I Commissione - Resoconto di mercoledì 3 ottobre 2007



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SEDE REFERENTE

Mercoledì 3 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Vannino Chiti e il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 9.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Testo unificato C. 553 cost. Scotto, C. 1524 cost. Bianchi, C. 2335 cost. Boato, C. 2382 cost. Bianco, C. 2479 cost. Zaccaria, C. 2572 cost. Franco Russo, C. 2574 cost. Lenzi, C. 2576 cost. Franco Russo, C. 2578 cost. D'Alia, C. 2586 cost. Boato e C. 2715 cost. Boato e C. 2865 cost. Casini.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 31 luglio 2007.

Luciano VIOLANTE (Ulivo), presidente, ricorda che nella seduta del 31 luglio scorso si era delineato un orientamento favorevole dei gruppi parlamentari sulla proposta di organizzazione del prosieguo dei lavori sulle riforme costituzionali sulla base dei seguenti punti: 1) riduzione a cinquecento del numero dei deputati; 2) riduzione, in via puramente orientativa, a duecentocinquanta del numero dei senatori; 3) valutazione dell'appartenenza degli eletti all'estero ad una o ad entrambe le Camere; 4) elettorato attivo e passivo a 18 anni, sia per la Camera che per il Senato; 5) differenziazioni delle funzioni della Camere con attribuzione del potere di fiducia alla sola Camera dei deputati; 6) semplificazione delle funzioni legislative con il superamento del bicameralismo perfetto senza aggravamenti del procedimento legislativo; 7) potenziamento della sede redigente; 8) individuazione del Senato federale quale sede rappresentativa delle realtà regionali e degli enti locali mantenendo la sua autorevolezza istituzionale; 9) definizione inequivoca delle materie oggetto di procedimento legislativo bicamerale; 10) potere del presidente della Repubblica di nomina e revoca dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri; 11) previsione della facoltà per il Senato di richiamare i provvedimenti di competenza della Camera, che mantiene il voto finale, secondo le modalità previste dalla Costituzione; 12) disciplina del ricorso ai decreti-legge; 13) possibilità per il Governo di chiedere, secondo le modalità indicate dai regolamenti parlamentari, che un disegno di legge sia votato a data predeterminata. Si


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era inoltre convenuto di discutere sull'ammissibilità della sfiducia costruttiva e circa l'eventualità di esaminare in una distinta proposta di legge la riforma dell'articolo 117 della Costituzione.
Su tale base, acquisito l'orientamento favorevole dei gruppi, tutti gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati ammissibili non ancora posti in votazione sono stati considerati ritirati. Ricorda a tale proposito che nella seduta di giovedì 26 luglio 2007 è stato approvato l' emendamento 1. 50. dei relatori, che modifica l'articolo 48 della Costituzione attribuendo al solo Senato l'appartenenza dei rappresentanti della circoscrizione estero. Nel corso della medesima seduta sono stati respinti l'emendamento D'Alia 3.2 ed il relativo subemendamento 0.3.2.1 Franco Russo. Nella seduta di lunedì 30 luglio 2007, è stato respinto l'emendamento Benedetti Valentini 7.1, interamente soppressivo dell'articolo 7 del testo unificato.
Avverte che sono stati presentati emendamenti (vedi allegato 1). A tale proposito avverte che è stato presentato l'emendamento Franco Russo 3.60, che riproduce parte dell'emendamento D'Alia 3.2, e il subemendamento 0.3.2.1 Franco Russo, sui quali, come già detto, la Commissione si è espressa in modo contrario. È inoltre stato presentato l'emendamento Adenti 3. 64. (ex 3.1), che stabilisce il numero dei deputati eletti nella circoscrizione Estero mentre con l'approvazione dell'emendamento 1.50, si è stabilito che la rappresentanza eletta nella circoscrizione Estero sia attribuita al solo Senato federale.
Fa quindi presente che gli emendamenti Franco Russo 3.60 e Adenti 3. 64. (ex 3.1) non dovrebbero essere posti in votazione. Ricorda tuttavia che in sede referente, stanti le caratteristiche dell'attività che si svolge in questa sede, la Commissione può, come confermato da più precedenti, decidere, in presenza di determinate condizioni, di ritornare su deliberazioni precedentemente assunte. Chiede, pertanto, ai colleghi e in particolare ai rappresentanti di gruppo di esprimersi in proposito.
Ricorda altresì che nella seduta del 25 luglio scorso ha dichiarato inammissibili per estraneità di materia gli emendamenti Ronconi 1.3 e Turco 1.4, tesi a modificare l'articolo 49 della Costituzione relativo all'associazione in partiti politici. Avverte che è stato presentato l'articolo aggiuntivo Benedetti Valentini 1.061, di contenuto analogo. Anche tale articolo aggiuntivo è da ritenere inammissibile.
Comunica che sono stati ripresentati gli emendamenti Biancofiore 1.61 (ex 1. 15), 1. 63 (ex 1.17), 1.64. (ex 1.6) e 4.71 (ex 4.20) e che è stato presentato l' emendamento Benedetti Valentini 1.62, di contenuto analogo. Tali emendamenti intervengono in materia di esercizio del diritto elettorale, richiamando limitazioni previste dagli Statuti di alcune regioni a statuto speciale. In particolare, per quanto riguarda il Trentino Alto-Adige/Südtirol, il quarto comma dell'articolo 19 dello statuto speciale prevede per l'esercizio del diritto elettorale attivo il requisito della residenza nel territorio regionale per un periodo ininterrotto di quattro anni; l'articolo 25 del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale specifica che tale requisito è richiesto solo per la provincia di Bolzano, mentre per la provincia di Trento tale limite è ridotto ad un anno. Per quanto riguarda la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, il secondo comma dell'articolo 16 dello Statuto stabilisce il requisito della residenza in un anno. Gli emendamenti intervengono quindi su una materia che richiede la modifica degli statuti con la procedura prevista dalla Costituzione.
Ricorda, a tal proposito, che nella seduta del 25 luglio scorso, il deputato Biancofiore ha accolto l'invito a ritirare gli emendamenti al fine della presentazione di un'apposita proposta di legge costituzionale di modifica degli Statuti della Regione Trentino Alto-Adige/Südtirol e Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, con la garanzia di una rapida calendarizzazione in Commissione. Allo stato non risulta depositata tale proposta. Si permette, quindi, di segnalare al deputato Biancofiore e al deputato Benedetti Valentini l'opportunità


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di ritirare i loro emendamenti e chiede ai relatori se pensano di formulare un invito in tal senso ai presentatori.
Ribadisce quindi l'invito, rivolto in particolare ai rappresentanti dei gruppi in Commissione, ad esprimere il proprio orientamento in ordine alla loro disponibilità a esaminare le questioni sulle quali la Commissione si è già formalmente espressa con un voto, ed in particolare in ordine alla collocazione della rappresentanza eletta nella circoscrizione Estero che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.50, si è stabilito che sia attribuita al solo Senato federale.

Gabriele BOSCETTO (FI) si dichiara disponibile a riesaminare le questioni sulle quali la Commissione si è già pronunciata, non soltanto perché l'unico emendamento approvato, assegnando al solo Senato i rappresentanti della circoscrizione Estero, potrebbe generare una situazione di imbarazzo istituzionale nei confronti dei deputati in carica eletti in quella circoscrizione, ma anche perché il Sottosegretario Naccarato si era riservato di approfondire le questioni in esame.
Pertanto, al fine di riprendere in modo compiuto e generalizzato l'esame sulle riforme costituzionali senza condizionamenti derivanti da precedenti decisioni, ribadisce la propria disponibilità a riesaminare le questioni sulle quali la Commissione ha già deliberato.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) si dichiara disponibile a riesaminare le questioni sulle quali la Commissione si è già pronunciata, ritenendo, peraltro, che la decisione in ordine alla collocazione degli eletti nella circoscrizione Estero dovrebbe essere più opportunamente rinviata al termine del complessivo esame del provvedimento.

Marco BOATO (Verdi), si dichiara disponibile a riesaminare le questioni sulle quali la Commissione si è già pronunciata e si associa alle considerazioni svolte dal deputato Boscetto in ordine all'imbarazzo che si creerebbe nei confronti dei deputati in carica eletti nella circoscrizione Estero.

Graziella MASCIA (RC-SE) ferme restando le proprie posizioni politiche di fondo, di dichiara disponibile a riesaminare le questioni sulle quali la Commissione si è già pronunciata.

Gianpiero D'ALIA (UDC) si dichiara disponibile a riesaminare le questioni sulle quali la Commissione si è già pronunciata. Osserva, peraltro, che, qualora tale decisione fosse stata assunta precedentemente, avrebbe presentato ulteriori emendamenti sui punti in questione. Per tali ragioni, sottoscrive l'emendamento Franco Russo 3.60.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) si dichiara disponibile a riesaminare le questioni sulle quali la Commissione si è già pronunciata, fermo restando che l'esame deve avere ad oggetto anche gli emendamenti respinti.
Esprime inoltre il proprio dissenso rispetto alla dichiarazione di inammissibilità dell'emendamento a sua firma 1.061 relativo all'articolo 49 della Costituzione, in materia di partiti politici, che si fonda, a suo giudizio, su un mero criterio formalistico. Al riguardo ritiene che sarebbe invece opportuno affrontare la materia dei partiti politici, non solo perché essa rappresenta le fondamenta della vita democratica del Paese, ma anche perché essa è oggetto della pressante attenzione dell'opinione pubblica.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), Roberto COTA (LNP) e Olga D'ANTONA (SDpSE) si dichiarano disponibili a riesaminare le questioni sulle quali la Commissione si è già pronunciata.

Luciano VIOLANTE, presidente, prende atto che la Commissione si è all'unanimità pronunciata per il superamento delle deliberazioni assunte e per il ritorno al testo unificato assunto come testo base in data 21 giugno 2007 (vedi allegato 1).
Rispondendo al deputato Benedetti Valentini, fa presente che, pur comprendendo le ragioni sottese alle sue riflessioni sull'importanza del ruolo dei partiti politici


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nella vita democratica nazionale e sulla conseguente necessità di definirne una più idonea disciplina, la Commissione ha previamente definito il perimetro del proprio intervento sul testo costituzionale, rispetto al quale è estranea la materia recata dall'articolo 49.
Ritiene tuttavia che, qualora il deputato Benedetti Valentini dovesse presentare un'apposita proposta di legge costituzionale, questa potrebbe essere esaminata tempestivamente.
Prima di passare all'esame dell'articolo 1 e degli emendamenti ad esso riferiti, invita la Commissione a riflettere sul ruolo che assumeranno gli eletti nella circoscrizione Estero qualora si dovesse incidere sul principio del bicameralismo perfetto, attribuendo alla sola Camera il potere di votare la fiducia al Governo.
Dopo aver informato la Commissione che il relatore Bocchino è impossibilitato a partecipare ai lavori odierni, invita il relatore Amici ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, anche a nome del relatore Bocchino, esprime un invito al ritiro su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1, avvertendo che altrimenti il parere è contrario.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere conforme a quello del relatore.

Il Ministro Vannino CHITI fa preliminarmente presente che, qualora la Commissione dovesse orientarsi verso l'opzione di un Senato quale esclusiva rappresentanza delle autonomie territoriali con i relativi membri eletti mediante un procedimento di secondo grado - ipotesi rispetto alla quale esprime la propria preferenza - gli eletti nella circoscrizione estero non potrebbero essere presenti in tale Assemblea, circostanza che invece potrebbe verificarsi qualora l'elezione dei senatori avvenisse in parte in forma diretta e in parte in forma indiretta.

Luciano VIOLANTE, presidente, in considerazione di quanto testé riferito dal Ministro Chiti, ritiene opportuno che la Commissione accantoni l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, condivide la proposta del presidente Violante di accantonare l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

La Commissione accantona l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, esprime un invito al ritiro di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2, avvertendo che altrimenti il parere è contrario.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime parere conforme a quello del relatore.

Franco RUSSO (RC-SE) ritira il proprio emendamento 2.60, riservandosi di ripresentare un analogo emendamento in sede di esame presso l'Assemblea, qualora ciò risultasse necessario dopo che la Commissione avrà concluso l'esame in sede referente.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN), intervenendo sul proprio emendamento 2.61, volto ad sostituire nel testo la denominazione di «Senato federale della Repubblica» con quella di «Senato della Repubblica», evidenzia le motivazioni di fondo ad esso sottese. Osserva infatti che lo Stato federale nasce come aggregazione di entità sovrane che rinunciano ad una quota della loro sovranità, laddove nel caso italiano si dovrebbe verificare il procedimento opposto. Più in particolare, osserva che l'ordinamento costituzionale italiano prevede un accentuato sistema regionalistico, nel quale oltretutto non è definita con chiarezza la ripartizione tra lo Stato e le regioni delle materie oggetto di legislazione. Si tratta, quindi, di un sistema che non ha nulla a che vedere con il federalismo. Dichiara quindi il voto favorevole sul proprio emendamento 2.61.


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Marco BOATO (Verdi) dichiara preliminarmente di condividere la scelta della Commissione di accantonare l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1, in considerazione della delicatezza e complessità della materia relativa alla collocazione degli eletti nella circoscrizione Estero, soprattutto se in presenza di un Senato concepito come rappresentanza delle autonomie locali. In proposito dichiara altresì di condividere l'osservazione del deputato Boscetto relativa alle ripercussioni politico-istituzionali che deriverebbero dall'opzione di collocare gli eletti nella circoscrizione estero nell'una o nell'altra Camera. Ricorda infatti che la relativa riforma costituzionale, che prevede la presenza di tali eletti in entrambe le Camere, è assai recente e la valutazione di una sua eventuale modifica pertanto richiede una riflessione attenta e ponderata.
Dichiara inoltre di condividere il parere formulato dal relatore Amici sugli emendamenti riferiti all'articolo 2. Con riferimento alle osservazioni del deputato Benedetti Valentini, fa presente che le considerazioni relative alla formazione dello Stato federale, pur in sé corrette in linea di principio, appaiono tuttavia forzate sotto i profili politico-istituzionale e storico, in quanto non tengono conto del processo di formazione di alcuni Stati federali attuali, quali la Germania e il Belgio, avvenuta con modalità opposte a quelle descritte dallo stesso deputato Benedetti Valentini quale modello di creazione di uno Stato federale. La scelta contenuta nel testo base in esame rappresenta la volontà di rafforzare accentuare il modello in senso federalista: quello italiano è il processo di uno Stato che, partendo da un ordinamento fortemente accentrato, ha, dapprima, con la Costituzione repubblicana, optato per un ordinamento regionale, realizzato, in realtà, con l'eccezione delle regioni a statuto speciale, solo agli inizi degli anni '70 e ha successivamente scelto, in particolare con la riforma del titolo V della Costituzione, di accentuare progressivamente questo assetto verso una evoluzione federalista.

Franco RUSSO (RC-SE) illustra i motivi per i quali ha ritenuto di ritirare il proprio emendamento 2.60. In proposito osserva che l'articolo 114 della Costituzione, nel prevedere la composizione della Repubblica, pone sullo stesso piano dello Stato le autonomie territoriali. Per tale ragione ritiene che la stessa denominazione di Senato della Repubblica, da lui proposta, già contenga un inevitabile riferimento alle autonomie territoriali. Sottolinea quindi di non essere contrario né al decentramento legislativo né a prevedere una Camera delle autonomie territoriali, ritenendo però opportuno affrontare la questione della denominazione del Senato solo dopo che ne saranno state precisate la composizione e le funzioni.
Dichiara quindi di apprezzare le affermazioni del Ministro Chiti relative al suo gradimento del Senato quale Camera rappresentativa delle sole autonomie territoriali, esprimendo invece perplessità sull'affermazione dello stesso Ministro per cui gli eletti nella circoscrizione Estero non potrebbero essere collocati in quella Assemblea, qualora essa fosse esclusivamente espressione delle autonomie territoriali.

La Commissione respinge l'emendamento 2.61 Benedetti Valentini.

Cinzia DATO (Ulivo) ritira il proprio emendamento 2.62, riservandosi di ripresentarlo in sede di esame presso l'Assemblea, dove ritiene opportuno che debba essere affrontato un ampio dibattito sulle relative tematiche. Ritiene infatti che il termine «federale» trovi una migliore collocazione nel contesto europeo piuttosto che in quello nazionale: la propria parte politica infatti, pur essendo molto attenta al ruolo da assegnare alle autonomie territoriali, reputa fuorviante riferirsi espressamente al modello federalista, che assume altri significati.

Gabriele BOSCETTO (FI) fa presente che, essendo stato accantonato l'articolo 1, sarebbe opportuno passare direttamente all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4, in materia di composizione del


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Senato. Per quanto concerne poi la denominazione del Senato, fa presente che l'eventuale abbassamento a diciotto anni dell'età minima richiesta per l'elettorato passivo richiederebbe una rimeditazione sul nome stesso di «Senato».

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) osserva che l'emendamento Dato 2.62, ancorchè ritirato dal presentatore, non contraddice le osservazioni da lui svolte in ordine alla denominazione di Senato federale. Fa presente che un'impostazione che salvaguardi in modo chiaro il carattere unitario della Repubblica non contrasta con un sistema di autonomie anche fortemente decentrato, essendo favorevole a semplificare i livelli di governo locale.
Si sofferma quindi sulle osservazioni del deputato Franco Russo in ordine all'articolo 114 della Costituzione sul quale esprime la propria contrarietà: ponendo sullo stesso piano lo Stato e gli altri livelli di governo esso ha infatti originato una serie di equivoci, provocando ripercussioni a molti livelli, comprese le questioni in discussione.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la Commissione passa ora all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, premesso che i relatori hanno tenuto presente, come criterio direttivo, nella redazione dell'articolo 3, il principio della riduzione del numero dei deputati, sul quale i gruppi concordano, invita al ritiro dell'emendamento Franco Russo 3.60, ritenendo preferibile che il numero dei deputati sia stabilito dalla Costituzione, e non dalla legge ordinaria, sia pure nel rispetto di soglie minime e massime. Esprime poi parere contrario sull'emendamento Licandro 3.68, in quanto portare a cinquecento il numero dei deputati è congruo e raccoglie il consenso della maggior parte delle forze politiche. Formula, altresì, un invito al ritiro dell'emendamento Mascia 3.61, volto ad eliminare del tutto la quota di parlamentari eletti all'estero, avvertendo che altrimenti il parere è contrario. Invita quindi al ritiro dell'emendamento Dato 3.65, in quanto, pur condividendo, il principio sottostante, ritiene che l'articolo 51 della Costituzione garantisca il principio in maniera sufficiente e generalizzata, spettando per il resto a provvedimenti con forza di legge ordinaria dare attuazione al disposto costituzionale.
Invita infine al ritiro dei restanti emendamenti, che attengono alla questione dei deputati eletti all'estero, la quale è connessa all'articolo 1 precedentemente accantonato.

Il ministro Vannino CHITI esprime parere conforme a quello dei relatori. Per quanto attiene, nello specifico, al numero dei parlamentari, premesso che la posizione del Governo è nota, chiarisce che su tale punto il Governo ritiene corretto rimettersi al Parlamento.

Graziella MASCIA (RC-SE), intervenendo sul suo emendamento 3.61, rileva che il suo gruppo ha acconsentito al ripristino dell'articolo 1 nella formulazione del testo base nel presupposto che sul tema dei parlamentari eletti all'estero e della loro collocazione alla Camera o al Senato si svolga una discussione complessiva. Essendo stato però accantonato l'articolo 1 e vertendo alcuni emendamenti all'articolo 3 sul medesimo argomento degli eletti all'estero, ritiene che anche quegli emendamenti debbano essere accantonati, a meno che la Commissione intenda affrontare l'argomento ora. Per quanto riguarda poi l'emendamento Dato 3.65, ritiene, d'accordo con il relatore Amici, che sarebbe sbagliato stabilire nella Costituzione un vincolo alla composizione del Parlamento in relazione alla rappresentanza dei generi, spettando questo alla legge elettorale, in attuazione dell'articolo 51 della Costituzione; aggiunge che il vincolo previsto dall'emendamento, con la proporzione di un terzo di donne contro due terzi di uomini, è, a suo avviso, insufficiente.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritenendo corretta la considerazione del deputato


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Mascia in ordine alla necessità di accantonare anche gli emendamenti all'articolo 3, propone di procedere nel senso già suggerito dal deputato Boscetto, vale a dire di passare ora all'esame dell'articolo 4, relativo alla composizione e alla formazione del Senato e di trattare l'argomento degli eletti all'estero solo dopo aver definito la natura del Senato.

Graziella MASCIA (RC-SE) fa presente che non è indispensabile l'accantonamento di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3, potendo la Commissione esaminare fin d'ora quelli che non riguardano i parlamentari eletti all'estero.

Maurizio RONCONI (UDC) ritiene per contro che anche la questione del numero dei deputati debba essere affrontata solo dopo che sia stata definita la composizione del Senato, in quanto il numero dei deputati va determinato anche tenendo conto della collocazione degli eletti all'estero.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) ritiene invece che il numero dei deputati dovrebbe essere definito subito, in quanto si tratta di un punto di rilevante significato politico. Evidenzia infatti che le dichiarazioni pubbliche del Governo secondo le quali il numero dei deputati dovrebbe essere ridotto a quattrocentocinquanta sono state di fatto ritrattate o sconfessate dal ministro Chiti, il quale ha testé dichiarato che sulla questione del numero dei parlamentari il Governo si rimette al Parlamento. Ciò prova, a suo avviso, che il Governo ha assunto posizioni pubbliche a fini meramente demagogici, dal momento che non le sostiene poi nelle sedi parlamentari.

Il ministro Vannino CHITI ricorda di aver reso nota la posizione del Governo in relazione al numero dei deputati e senatori assai per tempo, vale a dire già nell'audizione svolta davanti alla Commissione lo scorso 23 aprile in ordine alle questioni relative alle riforme della Costituzione e del sistema elettorale, quando espresse l'auspicio che il numero dei deputati potesse scendere a 500 e a 225 quello dei senatori. Sottolinea inoltre che sarebbe semmai demagogico se il Governo presentasse un proprio emendamento sul numero dei parlamentari, trattandosi di materia rientrante nella sfera di autonomia del Parlamento.

Luciano VIOLANTE, presidente, rilevato che il deputato Benedetti Valentini chiede che la Commissione si pronunci fin d'ora sulla questione del numero dei parlamentari, invita i rappresentanti dei gruppi ad esprimersi al riguardo.

Marco BOATO (Verdi) ritiene che la Commissione abbia già manifestato di essere in prevalenza orientata a fissare in cinquecento il numero dei deputati, oltre agli eventuali deputati eletti all'estero, come proposto dal testo base. Si dichiara perciò favorevole all'accantonamento di tutti gli emendamenti all'articolo 3. Per quanto concerne poi la posizione del Governo sul numero dei parlamentari, ritiene che questo abbia correttamente e legittimamente manifestato la propria posizione al riguardo e che altrettanto correttamente abbia deciso di non presentare emendamenti in materia, per cui sono a suo avviso pretestuosi i toni polemici del deputato Benedetti Valentini.

Franco RUSSO (RC-SE) ritiene che la Commissione debba accantonare l'intero articolo 3, per affrontare i temi del numero dei deputati e degli eletti all'estero dopo quello della composizione e formazione del Senato. Ribadisce peraltro l'orientamento favorevole del suo gruppo alla riduzione del numero dei deputati, anche fino a quattrocentocinquanta.

Cinzia DATO (Ulivo) chiede di intervenire sul suo emendamento 3.65, intendendo ribattere a quanto detto su di esso dalle deputate Amici e Mascia.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che la Commissione sta ora discutendo sulla sua proposta di accantonamento degli emendamenti all'articolo 3.


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Gianpiero D'ALIA (UDC) si dichiara d'accordo sull'accantonamento degli emendamenti all'articolo 3. Per quanto riguarda il numero dei parlamentari, ritiene che la Commissione debba comunque elaborare un testo diverso da quello proposto dai relatori. Premesso infatti che sarebbe personalmente favorevole ad eliminare i parlamentari eletti all'estero sia dalla Camera che dal Senato, osserva che, se essi resteranno alla Camera dei deputati e questa diventerà la Camera politica, dovranno comunque individuarsi misure idonee ad impedire che i deputati eletti all'estero possano intervenire in questioni attinenti il rapporto di fiducia con l'Esecutivo; diversamente reputa preferibile che gli italiani all'estero siano rappresentati soltanto al Senato.

Gabriele BOSCETTO (FI), nel dichiararsi favorevole all'accantonamento degli emendamenti all'articolo 3, sottolinea che il suo gruppo condivide le preoccupazioni espresse dal deputato D'Alia in ordine ai rischi legati alla collocazione degli eletti all'estero nella Camera politica ed evidenzia la necessità di specificarne il numero, che nel testo base è indeterminato. Per quanto riguarda il numero dei parlamentari eletti in Italia, invita a riflettere che una riduzione eccessiva potrebbe comportare un deficit di rappresentanza democratica.

Cinzia DATO (Ulivo) dichiara la contrarietà del suo gruppo all'accantonamento degli emendamenti all'articolo 3 e rinnova pertanto la richiesta di poter intervenire sul proprio emendamento 3.65.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente al deputato Dato che potrà intervenire subito dopo che la Commissione si sia pronunciata sul punto procedurale in discussione. Valutato quindi il prevalente orientamento dei gruppi che hanno inteso pronunciarsi, propone di accantonare tutti gli emendamenti all'articolo 3.

La Commissione concorda.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la Commissione passa quindi all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4.

Cinzia DATO (Ulivo) contesta la decisione della presidenza di non consentirle di parlare nell'ambito dell'esame dell'articolo 3, costringendola ad intervenire sull'articolo 4. Rispondendo quindi alle deputate Amici e Mascia, osserva, in relazione al suo emendamento 3.65, che il principio sancito dal novellato articolo 51 della Costituzione è del tutto privo di effetti pratici in quanto non è mai stato concretamente attuato nella legislazione ordinaria. Fa presente che, dal momento della sua approvazione, la situazione relativa all'equilibrio dei generi nella rappresentanza politica è persino peggiorata, come dimostra il fatto che alle ultime elezioni amministrative provinciali il numero di donne candidate è stato più basso di quello delle donne uscenti. Ribadisce quindi quanto da lei già sostenuto in occasione del dibattito sulla revisione dell'articolo 51, vale a dire che si tratta di una norma ininfluente e che solo per questa ragione fu approvata.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, invita al ritiro di tutti gli emendamenti presentati all'articolo 4, chiarendo che ciò non deve intendersi nel senso che i relatori insistano per il testo dell'articolo da loro proposto, bensì nel senso che sono disponibili ad una nuova formulazione sulla quale si registri una ampia convergenza. Ritiene infatti che tale convergenza possa essere raggiunta, dal momento che le proposte emendative in esame presentano elementi comuni sui quali è possibile lavorare.

Il ministro Vannino CHITI esprime parere conforme a quello dei relatori.

Gianpiero D'ALIA (UDC) ritira il suo emendamento 4.68.

Luciano VIOLANTE, presidente, considerato che è imminente l'inizio delle votazioni in Assemblea e che deve ancora riunirsi, per l'esame di emendamenti all'Assemblea,


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il Comitato permanente per i pareri, rinvia il seguito dell'esame delle proposte emendative alla seduta già convocata per oggi, alle ore 15.

La seduta termina alle 10.55.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Mercoledì 3 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 10.55.

Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione.
Emendamenti C. 2272-ter-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere).

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), relatore, rileva che gli emendamenti 1.200, 1.201, 1.202, 1.203, 1.204, 1.205, 1.206, 1.207, 1.208, 1.209, 1.210 e 3.200 non presentano profili di incostituzionalità con riferimento al riparto di competenza legislativa sancito dall'articolo 117 della Costituzione. Propone pertanto di esprimere il parere di nulla osta.

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 11.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 3 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Marcella Lucidi.

La seduta comincia alle 14.05.

Sui lavori della Commissione.

Luciano VIOLANTE, presidente, non essendo ancora giunto il rappresentante del Governo incaricato di rispondere alle interrogazioni a risposta immediata in Commissione, propone un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di iniziare la seduta con l'esame, in sede referente, del provvedimento in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali per fenomeni d'infiltrazione mafiosa (C. 1134 e abb.).

La Commissione consente.

Luciano VIOLANTE, presidente, sospende quindi la seduta, avvertendo che essa riprenderà dopo l'esame in sede referente del provvedimento C. 1134 e abb.

La seduta, sospesa alle 14.10, riprende alle 14.15.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata, oltre che attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, anche tramite la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-01541 Bocchino ed altri: Sullo sgombero dell'area dimessa dell'ex SNIA di Pavia.

Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN), replicando, si dichiara soddisfatto relativamente alle assicurazioni fornite dal rappresentante del Governo che ha chiarito che non vi è stata alcuna elargizione di somme di denaro a favore dei nomadi sfollati dall'area dell'ex SNIA.


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5-01542 Cota ed altri: Su un elenco di badanti redatto dal Comune di Nerviano (Milano).

Massimo GARAVAGLIA (LNP) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Massimo GARAVAGLIA (LNP), replicando, prende atto delle dichiarazioni del rappresentante del Governo invitando ad un'attività di monitoraggio che si fondi sul rispetto della disciplina normativa vigente. Conclude dichiarandosi non stupìto del fatto che la procura della Repubblica presso il tribunale di Milano non abbia ancora dato seguito all'esposto presentato da alcuni consiglieri di Nerviano tramite la locale stazione dei Carabinieri.

5-01543 Frias: Sulla situazione delle famiglie rom rumene presenti sul territorio di Pisa e Livorno.

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), replicando, sottolinea l'importanza di assicurare sicurezza alle persone, come quelle citate nell'interrogazione, che sono più deboli e sono esposte a maggiori rischi per la loro incolumità. A tali persone va in ogni caso garantito il rispetto dei diritti umani.

Luciano VIOLANTE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.25.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 3 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 14.10.

Rinnovo dei consigli comunali e provinciali sciolti per fenomeni di infiltrazione di tipo mafioso.
C. 1134 Nespoli, C. 1664 Marone, C. 1679 Gioacchino Alfano, C. 1777 Romano, C. 2014 Lumia, C. 2072 D'Alia, C. 2129 Forgione, C. 2175 D'Ippolito Vitale e C. 2223 Tuccillo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 settembre 2007.

Gianpiero D'ALIA (UDC), relatore, fa presente che, d'intesa con l'altro relatore Marone, è in corso di predisposizione una proposta di testo unificato da sottoporre alla Commissione ai fini della sua adozione quale testo base. Al riguardo rende noto che sono ancora in corso alcune verifiche, anche con il rappresentante del Governo, volte a superare specifici nodi problematici.
Si tratta, in primo luogo, della definizione di un apposito ruolo dei Commissari straordinari, su cui il Governo ha assicurato uno specifico contributo tecnico.
L'altra questione, maggiormente rilevante, attiene allo scioglimento delle società partecipate, in ordine alla cui problematica è apparsa la necessità di acquisire l'apporto tecnico di alcuni esperti. In proposito fa presente l'opportunità di svolgere un breve ciclo di audizioni volte a chiarire le principali questioni. Si riserva pertanto di presentare, in una successiva seduta, d'intesa con l'altro relatore Marone, la proposta di testo unificato.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che la proposta di audizioni avanzata


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dal relatore D'Alia sarà esaminata nel corso dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, che avrà luogo nella seduta di domani, giovedì 4 ottobre. Quindi, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta. Sospende, quindi, la seduta per consentire lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14.15, riprende alle 14.25.

Sull'ordine dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che la I Commissione, nel corso degli ultimi mesi, ha incontrato parecchie difficoltà nell'organizzazione delle sedute di interrogazione a risposta immediata su questioni di competenza del Ministero dell'interno. Auspica pertanto che da parte di tale dicastero possa in futuro essere offerta una più efficace collaborazione.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling) fa presente che la scorsa settimana aveva presentato una interrogazione a risposta immediata in Commissione che, a seguito di un espresso invito da parte di quel Ministero, ha trasformato in interrogazione a risposta scritta, sulla scorta dell'assicurazione che la risposta sarebbe stata tempestivamente fornita. Tale risposta tuttavia, ancora oggi, non è pervenuta. Ai fini poi della seduta odierna, ha presentato una nuova interrogazione a risposta immediata, alla quale il Governo non ha fornito risposta. Esprime, pertanto, il proprio disagio di fronte a tale situazione.

Gianpiero D'ALIA (UDC) esprime il proprio disappunto sul comportamento dei rappresentanti del Ministero dell'interno relativamente all'attività di sindacato ispettivo in Commissione, che rende problematico lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Fa presente che, per varie ragioni, nel corso delle ultime due sedute non è stato possibile esaminare le interrogazioni presentate dai deputati appartenenti al proprio gruppo.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Testo unificato C. 553 cost. Scotto, C. 1524 cost. Bianchi, C. 2335 cost. Boato, C. 2382 cost. Bianco, C. 2479 cost. Zaccaria, C. 2572 cost. Franco Russo, C. 2574 cost. Lenzi, C. 2576 cost. Franco Russo, C. 2578 cost. D'Alia, C. 2586 cost. Boato e C. 2715 cost. Boato e C. 2865 cost. Casini.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta antimeridiana.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) illustra il proprio emendamento 4.60, sottoscritto da deputati di numerosi gruppi, sul quale auspica possa registrarsi un'ampia convergenza. In proposito, osserva che la ratio sottesa al modello di Senato descritto si fonda su una logica che in altri ordinamenti ha trovato accoglimento e che sarebbe efficace anche nel sistema costituzionale italiano. Si tratta di un modello che dà spazio alle regioni e alle autonomie, distinguendosi profondamente dal modello descritto nel testo base. Invita quindi i relatori a riconsiderare il parere già espresso.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling), dopo aver ritirato il proprio emendamento 4.62, interviene sull'emendamento Zaccaria 4.60. Al riguardo fa presente innanzitutto che la denominazione italiana della regione Valle d'Aosta deve essere accompagnata anche da quella in lingua francese. Inoltre, fa presente che il procedimento previsto per l'elezione dei senatori da parte della provincia autonoma di Bolzano non garantisce l'elezione di rappresentanti


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di lingua italiana. Propone pertanto di aumentare a tre il numero di senatori eletti in quella provincia. Esprime quindi alcune perplessità in ordine alla formulazione dell'ultimo comma dello stesso emendamento 4.60.

Enrico LA LOGGIA (FI) ritiene preliminarmente necessario che la Commissione sospenda, anche per un breve periodo, l'esame del provvedimento in oggetto al fine di maturare su di esso una più matura riflessione che vada oltre il merito delle singole scelte e che consenta altresì di tenere in considerazione l'esito dell'esame, in corso presso la 1a Commissione del Senato, del progetto di riforma della legge elettorale.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che, nella seduta dello scorso 31 luglio, erano stati ritirati tutti gli emendamenti sinora presentati, ed era stato altresì fissato un nuovo termine per la presentazione di ulteriori emendamenti, stabilendo all'unanimità che la settimana dal 25 al 28 settembre 2007 fosse interamente dedicata all'esame del provvedimento in titolo. A seguito della richiesta di un gruppo di opposizione, poi, il termine per la presentazione degli emendamenti è stato posticipato di due settimane, e fissato allo scorso 1o ottobre. Ritiene, pertanto, che i gruppi abbiano disposto di tutto il tempo necessario per svolgere ogni forma di approfondimento sulle principali questioni.

Marco BOATO (Verdi) dichiara di condividere l'intervento del deputato Zaccaria, auspicando quindi che intorno all'emendamento 4.60 possa registrarsi un'ampia convergenza, inducendo così i relatori a modificare il parere già espresso.
Per quanto concerne la questione sollevata dal deputato Zeller, relativa all'elezione dei senatori da parte della regione Trentino Alto Adige/Südtirol, al riguardo ricorda che, inizialmente, a quella regione erano stati attribuiti sei collegi, di cui quattro alla provincia di Trento e due a quella di Bolzano. Successivamente, sono stati previsti tre senatori per ciascuna provincia proprio con la finalità di favorire l'elezione di almeno un senatore di lingua italiana: tale obiettivo, come accaduto ad esempio nella legislatura in corso, non sempre è stato raggiunto e potrebbe invece essere agevolato solo prevedendo l'elezione di tre senatori da parte dei due Consigli provinciali.

Gabriele BOSCETTO (FI) ribadisce al presidente Violante la richiesta, già avanzata dal deputato La Loggia, di sospendere, anche per pochissimi giorni, l'esame del provvedimento in oggetto.

Luciano VIOLANTE, presidente, per le ragioni già evidenziate al deputato La Loggia, conferma che l'esame del provvedimento in oggetto non può essere rinviato.

Gabriele BOSCETTO (FI) chiede che la Commissione si pronunci sull'opportunità, prima di esaminare gli emendamenti riferiti all'articolo 4, in materia di composizione del Senato, di discutere sulle competenze attribuite allo stesso Senato, previste all'articolo 7, in quanto tale questione risulta avere carattere pregiudiziale rispetto all'altra.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che la questione sollevata dal deputato Boscetto era già stata presa in considerazione durante le sedute tenutesi nello scorso mese di luglio. Ritiene pertanto che l'esame debba continuare sugli emendamenti presentati all'articolo 4.

Gabriele BOSCETTO (FI) preso atto della risposta del presidente Violante, ritiene singolare la richiesta, formulata da parte di alcuni deputati, di modificare il parere già espresso sull'emendamento Zaccaria 4.60. Questo emendamento, che rovescia l'impostazione del Senato contenuta nel testo base predisposto dai relatori, attribuisce agli organismi rappresentativi un potere forse eccessivo nella composizione dello stesso Senato. Ritiene che si tratta di una norma che mina alla base il


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Senato nella sua essenza, svuotandolo di funzioni. Si tratta di un modello ispirato al modello costituzionale tedesco, che poco si adatta alla realtà italiana, essendo radicalmente diversi i presupposti di fondo.
Illustra quindi il proprio emendamento 4.63, che chiede di mettere in votazione per primo.

Roberto COTA (LNP), intervenendo a nome del proprio gruppo, dichiara il voto favorevole sull'emendamento 4.60. Si tratta infatti di un emendamento che, conferendo carattere federale al Senato, disegna un modello rispetto al quale la Lega Nord ha sempre espresso la propria condivisione. L'ispirazione di fondo è tratta dal sistema costituzionale tedesco, che presenta attinenze con la realtà italiana. Giudica positivamente il sistema di elezione dei senatori, volto a valorizzare le rappresentanze territoriali, anche in considerazione della previsione del voto limitato. Al riguardo ritiene opportuno che venga chiarito se tale previsione debba intendersi nel senso che debba essere assicurata l'elezione di rappresentanti sia della maggioranza che dell'opposizione, oppure che ogni singolo elettore disponga di una sola preferenza.
Fa quindi presente che l'opzione del proprio gruppo di votare a favore dell'emendamento 4.60 non incide sul quadro politico nazionale e sulla complessiva posizione politica dello stesso gruppo della Lega Nord, che si rispecchia nelle posizioni manifestate dal segretario federale Bossi. La coerenza che questo gruppo ha sempre dimostrato anche fuori dalle aule parlamentari trova una conferma proprio nella scelta di votare a favore dell'emendamento 4.60. Tuttavia, la situazione politica che oggi si registra al Senato induce a ritenere che ci si potrebbe trovare di fronte ad un «fuoco di paglia», rendendo quindi opportuno un atteggiamento di massima cautela anche perché, nel corso dell'esame del provvedimento in materia di riforme costituzionali durante la scorsa legislatura, l'attuale maggioranza aveva assunto una posizione di contrarietà meramente strumentale, soprattutto con riferimento a quelle opzioni delle quali oggi si fa promotrice.

Gianpiero D'ALIA (UDC) valuta favorevolmente l'emendamento Zaccaria 4.60, che a suo avviso ha il pregio di fare una scelta netta per un Senato ad elezione indiretta, sul modello tedesco, ponendo le premesse per una radicale innovazione nel sistema del riparto di competenza legislativa. Aggiunge che sarebbe opportuno precisare nel testo dell'articolo 57 della Costituzione che il sistema di elezione dei senatori, da parte dei consigli regionali e delle autonomie locali, è stabilito con legge dello Stato, e non con leggi regionali, in modo che sia identico sul territorio nazionale, evitando, così, il rischio di collegarlo alle maggioranze politiche regionali del momento.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) concorda sull'opportunità di una pausa di riflessione, come richiesto da altri gruppi di opposizione, al fine non di lasciar cadere le riforme, ma di evitare di portarle avanti affrettatamente, con tutti i rischi che ne conseguono. Per quanto poi riguarda il punto se le questioni inerenti all'articolo 7 debbano essere vagliate prima o dopo quelle relative all'articolo 4, ritiene che i due ordini di questione siano strettamente intrecciati e che il problema vada quindi impostato diversamente: a suo avviso, infatti, sia il ruolo del Senato che la composizione e formazione di esso devono essere decisi avendo come riferimento l'assetto costituzionale della Repubblica che si intende perseguire, e che a tutt'oggi non è definito con chiarezza. Quanto all'emendamento Zaccaria 4.60, dopo aver osservato che è sottoscritto da buona parte dei gruppi della maggioranza, oltre che sostenuto dai gruppi Lega Nord Padania e UDC, manifesta innanzitutto stupore per il fatto che il relatore Amici abbia invitato al ritiro di esso, il che di regola implica un parere contrario. Nel merito dell'emendamento, che evidentemente sta per essere approvato, rileva che esso lascia non sciolto un equivoco di


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fondo, vale a dire quello circa la natura del Senato che si vuole costruire. A suo avviso, il Senato delineato dall'emendamento Zaccaria 4.60 è una Camera di incerta natura, ma sicuramente non parlamentare, alla quale non può quindi spettare la funzione legislativa, che deve essere riservata ad un organo che sia espressione del popolo.

Maurizio RONCONI (UDC), dopo aver rilevato che si sta oggi ripetendo un dibattito sul Senato già svolto in termini pressoché identici nella precedente legislatura, si dice d'accordo con il collega D'Alia sul fatto che l'emendamento Zaccaria 4.60 ha il merito di sciogliere un equivoco circa la composizione del Senato, che nel testo base è configurato, in modo a suo giudizio inaccettabile, come organo ad elezione mista, in parte diretta, in parte indiretta. A suo avviso, l'emendamento Zaccaria 4.60, nel prendere posizione per l'elezione indiretta, profila un certo tipo di Senato, con un preciso ruolo nel sistema. Fa però presente una difficoltà emersa, in relazione all'ipotesi di un Senato legato alle consiliature regionali. L'attuale legislazione prevede, infatti, che al venir meno, per qualsivoglia ragione, del presidente della regione consegua il venir meno del consiglio e della giunta regionali: si è in questo modo concentrato nel presidente della regione un significativo peso politico, che verrebbe ulteriormente aumentato ove si prevedesse che allo scioglimento del consiglio consegue la decadenza dei senatori regionali, il che darebbe modo ai presidenti di regione di interferire pesantemente con i lavori del Senato. Si tratta, a suo giudizio, di un problema di non poco conto, sul quale invita la Commissione a riflettere.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) reputa non fondata, sotto il profilo storico-costituzionale e comparatistico, l'obiezione del deputato Benedetti Valentini secondo cui non potrebbero spettare ad una Camera ad elezione indiretta funzioni legislative. Nel far presente che l'emendamento Zaccaria 4.60 propone un Senato esemplato sul modello tedesco, ma con un importante correttivo, in quanto i senatori non sono espressione degli esecutivi, ma delle assemblee legislative, esprime l'avviso che si tratti di una Camera con tutti i titoli per essere legislativa. Osserva inoltre che un Senato così composto correggerebbe il disequilibrio di sistema cui ha dato luogo la riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione, che, nel ripartire le competenze legislative tra lo Stato e le regioni, non ha previsto una sede di confronto tra le assemblee legislative statale e regionali, provocando così un vasto contenzioso tra Stato e regioni che impegna fortemente la Corte costituzionale. Ritiene per contro meritevole di attenzione la questione sollevata dal deputato Zeller, in quanto si tratta di soddisfare contemporaneamente due esigenze: quella di riconoscere un eguale numero di senatori alle due province autonome di Trento e di Bolzano e quella di assicurare anche al gruppo etnico-linguistico italiano, che nella provincia di Bolzano è minoritario, una propria rappresentanza. Si può quindi riflettere su una soluzione, che può essere quella proposta dal deputato Boato o un'altra. Si dice poi d'accordo con il deputato D'Alia sull'opportunità che il sistema di elezione dei senatori da parte dei consigli regionali e delle autonomie locali sia definito a livello nazionale, anche per evitare il rischio di strumentalizzazione da parte delle maggioranze politiche regionali.

Jole SANTELLI (FI) esprime sorpresa nel veder oggi proposto dal centrosinistra un modello di Senato, quello dell'emendamento Zaccaria 4.60, che è stato elaborato dal centrodestra nella scorsa legislatura e rispetto al quale l'opposizione di allora era fortemente critica. Nel merito, non ritiene che la proposta emendativa 4.60 contribuisca alla chiarezza del disegno costituzionale da realizzare. Chiarezza vi sarebbe forse stata, a suo avviso, se si fosse proposto un Senato espressivo delle sole regioni, e non anche delle autonomie locali, che non hanno funzioni legislative,


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a meno che il Senato debba essere una Camera non legislativa.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), a nome del suo gruppo, esprime un giudizio positivo sull'emendamento Zaccaria 4.60, del resto affine al suo 4.66. Invita, peraltro, a tener conto della parte del proprio emendamento che stabilisce il numero di senatori spettanti a ciascuna regione secondo classi demografiche, in quanto ritiene che debba essere garantita una maggiore proporzione tra la progressione delle classi demografiche e la progressione del numero di senatori spettanti, anche considerata l'esigenza di assicurare una rappresentanza consistente alle regioni meno popolose. Dichiara che, qualora tali suggerimenti fossero accolti, sarebbe disponibile a ritirare il proprio emendamento.

Aldo BRANCHER (FI) avrebbe preferito che l'esame fosse ripreso dal punto in cui si era interrotto prima della pausa estiva, vale a dire dai quindici punti di riflessione proposti dal presidente Violante, alcuni dei quali implicavano proposte condivisibili. Constata invece che si è impressa una accelerazione all'iter del provvedimento e che si sta ipotizzando un modello di Senato che non ha alcuna concreta speranza di essere avallato dal Senato in carica, al quale il progetto di riforma dovrà essere trasmesso non appena l'avrà approvato la Camera dei deputati. Ricorda, al riguardo, che alcuni senatori, anche della maggioranza, si sono apertamente pronunciati contro l'ipotesi di un Senato del tipo di quello al quale sta lavorando la maggioranza alla Camera. Meglio sarebbe quindi stato, secondo lui, affrontare fin dall'inizio il problema sulla base di un confronto con i senatori.

Franco RUSSO (RC-SE) ritira il suo emendamento 4.67, che prevede un Senato sul modello tedesco, quindi diverso in qualche misura da quello delineato dall'emendamento Zaccaria 4.60, che è piuttosto esemplato sul modello austriaco. L'emendamento 4.60 conserva infatti la caratteristica cui il suo gruppo tiene, vale a dire l'elezione indiretta, che è essenziale per garantire rappresentatività ai territori, comprese le autonomie locali, che in Italia hanno una storia importante ed un legame con le comunità assai più forte che in altri Paesi. Ritiene, quindi, che tale modello di Senato costituisca quella indispensabile sede di confronto tra legislatore statale e legislatore regionale che non è prevista al momento della riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione e la cui mancanza ha generato un fortissimo contenzioso tra lo Stato e le regioni in materia di riparto delle competenze legislative.

Carlo COSTANTINI (IdV) si dichiara a favore dell'emendamento 4.60, che del resto riprende precedenti emendamenti del suo gruppo. Dopo aver considerato che il sistema istituzionale italiano ha oggi il problema di un bicameralismo paritario che rallenta la decisione legislativa, mina il rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo e incide sul bilancio nazionale, si dice convinto che l'istituzione di un Senato ad elezione indiretta, senza potere di votare la fiducia e legato organicamente ai territori rappresenti una soluzione convincente.

Olga D'ANTONA (SDpSE) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Zaccaria 4.60, esprimendo apprezzamento per l'ampia convergenza che si riscontra su di esso. Si dice convinta che l'elezione dei senatori da parte dei consigli regionali e delle autonomie locali garantisca da una parte il collegamento con i territori, salvaguardando nel contempo il principio della democrazia rappresentativa, in quanto gli elettori dei senatori sono comunque eletti dal popolo.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, premesso di parlare anche a nome del relatore Bocchino, ribadisce quanto già detto nella seduta antimeridiana, ossia che l'invito al ritiro di tutti gli emendamenti all'articolo 4 intendeva essere il contributo dei relatori all'avvio di una discussione che facesse emergere un orientamento condiviso sulla composizione e formazione del Senato,


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quale appariva raggiungibile dall'analisi dei singoli emendamenti dei gruppi. Poiché peraltro la Commissione appare orientata ad approvare l'emendamento Zaccaria 4.60, suggerisce ai presentatori di riformularlo secondo le indicazioni dei deputati Zeller e D'Alia, ossia nel senso di utilizzare la denominazione bilingue anche per la Val d'Aosta e di precisare che il sistema di elezione indiretta dei senatori deve essere stabilito con legge statale, e non regionale.
Rivolgendosi poi al deputato Santelli, rileva che il contrasto tra centrosinistra e centrodestra nella passata legislatura non riguardò la composizione e formazione del Senato, ma il procedimento legislativo. In conclusione, dopo aver sottolineato come il problema della democrazia italiana sia oggi quello della lentezza della decisione politica e legislativa, si dice convinta che un Senato espressivo delle autonomie territoriali sia in grado di garantire il coordinamento tra legislazione statale e regionale, rendendo più efficiente il sistema.
Conclude dichiarando che, sugli emendamenti all'articolo 4, i relatori intendono rimettersi alla Commissione.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) riformula il suo emendamento 4.60 nel senso indicato dal relatore.

Gabriele BOSCETTO (FI) chiede se i relatori intendano che l'articolo 7 debba rimanere quello da loro proposto o se ritengono che la revisione della composizione del Senato abbia ripercussioni anche sulle sue funzioni.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, risponde che l'approvazione dell'emendamento Zaccaria 4.60 imporrebbe ovviamente la revisione anche dell'articolo 7.

Gabriele BOSCETTO (FI) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Zaccaria 4.60.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) dichiara il proprio voto contrario sull'emendamento Zaccaria 4.60.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo) dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento Zaccaria 4.60.

La Commissione approva l'emendamento Zaccaria 4.60 (nuova formulazione) (vedi allegato 1).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono così preclusi i restanti emendamenti all'articolo 4. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.50.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 3 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 16.50.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri concernente la ricognizione delle strutture e delle risorse finanziarie ed umane trasferite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al Ministero della solidarietà sociale per lo svolgimento delle funzioni in materia di servizio civile nazionale e di politiche antidroga.
Atto n. 148.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 2 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, rilevato che non vi sono richieste di intervento, invita il relatore a formulare la sua proposta di parere.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 5).

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.


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Schema di regolamento di organizzazione del Ministero del commercio internazionale.
Atto n. 156.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 2 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, rilevato che non vi sono richieste di intervento, avverte che non sono ancora pervenuti i rilievi della Commissione bilancio. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali.
Atto n. 157.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 2 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, rilevato che non vi sono richieste di intervento, avverte che non sono ancora pervenuti i rilievi delle Commissioni competenti ad esprimerli. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.55.