XIII Commissione - Mercoledì 12 settembre 2007


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ALLEGATO 1

Sulla Conferenza dei Presidenti delle Commissioni Agricoltura degli Stati membri dell'Unione europea (Berlino, 20-21 maggio 2007)

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Il 20 e 21 maggio 2007 si è tenuta a Berlino, nel quadro della Presidenza tedesca del Consiglio dell'Unione europea, la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni Agricoltura degli Stati membri dell'Unione europea. Alla Conferenza hanno partecipato, in rappresentanza della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, il Presidente Marco Lion, e, in rappresentanza della Commissione Agricoltura del Senato, il Presidente Stefano Cusumano e il senatore Paolo Scarpa Bonazza Buora.
Nella giornata di domenica 20 maggio le delegazioni presenti hanno visitato l'Istituto Leibniz per l'ingegneria agraria di Potsdam. L'Istituto rappresenta uno dei più grandi centri europei di ricerca in materia di ingegneria agraria, con un organico di 160 persone, di cui 60 ricercatori, e con collaborazione con università, centri di ricerca e imprese private in Germania e all'estero. L'attività di ricerca dell'Istituto si concentra nei settori delle bioenergie (in particolare, le biomasse, il biogas, l'identificazione di coltivazioni particolarmente idonee alla produzione di energia) e della produzione di materiali di derivazione biologica (ottenuti da fibre naturali). Nella visita sono stati mostrati i laboratori e le piantagioni dell'Istituto e sono stati illustrati alcuni dei progetti di ricerca in corso. La visita all'Istituto Leibniz è stata seguita dalla visita, nella campagna del Brandeburgo, ad un impianto di produzione di energia elettrica da biogas.
I lavori della Conferenza, che si sono tenuti lunedì 21 maggio, si sono articolati in una prima parte, dedicata alle potenzialità delle zone rurali, e in una seconda parte, concernente le energie rinnovabili. Alle presentazioni da parte dei relatori invitati ha fatto seguito, in ciascuna delle due parti, un dibattito in cui sono intervenuti membri delle diverse delegazioni presenti. I lavori sono stati introdotti da un intervento di Ulrike Höfken, Presidente della Commissione Alimentazione, agricoltura e tutela dei consumatori del Bundestag, che, dopo aver brevemente delineato la situazione dell'agricoltura in Germania, ha sottolineato la rilevanza che, in relazione alle prospettive di sviluppo del settore e alla definizione delle politiche comunitarie per l'agricoltura, assumono i due temi ai quali la Conferenza è stata dedicata.
Nella prima parte, John Bensted-Smith, direttore della Direzione Agricoltura della Commissione europea, è intervenuto sul tema delle potenzialità delle zone rurali. Dopo aver evidenziato che le zone rurali rappresentano il 90 per cento del territorio dell'Unione europea e in esse vive oltre il 50 per cento della popolazione dell'Unione europea, ha sottolineato il ruolo essenziale che l'agricoltura e la gestione delle foreste continuano a svolgere ai fini della gestione del territorio, dell'impiego delle risorse naturali e della possibilità di una diversificazione economica per le comunità rurali. Ha quindi offerto una dettagliata illustrazione della politica per lo sviluppo rurale dell'Unione europea relativa al periodo di programmazione 2007-2013. Rispetto al passato tale politica si caratterizza per una forte semplificazione


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degli strumenti di finanziamento, del sistema di gestione finanziaria e di controllo e del sistema di programmazione degli interventi destinatari dei finanziamenti. Da un'accurata descrizione dei quattro assi intorno ai quali si articola la nuova politica per lo sviluppo rurale (tre assi tematici e uno metodologico), ha mostrato come gli obiettivi fondamentali perseguiti siano rappresentati dal rafforzamento della competitività del settore agricolo, dal potenziamento della tutela dell'ambiente e del territorio, e dal miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali. Ha quindi illustrato il piano finanziario, con l'indicazione dell'entità complessiva dei finanziamenti previsti per l'intero periodo di programmazione (371.245 milioni di euro, di cui 293.105 destinati agli interventi di mercato e 69.750 allo sviluppo rurale), i livelli di cofinanziamento comunitario per ciascuno degli assi e il ruolo che possono svolgere le linee-guida definite a livello comunitario. L'ultima parte della relazione è stata dedicata all'illustrazione di una simulazione relativa agli scenari che si configurerebbero nel 2020 assumendo le diverse ipotesi di una prosecuzione delle politiche attualmente in essere, di una regionalizzazione (intesa come attribuzione ai singoli Stati delle politiche di sostegno all'agricoltura) e di una liberalizzazione (apertura dei mercati e eliminazione delle forme di sostegno). Dalla simulazione è emerso che una politica di liberalizzazione rafforzerebbe l'abbandono del territorio nelle aree marginali, che è comunque un processo in corso, e determinerebbe un notevole deprezzamento della terra (molto meno evidenti sono invece gli effetti sul costo degli altri fattori produttivi, vale a dire la forza-lavoro e il capitale).
Karlheinz Knickel, ricercatore dell'Istituto di ricerca sullo sviluppo rurale dell'Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte sul Meno, ha illustrato il potenziale di sviluppo delle zone rurali, individuando cinque comparti dell'economia di tali zone in cui le prospettive di crescita appaiono significative: le opportunità di sviluppo di una «bioeconomia», per quanto concerne sia le energie rinnovabili sia le possibilità di utilizzo industriale di piante e coltivazioni agricole; i mercati di qualità, con specifico riferimento alle produzioni biologiche; le peculiari opportunità di offerta turistica che possono provenire dalle zone rurali; i nuovi servizi rurali, rivolti in particolare alla salvaguardia del paesaggio e all'educazione ambientale; le funzioni che le zone rurali possono svolgere in relazione alla tutela dell'ambiente, a un uso sostenibile delle risorse naturali, alla preservazione della biodiversità e all'attenuazione degli effetti negativi provocati dagli agglomerati urbani. Ha quindi osservato che una chiara individuazione delle potenzialità delle zone rurali rappresenta una condizione essenziale per ampliare le molteplici sinergie con altri ambiti di intervento pubblico e privato e ha concluso delineando alcuni indirizzi per politiche rivolte a sostenere il pieno sviluppo delle possibilità dell'economia rurale.
Alle due relazioni ha fatto seguito un ampio dibattito, nel quale le diverse delegazioni presenti hanno, da un lato, segnalato le particolari caratteristiche che l'economia rurale assume nel proprio Paese, dall'altro, hanno indicato le priorità che, a proprio giudizio, la politica comunitaria per lo sviluppo rurale dovrebbe seguire. Agli interventi delle delegazioni hanno replicato i due relatori. Nel dibattito è intervenuto anche il Presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Stefano Cusumano, che ha evidenziato le diverse funzioni svolte dalle comunità che vivono nelle zone rurali, sia sotto il profilo economico, per il quale l'agricoltura mantiene un rilievo prevalente, ma non esclusivo, sia sotto il profilo sociale, riguardo al quale assumono un particolare valore le numerose realtà associative, sia sotto il profilo ecologico, in considerazione del ruolo essenziale che tali comunità svolgono ai fini della gestione del territorio, della salvaguardia della flora e della fauna e del corretto utilizzo delle risorse naturali. Ha pertanto rilevato che lo sviluppo della multifunzionalità non corrisponde soltanto


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all'interesse degli imprenditori agricoli, ma permette di offrire una risposta a importanti esigenze collettive; di ciò sussiste una larga consapevolezza, attestata dal fatto che la maggioranza dei cittadini europei si dichiara disponibile a sostenere anche finanziariamente questo sviluppo. Ha peraltro osservato che il potenziamento della multifunzionalità non può essere affidato all'iniziativa dei singoli proprietari agricoli, ma richiede l'aggregazione e la collaborazione degli operatori del settore su significative porzioni di territorio. Ha quindi sottolineato l'importanza che assumono, in particolare nella realtà italiana, i distretti rurali, come strumento di aggregazione dei produttori e come forma di partecipazione dei diversi soggetti, istituzionali e sociali, attivi nel territorio, auspicando, sia a livello comunitario sia a livello nazionale, politiche che sostengano la formazione e il rafforzamento dei distretti.
La seconda parte della Conferenza ha avuto per tema le energie rinnovabili. La prima relazione è stata tenuta da Luc Werring, consulente principale della direzione generale Energia e Trasporti della Commissione europea, che, in primo luogo, ha mostrato come le questioni relative all'energia e all'ambiente abbiano assunto una dimensione globale. In questo scenario, l'Unione europea si trova a dover individuare risposte soddisfacenti all'esigenza di disporre di energia in misura sufficiente, in condizioni rispettose dell'ambiente e a costi competitivi, di fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici, dall'incremento, a livello globale, della domanda di energia, e dalle incertezze, anche di carattere geopolitica, riguardo alle forniture. Le prospettive di evoluzione delle importazioni di petrolio dal 2005 al 2030 evidenziano infatti un notevolissimo aumento complessivo, determinato, in particolare, dal balzo della domanda della Cina, sebbene l'America Settentrionale e l'Europa continuino a detenere, rispettivamente, il primo e il secondo posto nella graduatoria delle aree di importazione. Rispetto a questo contesto, la Commissione europea ha elaborato alcune proposte di carattere generale per una completa revisione della politica energetica dell'Unione; tali proposte sono state accolte dal Consiglio europeo del marzo 2007, che ha affidato alla Commissione il compito di preparare dettagliate proposte di intervento. In primo luogo la Commissione europea ha proposto l'adozione unilaterale da parte dell'Unione europea dell'impegno di ridurre entro il 2020 le emissioni di gas ad effetto-serra del 20 cento rispetto ai livelli registrati nel 1990. In secondo luogo, ha proposto una politica basata sull'efficienza, che si caratterizzi per una significativa riduzione dei consumi e, per quanto riguarda la produzione, per un forte impulso allo sviluppo delle energie rinnovabili. A tal fine la Commissione ha definito l'obiettivo di portare entro il 2020 il livello di utilizzo delle energie rinnovabili dall'attuale 6,5 per cento del totale al 20 per cento, ha proposto di fissare obiettivi relativi al ricorso alle energie rinnovabili vincolanti per ciascuno degli Stati membri e ha fissato al 10 per cento il livello minimo per l'utilizzo di biocarburanti che ciascun Stato membro deve raggiungere. L'ultima parte della relazione è stata dedicata ad una valutazione dei profili finanziari del ricorso alle energie rinnovabili. In proposito è stato rilevato che il ricorso alle energie rinnovabili risulta attualmente più costoso rispetto all'uso degli idrocarburi, anche se la differenza si sta riducendo. Per questo, raggiungere l'obiettivo di una quota di energie rinnovabili pari al 20 per cento del totale comporta, oltre all'esigenza di significativi investimenti, anche un aggravio del bilancio energetico, a causa di un incremento dei costi di produzione dell'energia. Tale affermazione, peraltro, è vera solo a condizione che si assuma come termine di confronto un costo del petrolio di 48 dollari al barile. Di fronte ad un notevole incremento del costo del petrolio, l'utilizzo delle energie rinnovabili risulterebbe anche finanziariamente conveniente (ad esempio, se il costo del petrolio si attestasse a 78 euro al barile, l'obiettivo di


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utilizzare per il 20 per cento energie rinnovabili permetterebbe una riduzione dei costi, a livello comunitario, di 10,6 miliardi di euro). Occorre in ogni caso tener conto che lo sviluppo delle energie rinnovabili concorre a migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, dal momento che incrementa la quota di energia prodotta all'interno dei confini degli Stati dell'Unione europea. In conclusione il relatore ha mostrato come la riforma della politica energetica comunitaria dovrà realizzarsi sia attraverso atti di carattere normativo (in particolare la revisione di una serie di direttive) sia attraverso atti di programmazione, a livello comunitario e nazionale. Tra le proposte della Commissione europea è prevista, infatti, l'adozione da parte di ciascun Stato membro di un Piano d'azione nazionale, che definisca la quota di energia riconducibile alle diverse fonti di produzione.
La relazione successiva è stata svolta da Hermann Scheer, membro del Bundestag e presidente del Consiglio mondiale per le energie rinnovabili, che ha esaminato le diverse caratteristiche che può assumere una politica di sostegno alle energie rinnovabili, in relazione alla produzione di energia elettrica, di energia per riscaldamento e di energia per il trasporto. Riguardo a quest'ultimo aspetto, ha evidenziato come i biocarburanti rappresentino l'unica alternativa ai carburanti di origine fossile, dal momento che lo sviluppo dei motori ad idrogeno e delle auto elettriche ha incontrato forti limitazioni.
Anche nella seconda parte della Conferenza, dopo le relazioni si è svolto un ampio e vivace dibattito, in cui sono intervenuti i membri delle delegazioni dei singoli paesi, con successive repliche da parte dei relatori. Gli interventi delle delegazioni hanno messo in evidenza, in particolare, l'opportunità di una politica a sostegno delle bioenergie, i diversi strumenti che possono essere adottati (dall'imposizione di obblighi di immissione in mercato di quote di biocarburanti agli incentivi di carattere fiscale) e l'esigenza di tener conto, nella definizione della politica energetica comunitaria, delle differenziazioni nazionali e anche regionali.
Intervenendo nel dibattito, il Presidente della Commissione agricoltura della Camera dei deputati, Marco Lion, ha invitato ad assumere un atteggiamento più problematico riguardo al tema dei biocarburanti e delle bioenergie, che tenga conto dei pericolosi squilibri che potrebbero essere provocati. Ha infatti osservato che politiche a sostegno dei biocarburanti che hanno per effetto esclusivamente quello di incentivarne la produzione a partire da colture provenienti da aree lontane del globo determinano conseguenze molto gravi sotto il profilo sociale e ambientale. Esse infatti stimolano lo sviluppo di monocolture agroenergetiche, la deforestazione e la distruzione di ambienti caratterizzati dal loro valore in termine di biodiversità, ad esclusivo vantaggio dei soggetti che controllano il commercio di queste produzioni e la trasformazione in energia. Al tempo stesso si è verificato che un più ampio ricorso alle agroenergie abbia causato notevoli incrementi dei prezzi di generi alimentari anche di prima necessità in Paesi poveri, per i quali l'alimentazione è l'esigenza fondamentale. In considerazione di questi squilibri, che già hanno avuto modo di manifestarsi, ha osservato che nei paesi europei e, in particolare, in Italia una politica per le agroenergie deve fare riferimento ad una produzione di energia mediante centrali di piccole dimensioni, la cui installazione non provochi effetti traumatici per il territorio nel quale si collocano e che, al contrario, rappresentino uno sbocco per le produzioni agricole e, più in generale le biomasse, provenienti dal territorio medesimo. Ha quindi segnalato che la Commissione Agricoltura della Camera sta dedicando un forte impegno sul tema, per definire, a livello nazionale, un intervento normativo che sia in grado di rispondere ad esigenze di equilibrio e tutela ambientale e di favorire il rapporto diretto tra il settore agricolo e quello di produzione dell'energia. Ha concluso rilevando che lo sviluppo delle bioenergie deve essere


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sostenuto con convinzione; tuttavia, la consapevolezza degli squilibri potenzialmente devastanti, che può determinare, impone di non lasciare tale sviluppo ai meccanismi di mercato, ma di seguirlo e controllarlo con interventi idonei ad assicurare la salvaguardia degli equilibri ambientali e sociali. È questo il compito principale che spetta alle politiche comunitarie e nazionali a sostegno delle bioenergie e il termine di riferimento rispetto al quale tali politiche dovranno essere valutate.
Al termine del dibattito Ulrike Höfken, Presidente della Commissione Alimentazione, agricoltura e tutela dei consumatori del Bundestag, ha concluso la Conferenza sottolineando i forti elementi di connessione tra il tema dello sviluppo delle zone rurali e quello delle energie rinnovabili e riepilogando le questioni più significative emerse dalle relazioni e dal dibattito.


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ALLEGATO 2

Sulla missione ad Amalfi, in relazione all'esame in sede referente delle proposte di legge C. 1069 ed abbinate, «Sostegno agli agrumeti caratteristici» (Amalfi, 21 giugno 2007)

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Il 21 giugno 2007 una delegazione della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, composta dal Presidente della Commissione, Marco Lion, e dai deputati Claudio Maderloni, Edmondo Cirielli e Leonardo Martinello, si è recata ad Amalfi. Lo svolgimento della missione è stato programmato in relazione all'esame in sede referente delle proposte di legge C. 1069 Lion, C. 1576 Cirielli e C. 1691 Catanoso in materia di «Sostegno agli agrumeti caratteristici». In particolare, attraverso la missione ad Amalfi si è inteso verificare le esigenze di manutenzione, recupero e salvaguardia degli agrumeti in una realtà di particolare pregio ambientale e paesaggistico.
La delegazione della Commissione si è recata in uno dei più ampi limoneti della costiera amalfitana, dove ha potuto verificare, insieme con la straordinaria qualità della produzione di limoni dell'area (il cosiddetto «sfusato amalfitano»), le difficoltà e l'impegno richiesti dal mantenimento dei terrazzamenti, che rappresentano uno degli elementi più caratteristici del paesaggio della costiera. Tali difficoltà provocano non di rado l'abbandono dei limoneti, con gravi conseguenze non soltanto per la produzione, ma, ancor più, per le condizioni e l'aspetto del territorio.
Alla delegazione della Commissione è stata inoltre illustrata l'attività che il Consorzio di tutela «Limone costa d'Amalfi IGP» svolge ai fini della tutela delle caratteristiche modalità di produzione del limone.
Al termine della missione si è svolto, nella sala del Consiglio comunale di Amalfi, un incontro della delegazione della Commissione con gli organi di stampa, nel quale sono intervenuti anche il sindaco di Amalfi, il presidente del Consorzio di tutela «Limone costa d'Amalfi IGP» e il presidente della Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Salerno.
Edmondo Cirielli, deputato proveniente dalla provincia di Salerno e presentatore di una delle proposte di legge sulla materia che la Commissione sta esaminando in sede referente, ha ricordato come il lavoro per la definizione di un intervento normativo recante interventi per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia degli agrumeti caratteristici trae origine da un'ampia e approfondita attività già svolta nella scorsa legislatura, attestando una continuità di impegno su un tema per il quale non hanno motivo di esistere contrapposizioni di carattere politico. Ha osservato in proposito che la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, mediante l'esame delle proposte di legge sopra citate, mira a individuare strumenti efficaci per la tutela non soltanto della produzione, ma anche e soprattutto del paesaggio di aree del Paese di peculiare pregio, come si verifica in modo particolarmente evidente nel caso dei limoneti della costiera amalfitana.
Il sindaco del Comune di Amalfi ha sottolineato come la caratteristica produzione di limoni della costiera rappresenti un elemento essenziale del paesaggio,


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nonché della storia e delle tradizioni culturali della costiera. Ha pertanto evidenziato l'esigenza di frenare il processo di abbandono dei terrazzamenti, sia mediante la concessione di appositi contributi finanziari, sia mediante un'incisiva semplificazione dei vincoli e degli adempimenti burocratici.
Marco Lion, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, ha riepilogato il lavoro svolto dalla Commissione che, a partire dalle proposte di legge presentate dai deputati Cirielli e Catanoso e da quella di cui egli stesso è primo firmatario, è pervenuta a definire un testo unificato ampiamente condiviso. Ha quindi auspicato che si possa giungere in modo tempestivo all'approvazione della legge, che rappresenta un intervento ben mirato di sostegno all'agricoltura considerata non soltanto nella sua valenza produttiva, ma anche come attività essenziale per la tutela di un patrimonio paesaggistico di straordinario valore.
Claudio Maderloni, relatore sulle proposte di legge in materia di sostegno agli agrumeti, ha illustrato il contenuto del testo unificato predisposto dal Comitato ristretto e adottato dalla Commissione come testo base. In particolare ha segnalato il rilievo del riferimento all'articolo 9, secondo comma, della Costituzione, la previsione di un apposito contributo finanziario non soltanto per gli interventi di manutenzione, ma anche per quelli di ripristino di agrumeti abbandonati e le specifiche disposizioni dedicate all'attività dei consorzi di tutela. Ha segnalato altresì che la disciplina prevista per la ripartizione e l'assegnazione dei contributi implica un ruolo molto rilevante delle regioni e dei comuni, in coerenza con il fatto che si tratta di dare risposta a esigenze che provengono dal territorio. Ha osservato infine che le finalità principali dell'intervento legislativo non sono tanto di carattere economico, quanto piuttosto di tutela del paesaggio e di salvaguardia di specifiche attività e forme di lavoro che sono diventate con il tempo una parte fondamentale della cultura di determinati territori.
Leonardo Martinello ha sottolineato come l'attività della Commissione intenda fornire una risposta efficace a problemi concreti dell'agricoltura e del territorio. Ha osservato che la Commissione si è attivata in tempi assai rapidi e ha svolto un lavoro ampiamente condiviso, in relazione al quale ha espresso apprezzamento per l'opera di coordinamento svolta dal Presidente Lion.
Il presidente del Consorzio di tutela «Limone costa d'Amalfi IGP» ha evidenziato come il Consorzio stia da tempo seguendo con grande attenzione i lavori della Commissione Agricoltura relativi alle proposte di legge per il sostegno agli agrumeti. In proposito ha rilevato che, come accade in modo a tutti noto per quanto riguarda il limone di Amalfi, da un lato si tratta di prodotti conosciuti in tutto il mondo, dall'altro la coltivazione e la salvaguardia del paesaggio richiedono impegnativi interventi di manutenzione, di recupero e di ripristino, di cui il sopralluogo svolto dalla delegazione della Commissione ha chiaramente mostrato l'esigenza. Ha auspicato pertanto che la missione effettuata ad Amalfi possa fornire alla Commissione Agricoltura uno stimolo a proseguire e concludere in modo determinato e tempestivo i lavori sulle proposte di legge.
Il presidente della Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Salerno ha rilevato che dalla definizione di un intervento normativo in materia di tutela degli agrumeti potranno derivare rilevanti effetti positivi per la costiera amalfitana. Ha evidenziato altresì come tale intervento rappresenti l'opportuno riconoscimento di una tradizione millenaria, che riguarda sia la coltivazione dei limoni, sia i prodotti che ne vengono estratti. Al riguardo ha sottoposto all'attenzione della delegazione della Commissione la rilevanza della questione concernente l'indicazione in etichetta del limoncello. Ha segnalato che attualmente soltanto circa il 7 per cento della produzione italiana di limoncello proviene dalla costiera amalfitana e sorrentina, che sono state le terre di origine del prodotto. In questa situazione


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di mercato diventa essenziale garantire con una denominazione specifica il limoncello prodotto sul territorio. Accade al contrario che grandi aziende, in particolare spagnole e tedesche, si avvalgano della denominazione e, nonostante l'opposizione di una piccola azienda di Vietri, sembra che siano in grado di ottenere dai competenti organi giurisdizionali il riconoscimento della facoltà di utilizzare tale denominazione. Ha sollecitato pertanto un forte impegno da parte del Parlamento e del Governo italiani per assicurare nell'ambito della normativa comunitaria una adeguata tutela della denominazione del limoncello.
Marco Lion, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, ha assicurato che la Commissione seguirà molto attentamente gli sviluppi del problema relativo alla denominazione del limoncello. Più in generale ha osservato che la questione della difesa delle produzioni di qualità italiane attraverso l'indicazione della provenienza rappresenta un tema centrale per la politica del nostro Paese nel settore agroalimentare e la Commissione Agricoltura della Camera più volte è intervenuta, con appositi atti di indirizzo, per sollecitare il Governo a sostenere con fermezza, in sede comunitaria, la specificità delle produzioni del Paese. In conclusione ha ringraziato il Consorzio di tutela, gli operatori del settore, il sindaco di Amalfi e il presidente della Camera di commercio di Salerno per l'ospitalità, osservando che la missione ha permesso ai membri della Commissione di conoscere in concreto, con grande chiarezza, la realtà delle coltivazioni di limoni su terrazzamenti, l'importanza che rivestono per il paesaggio della costiera amalfitana e il grande impegno di lavoro e di risorse anche finanziarie che il loro mantenimento richiede. Ha quindi auspicato che una legge a sostegno degli agrumeti caratteristici possa rappresentare, sia pure in un ambito ben definito, un contributo a mantenere e sviluppare un rapporto equilibrato tra uomo e natura.