III Commissione - Mercoledì 24 gennaio 2007


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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00592 D'Elia: Sui prigionieri politici in Bielorussia.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

La strategia autoritaria del Presidente Lukashenko ha preso avvio nel 1995 con una serie di referenda che estendevano le prerogative presidenziali, ponendo sotto progressivo controllo ogni voce dissenziente.
Negli anni successivi, questa strategia si è poi sviluppata attraverso la gestione fortemente statalista dell'economia, la soppressione dei mezzi di informazione indipendenti e la chiusura di ogni spazio democratico per l'opposizione.
Gli osservatori occidentali hanno giudicato non conformi agli standard democratici tutte le elezioni tenutesi a partire dal 2000, comprese le ultime presidenziali del 19 marzo 2006.
In queste elezioni Lukashenko ha ottenuto l'82,6 per cento dei voti, mentre il principale candidato dell'opposizione, Milinkievich, avrebbe raccolto solo il 6 per cento, Kozulin il 2,3 per cento, e Gaidukevich il 3,5 per cento.
La vittoria di Lukashenko era del tutto scontata, ma gli arresti di Kozulin (condannato a cinque anni e mezzo di carcere), di Milinkievich e di diversi suoi collaboratori, avvenuti dopo le elezioni, costituiscono una conferma evidente del clima di repressione che caratterizza il Paese.
Peraltro, mentre Milinkievich è stato rilasciato dopo 15 giorni, Kozulin è ancora in carcere. A dicembre aveva iniziato uno sciopero della fame, che ha provocato un rapido deterioramento delle sue condizioni di salute. Kozulin ha poi sospeso lo sciopero della fame a seguito dell'intervento dell'UE che, da un lato ha inviato all'interessato un messaggio privato invitandolo ad abbandonare questa forma di protesta, dall'altro ha esortato le autorità bielorusse a rilasciarlo e sottoporlo alle necessarie cure mediche.
L'Unione europea si è resa conto, fin dai primi anni, del rischio di una deriva autoritaria del regime di Lukashenko. Per questo, fin dal 1997 ha limitato i contatti bilaterali a livello governativo, riservandoli alla Presidenza e alla Trojka e sospeso la ratifica degli accordi di partenariato e commercio sottoscritti con Minsk, «congelando» i programmi di assistenza tecnica a carattere non umanitario.
Dalla «quarantena politica» si è passati, nello scorso aprile, alle sanzioni (divieto di concessione di visti e congelamento dei beni) nei confronti di 31 persone, compreso il Presidente Lukashenko, maggiormente coinvolte nelle repressioni che hanno preceduto, accompagnato e seguito le ultime elezioni presidenziali.
L'elenco delle persone colpite da tali sanzioni è stato ulteriormente ampliato, con l'aggiunta di quattro nominativi, dalla Decisione del 23 ottobre 2006 del Consiglio dell'Unione europea.
L'Italia ha condiviso appieno questa linea di fermezza ed ha contribuito fattivamente alla formazione del consenso necessario all'approvazione delle decisioni e delle iniziative adottate al riguardo in ambito comunitario.
La UE ha chiesto con insistenza alle Autorità bielorusse il rilascio del professor Kozulin e di tutti i prigionieri politici, fra l'altro con un comunicato stampa della Presidenza europea a Minsk emesso l'8


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dicembre 2006. Ed è anche a seguito di tali sforzi che il professor Kozulin ha deciso di sospendere lo sciopero della fame.
Il 18 e 19 dicembre scorso si è poi svolta una visita della Trojka europea nel Paese, nel corso della quale i rappresentanti dell'Unione hanno non solo rinnovare alle autorità di Minsk le richieste di miglioramento della situazione dei diritti umani ma hanno anche incontrato, inter alia, vari esponenti di ONG bielorusse, tra cui la moglie del professor Kozulin, che ha espresso apprezzamento e gratitudine per gli appelli compiuti dall'UE per la liberazione del marito.
Per quanto concerne le iniziative intraprese in sede ONU dall'Italia a tutela della situazione dei diritti umani in Bielorussia, vorrei ricordare che la Terza Commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato il 22 novembre 2006 una risoluzione sul tema (70 voti favorevoli, 31 contrari e 67 astensioni), presentata dagli Stati Uniti e co-sponsorizzata dall'Unione europea. La risoluzione è stata successivamente adottata, il 19 dicembre 2006, dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite con 72 voti favorevoli, 32 contrari e 69 astensioni.
Nella risoluzione si esprime, tra l'altro, profonda preoccupazione per lo stato di salute del professor Alexander Kozulin e si invitano le Autorità bielorusse al rilascio immediato dell'ex candidato presidenziale e degli altri prigionieri politici. Il testo ricorda inoltre alle autorità bielorusse gli obblighi internazionali assunti nel campo dei diritti umani, in modo particolare il rispetto della libertà di espressione ed opinione, riconosciuto dal Patto sui Diritti Civili e Politici (articolo 19) che la Bielorussia ha ratificato.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00593 Paoletti Tangheroni: Sullo sviluppo dell'armamento satellitare e violazione dei diritti umani in Cina.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

L'Italia sta valutando, assieme ai partner europei, le reazioni da dare alla notizia, ormai confermata ufficialmente da Pechino, dell'acquisita capacità balistica della Cina, che in virtù del test condotto lo scorso 11 gennaio è ormai in grado di raggiungere, colpire e distruggere satelliti in orbita con missili di media gittata.
La Presidenza tedesca ha avviato la concertazione tra gli Stati Membri per una Dichiarazione che sancisca in maniera inequivocabile la posizione dell'Unione su questi sviluppi.
Nella sua formulazione attuale, ancora in fase di affinamento, il testo della Dichiarazione esprime il timore che il test effettuato da Pechino costituisca un concreto passo verso una corsa agli armamenti nello spazio.
L'Unione europea reitera a tal proposito la sua posizione, in base alla quale l'esplorazione e l'uso dello spazio, inclusa la Luna e gli altri corpi celesti, deve mirare a fini pacifici ed essere eseguita per il solo beneficio ed interesse di tutti i paesi.
Nel testo, la UE ricorda inoltre il Trattato sullo Spazio Extratmosferico del 1967 (sottoscritto da 98 paesi tra cui la stessa Repubblica Popolare Cinese il 30 dicembre 1983) e rivolge un appello a tutti gli Stati perché rispettino gli impegni di esercitare le loro attività spaziali in accordo con il diritto internazionale e nell'interesse del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali. La Dichiarazione UE riafferma l'importanza e l'urgenza di prevenire una gara agli armamenti nello spazio ed è pronta a contribuire a tale obiettivo.
È intenzione del Governo italiano sostenere l'approvazione della predetta Dichiarazione dell'Unione europea nella consapevolezza che essa riflette anche la consolidata posizione italiana in tema di utilizzo dello spazio per fini militari.
In merito alla questione dell'embargo alla vendita di armi alla Repubblica Popolare Cinese deciso dall'Unione europea nel 1989 dopo i fatti di Tien An Men, la posizione del Governo italiano rimane quella più volte illustrata sia in Aula sia in Commissione: l'eventuale revoca dell'embargo non potrà che essere «decisione europea». Una volta che da parte cinese siano stati compiuti concreti progressi su questioni di particolare sensibilità per l'Unione europea quali i diritti umani, l'Italia sarà pronta a dare un contributo positivo ad una discussione in ambito UE che tragga le conseguenze delle mutate condizioni, anche in tale delicato settore, della sempre più avanzata e proficua partnership tra UE e Cina.


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ALLEGATO 3

Ratifica della Convenzione consolare Italia-Cuba (C. 1874 Governo).

EMENDAMENTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

ART. 3.

Al comma 1, sostituire le parole: a decorrere dall'anno 2006 con le seguenti: a decorrere dall'anno 2007.

Conseguentemente, al medesimo comma, sostituire le parole: 2006-2008 con le seguenti: 2007-2009 e sostituire le parole: per l'anno 2006 con le seguenti: per l'anno 2007.
3. 1.Il relatore.