XIII Commissione - Giovedì 8 marzo 2007


Pag. 106

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00763 Franci: Comitato nazionale per il collegamento tra il Governo e le Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione pone l'accento sull'attività del Comitato nazionale italiano per il collegamento tra il Governo italiano e la Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
Al riguardo, preme sottolineare che il Comitato è stato costituito con decreto legislativo 7 maggio 1948, n. 1182, ratificato con legge 17 aprile 1956, n. 561, in ottemperanza ad un esplicito voto espresso dalla seconda Conferenza della FAO, tenutasi a Copenaghen dal 2 al 13 settembre 1946.
L'accordo internazionale per la costituzione della Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, concluso a Quebec il 16 ottobre 1945, è stato ratificato con legge 16 maggio 1947, n. 546 e, successivamente, in attuazione del citato voto, con decreto legislativo n. 1182/1948, è stato costituito il Comitato nazionale italiano per il collegamento tra il Governo italiano e la FAO, in conformità a quanto fatto dagli altri Stati membri dell'Organizzazione.
In seno al Comitato sono costituiti un Segretariato generale, un Collegio amministrativo ed un Collegio sindacale.
Per l'espletamento delle finalità demandate al Comitato, il Segretario generale, oltre ad assicurare i rapporti tra le Amministrazioni nazionali interessate, nonché fra queste e la FAO ed altri analoghi Istituti internazionali (IFAD, WFP, OCSE, WTO, IPGRI, eccetera) ha il compito di:
compiere studi e indagini in tema di agricoltura e alimentazione;
assistere i rappresentanti e gli esperti della FAO;
curare l'organizzazione di convegni e riunioni deliberati sia in sede nazionale che internazionale;
dare esecuzione alle decisioni adottate dal Comitato nazionale ed attendere a tutti i lavori necessari per il raggiungimento delle finalità demandate al Comitato.

In particolare, il Comitato esercita una funzione di indirizzo nei confronti del Segretariato generale ai fini della partecipazione del nostro Paese a tutte le diverse assise internazionali convocate dalla FAO, curandone la necessaria partecipazione delle delegazioni e fornendo tempestivamente al Segretariato della FAO le notizie necessarie alla elaborazione della documentazione dell'Organizzazione.
Dal 2003, a causa le dimissioni del segretario generale e dei limiti di spesa per il triennio 2005-2007, l'attività del Comitato ha registrato una sostanziale limitazione.
Il Ministro De Castro, con provvedimento dell'11 settembre 2006, ha nominato il nuovo segretario generale.
Nel contempo è stato completamente rinnovato anche il Collegio amministrativo ed i rappresentanti del Ministero in seno al Comitato.
L'attuale segretario generale, su specifica indicazione del Ministro De Castro, ha avviato una politica di revisione e reindirizzo dei programmi di attività deliberati


Pag. 107

dalla precedente gestione e, nello stesso tempo, ha avviato tutte le iniziative volte a recepire e colmare le lacune rilevate dalla Corte dei conti.
Il Collegio amministrativo, dal canto suo, si riunisce con regolare cadenza statutaria e le nuove attività, che coinvolgono Istituti di Ricerca del Ministero ed altre Istituzioni pubbliche, sono volte a definire le iniziative da realizzare in linea con gli obiettivi e le strategie di intervento della FAO.
Quanto alle notizie di stampa, si fa presente che l'Ufficio del Portavoce dell'onorevole Ministro ha tempestivamente provveduto a fornire opportuni chiarimenti al Direttore del quotidiano La Stampa.


Pag. 108

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00803 Ruvolo: Crisi di mercato dei prodotti ortofrutticoli.

TESTO DELLA RISPOSTA

La situazione della crisi del comparto ortofrutticolo riguarda, purtroppo, molti bacini produttivi nazionali.
L'azione e le risposte del Governo si legano alla natura delle crisi, che possono derivare da fattori esterni ed imprevedibili o hanno origine di carattere strutturale, in quanto legati alla produzione ed alla filiera.
Per le crisi di mercato legate ad accadimenti eccezionali e per le quali siano dimostrabili la presenza di condizioni anomale di mercato (crollo dei prezzi o dei redditi rispetto alle quotazioni degli anni precedenti e di uno stesso periodo), il comma 1072 della legge finanziaria 2007 ha istituito un fondo per le crisi di mercato, con una dotazione di 100 milioni di euro.
Allo stato, l'Amministrazione sta lavorando alla definizione delle modalità attuative degli interventi ed al regime di aiuti che dovrà essere notificato all'Unione europea per l'approvazione.
Per le crisi che nascono da problemi strutturali, invece, occorre evidenziare che l'organizzazione comune di mercato (OCM) del comparto ortofrutta mette a disposizione dei produttori agricoli strumenti idonei a migliorare l'efficienza delle proprie produzioni sia dal punto di vista commerciale che produttivo, attraverso forme di aggregazione in organizzazioni di produttori che attuano specifici programmi operativi, cofinanziati al 50 per cento e finalizzati al miglioramento dell'efficienza produttiva e commerciale dei propri associati, con indubbi vantaggi per i produttori anche in termini di riduzione dei costi.
Nel nostro Paese, tuttavia, gli strumenti aggregativi dell'OCM sono poco utilizzati dai produttori, con la conseguenza che gli strumenti offerti dall'organizzazione comune di mercato, quali programmi operativi e relative risorse economiche, non permettono quel miglioramento strutturale della base produttiva e commerciale del settore.
La riforma dell'OCM ortofrutta, attualmente in corso di definizione a Bruxelles, conferma e rilancia il ruolo centrale delle organizzazioni dei produttori, attribuendo ad esse anche dei compiti nuovi come il riferimento a interventi a difesa del reddito e delle crisi.
Per definire possibili campi di azione si ricorda, altresì, che, in presenza di una specifica OCM, non sono consentiti interventi di carattere nazionale, in quanto gli stessi si configurerebbero come aiuti di Stato non autorizzati.
Nel contempo, l'azione dell'Amministrazione a tutela del comparto si esplica attraverso l'attività di controllo esercitata dall'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, con azioni mirate sull'intero territorio nazionale.
Tale attività, espletata soprattutto presso i mercati ortofrutticoli all'ingrosso, la grande distribuzione organizzata (GDO) e gli esercizi commerciali al dettaglio, è stata orientata, in particolare, alla verifica dell'etichettatura dei prodotti e, segnatamente, alla corretta indicazione dell'origine, della categoria e della varietà.


Pag. 109


Nel corso del 2006 sono stati predisposti programmi di controllo, mirati all'accertamento di eventuali fenomeni di concorrenza sleale operati da taluni commercianti, su specifica segnalazione di alcune autorità locali e di rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole.
I controlli posti in essere lungo l'intera filiera hanno posto l'accento sulla verifica della corretta commercializzazione di taluni prodotti ortofrutticoli, con particolare riguardo all'origine, alla corretta etichettatura ed alla presentazione degli stessi.


Pag. 110

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00764 Mellano: Sulla carenza presso il Ministero delle politiche agricole di informazioni relative agli allevamenti di tonno rosso.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento a quanto rappresentato, si evidenzia che il Reg. (CE) n. 869/2004 del Consiglio del 26 aprile 2004, di modifica al Reg. (CE) n. 1936/2001, prevede misure di controllo applicabili alle attività di pesca di taluni stock di grandi migratori.
In particolare, all'articolo 4-quater «Registro delle aziende di ingrasso tonno», dispone che ogni Stato membro deve comunicare alla Commissione europea, per via informatica, l'elenco delle aziende di ingrasso soggette alla sua giurisdizione che autorizza a effettuare operazioni di ingrasso del tonno rosso nella zona di convenzione ICCAT.
Nella formulazione dell'elenco vanno, altresì, indicate:
il nome dell'azienda;
il suo numero di registro nazionale;
la localizzazione dell'azienda;
la capacità massima dell'azienda (espressa in tonnellate).

Le aziende di ingrasso soggette alla giurisdizione di uno Stato membro non iscritte nell'elenco comunicato alla Commissione europea non sono autorizzate ad esercitare l'attività di ingrasso del tonno rosso catturato nella zona della convenzione ICCAT.
Le aziende di ingrasso autorizzate debbono presentare agli Uffici della Direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura una dichiarazione di messa in gabbia per l'ingrasso e di commercializzazione, comprendente i seguenti dati:
nome dell'azienda;
il suo numero di registro nazionale;
indirizzo dell'azienda;
proprietario dell'azienda;
quantitativi di tonno rosso messi in gabbia nell'anno precedente;
quantitativi di tonno commercializzati nell'anno precedente.

Allo stato, le aziende di ingrasso autorizzate dal Mipaaf ad effettuare operazioni di ingrasso di tonno rosso, oggetto di comunicazione alla Commissione europea ed all'ICCAT, sono dieci.
Nel corso del 2006 solo sei aziende di ingrasso hanno effettuato tale tipo di attività per un totale di 2.335.474 chilogrammi di tonno rosso messo in gabbia.
Il tonno rosso conferito alle aziende nazionali di ingrasso autorizzate proviene sia da cattura effettuata da navi tonniere della flotta italiana sia da cattura effettuata da navi che operano in ambito comunitario.
Le suddette operazioni di conferimento di tonno rosso alle aziende autorizzate sono soggette a verifica e controllo, nel rispetto della vigente normativa comunitaria, da parte delle competenti autorità marittime.
Si fa rilevare che, in sede internazionale, i Paesi membri non contrattano singolarmente le quote assegnategli, ma è


Pag. 111

la Commissione europea ad effettuare tale tipo di contrattazione e successivamente ripartire la quota comunitaria tra i singoli Paesi.
Infine, si fa presente che la Commissione europea ha presentato una proposta di modifica del Regolamento sulle quote di pesca del tonno rosso per il 2007.
Il documento, che sarà discusso con molta probabilità nel prossimo mese di aprile, contiene, altresi, misure che ricalcano grosso modo quanto deciso in sede ICCAT lo scorso novembre.
L'impegno del Governo italiano, teso allo sviluppo di una pesca sostenibile e responsabile, ha consentito di giungere ad una riduzione delle quote e nel contempo di consentire al mondo della pesca di organizzare al meglio strategie di riconversione e di valorizzazione delle produzioni.


Pag. 112

ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00804 Misuraca: Piano irriguo nazionale e iniziative per fronteggiare la situazione climatica anomala.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione pone l'accento su una problematica all'attenzione del Governo, come evidenziato ieri dal Presidente del Consiglio in occasione dell'emanazione di indicazioni operative per fronteggiare eventuali crisi idriche.
L'agricoltura, come gli altri settori produttivi, ha bisogno di acqua per esprimersi in tutta la sua potenzialità.
Al riguardo e per quanto di competenza, si fa presente che con l'approvazione dell'articolo 1, commi 1058 e 1059 della legge finanziaria 2007, al fine di garantire la realizzazione delle opere previste dal Piano irriguo nazionale, è stanziata la somma complessiva di circa 920 milioni di euro per il triennio 2007-2010.
Il comma 507 della stessa legge, in ordine alle dotazione delle Unità previsionali di base, ha previsto che per gli esercizi 2007, 2008 e 2009 venga accantonata e resa indisponibile una quota delle predette dotazioni pari a euro 18.168.877,33, anche con riferimento alle autorizzazioni di spesa già predeterminate.
Pertanto, le risorse economiche rese disponibili dalla legge finanziaria per l'avvio del Piano irriguo nazionale ammontano ad un importo pari a euro 902.587.122,67.
Allo stato, in attesa della registrazione presso la Corte dei conti del provvedimento di impegno di spesa, l'Amministrazione sta predisponendo i singoli decreti di concessione delle opere del Piano finanziabili.
Una volta registrati i provvedimenti gli stessi saranno notificati ai concessionari che potranno dare avvio alle procedure di appalto ed aggiudicazione degli interventi.
Interventi che riguardano il completamento, il potenziamento, l'ammodernamento, il recupero e l'adeguamento di numerosi impianti la cui realizzazione consentirà l'utilizzo ottimale della risorsa idrica ed un notevole risparmio della stessa.
Il che consentirà di prevenire situazioni di emergenza idrica in linea con le indicazioni operative impartite dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
La nota della Presidenza richiama l'attenzione di tutti i soggetti istituzionali e privati a predisporre in via precauzionale un piano di misure volte a rafforzare i sistemi di prevenzione e monitoraggio delle crisi idriche.
La Presidenza del Consiglio si è riservata, comunque, la possibilità di adottare misure di emergenza per far fronte ad eventuali crisi idriche, al fine di ridurne significativamente i possibili effetti sulla popolazione, sull'agricoltura e sul sistema produttivo.


Pag. 113

ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-00805 Alessandri: Piano idrico della provincia di Reggio-Emilia in relazione alle esigenze delle coltivazioni agricole.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in oggetto pone l'accento sulla realizzazione della Diga in località Vetto d'Enza (Reggio Emilia).
Al riguardo, si fa presente che la realizzazione dell'opera è stata finanziata con i decreti ministeriali n. 7573/1988 e n. 7332/1989 per un importo di euro 15.493.706,98.
Il finanziamento dell'opera era stato disposto su fondi FIO 1986-1988 con delibera CIPE del 12 maggio 1988.
Nella fase di avvio dei lavori talune Associazioni ambientaliste hanno proposto ricorsi per l'annullamento della delibera nelle diverse sedi giurisdizionali.
Il contenzioso ha determinato la revoca della concessione del finanziamento, disposta con decreto ministeriale n. 7558/2002.
Allo stato, anche il contenzioso tra la stazione appaltante e l'impresa esecutrice dei lavori risulta chiuso (decreto ministeriale n. 7467/2005).
L'opera potrà essere realizzata qualora vengano meno le motivazioni che hanno determinato la revoca della concessione ed una volta acquisiti i prescritti pareri, la stessa venga inserita dalla Regione Emilia Romagna tra le opere oggetto di finanziamento attraverso il Piano irriguo nazionale.
L'Amministrazione, comunque, non appena investita della problematica, ha interessato gli Uffici competenti provinciali, chiedendo elementi in ordine a quanto rappresentato nell'atto.