VII Commissione - Giovedì 25 gennaio 2007


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ALLEGATO 1

8-00032 Ghizzoni ed altri: Iniziative a sostegno della «Giornata della memoria».

TESTO APPROVATO

La VII Commissione,
premesso che:
la legge n. 211 del 20 luglio 2000, «Istituzione del «Giorno della Memoria» in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti», prevede nel suo Articolo 1 che la Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, «Giorno della Memoria», al fine di ricordare la Shoah le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati;
considerato che:
con la Legge n. 91 del 17 aprile 2003, recentemente modificata dal comma 1144 della legge n. 296 del 27 dicembre 2006, è istituito a Ferrara il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, quale testimonianza delle vicende che hanno caratterizzato la bimillenaria presenza ebraica in Italia, comprese le persecuzioni razziali e le deportazioni del Secondo conflitto mondiale;
a Roma, in un terreno adiacente Villa Torlonia, sorgerà il Museo romano della Shoah, realizzato dall'Amministrazione in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma e l'Associazione Figli della Shoah e che il premio Nobel per la Pace, Elie Wiesel, ha accettato la presidenza onoraria della fondazione che sarà creata a New York con lo scopo di raccogliere fondi per il progetto scientifico del Museo;
a Milano sarà realizzato il Memoriale della Shoah, nella parte situata a livello strada della Stazione Centrale, dove gli ebrei, prelevati dal carcere di San Vittore, venivano caricati sui vagoni merci per essere poi avviati ai lager nazisti;
a queste iniziative recenti si affiancano altri musei dedicati alla memoria della deportazione, quali il Monumento nazionale della Risiera di San Saba in Trieste, monumento nazionale dal 1965, e il Museo Monumento al deportato politico e razziale di Carpi, istituito nel 1973;
nel nostro Paese vi sono anche altri luoghi di memoria, come l'ex campo di concentramento di Fossoli, presso Carpi, e il campo di Gries di Bolzano, anch'essi visitati ogni anno da migliaia di persone, in particolare studenti;
negli ultimi anni diverse Amministrazioni locali hanno realizzato «viaggi della memoria» presso i lager nazisti, affinché centinaia di giovani italiani potessero visitare i luoghi della deportazione e dello sterminio e si rendessero essi stessi testimoni dell'Olocausto;


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considerato inoltre che:
le «tesi negazioniste» continuano, in Europa e nel Mondo, a fare proseliti, come testimonia da ultimo la conferenza di Teheran del dicembre scorso, organizzata dal Governo iraniano, nella quale presunti «studiosi» si sono dati convegno per negare l'esistenza della Shoah nella Storia;
anche in Italia trova sostegno e radicamento il revisionismo storiografico, che tende a minimizzare le responsabilità politiche e storiche del Nazismo e del Fascismo per la persecuzione e lo sterminio di milioni di esseri umani, ebrei, omosessuali, zingari, testimoni di Geova e dissidenti politici;
se Nazismo e Fascismo poterono perpetrare un tale Sterminio fu anche per un endemico antisemitismo presente nell'Europa di quei decenni; l'antisemitismo ed il razzismo rappresentano ancora oggi, in Italia e in Europa, un fenomeno non marginale;
un possibile provvedimento legislativo che prevede il reato di negazione della Shoah - che ha sollevato in questi giorni un vivace dibattito pubblico, sollecitato dagli storici - dimostra purtroppo che nella nostra società non costituisce senso comune la condanna della violenza e del razzismo che portarono allo sterminio milioni di persone «diverse», per religione, orientamento sessuale, convincimento politico;
tra pochi anni non ci saranno più testimoni diretti dell'Olocausto e pertanto è indispensabile ed urgente che anche in Italia, sull'esempio delle riflessioni che si stanno compiendo in molti paesi europei (Francia, Germania, Olanda e Polonia), si approntino luoghi e strumenti in grado di tramandare la memoria dello sterminio alle nuove generazioni;

considerato infine che:
per dirla con le parole di Primo Levi, «È avvenuto, quindi può accadere di nuovo», e che le persecuzioni razziali e la pulizia etnica non sono incidenti della Storia definitivamente archiviati, ma costituiscono una realtà presente e diffusa nel mondo, come dimostrano - sebbene non siamo fenomeni storicamente assimilabili - non solo le tragedie recentissime del Rwanda, della Bosnia e del Kosovo, ma anche la rinascente ostilità, nel cuore d'Europa, nei confronti dei cittadini di origine ebraica e che nascono e si diffondono nuove forme di intolleranza razziale verso i Rom e i Sinti, e inedite azioni di esclusione nei confronti dei migranti e dello straniero in generale;

impegna il Governo

a sollecitare tutti i mezzi di informazione, dalla carta stampata alle trasmissioni radiofoniche e televisive, affinché intraprendano - e non solo in prossimità del Giorno della Memoria - campagne contro la falsificazione e la negazione di eventi ancora vicini a noi, ma il cui ricordo rischia di affievolirsi anno dopo anno, soprattutto in una società che quotidianamente si confronta con l'assuefazione alla degradazione dell'umano;
a sollecitare gli istituti scolastici nell'ambito delle loro autonomie ad affiancare alle tradizionali lezioni frontali ogni iniziativa che renda approfondito e critico lo studio della nostra storia recente, affinché la conoscenza degli eventi del Novecento sia in grado di fornire strumenti di analisi per comprendere il presente attraverso lo studio del passato;

a sostenere, anche finanziariamente, le realtà che sul territorio nazionale sono impegnate nella conservazione e nella trasmissione della memoria della deportazione dall'Italia, in quanto parte essenziale della storia patria e patrimonio della Nazione, che riconosce nella lotta contro il


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nazifascismo l'atto fondante della democrazia repubblicana;
in particolare, a sostenere gli istituti di ricerca, le associazioni culturali e gli organismi che svolgono attività educativa con gli scolari e gli studenti italiani sui temi della Shoah e della deportazione politico-razziale, nella consapevolezza che la nostra democrazia, per quanto solida e radicata, non è immune dai rischi di antisemitismo, razzismo e intolleranza e nella convinzione che tali approfondimenti siano utili alla costruzione di una coscienza civile rispettosa delle differenze, culturali e religiose.
(8-00032)
«Ghizzoni, Miglioli, Sasso, De Biasi, Costantini, Folena, Li Causi, Benzoni, Giulietti, Razzi, Froner, Tranfaglia, Guadagno detto Wladimir Luxuria, Fiano, Cinzia Maria Fontana».


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ALLEGATO 2

Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità degli atti di indagine. Nuovo testo base C. 1638 Governo.

PARERE APPROVATO

La VII Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il testo base C. 1638 come risultante dagli emendamenti approvati;
ritenuto, in particolare, che l'articolo 1, comma 1, reca modifiche all'articolo 114 del codice di procedura penale, sostituendo il comma 2 e prevedendo l'inserimento di un nuovo comma 2-bis, i quali appaiono penalizzare l'esercizio del diritto di cronaca, visto che ampliano il divieto di pubblicazione di atti anche se i medesimi non sono più coperti dal segreto istruttorio;
considerato, inoltre, che il medesimo articolo 1, comma 1, lettera b) inserisce il comma 2-ter all'articolo 114, del Codice di procedura penale, prevedendo che è vietata la pubblicazione, anche parziale, per riassunto o nel contenuto, dei provvedimenti emessi in materia di misure cautelari, ma dei medesimi provvedimenti è tuttavia consentita la pubblicazione nel contenuto dopo che la persona sottoposta ad indagini ovvero il suo difensore ne abbiano avuto conoscenza;
considerato, altresì che l'articolo 13, comma 1, lettera a) introduce l'articolo 164-bis, in materia di illeciti per finalità giornalistiche, al codice sulla materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, prevedendo che in caso di diffusione o comunicazione di dati per le finalità di cui all'articolo 136 del medesimo codice, effettuati in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 11 e 137 ovvero del codice di deontologia adottato ai sensi dell'articolo 139, comma 1, è applicata anche la sanzione amministrativa della pubblicazione, in uno o più giornali, dell'ordinanza che accerta l'illecito, con una norma che appare eccessivamente penalizzante per il settore degli editori e dei giornalisti, in quanto volta in definitiva a limitare il diritto di informazione con la previsione di una sanzione accessoria che non sembra ispirata al principio di proporzionalità dell'illecito;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) appare necessario, a tutela del diritto di cronaca, coordinare la previsione di cui all'articolo 1, comma 1, lettere a) e b), con quella di cui alla lettera c), al fine di consentire la pubblicazione di atti che non sono più coperti dal segreto anche nelle fasi delle indagini preliminari;
2) appare, altresì, necessario riformulare l'articolo 13, comma 1, lettera a) che introduce l'articolo 164-bis in materia di illeciti per finalità giornalistiche al codice in materia di protezione dei dati personali, nel senso di non prevedere la sanzione accessoria della pubblicazione dell'ordinanza che accerta l'illecito.


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ALLEGATO 3

5-00398 Mario Ricci: Salvaguardia e valorizzazione dei resti archeologici del centro storico di Fiesole.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'area Garibaldi, di proprietà comunale, è identificata nel catasto del Comune di Fiesole al foglio 24, particella 212 e particella 213.
La porzione di area corrispondente alla particella 212 è quella principalmente interessata dai rinvenimenti archeologici cui si fa riferimento nell'interrogazione parlamentare (resti di edificio di periodo romano, tombe longobarde con corredi).
Su questa zona sono stati condotti, fin dal 1986, dalla competente Soprintendenza, scavi archeologici, poi ripresi negli anni 2003 - 2006, che hanno portato alla luce i resti di un edificio utilizzato tra il I ed il V - VI secolo d.C. e alcune tombe di epoca longobarda i cui corredi sono stati temporaneamente esposti presso il Museo Civico di Fiesole.
L'area sopra descritta è stata oggetto di diversi provvedimenti di tutela:
declaratoria del 4 dicembre 2001 del Soprintendente per i beni archeologici della Toscana di importante interesse archeologico nell'area urbana di Fiesole ai sensi del Decreto legislativo 490/99;
declaratoria del 31 marzo 2003 del Soprintendente regionale per i beni e le attività culturali della regione Toscana di importante interesse archeologico dei resti antichi insistenti sull'area ai sensi del decreto legislativo 490/99, finalizzata all'immissione a demanio dei resti archeologici rinvenuti durante lo scavo di proprietà dello Stato ai sensi dell'articolo 88 del Decreto legislativo 490/99 (ora articolo 91 del Decreto legislativo 42/04);
decreto del 6 dicembre 2006 del Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana di importante interesse archeologico dell'area ai sensi dell'articolo 10, comma 1, del Decreto legislativo 42/04.

Per quanto agli atti della competente Direzione regionale la citata: particella 212 non risulta né oggetto di alienazione da parte del Comune di Fiesole, né interessata da future edificazioni, in quanto destinata a verde pubblico.
La sistemazione definitiva dell'area archeologica sarà concordata fra il Comune di Fiesole e la Soprintendenza per i beni archeologici in modo da contemperare le esigenze scientifiche di tutela con quelle dell'accessibilità e fruizione dell'area a verde.
Diversa è la situazione riguardante la particella 213, interessata dagli interventi di edificazione previsti dall'amministrazione comunale cui fa riferimento l'interrogazione parlamentare.
L'area è già stata oggetto di saggi, effettuati dalla Soprintendenza nel corso dell'anno 2002, che non hanno evidenziato alcuna struttura di interesse archeologico. Per tali motivi fu disposto di estrapolarla dalla declaratoria di importante interesse archeologico, adottata nel 2001.
L'intera Area Garibaldi è stata comunque sottoposta, con provvedimento del 9 febbraio 2004 del Soprintendente regionale per i beni e le attività culturali della Toscana, a prescrizioni di tutela indiretta al fine di garantire il decoro dell'ambiente circostante, vale a dire l'area archeologica insistente sulla particella 212 ed i limitrofi


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edifici di Palazzo Pretorio e della Chiesa di S. Maria a Primerara, anch'essi confinanti con l'area Garibaldi.
Nel gennaio 2005, la società Menarini, interessata all'acquisto della particella 213, ha fatto eseguire a proprie spese una seconda serie di saggi più capillari su tale area, sempre secondo le indicazioni e sotto la direzione scientifica della Soprintendenza. Tali esami hanno fatto emergere solo alcuni resti, non databili e pesantemente rimaneggiati in età moderna, che comunque non avevano alcun collegamento con quelli venuti alla luce nella contigua area archeologica.
Tali risultanze sono state tuttavia prese in considerazione nelle prescrizioni impartite dalla Soprintendenza in merito al progetto di risistemazione complessiva dell'Area Garibaldi, specificando che tali resti, in quanto archeologici, sono inalienabili e sono destinati a rimanere in vista ed accessibili al pubblico all'interno di un eventuale edificio.
Con specifico riferimento al progetto di risistemazione complessiva dell'Area Garibaldi, la Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio di Firenze e la Soprintendenza per i beni archeologici di Firenze hanno già rilasciato, ciascuna per le proprie competenze, parere in merito alla compatibilità del progetto presentato con le prescrizioni di tutela indiretta, riservandosi di apportare tutte le modifiche che a tale fine si dovessero rendere necessarie.


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ALLEGATO 4

5-00414 Fava: Salvaguardia del patrimonio artistico di Sabbioneta (Mantova).

TESTO DELLA RISPOSTA

Nel novembre 2006 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia ha rappresentato al Comune di Sabbioneta alcune situazioni critiche emerse in ordine alla tutela del sito di cui è stata chiesta la candidatura nella Lista de Patrimonio Mondiale UNESCO.
In particolare è stato segnalato il progetto di ampliamento dell'insediamento produttivo per la lavorazione del legno, situato proprio a ridosso delle mura all'interno del perimetro della ipotizzata-zona tampone (buffer zone) del sito, UNESCO, in un'area allo stato attuale inedificabile (zona B3/R2) ma di cui è previsto il cambio di destinazione creando una nuova area urbanizzata di completamento produttivo artigianale, industriale o commerciale (zona B3).
Nel corso dei sopralluoghi effettuati dai rappresentanti dell'amministrazione e dell'Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, è emerso che sarebbe opportuno, pur tenendo conto delle esigenze produttive della Panguaneta SpA, limitare un eventuale ampliamento dell'impianto sui lotti di terreno già interessati dalla costruzione o su quelli immediatamente adiacenti.
All'amministrazione comunale è stato dunque, richiesto di riferire quali azioni intende intraprendere per garantire un livello adeguato di protezione e salvaguardia del sito, considerato che l'area non è sottoposta a tutela paesaggistica.
Il Sindaco di Sabbioneta ha fatto presente che con la delibera della Giunta di approvazione del perimetro del sito e della relativa zona tampone, l'amministrazione si è impegnata a garantire la conservazione e la valorizzazione del sito e a richiedere per gli insediamenti produttivi la valutazione di impatto ambientale, la quale, peraltro, non risulta ancora attivata per il caso in questione.
Il 4 dicembre 2006 è stata sottoscritta l'intesa tra il Ministero per i beni e le attività culturali, la Regione Lombardia e i Comuni di Mantova e di Sabbioneta per la definizione delle metodologie di redazione e per l'attuazione del piano di gestione del futuro sito UNESCO.
All'articolo 2 del Protocollo di Intesa è indicata tra le prime iniziative d'attuazione dell'intesa stessa, «l'opportunità di individuare e adottare soluzioni condivise relativamente alla sistemazione dell'area delle mura di Sabbioneta costituendo un gruppo di lavoro ad hoc con compiti consultivi di cui farà parte anche il Ministero per i beni e le attività culturali. A tal fine il Ministero per i beni e le attività culturali si rende disponibile a fornire ogni utile collaborazione».
All'articolo 7 del Protocollo di Intesa si prevede inoltre, «la costituzione all'interno delle due Amministrazioni Comunali, di una struttura tecnica dedicata alle questioni concernenti lo status di sito UNESCO, alla salvaguardia dei valori del


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sito e alla protezione dei beni che lo compongono».
La Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia intende procedere, con la competente Soprintendenza, alla revisione dei vincoli, sia diretti che indiretti, sulle mura.
Nelle more della conclusione delle procedure di candidatura e di redazione del piano di gestione del sito, la stessa Direzione regionale sta attivando un'intesa con l'amministrazione comunale che prevede l'individuazione degli interventi edilizi sul sito e sulla zona tampone (buffer zone), in modo da poter effettuare il controllo e autorizzare eventuali interventi di trasformazione del territorio e di nuova edificazione.


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ALLEGATO 5

5-00485 Garagnani: Impossibilità del Vescovo di Padova di portare il proprio saluto agli alunni della scuola S. Domenico Savio di Vigodarzere (Padova).

TESTO DELLA RISPOSTA

In primo luogo, vorrei precisare che si sono regolarmente svolte nelle istituzioni scolastiche del territorio di Vigodarzere le visite pastorali programmate dal Vescovo di Padova; sono stati chiariti, con piena soddisfazione delle parti, curia e istituzioni scolastiche, alcuni aspetti che avevano dato luogo a fraintendimenti in merito alla programmazione delle suddette visite e la situazione attuale è rientrata nella piena normalità.
In particolare, la cerimonia di inaugurazione dei nuovo edificio scolastico destinato alla scuola primaria di Terraglione - che fa parte dell'istituto comprensivo di Vigodarzere - si è svolta, in un clima di festa, con la presenza dei Vescovo di Padova e delle autorità locali e nel corso della cerimonia mons. Mattiazzo ha benedetto i nuovi locali della scuola primaria.
Erano presenti tutti gli alunni della scuola primaria di Terraglione, regolarmente accompagnati dai loro insegnanti.
La scuola così ha saputo recuperare la fiducia e la sintonia con le famiglie e le istituzioni locali.
Com'è noto, sulla vicenda è intervenuto personalmente e pubblicamente il Dirigente generale dell'Ufficio scolastico regionale per il Veneto con un comunicato stampa dei 13 novembre 2006 con il quale il medesimo dirigente, unitamente al dirigente scolastico dell'Istituto, ha rivolto l'invito a mons. Mattiazzo ad essere presente alla cerimonia di inaugurazione della scuola e a svolgere con la massima libertà e serenità la sua missione pastorale che fa parte della storia e della coscienza della comunità padovana e di tutta la gente veneta.
Ciò riguardo al caso al quale fa riferimento l'Onorevole interrogante.
Quanto agli interventi richiesti dall'Onorevole interrogante affinché il dialogo e il confronto con culture diverse dalla nostra «non possano prescindere dal doveroso riconoscimento a tutti gli effetti dall'essenzialità della tradizione culturale», vorrei ricordare che più volte il Ministro ha affermato che in una società sempre più multietnica la formazione dei giovani deve essere finalizzata a facilitare il rapporto e lo scambio con le altre culture e le altre identità senza rinunciare alla nostra identità, alla nostra cultura, ai nostri valori e quindi senza oscurare o abbandonare tutte quelle. tradizioni che appartengono al nostro Paese. Ed è proprio nel segno del rispetto delle nostre tradizioni che, in occasione delle festività natalizie, presso il Ministero è stata ospitata una mostra di presepi, realizzati da alcuni istituti d'arte, aperta a docenti e studenti, che è stata inaugurata con l'esecuzione di canti e coreografie sui tema del Natale.
Per costruire una società che sia nel contempo plurale e coesa, tolleranza e conoscenza reciproca sono condizioni necessarie ma non sufficienti; occorre anche la disponibilità ad accettarsi reciprocamente e, ancor di più, riconoscersi in un minimo comune denominatore di valori condivisi che non solo creano dialogo, ma abbattono paura e diffidenza.
È grande responsabilità del sistema educativo favorire la transizione ad una società sempre più umanizzata ed aperta, ed indubbiamente in tale contesto gli insegnanti


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svolgono un ruolo centrale nel favorire, attraverso la didattica, il dialogo e la formazione interculturale.
In questa ottica, come già previsto nella direttiva sull'azione amministrativa del 2006, le iniziative di qualificazione e di formazione del personale della scuola saranno intensificate ed estese e supporteranno il sistema educativo anche nel raggiungimento di questo obiettivo.
Vorrei inoltre far presente che lo scorso 11 dicembre, presso il Ministero, si è insediato il Comitato scientifico per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale; subito dopo l'insediamento del Comitato, come primo atto concreto nell'ambito dei percorsi volti ad aiutare il dialogo nelle scuole tra culture e religioni diverse, è stato presentato il progetto educativo «Bibbia Educational»; l'obiettivo è quello di fornire agli insegnanti e agli studenti uno strumento moderno ed interattivo che permetta di creare percorsi didattici interreligiosi e multidisciplinari tra le religioni Cristiana, Ebraica e Islamica.


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ALLEGATO 6

5-00534 Francescato: Salvaguardia del patrimonio artistico delle città di Caltagirone, Ragusa, Noto e Modica, a difesa dalle trivellazioni per l'estrazione di idrocarburi.

TESTO DELLA RISPOSTA

La perimetrazione del sito UNESCO «Le città Tardo barocche della Val di Noto» copre solamente una parto dei centri storici dei Comuni di Noto, Caltagirone, Ragusa, Catania, SCICLI Militello, Modica, Palazzolo Acreide, e, in alcuni casi riguarda singoli monumenti, in quanto la candidatura è legata in special modo ai valori del tardo barocco siciliano.
La stessa zona di protezione (buffer zone) è molto limitata nella estensione e, solo raramente raggiunge il perimetro dei centri urbani.
Le ricerche, pertanto, proprio perché necessariamente esterne ai centri abitati, non possono intervenire direttamente nelle aree iscritte nella Lista del patrimonio Mondiale.
Tuttavia tutte le azioni che possano influenzare negativamente i valori del sito riconosciuti dall'UNESCO devono essere evitate al fine di non incorrere nelle azioni amministrative previste dal documento di attuazione della Convenzione sulla protezione del patrimonio naturale e culturale Mondiale.
La Convenzione, infatti, prevede che debba essere data notizia al Centro del Patrimonio Mondiale dei cambiamenti sostanziali che intervengano dopo l'iscrizione all'interno delle aree iscritte o che minaccino i valori universali che il sito rappresenta.
Questo Ministero, già dallo scorso mese di settembre, ha chiesto notizie al riguardo all'Assessorato dei beni culturali e della pubblica istruzione della Regione siciliana che, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637, esercita le competenze statali in materia di tutela del paesaggio e di antichità e belle arti nel territorio della Regione.
La Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Siracusa, Ufficio della Regione Siciliana, nel novembre 2006, ha comunicato che nessun progetto di trivellazione è stato presentato, per eventuali autorizzazioni, nel territorio di Siracusa.
Inoltre la Soprintendenza ha precisato che non risultano previste operazioni nelle cosiddette «Core Zone» e «Buffer Zone» dei siti UNESCO ed ha assicurato che, nel caso venissero interessate dalle trivellazioni zone di interesse culturale e paesaggistico, porrà in essere tutto quanto previsto dalla normativa di settore al fine di tutelare il territorio di competenza impedendo che vengano compromesse le valenze culturali e paesaggistiche.
Le problematiche riguardanti lo sviluppo territoriale sono già oggetto di particolare attenzione da parte delle amministrazioni locali coinvolte.
La Soprintendenza ha dichiarato altresì che non è a rischio, a nessun titolo e in nessun caso, l'iscrizione dei siti UNESCO ed ha garantito che vigilerà affinché il


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Piano di Gestione, legato alla conservazione dei valori di tali siti, sia attuato secondo i parametri previsti.
La legge 20 febbraio 2006, n. 77, recante Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale, posti sotto la tutela UNESCO, obbliga infatti tutti i siti iscritti alla redazione dei Piani di gestione.
Si segnala inoltre che il Ministero dell'economia e delle finanze non ha ancora provveduto all'assegnazione dei fondi previsti per l'anno 2006.


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ALLEGATO 7

5-00547 Villari: Affidamento in concessione di alcuni siti archeologici della Campania alla società SCABEC.

TESTO DELLA RISPOSTA

Sulla base delle erronee notizie di stampa, cui l'Onorevole Interrogante si riferisce, si è fondata convinzione che il Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania ha autonomamente «affidato in concessione alcuni siti archeologici e altri beni culturali di proprietà statale ad una società mista per la loro gestione denominata SCABEC».
Il Direttore regionale ha chiarito l'equivoco scrivendo a tutte le Soprintendenze campane e ne ha dato comunicazione alle Organizzazioni sindacali.
Ancora una volta, quindi, si chiarisce che la convenzione non è stata stipulata.
Uno schema di convenzione tra il Ministero e la Regione Campania è attualmente all'esame del Ministero e l'istruttoria e l'approfondimento degli aspetti giuridico-formali sono ancora in corso.
Più che l'aspetto squisitamente di opportunità politica, si sta valutando l'intento di favorire l'integrazione dei lavoratori precari che operano nel delicato settore della valorizzazione dei beni culturali.
Si stanno tuttavia valutando a livello tecnico le relative implicazioni giuridiche, con particolare riferimento al rispetto della disciplina sulla concorrenza in materia di affidamento di servizi.