XIII Commissione - Marted́ 23 gennaio 2007


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ALLEGATO

Risoluzione n. 7-00079 Lion: limite di presenza nel mais delle fumonisine

NUOVA FORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

La XIII Commissione,
premesso che:
in termini quantitativi il mais è di gran lunga la prima coltura italiana, prodotta quasi esclusivamente nella pianura padana e veneta. L'Italia è il secondo paese produttore di mais in Europa, dopo la Francia;
questo cereale può essere contaminato da sostanze naturalmente presenti nell'ambiente di coltivazione, definite micotossine, potenzialmente dannose, se assunte in quantità elevate, per la salute degli uomini e degli animali, generate da alcune specie di funghi, comunemente definite muffe;
nel mais italiano si riscontra, in modo consistente e generalizzato, la presenza della micotossina «fumonisina». Tale presenza, dovuta a tipi diversi di fumonisina, si ripete regolarmente tutti gli anni, sebbene con livelli di intensità diversi a seconda dell'andamento climatico;
questa tossina, presente in misura minore negli altri Stati dell'Unione, si sviluppa nell'Italia settentrionale principalmente in ragione dei fattori climatici tipici; recentemente, peraltro, problemi simili, seppure di minore entità, sono stati segnalati anche in Francia e talvolta nelle produzioni dei paesi dell'Europa dell'Est;
il regolamento (CE) n. 856/2005 della Commissione, del 6 giugno 2005, prevede per le fumonisine un limite di presenza di 2.000 ppb (μKg = ppb = parti per bilione) nel mais non trasformato, di 1.000 ppb nella farina e nella semola di mais e di 400 ppb negli alimenti a base di mais destinati al consumo diretto; i limiti indicati si applicheranno a decorrere dal 1o ottobre 2007, salvo che prima di tale data non vengano fissati livelli specifici;
i dati degli ultimi anni, seppur variabili, evidenziano che oltre il 50 per cento del prodotto nazionale supera i limiti previsti dal regolamento (CE) n. 856/2005;
allo stato attuale delle conoscenze, nelle nostre condizioni colturali, non esistono metodi di sicura efficacia per contenere queste tossine sotto la soglia indicata dalla normativa, sebbene l'utilizzo di buone pratiche colturali possa senza dubbio contribuire a ridurre in misura significativa la presenza delle fumonisine nel mais;
studi tossicologici europei ed italiani indicano che, stanti i valori registrati di presenza delle fumonisine, l'esposizione al rischio per i consumatori è molto più bassa della quantità giornaliera ingeribile senza che sia atteso un danno rilevabile per la salute; anche considerando fasce di popolazione più sensibili, quali i bambini e gli anziani in aree a più forte consumo


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di prodotti a base di mais, la probabilità di superare la quantità giornaliera ingeribile appare assai remota;
ciò dimostra che, anche rispetto all'esigenza prioritaria di una piena tutela della salute dei consumatori, appaiono eccessivamente restrittivi i limiti previsti dal regolamento (CE) n. 856/2005; sussiste infatti la possibilità di fissare limiti più alti di presenza nel mais delle fumonisine senza in alcun modo mettere a rischio la salute dei consumatori;
d'altra parte l'applicazione dei suddetti limiti creerebbe gravi difficoltà per la filiera del mais del nostro paese, con il rischio che una parte non trascurabile delle aziende italiane del settore sia costretta a cessare l'attività; ciò potrebbe comportare perdite nell'ordine di 200 milioni di euro a carico della produzione primaria e di 600 milioni di euro a carico delle attività di trasformazione e collaterali;
sussistono, insieme a valutazioni di opportunità, anche elementi oggettivi idonei a giustificare la richiesta alle istituzioni comunitarie di una revisione dei limiti di presenza nel mais delle fumonisine e dei tempi previsti per la loro applicazione;
nel forum tenutosi a Bruxelles il 13 gennaio 2006 il gruppo di lavoro micotossine, costituitosi per osservare e studiare la problematica, ha presentato le proprie valutazioni a sostegno della richiesta di prevedere limiti più alti; tali valutazioni sono risultate in accordo con la posizione espressa dalla delegazione dell'organismo europeo che riunisce i maggiori produttori di mais (Copa-Cogeca) e dall'organizzazione europea dei mugnai (Euromaisiers);
nel corso del medesimo forum Frans Verstraete, presidente del gruppo di lavoro Contaminanti dell'Unione europea ha dichiarato la disponibilità delle istituzioni comunitarie a riconsiderare i limiti massimi di fumonisine nel mais e derivati ed i loro tempi di applicazione, purché tale richiesta venga supportata da dati scientifici accertati e incontestabili;
in tale ottica il comparto produttivo del mais ed il sistema degli essiccatori, raccoglitori e stoccatori dei cereali e dei semi oleosi si sono attivati per raccogliere dati scientifici che possano autorizzare le autorità competenti a richiedere la revisione delle concentrazioni massime proposte per la contaminazione da fumonisine degli alimenti per uso umano, evidenziando tra l'altro la ridotta esposizione al rischio dei consumatori anche per valori molto superiori a quelli massimi previsti dal regolamento (CE) n. 856/2005; a tal fine è in ogni caso fondamentale sostenere le attività di studio su questa problematica, promuovendo specifiche iniziative di monitoraggio, sperimentazione e ricerca;

impegna il Governo:

1) ad adottare presso le competenti sedi comunitarie tutte le iniziative idonee a sostenere le richieste della filiera alimentare maidicola italiana volte a definire limiti di presenza delle fumonisine nel mais e tempi di applicazione del rispetto di tali limiti che, assicurando la piena tutela della salute dei consumatori, non comportino una eccessiva e ingiustificata penalizzazione per la produzione del nostro paese;
2) a sostenere la realizzazione di un progetto di monitoraggio, sperimentazione e ricerca sulle fumonisine del mais che verifichi in modo puntuale i livelli che possono determinare effetti nocivi per la salute, permetta di raccogliere in modo tempestivo e, successivamente, fornire presso tutte le sedi competenti, con periodicità costante, dati precisi, coordinati e omogenei sulla situazione italiana e, infine, individui metodi di produzione e protocolli di intervento che consentano di ridurre la contaminazione da fumonisine;
3) anche tenendo conto dei risultati e delle proposte derivanti dall'attività di ricerca di cui al punto precedente, a sostenere, in collaborazione con le regioni, l'adozione di buone pratiche colturali capaci


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di ridurre il livello di contaminazione da parte delle fumonisine, anche con la valutazione di varietà naturalmente più resistenti;
4) a definire impieghi alternativi per il mais prodotto, nel caso in cui siano mantenuti i limiti previsti dal regolamento (CE) n. 856/2005 e i tempi di applicazione dei suddetti limiti, con particolare riferimento, tra l'altro, all'utilizzo, come biomassa, per la produzione di calore.
(8-00030)
«Lion, Zucchi, Martinello, Fundarò, D'Ulizia, Servodio, Franci, Pellegrino, Baratella, Bellanova, Brandolini, Vincenzo De Luca, Fiorio, Fogliardi, Maderloni, Oliverio, Pertoldi, Rotondo, Sereni, Soro.