VIII Commissione - Marted́ 18 settembre 2007


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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-01442 Foti: Esercizio del potere legislativo delegato ai sensi della legge n. 308 del 2004.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione degli onorevoli Foti e Rampelli, si rappresenta che il Governo aveva trasmesso alle Camere lo schema di decreto correttivo del Codice dell'ambiente, rideliberato dal Consiglio dei Ministri in secondo esame, in data 20 luglio, per l'acquisizione del secondo parere delle Commissioni parlamentari, secondo lo schema procedimentale delineato dall'articolo 1 della legge n. 308 del 2004.
Tale disposizione - secondo il Governo - doveva essere interpretata compatibilmente con l'articolo 76 della Costituzione, che limita il potere di delega al rispetto di un termine finale, senza fare menzione di termini endoprocedimentali idonei ad anticipare gli effetti dell'inosservanza del termine finale.
Pertanto, l'unica ratio plausibile della specifica disposizione contenuta nell'articolo 1, sopra citato - che prevede il termine di quarantacinque giorni per la trasmissione del testo del decreto legislativo alle Camere - poteva rinvenirsi nell'esigenza che, a fronte della peculiarità del doppio passaggio consultivo parlamentare e delle ben tre successive «letture» deliberative del Consiglio dei Ministri, fosse assicurata una stringente consecutività dei passaggi intermedi dell'esercizio della delega.
Ciò al duplice fine di favorire il rispetto del termine finale biennale e di provocare un dibattito serrato tra Commissioni parlamentari e Governo, nel senso che il Governo debba «rispondere» con ogni possibile sollecitudine al primo parere di merito delle Commissioni, rinviando prontamente ad esse il testo, con le eventuali modifiche (derivanti dal primo parere), per la loro definitiva pronuncia consultiva.
Nel caso di specie, da un lato la sospensione estiva dei lavori parlamentari, dall'altro la non imminente scadenza del termine finale della delega, rendevano non influente, sulle prerogative consultive delle Camere, la trasmissione dello schema in data prossima alla riapertura delle stesse dopo la pausa estiva; mentre la sua tempestiva trasmissione, pur in pendenza della chiusura, non avrebbe comunque imposto l'immediata assegnazione dello schema alle Commissioni (non essendo, come si è detto, in scadenza il termine finale della delega).
Inoltre, la prerogativa delle Commissioni di esprimere il parere entro venti giorni dall'assegnazione, sarebbe stata assolutamente salvaguardata, senza che nemmeno occorresse ricorso all'ormai consolidata prassi in forza della quale, anche in presenza di provvedimenti trasmessi dal Governo a ridosso della pausa estiva, il Governo ha sempre atteso l'effettiva espressione del parere delle Commissioni, ancorché i relativi termini per la loro espressione fossero già venuti a scadere.
D'altra parte, sembrava confortare la tesi esposta, la considerazione che, anche a voler ritenere formalmente decaduto l'esercizio del potere correttivo delegato connesso allo schema di decreto in questione, il Governo avrebbe potuto comunque deliberare nuovamente, in primo esame, lo schema di decreto legislativo, riprendendo così il relativo iter, cosa resa nella specie possibile per la non imminente scadenza del termine finale.


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Occorre peraltro doverosamente prendere atto che quella sopra riferita non è stata l'interpretazione accolta dai competenti organi parlamentari e, conseguentemente, il Consiglio dei Ministri, il 13 settembre scorso, ha approvato in prima deliberazione un nuovo schema di decreto correttivo del decreto legislativo n. 152 del 2006.
Il provvedimento sarà trasmesso alle Camere, al fine di acquisire il parere delle Commissioni competenti e contiene disposizioni correttive sia in materia di VIA-VAS, sia di rifiuti.
Alla luce delle considerazioni già esposte, quest'ultima procedura appare senza alcun dubbio corretta, non potendosi considerare complessivamente decaduta una delega - il cui esercizio può avvenire, e in concreto avviene, attraverso una pluralità di decreti legislativi - il cui termine di scadenza, ai sensi dell'articolo 76 della Costituzione, è fissato nell'aprile del 2008. E appare, peraltro, pienamente rispettosa delle prerogative del Parlamento, dato che le Commissioni parlamentari potranno pronunciarsi sul provvedimento senza alcuna contrazione dei tempi.
Preciso, che sullo schema sarà anche acquisito, prima del secondo parere parlamentare, il parere del Consiglio di Stato, secondo quanto prescritto dalla normativa vigente.
Va, infine, rilevato che per quanto concerne la parte sui «rifiuti» il testo già recepisce quasi integralmente i rilevi e le osservazioni a suo tempo formulate dalla Conferenza e dalle Commissioni parlamentari, delle quali alcune proposte anche dall'opposizione, che hanno portato ad un testo largamente condiviso anche dalla realtà produttiva e che necessita a questo punto di un rapido iter al fine di evitare ulteriori condanne al nostro Paese da parte della Corte di Giustizia Europea.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01443 Di Gioia: Iniziative per il ripristino ambientale del territorio di Peschici (Foggia).

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito all'interrogazione a risposta immediata degli onorevoli Di Gioia ed altri concernente il fenomeno degli incendi che hanno devastato il territorio italiano in particolare il Comune di Peschici, si intende qui per richiamato quanto riferito nella risposta al question time odierno degli onorevoli Fasolino e Stradella ove viene ampiamente illustrata la questione degli incendi boschivi.
L'incendio verificatosi nel territorio del Comune di Peschici riguarda, in particolare territori sia interni che esterni all'area protetta del Parco Nazionale del Gargano, in cui si sono, purtroppo, verificati danni oltre che ai boschi anche a infrastrutture, ma soprattutto alle persone, causando la morte di due persone.
A tale proposito si sono tenute due riunioni presso la Prefettura di Foggia con la partecipazione della Regione, del Corpo dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale dello Stato, del Presidente del Parco del Gargano che ha presentato un'apposita relazione.
È prevista anche una prossima riunione a breve, sempre in Prefettura, mirata in particolare a focalizzare gli adattamenti necessari al piano antincendi boschivi e pertinenti anche il coordinamento degli interventi antincendi aerei e da terra dei diversi organismi responsabili sul territorio.
L'Ente Parco ha autorizzato da circa una settimana gli interventi necessari alla messa in sicurezza delle aree abitate percorse o comunque interessate dal fuoco; gli interventi risultano in corso.
Alcuni proprietari di ampie superfici percorse dal fuoco hanno recentemente avanzato proposte operative di ripristino ambientale sia all'Ente Parco che alla Regione, per il finanziamento e l'autorizzazione ai sensi rispettivamente delle norme di salvaguardia del Parco e della specifica normativa regionale vigente sugli interventi selvicolturali.
Le proposte sono ora al vaglio di questi Enti e, se ritenute conformi alle esigenze ambientali degli ecosistemi interessati, dovranno pervenire al Ministero dell'Ambiente per l'autorizzazione ai sensi dell'articolo 10 della legge n. 535 del 2000. Il Comune sta predisponendo altre proposte progettuali.
L'attuazione di Piani AIB (Piani Antincendi Boschivi) sono fortemente condizionati dalla nota problematica pertinente i vincoli di bilancio in materia di impegno e di utilizzo dei conti di tesoreria da parte degli Enti Parco, che incide sulle condizioni operative.
Per l'esclusione da vincoli, il Ministro si è rivolto con due apposite note al Ministro dell'Economia e delle Finanze per assicurare la tempestiva possibilità di utilizzare tutte le risorse finanziarie disponibili e di sbloccare quelle accantonate ex lege pari a oltre 8 milioni di euro, per poterli impiegare nelle azioni di previsione, prevenzione, lotta attiva e recupero ambientale nei Parchi Nazionali colpiti dagli incendi dell'estate.
Infine, occorre sottolineare la necessità di autorizzare il completamento della pianta organica dei centri tecnici ambientali del CFS, destinati specificamente ad operare nei parchi, che ad oggi sono coperti per solo 48 per cento e per meno del 40 per cento nel Parco Nazionale del Gargano.


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Si ribadisce quanto già fatto presente nel richiamato Q.T., ossia che spesso si riconosce un incremento del dissesto idrogeologico laddove si sono verificati incendi boschivi, soprattutto per quelle aree già vulnerabili a fenomeni di erosione accelerata o a fenomeni di alluvioni torrentizie.
Il territorio comunale di Peschici entra nei territori di competenza dell'Autorità di Bacino interregionale della Puglia, che ha approvato il Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI). Su detto territorio comunale l'autorità di bacino ha perimetrato pochissime aree a pericolosità da frana e da alluvione, tra cui un'area a pericolosità alta per alluvione nella baia di S. Nicola, interessata dall'incendio in oggetto.
In passato, per far fronte alla problematica degli incendi boschivi e in attuazione dell'Ordinanza di Protezione Civile n. 3073 del 22 luglio 2000, sono state stralciate somme per un importo di oltre 12,7 milioni di euro dai fondi per gli interventi urgenti per il rischio idrogeologico relativi al decreto-legge n. 180 del 1998.
A valere di dette somme sono stati approvati per le annualità 2001-2002, con decreti del Ministero dell'Ambiente, il 1o e il 2o programma stralcio di interventi urgenti per i ripristino dell'assetto ambientale ed idrogeologico dei versanti soggetti ad erosione ed instabilità a seguito degli incendi verificatisi in zone collinari e montuose. Detti programmi hanno individuato n. 25 interventi urgenti finalizzati alla mitigazione dello stato di rischio derivante da situazioni di dissesto idrogeologico ed ambientale conseguenti o aggravati da incendi boschivi. Di questi 25 interventi, n. 3 ricadono sul Gargano (Vieste, Monte S. Angelo e Cagnano Varano) per un importo di oltre 1,4 milioni di euro.
Successivamente, oltre ai suddetti fondi, non sono state destinate altre risorse economiche della difesa del suolo per le finalità su esposte, anche in considerazione del fatto che le risorse economiche messe a disposizione per la mitigazione del rischio idrogeologico sono sempre molto contenute e riescono a soddisfare solo una minima parte delle numerose richieste di interventi preventivi urgenti.
A tale proposito, sarebbe necessaria l'apertura di un canale di finanziamento dedicato alle finalità di recupero ambientale delle aree percorse dal fuoco laddove si prospetta, tra l'altro, l'aggravarsi di condizioni di dissesto idrogeologico, favorendo così un incremento dei fondi da destinarsi alla difesa del suolo, come da proposta avanzata per la finanziaria 2008.
In relazione al tema specifico della riforestazione, segnalato dagli interroganti, si ricorda che la legge n. 353 del 2000 esclude la possibilità di una riforestazione artificiale ed assistita delle aree boschive incendiate per cinque anni in modo da escludere ogni incoraggiamento, anche indiretto e involontario, a chi distrugge i boschi con gli incendi dolosi.
La Regione Puglia ha dichiarato tramite gli assessori Losappio e Russo che intende rispettare il dispositivo di legge anche per confermare la sua determinazione contro i diversi interessi che possono aver armato la mano dei criminali incendiari.
Questo non significa far nulla, ma favorire i processi di rinaturalizzazione spontanea; comunque, ogni intervento finalizzato ad evitare il dissesto idrogeologico o la perdita certa di habitat dovrà essere motivato da riferimenti scientifici sull'impossibilità di tale processo di rinaturalizzazione, mantenendo una giusta intesa anche con l'Ente Parco.
Si ribadisce ancora che uno degli strumenti presto operativi nel Paese per il monitoraggio territoriale messo in campo dal MATTM (Direzione Difesa Suolo) è il Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale (PSTA), mediante il quale sarà possibile monitorare, oltretutto, anche tutti quei fenomeni di disastro ambientale connessi con gli incendi boschivi. E a tale proposito, in questi giorni la Direzione Difesa Suolo sta portando a conclusione intese con le quali si impegna, mediante accordi di programma con l'ANCI, a riportare sul Portale Cartografico Nazionale del MATTM la mappatura delle aree percorse dal fuoco.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01444 Fasolino: Misure per la prevenzione e il ripristino ambientale dei suoli colpiti dagli incendi.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito all'interrogazione a risposta immediata degli onorevoli Fasolino e Stradella, concernente il fenomeno degli incendi che hanno devastato il territorio italiano, nel premettere, innanzi tutto, che gli incendi boschivi, nel corso della stagione estiva 2007, hanno avuto un notevole trend di crescita, con particolare riguardo alle regioni centro-meridionali della nostra penisola, è d'uopo fare riferimento anche a quanto già rappresentato in sede interpellanza urgente (n. 2-00699) dell'onorevole Violante ed altri, svolta in aula Camera giovedì 13 settembre 2007 e che qui si richiama.
Nel contesto emergenziale derivante dai gravissimi incendi boschivi, il Governo ha adottato una serie di provvedimenti aventi carattere di urgenza, primo fra tutti la dichiarazione dello stato di emergenza nei territori delle regioni dell'Italia centro-meridionale, del 27 luglio scorso, ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225. Successivamente, in data 28 agosto 2007, il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato l'ordinanza di protezione civile n. 3606 recante: «Disposizioni urgenti per fronteggiare lo stato di emergenza in atto nei territori delle regioni Lazio, Campania, Puglia, Calabria e della regione siciliana in relazione agli eventi calamitosi determinati dalla diffusione di incendi e dai fenomeni di combustione».
Con tale provvedimento il capo del Dipartimento della protezione civile è stato nominato commissario delegato, e gli sono state attribuite le competenze relative all'adozione di tutte le iniziative necessarie al superamento dell'emergenza stessa, avvalendosi di soggetti attuatori nominati tra i presidenti delle regioni e delle province interessate e i prefetti, previa emanazione di un apposito provvedimento contenente l'individuazione dei territori provinciali maggiormente colpiti, nonché provvedere alla puntuale ricognizione e quantificazione dei danni subiti dalle infrastrutture, dai beni pubblici e privati e dal patrimonio agroforestale e naturale; a promuovere presso gli enti competenti le opportune iniziative volte al ripristino, in condizioni di sicurezza, delle infrastrutture pubbliche danneggiate dagli incendi, nonché predisporre la pianificazione degli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio incendi con la partecipazione delle regioni interessate.
Va rilevato che il provvedimento emergenziale è stato concepito e predisposto al fine di attuare le disposizioni normative in materia tuttora vigenti, seppure obsolete. In proposito, il Dipartimento della protezione civile, in occasione di alcune audizioni tenute in sede parlamentare sull'emergenza relativa agli incendi boschivi, ha evidenziato la necessità e l'urgenza di modificare quanto prima la normativa.
Alla luce di tutto ciò, l'ordinanza ha disposto che il commissario delegato, per il tramite dei soggetti attuatori, ponga in essere ogni azione propulsiva affinché i sindaci dei comuni interessati assicurino il rispetto delle norme finalizzate alla riduzione del rischio di incendio e i soggetti attuatori stessi, entro un dato termine, trasmettano al commissario delegato l'elenco dei comuni inadempienti rispetto al disposto dell'articolo 10, comma 2, della legge n. 353 del 2000 (che è la legge quadro in materia di incendi boschivi),


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agendo, in caso di inerzia, previa diffida, in via sostitutiva. Alla luce del convincimento che la pianificazione sia lo strumento fondamentale in grado di prevedere e prevenire il rischio del verificarsi delle diverse tipologie di eventi calamitosi e mitigarne le possibili conseguenze, l'ordinanza ha previsto, per quanto riguarda i parchi nazionali, regionali e le aree naturali protette regionali, la predisposizione da parte dei soggetti attuatori di appositi piani. Nei predetti piani saranno individuate le infrastrutture per l'avvistamento degli incendi e l'approvvigionamento idrico antincendio, con un rapido accesso dei mezzi di soccorso alle aree percorse dal fuoco. Saranno altresì curate la perimetrazione e la classificazione delle aree esposte ai rischi, nonché l'organizzazione dei modelli di intervento, affidata alle prefetture con il coordinamento regionale e, infine, saranno predisposti, da parte dei sindaci, i piani comunali di emergenza per garantire la salvaguardia e l'assistenza alla popolazione. Qualora ricorrano situazioni di inadempienza da parte dei predetti comuni, le prefetture territorialmente interessate provvederanno in loro sostituzione. A ciò si aggiunga che il medesimo provvedimento, partendo dal presupposto, ampiamente dimostrato, che una delle principali cause del dissesto idrogeologico è da ricercarsi nella non regolata attività edilizia che ha caratterizzato gli ultimi decenni e nella consapevolezza che il fenomeno degli incendi boschivi contribuisce ad aggravare tali fenomeni di rischio, ha assegnato direttamente al commissario delegato l'azione di impulso affinché tutti i comuni esposti al rischio idrogeologico ed idraulico elevato e molto elevato, ai sensi della legge n. 267 del 1998, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico nelle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania, predispongano i relativi piani di emergenza.
A seguito dell'emanazione dell'ordinanza n. 3606 ed in attuazione delle sue disposizioni, il commissario delegato ha predisposto due decreti commissariali. Il primo è relativo all'individuazione dei contesti provinciali interessati dal fenomeno degli incendi boschivi, alla nomina dei soggetti attuatori e alla previsione dei compiti ad essi connessi. Il secondo contiene gli indirizzi e le modalità per l'attuazione degli interventi relativi all'istituzione, ai sensi dell'articolo 10, comma 2, della legge n. 353 del 2000, da parte dei comuni interessati dagli incendi, del catasto delle aree percorse dal fuoco. Ai prefetti e ai presidenti delle regione interessate è attribuito il compito di segnalare al predetto commissario l'elenco dei comuni inadempienti, ivi compresa la possibilità di sostituirsi ad essi in caso di inerzia. In merito, poi, alle risorse destinate a finanziare tutti gli interventi e le iniziative connessi all'emergenza incendi, la citata ordinanza n. 3606 ha previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro, a titolo di anticipazione, da porre a carico del Fondo della protezione civile, come integrato dal Ministero dell'economia e delle finanze e, eventualmente, anche dalle amministrazioni regionali e dagli enti locali interessati. È stata prevista, inoltre, una serie di contributi a sostegno della popolazione, da erogare in favore dei residenti nelle abitazioni danneggiate e dei titolari di tutte le attività presenti nei territori che hanno subito danni.
A seguito della gravità della situazione verificatasi, l'Italia intende attingere al Fondo di solidarietà dell'Unione europea, che costituisce uno strumento finanziario supplementare, distinto dagli altri strumenti strutturali, creato, su proposta della Commissione europea, per fronteggiare le alluvioni che hanno devastato i Paesi dell'Europa centrale nell'agosto del 2002.
La torrida estate del 2003, che ha avuto conseguenze particolarmente drammatiche nelle regioni mediterranee colpite da siccità e incendi, ha confermato l'importanza di un'efficace organizzazione della solidarietà europea in caso di calamità. L'obiettivo di tale strumento è di erogare un sostegno finanziario agli Stati membri ed ai Paesi candidati all'adesione, colpiti da gravi calamità naturali, con serie ripercussioni sulle condizioni di vita, sull'ambiente naturale o sull'economia di una o più regioni. Gli interventi urgenti previsti


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dal Fondo, destinati a far fronte ai danni non assicurabili, sono individuati sulla base dei parametri relativi al ripristino immediato delle infrastrutture e delle attrezzature nei settori dell'elettricità, delle condutture idriche e fognarie, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell'istruzione. Essi sono, inoltre, destinati alla realizzazione di misure provvisorie di alloggio e organizzazione dei servizi di soccorso per soddisfare le necessità immediate della popolazione, alla messa in sicurezza immediata delle infrastrutture, all'approntamento di misure di protezione del patrimonio culturale ed alla ripulitura immediata delle zone danneggiate, comprese quelle naturali.
Al fine di attivare il Fondo di solidarietà, il Dipartimento della protezione civile, considerando che la serie di incendi verificatisi ha devastato ampi territori di tredici regioni italiane, con gravi ripercussioni sull'ambiente e sull'economia dell'intero Paese, ha inviato due note (il 27 luglio e il 27 agosto 2007) a tutte le regioni interessate, invitandole a fornire con urgenza le informazioni necessarie a determinare l'inoltro della richiesta di accesso al Fondo. Si rammenta, infine, che in Italia situazioni analoghe si sono verificate in occasione del terremoto in Molise e dell'eruzione dell'Etna, fenomeni per i quali è stato ottenuto un finanziamento, rispettivamente, di 30.826 e di 16.798 milioni di euro. In questo quadro, naturalmente, anche gli ulteriori problemi, posti con riferimento all'attenzione da rivolgere alle vittime e alle attività produttive che hanno subito danni, saranno complessivamente valutati al fine di predisporre una risposta adeguata.
Per quanto riguarda il Ministero dell'Ambiente si aggiunge che la Direzione della Difesa del suolo ha rappresentato che spesso si riconosce un incremento del dissesto idrogeologico laddove si sono verificati incendi boschivi, soprattutto per quelle aree già vulnerabili a fenomeni di erosione accelerata o a fenomeni di alluvioni torrentizie.
In passato, per far fronte alla problematica degli incendi boschivi e in attuazione dell'Ordinanza di Protezione Civile n. 3073 del 22 luglio 2000, sono state stralciate somme per un importo di oltre 12,7 milioni di euro dai fondi per gli interventi urgenti per il rischio idrogeologico relativi al decreto-legge n. 180 del 1998.
A tale proposito, nell'attualità, si potrebbe assumere l'impegno di sostenere l'apertura di un canale di finanziamento dedicato alle finalità di recupero ambientale delle aree percorse dal fuoco laddove si prospetta tra l'altro, l'aggravarsi di condizioni di dissesto idrogeologico, favorendo così un incremento dei fondi da destinarsi alla difesa del suolo.
Infine, uno degli strumenti presto operativi nel Paese per il monitoraggio territoriale messo in campo dal MATTM (Direzione Difesa Suolo) è il Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale (PSTA), mediante il quale sarà possibile monitorare, oltretutto, anche tutti quei fenomeni di disastro ambientale connessi con gli incendi boschivi. E a tale proposito, in questi giorni la Direzione Difesa Suolo sta portando a conclusione intese con le quali si impegna, mediante accordi di programma con l'ANCI, a riportare sul Portale Cartografico Nazionale del MATTM la mappatura delle aree percorse dal fuoco.