II Commissione - Marted́ 5 dicembre 2006


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ALLEGATO 1

5-00466 Contento: Sulla realizzazione del nuovo carcere di Pordenone.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione dell'Onorevole Contento, devo evidenziare che con la legge 14 novembre 2002 n. 259 è stato disposto uno stanziamento di 93.326.896 euro per l'attuazione di un piano straordinario pluriennale di interventi di edilizia penitenziaria.
Con decreto del Ministro della giustizia in data 12 gennaio 2004 è stato predisposto tale piano, comprendente:
l'acquisizione in locazione finanziaria del nuovo istituto penitenziario di Varese, con capacità ricettiva per complessivi 200 posti ed un costo pari a 43.282.000 euro;
l'acquisizione in locazione finanziaria del nuovo istituto penitenziario di Pordenone, con una capacità ricettiva pari a 150 posti ed un costo di 32.462.000 euro;
l'ampliamento della casa di reclusione di Milano Bollate, con una capacità ricettiva pari a 340 posti ed un costo di 17.582.896 euro.

Allo stato, mentre l'intervento per l'ampliamento della casa di reclusione di Milano Bollate è stato avviato ed i lavori risultano in avanzata fase di esecuzione, le procedure di gara per l'acquisizione dei due nuovi penitenziari con lo strumento della locazione finanziaria sono state annullate in quanto, a seguito di ricorso, le stesse sono state ritenute non conformi alle direttive comunitarie dalla Commissione Europea.
Pertanto - come si è già detto in occasione di risposta ad analoga interrogazione dell'on. Contento discussa in questa Commissione il 12 ottobre scorso - dopo l'invito della Commissione ad assumere provvedimenti finalizzati a rendere conformi le procedure alle direttive comunitarie, non potendosi perfezionare le gare già indette, si è pervenuti all'annullamento delle stesse.
E non è sembrato opportuno indire nuove gare facendo ricorso allo strumento della locazione finanziaria, per l'impossibilità di giustificare il ricorso alla stessa, atteso che nell'anno in corso l'amministrazione era nella disponibilità del finanziamento nella sua globalità e tale procedura avrebbe comportato l'ingiustificata corresponsione di somme per interessi e spese generali.
Si è preferito optare, pertanto, per la realizzazione dei due nuovi istituti nell'ambito del programma di edilizia penitenziaria di competenza del Ministro delle Infrastrutture, ritenendo, invece, che con i fondi disponibili fosse più proficuo riformulare il piano, prevedendo - al posto dei due nuovi istituti - la realizzazione di sei nuovi padiglioni detentivi in ampliamento di altrettanti istituti esistenti.
Questa scelta consente di raggiungere un duplice obiettivo.
Innanzi tutto impegna la quota di finanziamento relativo all'anno 2005 entro il 31 dicembre 2006 (altrimenti costituente dopo tale data economia di bilancio). Ciò è possibile, in quanto le procedure di gara per l'affidamento dei lavori potranno essere indette prontamente, già esistendo i progetti esecutivi degli interventi.
In secondo luogo consente di realizzare 1.500 posti detentivi a fronte dei 350 posti previsti con la realizzazione dei nuovi istituti di Varese e Pordenone.


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Tanto premesso, si fa presente che la costruzione di un nuovo istituto a Pordenone, insieme con il progettato istituto di Varese, costituisce un obiettivo di interesse primario dell'Amministrazione penitenziaria; obiettivo che il Ministero della giustizia intende perseguire.
Allo stato, l'unico iter percorribile dal punto di vista legislativo e procedurale per raggiungere tale obiettivo è la previsione di tale opera nel programma ordinario per l'edilizia penitenziaria di competenza congiunta del Ministero delle Infrastrutture e del Ministero della giustizia; programma che dispone dei fondi sufficienti alla sua realizzazione. Pertanto il Ministero della giustizia ne sosterrà la necessità e la priorità rispetto ad analoghi interventi nella riunione del Comitato paritetico per l'edilizia penitenziaria istituito presso il Ministero delle infrastrutture.


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ALLEGATO 2

5-00465 Mascia e Daniele Farina: Su decisioni adottate dall'amministrazione penitenziaria nei confronti del signor Paolo Persichetti.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione degli Onorevoli Mascia e Farina, non posso che ribadire quanto di recente ho avuto modo di riferire in occasione della risposta ad analogo atto di sindacato ispettivo, sul medesimo oggetto, presentato dagli stessi interroganti e discusso in aula il 30 ottobre scorso.
In particolare, per informazioni acquisite dalla competente Amministrazione, posso ribadire che presso la casa circondariale di Viterbo il Signor Persichetti collabora con giornali, mantiene i contatti con politici ed intellettuali, frequenta corsi professionali e partecipa alle altre attività socio-trattamentali organizzate presso lo stesso istituto penitenziario. Mantiene, inoltre, un costante rapporto con la famiglia, attraverso regolari colloqui personali e telefonici.
Diversamente da quanto affermato dagli interroganti, l'Amministrazione penitenziaria riferisce che al Signor Persichetti è data la possibilità di recarsi al cortile per il passeggio tutti i giorni, per quattro ore, salvo che lui stesso decida di non usufruire di questa opportunità, in tutto o in parte.
Con specifico riferimento all'uso del personal computer, L'Amministrazione penitenziaria ribadisce che al Persichetti - così come agli altri detenuti - è data la possibilità di poterne giornalmente usufruire dalle ore 9 alle ore 18, in una saletta appositamente attrezzata. Quanto alla asserita impossibilità di utilizzare il Pc in cella, chiederemo le ragioni specifiche del diniego, atteso che - come correttamente riferiscono gli interroganti - l'articolo 40 del Regolamento di esecuzione dell'Ordinamento penitenziario riconosce tale facoltà e ne attribuisce l'autorizzazione al Direttore dell'Istituto. Infine, l'Amministrazione penitenziaria riferisce che il Persichetti è autorizzato ad utilizzare il computer per motivi di studio o di lavoro (ai sensi del citato articolo 40) ed è perciò stato richiamato quando ha utilizzato detto strumento per scopi diversi, come nel caso citato dagli interroganti.
In conclusione, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria conferma che Paolo Persichetti usufruisce del regime penitenziario riservato ai detenuti comuni. Riteniamo, quindi, che alla luce di tale ordinaria classificazione sarà presa in esame e valutata la sua richiesta di poter seguire i corsi della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Tor Vergata presso l'istituto romano di Rebibbia Nuovo complesso, così come ogni altra richiesta finalizzata all'evoluzione del suo percorso trattamentale in stato di detenzione.