III Commissione - Mercoledì 28 marzo 2007


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ALLEGATO 1

DL 10/2007: Disposizioni volte a dare attuazione ad obblighi comunitari ed internazionali. C. 2374 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

«La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge di conversione di decreto-legge C. 2374 recante: «DL 10/07: Disposizioni volte a dare attuazione ad obblighi comunitari ed internazionali»,
nell'auspicare, in particolare, che le norme, recate all'articolo 2 del provvedimento e relative alle procedure per l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla legge finanziaria 2007 per la promozione della candidatura della città di Milano all'Esposizione universale del 2015, possano promuovere la scelta di Milano quale città chiamata ad ospitare il prestigioso evento internazionale,
esprime

PARERE FAVOREVOLE.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00864 Venier: Sulla fine dell'embargo nei confronti del Governo palestinese.

TESTO DELLA RISPOSTA

La costituzione del nuovo Governo di Unità Nazionale palestinese costituisce un'importante opportunità che la Comunità Internazionale non deve lasciarsi sfuggire per favorire la ripresa del difficile cammino della pace.
Il Governo valuta quindi positivamente questo nuovo sviluppo, frutto di un'intensa azione che il Presidente Abu Mazen, sostenuto da alcuni Paesi arabi come l'Arabia Saudita, l'Egitto e la Giordania, ha condotto con grande determinazione.
L'Italia non ha fatto mai venire meno il suo sostegno a questa azione. Lo stesso Ministro D'Alema ha manifestato l'incoraggiamento dell'Italia con una lettera indirizzata venerdì 16 marzo 2007 al Presidente Abu Mazen, proprio mentre il nuovo Governo si accingeva a ottenere la fiducia del Consiglio Legislativo Palestinese.
La piattaforma politica del nuovo Governo palestinese è, tuttavia, il risultato di un complesso negoziato e occorre riconoscere che non accoglie integralmente i tre principi del Quartetto (ONU, UE, Russia, USA), soprattutto quello che riguarda il riconoscimento esplicito di Israele.
Tuttavia questi principi devono restare l'obiettivo verso cui l'azione del nuovo Esecutivo dovrà essere indirizzata affinché venga ripresa con vigore la via del negoziato con Israele.
Sarà essenziale che il nuovo Governo si impegni dal primo giorno, con determinazione e efficacia, per porre fine ad ogni violenza, al lancio dei razzi Qassam, al contrabbando di armi a Gaza e, in particolare, alla detenzione del Caporale Shalit.
L'Unione europea non ha ancora definito una posizione comune per quanto riguarda la «politica dei contatti» con il nuovo Governo palestinese.
Molti Paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia, hanno manifestato il desiderio di interagire con i Ministri che riconoscono i principi del Quartetto e di dare di dare un'opportunità a questo nuovo Governo con la volontà di giudicarlo per quanto saprà fare concretamente sulle questioni appena elencate, nonché in base alla sua capacità di assecondare una ripresa del negoziato con Israele sulle linee della Road Map.
L'Italia sarà pronta a valorizzare nei diversi contesti internazionali i risultati positivi che potranno essere raggiunti con l'obiettivo di alleviare le sofferenze del popolo palestinese, favorire il rilancio del Processo di Pace e, conseguentemente, apportare significativi miglioramenti per la stabilità dell'intera area mediorientale.
Per quanto concerne più specificatamente l'assistenza alla popolazione palestinese, il Governo italiano ne ha sempre sostenuto la necessità e in tal senso si è adoperato da subito in seno all'Unione europea per l'attivazione del Meccanismo Temporaneo Internazionale (TIM) che ha consentito lo scorso anno di devolvere ai Territori Palestinesi un ammontare di aiuti comunitari superiore a quello del 2005.


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Certamente occorrerà passare al più presto dalla logica dell'«assistenza umanitaria» a quella dell'«assistenza allo sviluppo» attraverso l'adozione di programmi e strumenti più incisivi che consentano, in prospettiva, di migliorare strutturalmente le condizioni di vita della popolazione palestinese. A tale proposito, l'Italia non farà mancare il suo sostegno e il suo apporto, anche nei vari contesti multilaterali, alle iniziative che saranno intraprese dalla Comunità Internazionale d'intesa con il nuovo Governo palestinese.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00887 De Zulueta: Sulla sottoscrizione della Convenzione ONU per la protezione di tutti gli individui dalle sparizioni forzate.

TESTO DELLA RISPOSTA

La «Convenzione Internazionale per la Protezione di tutti gli Individui dalle Sparizioni Forzate» è il risultato del lavoro triennale del «Gruppo di lavoro ad hoc sulle sparizioni forzate».
L'Italia ha partecipato attivamente ai lavori del Gruppo, fornendo un contributo di rilievo, riconosciuto ed apprezzato dalle altre delegazioni, grazie anche ad un efficace concerto con le altre Amministrazioni interessate: in particolare, i Ministeri della giustizia, della difesa e degli interni.
Grazie anche al contributo del nostro Paese si è riusciti ad approdare, nell'ultima sessione del Gruppo di lavoro (12-23 settembre 2005), ad un testo che costituisce un'evoluzione positiva della tutela internazionale dei diritti umani e che risponde in modo adeguato alle aspettative italiane di poter disporre di una Convenzione significativa ed efficace.
Non a caso, questo sviluppo è stato salutato con soddisfazione da molti Stati della Comunità internazionale, segnatamente dal gruppo dei Paesi latino-americani, nonché da numerose (ONG).
Il progetto di Convenzione, così come finalizzato dal Gruppo di lavoro, è stato successivamente approvato per consenso dal Consiglio dei Diritti Umani (29 giugno 2006) e, sempre per consenso, dalla Terza Commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (13 novembre 2006).
Lo stesso testo è stato poi approvato dalla plenaria dell'Assemblea Generale del 20 dicembre 2006. Coerentemente con il percorso delineato, l'Italia è risultata tra i Paesi co-sponsors della Risoluzione che ha adottato in Assemblea Generale il testo della Convenzione.
A seguito dell'approvazione della Convenzione in Assemblea Generale il Ministero degli affari esteri ha immediatamente avviato il concerto interministeriale al fine di ottenere il parere positivo delle Amministrazioni interessate (la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio del Garante per la protezione dei dati personali, il Ministero della giustizia, il Ministero dell'interno) alla firma del testo.
Il processo di consultazione si è concluso, il 26 marzo. Il Ministero degli affari esteri avvierà a breve la procedura di predisposizione dei pieni poteri alla firma della Convenzione, con l'intento di aderire quanto prima alla Convenzione.


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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00866 Zacchera: Sulle dichiarazioni rilasciate dal dottor Gino Strada relative alla liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito a quanto richiesto dall'Onorevole interrogante non posso che ribadire quanto è stato comunicato la scorsa settimana all'Aula dal viceministro Danieli.
Non appena appreso che il quotidiano Repubblica aveva perso i contatti con il suo inviato Daniele Mastrogiacomo, il Ministero degli affari esteri ha immediatamente allertato ogni possibile canale, anche attraverso l'Ambasciata a Kabul, per acquisire elementi certi sulle circostanze che avevano determinato il mancato contatto.
Contemporaneamente, ha stabilito la necessaria concertazione con le altre Amministrazioni dello Stato, in primis con la Presidenza del Consiglio, il Ministero della difesa, ed i Servizi di informazione.
Uno stretto raccordo operativo è stato attivato anche con il quotidiano la Repubblica e con i familiari, che sono stati puntualmente aggiornati di tutti gli sviluppi della vicenda.
A livello internazionale, il Governo ha in primo luogo richiesto, ai massimi livelli, la collaborazione del Governo Afgano per assicurare una rapida liberazione di Mastrogiacomo mettendo in atto ogni possibile misura necessaria per assicurare in ogni caso l'incolumità dell'ostaggio. Il Governo Afgano ha assicurato in tutto il periodo una piena collaborazione che ha condotto alla liberazione dell'ostaggio.
Il Governo ha anche chiesto la collaborazione dei Governi della coalizione internazionale in Afghanistan, ed in particolare di quello USA e di quello inglese disponendo quest'ultimo di truppe attive nell'area. Anche agli alleati le cui truppe erano attive nell'area è stato richiesto di evitare azioni di forza.
In data 10 marzo il Governo è venuto in possesso di elementi che hanno permesso di accertare l'esistenza in vita dell'ostaggio attraverso un canale individuato da Repubblica per il tramite di un suo giornalista free-lance a Kandahar.
Parallelamente, Gino Strada, fondatore di Emergency, ha confermato che detta ONG avrebbe potuto mettere a disposizione un canale di trattativa e, in data 13 marzo, è stato consegnato dai rapitori attraverso emissari di Emergency un video, risalente a due giorni prima, nel quale vengono mostrati in vita Mastrogiacomo e l'interprete afgano Ajmal Naskabandi.
Nei successivi contatti, si è privilegiato il canale aperto da Emergency in quanto ritenuto in grado di avere diretto accesso ai rapitori per individuare le rivendicazioni avanzate e per fare stato della disponibilità ad una trattativa.
L'azione del Governo è stata peraltro sostenuta, per tutto il corso della crisi, da tutte le nostre istituzioni, anche sul terreno, con la consueta discrezione ed efficacia.
Numerosi interventi istituzionali, ai massimi livelli, si sono susseguiti per chiedere al Governo afgano di mettere in


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atto ogni misura atta a garantire il rilascio degli ostaggi in condizioni di incolumità.
Questi interventi hanno consentito di realizzare le condizioni che erano state poste per la liberazione. Al riguardo, si conferma che il Governo afgano ha concesso la libertà di cinque talebani detenuti presso le carceri di Kabul affidandoli ad Emergency il cui operato è stato determinante anche e soprattutto nella fase di scambio degli ostaggi e nel condurre in zona sicura Daniele Mastrogiacomo.
In data 19 marzo il giornalista Mastrogiacomo è stato rilasciato e portato all'ospedale di Emergency di Lashkargah da dove è rientrato in Italia il giorno successivo.