IX Commissione - Resoconto di marted́ 20 marzo 2007


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 20 marzo 2007. - Presidenza del presidente Michele Pompeo META. - Interviene il sottosegretario di Stato per le comunicazioni, Luigi Vimercati.

La seduta comincia alle 14.10.

Sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni.
Testo unificato C. 15 Realacci, C. 1752 Crapolicchio e C. 1964 La Loggia.
(Parere alla V e VIII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizione e osservazioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Ezio LOCATELLI (RC-SE), relatore, fa presente che il provvedimento in esame, sul quale si è registrato un ampio consenso nelle Commissioni di merito, ha lo scopo di promuovere e sostenere le attività economiche, sociali, ambientali e culturali esercitate nei piccoli comuni, nonché di valorizzare il patrimonio naturale, rurale e storico-culturale custodito in tali comuni. In termini generali, ritiene in primo luogo opportuno che, all'articolo 2, comma 3, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, per mezzo del quale è definito l'elenco dei piccoli comuni, sia accompagnato da una relazione in cui siano specificati, con riferimento alle tipologie di cui al comma 1, lettere a), b), c), d) e e) dello stesso articolo 2, i parametri di riferimento utilizzati al fine di definire l'elenco stesso. Passando poi alle disposizioni più direttamente riconducibili alle competenze della IX Commissione, rileva che il comma 7 dell'articolo 3 prevede la possibilità, per i piccoli comuni, di acquisire, al valore economico stabilito dall'ufficio tecnico erariale territorialmente competente, ovvero la possibilità di stipulare intese finalizzate al recupero, tra le altre, delle stazioni ferroviarie disabilitate. Il comma 8 del medesimo articolo 3 dispone poi che le regioni possono promuovere interventi per la realizzazione di opere finalizzate alla diffusione di servizi di banda larga nei piccoli comuni. L'articolo 4, comma 1, prevede inoltre che lo Stato, le regioni, le province, le unioni di comuni, le comunità montane e gli enti parco, per quanto di rispettiva competenza, assicurano, nei piccoli comuni, l'efficienza e la qualità dei servizi essenziali, con particolare


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riferimento, tra gli altri, ai trasporti e ai servizi postali. In particolare, il comma 2 dello stesso articolo 4, dispone che presso i piccoli comuni possono essere istituiti centri multifunzionali, nei quali concentrare una pluralità di servizi, tra cui, appunto, anche quelli postali, e che le regioni e le province possono concorrere alle spese relative all'uso dei locali all'uopo necessari. L'articolo 6 prevede poi che i progetti informatici riguardanti i piccoli comuni abbiano la precedenza nell'accesso ai finanziamenti pubblici per la realizzazione di programmi di e-Government. L'articolo 7 interviene più specificamente in materia di servizi postali e programmazione televisiva pubblica. Fa presente in proposito che il comma 1 prevede che il Ministro delle comunicazioni possa provvedere ad assicurare, mediante un'apposita previsione da inserire nel contratto di programma con il concessionario del servizio postale universale, che gli sportelli postali siano attivi nei piccoli comuni. Ricorda a tale fine che la questione della chiusura degli uffici postali in taluni piccoli comuni è da tempo all'attenzione del Parlamento ed ha formato oggetto anche dell'audizione informale del presidente e dell'amministratore delegato di Poste italiane spa, svolta dalla IX Commissione il 7 novembre 2006. Peraltro, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla qualità del servizio fornito agli utenti e sul processo di liberalizzazione in atto nel settore postale, la stessa Commissione aveva avuto modo di audire, nel corso della precedente legislatura, anche i rappresentanti dell'Associazione nazionale piccoli comuni d'Italia (ANPCI), dell'Associazione nazionale comuni d'Italia (ANCI) e dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani (UNCEM).Sono del resto alcuni anni che è in corso una complessiva opera di ristrutturazione della rete degli uffici postali, che ha condotto anche alla presentazione di numerosi atti di sindacato ispettivo, nel rispondere ai quali il Ministero delle comunicazioni è solito precisare che, in qualità di Autorità di regolamentazione del settore postale, esso è legato alla società Poste da un contratto di programma che gli assicura una potestà di vigilanza per verificare il corretto espletamento del servizio universale, ma che non consente invece al Governo di intervenire nella gestione dell'azienda, con particolare riferimento all'aspetto organizzativo. Fa comunque presente che l'articolo 6, commi 3 e 4, del contratto di programma tra il Ministero delle comunicazioni e Poste italiane per gli anni 2003-2005, nel prevedere a carico della società l'obbligo di trasmettere al dicastero delle comunicazioni l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito operanti in zone remote che non garantiscono condizioni di equilibrio economico, unitamente al piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione, reca altresì l'impegno, sempre a carico di Poste italiane, a non effettuare chiusure di uffici postali che non siano state preventivamente comunicate al Ministero stesso. Ritiene pertanto che, già nell'ambito del nuovo contratto di programma per gli anni 2006-2009, la cui procedura di approvazione è in itinere, si debba tenere conto, proprio con riferimento ai piccoli comuni, dell'esigenza di dare piena attuazione a quanto disposto dall'articolo 2 del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, in termini di verifica del rispetto degli obblighi connessi all'espletamento del servizio universale e di adozione di provvedimenti intesi a realizzare l'accesso alla rete postale pubblica in condizioni di non discriminazione. Ciò potrà consentire di salvaguardare la capillarità della rete postale italiana, tenuto conto che è proprio nelle realtà più piccole che gli unici servizi finanziari disponibili sono spesso soltanto quelli della rete postale, come ha del resto riconosciuto, anche recentemente, lo stesso Ministro delle comunicazioni, Gentiloni. Quanto poi alla formulazione dell'articolo 7, comma 1, del testo unificato in esame, ritiene necessario proporre alle Commissioni di merito di superare l'attuale impostazione che prevede quale mera facoltà in capo al Ministro delle comunicazioni l'inserimento nel contratto di programma con il concessionario del servizio postale universale della previsione che gli sportelli


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postali siano attivi nei piccoli comuni. Del resto, il comma 1 dell'articolo 3, del già richiamato decreto legislativo n. 261 del 1999, nel disporre che il servizio universale assicura le prestazioni in esso ricomprese, di qualità determinata, da fornire permanentemente in tutti i punti del territorio nazionale a prezzi accessibili a tutti gli utenti, menziona esplicitamente le situazioni particolari delle isole minori e delle zone rurali e montane. Quanto al comma 2 dello stesso articolo 7, esso dispone che l'amministrazione comunale possa altresì stipulare apposite convenzioni, di intesa con le organizzazioni di categoria e con Poste italiane spa, affinché i pagamenti dei conti correnti, in particolare di quelli relativi alle imposte comunali e dei vaglia postali nonché le altre prestazioni possano essere effettuati presso gli esercizi commerciali presenti nel territorio comunale. In proposito fa presente l'opportunità di precisare che la possibilità per le amministrazioni comunali di stipulare apposite convenzioni affinché talune operazioni tipicamente postali siano effettuate presso esercizi commerciali deve essere considerata una ipotesi residuale, alla quale ricorrere solo laddove non sussistano oggettivamente le condizioni per la localizzazione di un ufficio postale. Sempre con riferimento all'articolo 7, comma 2, reputa altresì opportuno chiarire espressamente quali siano i soggetti con i quali l'amministrazione comunale possa stipulare le predette convenzioni e quali siano le «altre prestazioni» ivi richiamate. Fa quindi presente che il comma 3 dello stesso articolo 7 prevede che il Ministro delle comunicazioni possa provvedere ad assicurare che nel contratto di servizio con il concessionario del servizio pubblico radiotelevisivo sia previsto l'obbligo di prestare particolare attenzione, nella programmazione televisiva pubblica nazionale e regionale, alle realtà storiche, artistiche, sociali, economiche ed enogastronomiche dei piccoli comuni e di garantire nei medesimi comuni un'adeguata copertura del servizio. Di tale esigenza ritiene si sia fatto già carico, almeno parzialmente, lo stesso Ministero delle comunicazioni, atteso che l'articolo 4 dello schema di contratto di servizio tra il Ministero e la Rai Radiotelevisione italiana s.p.a., sul quale la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha espresso il parere in data 14 febbraio 2007, ha previsto che la Rai nella sua programmazione incentivi, tra le altre, le produzioni tipiche locali e le proposte di turismo culturale collegato a tradizioni locali. L'articolo 11 dello stesso schema reca inoltre iniziative per la valorizzazione delle istituzioni e delle culture locali e prevede che la Rai promuova, nell'ambito delle proprie trasmissioni, le culture regionali e locali in stretta collaborazione con le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, le province, i comuni, le università e gli enti culturali, realizzando anche forme di coordinamento per una maggiore diffusione in ambito locale. Appare tuttavia importante che specifiche facoltà in materia siano esplicitamente riconosciute in capo al Ministero delle comunicazioni anche da una fonte di rango legislativo. Da ultimo, l'articolo 13, comma 1 prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, di un Fondo, dotato di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, per la concessione di contributi statali diretti, tra l'altro, al finanziamento di interventi per la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali. Alla luce del complesso delle considerazioni espresse, propone di esprimere parere favorevole con una prima osservazione volta a segnalare alle Commissioni di merito l'opportunità, all'articolo 2, comma 3, di prevedere che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, con il quale dovrà essere definito l'elenco dei piccoli comuni, sia accompagnato da una relazione in cui siano specificati, con riferimento alle tipologie di cui al comma 1, lettere a), b), c), d) e e) dello stesso articolo 2, i parametri di riferimento utilizzati ai fini della predisposizione dell'elenco stesso. Una seconda osservazione


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è invece riferita all'articolo 7, comma 1, invitando le Commissioni di merito a valutare l'opportunità di procedere ad una sua limitata riformulazione, nel senso di sostituire le parole: «può provvedere ad assicurare» con le seguenti: «provvede ad assicurare», al fine di evitare che la competenza ivi attribuita al Ministro delle comunicazioni non assuma la forma di una mera facoltà a provvedere. Si propone infine alle Commissioni V e VIII, con riguardo all'articolo 7, comma 2, di valutare l'opportunità di precisare che la possibilità per le amministrazioni comunali di stipulare le apposite convenzioni ivi previste costituisca una soluzione alla quale ricorrere solo nei casi in cui non sussistano oggettivamente le condizioni per la localizzazione di un ufficio postale, di specificare i soggetti con i quali l'amministrazione comunale può stipulare le convenzioni ivi previste e di precisare quale sia l'oggetto delle «altre prestazioni» che, in forza delle predette convenzioni, potrebbero essere effettuate presso gli esercizi commerciali presenti nel territorio comunale (vedi allegato n. 1).

Il Sottosegretario di Stato Luigi VIMERCATI, nel dichiararsi d'accordo con riferimento alle osservazioni contenute nella proposta di parere del relatore, propone al medesimo di integrarla al fine di rafforzare quelle disposizioni del testo unificato che fanno riferimento alle infrastrutture tecnologiche di comunicazione. Propone, in particolare, di introdurre una ulteriore osservazione volta a segnalare alle Commissioni di merito l'opportunità, con riferimento all'articolo 3, comma 8, di aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, anche attraverso il soggetto attuatore del programma larga banda in tutte le aree sottoutilizzate del Paese, Infrastrutture e telecomunicazioni per l'Italia SpA, ai sensi della legge 14 maggio 2005, n. 80». In secondo luogo, riterrebbe opportuna una ulteriore integrazione della proposta di parere, volta ad evidenziare l'opportunità, con riguardo all'articolo 3, comma 9, di sostituire le parole: «l'installazione di antenne collettive per la ricezione delle trasmissioni radiotelevisive via satellite» con le seguenti: «la ricezione via satellite, l'installazione di antenne collettive per l'estensione della copertura del territorio con soluzioni abilitanti alla larga banda».

Valter ZANETTA (FI) ricorda che nella precedente legislatura la Camera dei deputati aveva licenziato un provvedimento sostanzialmente analogo al testo oggi in esame, il cui iter legislativo, tuttavia, si era fermato presso l'altro ramo del Parlamento. Uno dei problemi che anche allora emersero fu relativo ai criteri per l'individuazione dei comuni beneficiari dei contributi e delle disposizioni ivi previste, soprattutto con riguardo al limite dei 5.000 abitanti. Nel testo unificato in esame, peraltro, ricorre in numerose occasioni la formula «le regioni possono», alla quale non corrisponde un'effettiva cogenza normativa, con il rischio che il tutto si traduca in una cosiddetta «legge manifesto». Del resto la stessa disponibilità finanziaria, pari a 40 milioni di euro ai sensi dell'articolo 13, appare chiaramente insufficiente rispetto alla platea dei potenziali beneficiari. Il timore è quindi che si generino grandi aspettative, che potrebbero rimanere deluse. Fa presente inoltre che nella passata legislatura non si era riusciti a portare a compimento neppure l'iter della proposta di modifica della legge sui comuni montani, che recava diverse evidenti attinenze con il testo in esame. A tale proposito, nel preannunciare che una proposta di legge di analogo tenore sarà esaminata dal Senato, auspica che almeno in questa legislatura il Parlamento riesca finalmente a portare avanti entrambi i provvedimenti e a dare quindi concretezza a iniziative che rischiano altrimenti di costituire meri manifesti di intenti.

Davide CAPARINI (LNP) condivide le osservazioni del deputato Zanetta e ritiene che anche oggi, come accadde nella scorsa legislatura, la principale difficoltà attuativa di un provvedimento come quello in esame sia rappresentata dalla limitatezza


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delle risorse finanziarie disponibili. Peraltro, a quanto gli risulta, i contributi pubblici che, a legislazione vigente, vengono già erogati in favore dei piccoli comuni sarebbero circa pari ai 40 milioni di euro che il provvedimento intende stanziare. L'intera operazione potrebbe pertanto tradursi in una mera razionalizzazione delle finalità e delle modalità di assegnazione delle medesime risorse finanziarie. Quanto all'articolo 7, comma 1, del testo unificato, ritiene che l'attuale formulazione sia priva di effettiva cogenza, atteso che un'eventuale richiesta del Ministro delle comunicazioni al concessionario del servizio postale universale di mantenere gli uffici nei piccoli comuni porterebbe Poste italiane a richiedere in contropartita le risorse finanziarie all'uopo necessarie, senza dunque condurre a nessun risultato positivo. Le medesime perplessità avanza anche con riferimento al comma 3, atteso che la mera facoltà per lo stesso Ministero delle comunicazioni di inserire nel contratto di servizio con la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo le disposizioni relative alle realtà locali e ai piccoli comuni non è sufficiente ad assicurarne l'effettiva implementazione. Quanto poi al comma 2 dell'articolo 7 non può non evidenziare che già in molti comuni si è dovuto ricorrere alle convenzioni ivi richiamate, proprio per fare fronte alla paventata chiusura degli uffici postali. Teme pertanto che il testo in esame rechi disposizioni di indubbia valenza programmatica, ma non tali da essere effettivamente attuate. Tuttavia, ritiene comunque ragionevoli le osservazioni proposte dal relatore e concorda anche con la proposta di integrazione formulata dal rappresentante del Governo.

Cesare CAMPA (FI) ritiene che la proposta di parere del relatore possa essere condivisa, ma solo ove l'osservazione riferita alla riformulazione dell'articolo 7, comma 1, fosse trasformata in condizione. Ritiene infatti che vada opportunamente messa in risalto l'esigenza di trasformare quella che allo stato appare come una mera facoltà in un vero e proprio obbligo a carico del Ministero delle comunicazioni affinché sia assicurata la presenza degli uffici postali anche nei piccoli comuni. Il conseguente aumento delle risorse finanziarie a ciò necessarie si giustifica del resto con la necessità di garantire servizi essenziali anche nei piccoli comuni, così come nei comuni montani e nelle isole. A tale fine, peraltro, ritiene opportuno che le amministrazioni comunali provvedano ad assicurarne la disponibilità anche nell'ambito di attività economiche di più ampio respiro, giovandosi, come peraltrro previsto dal comma 2 dell'articolo 7, della possibilità di stipulare apposite convenzioni con gli esercizi commerciali presenti in loco. Ritiene, infine, necessario che il testo in esame sia integrato al fine di prevedere un trattamento più favorevole, in termine di assegnazione di maggiori punteggi, per gli insegnanti operanti nei piccoli comuni, nei comuni montani e nelle isole.

Mario TASSONE (UDC), dopo avere ricordato le varie fasi che condussero nella scorsa legislatura all'approvazione da parte della Camera dei deputati di un analogo provvedimento sui piccoli comuni e, successivamente, all'arresto del suo iter presso il Senato, fa presente, con riferimento alla ristrutturazione della rete degli uffici postali, che tale iniziativa è nata a seguito della trasformazione dell'ente poste in società per azioni e al fine di razionalizzare i costi di gestione, al pari di analoghi processi avviati in passato dalle Ferrovie dello Stato. Quanto alla proposta di parere, ne condivide i contenuti, con particolare riferimento all'osservazione riferita all'articolo 2, comma 3, con la quale si segnala alle Commissioni di merito di prevedere che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, con il quale dovrà essere definito l'elenco dei piccoli comuni, sia accompagnato da una relazione in cui siano specificati i parametri di riferimento utilizzati ai fini della predisposizione dell'elenco stesso. Ritiene altresì condivisibili le richieste di integrazione proposte dal rappresentante del Governo. Deve tuttavia esprimere più in generale perplessità riguardo


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alla scelta, che emerge dalla lettura del provvedimento, di procedere agli investimenti infrastrutturali che interessano i piccoli comuni non sulla base di una logica di programmazione globale, ma suddividendo «a pioggia» le già limitate risorse, con il rischio di non giungere a risultati apprezzabili.

Mario LOVELLI (Ulivo) condivide l'esigenza che il testo unificato in esame non finisca per essere una vera e propria «legge manifesto», priva di una vera incidenza sulle realtà dei piccoli comuni. Ritiene altresì opportuno che siano adeguatamente approfonditi i punti di contatto e di eventuale sovrapposizione di tale provvedimento rispetto all'iniziativa legislativa che interesserà precipuamente i comuni montani, proprio al fine di evitare dannose incongruenze. Reputa inoltre necessario che le Commissioni di merito procedano ad una verifica del coordinamento tra i contributi previsti nel testo unificato in favore dei piccoli comuni e la normativa vigente in materia di fiscalità locale, anche nella prospettiva del varo del federalismo fiscale. Un'attenzione particolare andrebbe poi dedicata all'articolo 6 in cui si affronta il tema strategico dell'e-government. Quanto alla questione degli uffici postali, nel condividere l'osservazione riferita all'articolo 7, comma 1, fa presente di essere tra i presentatori, presso le Commissioni di merito, di un emendamento in forza del quale le amministrazioni dei piccoli comuni possono avvalersi di Poste italiane per la gestione del servizio di tesoreria.

Ezio LOCATELLI (RC-SE), relatore, ringrazia i colleghi per i suggerimenti formulati e, a conclusione del dibattito, propone una nuova formulazione della sua proposta di parere in cui, in accoglimento della richiesta del deputato Campa, l'osservazione riferita all'articolo 7, comma 1, è trasformata in una condizione e sono accolte, come osservazioni, le due questioni sollevate dal rappresentante del Governo riferite all'articolo 3, commi 8 e 9.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la nuova formulazione della proposta di parere del relatore (vedi allegato n. 2).

La seduta termina alle 15.10.