VIII Commissione - Resoconto di mercoledì 28 marzo 2007


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INTERROGAZIONI

Mercoledì 28 marzo 2007. - Presidenza del vicepresidente Mauro CHIANALE. - Interviene il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa.

La seduta comincia alle 9.05.

5-00177 Minardo: Raddoppio della strada statale Ragusa-Catania.

Mauro CHIANALE, presidente, comunica che il deputato Minardo ha fatto presente di essere impossibilitato a partecipare all'odierna seduta della Commissione, a causa di un imprevisto impedimento


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sopravvenuto. Per tali motivi, concordando il rappresentante del Governo, comunica che lo svolgimento dell'interrogazione in titolo è rinviato alla prossima settimana.

5-00780 Iannuzzi: Stato dei lavori sulla autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria.

Il viceministro Angelo CAPODICASA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Tino IANNUZZI (Ulivo) ringrazia il viceministro Capodicasa per la risposta fornita alla sua interrogazione, esprimendo soddisfazione per il finanziamento integrale del progetto in virtù dell'attribuzione all'ANAS dei residui stanziamenti del Fondo Centrale di garanzia per le Autostrade e Ferrovie metropolitane, con una disponibilità liquida ed immediata di 663 milioni di euro e con ulteriori 1.770 milioni di euro legati ai crediti facenti capo al predetto Fondo, alla luce della legge finanziaria per il 2007. Giudica importante e positiva l'accelerazione che si registra nei maxi-lotti e nei lotti cosiddetti ordinari: rispetto al precedente quadro fornito dall'ANAS nel dicembre 2006, sono stati ultimati altri 11 chilometri, per un totale di 131,5 chilometri rispetto ai 120 fruibili in precedenza; inoltre, nel primo maxi-lotto (Sicignano-Atena Lucana) entro luglio 2007 saranno aperti al traffico 23 chilometri dei 28,530 chilometri complessivi, con un risultato assai significativo. Sottolinea, quindi, che per il sesto maxi-lotto, compreso fra gli svincoli di Scilla e Reggio Calabria, è stato approvato il progetto esecutivo, con la previsione di apertura dei cantieri nel prossimo mese di aprile.
Rileva che occorre accelerare ulteriormente lo svolgimento delle procedure di gara per i restanti lavori e per le ultime progettazioni, da completare entro il più breve tempo possibile. Preannuncia che proseguirà personalmente, come già accaduto nella XIV Legislatura, nella sua attività di controllo, monitoraggio e vigilanza, incalzando e stimolando l'ANAS ed il Governo ai fini del completamento, entro il 2011, di questa infrastruttura strategica per il Mezzogiorno e per l'intero Paese, a cominciare dal tratto salernitano, da definire entro il 2008.

5-00837 Stradella: Criteri per il riparto di risorse per la riduzione del disagio abitativo.

Il viceministro Angelo CAPODICASA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Franco STRADELLA (FI), replicando, fa presente che la risposta del Governo - piuttosto burocratica e molto vaga circa le questioni più rilevanti - non chiarisce quale particolare funzione svolga, nell'ambito del Ministero delle infrastrutture, il responsabile per il Piemonte del partito guidato dallo stesso Ministro Di Pietro, il quale si è incaricato di dare alla stampa locale la notizia dell'assegnazione dei finanziamenti al comune di Asti. Nel rilevare la peculiarità di questo tipo di annunci, che stanno inspiegabilmente intervenendo soltanto nei comuni per i quali è previsto il rinnovo degli organi elettivi nell'imminente tornata elettorale amministrativa, osserva che il rappresentante del Governo ha omesso di ricordare che i fondi in questione sono frutto di provvedimenti approvati nel 2001, che giungono al loro esito finale in questi giorni.
In conclusione, auspica che il Ministro delle infrastrutture non si limiti a dare «segnali di vitalità» nella materia del disagio abitativo esclusivamente in coincidenza con lo svolgimento di importanti consultazioni elettorali locali, ma possa anche rendere stabile un sufficiente grado di efficienza amministrativa su tali argomenti, al contrario di quanto ha saputo dimostrare sinora nella sua attività di governo.

Sull'ordine dei lavori.

Mauro CHIANALE, presidente, anche in relazione alle questioni sollevate dalla precedente


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interrogazione di iniziativa del deputato Stradella, che pone un problema di correttezza nei rapporti tra Ministero competente e Commissioni parlamentari, ricorda che la VIII Commissione ha approvato, nel mese di ottobre 2006, una importante risoluzione sull'attuazione del programma «Contratti di quartiere», rispetto alla quale il Governo non ha ritenuto opportuno informare il Parlamento circa i successivi passaggi attuativi e l'esecuzione dei correlati impegni assunti di fronte alla stessa Commissione. Ritiene, pertanto, utile rappresentare tale questione al viceministro Capodicasa, affinché sia sempre garantita una effettiva interlocuzione con il Parlamento, pur nel rispetto dei reciproci ruoli.

Il viceministro Angelo CAPODICASA prende atto delle considerazioni svolte dal presidente, riservandosi di rappresentarle conseguentemente al Ministro delle infrastrutture.

La seduta termina alle 9.20.

RISOLUZIONI

Mercoledì 28 marzo 2007. - Presidenza del vicepresidente Mauro CHIANALE. - Interviene il viceministro delle infrastrutture, Angelo Capodicasa.

La seduta comincia alle 9.20.

7-00129 Germanà: Completamento della diga di Blufi.
(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione.

Filippo MISURACA (FI), cofirmatario della risoluzione in titolo, ne illustra il contenuto, ricordando che in Sicilia e, in particolare, in molti comuni delle province di Caltanissetta, Agrigento ed Enna, è frequente una situazione di emergenza idrica di particolare gravità: l'acquedotto di Blufi, per tali motivi, è stato considerato facente parte del «Sistema Acquedottistico Centro Orientale» della Sicilia e sarebbe stato destinato ad integrare e a soddisfare per intero l'approvvigionamento idropotabile dei comuni ricadenti nelle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento. Fa presente che tale acquedotto sarebbe stato imperniato sul serbatoio di accumulo e regolazione da costruire, con una diga di ritenuta, poco a valle dell'abitato di Blufi: purtroppo, il Governo ha ora proceduto alla revoca del finanziamento per il completamento della citata diga, sebbene a valle del serbatoio di Blufi sia già stato costruito, ed è attualmente funzionante, un impianto di potabilizzazione dalla capacità fino a 1200 l/s, che tuttavia viene oggi utilizzato solamente per portate ridotte, proprio per il mancato completamento della diga.
Ricorda che nel 1993 la Regione siciliana ha affidato all'Eas (Ente Acquedotti Siciliani) la gestione del «sistema Blufi», per affrontare e risolvere l'endemica crisi idrica in cui, da sempre, hanno versato la città di Caltanissetta, la sua provincia e le province di Enna ed Agrigento. Le opere descritte, e realizzate con notevole investimento di risorse finanziarie, non riescono tuttavia ancora a soddisfare i bisogni idrici delle popolazioni interessate; il completamento della diga di Blufi avrebbe, invece, soddisfatto le esigenze della popolazione e migliorato il rendimento complessivo delle opere già realizzate, consentendo il riempimento dell'invaso e il suo pieno apporto idrico sia ai comuni forniti che agli altri sistemi acquedottistici interconnessi. Sottolinea, quindi, che le opere mancanti consistono nella realizzazione dello «sbarramento» da effettuare con materiali inerti, onde consentire una maggiore capacità alla diga, e che l'iter per la costruzione dell'invaso è stato travagliato da subito, per vari motivi, tra i quali segnala: l'intervento dapprima di associazioni ambientaliste, che paventavano rischi per la fauna selvatica; le procedure di esproprio dei terreni su cui effettuare l'opera; il contenzioso tra Astaldi (impresa che avrebbe dovuto effettuare il lavoro) e


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Regione siciliana, oltre che il problema delle cave da cui prelevare il terreno per realizzare la diga, cave sottoposte a vincolo o lontane dalla zona di Blufi (quindi con conseguenti costi di trasporto troppo alti).
Rileva che, pur a fronte delle suddette difficoltà, per la realizzazione della diga di Blufi il CIPE aveva disposto un finanziamento pari a 68.690.000 euro. Risulta, pertanto, necessario comprendere quali siano le motivazioni che hanno portato alla revoca del finanziamento del CIPE, valutando in particolare l'opportunità di reperire i fondi necessari alla realizzazione dell'infrastruttura, inserendola tra le priorità delle opere pubbliche strutturali indispensabili allo sviluppo socioeconomico della Sicilia Centro-orientale.
Ricorda, peraltro, che la risoluzione in discussione è stata presentata a seguito di una interrogazione del deputato Stradella, che riguardava la predetta revoca dei finanziamenti per la realizzazione della diga di Blufi, i cui lavori - come rilevato in precendenza - interessano diverse province siciliane. In particolare, giudica essenziale comprendere se il Governo abbia la reale volontà di individuare in tale diga lo strumento per garantire le necessarie risorse idriche alle province interessate: si tratta, infatti, di un'iniziativa che proviene proprio dagli enti locali e che ha visto, nei giorni scorsi, la presenza dello stesso viceministro Capodicasa ad un incontro a Caltanissetta, svolto alla presenza delle autorità territoriali e di taluni deputati appartenenti a gruppi di maggioranza e di opposizione.
Auspica, quindi, l'approvazione della risoluzione in titolo, che intende impegnare il Governo a coordinare le iniziative in atto, chiamando all'assunzione delle proprie responsabilità anche la Regione siciliana. In questo contesto, si dichiara disponibile ad una piena collaborazione con tutti i gruppi rappresentati in Commissione.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (Ulivo), giudicata opportuna l'iniziativa assunta con l'avvio della discussione della risoluzione in titolo, avverte di avere presentato, unitamente ad altri deputati del suo gruppo, un analogo atto di indirizzo sulla materia, che dovrebbe essere a breve assegnato alla VIII Commissione. Per tali motivi, chiede di valutare il possibile rinvio della deliberazione sulla risoluzione n. 7-00129, verificando l'eventuale unificazione dei due testi in occasione di una prossima seduta della Commissione.

Il viceministro Angelo CAPODICASA si riserva, in primo luogo, di valutare il testo della preannunciata risoluzione di iniziativa del deputato Lomaglio, del quale non conosce ancora il contenuto. Ricorda, quindi, che il Ministero delle infrastrutture ha svolto un attento esame circa lo stato dei lavori della diga di Blufi, occupandosi, in particolare, del problema del definanziamento dell'opera da parte del CIPE, che deriva sostanzialmente da un'inadempienza della Regione siciliana. Fa presente che gli uffici competenti hanno effettuato una ulteriore istruttoria dopo la riunione di Caltanissetta, richiamata dal deputato Misuraca, producendo alcuni elementi conoscitivi, che intende rappresentare alla Commissione.
Osserva che la risoluzione in discussione richiede preliminarmente al Governo di riferire in merito ai motivi ostativi che non hanno consentito la realizzazione dell'opera, di reperire i fondi necessari per la realizzazione dell'opera e, infine, di chiarire i motivi che hanno portato alla revoca del finanziamento da parte del CIPE. Per quanto attiene al primo punto, fornisce alcune sommarie informazioni in merito all'iter seguito nel corso degli anni per la costruzione della diga di Blufi, che risultano, peraltro, ben note ai deputati che hanno presentato l'atto. L'opera è parte dello «Schema acquedottistico centro-orientale della Sicilia», che è stato realizzato per le opere: impianto di potabilizzazione, condotta principale (96 chilometri), interconnessione con gli acquedotti Madonie Est, Madonie Ovest, Ancipa e quello del dissalatore di Gela. Lo schema è destinato a soddisfare le esigenze idropotabili di 8 comuni ricadenti nelle province


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di Caltanissetta, Enna ed Agrigento, ossia circa 300.000 abitanti. Resta da eseguire la diga di Blufi, dal cui serbatoio ha origine l'acquedotto di Blufi, che, in via precaria, è alimentato da una presa di acqua fluente che surroga il futuro serbatoio. L'esercizio è gravemente discontinuo o per l'impossibilità di potabilizzare (la portata è inferiore al minimo di funzionamento dell'impianto) o per l'eccessiva torbidità delle acque captate durante le piene.
Fa presente che, ad oggi, l'EAS, in esecuzione dell'intervento, ha espropriato l'area interessata ed ha costruito i seguenti manufatti: strada d'accesso (collegamento allo svincolo «Irosa» e alla viabilità ordinaria); svincolo «Irosa» sull'Autostrada A19 (non aperto da parte dell'ANAS); casa di guardia; galleria di deviazione provvisoria del fiume; scarico di superficie; opera di presa e derivazione; scarico di fondo; scarico di superficie; galleria idraulica tra il bacino del fiume Pollina e quello del fiume Imera meridionale; traversa provvisoria, potabilizzatore e relativa condotta di collegamento.Da una recente ispezione dell'ex RID, le opere già eseguite risultano in buono stato di conservazione. Per quanto attiene alla cronologia dell'opera, ricorda che il progetto esecutivo della diga è datato maggio 1987 ed approvato dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici con voto del 25 febbraio 1988. L'inizio dei lavori di costruzione risale al dicembre 1990 e la successiva interruzione degli stessi è avvenuta nel giugno 1996. Il CIPE, con delibera n. 52 del 1999, ha provveduto ad un finanziamento pari a euro 68.688.767,58, a valere sugli esercizi finanziari 1999-2002. Sempre nel 1999, per disposizione del Presidente del Consiglio, è intervenuta l'esigenza di assoggettare l'opera a procedura di VIA. Con una Ordinanza del marzo 2000, è stata dichiarata l'emergenza idrica che, nelle more della VIA, ha autorizzato le attività di ripristino del cantiere e la realizzazione dei rilevati sperimentali con i materiali delle nuove cave individuate, con oneri a carico delle risorse della Regione siciliana. L'EAS ha chiesto la pronuncia di compatibilità ambientale con domanda del 26 giugno 2000. Nel corso del 2000 sono sopravvenuti i pareri favorevoli della Regione siciliana, del Ministero Beni ed Attività Culturali, della commissione per la VIA e, quindi, la compatibilità ambientale con decreto del Ministro Ambiente e Ministro Beni ed Attività Culturali in data 31 gennaio 2001. L'intervento è, inoltre, incluso nell'APQ (accordo di programma quadro) «Risorse idriche», sottoscritto il 5 ottobre 2001; nell'accordo, a partire dal monitoraggio dicembre 2004, il piano temporale di realizzazione dell'intervento prevede al febbraio 2007 l'avvio della progettazione e l'ultimazione dei lavori a maggio 2011.
Sottolinea infine che, come correttamente riportato nella risoluzione in titolo, il CIPE, con delibera n. 12 del 22 marzo 2006, ha revocato il finanziamento pari a euro 68.688.767,58. La delibera fa riferimento all'attività dell'UVER - Unità di verifica degli investimenti pubblici - Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione del Ministero dell'economia e finanze, manifestata il 15 marzo 2006, nel primo rapporto sulla «valutazione di efficacia». Nel rapporto citato, che ha riguardato i finanziamenti di cui alle delibere CIPE n. 52 e 135 del 1999, l'UVER esprime una «valutazione di efficacia negativa» per alcuni interventi e quindi, intendendo che i medesimi non possiedano utilità economica e sociale adeguata agli obiettivi per i quali erano stati concessi i finanziamenti, ne propone il definanziamento. Nello stesso rapporto, l'UVER ha redatto una apposita scheda per ogni intervento; per l'opera in questione la scheda individuata con il codice 7432 riporta l'esito degli accertamenti della «visita in loco» (18 gennaio 2006), la valutazione negativa e la conseguente proposta di revoca del finanziamento. In tale scheda sono evidenziate: la mancanza di attendibilità delle stime sul tempo e le risorse necessarie per la conclusione dei lavori, il superamento dei termini concessi in proroga (dal 2002 al 2003) e la circostanza


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dello stato di liquidazione dell'EAS dal 2005, elementi che, si può supporre, hanno motivato la proposta avanzata.
Fa, quindi, presente che il competente Ministro per lo sviluppo e la coesione territoriale, Micciché, in sede CIPE ha fatto proprie le richieste di definanziamento avanzate dall'UVER. La lettura della citata scheda consente di rilevare come i funzionari dell'UVER, estensori della stessa, mentre correttamente rilevano l'esistenza del potabilizzatore da 1.200 l/s e della condotta di 96 chilometri, non evidenziano che tali infrastrutture sono alimentate da una derivazione capace di fornire, al massimo, il 30 per cento della portata necessaria, peraltro non continuativamente. È ugualmente rilevabile come nella scheda non sia stata compilata la sezione «indicatori d'impatto», che valuta come l'intervento migliora il servizio agli utenti, che in questo caso avrebbe evidenziato, in tale ottica, il negativo effetto della revoca che si proponeva.
Sulla base degli elementi richiamati, giudica evidente che il Ministero delle infrastrutture, allora Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, non fu all'epoca né consultato né in alcun modo coinvolto in relazione alla proposta di espunzione della diga di Blufi dai finanziamenti già concessi. Ritiene altrettanto evidente che né al Ministero delle infrastrutture né tantomeno all'attuale Governo possa essere imputata la revoca del finanziamento deliberato dal CIPE, presieduto dall'allora Presidente del Consiglio Berlusconi, precisando che il dispositivo della delibera n. 12/06, che opera la destinazione ad altri fini dei 68 milioni di euro già destinati al completamento della diga, vanifica l'investimento pubblico fino ad oggi utilizzato, ma, per quanto riconoscibile ed avuto riguardo all'attuale distribuzione della potestà tra le articolazioni della comunità nazionale, la valutazione e la soluzione di tale problematica appartiene interamente all'autonomia regionale.
Rammenta che l'opera in questione, sin dal 2001, è stata inserita tra le infrastrutture strategiche individuate dall'allegato 3 alla delibera CIPE n. 121 del dicembre 2001, ma a tale inserimento non ha fatto seguito alcuna attività amministrativo/progettuale tesa ad ottenerne il finanziamento. Fa presente che anche in occasione dell'Intesa Generale Quadro, sottoscritta nel 2003, la Regione siciliana ha richiesto di attribuire rilevanza strategica solo ad altre opere. Pertanto, essendo trascorsi ormai quasi sei anni dall'emanazione della citata delibera n. 121, osserva che la Regione siciliana dovrà esplicitamente confermare la permanenza della strategicità dell'opera per l'infrastrutturazione idrica della Regione. Solo a valle di una Intesa Generale Quadro integrativa tra il Governo e la Regione siciliana che ratifichi tale strategicità, sarebbe possibile reinserire la diga di Blufi nell'elenco di opere strategiche. In particolare e preliminarmente, la Regione dovrebbe individuare il «Soggetto Aggiudicatore» e quantificare l'ammontare del finanziamento complessivo per portare l'opera all'esercizio ordinario, evidenziando la quota di cofinanziamento a valere sul proprio bilancio ovvero su quello dell'eventuale concessionario o gestore. Infine, per la specificità dell'opera da completare, giudica utile corredare l'intesa di termini temporali nei quali lo stesso «Soggetto Aggiudicatore» si impegna a completare l'intervento.

Mauro CHIANALE, presidente, considerata l'esigenza di approfondire gli elementi conoscitivi forniti dal rappresentante del Governo, riterrebbe utile proseguire nella prossima settimana la discussione della risoluzione in titolo, verificando anche la possibile unificazione del testo con quello della risoluzione preannunciata dal deputato Lomaglio.

Filippo MISURACA (FI), preso atto delle informazioni fornite dal viceministro Capodicasa, auspica che la Commissione possa pervenire, in occasione della prossima seduta, alla definizione di un testo condiviso da tutti i gruppi. Sollecita, quindi, il Governo a chiarire quale sia la propria volontà circa il completamento dell'opera in questione.


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Il viceministro Angelo CAPODICASA, nel giudicare condivisibile l'intenzione di procedere all'adozione di un testo condiviso da maggioranza e opposizione, ribadisce che l'eventuale inserimento dell'opera nell'ambito della programmazione regionale potrebbe consentire di procedere alla riassegnazione dei relativi finanziamenti.

Mauro CHIANALE, presidente, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00131 Bocci: Coordinamento della legislazione speciale per le città e per particolari aree territoriali.
(Seguito della discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00045)

La Commissione prosegue la discussione, rinviata il 14 marzo 2007.

Gianpiero BOCCI (Ulivo) fa presente che la principale motivazione da cui nasce la sua risoluzione è da rinvenire nell'esigenza di armonizzare le legislazioni speciali sulle città, per le quali si registra una disciplina normativa caotica e non sistematizzata. Ritiene, al contrario, opportuno attribuire un contesto unitario a tale legislazione, chiedendo uno sforzo al Governo affinché si adoperi per un'attività ricognitiva della disciplina vigente e proceda, successivamente, all'adozione di uno strumento di unificazione, anche a carattere compilativo, la cui legittimazione potrebbe derivare da una apposita legge di delegazione di iniziativa parlamentare.

Mauro CHIANALE, presidente, segnala che la proposta del deputato Bocci potrebbe anche trovare collocazione nell'ambito delle iniziative legislative in materia di governo del territorio, alle quali stanno lavorando diversi gruppi parlamentari, inclusi quelli di maggioranza.

Paolo CACCIARI (RC-SE) osserva che le leggi speciali per le città sono spesso originate da problemi specifici e contingenti, che giustificano l'esistenza di una normativa derogatoria rispetto alla disciplina ordinaria. Rilevato che talvolta tali leggi anticipano, in forma sperimentale, riforme che poi vengono adottate a livello generale dal legislatore, sottolinea che spesso si registrano seri problemi di raccordo tra legislazione speciale e legislazione ordinaria; a titolo di esempio, cita il recente caso della cosiddetta «delega ambientale» e quello della legislazione speciale per Venezia. Per tali motivi, prospetta una integrazione del testo della risoluzione che segnali specificamente l'esigenza di un raccordo tra le varie forme di legislazione.

Il viceministro Angelo CAPODICASA segnala che l'esistenza di una molteplicità di normative speciali che contengono disposizioni applicabili a singole città italiane in materia urbanistica, architettonica, ambientale e dei centri storici, nonché la disomogeneità della legislazione in materia, richiedono una ricognizione della normativa esistente e l'adozione di strumenti di coordinamento e di raccordo tra le varie leggi speciali. In merito, specifica che in base all'attuale assetto istituzionale delineato dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche del Titolo V della Costituzione, le competenze in materia edilizia residenziale sono demandate alle Regioni. Ai sensi del citato decreto legislativo n. 112, spetta allo Stato, in ogni caso, la definizione dei livelli minimi del servizio abitativo nonché degli standard di qualità degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. È previsto altresì che lo Stato promuova programmi innovativi in ambito urbano.
Ferma restando la definizione spettante allo Stato delle caratteristiche tecniche degli alloggi di edilizia residenziale fruente di contributi statali, osserva che le regioni e, conseguentemente, i singoli comuni definiscono le normative urbanistiche ed edilizie che regolano le attività costruttive all'interno delle ipotesi di trasformazione urbanistica/edilizia da figurare nell'ambito della pianificazione urbanistica adottata. In ogni caso, la recente attivazione da


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parte del Ministero delle infrastrutture dei programmi sperimentali in ambito urbano («Contratti di Quartiere» I e II) costituiscono un esempio di applicazione uniforme sul territorio nazionale di normative speciali e procedurali finalizzate ai programmi attivati dall'amministrazione centrale. Si tratta, in ogni caso, di iniziative che si pongono al di fuori degli interventi ordinari dell'edilizia residenziale e delle politiche urbane, che ricadono invece nelle attribuzioni istituzionali delle Regioni e degli enti locali.
Sulla base degli attuali strumenti normativi vigenti e stante la specificità delle diverse situazioni territoriali esistenti, intende svolgere alcune osservazioni in merito alla praticabilità dell'ipotesi di operare l'unificazione in un unico contesto giuridico della legislazione vigente in materia edilizia e urbanistica. Difatti, pur condividendo le finalità generali della risoluzione, deve rappresentare le difficoltà che la proposta di unificazione della legislazione vigente in materia di edilizia urbanistica potrebbe registrare, soprattutto con riferimento a profili di legittimità costituzionale. È, pertanto, parere del Governo che si possa procedere ad una attenta disamina di tutta la normativa attualmente vigente, comprendente non solo l'ambito nazionale ma anche quello comunitario, regionale, regolamentare o di altri enti locali, provvedendo, inoltre, ad una disamina delle norme di finanziamento di programmi speciali, anche alla luce delle nuove specifiche attribuzioni delle aree metropolitane.
Ricorda, dunque, l'esistenza, oltre ai programmi straordinari di edilizia residenziale, anche di programmi complessi quali le normative specifiche per la salvaguarda di Venezia, per la città di Reggio Calabria, nonché gli interventi previsti a seguito di eventi speciali come le Olimpiadi invernali di Torino. Segnala come l'impegno del Governo ad accogliere la proposta contenuta nella risoluzione non possa prescindere da tutti questi aspetti, non ultimo quello delle implicazioni finanziarie derivanti da qualsiasi intervento sulla normativa esistente. Peraltro, stante la pluralità di livelli normativi presenti, ritiene che si possa prospettare, in questa fase, un'operazione di raccolta compilativa delle diverse fonti, piuttosto che un'azione modificativa della disciplina esistente.

Gianpiero BOCCI (Ulivo) dichiara di non comprendere pienamente le considerazioni svolte dal rappresentante del Governo, fatte salve le ultime valutazioni circa l'esigenza di procedere ad una complessiva ricognizione della normativa vigente. Pur apprezzando le riflessioni circa i rischi di sovrapposizione di competenze in materia di politiche edilizie ed abitative, osserva infatti che il vero obiettivo della risoluzione in discussione consiste nel dare unitarietà ad un contesto normativo disordinato, secondo quanto rilevato anche dal deputato Cacciari.

Mauro CHIANALE, presidente, ritiene che la risoluzione di iniziativa del deputato Bocci prospetti l'importante obiettivo di procedere ad una ricognizione delle norme vigenti in materia di legislazione speciale per le città, anche al fine di sistematizzarne l'operatività in un unico contesto normativo.

Il viceministro Angelo CAPODICASA, alla luce degli interventi svolti, conferma che il Governo si impegna a procedere ad una attenta attività di ricognizione prima di definire i relativi interventi di semplificazione normativa.

Gianpiero BOCCI (Ulivo) giudica opportuno che la Commissione approvi oggi un preciso impegno al Governo nel senso indicato dallo stesso viceministro delle infrastrutture, il quale potrà successivamente riferire al Parlamento circa l'attuazione dell'impegno assunto. Preso atto dei suggerimenti emersi nel corso del dibattito, propone pertanto una nuova formulazione della sua risoluzione (vedi allegato 3), di cui raccomanda l'accoglimento.

Il viceministro Angelo CAPODICASA esprime l'orientamento favorevole del Governo


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sulla nuova formulazione della risoluzione in titolo.

La Commissione approva la nuova formulazione della risoluzione in discussione, che assume il numero 8-00045.

La seduta termina alle 10.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 28 marzo 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Gianni Piatti.

La seduta comincia alle 14.35.

Contributo al Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Club alpino italiano.
C. 1746-undevicies Governo.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 14 marzo 2007.

Ermete REALACCI, presidente, comunica che sono pervenuti i pareri delle competenti Commissioni sul nuovo testo del disegno di legge in titolo: la I Commissione ha espresso parere favorevole, mentre la V Commissione ha espresso parere favorevole con condizione ed osservazione. Avverte che il relatore ha conseguentemente predisposto due emendamenti (vedi allegato 4), finalizzati a recepire la condizione e l'osservazione formulate nel parere della V Commissione e ad introdurre le conseguenti modificazioni formali.

Raffaella MARIANI (Ulivo), relatore, ricorda preliminarmente che la I Commissione, nel parere di competenza, ha confermato che «non sussistono motivi di rilievo sugli aspetti di legittimità costituzionale». Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, invece, la V Commissione, nella seduta del 21 marzo, ha ravvisato l'insufficienza delle risorse, limitatamente all'anno 2008, per l'articolo 2 del nuovo testo del disegno di legge, recante il rifinanziamento del CAI per una cifra pari a 220.000 euro annui a decorrere dal 2007. Infatti, la copertura dell'onere è posta a carico dell'accantonamento del fondo speciale di parte corrente di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze, per il triennio 2007-2009, il quale, pur recando una specifica voce programmatica, non presenta, limitatamente all'anno 2008, le necessarie disponibilità, che sono state parzialmente utilizzate dal Senato durante la conversione in legge del decreto-legge n. 300 del 2006. Osserva che la V Commissione ha segnalato che l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze reca una disponibilità, al netto delle risorse utilizzate per il rifinanziamento del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, pari a 60.000 euro. Conseguentemente, la stessa V Commissione, rilevata la necessità di rideterminare nella misura di 60.000 euro per l'anno 2008 l'entità del contributo di cui all'articolo 2, comma 1, del provvedimento, ha espresso parere favorevole con una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, oltre che con una osservazione di natura formale, che segnala l'opportunità di modificare l'autorizzazione di spesa richiamando esplicitamente il riferimento normativo che dispone l'entità del contributo statale in favore del CAI.
Alla luce delle indicazioni della V Commissione, fa dunque presente di avere predisposto gli emendamenti 1.10 e 2.10 - diretti a riformulare l'articolo 2 e ad integrare l'articolo 1 con una disposizione operativa analoga al comma 3 del medesimo articolo 2 - di cui raccomanda l'approvazione.

Il sottosegretario Gianni PIATTI esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.10 e 2.10 del relatore.


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La Commissione approva, con distinte votazioni, gli emendamenti 1.10 e 2.10 del relatore.

Franco STRADELLA (FI), nel sottolineare l'anomalia di un meccanismo procedurale che fa sì che il Parlamento debba impegnare anche una sola seduta dell'Assemblea per disporre il rifinanziamento dell'attività del CAI, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame, auspicandone una rapida approvazione.

La Commissione delibera, quindi, di conferire al deputato Mariani il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul disegno di legge n. 1746-undevicies, come modificato nel corso dell'esame in sede referente.

Ermete REALACCI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Riqualificazione e recupero dei centri storici.
Testo unificato C. 550 Foti, C. 764 Iannuzzi e C. 824 Iannuzzi.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 7 febbraio 2007.

Ermete REALACCI, presidente, ricorda che nella precedente seduta erano stati comunicati tutti i pareri espressi dalle competenti Commissioni sul testo unificato delle proposte di legge in esame, come risultante dagli emendamenti approvati nelle sedute del 5 e 6 dicembre 2006; la presidenza, conseguentemente alle richieste formulate da taluni gruppi, si era quindi riservata di trasmettere alla Presidenza della Camera la eventuale richiesta di trasferimento in sede legislativa del testo unificato delle proposte di legge nn. 550, 764 e 824, una volta verificata la sussistenza dei requisiti prescritti dall'articolo 92, comma 6, del Regolamento.
Comunica ora che il relatore, preso atto che - allo stato - non sussistono le condizioni per il trasferimento del testo unificato alla sede legislativa, propone di concluderne l'esame in sede referente, anche al fine di un suo possibile inserimento nel prossimo calendario dei lavori dell'Assemblea.

Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, ricordato che i pareri delle competenti Commissioni sono stati tutti favorevoli al provvedimento, osserva che i limitati rilievi espressi in taluni di essi potranno essere eventualmente recepiti nel corso dell'esame in Assemblea. Sottolinea, quindi, che occorre procedere alla definitiva approvazione del testo unificato, anche per dare un segnale di concretezza rispetto ad un confronto parlamentare in atto ormai da alcuni mesi.

Tino IANNUZZI (Ulivo) ringrazia il relatore per il lavoro svolto, sottolineando che il testo del provvedimento è frutto di un lavoro condiviso da tutti i gruppi. Ricordato, quindi, che il problema del mancato trasferimento alla sede legislativa si incrocia con questioni più complessive, legate a fattori di natura politica generale, auspica che la discussione in Assemblea sia particolarmente rapida e possa portare alla sollecita approvazione del provvedimento.

Franco STRADELLA (FI) dichiara di condividere le considerazioni svolte dal deputato Iannuzzi, confermando che il mancato assenso del suo gruppo al trasferimento alla sede legislativa non è legato ad alcun problema di merito. Si associa, pertanto, agli auspici di un rapido confronto in Assemblea sul provvedimento in esame.

Antonio MEREU (UDC) osserva che il suo gruppo condivide il testo unificato delle proposte di legge in titolo e si adopererà per una sua sollecita approvazione da parte dell'Assemblea.

La Commissione delibera, quindi, di conferire al deputato Bocci il mandato a


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riferire favorevolmente all'Assemblea sul testo unificato delle proposte di legge nn. 550, 764 e 824, come modificato nel corso dell'esame in sede referente.

Ermete REALACCI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 14.55.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 28 marzo 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Gianni Piatti.

La seduta comincia alle 14.55.

Indagine conoscitiva sulla valutazione delle conseguenze ambientali provocate dall'inquinamento urbano, dallo smaltimento dei rifiuti e dalle aree ad alto rischio.
(Deliberazione di una proroga del termine).

Ermete REALACCI, presidente, avverte che è stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, ai fini di una proroga, fino al 31 ottobre 2007, del termine per la conclusione dell'indagine conoscitiva sulla valutazione delle conseguenze ambientali provocate dall'inquinamento urbano, dallo smaltimento dei rifiuti e dalle aree ad alto rischio, secondo quanto concordato nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 14 marzo 2007.
Propone, quindi, di approvare la proroga del termine dell'indagine conoscitiva testé richiamata.

La Commissione approva.

La seduta termina alle 15.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 28 marzo 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Gianni Piatti.

La seduta comincia alle 15.

Sull'ordine dei lavori.

Franco STRADELLA (FI), intervenendo per alcune precisazioni di natura preliminare in relazione alle proposte di nomina all'ordine del giorno della Commissione, esprime l'indignazione del suo gruppo per l'atteggiamento assunto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in ordine al sistema dei parchi nazionali, con specifico riferimento ai continui commissariamenti che lo stesso Ministro sta realizzando presso tali Enti. Si riferisce, in particolare, al caso del parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, dove il Presidente in carica, che - a suo giudizio - aveva lavorato per il bene del territorio, è stato sostituito da un Commissario nominato lasciando decorrere i termini tecnici che avrebbero dovuto essere utilizzati per la consultazione degli enti regionali e locali.
Per queste ragioni, preannuncia che il suo gruppo non parteciperà al voto delle proposte di nomina all'ordine del giorno dell'odierna seduta della Commissione.

Antonio MEREU (UDC) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Stradella in relazione ai commissariamenti dei parchi nazionali, preannunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto delle proposte di nomina all'ordine del giorno dell'odierna seduta della Commissione.

Maurizio ACERBO (RC-SE) ritiene che le battaglie che taluni gruppi hanno combattuto quando si trovavano all'opposizione dovrebbero caratterizzare anche l'attuale azione di governo. In tal senso, giudica inopportuno procedere oggi alle


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votazioni sulle proposte di nomina, in assenza di una complessiva condivisione sul metodo seguito per giungere alle nomine stesse. Poiché, infatti, non ritiene utile fornire all'attuale opposizione elementi di facile polemica politica, prospetta alla Commissione la possibilità di prevedere un ulteriore momento di riflessione, in coerenza con i principi per i quali i gruppi di centrosinistra si sono battuti nella scorsa legislatura, rinviando le deliberazioni di competenza ad altra seduta.

Ermete REALACCI, presidente, ricordato che nella precedente seduta vi è stato un dibattito molto articolato sul metodo seguito dal Ministro per giungere alle proposte di nomina, invita i gruppi di maggioranza ad un atto di responsabilità, che non pregiudica in alcun modo la necessità di procedere, per il futuro, ad una piena condivisione dei criteri di nomina degli organi di vertice dei parchi nazionali.

Gianpiero BOCCI (Ulivo) dichiara di condividere le perplessità manifestate dal deputato Acerbo, invitando la Commissione a procedere ad ulteriori approfondimenti sulle proposte di nomina all'ordine del giorno della seduta odierna.

Ermete REALACCI, presidente, considerate le posizioni espresse da diversi deputati della Commissione, prospetta l'eventualità di un rinvio dell'esame dei provvedimenti all'ordine del giorno della seduta odierna, valutando la possibilità di rimettere all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la cui riunione è fissata per la giornata di domani, la decisione in ordine alla richiesta al Presidente della Camera di concedere l'ordinaria proroga di dieci giorni, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, ai fini dell'espressione del parere di competenza.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV), pur concordando sul merito della proposta del Presidente Realacci, dissente in ordine alle motivazioni che stanno alla base di tale ipotesi di rinvio.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno), pur comprendendo talune delle perplessità espresse dai deputati intervenuti, dichiara di non condividere il metodo adottato per rappresentarle alla Commissione, in una fase in cui si dovrebbe ormai procedere alle votazioni di competenza. Prospetta, pertanto, l'opportunità di passare subito al voto delle proposte di nomina all'ordine del giorno e di organizzare, subito dopo, un incontro informale con i rappresentanti del Governo per chiarire il metodo da seguire, in futuro, per giungere alle nomine degli organi di vertice dei parchi nazionali.

Camillo PIAZZA (Verdi) dichiara di condividere la proposta del deputato Di Gioia, ricordando come l'argomento in questione sia stato a lungo dibattuto e lo stesso Ministro Pecoraro Scanio abbia assunto precisi impegni di fronte alle Camere. Invita, pertanto, a procedere al voto delle proposte di nomina.

Ermete REALACCI, presidente, considerati gli interventi sinora svolti, avverte che la Commissione passerà ora al seguito dell'esame della proposta di nomina n. 22.

Proposta di nomina del dottor Leo Autelitano a presidente dell'Ente parco nazionale dell'Aspromonte.
Nomina n. 22.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 21 marzo 2007.

Ermete REALACCI, presidente, ricorda che il relatore, nella precedente seduta, ha proposto di esprimere parere favorevole sulla proposta di nomina in esame.
Indice, quindi, la votazione sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere del relatore.


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Ermete REALACCI, presidente, avverte che la Commissione non è in numero legale. Ritiene, peraltro, che - apprezzate le circostanze - non vi siano le condizioni per riconvocare la seduta della Commissione tra un'ora, essendo anche previste imminenti votazioni in Assemblea.
Nel riservarsi, dunque, di sottoporre all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, le modalità per la prosecuzione dell'esame del complesso delle proposte di nomina assegnate alla Commissione, il cui termine di espressione del parere viene in scadenza il prossimo 2 aprile, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.25.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Proposta di nomina del dottor Luigi Sacchini a presidente dell'Ente parco nazionale delle Foreste Casentinesi.
Nomina n. 23

Proposta di nomina del dottor Massimo Marcaccio a presidente dell'Ente parco nazionale dei Monti Sibillini.
Nomina n. 24.