interventi sulle strutture edilizie (circa 15 milioni di euro) e quelli sugli impianti (16 milioni di euro). Le sedi più interessate sono quelle di Napoli, Milano, Piacenza e Roma. Il singolo intervento più rilevante riguarda, per 5,5 milioni di euro, il completamento dell'aula giudiziaria di massima sicurezza della casa di reclusione di Milano Opera. Si segnala che oltre un decimo della quota (3,3 milioni di euro) è accantonato per lavori di somma urgenza. Quanto alla quota disponibile dell'edilizia penitenziaria, si propone di destinarne circa 38 milioni di euro ad interventi sulle strutture ed 11 milioni di euro ad interventi sugli impianti. In entrambi gli ambiti, sono da scontarsi spese rinviate dall'anno precedente per circa 13 milioni di euro, mentre 7 milioni di euro sono assegnati ai provveditorati regionali perché facciano fronte direttamente alla spese di manutenzione. Gli interventi sull'impiantistica si localizzano in particolare su Roma, Aosta, Termini Imerese e Taranto. Quelli sulle strutture soprattutto su Lodi, Enna, Palermo, Avezzano, Napoli, Vicenza. Si segnalano, in particolare, gli interventi sulla sanità penitenziaria a Milano e Pisa. La ripartizione geografica appare equilibrata tra le diverse aree del Paese. Complessivamente, è previsto il recupero di 337 posti detentivi. In attuazione degli accordi sindacali, una parte delle risorse è destinata a strutture ad uso del personale, con riguardo soprattutto agli alloggi di servizio. Nell'ambito dell'edilizia per la giustizia minorile, 710.000 euro circa sono riservati all'impiantistica, mentre 8,3 milioni di euro sono riservati agli interventi strutturali. Si intende procedere prioritariamente alla ristrutturazione di complessi immobiliari che versano in precario stato di conservazione a Torino, Milano, Airola, Nisida e Lecce. Si rileva che, per interventi minori ed urgenti non programmabili, viene prevista la cifra di 3,2 milioni di euro, pari a oltre il 38 per cento dell'intera quota.

Manlio CONTENTO (AN) evidenzia come la richiesta di parere giunga da


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parte del Governo ormai alla fine dell'anno di riferimento ed invita a concludere l'esame del provvedimento. Per il futuro, segnala al Governo l'esigenza di trasmettere al Parlamento con maggiore anticipo la relazione in esame. Entrando nel merito, rileva innanzitutto l'elevata entità della cifra destinata alle variazioni di prezzo in corso d'opera ed in particolare al ricorso alle consulenze esterne. Richiama, poi, l'attenzione del Governo sull'opportunità di tenere conto del criterio del costo medio dei posti detentivi da recuperare. Osserva, inoltre, come gran parte dei fondi relativi all'edilizia giudiziaria siano concentrati nel Lazio, anche con riguardo alla sede ministeriale. Giudica altresì inaccettabile che siano ancora richiesti ulteriori interventi per il completamento del nuovo palazzo giudiziario di Napoli, anche alla luce delle cause pendenti sulla regolarità dello svolgimento dei lavori. Prende quindi atto che, con riferimento alla giustizia minorile, due significativi interventi siano localizzati in Campania. Infine, raccomanda la tempestiva attuazione del Piano straordinario pluriennale per l'edilizia penitenziaria, riferendosi in particolare alla locazione finanziaria ivi prevista per gli istituti di Varese e di Pordenone.

Il sottosegretario Luigi SCOTTI segnala alla Commissione l'opportunità di esprimere quanto prima il parere onde consentire la prosecuzione della procedura amministrativa, che richiede anche il concerto del Ministero dell'economia e delle finanze.

Mario PEPE (FI), osservando come, in virtù della somma urgenza, parte del fondo di cui alla relazione in oggetto risulti già impiegata, considera l'espressione del parere da parte della Commissione quasi come un atto dovuto ed invita, quindi, a concludere l'esame.

Paolo GAMBESCIA (Ulivo) chiede chiarimenti al Governo in ordine alla distinzione tra le diverse tipologie di intervento.

Il sottosegretario Luigi SCOTTI precisa che gli obiettivi prioritari degli investimenti in materia di edilizia giudiziaria, penitenziaria e minorile sono la sicurezza esterna degli edifici, l'adeguamento alla legislazione sulla sicurezza del lavoro, la trasformazione delle strutture esistenti nell'ottica di una loro maggiore fruibilità. Nel riconoscere che gli interventi per l'edilizia giudiziaria si rivolgono in particolare al Lazio, richiama le particolari esigenze della città giudiziaria di Roma, nonché la necessità di adeguare alla legge n. 626 del 1996 la sede ministeriale. Con riferimento a Napoli, fa rilevare che i costi maggiori derivano dalla natura verticale e non orizzontale degli edifici a torre del nuovo palazzo giudiziario. Motiva, poi, il ricorso alle consulenze esterne sulla base dell'assenza all'interno dell'amministrazione di talune competenze specifiche. Chiarisce, infine, le diverse procedure di assegnazione dei lavori, quali la gara d'appalto, la somma urgenza, la licitazione privata nei casi in cui risultano prevalenti i profili della sicurezza e quindi si fa riferimento esclusivamente alle ditte autorizzate.

Daniele FARINA, presidente, formula una proposta di parere favorevole, con condizioni (vedi allegato 1).

La Commissione approva la proposta di parere favorevole, con condizioni, formulata dal presidente.

Schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno 2006, relativo a contributi in favore di enti, istituti, associazioni ed altri organismi.
Atto n. 31.

(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Daniele FARINA, presidente, in sostituzione del relatore, onorevole Intrieri,


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impossibilitata ad intervenire, avverte che il Ministero della giustizia ha trasmesso alle Camere in data 9 ottobre 2006 lo schema di decreto ministeriale, predisposto ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, per il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno 2006, relativo a contributi in favore di enti, istituti, associazioni ed altri organismi. Ricorda che la Commissione giustizia è chiamata ad esprimere il parere secondo l'articolo 143, comma 4 del Regolamento della Camera.
Lo stanziamento, pari a 118 mila euro è cioè all'intero ammontare del capitolo 1160 rientrante nell'unità previsionale di base 1.1.2.1 di competenza del Gabinetto del Ministro, viene integralmente destinato al Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale di Milano. Si conferma, in tal modo, una scelta già effettuata negli scorsi anni, nell'ottica di privilegiare un solo ma significativo intervento rispetto alla soluzione alternativa degli «interventi a pioggia», ferma restando per il futuro la possibilità di verificare se almeno un'altra istituzione di analoga eccellenza - eventualmente situata in altra regione del Paese - possa meritare di essere presa in considerazione.
Il Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, fondato nel 1948 da Adolfo Beria di Argentine ed oggi presieduto da Renato Ruggiero, ha svolto nell'anno passato rilevanti iniziative e ricerche nel campo dei problemi giuridici e dell'amministrazione della giustizia in genere. L'attività del Centro, come si evince dalla relazione del suo presidente per il 2005, ha affrontato alcune questioni assai significative sotto il profilo sociale quali l'usura e la tratta degli esseri umani. Importanti approfondimenti sono stati svolti sia in ambito penalistico che civilistico, con riferimento ai tempi del processo penale ed alla riforma delle procedure concorsuali, avanzando anche interessanti proposte operative. Si segnala, infine, la ricerca sull'amministrazione della giustizia e la società italiana del Duemila e la relativa serie in tredici volumi che è in corso di pubblicazione. Il rilievo del Centro è ulteriormente sottolineato dallo statuto consultivo di cui gode presso il Consiglio economico e sociale e da cui derivano varie attività, tra cui quelle della Commissione ONU per la prevenzione del crimine e la giustizia penale. Sul piano finanziario, il Centro ha presentato per il 2005 un conto economico in cui il valore della produzione ammonta a 1.111.205,87 euro con un avanzo di gestione pari 1.098,50 euro. Pertanto, il contributo ministeriale - per quell'anno pari a 126.000 euro - ha inciso per l'11,33 per cento. Nell'ambito dei costi, si rileva che circa 410.000 euro sono spesi per il personale, pari al 37 per cento.
Formula, quindi, una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta del presidente.

La seduta termina alle 10.10.

SEDE REFERENTE

Martedì 7 novembre 2006. - Presidenza del vicepresidente Daniele FARINA, indi del presidente Pino PISICCHIO. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Luigi Li Gotti, Luigi Manconi e Luigi Scotti.

La seduta comincia alle 10.10.

Decreto-legge n. 259/2006: Disposizioni urgenti per il riordino della normativa in tema di intercettazioni telefoniche.
C. 1838 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 24 ottobre 2006.


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Manlio CONTENTO (AN), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede al Governo che trasmetta alla Commissione la nota della procura di Milano cui ha fatto riferimento il Ministro della giustizia sia in Assemblea nella seduta del 18 ottobre 2006, rispondendo all'interrogazione n. 3-00344 presentata dall'onorevole Mazzoni sia nella stessa Commissione in occasione della conclusione dell'audizione sulle linee programmatiche del dicastero lo scorso 25 ottobre.
Nel ritenere prioritaria l'acquisizione integrale di tale documento - in cui si afferma l'insussistenza di conversazioni telefoniche illegalmente raccolte - evidenzia come ne risultino messi in dubbio i presupposti di necessità ed urgenza che hanno ispirato l'emanazione del decreto-legge in esame.

Daniele FARINA (RC-SE), presidente, nel condividere la richiesta formulata dall'onorevole Contento, ricorda che l'adozione del decreto-legge ha avuto luogo a seguito dell'orientamento favorevole sia delle forze di maggioranza che di opposizione nell'ambito di un dibattito le cui premesse appaiono oggi meno solide.

Paolo GAMBESCIA (Ulivo), relatore, fa presente che comunque le comunicazioni rese dal Ministro della giustizia risalgono ad alcune settimane fa e che pertanto ne occorre un'integrazione ed un aggiornamento perché la Commissione possa proseguire nell'esame del provvedimento.

Manlio CONTENTO (AN) preannuncia la presentazione di un'interrogazione a risposta immediata al riguardo.

Il sottosegretario Luigi LI GOTTI richiama la risposta resa in Assemblea dal Ministro della giustizia lo scorso 18 ottobre, sottolineando come vi siano riportate tra virgolette le parole della nota inviata dalla procura di Milano.

Paolo GAMBESCIA (Ulivo), relatore, ribadisce l'esigenza che la Commissione sia resa edotta anche degli eventuali sviluppi successivi, dal momento che si sta valutando un provvedimento d'urgenza.

Il sottosegretario Luigi LI GOTTI ricorda che il decreto-legge in esame, pur prendendo le mosse da una situazione specifica, detta tuttavia una disciplina a regime in relazione al trattamento da riservare alle intercettazioni illegali. Rammentando altresì il fatto che tutte le forze politiche hanno a suo tempo sostenuto l'emanazione del provvedimento d'urgenza, non esclude che esso possa avere avuto comunque un effetto deterrente.

Paolo GAMBESCIA (Ulivo), relatore, ritiene che, ove siano venuti meno i presupposti di necessità ed urgenza, il contenuto del decreto-legge possa confluire nel testo del più organico disegno di legge sulle intercettazioni che è all'esame della Commissione. Osservando l'inopportunità di legiferare sull'onda dell'emotività, invita il Governo a fornire una chiarificazione di fondo.

Gaetano PECORELLA (FI), nel condividere i dubbi espressi dal relatore, distingue nel decreto-legge una parte pro futuro che attiene alla norma incriminatrice ed una parte processuale formulata invece sulla base di un'ipotesi, poi rivelatasi infondata, circa la sussistenza di intercettazioni illegali. Rilevata quindi l'assenza dei presupposti di necessità ed urgenza, considera rischioso un intervento normativo da adottarsi in affanno, quando è invece possibile intervenire organicamente. Invita pertanto il Governo a prenderne atto ed a trasfondere il contenuto del decreto-legge nel disegno di legge all'esame della Commissione.

Manlio CONTENTO (AN) ribadisce l'invito al Governo a fare chiarezza, rilevando che le disposizioni contenute nel decreto-legge non hanno trovato attuazione alcuna. Si domanda, pertanto, quali intercettazioni siano state acquisite legalmente e quali illegalmente.


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Il sottosegretario Luigi SCOTTI precisa che esiste una differenza tra intercettazioni e tabulati, ritenendo che questi ultimi vi siano ed abbiano perciò costituito il presupposto per la decretazione d'urgenza. Aggiunge che non gli consta essere intervenuta la distruzione di alcun documento.

Giulia BONGIORNO (AN) chiede chiarimenti al Governo in ordine ai tabulati menzionati dal sottosegretario Scotti per sapere se siano stati oggetto di sequestro da parte della procura di Milano.

Il sottosegretario Luigi SCOTTI ricorda il corale consenso sia delle forze di maggioranza che di opposizione all'emanazione del decreto-legge in esame. Ritiene, quindi, che ogni valutazione sull'eventuale attenuazione dei presupposti di necessità ed urgenza sia di natura politica. Sottolinea, comunque, come il Ministro della giustizia, nella risposta in Assemblea prima richiamata, abbia fatto riferimento a «dati riservati» e non solo ad intercettazioni.

Alessandro MARAN (Ulivo), nel ringraziare il rappresentante del Governo per aver rievocato la genesi del provvedimento, segnala tuttavia l'esigenza di chiarire quale sia l'odierna situazione di fatto, alla luce dell'alternativa tra la riconduzione del contenuto del decreto-legge nel disegno di legge e la valutazione di eventuali ulteriori modifiche da apportare al testo del decreto-legge stesso.

Giulia BONGIORNO (AN) chiede chiarimenti al Governo in ordine all'espressione «dati riservati» usata dal Ministro della giustizia, per sapere se vi siano inclusi anche i cosiddetti «brogliacci».

Gaetano PECORELLA (FI), rivolgendosi al relatore ed al rappresentante del Governo, osserva che, ove vi fossero state intercettazioni illegali, esse avrebbero dovuto essere distrutte, mentre, ove vi fossero state solo quelle legali, non vi sarebbe potuta essere alcuna distruzione.

Paolo GAMBESCIA (Ulivo), relatore, ritiene che ci sia stata confusione tra due aspetti: da un lato, la diffusione illegale di intercettazioni legali, dall'altro l'attività spionistica relativa a tabulati o ad altri dati riservati acquisiti illegalmente.

Marilena SAMPERI (Ulivo) ritiene che la sola questione da affrontare sia se il decreto-legge sia ancora necessario o meno.

Pino PISICCHIO, presidente, comunica che è pervenuto alla Commissione il parere reso sul testo del decreto-legge, come trasmesso dal Senato, da parte del Comitato per la legislazione, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento della Camera. Ricorda che, secondo il calendario dell'Assemblea, il provvedimento in esame non sarà trattato prima del 13 novembre, osservando che tale formulazione non implica un vincolo per la Commissione a concludere l'esame entro quella data. Prende atto dell'orientamento di tutti i gruppi favorevole a legiferare sulla materia in maniera ponderata e alla luce delle informazioni di fatto che invita il Governo a fornire al più presto.

Il sottosegretario Luigi LI GOTTI conferma l'impostazione avanzata dall'onorevole Gambescia, volta a distinguere tra la diffusione di dati riservati relativi ad intercettazioni legali - da non distruggersi - e l'attività di captazione illecita che viene invece colpita dal decreto-legge.

Pino PISICCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.


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Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche.
C. 1164 Migliore, C. 1165 Fabris, C. 1170 Craxi, C. 1344 Mazzoni, C. 1638 Governo, C. 1257 Nan, C. 1587 Brancher e C. 1594 Balducci.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo nella seduta del 4 ottobre 2006.

Pino PISICCHIO, presidente, rammenta al rappresentante del Governo che oggi scade il termine per la trasmissione dei dati richiesti in relazione al provvedimento in esame, ai sensi dell'articolo 79, comma 6, del Regolamento della Camera.

Il sottosegretario Luigi LI GOTTI fa presente l'esigenza del Governo di una breve proroga per fornire tutti i dati richiesti.

Lanfranco TENAGLIA (Ulivo), relatore, segnala che l'omologa Commissione del Senato sta predisponendo il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva svolta sul fenomeno delle intercettazioni.

Pino PISICCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Riforma del codice di procedura penale.
C. 323 Pecorella e C. 1568 Mazzoni.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 settembre 2006.

Pino PISICCHIO, presidente, invita i colleghi a pronunciarsi sulle modalità di prosieguo dell'esame.

Gaetano PECORELLA (FI), relatore, ritiene necessario un dibattito generale sul modello del processo penale, alla luce della necessità di recuperarne l'impianto accusatorio. Successivamente, propone la formazione di un Comitato ristretto che eventualmente proceda per aree omogenee. Raccomanda, altresì, di tenere conto dell'attività della Commissione insediata presso il Ministero della giustizia sulla stessa materia.

Pino PISICCHIO, presidente, riconoscendo la validità della questione generale posta dal collega Pecorella sul modello del processo penale, si riallaccia all'esigenza da lui stesso prospettata di raccordarsi con l'attività che si svolge in ambito governativo ed invita la Commissione a valutare l'eventualità di audire il presidente della Commissione ministeriale di studio per la riforma del codice di procedura penale.

Daniele FARINA (RC-SE) condivide l'ipotesi avanzata dal presidente, soprattutto per ragioni di metodo, che ritiene debbano indurre la Commissione a procedere allo stesso modo audendo anche i presidenti delle altre commissioni di studio istituite presso il Ministero della giustizia.

Lanfranco TENAGLIA (Ulivo), relatore, si associa alla proposta di audire preventivamente il presidente della Commissione di studio sulla riforma del processo penale, riservandosi di svolgere le sue considerazioni in sede di successiva discussione generale.

Gaetano PECORELLA (FI), relatore, si dichiara contrario all'eventuale subordinazione della discussione generale all'audizione del presidente di una commissione di studio che non riveste carattere politico. Riterrebbe allora più consono audire il Ministro della giustizia. Rilevando che la Commissione ha comunque già un testo da esaminare, propone che su di esso si acquisiscano valutazioni da parte delle università e degli operatori del diritto.


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Pino PISICCHIO, presidente, ferme restando le prerogative parlamentari, ritiene che non sia incompatibile, ai fini dei lavori della Commissione, procedere all'audizione proposta. Condivide, peraltro, l'indicazione dell'onorevole Pecorella di trovare le forme e i modi per interessare anche il mondo accademico e giuridico.

Daniele FARINA (RC-SE) ribadisce l'opportunità metodologica di audire il presidente della Commissione ministeriale.

Manlio CONTENTO (AN) invita la Commissione ad elaborare una sorta di «griglia» delle questioni su cui soffermarsi. Menziona l'esempio della nullità, al cui proposito sarebbe altresì utile disporre di un quadro statistico.

Il sottosegretario Luigi LI GOTTI richiama il decreto ministeriale istitutivo della Commissione di studio, precisando che il Governo intende procedere in tempi brevi, per cui la stessa Commissione ha tempo solo fino al prossimo 31 marzo per redigere uno schema di legge-delega.

Pino PISICCHIO, presidente, alla luce del dibattito svoltosi, ritiene che la Commissione possa procedere all'audizione del presidente della Commissione di studio ministeriale, quindi elaborare una «griglia» degli argomenti da approfondire ed avviare la discussione generale, rivolgendosi altresì al suo esterno per raccogliere valutazioni di esperti del settore.

Gaetano PECORELLA (FI), relatore, propone che la Commissione inizi a discutere nel pomeriggio sul principio generale della formazione della prova.

Paolo GAMBESCIA (Ulivo) fa presente che alla seduta odierna mancano molti colleghi e sono rappresentati soltanto alcuni gruppi.

Gaetano PECORELLA (FI), relatore, ricorda che il provvedimento è stato incardinato lo scorso 3 agosto e ribadisce la ferma intenzione della sua parte politica di portarlo avanti.

Pino PISICCHIO, presidente, esclude che vi sia un diverso atteggiamento da parte degli altri gruppi. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori.
C. 528 Buemi.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo nella seduta del 28 settembre 2006.

Pino PISICCHIO, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti ed articoli aggiuntivi alla proposta di legge in esame (vedi allegato 3).

Giulia BONGIORNO (AN), illustrando il proprio emendamento soppressivo dell'articolo 6, evidenzia la stridente contraddizione tra il titolo della proposta di legge e la norma di cui propone la soppressione, che riguarda modifiche alla legislazione vigente in materia di immigrazione. A titolo d'esempio, menziona la previsione della revoca del provvedimento di espulsione a favore di un detenuto extra-comunitario cui sia stato promesso un qualunque lavoro, rilevando come ciò possa determinare una serie di truffe a catena.

Gaetano PECORELLA (FI), nel condividere le osservazioni della collega Bongiorno, segnala che nel provvedimento non risulta indicata la copertura finanziaria per la realizzazione delle case-famiglia.

Pino PISICCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.40.


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AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

COMITATO RISTRETTO

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle intercettazioni telefoniche, informatiche, telematiche o ambientali.
C. 706 Osvaldo Napoli, C. 1240 Cirino Pomicino e C. 1277 Buemi.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI