Commissioni Riunite VII e IX - Resoconto di marted́ 31 luglio 2007


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SEDE REFERENTE

Martedì 31 luglio 2007. - Presidenza del presidente della VII Commissione Pietro FOLENA. - Interviene il sottosegretario di Stato per le comunicazioni Luigi Vimercati.

La seduta comincia alle 17.20.

Disposizioni per la disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale.
C. 1825 Governo, C. 2077 Beltrandi, C. 2502 De Zulueta e C. 2601 De Laurentiis.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 luglio 2007.

Pietro FOLENA, presidente e relatore per la VII Commissione, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta delle Commissioni riunite sia assicurata anche attraverso l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Nicola BONO (AN) rileva che l'emendamento presentato dal relatore per la IX Commissione 3.500 (nuova formulazione) non risulta comprensibile, poiché manca la definizione dello strumento attraverso il quale il Governo intende procedere all'adozione del piano nazionale di definitiva conversione alla tecnologia digitale. Ferma la condivisione di un processo di digitalizzazione per aree geografiche, riterrebbe opportuno quindi correggere l'emendamento in esame, in modo tale che risulti chiaro che il Ministero delle comunicazioni deve adottare un decreto specifico al riguardo.

Pietro FOLENA, presidente e relatore per la VII Commissione, riterrebbe opportuno procedere ad una valutazione della proposta del collega Bono, accantonando l'emendamento in esame.

Paolo ROMANI (FI) fa presente che l'emendamento 3.500 (nuova formulazione) del relatore per la IX Commissione, di cui è stato chiesto l'accantonamento, è peggiorativo rispetto alla sua originaria versione, atteso che nella nuova formulazione si usa la locuzione «fatto salvo quanto


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previsto dai commi 2, 3, 4 e 5» e, quindi, alla digitalizzazione per aree si perverrebbe comunque solo dopo il trasferimento delle emittenti sulla piattaforma digitale.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo) è favorevole alla proposta di una sperimentazione, salvo ribadire la necessità di tenere conto in materia delle pronunce della Corte europea, evitando uno spostamento surrettizio del termine per il processo di digitalizzazione.

Davide CAPARINI (LNP), con riferimento alla richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.500 (nuova formulazione) del relatore per la IX Commissione, intende segnalare che vi sono anche altre proposte emendative relative alla digitalizzazione per aree geografiche, a partire dal suo emendamento 3.600 (nuova formulazione), di cui chiede pertanto l'accantonamento.

Mario BARBI (Ulivo) ritiene che, consistendo l'emendamento 3.500 (nuova formulazione) del relatore per la IX Commissione in un comma aggiuntivo dopo il comma 5, il suo esame andrebbe comunque posposto a quello degli emendamenti riferiti ai commi da 1 a 5.

Paolo ROMANI (FI) ritiene incongruo procedere all'esame del suo emendamento 3.113 senza previamente conoscere quale sarà l'eventuale ulteriore versione dell'emendamento 3.500 (nuova formulazione) del relatore per la IX Commissione, non rilevando affatto la circostanza che tale proposta emendativa è stata riformulata come comma aggiuntivo dopo il comma 5.

Pietro FOLENA, presidente e relatore per la VII Commissione, precisa che la riformulazione dell'emendamento 3.500 da parte del relatore per la IX Commissione attiene profili di merito, come pure quella relativa all'emendamento Caparini 3.600.

Le Commissioni decidono quindi di accantonare l'emendamento del relatore per la IX Commissione 3.500 (nuova formulazione) e l'emendamento Caparini 3.600.

Valter ZANETTA (FI) sottoscrive l'emendamento 3.113 Romani, ritenendolo idoneo ad introdurre dei criteri per la definizione del concetto di ridondanza che sono assolutamente necessari al fine di evitare che l'intera operazione si traduca in una penalizzazione per quelle aree del paese, soprattutto montane, nelle quali il segnale televisivo viene già ricevuto con grande difficoltà.

Davide CAPARINI (LNP), sempre con riferimento all'emendamento 3.113 Romani, condivide la necessità di introdurre una specifica definizione del concetto di «ridondanza delle frequenze», atteso che in mancanza di un tale chiarimento si rischiano di considerare tali, e quindi da liberare, tutte le frequenze - primarie o secondarie che siano - che, in qualche modo, si sovrappongono. Senza considerare che tali sovrapposizioni sono spesso indispensabili per consentire la copertura del segnale in alcune aree penalizzate dall'orografia del territorio.

Marco BELTRANDI (RosanelPugno) esprime perplessità sull'emendamento 3.113 Romani, in quanto volto ad introdurre vincoli eccessivamente stringenti e comunque tali da rendere più complessa la procedura di individuazione, liberazione e riassegnazione delle frequenze ridondanti, con il rischio di aprire la strada anche a futuri contenziosi tra i soggetti interessati.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo) esprime preoccupazione per l'emendamento 3.113, che non condivide perché rischia di tutelare la posizione di pochi operatori del settore senza preoccuparsi del futuro di questo mercato.

Rodolfo DE LAURENTIIS (UDC) preannuncia il voto favorevole sull'emendamento 3.113 che reca principi chiarificatori


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di aspetti del comma 1 dell'articolo in esame.

Paolo ROMANI (FI) fa presente che la liberazione delle frequenze ridondanti al 98 per cento in una città come Roma, in cui operano i ripetitori di Monte Mario e Monte Cavo, a volte sovrapponendosi quanto ad aree di trasmissione del segnale, comporterebbe l'impossibilità, in diversi quartieri della capitale, di ricevere il segnale televisivo. È proprio al fine di correggere tale erronea impostazione del comma 1 dell'articolo 3 che ha presentato il suo emendamento 3.113.

Le Commissioni respingono quindi l'emendamento Romani 3.113. Approvano gli identici emendamenti Giulietti 3.9 e Falomi 3.37.

Antonello FALOMI (RC-SE) evidenzia l'opportunità di accantonare gli identici emendamenti Romani 3.108 e Moffa 3.161, per verificarne la compatibilità con gli identici emendamenti 3.9 e 3.37 testé approvati dalla Commissione.

Pietro FOLENA, presidente e relatore per la VII Commissione, concorda con il collega Falomi.

Paolo ROMANI (FI), intervenendo sul suo emendamento 3.108, ne raccomanda l'approvazione, attesa l'opportunità di assicurare all'Italia la possibilità di continuare ad usufruire delle frequenze negoziate negli ultimi anni nell'ambito di accordi bilaterali sottoscritti con i paesi confinanti. Ciò consentirà di mantenere maggiori risorse frequenziali, anche al fine di assicurare alle numerosi emittenti televisive locali che operano nel nostro paese di proseguire nello svolgimento della loro attività. Ritiene opportuno approfondire le perplessità sollevate dal deputato Falomi circa l'eventuale preclusione degli identici emendamenti 3.108 e 3.161 a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti 3.9 Giulietti e 3.37 Falomi. Per tali motivi propone di accantonare gli identici emendamenti 3.108 Romani e 3.161 Moffa.
Le Commissioni decidono quindi di accantonare gli identici emendamenti 3.108 e 3.161.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo) ritira il proprio emendamento 3.8.

Antonello FALOMI (RC-SE), accogliendo l'invito dei relatori, ritira il suo emendamento 3.38.

Davide CAPARINI (LNP), intervenendo con riferimento all'emendamento 3.156 Lusetti, coglie l'occasione per segnalare che l'intero provvedimento, e in particolare l'articolo 3, sono frutto di una visione superata del settore televisivo, ancora incentrata sulla predominanza del sistema analogico. Non ha infatti senso la liberazione di risorse frequenziali analogiche, peraltro necessarie in una città come Milano a coprire taluni coni d'ombra che sarebbero altrimenti completamente tagliati fuori dalla ricezione del segnale televisivo, quando la nuova tecnologia digitale e la normativa all'uopo recata dalla legge n. 112 del 2004 hanno già favorito l'entrata nel mercato, a fronte degli otto canali analogici a livello nazionale, di ben dieci canali digitali, creando altresì i presupposti per un loro ulteriore incremento.

Paolo ROMANI (FI), intervenendo anch'egli sull'emendamento 3.156 Lusetti, fa presente che la sua eventuale approvazione non modificherebbe l'impostazione erronea che caratterizza sul punto il comma 1 dell'articolo 3. Probabilmente avrebbero avuto più senso gli identici emendamenti 3.8 Giulietti e 3.38 Falomi, ove non fossero stati ritirati dai presentatori. Condivide inoltre le forti perplessità testé espresse dal deputato Caparini circa la liberazione di quelle frequenze che, proprio per la loro ridondanza, sono necessarie a coprire taluni coni d'ombra, sia nelle grandi città che in alcune altre aree del paese. Ribadisce peraltro che le maggiori ripercussioni negative graveranno sulle emittenti televisive locali, come hanno chiaramente evidenziato molti dei soggetti auditi dalle Commissioni VII e IX


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nell'ambito dell'indagine conoscitiva svolta sul provvedimento in esame.

Nicola BONO (AN) ritiene che l'emendamento 3.156 non sia condivisibile in quanto penalizza le utenze marginali. Riterrebbe quindi opportuno che venisse ritirato.

Renzo LUSETTI (Ulivo) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.156, ritenendolo una soluzione ragionevole al fine di ottenere un maggiore volume di frequenze liberate, senza nel contempo alterare eccessivamente il parametro del 98 per cento previsto dall'articolato quale criterio per la liberazione e restituzione delle frequenze.

Antonello FALOMI (RC-SE), sempre con riguardo all'emendamento 3.156 Lusetti, lo ritiene ragionevole, facendo presente che nei loro interventi i deputati Caparini e Romani non hanno tenuto conto del fatto che in Italia, rispetto agli altri paesi europei, vi è un basso tasso di utilizzo delle frequenze, che non è spiegabile solo con le diverse caratteristiche orografiche di alcune porzioni del territorio nazionale.

Le Commissioni approvano quindi l'emendamento Lusetti 3.156.

Emerenzio BARBIERI (UDC) chiede ai relatori e al rappresentante del Governo di riconsiderare il parere espresso sull'emendamento Oppi 3.17 il quale è volto a differire la liberazione o restituzione delle frequenze ridondanti al 30 novembre 2012.

Paolo ROMANI (FI), intervenendo sul suo emendamento 3.109, ritiene preliminarmente che anche tale proposta emendativa dovrebbe essere accantonata, per essere esaminata dopo la presentazione della preannunciata ulteriore versione dell'emendamento 3.500 (nuova formulazione) del relatore per la IX Commissione. Replicando poi al precedente intervento del deputato Falomi, contesta che in Italia non vi sia un utilizzo adeguato delle frequenze disponibili, tenuto conto dell'attività delle oltre 600 aziende impegnate nel comparto dell'emittenza televisiva locale. Nel merito della sua proposta emendativa, ritiene erroneo porre, quale termine per la liberazione e la restituzione delle frequenze ridondanti, i dodici mesi successivi all'entrata in vigore del nuovo provvedimento, essendo invece preferibile rinviare tale scadenza al momento del processo di transizione al digitale nell'area interessata dal servizio di ogni singola frequenza. In termini più generali, l'operazione delineata dal comma 1 dell'articolo 3 si tradurrebbe, di fatto, in una sottrazione di frequenze analogiche agli operatori che già potrebbero sperimentare la trasmissione in tecnica digitale, al fine di assegnarle a nuovi soggetti privi del necessario know how.

Davide CAPARINI (LNP) condivide anch'egli l'opportunità di esaminare gli identici emendamenti 3.17 Oppi e 3.109 Romani dopo avere affrontato le questioni poste dagli emendamenti 3.500 (nuova formulazione) del relatore per la IX Commissione e dal suo emendamento 3.600 (nuova formulazione), concernenti la digitalizzazione per aree geografiche. Ribadisce poi di non condividere un approccio che, sostanzialmente, è volto, in una prima fase, a favorire l'ingresso sul mercato di taluni operatori attraverso l'assegnazione ai medesimi di frequenze analogiche liberate e, solo dopo tale operazione, a procedere all'effettivo passaggio alla tecnologia digitale. Chiede quindi al rappresentante del Governo di fare chiarezza, anche sulla base dell'apposito censimento effettuato dal Ministero delle comunicazioni d'intesa con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in ordine a quali saranno le frequenza che saranno ritenuti ridondanti ai sensi del comma 1 dell'articolo 3 dell'articolato in esame.

Pietro FOLENA, presidente e relatore per la VII Commissione, non concorda con la richiesta di accantonamento formulata dal deputato Caparini, sottolineando che la filosofia sottesa all'emendamento del


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relatore per la IX Commissione 3.500 è del tutto diversa rispetto a quella degli identici emendamenti Oppi 3.17 e Romani 3.109.

Nicola BONO (AN) osserva che il principio degli identici emendamenti Oppi 3.17 e Romani 3.109 ha una sua razionalità nella gestione delle frequenze, sottolineando che il differimento del processo di digitalizzazione non fa venire meno gli investimenti sul sistema analogico almeno per i prossimi tre anni. Rileva altresì che gli indicati emendamenti agevolano la fase di transizione al digitale e rispondono alla logica del piano territoriale.

Antonello FALOMI (RC-SE), nel preannunciare voto contrario sull'emendamento Oppi 3.17, ritiene necessario precisare in cosa consista la transizione dal punto di vista tecnico-giuridico. Rileva altresì che sussiste una duplice problematica che, da un lato, risponde alla necessità di liberare le frequenze ridondanti, dall'altro, di seguire le procedure europee per la riassegnazione delle frequenze.

Angelo Maria SANZA (FI) intende fare presente che, a dispetto di quanto disposto con il disegno di legge all'esame delle Commissioni, in Europa nessun paese procede più all'assegnazione di frequenze di tipo analogico. Ciò non può non indurre a ritenere che l'intera operazione celi l'intento del Governo di consentire ad un ben determinato soggetto imprenditoriale di entrare nel sistema televisivo digitale senza sostenere i normali oneri di investimento, mettendo in tal modo a rischio la tenuta di un intero comparto industriale.

Emilia Grazia DE BIASI (Ulivo) preannuncia il voto contrario sull'emendamento Oppi 3.17, evidenziando la necessità di riordinare le frequenze eccedenti per liberalizzare il mercato e consentire al maggior numero di operatori un rapido passaggio al digitale.

Le Commissioni respingono quindi gli identici emendamenti Oppi 3.17 e Romani 3.109.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo) ritira il proprio emendamento 3.7.

Antonello FALOMI (RC-SE) ritira il suo emendamento 3.39.

Tana DE ZULUETA (Verdi) ritira il suo emendamento 3.56.

Le Commissioni approvano quindi l'emendamento Lusetti 3.157.

Emerenzio BARBIERI (UDC) dichiara di non comprendere le ragioni, a suo avviso strumentalmente politiche, per le quali è stato espresso un parere contrario sul suo emendamento 3.19.

Angelo Maria SANZA (FI), intervenendo sull'emendamento 3.112 Romani, ne raccomanda l'approvazione, facendo appello anche ai deputati riconducibili alla sinistra radicale, atteso che la proposta emendativa è volta a garantire essenziali diritti di cittadinanza a coloro che risiedono residenti in aree svantaggiate del paese sotto il profilo della ricezione dei segnali televisivi.

Mario TASSONE (UDC), intervenendo sull'emendamento 3.19 Barbieri, che è identico all'emendamento 3.112 Romani, invita i relatori e i rappresentanti del Governo a rivedere il parere contrario espresso, atteso che non vi sono ragioni valide per non accedere all'invito di non penalizzare ulteriormente quelle aree del paese che già da tempo denunciano una cattiva ricezione dei segnali televisivi.

Valter ZANETTA (FI), intervenendo sull'emendamento 3.112 Romani, non può non invitare i relatori e il rappresentante del Governo a rivedere il loro parere contrario, anche al fine di mantenere una coerenza con i numerosi atti di sindacato ispettivo e di indirizzo, nonché con quelle disposizioni di legge che hanno disposto l'obbligo di copertura del segnale televisivo per tutte le aree del paese, soprattutto con riferimento alle zone montane.


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Pietro FOLENA, presidente e relatore per la VII Commissione, invita i componenti delle Commissioni a rispettare i tempi di interventi in considerazione del fatto che si è inteso proseguire l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 nella seduta odierna, fino alle ore 19.30, per concluderlo nella seduta già convocata per domani.

Paolo ROMANI (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente ai relatori che l'impegno a concludere l'esame degli emendamenti relativi all'articolo 3 era riferito al testo originario del medesimo articolo. Successivamente, alla luce delle proposte di riformulazione di diverse proposte emendative formulate nella precedente seduta, il contenuto dell'articolo 3 appare notevolmente modificato, con effetti ancora più negativi sul sistema televisivo e, soprattutto, a carico dell'emittenza televisiva locale che già adesso, opera in una situazione di grande pluralismo.

Il sottosegretario Luigi VIMERCATI ritiene che l'impianto complessivo del disegno di legge in esame garantisca da tutte le obiezioni che sono state avanzate dai deputati dell'opposizione e propone ai presentatori di trasfondere il contenuto degli identici emendamenti Barbieri 3.18, Romani 3.111 e Caparini 3.211 in un ordine del giorno per l'Assemblea.

Ilario FLORESTA (FI), intervenendo con riferimento all'emendamento 3.112 Romani, ritiene che la maggioranza e il Governo non abbiano valutato appieno l'effetto negativo della liberazione delle frequenze ridondanti su talune aree del paese. A tale proposito cita il caso della Sicilia, dove già attualmente sono evidenti grandi problemi nella ricezione dei segnali televisivi.

Pietro FOLENA, presidente e relatore per la VII Commissione, invita il collega Floresta a concludere il suo intervento per consentire anche ad altri colleghi di poter intervenire, tenuto conto che sull'emendamento in esame, sono già intervenuti tre rappresentanti del suo gruppo.

Ilario FLORESTA (FI) preannuncia il proprio voto favorevole sull'emendamento 3.112.

Angelo Maria SANZA (FI) riconosce che la proposta avanzata dal sottosegretario Vimercati di presentare un ordine del giorno sulla materia trattata dagli identici emendamenti 3.19 Barbieri e 3.112 Romani debba essere considerata positivamente, non tanto però per lo strumento evocato, che non fornisce alcuna garanzia dispositiva, quanto invece per la possibilità che il Governo si assuma l'impegno a rivedere la questione. In tale ottica, propone l'accantonamento degli identici emendamenti 3.19 Barbieri e 3.112 Romani.

Davide CAPARINI (LNP), sempre con riferimento agli identici emendamenti 3.19 Barbieri e 3.112 Romani, che segnalano l'esigenza di assicurare a tutte le aree del paese la possibilità di ricevere adeguatamente i segnali televisivi, coglie l'occasione per ribadire che il problema non è quello della liberazione delle frequenze ridondanti al 98 o al 95 per cento, quanto invece l'utilizzo da parte della RAI e di Mediaset di più del 40 per cento delle frequenze primarie, che sono quelle necessarie per la creazione di nuove emittenti nazionali.

Egidio Enrico PEDRINI (IDV) ritiene che una eventuale proposta di accantonamento degli identici emendamenti Barbieri 3.19 e Romani 3.112 dovrebbe ricomprendere anche gli identici emendamenti Barbieri 3.18, Romani 3.111 e Caparini 3.211, in quanto riferiti alla medesima materia ed al fine di consentirne un'eventuale riformulazione complessiva.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo) sottolinea che il carattere di urgenza è incontrovertibile, pur sussistendo la questione posta dal punto di vista tecnico poiché sul territorio sono presenti vaste zone con problemi


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di sovrapposizione e coni d'ombra. Ritiene che il contenuto degli identici emendamenti in esame potrebbe essere trasfuso in un ordine del giorno dell'Assemblea, ovvero riformulato. Sottolinea altresì la necessità di individuare una autorità competente a valutare la ridondanza delle frequenze, altrimenti, la delicatezza della materia potrebbe dare luogo a contenziosi ed abusi.

Il sottosegretario Luigi VIMERCATI, nel ribadire la disponibilità del Governo a valutare il contenuto degli identici emendamenti in esame, rileva che il sistema attuale è estremamente caotico e che qualsiasi intervento presenta carattere di complessità. Osserva che, se si intende rimettere in discussione il concetto di ridondanza, non c'è spazio per un'ulteriore discussione; se invece la finalità è quella di integrare tale concetto, il Governo è disponibile a valutare le proposte in esame. Si riserva quindi di approfondire con gli uffici del Ministero delle comunicazioni la questione, affinché non vi siano problemi tecnici che impediscano di vedere con la massima chiarezza su tutto il territorio nazionale le trasmissioni televisive.

Pietro FOLENA, presidente e relatore per la VII Commissione, propone quindi di accantonare gli identici emendamenti Barbieri 3.19 e Romani 3.112, gli identici emendamenti Barbieri 3.18, Romani 3.111 e Caparini 3.212, nonché gli emendamenti Caparini 3.209 e 3.210.

Le Commissioni decidono quindi di accantonare gli identici emendamenti Barbieri 3.19 e Romani 3.112, gli identici emendamenti Barbieri 3.18, Romani 3.111 e Caparini 3.212, nonché gli emendamenti Caparini 3.209 e 3.210.

Paolo ROMANI, intervenendo sul suo emendamento 3.110, ne raccomanda l'approvazione, atteso che lo stesso è volto a consentire ai soggetti interessati dalla procedura di liberazione e restituzione delle frequenze di cui al comma 1 dell'articolo 3 di presentare rilievi motivati all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Chiede comunque che anche tale suo emendamento sia accantonato, in quanto connesso a quelli di cui le Commissioni hanno testé deliberato l'accantonamento.

Le Commissioni respingono quindi l'emendamento Romani 3.110.

Paolo ROMANI (FI) chiede al deputato Barbi di chiarire i contenuti dell'articolo 14 del decreto legislativo n. 259 del 2003, citato nel suo emendamento 3.233.

Mario BARBI (Ulivo) fa presente al deputato Romani che il suo emendamento 3.233 è volto ad assicurare che il trasferimento di frequenze tra due soggetti titolati deve comunque avvenire nel rispetto di quanto disposto dall'articolo 14 del codice delle comunicazioni elettroniche. In particolare, il comma 4 di tale articolo dispone che l'intenzione di un operatore di trasferire i diritti di uso delle radiofrequenze deve essere notificata al Ministero delle comunicazioni e che il trasferimento di tali diritti è efficace previo assenso del Ministero stesso.

Davide CAPARINI (LNP) ritiene che l'emendamento 3.233 Barbi non introduca una disposizione innovativa nell'ordinamento, atteso che tale proposta emendativa, nella sua parte iniziale, recita: «Fermo restando quanto stabilito da norme di legge o di regolamento in materia di radiodiffusione sonora o televisiva», ambito nel quale rientra evidentemente anche il richiamato articolo 14 del codice delle comunicazioni elettroniche di cui si prescrive comunque l'applicazione.

Silvano MOFFA (AN) ritiene anch'egli che la disposizione che l'emendamento 3.233 Barbi mira ad introdurre sia assolutamente pleonastica. Invita pertanto lo stesso presentatore, nonché i relatori e il rappresentante del Governo a tenerne conto.


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Le Commissioni approvano quindi l'emendamento Barbi 3.233.

Mario BARBI (Ulivo) ritira il proprio emendamento 3.232.

Pietro FOLENA, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 19.30.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni n. 214 del 26 luglio 2007 apportare le seguenti modifiche:
a pagina 20, prima colonna, sostituire la prima riga con la seguente: «Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:».