I Commissione - Resoconto di venerd́ 11 maggio 2007


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SEDE REFERENTE

Venerdì 11 maggio 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 9.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Conflitto di interessi.
Nuovo testo C. 1318 Franceschini.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 maggio 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, avverte che sono pervenuti i pareri delle Commissioni II, V, VI, VII, IX, X e XI, nonché del Comitato per la legislazione, che sono stati messi in distribuzione. Presenta quindi gli emendamenti 3.900, 3.901, 4.900, 4.901, 4.902, 4.903, 5.900, 8.900, 8.901, 9.900, 9.901, 14.900, 14.901, 14.902, 14.903, 14.904, 14.905, 14.906, 20.900, 20.901, 21.900, 21.901, 21.902 e 27.900 (vedi allegato 2), volti a recepire tali pareri e riferiti al testo del provvedimento come risultante dall'esame degli emendamenti inviato alle Commissioni per il parere (vedi allegato 1). Si sofferma in particolare sul parere reso dal Comitato per la legislazione, che invita la I Commissione, con riferimento all'articolo 21, dove si delega il Governo ad adottare una disciplina che estenda le regole in materia di conflitto di interessi anche agli organi di governo delle autonomie territoriali, «secondo i principi ed i criteri desumibili dalla presente legge», ad esplicitare le linee essenziali alle quali il legislatore delegato è tenuto ad ispirarsi, eventualmente richiamando espressamente singoli articoli o istituti giuridici disciplinati dal provvedimento in esame, con particolare


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riguardo alla formulazione di meccanismi sanzionatori relativi agli organi di governo regionali di cui al comma 1, lettera b). Fa presente che a tale fine è volto l'emendamento 3.900. L'emendamento 3.901 è invece finalizzato a recepire il suggerimento dello stesso Comitato che invita la Commissione a coordinare il termine di esercizio della delega, previsto entro due mesi dalla pubblicazione, con il momento di entrata in vigore della legge fissato all'articolo 29, stabilito in centoventi giorni dalla sua pubblicazione, al fine di evitare che il termine possa spirare prima ancora che la disposizione di delega acquisti efficacia.

Marco BOATO (Verdi), con riferimento all'emendamento del relatore 3.901, ritiene che esso produca come conseguenza un allungamento dei tempi per l'esercizio della delega.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, fa presente che gli emendamenti 9.901, 14.902, 14.904, 20.901, 21.902 e 21.900 sono volti a recepire i rilievi contenuti nel parere del Comitato per la legislazione.

Franco RUSSO (RC-SE) fa presente che il Comitato per la legislazione si è a lungo soffermato, con riferimento alle categorie di soggetti che non possono essere nominati o eletti membri dell'Autorità, di cui alla lettera b) del comma 5 dell'articolo 3, sulla opportunità di eliminare l'estensione di tale impedimento ai consiglieri comunali. In proposito osserva che, se la ratio della limitazione è volta ad impedire la partecipazione all'Autorità di componenti di organismi esecutivi, non appare condivisibile includere nel divieto anche i consiglieri comunali. In questo senso, così come non sussistono limiti per i parlamentari nazionali, analoga previsione andrebbe stabilita per i consiglieri comunali.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, chiede alla Commissione di valutare l'osservazione del deputato Franco Russo che ha riportato un orientamento del Comitato per la legislazione che non è stato tuttavia inserito nel parere reso. Avendo quindi verificato una sostanziale condivisione sulla questione, presenta l'emendamento 3.902 (vedi allegato 2), volto a prevedere un esplicito riferimento, al comma 5, lettera c) dell'articolo 3, alle altre cariche di cui all'articolo 2, comma 1.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) si sofferma sulle sanzioni previste in ordine alla violazione degli obblighi di astensione nonché sulla inopportunità di prevedere la responsabilità del titolare delle cariche di governo in caso di mancata presentazione da parte di un familiare della presentazione delle dichiarazioni di cui all'articolo 8.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, fa presente che gli emendamenti 8.901, 14.903, 14.905, 14.906 e 20.900 sono volti a recepire le condizioni e le osservazioni contenute nel parere della II Commissione. In particolare rileva che l'emendamento 14.903 è volto a modificare la previsione secondo cui il trustee non deve avere a proprio carico alcun procedimento civile o penale per mala gestio o per violazione degli obblighi fiduciari assunti, sopprimendo il riferimento alla responsabilità penale.

Donato BRUNO (FI) osserva che i casi di mala gestio rappresentano casi di illecito civile.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, si sofferma sull'emendamento 14.906, volto ad armonizzare la disciplina in materia di giurisdizione. Al riguardo fa presente che l'articolo 26 prevede che, per le controversie nelle materie disciplinate dal provvedimento, la competenza esclusiva è dell'autorità giudiziaria italiana anche quando il trustee ha sede o residenza al di fuori del territorio della Repubblica italiana, mentre il secondo periodo dell'articolo 14, stabilendo che alle controversie concernenti l'attività del gestore si applichi la disposizione di cui all'articolo 17, comma 3, della Convenzione firmata a


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Bruxelles il 27 settembre 1968, potrebbe comportare la giurisdizione di un giudice di un altro Paese.

Donato BRUNO (FI) osserva che la maggior parte dei trust istituiti in Italia ha sede all'estero, dove risulta problematico prevedere l'applicazione della legge italiana.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ritiene che si potrebbe prevedere, per le controversie che riguardano l'attività del trustee, l'applicazione della legge dove esso ha sede.

Franco RUSSO (RC-SE) condivide l'osservazione del presidente Violante.

Maurizio TURCO (RosanelPugno) ritiene opportuno prevedere specifiche disposizioni volte ad evitare che si possano istituire trust in Paesi la cui legislazione non offra idonee graranzie.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, ricorda che il trust è istituito d'intesa con l'Autorità e che pertanto la condivisibile preoccupazione del deputato Turco non sembra configurabile in concreto.

Gabriele BOSCETTO (FI) condivide l'osservazione del presidente Violante.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) osserva che l'oggetto della normativa in esame si caratterizza per la sua complessità, essendo in parte assoggettato all'ordinamento del paese in cui ha sede il trust ed in parte alle disposizioni recate dal provvedimento in oggetto.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, riformula il proprio emendamento 14.906, che assume la numerazione 26.900 (vedi allegato 2), nel senso di prevedere la giurisdizione dell'autorità giudiziaria italiana, ad eccezione di quanto disposto dall'articolo 14, comma 10, che prevede che per l'attività del trustee si applica l'articolo 17, comma 3 della Convenzione ratificata con la legge n. 804 del 1971.
Illustra gli emendamenti 4.900, 4.901, 4.902, 4.903, 5.900, 21.901 e 27.900, volti a recepire le condizioni della V Commissione.

Gabriele BOSCETTO (FI) esprime alcune perplessità sull'emendamento 4.900, ritenendo in proposito che si potrebbe prevedere di rimettere ad un apposito regolamento la disciplina del trattamento giuridico ed economico del personale dell'Autorità.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, osserva che la condizione posta dalla V Commissione è volta ad evitare che il riferimento ai criteri fissati dal contratto collettivo di lavoro in vigore per la Banca d'Italia, pur se utilizzato da altre Autorità, faccia lievitare gli òneri recati dal provvedimento oltre la copertura prevista. In proposito ritiene che la questione potrebbe essere approfondita nel corso dell'esame in Assemblea.

Marco BOATO (Verdi) e Franco RUSSO (RC-SE) si dichiarano favorevoli all'emendamento proposto dal relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, illustra gli emendamenti 3.900, 8.900, 9.900, 14.900 e 14.901, volti a recepire le osservazioni della VI Commissione.

Gabriele BOSCETTO (FI) dichiara le proprie perplessità sull'emendamento 9.900, volto a prevedere che l'institore nominato per la gestione degli interessi dell'imprenditore individuale agisca in piena autonomia. Al riguardo fa presente che le imprese individuali possono caratterizzarsi anche per piccole dimensioni e che, per le stesse imprese individuali, si era convenuto di predisporre una disciplina meno invasiva, che prevedesse la possibilità per l'imprenditore di partecipare alla gestione.

Franco RUSSO (RC-SE) si dichiara favorevole all'emendamento 9.900. In proposito ricorda che la previsione della possibilità di nominare un institore era contenuta


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in un emendamento del gruppo di Forza Italia, sul quale lui stesso aveva espresso perplessità. Al riguardo ritiene che l'osservazione della VI Commissione, in quanto stabilisce un preciso principio che connota l'azione dell'institore, debba essere recepita. Chiede inoltre al presidente Violante di chiarire il rapporto che intercorre tra gli articoli 9 e 10, con particolare riferimento all'ipotesi in cui un imprenditore individuale, disponendo di un patrimonio superiore a quindici milioni di euro, rientri nel caso di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a). In particolare chiede di sapere se in questo caso valga per l'imprenditore individuale quanto stabilito per le incompatibilità «generali» dall'articolo 9, comma 3.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, fa presente che, nel caso prefigurato dal deputato Franco Russo, l'imprenditore individuale soggiace alla disciplina dell'articolo 10, al pari di qualunque altro imprenditore.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) si dichiara contrario all'emendamento 9.900.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo) si dichiara favorevole all'emendamento 9.900.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, pone in votazione l'emendamento 9.900, sul quale si sono riscontrate posizioni contrastanti. Su tale emendamento esprime un parere favorevole.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere conforme a quello del relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, invita all'approvazione di tutti i restanti emendamenti da lui presentati nella seduta odierna, in quanto volti a recepire i pareri espressi dalle Commissioni competenti.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere favorevole su tutti gli emendamenti presentati dal relatore.

La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti del relatore 3.902, 3.900, 3.901, 4.900, 4.901, 4.902, 4.903, 5.900, 8.900, 8.901, 9.901, 14.900, 14.901, 14.902, 14.903, 14.904, 14.905, 20.900, 20.901, 21.900, 21.901, 21.902, 26.900 (nuova formulazione dell'emendamento 14.906) e 27.900.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, propone che gli venga conferito mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in esame.

Nicola TRANFAGLIA (Com.It) dichiara il voto favorevole del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea, riservandosi di presentare emendamenti in Assemblea volti a migliorare il testo del provvedimento.

Donato BRUNO (FI) dichiara il voto contrario da parte del gruppo di Forza Italia sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea. Ritiene infatti che il testo licenziato dalla Commissione si presti a creare, in fase di attuazione, più problemi di quanti ne intenda risolvere. Pur apprezzando lo sforzo da parte del presentatore e quello compiuto dal relatore, ritiene che non possa essere condivisa la filosofia di base dell'impianto normativo che, essendo volto a prevenire il sorgere di situazioni conflittuali tra interessi privati ed interessi pubblici nell'ottica però di penalizzare i soggetti economicamente più forti, rende in molti casi vano l'obiettivo di tutelare il perseguimento degli interessi pubblici. Le audizioni svolte hanno infatti evidenziato come la vigente legge in materia, che focalizza invece l'attenzione sugli atti adottati, si sia dimostrata efficace e bisognosa solo di alcune correzioni.
Si sofferma quindi sui punti del provvedimento che ritiene maggiormente problematici. Innanzitutto ritiene inutile prevedere


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l'istituzione di una apposita Autorità, quando sarebbe stato più opportuno avvalersi delle competenze dell'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato e di quella per le garanzie nelle comunicazioni, evitando di appesantire il complessivo apparato delle autorità indipendenti, senza al contempo offrire soluzioni concrete. Ritenendo opportuno mantenere all'interno del circuito politico la conclusione della procedura che accerta le situazioni conflittuali, rileva che sarebbe stato preferibile, come previsto nelle proposte emendative presentate dal proprio gruppo, l'istituzione di una apposita Commissione parlamentare, eventualmente composta in termini paritetici ovvero prevedendo appositi accorgimenti per evitare che essa decida in linea con la maggioranza di governo. Al riguardo ritiene di non condividere la scelta di affidare ad una Autorità terza la soluzione di questioni politicamente delicate, che attengono al circuito fiduciario, nonché decisioni come quella sulla vendita obbligatoria del patrimonio dei soggetti interessati. Si tratta di opzioni costituzionalmente dubbie, sulle quali preannuncia la presentazione di una questione pregiudiziale di costituzionalità.
Per quanto concerne gli strumenti previsti dal provvedimento per prevenire le situazioni conflittuali, dichiara di non condividere la scelta del blind trust, laddove sarebbe stato preferibile utilizzare le fattispecie vigenti nel nostro ordinamento, che sono state oggetto di appositi emendamenti presentati dall'opposizione. La scelta del blind trust implica l'assoggettamento ad una normativa straniera, cosa che rischia di pregiudicare gli obiettivi che il provvedimento mira a perseguire.
Dichiara che da parte del proprio gruppo è stata valutata la possibilità di presentare un testo alternativo basato sulla vigente legge in materia, integrata dai rilievi formulati dai presidenti dell'Autorità antitrust e di quella per le garanzie nelle comunicazioni.
In mancanza della disponibilità a modificare le parti del testo più problematiche, sulle quali si è testé soffermato, preannuncia il voto contrario sul mandato al relatore alla luce della incostituzionalità del testo e della sua farraginosità, che ne renderà difficile l'applicazione. Qualora invece da parte della maggioranza si addivenisse alla richiesta di modificare il testo, eliminando il riferimento all'istituto del blind trust, introducendo la Commissione parlamentare per la prevenzione del conflitto di interessi e attribuendo le funzioni di vigilanza alle Autorità esistenti, dichiara la disponibilità ad instaurare un costruttivo confronto sul provvedimento, anche al fine di evitare che si cancelli totalmente la legge vigente. Al riguardo evidenzia come il continuo stravolgimento, da parte delle nuove maggioranze di governo, delle riforme varate nelle precedenti legislature, rappresenti un fattore pregiudizievole per la crescita e lo sviluppo del paese.

Franco RUSSO (RC-SE), ringrazia innanzitutto, a nome del proprio gruppo, il relatore per il lavoro svolto soprattutto per quanto concerne il prezioso contributo intellettuale fornito nella redazione del testo su una disciplina particolarmente complessa.
Condivide l'osservazione del deputato Bruno sulla inopportunità di modificare in ogni legislatura le leggi di sistema. Tuttavia nel caso in esame la modifica è resa necessaria dalla inadeguatezza della legge vigente. In particolare, la legge Frattini, intervenendo ex post sulle situazioni in cui il conflitto di interessi si è già manifestato, non contiene misure di carattere preventivo, mentre l'impianto concettuale di una seria disciplina in materia non può che avere una impostazione in termini di prevenzione.
Pur ritenendo positivo il fatto che negli ultimi tempi si affaccino sulla scena politica e assumano responsabilità pubbliche attori provenienti dalla società civile, ritiene che questa giusta e condivisibile novità imponga un particolare rigore nella distinzione fra sfera pubblica e sfera privata.
Gli istituti della astensione, della separazione degli interessi e dell'incompatibilità,


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disciplinati nel testo in esame, ne rendono condivisibile lo spirito e il contenuto. Per quanto attiene, invece, alla disciplina dell'ineleggibilità ritiene corretta la scelta prospettata dal presidente di un esame separato, da avviare in tempi brevi.
Infine, per quanto attiene alla istituzione di una nuova Autorità, pur dichiarandosi in linea generale non favorevole alla istituzione di nuovi organismi di questo genere, ritiene tuttavia condivisibile la scelta di istituirne una apposita per la prevenzione dei conflitti di interesse in quanto le relative funzioni, per la loro specifica natura, non sarebbero potute essere attribuite alla magistratura. Annuncia quindi il voto favorevole da parte del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

Maurizio RONCONI (UDC) dichiara preliminarmente che il proprio gruppo non è pregiudizialmente contrario ad aggiornare la legge vigente in materia di conflitto di interessi. Con riferimento al testo approvato dalla Commissione, pur considerandolo migliorativo dell'originaria proposta di legge del deputato Franceschini, ritiene che esso necessiti di alcune significative modifiche, in assenza delle quali preannuncia il voto contrario sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea. Osserva inoltre che, in considerazione della sua portata complessiva, il provvedimento necessiterebbe di una ampia condivisione tra le diverse forze politiche, che invece non appare sussistere neppure in seno alla maggioranza stessa.
Ringrazia il Presidente per l'impegno e la capacità con cui ha affrontato il ruolo di relatore su un provvedimento particolarmente complesso.
Soffermandosi sul contenuto del provvedimento, dichiara di non condividere il ricorso allo strumento del blind trust, essendo preferibile il ricorso ad altri strumenti presenti nell'ordinamento giuridico italiano e oggetto delle proposte emendative del proprio gruppo. Del resto, nel corso delle diverse audizioni svoltesi, si sono avuti pareri discordanti su tale strumento, peraltro ignoto all'ordinamento italiano e come tale difficilmente valutabile in termini di reale idoneità rispetto alla soluzione dei problemi legati alle situazioni di conflitto di interessi. Ribadisce poi la contrarietà del proprio gruppo in ordine all'istituzione di una apposita autorità, che produce solo sperpero di danaro pubblico, senza offrire garanzie di funzionamento.
Ritiene che questo provvedimento non sarà efficace contro il deputato Berlusconi ed i grandi imprenditori, che avranno sempre a disposizione strumenti per reagire a provvedimenti del genere, mentre impedirà a tanti cittadini di partecipare alla vita pubblica. Conclude invitando la Commissione ad una maggiore riflessione sul provvedimento in esame, che rischia di rappresentare solo un manifesto elettorale in vista delle imminenti elezioni amministrative.

Maurizio TURCO (RosanelPugno) dichiara preliminarmente di condividere parte delle osservazioni dei deputati Bruno e Ronconi. Dopo avere evidenziato i ritardi che si registrano nella ratifica da parte dell'Italia delle convenzioni europee in materia di sulla lotta al riciclaggio e alla corruzione, si sofferma poi sulla scelta di istituire un'apposita autorità per la prevenzione dei conflitti di interesse, che dichiara di non condividere. Ritiene comunque che il testo del provvedimento rappresenti una valida base di lavoro e pertanto, pur preannunciando la presentazione di emendamenti del proprio gruppo nella fase di esame in Assemblea, dichiara il voto favorevole sul mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) annuncia che il proprio gruppo voterà contro il conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea, riservandosi di illustrare in Aula le proprie posizioni.
Pur riconoscendo l'impegno profuso dal relatore nello sforzo di portare a sintesi posizioni molto distanti, ritiene che il


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frettoloso esame del provvedimento in oggetto, oltre a non aver prodotto una disciplina condivisibile, trovi la propria giustificazione nell'esigenza della maggioranza, profondamente divisa al proprio interno, di presentarsi unita alle prossime elezioni amministrative.
La disciplina sul conflitto di interessi non deve essere necessariamente mutuata da ordinamenti stranieri, che presentano caratteristiche peculiari non sempre adattabili alle nostre esigenze. Il provvedimento in esame appare perseguire l'unico obiettivo di contrastare l'azione del deputato Berlusconi, perdendo così di vista le condizioni in cui viene svolta l'attività amministrativa a tutti i livelli di governo, condizioni che spesso favoriscono l'interesse di varie imprese e società, alterando le realtà dei mercati e incidendo concretamente sulla realtà sociale ed economica, a discapito della cura degli interessi generali. La disciplina in esame, per certi versi si rivela inutile e, per altri versi, incapace di perseguire le reali situazioni di conflitto di interessi.
Condivide le perplessità espresse da altri deputati sullo strumento del trust, come pure in ordine alla eventualità di prevedere l'obbligo di dismissione dei patrimoni.
Non condivide inoltre la scelta di istituire un'apposita Autorità, che non appare sufficientemente garantista, come pure dichiara la propria perplessità sulla attribuzione ad essa delle competenze dell'Alto commissariato per la lotta alla corruzione e le altre forme di illecito nelle amministrazioni pubbliche, sulla cui utilità aveva a suo tempo manifestato i propri dubbi.
Nel ribadire che il proprio gruppo è a favore di una disciplina che, lungi dal lasciare campo libero agli interessi privati a discapito dell'interesse pubblico, affronti e risolva la questione del conflitto di interessi in tutti i settori e a tutti i livelli in cui essa si manifesta, annuncia il voto contrario sul mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

Angelo ALESSANDRI (LNP) annuncia il voto contrario del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea, condividendo le osservazioni del deputato Bruno sia sotto i profili della dubbia costituzionalità del provvedimento, che sotto il profilo della sua scarsa efficacia a contrastare le situazioni di conflitto di interessi, che non possono essere risolte affidando la competenza alla istituenda Autorità, ovvero facendo uso dello strumento del trust.

Carlo COSTANTINI (IdV) dichiara che il gruppo dell'Italia dei valori non condivide il contenuto del testo sottoposto al voto della I Commissione, in quanto è troppo lontano dal programma dell'Unione sottoposto agli elettori. In proposito osserva che, tra gli strumenti di prevenzione del rischio di insorgenza di conflitto di interessi tra incarichi istituzionali ed il possesso di rilevanti patrimoni o attività imprenditoriali, non è stato considerato quello più efficace, ossia quello della ineleggibilità. L'incompatibilità avrebbe dovuto essere totale per i membri del governo, ed invece emergono dal testo ipotesi differenziate sul piano delle conseguenze, in troppi casi affidate al giudizio discrezionale dell'Autorità. Le partecipazioni rilevanti in specifici settori economici avrebbero dovuto determinare, secondo il programma dell'Unione, l'obbligo di liquidazione ed il conferimento dei ricavi ad una gestione fiduciaria cieca e non già un sistema che offre al titolare della carica di governo in conflitto di interessi l'opzione tra il non liquidare i propri beni e il conferirli direttamente in un trust, addirittura con la possibilità di predisporne lo statuto e di scegliere il gestore del fondo, con tutte le conseguenze sul piano della riservatezza dell'operato del gestore, rispetto a chi lo ha nominato e lo paga. Osserva inoltre che non erano previste nel programma dell'Unione quelle che sembrano consistenti agevolazioni fiscali riservate al titolare della carica di governo per le plusvalenze determinate durante la gestione fiduciaria, tassate secondo le aliquote delle persone fisiche, rispetto a quelle ben più rilevanti previste per le


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persone giuridiche. Ritiene che fosse auspicabile che l'accesso alle cariche di governo fosse precluso a condannati per reati gravi, così come previsto per gli enti locali.
Ritiene in sostanza che siano troppi gli aspetti non convincenti che inducono il gruppo dell'Italia dei valori ad esprimere una contrarietà sul testo del provvedimento.
Ribadisce tuttavia la piena fiducia, sua personale e di tutto il gruppo dell'Italia dei Valori, nel relatore, presidente Violante, nelle sue capacità e nella sua attenzione rispetto alle questioni poste dal suo gruppo. Alla luce di tali considerazioni il proprio gruppo rinvia ad una fase successiva l'espressione di un giudizio definitivo sul provvedimento, coltivando la speranza che il recupero degli impegni assunti nei confronti degli elettori e dei principi ai quali il suo gruppo non intende rinunciare possa avvenire durante i lavori dell'Assemblea.
Pertanto, in considerazione di queste ragioni, nonché per la fiducia che ripone nei confronti del relatore, il cui compito evidentemente non si è esaurito, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori esprime un voto di astensione sul conferimento del mandato al relatore.

Marco BOATO (Verdi) dichiara il voto favorevole da parte del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea, riservandosi di valutare eventuali proposte migliorative del testo nel corso dell'esame in Assemblea.
Osserva innanzitutto come, nel corso della seduta odierna, il relatore abbia presentato emendamenti volti a recepire la quasi totalità degli articolati pareri espressi dalle commissioni competenti, sottolineando come una tale iniziativa trovi rari riscontri nell'attività legislativa parlamentare. Dichiara altresì di apprezzare l'atteggiamento tenuto dai rappresentanti del Governo, che hanno dimostrato un assoluto rispetto dell'autonomia del Parlamento, diversamente da quanto accaduto in molti casi nel corso della passata legislatura.
L'esame del provvedimento in oggetto è durato otto mesi nel corso dei quali la maggioranza ha sempre tenuto nella massima considerazione le diverse istanze formulate dall'opposizione, anche accogliendo richieste di audizioni da svolgere con la massima tempestività nel corso dell'esame degli emendamenti.
Rileva come una materia così complessa sia stata oggetto di un'unica proposta di legge alla quale, ancorché sottoscritta dai rappresentanti di tutte le forze di maggioranza, non sono state abbinate ulteriori iniziative legislative.
Sottolinea quindi l'ambiguo atteggiamento delle forze di opposizione che, se nel corso dell'esame in Commissione hanno dimostrato la loro disponibilità ad un serio e serrato confronto sui temi in oggetto, hanno invece manifestato all'opinione pubblica un radicale dissenso sul provvedimento con toni assolutamente non coincidenti con l'atteggiamento tenuto in Commissione.
Fa quindi presente che il provvedimento che la Commissione si accinge a licenziare per l'Assemblea risponde pienamente al programma dell'Unione che prevedeva al riguardo la revisione del sistema dell'incompatibilità, l'istituzione di un'apposita autorità garante e l'obbligo di conferire i beni ad un blind trust.
Ricorda che nella scorsa legislatura presentò in Assemblea, sotto forma di emendamenti, l'intero testo del provvedimento in materia della XIII legislatura, Tali emendamenti, peraltro, non furono accolti. Si sofferma quindi sulla istituzione dell'Autorità, della quale condivide il ruolo di terzietà, che invece non avrebbe potuto garantire la Commissione parlamentare. Conclude condividendo la scelta di non inserire nel testo disposizioni in materia di ineleggibilità che, riguardando il livello della rappresentanza, si sarebbero potute porre in termini problematici essendo volte a disciplinare le posizioni dei titolari delle cariche di Governo.


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Roberto ZACCARIA (Ulivo) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul mandato al relatore a riferire favorevolmente. Sottolinea come il testo elaborato dalla Commissione persegua il preciso obiettivo di sciogliere l'intreccio tra gli interessi pubblici che il titolare della carica di governo è chiamato a perseguire e gli interessi privati e particolari che lo riguardano personalmente. In dissenso dagli interventi dei deputati Alessandri e Benedetti Valentini, osserva che non coglie il problema né la finalità del provvedimento chi non afferra questo punto essenziale. Rileva poi come il provvedimento abbia il merito di attuare la Costituzione, ed in particolare l'articolo 54, opportunamente richiamato dal relatore nella sua relazione iniziale. Ricordato come tale articolo imponga ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche di adempierle con disciplina e onore, evidenzia che l'onore deriva dal mettere l'interesse pubblico al primo posto: non si può servire il Paese con onore, a suo avviso, se si hanno ingenti interessi propri.
Concorda con quanti ritengono che l'ineleggibilità sarebbe una misura eccessiva e sproporzionata rispetto allo scopo che si vuole ottenere e ricorda che si tratta del resto di un istituto concepito per un'altra finalità, e cioè per evitare che chi riveste determinate cariche pubbliche se ne avvalga per condizionare a proprio favore l'elettorato nel corso di una campagna elettorale. Sono invece rimedi proporzionati e adeguati quelli individuati nel corso dell'esame in sede referente: l'astensione, sia come obbligo generale, sia su indicazione dell'Autorità; l'incompatibilità e, dove occorre, la separazione degli interessi. Nel ricordare che i presidenti dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni hanno, nel corso delle audizioni svolte dalla Commissione, evidenziato numerosi limiti dell'attuale legge sul conflitto di interessi, esprime l'avviso che occorra un'impostazione radicalmente diversa ed invita quanti hanno perplessità più o meno forti sul testo cui si è giunti a riflettere sul fatto che rifiutare l'impostazione nuova proposta dal relatore comporta il rischio di tornare di fatto all'impostazione della legge Frattini, con tutto ciò che ne consegue.
A quanti poi hanno contestato l'opportunità di istituire una nuova Autorità fa notare che il provvedimento disciplina il conflitto di interessi in capo ad un altissimo numero di soggetti, in quanto sono compresi i titolari delle cariche di governo regionali e locali, e che pertanto non sarebbe stato possibile affidare tale responsabilità all'Autorità garante della concorrenza e del mercato senza almeno prevedere un fortissimo ampliamento dei suoi organici.
In conclusione, ringrazia il relatore per il complesso lavoro svolto, che ha condotto ad un provvedimento radicalmente nuovo in materia di conflitto di interessi del quale c'è bisogno per far voltare pagina al Paese su un tema delicato e rilevantissimo per la vita democratica.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime soddisfazione per l'alto profilo del dibattito svoltosi in Commissione e ringrazia il relatore per il suo lavoro, che ha permesso di giungere ad una sintesi eccellente delle diverse istanze emerse. Ricorda come il Governo abbia contribuito attivamente sia assicurando una presenza costante ai lavori, sia ritirando propri emendamenti, anche sostanziali, quando ciò poteva servire ad agevolare il percorso della Commissione. Ringrazia il deputato Boato per avergliene dato atto.
Esprime quindi piena soddisfazione per il testo che la Commissione si accinge ad approvare per l'Assemblea, il quale afferma regole e garanzie certe, rispondendo a un'esigenza avvertita sia dalle forze politiche sia dall'opinione pubblica, senza però colpire qualcuno in particolare, come pure è stato detto. Ricorda poi che negli anni passati vi sono stati forti contrasti in merito alla stessa esistenza del problema del conflitto di interessi, mentre oggi le discordanze riguardano ormai solo i modi per risolvere il problema. Ritiene che si tratti di un passo avanti e che sia il segno di una maturazione e di un'accresciuta


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consapevolezza. Auspica quindi che lo spirito di serena e costruttiva collaborazione che ha caratterizzato, salvo alcuni momenti, il dibattito in Commissione si rinnovi in Assemblea, in modo da addivenire ad una legge che possa rimanere salda per molti anni, anche se dovesse mutare la maggioranza.

Luciano VIOLANTE, presidente e relatore, si dice consapevole del fatto che il testo che la Commissione si accinge a licenziare per l'Aula è suscettibile di miglioramenti, anche sostanziali. Rileva che il ripensamento è inevitabile su provvedimenti così complessi, che esigono un lungo confronto e un'attenta riflessione. In particolare, nel corso della discussione in Assemblea si potrà riflettere ulteriormente sul punto se si debba espressamente prevedere la decadenza dalla carica di governo per il soggetto che omette di optare, là dove l'opzione è prevista, nonché sul punto se non si debba elevare la soglia di quindicimila abitanti prevista come soglia al di sopra della quale la disciplina si applica anche ai titolari di carica di governo comunale, anche in considerazione del fatto che, come da taluno è stato fatto notare, per i comuni sono previste ineleggibilità più severe che non per il Parlamento.
Rivolgendosi quindi ai deputati di opposizione contrari al ricorso al trust cieco, ricorda che tale istituto era previsto anche nel progetto di legge Frattini discusso nella XIII legislatura, che l'opposizione condivideva. Quanto al programma politico dell'Unione, ritiene che debba senz'altro essere attuato in tutte le sue parti e sottolinea che è intenzione sua e della maggioranza affrontare anche la riforma della disciplina dell'ineleggibilità dei parlamentari, ma nell'ambito di un distinto e autonomo provvedimento, in quanto si tratta di materia diversa da quella del provvedimento in esame. Quanto alle osservazioni mosse al testo con riferimento ai profili tributari, fa presente che il titolare della carica di governo è una persona fisica, e non si può quindi pensare di applicare alle plusvalenze da lui realizzate altra aliquota che quella prevista per le partecipazioni detenute da persone fisiche; quanto al trasferimento dei beni nel trust ed alla restituzione al titolare, trattandosi di operazione imposta dalla legge, il meno che si possa fare è di esentarla dal prelievo tributario.
Per quanto riguarda l'istituzione di una nuova Autorità, rileva che si tratta di una scelta obbligata: non era infatti possibile attribuire i poteri previsti dalla legge all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, perché questo avrebbe determinato una concentrazione eccessiva di poteri in capo a tale Autorità, la quale sarebbe stata chiamata a regolare sia il mercato sia la politica, con qualche rischio per la sicurezza democratica del Paese; né era possibile attribuire le funzioni di vigilanza sui conflitti di interesse ad un organo parlamentare, per le ragioni più volte evidenziate nel corso del dibattito. D'altra parte, l'attribuzione alla costituenda Autorità delle funzioni dell'Alto commissario per la lotta alla corruzione e la conseguente soppressione di quest'ultimo rispondono all'esigenza di evitare la proliferazione di organi di controllo e vigilanza atipici.
Conclude ribadendo la propria disponibilità a valutare ogni proposta di modifica del testo e precisando.

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.

Luciano VIOLANTE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 11.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.30 alle 11.35.