XIII Commissione - Resoconto di marted́ 6 marzo 2007


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ATTI COMUNITARI

Martedì 6 marzo 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 13.25.

Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2007 e il programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze tedesca, portoghese e slovena.
COM(2006)629 def.-17079/06.
(Relazione alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Giuseppe FINI (FI), relatore, evidenzia che la Commissione si trova ad esaminare, al pari delle altre Commissioni permanenti, il programma del Consiglio dell'Unione europea e il programma della Commissione europea. Si tratta di documenti che, pur non intervenendo sui contenuti delle questioni che sono oggetto di decisione a livello comunitario, risultano tuttavia utili a fare il punto sulle iniziative e sulle scelte che le istituzioni comunitarie assumeranno nei prossimi mesi. Sotto questo profilo è importante il fatto che il programma del Consiglio sia stato predisposto congiuntamente dalle presidenze tedesca, portoghese e slovena, e si riferisca, pertanto, ad un arco di tempo di diciotto mesi; ciò consente infatti al programma medesimo di assumere una maggiore ampiezza di prospettiva, rispetto alla durata di soli sei mesi di ogni singola presidenza. Per quanto concerne la Com


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missione europea, è confermata la durata annuale del periodo di riferimento del proprio programma.
Il programma del Consiglio dell'unione europea, predisposto dai governi che terranno la presidenza dall'inizio del 2007 alla metà del 2008, è articolato i tre parti.
Una parte iniziale, assai sintetica, dà conto del quadro strategico in cui si colloca l'attività delle tre presidenze. In questa parte è significativo che venga evidenziata l'esigenza di definire una politica energetica per l'Europa, anche in connessione con il tema del cambiamento climatico.
La seconda parte del programma individua le priorità, sia sotto il profilo istituzionale, sia con riferimento ai temi della competitività e dello sviluppo sostenibile.
La terza parte, infine, esamina con maggiore dettaglio i contenuti delle singole politiche. È in questa parte che vengono fornite indicazioni relative alle materie di specifica competenza della nostra Commissione, vale a dire l'agricoltura e la pesca.
Per quanto concerne l'agricoltura, ritiene che in primo luogo debba essere sottolineato il fatto che nel programma del Consiglio si riconosce che la riforma della politica agricola comune del 2003 e la decisione sulle prospettive finanziarie relative al periodo 2007-2013 hanno definito nel medio termine le linee fondamentali sulle quali gli operatori agricoli possono fare affidamento. Le prossime scelte normative a livello comunitario si concentrano sulla ridefinizione della disciplina di singoli comparti. Al riguardo assumono senza dubbio rilievo prioritario le proposte di riforma dell'organizzazione comune di mercato del settore ortofrutticolo e del settore vitivinicolo.
Oltre a queste proposte, il programma del Consiglio indica anche la definizione della disciplina dell'organizzazione comune di mercato del latte e dei prodotti lattiero-caseari e quella dei foraggi essiccati. Osserva che, contestualmente a tale attività normativa, le presidenze del Consiglio pongono opportunamente in risalto l'esigenza di pervenire ad una semplificazione della politica agricola comune, in primo luogo al fine di ridurre gli oneri che gravano sulle imprese agricole e che risultano particolarmente pesanti per quelle di piccola e media dimensione.
Tra le altre indicazioni contenute nel programma del Consiglio in materia di agricoltura, sottolinea tre punti. In primo luogo, l'impegno del Consiglio a sostenere l'attuazione del piano d'azione per la biomassa e della strategia volta a promuovere i biocarburanti. Ritiene infatti auspicabile che venga definito e attuato a livello comunitario un complesso di iniziative efficaci a sostegno delle agroenergie, che rappresenti un quadro di riferimento comune all'interno del quale possano inserirsi le politiche decise dai singoli Stati membri.
Il secondo aspetto di rilievo è, a suo giudizio, l'attenzione dedicata all'uso sostenibile delle risorse forestali, attraverso la piena attuazione del piano d'azione europeo sulla silvicoltura. Anche in questo caso ritiene che vi sia l'opportunità per una proficua integrazione tra le politiche comunitarie e quelle nazionali.
In terzo luogo segnala il riferimento che le tre presidenze fanno all'ulteriore promozione dei lavori relativi alla questione della coesistenza tra colture geneticamente modificate e agricoltura convenzionale. Sebbene i documenti in esame non affrontino, se non in termini generici, il merito delle questioni, giudica da sottolineare l'indicazione con cui le presidenze si impegnano a valutare la normativa esistente in materia di commercializzazione degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati, al fine di raggiungere il massimo livello di sicurezza possibile.
Tra le altre considerazioni relative all'agricoltura, contenute nel programma della presidenza del Consiglio, meritano a suo avviso di essere segnalate quelle con cui si auspica la promozione e il rafforzamento delle politiche per lo sviluppo rurale; al riguardo ritiene che sia indispensabile pervenire quanto prima all'approvazione da parte della Commissione europea dei piani regionali, in modo che


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possano essere avviati gli interventi relativi al nuovo periodo di programmazione 2007-2013. Significativo, a suo avviso, è anche l'impegno per garantire un alto livello di sicurezza degli alimenti e di sana alimentazione e la volontà di pervenire alla definizione e all'attuazione della strategia europea sull'uso sostenibile degli antiparassitari. Sottolinea, infine, il fatto che le presidenze del Consiglio riconoscano l'esigenza di uno specifico impegno per migliorare l'efficacia degli interventi relativi alla promozione dei prodotti agricoli; la promozione e la valorizzazione dei prodotti rappresentano infatti un elemento essenziale, al quale la politica agricola della Comunità dovrebbe dedicare una maggiore attenzione.
Osserva che, rispetto all'agricoltura, più limitate sono le indicazioni che il programma del Consiglio dell'Unione europea offre per quanto riguarda la pesca. Le tre presidenze affermano il proprio impegno a promuovere la conservazione e la gestione sostenibile delle risorse della pesca. A tal fine richiamano l'esigenza di modernizzare e semplificare la normativa comunitaria ed evidenziano che i lavori sulla politica marittima dovranno seguire un approccio integrato per assicurare la protezione delle risorse della pesca. Viene altresì prospettata la possibilità di pervenire ad un accordo per introdurre un regime comunitario di ecoetichettatura per i prodotti della pesca. Oltre a queste indicazioni, ritiene in ogni caso significativo il fatto che entro i tre semestri si intenda definire la riforma dell'organizzazione del mercato comune per i prodotti della pesca. Viene infine evidenziato nel programma il rilievo che, nell'ambito della pesca, assumono i rapporti con i paesi terzi. In proposito, occorre sottolineare l'esigenza che l'attività di definizione della normativa comunitaria si accompagni a negoziati con i paesi terzi che superino il rischio che, per effetto di tale normativa, si determinino condizioni di svantaggio per le imprese ittiche degli Stati membri.
Osserva che il programma della Commissione corrisponde in generale alle indicazioni contenute in quello del Consiglio, Tuttavia, dal momento che non è strutturato sulla base delle singole politiche, ma si concentra sulle priorità, risulta più generico. Per questa ragione è difficile svolgere considerazioni specifiche relative all'agricoltura. Ad esempio richiama il fatto che viene indicata la riforma dell'organizzazione comune di mercato del settore vitivinicolo, mentre non si fa riferimento a quella del settore ortofrutticolo, nonostante che il 24 gennaio scorso la Commissione stessa abbia già presentato una proposta di regolamento.
Per queste ragioni si limita a segnalare che, nell'allegato dove sono indicati gli atti e i documenti che la Commissione intende adottare, è inserita anche una proposta di revisione della normativa relativa all'etichettatura generale e nutrizionale dei prodotti alimentari. Osserva che è noto che si tratta di un tema molto delicato, riguardo al quale è auspicabile che la Commissione europea mostri, rispetto al passato, una maggiore sensibilità per profili quali l'indicazione della provenienza dei prodotti agroalimentari, in un'ottica di piena informazione del consumatore e di valorizzazione delle produzioni di qualità.
Osserva che il tema dell'etichettatura sollecita una riflessione di carattere più generale. I documenti all'esame della Commissione indicano una serie di iniziative, che in ampia parte ritiene condivisibili, ma non offrono un'idea della direzione verso cui la politica agricola dell'Europa deve muoversi e sembrano non tener conto di alcune questioni di fondo. Con l'allargamento del 2004 e, da ultimo, con l'ingresso di Romania e Bulgaria sono diventati parte dell'Unione europea paesi che, per un verso, hanno livelli di reddito notevolmente più bassi dei vecchi Stati membri, e, per l'altro, hanno una più alta incidenza dell'agricoltura sulla produzione e sull'occupazione (basti pensare alla Polonia e alla stessa Romania). In questo contesto, occorre chiedersi quale politica per l'agricoltura si intende perseguire in Europa.


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Giudica che una politica che, da un lato, mira ad un'astratta e indiscriminata apertura dei mercati e, dall'altro, utilizza le risorse del bilancio comunitario destinate all'agricoltura come puri e semplici sussidi, per lo più legati all'abbandono della produzione, non abbia prospettive. Spingerà, infatti, soltanto ad appiattire la produzione agroalimentare sui livelli più bassi, sui quali i paesi europei non sono in grado di competere. La forza dell'agricoltura europea è la qualità, che caratterizza principalmente il sistema agricolo di alcuni paesi mediterranei, come l'Italia. Ritiene che l'azione della Comunità europea e le risorse disponibili debbano essere rivolte a sostenere un modello di produzione agricola di qualità, superando le resistenze e l'indifferenza mostrate dai paesi settentrionali e cercando di ricondurre a questa prospettiva anche gli interventi relativi ai nuovi Stati membri.
In questa luce assume, a suo giudizio, una importanza fondamentale la questione della tracciabilità, che è assente dai documenti in esame. Rileva che un'azione forte e rigorosa a livello comunitario per assicurare la tracciabilità dei prodotti agroalimentari in primo luogo sarebbe una garanzia efficace per la tutela della salute e la sicurezza alimentare; in secondo luogo, attraverso la valorizzazione della qualità del prodotto, porrebbe i produttori agricoli in una condizione di maggior forza e rilievo rispetto alle fasi successive della filiera (trasformazione e commercializzazione). Sarebbe quindi un intervento di sostegno al settore agricolo nel suo complesso.
Ritiene che questo punto di vista dovrebbe essere assunto nelle decisioni in merito all'indicazione in etichetta della provenienza dei prodotti, e nel caso dei prodotti trasformati, della provenienza dei prodotti agricoli di base (ad esempio, nel caso dell'olio di oliva, il luogo di coltivazione e molitura delle olive). È chiaro che ad un sistema di regole severe sulla tracciabilità dovrebbe accompagnarsi un'azione efficace, ampia e costante di lotta alle contraffazioni.
Per questi motivi ritiene non comprensibili le resistenze della Commissione europea proprio sull'indicazione dell'origine dei prodotti. Se la politica agricola comunitaria non si dota di strumenti adeguati per difendere e valorizzare la qualità dei propri prodotti, rischia di ridursi a una politica meramente assistenziale, priva di futuro.
In conclusione precisa che nella propria relazione si è limitato ad evidenziare alcuni punti critici per evitare di dilungarsi eccessivamente. Auspica peraltro che i membri della Commissione, nel corso del dibattito, indichino ulteriori elementi che possano essere evidenziati nella relazione per la Commissione politiche dell'Unione europea e ripresi nella relazione di quest'ultima Commissione all'Assemblea.

Il sottosegretario Stefano BOCO si riserva di intervenire in sede di replica.

Luciano D'ULIZIA (IdV) esprime il proprio apprezzamento nei confronti della relazione del deputato Giuseppe Fini. In particolare, ritiene significativo il fatto che in tale relazione sia stato evidenziato il contrasto tra un'agricoltura massificata e estensiva, che si impone a livello comunitario, e un'agricoltura di qualità, che caratterizza la produzione italiana. Tale contrasto determina serie difficoltà di raccordare gli interessi dell'agricoltura italiana con le politiche e le scelte effettuate a livello comunitario. Ritiene che, in questo contesto, l'impegno del Governo nei negoziati comunitari debba essere rivolto a inserire elementi che riconoscano e valorizzino la specificità della produzione italiana, anche al fine di rafforzarne la presenza nei mercati internazionali.

Marco LION, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per domani.

La seduta termina alle 13.45.


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RISOLUZIONI

Martedì 6 marzo 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 13.45.

7-00085 D'Ulizia: Applicazione dei criteri di concertazione e rappresentatività nella formazione del programma nazionale per la pesca e nella ripartizione dei relativi finanziamenti.
(Seguito della discussione e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 21 febbraio 2007.

Luciano D'ULIZIA (IdV) fa presente di essersi impegnato nella riformulazione del testo delle premesse della risoluzione da lui presentata, in modo da accogliere le osservazioni e le proposte emerse dalla discussione. Ritiene invece che debba essere mantenuto il testo del dispositivo, sul quale il Governo si è espresso in senso favorevole. Con riferimento alle affermazioni del deputato Bellotti nel corso dell'audizione informale delle associazioni rappresentative delle cooperative della pesca, tenutasi il 15 febbraio scorso, rivendica la propria piena legittimità a presentare la risoluzione in discussione. Richiama in proposito il fatto che la legislazione in materia di elezioni del Parlamento afferma espressamente l'eleggibilità e la compatibilità dei dirigenti del movimento cooperativo. Tali dirigenti, pertanto, se eletti, sono pienamente titolati a svolgere tutte le funzioni proprie dei parlamentari. Ritiene inoltre particolarmente grave che le affermazioni del deputato Bellotti siano state fatte nel corso di un'audizione informale, in presenza di persone che non fanno parte della Commissione.

Marco LION, presidente, ricorda di avere immediatamente stigmatizzato, nella seduta del 15 febbraio, le dichiarazioni del deputato Bellotti, osservando che tali rilievi erano fuori luogo in sede di audizione informale.

Il sottosegretario Stefano BOCO accoglie favorevolmente la disponibilità del presentatore ad apportare modifiche al testo della risoluzione. Osserva in proposito che dovrebbe anche essere sostituita la parola «concertazione» con altre, quali «confronto» o «consultazione», dal momento che la normativa sulla pesca, richiamata nella risoluzione, prevede la concertazione soltanto per i rapporti tra lo Stato e le regioni, mentre, per quanto concerne le associazioni rappresentative degli operatori del settore, dispone che partecipino ad organi con funzioni consultive, quali il «Tavolo azzurro» e la Commissione consultiva centrale per la pesca e l'acquacoltura. Più in generale rileva che il testo della risoluzione potrebbe essere perfezionato in alcuni punti e che una delle principali difficoltà nell'individuare la rappresentatività delle associazioni del settore dipende dal fatto che alcune regioni del paese non hanno trasmesso i relativi dati. In ogni caso si rimette alla Commissione per quanto riguarda l'approvazione della risoluzione e ringrazia il presentatore D'Ulizia per aver comunque evidenziato un problema che risulta effettivamente fondato.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (FI), senza volere entrare nel merito dei contenuti della risoluzione, precisa che il collega Bellotti non ha posto un problema di eleggibilità o compatibilità del deputato D'Ulizia, che sarebbe stato del tutto fuori luogo, ma di opportunità nel presentare un atto d'indirizzo su una materia che attiene direttamente agli interessi di una associazione di cooperative in cui ha ricoperto incarichi di dirigenza. Ritiene che tale osservazione sia tanto più pertinente, in quanto il deputato D'Ulizia appartiene ad un gruppo politico che ha assunto come propria bandiera la lotta


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contro il conflitto di interessi. Ribadisce che in ogni caso non ha inteso intervenire sul merito della risoluzione, né giudicare sull'opportunità della sede in cui il deputato Bellotti ha effettuato le proprie considerazioni, ma soltanto precisare il contenuto di tali considerazioni. Invita infine il presidente a sospendere i lavori della Commissione, in considerazione della rilevanza del provvedimento che è in discussione in Assemblea nella seduta odierna.

Marco LION, presidente, rinvia il seguito della discussione ad una successiva seduta.

La seduta termina alle 14.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Sostegno agli agrumeti caratteristici. C. 1069 Lion, C. 1576 Cirielli e C. 1691 Catanoso.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 21 febbraio 2007, a pagina 134, seconda colonna, riga ventinovesima, sostituire la parola: «nazionali» con la seguente: «tradizionali».