I Commissione - Giovedì 8 febbraio 2007


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ALLEGATO 1

5-00690 Boscetto ed altri: Sul ritrovamento di schede elettorali in una discarica abusiva di Dalmine.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

I fatti cui si riferisce l'interrogazione riguardano un'operazione condotta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Bergamo congiuntamente con il Nucleo Operativo Ecologico di Brescia, che il 23 gennaio scorso hanno sottoposto a sequestro a Dalmine un'area destinata alla raccolta non autorizzata di rifiuti di proprietà di una ditta individuale operante nel settore del trasporto di rifiuti speciali.
All'interno del sito, oltre a materiale di vario tipo, peraltro raccolto e depositato senza le prescritte autorizzazioni, sono stati rinvenuti, in un cassonetto metallico di circa 16 mc, i plichi delle schede elettorali valide votate in occasione delle consultazioni amministrative della primavera del 2004, che, nella provincia di Bergamo, hanno interessato il rinnovo degli organi elettivi dell'amministrazione provinciale e di 189 comuni, compreso il capoluogo.
Non è stato possibile procedere al conteggio delle schede a causa del deterioramento delle stesse causato dagli agenti atmosferici.
Preciso comunque che non è stata ritrovata alcuna scheda relativa alle ultime elezioni politiche o ad altre consultazioni elettorali per le quali fosse ancora vigente l'obbligo della conservazione.
Come prevede la legge, le schede effettivamente utilizzate nell'occasione, e cioè quelle votate, sono state prese in consegna dalla Prefettura di Bergamo al termine delle operazioni di voto relative alle consultazioni amministrative.
Com'è noto infatti le schede non utilizzate al seggio sono distrutte, e cura del Comune, subito dopo la chiusura della votazione.
A tal riguardo, specifico che il numero dei votanti a quelle elezioni amministrative - che interessavano il rinnovo degli organi elettivi della Provincia e di 189 Comuni, capoluogo incluso - è stato, complessivamente, di 1.426.996.
E cioè: 950.414 votanti al primo turno, svoltosi il 12 e 13 giugno 2004, dei quali 481.857 per le provinciali e 468.557 per le comunali; 476.582 votanti al turno di ballottaggio, svoltosi il 26 e 27 giugno 2004 e resosi necessario per l'elezione del Presidente della Provincia e dei Sindaci di cinque comuni, tra i quali quello di Bergamo.
La Questura presso cui le schede erano state custodite per oltre due anni nell'apposito magazzino, ubicato presso lo stesso edificio, nelle scorse settimane, ha segnalato alla Prefettura la necessità di disporre degli spazi ove erano depositate le stesse. In considerazione del fatto che erano da tempo definiti tutti i procedimenti relativi ai ricorsi proposti avverso le operazioni elettorali delle consultazioni, l'Ufficio elettorale della Prefettura ha preso atto che non sussisteva più alcun interesse alla conservazione del materiale, che si riferiva, come già detto, a procedure elettorali ormai concluse e definite sotto ogni aspetto, compreso quello giurisdizionale.
Si è pertanto deciso di avviare al macero le schede; ciò in conformità con le disposizioni recate dal «Massimario per lo scarto degli atti elettorali» approvato dal Ministro dell'interno pro tempore il 20 febbraio 1984 e tuttora vigente.
Preciso che tale massimario, prevede espressamente, per gli atti delle elezioni comunali, provinciali e circoscrizionali,


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che le schede valide, una volta definiti gli eventuali ricorsi, vengano assoggettate a procedura di scarto.
D'intesa con la Prefettura, la Questura ha quindi consegnato le schede scartate alla ditta incaricata del trasporto, dando disposizioni per il loro immediato smaltimento. Evidentemente, però, la ditta non ha provveduto a conferire al macero con la dovuta immediatezza tale materiale, che, come detto, è stato rinvenuto nell'area ora sotto sequestro di proprietà dello stesso imprenditore.
Ricordo infine che sui fatti è pendente procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Bergamo e sono tuttora in corso indagini da parte dell'Arma dei carabinieri d'intesa con quella Procura.


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ALLEGATO 2

5-00691 Cota: Sulla competenza della polizia municipale in materia di restrizione della libertà personale.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Come l'interrogante ben sa, non spetta al Governo entrare nel merito di decisioni assunte dall'autorità giudiziaria né tantomeno esprimere valutazioni, motivo per il quale la mia risposta si limiterà a ricostruire i fatti così come accertati dal Prefetto di Genova.
Il 6 dicembre 2006, alcuni agenti della Polizia municipale dei Comune di Santa Margherita Ligure procedevano al controllo del cittadino egiziano Abou Ellez Salah, il quale, nella Piazza Caprera del medesimo Comune, in evidente stato di ubriachezza, disturbava i passanti.
A seguito degli accertamenti svolti emergeva che il Salah, privo di documenti di identità e di permesso di soggiorno, era destinatario di un ordine di allontanamento dal territorio nazionale, adottato dal Questore di Genova il 9 novembre 2006.
Per tali ragioni, gli agenti della Polizia Municipale procedevano all'arresto dell'immigrato clandestino, ai sensi dall'articolo 14, comma 5-ter, del decreto legislativo n. 286 del 1998 e dall'articolo 495 del codice penale.
Il successivo 7 dicembre, in sede di udienza di giudizio direttissimo, il Procuratore della Repubblica di Chiavari con decreto n. 2164/06 RGNR, non convalidava l'arresto sulla base delle motivazioni che leggo integralmente «visti gli atti dell'arresto in flagranza operato in data 6 dicembre 2006 dai Vigili Urbani di Santa Margherita Ligure nei confronti di Abou Ellez Salah, nato in Egitto il 15 ottobre 1949 domiciliato presso la Parrocchia di San Siro, in ordine ai reati di cui agli articoli 14, comma ter, decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e 495 del codice penale, accertati in pari data dagli stessi Vigili Urbani; preso atto che il reato di cui all'articolo 495 del codice penale, quoad poenam e in relazione al titolo non consente la misura precautelare dell'arresto; preso atto che ai sensi dell'articolo 57, terzo comma del codice di procedura penale i Vigili Urbani sono Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria nei limiti del servizio cui sono destinati e secondo le rispettive attribuzioni, tra le quali non rientrano quelle di operare in relazione alla tutela dell'Ordine Pubblico sottesa al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, rilevato che nella specie non ricorrono neppure i presupposti per l'arresto in flagranza da parte di privati di cui al combinato disposto dagli articoli 380 e 383 del codice di procedura penale non convalida l'arresto operato e dispone l'immediato scarcerazione dell'indagato Abou Ellez Salah».
Nel ribadire il rispetto per le decisioni assunte dal Magistrato, desidero precisare che, com'è noto, la legge 12 novembre 2004, n. 271, che fra l'altro ha modificato l'articolo 14 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, ha confermato l'arresto obbligatorio dello straniero che, senza giustificato motivo, si trattiene nel territorio dello Stato in violazione dell'ordine impartito dal Questore, ai sensi del comma 5-bis dello stesso articolo e che la Procura della Repubblica di Roma, nell'illustrare alle Forze dell'Ordine le linee di indirizzo relativamente alla problematica dell'arresto obbligatorio di persone extracomunitarie colpite dal decreto di espulsione dal territorio nazionale emesso dal Questore, a cui non hanno ottemperato nel termine previsto dalla legge, ha ritenuto opportuno inviare la circolare anche al Capo della Polizia Municipale di Roma.


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ALLEGATO 3

5-00688 Dato ed altri: Sul riconoscimento della professionalità dei funzionari di Polizia.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Innanzitutto non posso non condividere le considerazioni degli interroganti sul ruolo fondamentale delle forze di polizia a garanzia della sicurezza e della qualità di vita dei cittadini, così come concordo con l'apprezzamento rivolto ai funzionari della Polizia di Stato dei quali, in questi mesi d'impegno di Governo, ho potuto conoscere ancor più direttamente la professionalità, lo spirito di servizio e la capacità operativa.
L'avviso a pagamento fatto pubblicare sulle principali testate nazionali dall'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia il 4 dicembre 2006 muoveva alcuni rilevi critici sul disegno di legge finanziaria 2007 (allora non ancora divenuto legge) con particolare riguardo all'organizzazione della pubblica sicurezza.
Alcune delle problematiche evidenziate dall'Associazione hanno trovato riscontri nel testo definitivamente approvato della finanziaria in cui, come noto, sono state stanziate le somme per il rinnovo contrattuale del personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia.
Il rinnovo del contratto riguarderà tanto la parte economica che quella normativa, e quindi quella sarà la sede dove potranno essere opportunamente valutate le istanze del personale interessato e le esigenze dell'Amministrazione al fine di trovare un punto di equilibrio e di incontro che possa garantire, comunque, dei benefici sulla qualità ed efficacia dei servizi resi.
Quanto all'impatto sull'organizzazione di pubblica sicurezza di alcuni provvedimenti contenuti nella finanziaria 2007, le preoccupazioni espresse dall'Associazione dei funzionari di polizia trovano risposta in un indirizzo di carattere generale, che mira al conseguimento di economie gestionali attraverso un più oculato ed intelligente impiego delle risorse disponibili ma senza arrecare alcun pregiudizio alla efficienza di funzionamento dell'amministrazione.
È ben vero, ad esempio, che la finanziaria contiene anche provvedimenti che incidono in maniera significativa sull'organizzazione dell'amministrazione della Polizia di Stato, ad esempio la soppressione delle direzioni interregionali della Polizia di Stato e la razionalizzazione del complesso delle strutture preposte alla formazione ed all'aggiornamento dei personale di polizia; ma la stessa legge, al comma 549, ha chiaramente enunciato l'obiettivo di conseguire il più razionale impiego delle risorse umane, logistiche e tecnologiche e dei mezzi delle forze di polizia attraverso la riarticolazione e ridislocazione dei presidi territoriali della Forze di polizia.
Quanto all'aspetto, menzionato nel documento dell'Associazione funzionari, relativo alla valorizzazione e accrescimento delle professionalità interne, osservo che si tratta di profili che trovano già riconoscimento nell'ambito dell'ordinamento del personale della Polizia di Stato. Ciò accade sia attraverso sistemi di progressione interna nei ruoli (concorsi interni), diretti a favorire la crescita professionale del personale in possesso dei requisiti richiesti, sia mediante un'intensa attività formativa, di addestramento e di aggiornamento, programmata in relazione alle esigenze avvertite nei singoli settori.


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In merito alla mancanza di incentivi al conseguimento di risparmi di gestione, lamentata dall'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, anche con riferimento all'impossibilità di utilizzare le risorse sequestrate alla criminalità organizzata per le esigenze connesse alle attività di prevenzione e contrasto, devo rilevare che anche questa richiesta ha trovato accoglimento nella finanziaria.
In particolare, l'articolo 1, comma 437 della legge ha riconosciuto la possibilità di impiego per tutti i compiti di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria dei mezzi, immobili ed altri beni sequestrati o confiscati ed affidati in uso alle forze di polizia; una più ampia facoltà di impiego, questa, che corrisponde sempre alla finalità di una migliore utilizzazione delle risorse disponibili per un incremento dell'efficienza ed efficacia di esercizio delle funzioni di polizia senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.
Riguardo, infine, alla questione del riconoscimento ai funzionari di polizia del ruolo di qualificata forza dirigenziale della Polizia di Stato, si tratta di un argomento che non può che essere affrontato nel contesto di un'iniziativa legislativa di riordino delle carriere del personale delle Forze di polizia.
Già nel corso della passata legislatura erano state presentate delle proposte di legge delega al Governo che non sono giunte a perfezionamento. Tali proposte, tra l'altro, contenevano specifiche previsioni per il riordino della dirigenza dei personale delle Forze di polizia, da realizzarsi anche attraverso l'unificazione in essa del personale dei ruoli direttivi del personale della Polizia di Stato.
Analoga iniziativa legislativa, come noto, risulta essere attualmente all'esame dei competenti organi parlamentari ed in quella sede, sulla base dell'esito della discussione sui progetti, il Governo potrà più compiutamente esprimere il suo punto di vista tenendo conto sia degli obiettivi di valorizzazione delle professionalità che dei vincoli di spesa.
La tematica del riordino delle carriere risulta anche all'attenzione del Nucleo di supporto tecnico per il «Comparto Difesa e Sicurezza» istituito presso il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri.


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ALLEGATO 4

5-00692 Bocchino ed altri: Investimenti a favore delle forze dell'ordine.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Uno degli obiettivi perseguiti dalla legge finanziaria, pur nel contesto di interventi che debbono tenere conto delle esigenze di economia di spesa, è quello di conseguire il più razionale impiego delle risorse umane, logistiche e tecnologiche e dei mezzi delle forze di polizia nell'espletamento dei compiti di ordine e sicurezza pubblica attraverso appositi piani interforze di riarticolazione e ridislocazione dei presidi territoriali delle Forze di polizia.
Proprio in questa prospettiva è stato istituito presso il Ministero dell'interno un fondo in conto capitale con una dotazione di 100 milioni di euro da ripartire per le esigenze infrastrutturali e di investimento.
Ricordo, inoltre, che la stessa legge finanziaria, all'articolo 1 comma 549, ha previsto appositi fondi per il rinnovo contrattuale del personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia stanziando 304 milioni di euro per il 2007 e 805 milioni di euro per il 2008. A questi fondi, ed esclusivamente per le forze di polizia, si devono aggiungere 40 milioni di euro per il 2007 e 80 milioni per il 2008 da destinare al trattamento accessorio del personale impiegato in servizi speciali.
Il Ministero dell'interno, inoltre, ha fortemente voluto la reintroduzione, operata con il comma 555 della stessa finanziaria, del rimborso per le spese sanitarie sostenute dagli appartenenti a forze di polizia, forze armate e vigili del fuoco per le lesioni o ferite riportate nello svolgimento delle attività istituzionali, operative ed addestrative, riconosciute dipendenti da cause di servizio.
Aggiungo che le disposizioni della legge finanziaria volte alla razionalizzazione di strutture di supporto dell'Amministrazione della pubblica sicurezza non rispondono solo ad evidenti finalità di contenimento della spesa, ad esempio quella immobiliare (locazioni, manutenzioni e canoni di servizio); esse tendono anche all'ottimizzazione dell'impiego del personale delle Forze di polizia nei compiti di controllo del territorio e di prevenzione e di contrasto alla criminalità. Ciò anche in coerenza con i recenti interventi legislativi, e mi riferisco ad esempio ad alcune norme del decreto antiterrorismo n. 144/2005, volti ad alleggerire tale personale da compiti che non richiedano necessariamente l'esercizio di pubbliche potestà o l'impiego di appartenenti alle Forze di polizia.
Da quanto detto appare evidente come il tema della disponibilità di risorse da destinare alla sicurezza è stato tenuto ben presente nella fase di redazione della legge finanziaria; tanto che, durante l'iter di approvazione degli strumenti di bilancio, è stato fatto ogni possibile sforzo per garantire fondi sufficienti alle esigenze delle forze di polizia e per limitare al massimo l'impatto dei provvedimenti resisi necessari per il perseguimento degli obiettivi di governo in materia di risanamento e contenimento della spesa.
La finanziaria approvata è il risultato di questi sforzi e di un equilibrato contemperamento fra le diverse e pur rilevanti esigenze dei vari comparti in cui si articola la spesa pubblica. Le previsioni in essa contenute sono, quindi, da considerare un dato acquisito dal quale partire, per gestire nel modo più oculato e razionale possibile le risorse disponibili, ovviamente tenendo sempre conto delle esigenze


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primarie della collettività, fra le quali certamente vi è anche la sicurezza.
Un rilievo fondamentale, in tal senso, viene assegnato alla realizzazione di provvedimenti di razionalizzazione, modernizzazione e coordinamento in grado di consentire il raggiungimento delle necessarie economie di gestione senza incidere sull'efficienza ed efficacia dei servizi. Ciò sarà possibile anche attraverso un più ampio ricorso alle tecnologie, la riduzione delle spese non strettamente necessarie al perseguimento degli obiettivi primari, l'estensione e valorizzazione degli strumenti della polizia di prossimità, la definizione di intese e accordi in sede locale che consentano di mobilitare in modo integrato le risorse disponibili sul territorio e di finalizzarle al raggiungimento di obiettivi specifici.
Si tratta di un modello che il Governo sta già applicando per alcune delle grandi emergenze criminali, dalla Calabria fino a Napoli, e sul quale si ripone massima fiducia al fine di consentire il mantenimento, e dove necessario l'innalzamento, dei livelli di sicurezza della collettività pur nel doveroso rispetto dei limiti posti alla spesa pubblica.
Anche i provvedimenti da ultimo stabiliti dal Governo in materia di sicurezza negli stadi, del resto, mirano non solo a garantire la sicurezza e l'incolumità degli operatori di polizia e degli spettatori, ma anche, in ultima analisi, a ricondurre a sostenibilità e ragionevolezza l'impegno delle forze dell'ordine, recuperando risorse umane e finanziarie che potranno essere più utilmente destinate a fini d'interesse generale.
Ribadisco, infine, che il Governo è impegnato a garantire la sicurezza dei cittadini e delle stesse forze di polizia e delle previsioni della legge finanziaria non potranno, in alcun modo, tradursi in un indebolimento della capacità operativa degli apparati o nell'esposizione a rischi inaccettabili per la collettività e per gli stessi agenti della sicurezza.


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ALLEGATO 5

5-00689 Adenti: Soppressione del presidio di Polizia ferroviaria della stazione di Mortara.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Le considerazioni che ho svolto nelle risposte fornite all'onorevole Bocchino e all'onorevole Dato, in materia di distribuzione e utilizzo delle risorse previste dall'attuale legge finanziaria, in particolare dall'articolo 1, comma 431, valgono ovviamente anche per la razionalizzazione dei presidi di polizia.
Devo tuttavia precisare che la soppressione del Posto Polfer di Mortara è solo un'ipotesi inserita nel piano di rimodulazione, su scala nazionale, degli Uffici della Polizia Ferroviaria. Tale piano, in fase di definizione, prevede la chiusura di 24 uffici della specialità - attualmente privi di organico - e di ulteriori 19 presidi con organici inferiori alle 7 unità.
Ribadisco che la razionalizzazione dei presidi risulta coerente con le disposizioni contenute nel comma 431, dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007, che prevede una razionalizzazione nei settori specialistici della Polizia di Stato al fine di conseguire economie, ma garantendo, comunque, la piena funzionalità dell'Amministrazione della pubblica sicurezza.
Ricordo inoltre che il Posto Polfer di Mortara dispone attualmente di sole due unità (rispetto alle quattordici originariamente previste), perché, oltre a trovarsi presso uno snodo di scarso rilievo per il traffico ferroviario, è situato in una direttrice sulla quale sono operativi, ad una distanza di pochi chilometri, gli uffici della Specialità Ferroviaria di Novara, di Vercelli e di Pavia; questi ultimi possono assicurare le attività di vigilanza e di controllo anche per il predetto scalo, dove, tra l'altro, non sono stati registrati nel corso del 2006 rilevanti episodi delittuosi.
Voglio infine assicurare l'onorevole Adenti che, nel caso in cui il presidio di Mortara dovesse essere soppresso, nessuna ricaduta ci sarebbe sulla situazione della sicurezza nel territorio della Lomellina.
Ricordo, infatti, che nel comune di Mortara è presente una stazione dell'Arma dei Carabinieri, con competenza anche sui comuni di Albanese, Castello D'Agogna, Ceretto, Lomellina e Parona, che dispone di una forza effettiva di 16 militari; oltre che dal menzionato presidio territoriale, le attività di prevenzione generale e di controllo del territorio sono integrate dalle pattuglie dell'Arma costituite dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vigevano.