Mercoledì 27 giugno 2007. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO.
La seduta comincia alle 9.10.
Paolo GAMBESCIA (Ulivo) rileva come da notizie di stampa risulti aperta dalla Procura generale di Milano, nell'ambito della nota vicenda giudiziaria che ha coinvolto la Banca Antonveneta, una inchiesta per una ipotesi di illecita disponibilità di conversazioni oggetto di illecite intercettazioni, non trascritte e non depositate. Tale fatto sarebbe stato reso noto dal Procuratore generale di Milano, che in una lettera inviata al Ministro della giustizia, avrebbe riferito che i testi delle intercettazioni erano a disposizione dei cronisti prima del deposito ordinato dal giudice per le indagini preliminari.
Apprende altresì, sempre da notizie di stampa, che la Procura generale di Roma riterrebbe documentalmente provata un'ipotesi di deviazione dell'attività del Sismi, nell'ambito del quale alcuni componenti avrebbero, anche tramite intercettazioni illegali, raccolto illecitamente informazioni e costituito dossier su magistrati, uomini politici e giornalisti, da utilizzare allo scopo di influenzarne e condizionarne l'attività.
Chiede quindi che il Governo sia chiamato a riferire alla Commissione in ordine ai fatti sopraindicati.
Rosa SUPPA (Ulivo) ritiene che il Governo potrebbe riferire delle questioni evidenziate dall'onorevole Gambescia in occasione dei lavori in corso di svolgimento da parte del Comitato ristretto costituito per l'esame delle proposte di legge C. 706 Osvaldo Napoli, C. 1240 Cirino Pomicino e C. 1277 Buemi, sull'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle intercettazioni telefoniche, informatiche, telematiche o ambientali. Osserva che i fatti riportati dall'onorevole Gambescia attengono proprio alla materia oggetto di tale proposte.
Pino PISICCHIO, presidente, condividendo le preoccupazioni espresse dall'onorevole Gambescia, concorda con l'osservazione dell'onorevole Suppa in ordine all'opportunità che la questione degli abusi delle intercettazioni ovvero della loro illecita pubblicazione siano esaminate dal Comitato ristretto, costituito per l'esame delle proposte di legge relative all'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle intercettazioni telefoniche, informatiche, telematiche o ambientali.
Decreto-legge 61/07 - Emergenza rifiuti in Campania.
C. 2826 Governo.
(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 26 giugno 2007.
Pino PISICCHIO, presidente, avverte che il relatore ha presentato una proposta di parere (vedi allegato 1).
Senza entrare nel merito del testo in esame, ritiene opportuno, alla luce del dibattito che ieri si è svolto in Commissione, fare alcune precisazioni sul ruolo che la Commissione giustizia svolge quando interviene in un procedimento legislativo in sede consultiva. Ricorda che nella seduta di ieri il relatore aveva evidenziato alcuni aspetti critici del testo inerenti alla autonomia dell'autorità giudiziaria. Più in particolare, il relatore aveva espresso forti perplessità sulla scelta di attribuire al Commissario delegato, e quindi ad una autorità amministrativa, il potere di requisire anche beni sottoposti a sequestro giudiziario. È a tutti evidente che si tratta di una disposizione che incide sui rapporti tra autorità giudiziaria ed autorità amministrativa a discapito della prima. Nel dibattito si sono poi confrontate due tesi. La prima era diretta a porre in evidenza la necessità ed urgenza del provvedere a fronte di una drammatica situazione nel territorio. In ragione dell'esigenza di non mettere a rischio la conversione del decreto-legge, i sostenitori di tale tesi ritenevano che la Commissione non avrebbe dovuto apporre alcuna condizione al proprio parere. Con la seconda tesi, invece, si è sottolineato il ruolo preminentemente tecnico-giuridico svolto dalla Commissione giustizia in sede consultiva. Tale ruolo giustificherebbe, anzi imporrebbe, l'eventuale inserimento di condizioni nel parere anche quando una nuova lettura del disegno di legge da parte dell'altro ramo del Parlamento possa mettere a rischio la conversione di un decreto-legge.
Senza voler condizionare nel merito le scelte della Commissione, ritiene opportuno chiarire la propria adesione alla seconda tesi. Sottolinea, infatti, che la Commissione nell'esprimere il parere deve essere libera da ogni condizionamento circa la necessità ed urgenza in tutti i casi in cui tali requisiti non attengano ad un
particolare aspetto di competenza della Commissione medesima. Nel caso in esame, ad esempio, la necessità ed urgenza è dettata dall'incontestabile emergenza dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Non spetta certamente alla Commissione Giustizia valutare se sia opportuno o meno convertire il decreto-legge in esame, quanto invece evidenziare tutti gli aspetti tecnico-giuridici di propria competenza che possano emergere dal testo. Sarà la Commissione di merito, prima, e l'Assemblea, dopo, a valutare, sulla base di considerazioni complessive, se gli aspetti evidenziati dalla Commissione Giustizia in sede consultiva possano giustificare la modifica del testo. Proprio per tale ragione il parere espresso in sede consultiva non vincola la Commissione di merito.
Daniele FARINA (RC-SE), relatore, illustrando la proposta di parere, evidenzia che questa è stata formulata in base al dibattito che si è svolto ieri in Commissione. Alla luce degli interventi che hanno seguito la sua relazione, ha ritenuto opportuno tradurre i rilievi da lui ieri evidenziati in due osservazioni.
Erminia MAZZONI (UDC) ritiene che la rilevanza, anche sotto il profilo della costituzionalità, delle perplessità, da lei pienamente condivise, espresse nella seduta di ieri dal relatore siano tali da dover essere tradotte in condizioni anziché in osservazioni. Osserva quindi come sia paradossale che, da un lato, la Commissione evidenzi una vera e propria lesione dell'autonomia dell'autorità giudiziaria e, dall'altro, si limiti ad invitare la Commissione di merito a valutare l'opportunità di porre rimedio a tale situazione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 9.25.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.25 alle 9.30.
Mercoledì 27 giugno 2007. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche della famiglia Maria Chiara Acciarini.
La seduta comincia alle 14.20.
5-00744 Cordoni: Sulla revoca delle autorizzazioni all'associazione Chiara Onlus da parte della Commissione adozioni internazionali.
Il sottosegretario Maria Chiara ACCIARINI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2). Ad integrazione della risposta, sottolinea come, in considerazione dell'atteggiamento di chiusura dei paesi dell'Est europeo nel confronti delle adozioni internazionali, le associazioni che operano in tale settore debbano informare gli interessati che il numero delle possibili adozioni è in progressiva riduzione.
Elena Emma CORDONI (Ulivo) ringrazia il sottosegretario per la risposta fornita. Sottolinea come, dal tenore della risposta, si desuma che la recente politica di chiusura dei Paesi dell'Est europeo in tema di adozioni internazionali non sia l'unica ragione della revoca delle autorizzazioni alla Chiara Onlus. Vi sono, evidentemente, altre ragioni attinenti al modo di operare della predetta associazione. Sottolinea altresì come sia estremamente delicato e ricco di implicazioni il percorso che porta ad accreditare le associazioni in questione, dal momento che ingenera un legittimo affidamento degli adottanti nella capacità, serietà e professionalità del soggetto accreditato. Fa presente come la situazione oggetto dell'atto di sindacato ispettivo, con il conseguente passaggio degli adottanti dall'associazione Chiara Onlus ad altri soggetti che li assistono nel
procedimento di adozione, ha comportato non tanto un problema di maggiori spese, quanto un problema di grave ritardo nel procedimento stesso. Auspica pertanto che l'esperienza della Chiara Onlus possa costituire almeno una esperienza utile ad evitare altre analoghe vicende in futuro. Ribadisce, infine, l'importanza di porre la massima attenzione nell'accreditamento delle associazioni che operano nel campo delle adozioni internazionali, al fine di non alimentare false speranze nei soggetti che ad esse si rivolgono.
Pino PISICCHIO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.45.
Audizione dei professori Giorgio Costantino, Andrea Giussani e Ugo Ruffolo, in relazione all'esame dei progetti di legge C. 1289 Maran ed abbinati, recanti l'introduzione dell'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori.
L'audizione informale è stata svolta dalle 14.45 alle 16.20.
Mercoledì 27 giugno 2007. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Li Gotti.
La seduta comincia alle 16.25.
7-00225 Palomba: Sull'adozione di un decreto-legge per una ulteriore proroga di disposizioni della legge 28 marzo 2001, n. 149, in materia di giustizia minorile.
(Discussione e rinvio).
Pino PISICCHIO, presidente, avverte che la risoluzione in esame è stata presentata ieri ed assegnata oggi alla Commissione Giustizia. Considerata l'urgenza del tema oggetto di tale atto di indirizzo, dichiara di aver ritenuto opportuno modificare l'ordine del giorno della Commissione inserendovi tale provvedimento. Naturalmente questo sarà votato oggi solamente nel caso in cui non vi siano obiezioni.
Federico PALOMBA (IdV) illustra la risoluzione della quale è firmatario. Rileva che questa è diretta ad impegnare il Governo ad emanare un decreto-legge volto a prorogare ulteriormente l'efficacia delle disposizioni processuali della legge n. 149 del 2001, di riforma della disciplina dell'adozione, in attesa di una compiuta disciplina della difesa d'ufficio nei giudizi civili minorili. Il 30 giugno 2007, infatti, scade la proroga attualmente prevista dalla legge n. 228 del 2006. Attraverso questa proroga si ottiene che, in via transitoria, ai procedimenti per la dichiarazione di adottabilità di cui alla legge 4 maggio 1983, n. 184 nonché a quelli in materia di potestà dei genitori davanti al tribunale dei minorenni di cui all'articolo 336 del codice civile e ai relativi giudizi di opposizione continuino ad applicarsi le disposizioni processuali vigenti anteriormente alla data di entrata in vigore della legge n. 149 del 2001 di riforma della disciplina dell'adozione. La citata legge n. 149 ha infatti previsto, a differenza della precedente disciplina, che negli indicati procedimenti civili vi sia l'obbligo dell'assistenza legale del minore e dei genitori. Tuttavia, poiché la legge n. 60 del 2001 ha disciplinato la difesa di ufficio nei soli procedimenti penali, e la legge n. 149 del 2001 non contiene disposizioni specifiche in ordine alla nomina del difensore di ufficio in favore dei genitori e del minore e neanche prevede una specifica norma transitoria di coordinamento con la citata legge n. 60, le nuove disposizioni della legge n. 149 verrebbero a compromettere il principio di effettività della difesa, poiché le famiglie indigenti difficilmente potrebbero permettersi di pagare la parcella dell'avvocato. In tale situazione, il principio di effettività della difesa, cui la
riforma in materia di procedimenti per la dichiarazione dello stato di adottabilità ha inteso ispirarsi, incontra forti limiti, ove si tenga conto, da un lato, della necessità di affidare l'incarico a professionisti in possesso di competenze qualificate in considerazione della delicatezza della funzione da assolvere e, dall'altro, della sostanziale inadeguatezza dell'attuale legge sul gratuito patrocinio nei giudizi civili, avuto riguardo alle condizioni di povertà necessarie per l'ammissione. Ricorda che il termine di vigenza della disciplina transitoria, che la risoluzione intende prorogare, è stato già prorogato altre sei volte.
Sottolinea che la grave lacuna dell'ordinamento, alla quale la risoluzione in esame cerca di porre un rimedio, era stata già segnalata dall'Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, la quale, con nota del 17 marzo 2007, aveva sollecitato il Ministro della giustizia a rendere applicabile le norme della legge n. 149 del 2001. Nei giorni scorsi, in prossimità della scadenza del termine del 30 giugno 2007, i magistrati minorili hanno espresso profonda preoccupazione per la mancata attuazione del diritto di difesa nel processo minorile, segnatamente in materie tanto delicate quali quelle concernenti l'adottabilità e il controllo giurisdizionale sull'esercizio della potestà. Dichiara di aver presentato la risoluzione in esame proprio in considerazione delle preoccupazioni espresse dai magistrati minorili. A ciò si è poi aggiunta la circostanza che il Ministro della giustizia ha rilevato l'opportunità che un eventuale decreto-legge diretto a prorogare ulteriormente il termine del 30 giugno 2007 di cui sopra sia preceduto da un previo atto di indirizzo del Parlamento.
Manlio CONTENTO (AN), pur condividendo l'esigenza di evitare l'entrata in vigore di disposizioni che comporterebbero nei giudizi civili minorili la lesione del diritto di difesa nonché del principio del giusto processo e, quindi, le preoccupazioni che hanno indotto l'onorevole Palomba a presentare la risoluzione in esame, esprime forti perplessità di ordine regolamentare. In primo luogo, ritiene che le modalità ed i tempi con i quali la risoluzione in titolo è stata inserita nell'ordine del giorno dell'odierna seduta siano accettabili solo se è chiaro che si tratta di un'eccezione che non può costituire in alcun modo un precedente. In secondo luogo, ritiene che la parte dispositiva dell'atto di indirizzo debba essere modificata poiché, così come formulata, appare del tutto inammissibile, in quanto stravolge le regole costituzionali sulle quali si basa il rapporto tra il Governo ed il Parlamento. Secondo tali regole, spetta al Governo e non certo al Parlamento assumersi la responsabilità delle valutazione dell'opportunità di emanare un decreto-legge.
Pino PISICCHIO, presidente, dichiara di condividere pienamente i rilievi dell'onorevole Contento e che, solo in considerazione del carattere serio e ineludibile della questione in esame, l'atto di indirizzo è stato inserito, in via eccezionale, nell'ordine del giorno della seduta odierna. Ribadisce, comunque, che ove fosse sollevata una qualsiasi obiezione circa la convocazione odierna, il seguito della discussione e, quindi, la votazione sarebbero rinviate alla seduta di domani.
Propone quindi che la parte dispositiva della risoluzione sia riformulata nel senso di impegnare il Governo ad assumere tutte le iniziative di propria competenza affinché, in attesa di una compiuta disciplina della difesa d'ufficio nei giudizi civili minorili, siano applicabili le disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore della legge 28 marzo 2001, n. 149, in relazione ai procedimenti per la dichiarazione dello stato di adattabilità disciplinati dal titolo II, capo II, della legge n. 184 del 1983 e ai procedimenti di cui all'articolo 336 del codice civile.
Federico PALOMBA (IdV) dichiara di condividere pienamente la proposta di riformulazione del Presidente.
Paolo GAMBESCIA (Ulivo), pur manifestando la propria stima nei confronti
dell'onorevole Palomba, esprime una forte perplessità sul carattere atipico della procedura seguita, che non appare coerente con il ruolo che il Parlamento ed il Governo e, in particolare, il Ministro della giustizia e la Commissione giustizia devono rivestire, nel contesto dell'esercizio della funzione di indirizzo politico e della decretazione d'urgenza. Non ritiene ammissibile che il Ministro della Giustizia sottoponga delle questioni al Parlamento relative a responsabilità proprie. La gravità della situazione è accentuata dal repentino inserimento del provvedimento all'ordine del giorno della Commissione. Ritiene, comunque, che la riformulazione proposta dal Presidente possa, almeno in parte, mitigare tali perplessità.
Pino PISICCHIO, presidente, alla luce delle perplessità emerse avverte che la risoluzione non sarà posta in votazione oggi, bensì domani, così consentendo a tutti i deputati, che ne abbiano interesse, di intervenire.
Luigi COGODI (RC-SE) ritiene che, pur non essendo in dubbio la correttezza ed onestà intellettuale dell'onorevole Palomba, tuttavia sia necessario riflettere con maggiore attenzione su quali siano gli strumenti e le forme più idonee per perseguire l'obiettivo, del tutto meritevole, cui tende l'atto di indirizzo in questione. È inammissibile che sia il Parlamento a chiedere che il Governo emani un decreto-legge, facendo così venir meno una responsabilità che spetta in via esclusiva all'esecutivo. Ritiene che qualora, come risulterebbe dall'intervento dell'onorevole Palomba, il Ministro si aspetti un determinato intervento da parte del Parlamento, sarebbe quantomeno opportuno che tale richiesta sia formulata direttamente alla Commissione. Per quanto riguarda la parte dispositiva della risoluzione, ritiene opportuno trasformare l'impegno del Governo in un richiamo al Governo circa la necessità di prorogare ulteriormente il termine del 30 giugno 2007. Considerato che la discussione proseguirà domani, si riserva di intervenire ulteriormente.
Paola BALDUCCI (Verdi) dichiara di condividere le perplessità espresse negli interventi precedenti circa l'irritualità della convocazione ed il contenuto del dispositivo della risoluzione. Tuttavia, in considerazione dell'urgenza di un provvedimento volto ad impedire l'entrata in vigore di norme non applicabili concretamente se non pregiudicando il diritto di difesa, dichiara di essere disposta a votare a favore della risoluzione qualora questa venisse modificata nel senso proposto dal Presidente.
Giuseppe CONSOLO (AN) dichiara, quale rappresentante di un gruppo di opposizione, il suo stupore nel vedere che proprio i deputati di maggioranza esprimono pesanti critiche di natura politica nei confronti del Governo e di natura regolamentare nei confronti del Presidente della Commissione, che ha modificato nella giornata odierna l'ordine del giorno della Commissione inserendovi la risoluzione in esame. L'opposizione, come rilevato dal deputato di Alleanza Nazionale Manlio Contento, anziché assumere una posizione di totale contrarietà ha preferito evidenziare l'irritualità della convocazione odierna, precisando che la scelta di non contestarla è strettamente condizionata al presupposto che si tratti di una eccezione giustificabile dall'urgenza di intervenire. Anche sotto il profilo politico l'opposizione ha fatto una scelta non semplice, considerato che vi sono tutti gli elementi per criticare fortemente un Governo che non ha la forza di emanare un decreto-legge assumendosene la responsabilità. Si è trattato di una scelta sofferta, ma dettata dall'esigenza di evitare una catastrofe per la giustizia minorile. Alla luce di ciò ritiene che i deputati dell'opposizione non possano accettare lezioni di democrazia parlamentare da parte di deputati della maggioranza.
Pino PISICCHIO, presidente, facendo riferimento all'intervento dell'onorevole Consolo, dà atto ai gruppi di opposizione di aver tenuto nella circostanza una posizione responsabile e rispettosa della dialettica
parlamentare. Rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.50.
Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle intercettazioni telefoniche, informatiche, telematiche o ambientali.
C. 706 Osvaldo Napoli, C. 1240 Cirino Pomicino, e C. 1277 Buemi.
Il Comitato si è riunito dalle 16.50 alle 16.55.
I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:
Delega al Governo per la revisione della normativa in materia di filiazione.
C. 2514 Governo.
Disposizioni in materia di utilizzazione delle denunce anonime.
C. 810 Consolo.
Modifica dell'articolo 420-ter del codice di procedura penale in materia di impedimento a comparire.
C. 813 Consolo.
Disposizioni in materia di reati ministeriali.
C. 1785 Consolo.
Applicazione della pena su richiesta in relazione a reati per i quali è previsto l'indulto.
C. 1792 Balducci, C. 1877 Costa, e C. 2147 Palomba.
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 196 del 26 giugno 2007, a pagina 144, seconda colonna, ottava riga, la parola «, Milano» è soppressa.