X Commissione - Mercoledì 27 giugno 2007


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ALLEGATO 1

5-01179 D'Agrò: Ripristino impianto elettrico del Sacrario militare di Asiago.

TESTO DELLA RISPOSTA

La cabina elettrica per l'alimentazione del Sacrario Militare di Asiago, secondo quanto comunicato dal Ministero della difesa, oltre ad essere andata in avaria è risultata anche obsoleta e, pertanto, non più riparabile.
Il Ministero della difesa, proprietario dell'impianto, ha, comunque, già provveduto a richiedere alla società Enel Distribuzione una verifica per l'elaborazione delle soluzioni tecniche da adottare per l'installazione di una nuova cabina di alimentazione con i relativi collegamenti elettrici.
Tale soluzione, da informazioni ricevute dalla suddetta società, risulta essere in fase di attuazione.
Si confida, pertanto, compatibilmente con l'esecuzione dei lavori che saranno necessari per riattivare la distribuzione dell'energia elettrica all'interno del Sacrario, in un rapido ripristino delle normali condizioni per consentire l'accesso a questo luogo di rilevante interesse nazionale.


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ALLEGATO 2

5-01180 Saglia: Commessa aerei C-27J Spartan forniti da Finmeccanica.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione a quanto rappresentato dall'Onorevole interrogante, risulta, da agenzie di stampa, che è stato presentato un ricorso da parte della Raytheon al General Accounting Office (GAO), del quale, al momento non si conoscono le motivazioni.
Tale ricorso, in base a quanto stabilito dalle regole del Governement Contracts, è stato presentato al General Accounting Office quale ente designato dal Governo americano per la valutazione dei ricorsi avverso i contratti governativi.
Entro 100 giorni dal ricorso, il suddetto ente deve emettere una decisione che viene presentata al Governo americano.
L'eventuale difesa nei confronti del ricorso è effettuata dallo stesso Governo americano.


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ALLEGATO 3

5-01181 Quartiani e Lulli: Piano industriale della Nokia Siemens.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Ministero dello sviluppo economico segue con particolare attenzione gli sviluppi inerenti al piano di riorganizzazione del gruppo Nokia-Siemens.
Nella riunione del 18 maggio 2007, richiamata anche dagli Onorevoli interroganti, il Ministero dello sviluppo economico ha invitato il Gruppo a riconsiderare le prospettate decisioni del citato piano, chiedendo di posticipare di un anno le proprie determinazioni per consentire al Governo di proseguire il confronto su un tavolo che consideri globalmente la situazione del settore dell'ICT (Information Comunication Technology).
È stato acquisito, inoltre, l'impegno dell'Azienda a informare puntualmente il tavolo di confronto, prima della definitiva formulazione del piano, e, contestualmente, il Governo si è impegnato a coinvolgere gli organi decisionali del Gruppo e a portare avanti il tavolo sul settore ICT.
Il Ministero dello sviluppo economico, si è altresì fatto parte attiva affinché le evoluzioni organizzative del gruppo avvenissero in una logica di mantenimento e sviluppo della struttura industriale e occupazionale, al fine di evitare una ipotesi di dismissione degli impianti e una riduzione dei livelli occupazionali.
Attualmente, si è in attesa di una risposta in proposito da parte della società.


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ALLEGATO 4

5-01182 Fava ed altri: Finanziamento pubblico di infrastrutture di rete a banda larga.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si premette che uno degli obiettivi di legislatura del Governo è proprio lo sviluppo della banda larga come nuova frontiera del servizio universale, grande occasione di sviluppo del Paese e di alfabetizzazione tecnologica della popolazione.
In tale ottica il Governo ha istituito, nei mesi scorsi, un Comitato della banda larga di cui fanno parte, oltre al Ministro delle comunicazioni, anche il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali e il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione; il Comitato ha lo scopo di coordinare, indirizzare e supportare tutte le attività finalizzate allo sviluppo della suddetta tecnologia nel territorio nazionale.
Il Ministero delle comunicazioni ha adottato - come è noto - ogni possibile iniziativa allo scopo di aumentare la diffusione della banda larga ed eliminare il cosiddetto digital divide, come dimostrano sia l'erogazione di contributi per i contratti di abbonamento al servizio di accesso ad Internet a larga banda, sia i finanziamenti previsti per gli investimenti effettuati dalla società Infratel.
Infatti, l'area di intervento, originariamente limitata al solo Mezzogiorno, è stata estesa a tutte le aree del Paese e con la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) sono state ulteriormente incrementate le risorse specificamente destinate al finanziamento degli interventi di realizzazione delle infrastrutture per la larga banda e di completamento del programma di sviluppo della larga banda nel Mezzogiorno, prevedendo lo stanziamento di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, nonché l'assegnazione di ulteriori 50 milioni di euro per l'anno 2009 per le suddette finalità.
Ciò premesso in linea generale, in relazione al quesito particolare posto dagli onorevoli interroganti in materia di sviluppo di reti di nuova generazione, si fa presente che, nell'attuale fase, è necessario che siano affrontati i vincoli strutturali che frenano la penetrazione della banda larga.
Attualmente il territorio nazionale italiano può essere suddiviso in 3 macro aree:
1. Aree interessanti dal punto di vista commerciale, che presentano possibilità di ritorno economico per i soggetti investitori, sulle quali già si ravvisa la presenza di più soluzioni tecnologiche ed una forte competizione, che ad hoc potrebbe essere ulteriormente stimolata e promossa sia in termini legislativi sia in termini di regolamentazione. Sulle predette aree, che per le nostre risultanze si riconducono a circa 1.200-1.250 Comuni/aree comunali del territorio nazionale, è previsto un percorso d'implementazione d'una rete d'accesso di nuova generazione (NGN), secondo l'architettura Fiber To The Cabinet o Fiber To The Building e l'impiego delle più recenti tecnologie VDSL strumentalmente all'erogazione dei servizi all'utenza;
2. Aree del Paese cosiddette marginali e sottoutilizzate, non interessanti per gli operatori economici a seguito della loro peculiarità, in relazione alle quali, a nostro parere, è necessario intervenire con meccanismi di promozione allo sviluppo ed interventi strutturali di matrice pubblica


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(circa 4.000 Comuni/aree comunali caratterizzati da divario digitale infrastrutturale, su cui risiedono oltre 7 milioni di abitanti);
3. Altre aree, riconducibili a circa 2.900 Comuni/aree comunali del territorio nazionale, che per caratteristiche economiche e territoriali si contraddistinguono per il cosiddetto deficit commerciale dal punto di vista degli operatori di mercato e per la presenza di situazioni composite e complesse. Tali aree necessitano, a nostro avviso, di forme d'intervento pubblico e d'incentivazione agli investimenti che rivestano carattere complementare, a seconda delle specificità e in derivazione di altre ed ulteriori politiche macro-economiche di consolidamento, promozione e sviluppo, da applicarsi anche in termini programmatici.

Nelle aree di cosìddetto «divario digitale» il Governo auspica una implementazione dell'infrastrutturazione in coordinamento con le Regioni e gli Enti locali, tenendo anche conto delle nuove tecnologie wireless, al fine di conseguire l'obiettivo di legislatura consistente nell'universalità dell'accesso ad Internet.
Altro obiettivo per la diffusione della banda larga è la modernizzazione della rete di telecomunicazioni: la costruzione delle reti di prossima generazione (Next Generation Access Network) richiede, innanzitutto, chiarezza del quadro regolatorio (regole per la rete di accesso e per la remunerazione degli investimenti privati).
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, attraverso la consultazione, recentemente avviata (delibera 208/07/CONS) e tuttora in corso, sugli aspetti regolamentari relativi all'assetto della rete di accesso fissa ed alle prospettive delle reti di nuova generazione a larga banda, ha inteso definire un quadro regolamentare che costituisca anche un incentivo per le imprese ad effettuare i necessari investimenti infrastrutturali.
In tale quadro uno dei quesiti posti alle parti interessate al fine di acquisire osservazioni e commenti riguarda proprio gli investimenti in NGAN, Next Generation Access Network «Valutazioni relative alle problematiche concorrenziali della rete di accesso di Telecom Italia, anche con riferimento alla sua evoluzione verso la NGAN».
L'Autorità, sullo specifico tema, ha constatato che l'incertezza che caratterizza la domanda dei nuovi servizi convergenti determina un elevato livello di rischio per gli investimenti e ha ritenuto che la regolamentazione debba essere volta a garantire un adeguato ritorno sugli investimenti effettuati.
Sulla base di questa premessa è stata sottoposta alle valutazioni dei soggetti interessati la specifica questione relativa alle modalità più idonee per realizzare tale obiettivo. In particolare, è stato chiesto se possa essere considerata appropriata una misura regolamentare che definisca parametri capaci di esprimere il fattore di rischio degli investimenti in NGAN. Oltre a tale indicazione dell'Autorità è stato comunque chiesto ai partecipanti alla consultazione di indicare qualsiasi ulteriore misura regolamentare idonea alla realizzazione dell'obiettivo.
Una volta definito il quadro regolatorio da parte della competente Autorità, la realizzazione delle reti di prossima generazione potrebbe essere accelerata, specie nelle aree meno sviluppate del Paese, anche attraverso l'impiego dei fondi comunitari, previo opportuno studio di fattibilità e in ogni caso nell'ottica di garanzia della concorrenza e di trasparenza nei confronti degli operatori di settore.
Secondo l'orientamento di recente espresso in sede comunitaria in tema di superamento del digital divide in zone svantaggiate, non viene escluso l'intervento pubblico con ricorso a fondi comunitari, purché sia accertato il fallimento del mercato nello sviluppo dell'accesso alla banda larga e le infrastrutture siano messe a disposizione di tutti gli operatori in maniera equa, trasparente e non discriminatoria.
In merito al progetto di utilizzo di risorse per la costruzione di una infrastruttura a larga banda attraverso risorse


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del FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate), al quale fanno riferimento gli Onorevoli interroganti, si fa presente che allo stato attuale non è stato definito alcun programma al riguardo.
Tra l'altro il riparto delle risorse del FAS non è stato ancora definito dal CIPE e risulta ancora in fase di elaborazione la delibera di attuazione del Quadro Strategico Nazionale che prevede l'integrazione fra le risorse europee e quelle nazionali per la politica regionale.
Sempre nell'ottica di garantire in modo pieno la parità di trattamento di tutti gli operatori, sottoponendo l'accesso alla rete ad una disciplina completamente improntata a criteri di autonomia, neutralità e separazione funzionale dalle altre attività, il Governo - come noto - si è di recente fatto promotore di un'iniziativa volta a modificare la vigente disciplina di cui al Codice delle comunicazioni elettroniche in materia di accesso alle reti di comunicazione elettronica.
Nella fase attuale il Governo non mancherà di seguire con la massima attenzione l'evoluzione complessiva degli aspetti regolamentari relativi alle prospettive delle reti di nuova generazione in corso di approfondimento presso la competente Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in sede di consultazione pubblica.


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ALLEGATO 5

Ratifica Accordo Italia-India sulla cooperazione nel campo della difesa. (C. 2267 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La X Commissione,
esaminato il disegno di legge, già approvato dal Senato, recante ratifica e esecuzione dell'Accordo Italia-India sulla cooperazione nel campo della difesa;
considerato che tale accordo si inserisce nel quadro degli accordi di cooperazione in campo militare che il Ministero della difesa italiano ha sempre più frequentemente concluso su base sia bilaterale sia multilaterale, anche al fine di dare impulso allo sviluppo dell'industria della difesa;
rilevato altresì che l'intesa raggiunta tra le Parti in questo particolare settore si ispira ai principi stabiliti dalla Carta delle Nazioni Unite e fa seguito agli impegni contenuti nel Memorandum of Understanding nel campo dei materiali della difesa citato nel Preambolo, stipulato tra i due paesi nel 1994, ratificato dall'Italia con la legge 23 marzo 1998, n. 103, ed entrato in vigore il 31 gennaio 2003;
considerato, inoltre che, l'Accordo in esame prevede, inoltre, forme di cooperazione più avanzate, specialmente nel settore degli armamenti, rispetto al citato Memorandum del 1994,
esprime

PARERE FAVOREVOLE.