III Commissione - Resoconto di mercoledì 1° agosto 2007


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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 1o agosto 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari eteri Donato Di Santo.

La seduta comincia alle 14.05.

5-01389 Venier e 5-01390 Forlani: Sui servizi di call center presso le sedi diplomatiche e consolari.

Umberto RANIERI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito. Avverte, quindi, che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

Iacopo VENIER (Com.It) illustra l'interrogazione di cui è firmatario segnalando come il ricorso ai servizi di call center, a causa degli elevati costi, configuri una sorta di selezione economica nelle relazioni con le sedi italiane all'estero.


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Luigi D'AGRÒ (UDC) rinuncia all'illustrazione dell'interrogazione di cui è firmatario insieme al collega Forlani.

Il sottosegretario Donato DI SANTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Iacopo VENIER (Com.It), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto per l'impegnativa risposta resa dal rappresentante del Governo. Rileva, tuttavia, come in molti casi i tradizionali canali di contatto, alternativi al ricorso ai call center, si rivelino assai lenti. Nel rammentare che i cittadini stranieri interessati sono spesso privi di adeguati mezzi economici ed in cerca di lavoro, ritiene opportuno che la questione sia oggetto di ulteriori verifiche, anche in sede parlamentare, in relazione agli impegni assunti dal Governo.

Luigi D'AGRÒ (UDC), replicando, pur dichiarandosi non pregiudizialmente ostile, per il fatto di appartenere ad un gruppo di opposizione, alle affermazioni del Governo, rileva che in questo come in molti altri casi le parole ufficiali non corrispondono alla realtà dei fatti. Condivide, pertanto, l'esigenza di ulteriori verifiche anche parlamentari.

5-01385 D'Elia: Sul trasferimento forzato di pastori e nomadi tibetani.

Bruno MELLANO (RosanelPugno) illustra l'interrogazione in titolo, richiama le denunce internazionali di quella che ritiene sia una vera e propria deportazione in atto delle popolazioni di nomadi e pastori dalle storiche province tibetane. Sottolinea l'esigenza che il Governo affronti la questione con le autorità cinesi.

Il sottosegretario Donato DI SANTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Bruno MELLANO (RosanelPugno), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto poiché ritiene la risposta resa più influenzata dalla posizione ufficiale cinese che dalla realtà dei fatti. Manifesta vive perplessità sulla presunta autonomia che sarebbe stata riconosciuta, peraltro, ad una sola parte della regione, smembrando in cinque circoscrizioni provinciali il Tibet storico. Ricorda poi che i trasferimenti forzati hanno corrispondentemente interessato anche l'etnia han. Preannuncia, infine, ulteriori interventi in sede parlamentare sulla questione.

5-01386 Spini: Sulla sorte degli ostaggi sudcoreani dei talebani in Afghanistan.

Valdo SPINI (SDpSE) illustra l'interrogazione in titolo, esprimendo preoccupazione per la sorte dei ventidue operatori umanitari sudcoreani che sono ostaggio dei talebani, due dei quali sono stati uccisi. Nel manifestare il più convinto sdegno per la considerazione in cui è tenuta da quei sequestratori la vita umana, auspica che l'Italia possa contribuire alla soluzione positiva della crisi, anche sulla base dell'esperienza maturata in occasione della ricerca della salvezza di un proprio cittadino.

Il sottosegretario Donato DI SANTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Valdo SPINI (SDpSE), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per l'informativa resa sui contatti in corso, ribadendo la denuncia del cinico gioco sulle vite umane che i talebani stanno praticando anche a danno di persone non belligeranti. Segnala come la gravità della situazione sia da tempo all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale e sia stata da ultimo segnalata sull'Herald Tribune. Rinnova, infine, l'appello al Governo ad essere parte attiva nella soluzione della crisi.


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5-01387 Ranieri: Sulle esecuzioni capitali in Iran.

Pietro MARCENARO (Ulivo) illustra l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario, segnalando come risulti che in Iran si stia verificando una nuova ondata di esecuzioni capitali, secondo le denunce delle organizzazioni umanitarie e delle associazioni per i diritti degli omosessuali. Ricorda il passo recentemente compiuto dal Ministero degli esteri francese convocando al riguardo il rappresentante diplomatico iraniano a Parigi. Nel denunciare la mancanza di trasparenza informativa per cui non vi è certezza su quel che accade in Iran, esprime viva preoccupazione per il fatto che in molti casi le esecuzioni capitali risultino persecutorie dell'orientamento sessuale ed in particolare dell'omosessualità.

Il sottosegretario Donato DI SANTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Pietro MARCENARO (Ulivo), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta che conferma il pieno impegno del Governo nella lotta alla pena di morte e l'azione svolta in seno all'Unione europea. Ritiene però che le notizie fornite confermino l'elemento di novità rappresentato sia dalla quantità che dalle motivazioni delle esecuzioni capitali, per cui auspica una più diretta iniziativa italiana nelle relazioni diplomatiche con l'Iran, secondo l'esempio della Francia, quale atto di manifestazione di una volontà politica frutto della ferma determinazione a contrastare le violazioni dei diritti umani e le discriminazioni sessuali.

5-01388 Rivolta: Sulla visita ufficiale in Argentina del viceministro degli affari esteri con delega alla cooperazione.

Dario RIVOLTA (FI) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando come la questione sollevata riguardi gli interessi di alcuni milioni di cittadini italiani, se si considerano le famiglie dei risparmiatori che hanno perso i loro soldi nei bond argentini e non sono stati risarciti a causa di quella sorta di «ricatto» che le autorità di Buenos Aires hanno proposto offrendosi di rimborsare soltanto un quarto del dovuto. Ribadisce poi la richiesta di chiarimenti sulla destinazione dei fondi della cooperazione italiana annunciata nel corso della sua visita dal viceministro con delega alla cooperazione, richiamando l'attenzione della Commissione sull'increscioso caso che durante la stessa visita avrebbe avuto luogo nei rapporti con la locale stampa italiana.

Il sottosegretario Donato DI SANTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5), precisando che la questione dei bond argentini viene regolarmente e ripetutamente sollevata in tutti gli incontri bilaterali e richiamando comunque la circostanza che nella vicenda i risparmiatori italiani, per quanto inconsapevolmente, si sono trasformati in investitori.

Dario RIVOLTA (FI), replicando, non può dichiararsi soddisfatto. Innanzitutto, ribadisce la gravità della discriminazione informativa a danno di una parte della stampa italiana operante in Argentina. Insiste poi sulla necessità di chiarire nel dettaglio la destinazione dei fondi della cooperazione italiana. Chiarendo che non gli sfugge certo il tasso di rischio che i risparmiatori italiani si sono assunti, spesso peraltro con gravi responsabilità degli istituti di credito, ritiene però che non si possa ignorare il fatto che l'Argentina è un paese ricco che ha ormai alti tassi di crescita ed è uscito dalla crisi conseguendo una stabilità di bilancio che consentirebbe ampiamente il rimborso dei bond. Conclude osservando che il Governo avrebbe potuto rimeditare entità e modalità dei propri aiuti, eventualmente aprendo un confronto con le autorità argentine, anche perché la condizione emergenziale è venuta meno.


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Umberto RANIERI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.45.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 1o agosto 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Donato Di Santo.

La seduta comincia alle 14.45.

Ratifica Convenzione Italia-Francia sul traforo stradale del Monte Bianco.
C. 2929 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Gianni FARINA (Ulivo), relatore, fa presente che la Convenzione in esame è stata sottoscritta dai due Governi nel summit annuale tra Italia e Francia che si è svolto a Lucca il 24 novembre 2006. Ricorda che la realizzazione del traforo del Monte Bianco è stata decisa dai Governi italiano e francese all'inizio degli anni '50 con una apposita Convenzione firmata a Parigi il 14 marzo del 1953. Non esisteva ancora la CEE né una normativa che consentisse una gestione unitaria, comune, del traforo medesimo. Il traforo, opera indispensabile per la ripresa economica italiana e francese del dopoguerra, venne quindi realizzato con una normativa che fissava i compiti ed i doveri delle due società concessionarie, italiana e francese, senza la previsione delle necessità che si sono imposte con il trascorrere degli anni a seguito del grande sviluppo economico e con previsioni di traffico, soprattutto dei veicoli commerciali, che sono state ampiamente superate. Nei decenni successivi si è pensato ad adeguare la normativa, ma sostanzialmente la gestione dell'opera era affidata ad ogni singola società per la parte di competenza nel proprio territorio. Il successivo traforo del Frejus, messo in servizio nel 1980, era già retto da una convenzione che prevedeva, in buona parte, quanto oggi viene realizzato dalla nuova convenzione del traforo del Monte Bianco: un comitato comune di costruzione (le spese di costruzione divise in parti uguali tra le due società concessionarie con garanzie dei rispettivi Stati per i mutui contratti) e un organo comune di esercizio. Rammenta che l'attuazione di questo secondo punto, che ha consentito sin dal 1980 al traforo del Frejus di avere una gestione unitaria ed integrata, venne risolto con la creazione di un G.I.E. (Gruppo di interesse economico di diritto francese, con trasparenza fiscale) il cui compito era di provvedere alla gestione unitaria della sicurezza del traforo, alle opere di manutenzione, alla riscossione dei pedaggi con attribuzione dei proventi, detratte le spese, alle singole società concessionarie alle quali spetta il compito di provvedere al pagamento delle imposte secondo le rispettive leggi nazionali.
Osserva che per il Monte Bianco tutto ciò non era previsto, anche se con aggiustamenti successivi si era provveduto ad una migliore gestione del traffico tra Italia e Francia. Una Commissione intergovernativa venne infatti istituita con il compito di adeguare le tariffe, di provvedere alla sicurezza e soprattutto di vegliare sul buon andamento dei rapporti italo-francesi. Tuttavia, non vi era una gestione «unica» del traforo. Il tragico incidente verificatosi il 24 Marzo 1999 nel traforo del Bianco ha richiesto una profonda revisione di tutta la normativa, sia a livello dei singoli Paesi che a livello europeo, tanto per la costruzione di simili opere quanto per la loro gestione. Nel frattempo, lo strumento giuridico di diritto francese G.I.E: venne adottato a livello di normativa europea, diventando G.E.I.E (Gruppo europeo di interesse economico).
La presente nuova Convenzione concernente il traforo del Monte Bianco consente, anche attraverso la costituzione di un apposito G.E.I.E tra le due società


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concessionarie, di provvedere ad una gestione unitaria del traforo, sotto ogni profilo: riscossione e suddivisione dei pedaggi, manutenzione e miglioramento della infrastruttura, gestione del traffico, politica commerciale, sicurezza della infrastruttura e degli utenti, regolamenti di circolazione, gestione dei rapporti tra le forze dell'ordine (italiane e francesi sull'insieme del percorso e degli accessi adiacenti) con potere di intervenire, sempre secondo le leggi dei singoli Stati oltre che della normativa comunitaria, sull'insieme del territorio. Una nuova C.I.G. (Conferenza Intergovernativa) viene costituita con compiti e poteri più penetranti e precisi. Un Comitato di Sicurezza, particolarmente specializzato, viene messo in campo per assistere la CIG e per ovviare ad ogni possibile incidente e per applicare, suggerendo ogni innovazione tecnica e tecnologica, le normative a garanzia degli utenti. Il Comitato di sicurezza è stato concepito anche per far fronte ad ogni sorta di pericolo indipendente dalla circolazione dei veicoli e dei veicoli commerciali che trasportano materie pericolose, quali ad esempio atti di terrorismo, catastrofi naturali eccetera.
I lavori di adeguamento tecnico e tecnologico che sono stati realizzati al Traforo del Bianco a seguito dell'incendio del 1999 e gli adeguamenti normativi hanno consentito di fare grandi passi avanti, anche a livello europeo, nel settore della costruzione e gestione dei trafori. La normativa del Frejus è anch' essa stata adeguata. La convenzione per il nuovo Traforo del Tenda (costruzione di una nuova canna e messa in sicurezza di quella esistente) si è ispirata anch'essa a questa normativa del Bianco. Ritiene, quindi, importante che al più presto il disegno di legge in esame concluda il suo iter affinché si proceda alla ratifica della nuova Convenzione da parte dei Capi di Stato d'Italia e Francia.

Il sottosegretario Donato DI SANTO segnala che la Convenzione, firmata in occasione del vertice bilaterale di Lucca del novembre 2006, costituisce l'esito di un negoziato avviato all'indomani del drammatico incidente verificato si nel traforo il 24 marzo 1999. L'incidente evidenziò l'urgenza di adeguare le condizioni di gestione del traforo specie sotto il profIlo della sicurezza, ciò che richiedeva in primo luogo un nuovo quadro giuridico rispetto alla Convenzione del 14 marzo 1953. Contestualmente, bisognava tener conto dell'evoluzione del diritto comunitario in materia, ad esempio l'esperienza acquisita in materia di gestione dei trafori attraverso la costituzione dei «Gruppi Europei d'Intesa Economica» (GEIE). Il negoziato si è svolto nel contesto dell'apposita Conferenza intergovernativa (CIG), che riunisce a cadenza semestrale le delegazioni delle due Parti e a cui partecipano i rappresentanti di tutte le Amministrazioni coinvolte a vario titolo. Nel frattempo si erano registrati alcuni rallentamenti, legati in particolare alla necessità di consultazione delle numerose Amministrazioni interessate.
Il quadro giuridico delineato dalla Convenzione prevede che entrambi gli Stati siano coinvolti nella gestione e manutenzione del Traforo e quindi nel controllo delle società concessionarie e del gestore. Tali attività vengono svolte sotto la supervisione della CIG e del Comitato di Sicurezza attivo al suo interno, dotati ora di ulteriori e più precise competenze.
Il testo si compone di 18 articoli. La ratifica parlamentare si rende necessaria sia perché viene modificato un precedente accordo ratificato, sia perché è previsto il possibile ricorso ad un tribunale arbitrale nel caso in cui un'eventuale controversia non venisse risolta per via negoziale.
L'intesa consente ai due Paesi di disporre per il Traforo del Monte Bianco di un meccanismo di gestione, controllo e vigilanza particolarmente efficace, affinato e perfettamente in linea con gli standards europei in materia di prevenzione e sicurezza.
L'intesa si inserisce nel contesto della più ampia ed intensa collaborazione bilaterale tesa al miglioramento dei collegamenti transalpini, collaborazione che sul piano tecnico si svolge nell'ambito di quattro Conferenze intergovernative: oltre a quella sul Monte Bianco, quelle del Traforo del Frejus, sul collegamento Torino-Lione e sulle Alpi del Sud. Ricorda al


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riguardo che nella stessa occasione del vertice di Lucca vennero finalizzate le intese per la realizzazione del tunnel di sicurezza al Frejus e la costruzione del secondo tunnel sotto il Col di Tenda.
Quanto agli aspetti finanziari, dall' attuazione della Convenzione, rileva che non si ravvisano oneri ulteriori a carico del bilancio dello Stato: la remunerazione degli agenti incaricati dei servizi di dogana, polizia e protezione sanitaria rientra nei normali compiti amministrativi; le spese relative alla costruzione, manutenzione, modernizzazione e funzionamento delle opere ed attrezzature necessarie al traforo saranno a carico del gestore, che sosterrà anche gli oneri dei servizi pubblici di soccorso e antincendio; lo stesso gestore sosterrà le spese di funzionamento della CIG e del Comitato di Sicurezza; eventuali costi derivanti dal ricorso ad un tribunale arbitrale saranno sostenuti dalla parte ricorrente e le spese di funzionamento del tribunale saranno divise in parti eguali e per la parte italiana graveranno sul competente capitolo del Ministero della giustizia.

Franco NARDUCCI (Ulivo), nell'esprimere apprezzamento per l'ampia relazione svolta e per l'intervento del rappresentante del Governo, ricorda però il contenzioso aperto a seguito della tragedia del 1999 ed in particolare lamenta che l'associazione dei familiari delle vittime, che ha sede a Ginevra ed è presieduta da un nostro concittadino, non ha ricevuto ascolto né dalle istituzioni francesi né da quelle italiane.

Paolo UGGÈ (FI), pur consapevole che i disegni di legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali non si prestano ad essere emendati, evidenzia comunque la necessità che l'economia italiana non sia ulteriormente bloccata da decisioni unilaterali esterne che si concretano in spesso immotivati divieti che a loro volta provocano ritardi nella consegna delle merci e quindi danni ingenti e perdite di quote di mercato. Invita quindi il Governo alla massima attenzione al riguardo.

Umberto RANIERI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi.
C. 188 Boato, C. 583 Zeller, C. 661 Zeller e C. 2861 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione del testo base).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, il 16 maggio 2007.

Raffaello DE BRASI (Ulivo), relatore, nel riferirsi all'intervenuta presentazione da parte del Governo del disegno di legge relativo alla materia in oggetto ed al relativo abbinamento, segnala la novità riguardante il protocollo sui trasporti di cui si fa menzione nella relazione illustrativa del medesimo disegno di legge in ordine alla dichiarazione interpretativa che ha accompagnato la sottoscrizione da parte dell'Unione europea della Convenzione Alpi. Ritiene che in tal modo possano considerarsi superate talune criticità che, con riferimento in particolare agli articoli 8 e 11, aveva evidenziato all'inizio dell'esame, come l'esigenza di scongiurare l'esercizio di un diritto di veto da parte di uno Stato contraente rispetto a nuove infrastrutture. Segnalando conclusivamente la tutela dell'acquis comunitario, propone che il disegno di legge del Governo C. 2861 sia adottato come testo base per il seguito dell'esame.

La Commissione approva la proposta del relatore.

Umberto RANIERI, presidente, poiché da taluni gruppi è stata preannunciata l'intenzione di presentare emendamenti al testo base adottato, avverte che il relativo termine resta fissato alle ore 17 di martedì 11 settembre, alla ripresa dei lavori dopo


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la pausa estiva. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 1o agosto 2007.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.05.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Ratifica Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità - OMS - per la lotta al tabagismo, fatto a Ginevra il 21 maggio.
C. 2540 Governo.