III Commissione - Mercoledì 17 gennaio 2007


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ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-00096 Ranieri: Sui Balcani occidentali.

TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione,
premesso che:
la stabilizzazione dei Balcani occidentali costituisce un obiettivo di primaria importanza per la comunità internazionale, attivamente impegnata nell'area sia sul piano militare che civile per il mantenimento della pace e della sicurezza;
la drammatica esperienza dei conflitti degli anni Novanta conferisce carattere prioritario alla presenza, negli ordinamenti degli Stati dei Balcani occidentali, di sistemi di garanzie per la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali degli individui e delle minoranze, in conformità con quanto sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del Consiglio d'Europa e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, adottata dal Consiglio europeo di Nizza del 2000;
l'Unione europea guarda con favore al consolidamento democratico ed economico della regione, essenziale per realizzare l'obiettivo dell'integrazione dei Balcani occidentali in Europa ed una prospettiva durevole di stabilità, prosperità e sicurezza per tutta l'area;
nella fase attuale il negoziato sul futuro status del Kosovo, sottoposto all'amministrazione internazionale, secondo quanto stabilito dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1244 (1999) del 10 giugno 1999, appare condizionante per la realizzazione dei citati obiettivi;
il 10 novembre scorso l'Inviato speciale delle Nazioni Unite per il processo sul futuro status del Kosovo, Martii Athissari, ha fissato ad una data successiva alle elezioni politiche in Serbia, previste per il prossimo 21 gennaio 2007, la presentazione alle parti coinvolte dal negoziato e ai Paesi del Gruppo di Contatto del documento recante le proposte per la definizione dello status;
il negoziato che farà seguito alla presentazione della proposta da parte dell'Inviato speciale delle Nazioni Unite potrebbe concludersi con l'adozione di una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, volta a definire il nuovo status del Kosovo e sancire il consenso della comunità internazionale su di esso;
il processo costituente in corso nella Repubblica di Serbia, culminato con la promulgazione della nuova Carta costituzionale, approvata con referendum lo scorso 29 ottobre, è parte di una delicata fase di riassetto politico-istituzionale di tale Paese, la cui evoluzione appare determinante per il suo riavvicinamento all'Unione europea, dopo l'interruzione del negoziato per la stipula dell'Accordo di Associazione e Stabilizzazione, avvenuta il 3 maggio 2006, per la valutazione negativa da parte delle istituzioni europee circa la collaborazione di Belgrado con il Tribunale Penale Internazionale per l'Ex-Yugoslavia;
in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo di Riga, lo scorso 29 novembre 2006, la NATO ha invitato la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro e la Serbia


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ad aderire alla Partnership for Peace, secondo l'articolo 36 della dichiarazione adottata;

impegna il Governo:

a porre in essere ogni iniziativa utile a far sì che la prospettiva della integrazione nell'Unione europea, confermata nel 2003 dal Consiglio europeo di Salonicco e ribadita dai Consigli europei di giugno e dicembre 2006 nonché dalla risoluzione n. 568 approvata dal Parlamento europeo il 13 dicembre 2006, resti in modo molto chiaro nell'orizzonte dei Balcani occidentali sulla base del consolidamento in tale area della democrazia e dello stato di diritto;
a promuovere la ripresa del negoziato tra l'Unione europea e la Serbia finalizzato alla conclusione dell'Accordo di Associazione e Stabilizzazione. A tal proposito sarebbe auspicabile un segnale di apertura da parte dell'Unione europea che potrebbe procedere nella definizione del quadro negoziale sottoponendo la sola entrata in vigore dell'Accordo alla condizione della piena collaborazione da parte di Belgrado con il Tribunale Penale Internazionale per l'Ex-Yugoslavia;
ad impegnarsi perché le scelte relative al futuro status del Kosovo avvengano in un contesto pacifico e su basi di condivisione;
a sostenere l'impegno della comunità internazionale, in particolare dell'Unione europea, per la pace e la stabilità nei Balcani occidentali, anche prevedendo il mantenimento della presenza internazionale, civile e militare, nell'area, in particolare, nella fase di definizione e di implementazione degli accordi sul futuro status del Kosovo;
ad assumere ogni iniziativa utile a far sì che il futuro status del Kosovo garantisca la piena attuazione dei principi dello stato di diritto, il rispetto di standard europei di tutela dei diritti delle minoranze presenti sul territorio kosovaro, con particolare riferimento alla protezione dei siti di interesse religioso e culturale, alla piena libertà di movimento, alla partecipazione effettiva alla vita civile e politica, ricorrendo a tal fine ad una forma di governo basata su un accentuato decentramento amministrativo;
a sostenere il rilancio dell'economia del Kosovo;
a sostenere ogni sforzo, da parte delle autorità dei Paesi dell'intera regione balcanica, a contrastare la diffusione nell'area del crimine organizzato transnazionale.
(8-00029)
«Ranieri, Forlani, De Zulueta, Paoletti Tangheroni».


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ALLEGATO 2

Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale (Testo unificato C. 626 e abb.)

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione Affari esteri e comunitari,
esaminato il testo risultante dall'approvazione degli emendamenti delle proposte di legge C. 626 ed abbinate, trasmesso dalla I Commissione Affari costituzionali;
condiviso l'obiettivo di istituire anche in Italia una commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, in ottemperanza alla risoluzione n. 48/134 approvata dall'Assemblea generale dell'ONU il 20 dicembre 1993;
osservato che, rispetto al testo precedentemente adottato, gli emendamenti approvati hanno precisato la definizione delle competenze dell'istituenda Commissione;
considerata l'esigenza che l'istituenda commissione contribuisca anche a livello internazionale all'impegno dell'Italia nel campo dei diritti umani, nel rispetto delle competenze del Parlamento e del Governo;
valutato che i requisiti previsti per l'elezione a componente dell'istituenda commissione non risultano adeguatamente specificati in relazione ai compiti assegnati;
rilevato che la copertura finanziaria di cui all'articolo 17 viene imputata, diversamente rispetto al testo precedentemente adottato, all'accantonamento del Ministero degli affari esteri, nell'ambito del fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
segnalato che tale nuova copertura, nel ridurre di circa un terzo la disponibilità del predetto accantonamento che è destinato all'adempimento di obblighi internazionali sanciti da accordi firmati e da ratificare tra cui non rientra la summenzionata risoluzione ONU che è un atto di indirizzo, rischia di pregiudicare le possibilità di attuazione di molti accordi stessi;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
all'articolo 2, comma 1, sostituire il secondo ed il terzo periodo della lettera c) con il seguente: «Nelle materie di propria competenza, la Commissione può in particolare presentare al Governo osservazioni e valutazioni circa l'adozione di iniziative legislative, regolamenti ed atti amministrativi nonché circa la stipula, la firma e la ratifica delle convenzioni e degli accordi internazionali che possano incidere sul livello di tutela dei diritti umani»; conseguentemente, sopprimere la lettera d);
la copertura finanziaria di cui all'articolo 17 non sia a carico dell'accantonamento del Ministero degli affari esteri di cui alla tabella A della legge finanziaria;

e con la seguente osservazione:
all'articolo 4, la Commissione di merito voglia precisare i requisiti per l'elezione a componente della commissione nazionale in oggetto nel senso di definirne più specificamente il profilo culturale e professionale.