VII Commissione - Resoconto di marted́ 9 ottobre 2007


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INTERROGAZIONI

Martedì 9 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA, indi del vicepresidente Emerenzio BARBIERI, indi del presidente Pietro FOLENA. - Intervengono il sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale Rosa Rinaldi, il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca Nando Dalla Chiesa e il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione Letizia De Torre.

La seduta comincia alle 10.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

Pietro FOLENA, presidente, comunica che il deputato Massimo Donadi ha cessato di far parte della Commissione.

5-01365 Grimoldi: Politiche volte ad agevolare l'esibizione dei giovani musicisti dilettanti.

Il sottosegretario Rosa RINALDI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Paolo GRIMOLDI (LNP) replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta. Sottolinea la necessità di chiarire i parametri della legge n. 296 del 2006 per consentirne un'interpretazione meno restrittiva. Auspica infine che si tenga conto di tutte le forme di espressione musicale dei giovani.

5-01405 Caparini: Valutazione dei titoli del personale docente, con particolare riferimento al servizio prestato nelle scuole di montagna.

Il sottosegretario Letizia DE TORRE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Davide CAPARINI (LNP) replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta. Ringrazia la presidenza per aver tempestivamente calendarizzato il suo atto ispettivo e il Governo per la puntuale risposta. Osserva che molti insegnanti hanno compiuto scelte professionali sulla base di leggi dello Stato successivamente modificate in maniera per loro penalizzante con effetti retroattivi. Sottolinea altresì che è necessario trovare nuove modalità per incentivare la presenza di insegnanti nelle scuole di montagna.

5-01479 Grimoldi: Elezioni dei rappresentanti degli studenti svolte presso l'Università degli studi di Bergamo.

Il sottosegretario Nando DALLA CHIESA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Paolo GRIMOLDI (LNP) replicando, si dichiara del tutto insoddisfatto della risposta. Osserva che i candidati della lista inizialmente esclusa dall'ufficio elettorale dell'ateneo in occasione dell'elezione dei rappresentanti degli studenti negli organi accademici hanno la medesima collocazione politica del ministro Mussi. Ritiene altresì che la riammissione della lista in conseguenza dell'intervento del ministro rappresenti una grave ingerenza nell'autonomia dell'università di Bergamo. Sottolinea che l'episodio rappresenta un grave precedente e un'impropria pressione sugli organi dell'ateneo, come sostenuto anche dal rettore e dai docenti. Aggiunge, infine, che la lista è stata riammessa a soli due giorni dalle elezioni studentesche, in palese contrasto con il regolamento degli studenti.

5-01486 Garagnani: Sottoscrizione di una polizza assicurativa infortuni presso il Polo scolastico di Ovada (Alessandria).

Davide CAPARINI (LNP) sottoscrive l'interrogazione in titolo.


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Il sottosegretario Letizia DE TORRE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Davide CAPARINI (LNP) replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta, lamentando che sempre più spesso le scuole, nella loro autonomia, impongono balzelli impropri a carico delle famiglie.

5-01488 Caparini: Test di ammissione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e in odontoiatria.

Il sottosegretario Nando DALLA CHIESA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Davide CAPARINI (LNP) replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta. Riconosce che, nel confine invalicabile dell'autonomia universitaria, è difficile per il ministero garantire un corretto svolgimento dei test di ammissione. Sottolinea altresì che i dati del ministero testimoniano il ripetersi, di anno in anno, di casi di irregolarità nei medesimi atenei. Ritiene pertanto si tratti di collusione ambientale con comportamenti illeciti che agevolano questo tipo di frode.

Pietro FOLENA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 11.05.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 9 ottobre 2007, - Presidenza del presidente Pietro FOLENA.

La seduta comincia alle 11.05.

Ratifica accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra le Comunità europee e l'Albania.
C. 3043 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Riccardo VILLARI (Ulivo), relatore, osserva che l'Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA), concluso il 12 aprile 2006 tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e l'Albania, dall'altro, rientra nella categoria degli accordi cosiddetti «misti», recanti disposizioni che interessano anche gli aspetti più propriamente politici, e quindi anche gli ordinamenti dei singoli Stati membri, dei quali è necessaria la ratifica.
Rileva che l'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e l'Albania, dall'altra, oggetto del disegno di legge di ratifica in esame, è finalizzato ad integrare l'Albania nel contesto politico ed economico europeo, anche nella prospettiva di una futura candidatura all'ingresso nell'Unione europea. L'Accordo è parte del processo di stabilizzazione e di associazione (PSA) previsto dalla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo del 26 maggio 1999, che contribuisce alla definizione della strategia comune dell'Unione nei confronti di cinque paesi dell'Europa sudorientale (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica federale di Jugoslavia - ridottasi nel frattempo alla Serbia -, ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Albania. Il PSA prevede, oltre all'elaborazione di accordi di stabilizzazione e di associazione (ASA), lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali con la regione e al suo interno; lo sviluppo degli aiuti economici e finanziari già disponibili; l'aiuto al processo di democratizzazione, alla società civile, all'istruzione e allo sviluppo istituzionale; la cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni; lo sviluppo del dialogo politico.
Obiettivi principali degli ASA sono, in considerazione della situazione specifica di ciascun paese, il consolidamento della democrazia, dello Stato di diritto, dello sviluppo economico e della cooperazione regionale, la definizione di un quadro


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ufficiale per il dialogo politico a livello bilaterale e regionale, la formazione, una volta compiuti progressi sufficienti nella riforma dell'economia, di una o più zone di libero scambio, il sostegno alla cooperazione economica, sociale, civile e in settori quali l'istruzione, la scienza, la tecnologia, l'energia, l'ambiente e la cultura.
Aggiunge che l'Accordo in esame comprende un Preambolo, 137 articoli raggruppati in dieci titoli, l'Atto finale, 5 Allegati, 6 Protocolli e Dichiarazioni. Costituisce parte integrante dell'Accordo anche l'Accordo-quadro CE-Albania del 2004, in vigore dal luglio 2005, concernente i principi generali della partecipazione albanese ai programmi comunitari, che non ha avuto bisogno della ratifica da parte degli Stati membri della UE.
Per quanto riguarda gli aspetti di specifica competenza della Commissione, ricorda innanzitutto che, al fine di avvicinare l'Albania all'acquis communautaire, l'ASA prevede un graduale ravvicinamento della legislazione albanese a quella comunitaria (Titolo VI). È prevista, quindi, un'ampia collaborazione anche nel settore sociale, in particolare per quanto di competenza della Commissione cultura, l'istruzione e la formazione. L'Accordo promuove inoltre la cooperazione culturale e nei settori: dell'informazione e della comunicazione, dell'audiovisivo (anche attraverso la coproduzione nei settori cinematografico e televisivo), delle infrastrutture di comunicazione elettronica e servizi connessi, della società dell'informazione.
Per assicurare, quindi, il corretto funzionamento dell'Accordo è istituito un Consiglio di stabilizzazione e di associazione (CSA) composto da membri del Consiglio dell'Unione europea e da membri della Commissione delle Comunità europee e da membri del Governo albanese. Osserva che il CSA è assistito nel suo lavoro dal Comitato di stabilizzazione e di associazione (ComSA). L'ASA istituisce, altresì, un Comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione composto, da un lato, da membri del Parlamento europeo e, dall'altro, da membri del Parlamento albanese. L'Accordo dispone che le Parti adottino tutti i provvedimenti necessari per l'adempimento degli obblighi previsti dall'Accordo stesso e per la realizzazione degli obiettivi da questo fissati e stabilisce che possano essere adottate opportune misure in caso di inottemperanza. Ulteriori clausole generali riguardano la garanzia della tutela giuridica e amministrativa dei diritti individuali e di proprietà delle persone fisiche e giuridiche delle Parti; nonché la possibilità di adottare eventuali misure restrittive per ragioni di sicurezza interna e internazionale. La durata dell'Accordo è illimitata, salva la facoltà delle Parti di denunciarlo, con effetto sei mesi dopo la notifica. L'entrata in vigore dell'Accordo in esame determinerà la decadenza dell'Accordo CE-Albania del 1992 sugli scambi e la cooperazione economica.
Rileva, inoltre, che il disegno di legge di ratifica si compone di quattro articoli. Gli articoli 1 e 2 recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e associazione CE-Albania. L'articolo 3 quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'Accordo, che sono valutati in 6.970 euro annui a decorrere dal 2007: la copertura di tali oneri è reperita nello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri. L'articolo 4 del disegno di legge, infine, dispone l'entrata in vigore della legge di autorizzazione alla ratifica per il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Il disegno di legge è, altresì, corredato da un'Analisi tecnico-normativa (ATN) e da un'Analisi di impatto della regolamentazione (AIR). L'ATN, in particolare, rileva che la ratifica dell'Accordo in esame, che rientra nelle fattispecie di cui all'articolo 80 della Costituzione, non presenta profili di impatto sull'assetto costituzionale e normativo italiano, né sull'ordinamento amministrativo.


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D'altra parte, l'ATN non rileva contraddizioni o incompatibilità a livello comunitario, trattandosi proprio di un Accordo in quella sede originato.
Ricorda, infine, che il 30 gennaio 2006, con la decisione 2006/54/CE, il Consiglio ha modificato il Partenariato europeo adottato il 14 giugno 2004, per adeguarlo alla nuova situazione del paese. Lo strumento del partenariato europeo, modellato sull'esempio dei partenariati di adesione e istituito con regolamento (CE) n. 533/2004 il 27 marzo 2004, ha lo scopo di aiutare i paesi dei Balcani occidentali a prepararsi in vista dell'adesione entro un contesto coerente.
Alla luce di tali considerazioni, propone di esprimere parere favorevole.

Laura FRONER (Ulivo) preannuncia, anche a nome del gruppo cui appartiene, voto favorevole.

Wladimiro GUADAGNO detto Vladimir Luxuria (RC-SE) preannuncia, anche a nome del gruppo cui appartiene, voto favorevole.

Emerenzio BARBIERI (UDC) preannuncia, anche a nome del gruppo cui appartiene, voto favorevole.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 11.15.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 9 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Danielle Mazzonis.

La seduta comincia alle 12.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali.
Atto n. 157.

(Rilievi alla I Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di regolamento in oggetto.

Pietro FOLENA, presidente e relatore, osserva preliminarmente che l'organizzazione è materia alquanto discussa, sulla quale esistono teorie differenti e, all'interno di ciascuna di esse, modelli applicativi anche molto differenziati, che tentano di rispondere alle esigenze di strutture con obiettivi, compiti e capacità diverse. Ritiene che non sia semplice concepire una struttura organizzativa e che sia necessario tenere conto di molteplici fattori, sottolineando che spesso la realtà rispecchia poco la letteratura della materia.
Rileva che lo schema classico fordista, basato sulla perfetta divisione del lavoro, poco si attaglia a strutture che richiedono flessibilità e capacità di rispondere just in time ai cambiamenti, tanto più quando si ha a che fare - ed oggi è sempre più frequente - con organizzazioni che rispondono a bisogni «immateriali», di per sé estremamente mutevoli. Ritiene che queste considerazioni generali si adattino sia al settore privato sia a quello pubblico. Ad esempio, l'autonomia scolastica ha rappresentato un modo per rispondere alla necessità di una scuola capace di adeguarsi meglio tanto alle specificità territoriali quanto, e di più, alla specificità di ogni indirizzo di studi e di ogni singolo istituto. L'autonomia universitaria, che apparentemente sembrava molto più giustificata di quella scolastica, ha prodotto alcuni effetti positivi, ma presenta anche criticità che sono sotto gli occhi di tutti.
Per questo occorre, quando si muta l'organizzazione, valutare fino in fondo i


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possibili effetti concreti e non solo il modello astratto. Sulla scorta di queste considerazioni, ritiene che la Commissione cultura, pur apprezzando taluni aspetti, debba far pervenire alla I Commissione un parere parzialmente critico rispetto allo schema di organizzazione del Ministero per i beni culturali presentato dal Governo. Esso, infatti, non pare rispondere né ad un modello astrattamente funzionante né, tanto meno, ad un modello che, nella pratica, possa rendere il ministero più efficace e più efficiente nella sua azione.
Aggiunge che lo schema, infatti, conserva aspetti criticabili dell'attuale organizzazione, presentandosi come il mero riordino di un meccanismo che già evidenzia criticità note, senza porre in essere miglioramenti organizzativi decisivi. Alcune delle innovazioni proposte, d'altro canto, sembrano essere inadeguate.
Entrando nel dettaglio, rileva altresì, che lo schema conserva l'attuale organizzazione gerarchica. Il segretario generale, le direzioni generali centrali, le direzioni generali regionali gerarchicamente equiparate a quelle centrali e, a seguire, le soprintendenze, gli istituti centrali e quelli periferici autonomi, tra i quali le sopraintendenze speciali e le due Biblioteche nazionali. Osserva che la cancellazione dei dipartimenti dovuta al decreto-legge Bersani, inteso alla meritoria volontà di ridurre i ruoli dirigenziali e, quindi, la spesa e la complessità organizzativa, ha invece avuto l'effetto di sparpagliare le competenze tra le diverse direzioni, dividendo peraltro le materie in modo opinabile.
Ritiene incomprensibile il motivo per cui, nella situazione attuale e nello schema di regolamento in esame, il cinema e lo spettacolo dal vivo non siano sotto la medesima direzione. Ancora più incomprensibile risulta il motivo per cui l'organizzazione e il personale siano stati divisi dal bilancio, direzione alla quale è stata anche demandata la standardizzazione delle procedure, come se essa fosse indipendente dall'organizzazione, l'innovazione e la formazione. A tale proposito, rileva che queste ultime due Direzioni generali centrali sono «più uguali delle altre», per così dire, poiché esse influiscono sul reale funzionamento sia delle altre Direzioni generali centrali, sia della Direzione generale regionale e, in generale, del complesso del ministero e delle sue articolazioni. Ritiene evidente che non solo è prefigurabile facilmente un conflitto tra le altre Direzioni generali (centrali e regionali) e tali super-Direzioni generali centrali, quanto, e di più, tra le super- Direzioni generali centrali stesse. Risulta pertanto difficile comprendere la logica di tale duplicazione, come del resto ha rilevato tanto dal Consiglio Superiore dei Beni culturali che dal Consiglio di Stato.
Osserva ancora che elementi di conflitto potenziale sono riconducibili al medesimo livello gerarchico tra le Direzioni generali centrali e le Direzioni generali regionali, tutte dipendenti dal Segretario generale. Ricorda che le Direzioni generali regionali furono istituite al fine di dare unità d'azione all'attività periferica del Ministero, sparpagliata in sovrintendenze di settore sul territorio. Tuttavia, come in ogni riorganizzazione che miri al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia, si sarebbero dovute prevedere dotazioni di personale aggiuntivo, piuttosto che il depauperamento delle sovrintendenze.
Sottolinea che nella situazione attuale, le sovrintendenze sono spesso carenti di personale e non riescono ad assolvere pienamente i compiti di tutela. Compiti peraltro avocati dalle stesse Direzioni generali regionali, piuttosto che delegati. Le Direzioni generali regionali, le cui competenze spesso si sovrappongono con le sovrintendenze, hanno sovrapposizione anche con le Direzioni generali regionali, le quali in teoria dovrebbero occuparsi di iniziative nazionali o interregionali, ma non hanno superiorità gerarchica rispetto alle Direzioni generali regionali. La confusione quindi è dietro l'angolo. Osserva che lo schema di regolamento mantiene tale impostazione, invece di modificarla


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o, per lo meno, di definire, in modo stretto e inequivocabile, chi fa cosa e con quali poteri.
Nel particolare, riguardo all'accorpamento delle Sovrintendenze archeologiche speciali di Napoli e Pompei, considerata la peculiarità di quest'ultima, ritiene necessario capire se questa soluzione, che presenta delle innegabili ragioni, possa dare autonomia e visibilità al polo pompeiano.
Riguardo alla materia del diritto d'autore, essendo questa trasversale rispetto al cinema, il libro, lo spettacolo dal vivo e l'arte contemporanea, ritiene che sarebbe logico affidarla al coordinamento del segretario generale. Nella definizione delle sovrintendenze, osserva che esse rimangono del tutto dipendenti, al punto di essere considerate mere «articolazioni» delle Direzioni generali regionali. Ritiene, invece, che debba essere ripristinato il potere delle sovrintendenze, e la loro autonomia e le loro prerogative, lasciando semmai alle Direzioni generali regionali il ruolo di coordinamento delle attività sul territorio. Sono, infatti, le sovrintendenze di settore gli organismi più competenti e più vicini tanto al territorio, quanto alla materia trattata.
Ritiene quindi opportuno, anche per evitare dannosi «colli di bottiglia», prevedere che le sovrintendenze siano centri appaltatori entro certi limiti di spesa o in considerazione del rilievo regionale o locale dell'intervento. Aggiunge che le Direzioni generali regionali sono divenute centri di spesa e che le sovrintendenze devono essere più autonome ed avere funzioni di coordinamento e di controllo.
Sottolinea, inoltre, che lo schema in esame non reca criteri rispetto alle nomine tali da assicurare che in ogni ruolo vi sia un responsabile pienamente competente sulla materia trattata. Ritiene, infatti, che la competenza rappresenti l'unico antidoto a forme improprie di spoils system.
Osserva, inoltre, che una particolare attenzione va dedicata al libro. Lo schema di regolamento colloca le biblioteche nazionali di Roma e Firenze tra gli istituti dotati di autonomia speciale. Si tratta, senz'altro, di una positiva innovazione, tuttavia, si sente il bisogno di un'innovazione più forte. Rileva che lo schema in esame reca l'istituzione del Centro della lettura e del libro - altra innovazione positiva e significativa - conserva l'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche e le informazioni bibliografiche. Ritiene che sarebbe opportuno pensare ad un organismo unificato, per il libro e le biblioteche, che si occupi della conservazione e della catalogazione, del coordinamento tra le biblioteche e della promozione del libro e della lettura. Si potrebbe insomma definire un Istituto nazionale del libro, della lettura e delle biblioteche che diventi, senza duplicazioni, il centro di tutta l'attività di tutela e promozione. A questo proposito, ricorda i complessi problemi di commercializzazione del libro da parte delle piccole librerie e delle librerie storiche.
Rileva che lo schema di regolamento appare lacunoso e contraddittorio. Da un lato, infatti, sembrano esservi accorpamenti a volte non giustificabili; dall'altro, presenta duplicazioni o scorpori altrettanto difficili da comprendere. Non risponde, insomma, all'esigenza prima che in questo momento l'Esecutivo dovrebbe tenere in considerazione.
In sintesi, ritiene che una riorganizzazione del Ministero dovrebbe basarsi su principi di competenza e semplicità nell'individuazione delle responsabilità, accompagnati dall'autonomia di intervento degli organismi che possono agire con maggiore tempestività e competenza specifica (vale a dire le sovrintendenze). Occorre definire meglio chi fa cosa, perché lo fa, con quali poteri e a chi risponde.
Pertanto, propone che la Commissione VII elabori un parere subordinato a rilevanti modifiche sia sul piano generale sia su alcuni articoli dello schema di regolamento, mettendo in evidenza quali diverse e migliori alternative possono essere introdotte, tenendo conto anche dei pareri del Consiglio Superiore e del Consiglio di


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Stato ma, soprattutto, delle concrete esigenze di ogni settore di cui il Ministero è investito. Propone quindi di procedere, fin dalla giornata di domani, ad audizioni informali.

Emerenzio BARBIERI (UDC) concorda con la proposta di procedere ad audizioni informali. Chiede di conoscere il motivo per cui lo schema di regolamento in titolo non sia stato attribuito alla competenza primaria della VII Commissione.

Pietro FOLENA, presidente e relatore, precisa che alla Camera dei deputati l'espressione del parere sugli schemi di regolamento inerenti l'organizzazione dei ministeri viene attribuita alla competenza primaria della I Commissione. Fa presente, tuttavia, che il presidente della Commissione affari costituzionali e la relatrice sul provvedimento hanno dichiarato piena disponibilità ad accogliere i rilievi della VII Commissione sullo schema di regolamento in titolo.

Nicola BONO (AN) condivide alcune osservazioni del presidente e relatore Folena su taluni aspetti organizzativi del Ministero per i beni culturali. Ricorda che il cosiddetto decreto Bersani ha determinato una confusione organizzativa non chiarendo le funzioni del segretario generale e del capo dipartimento. Si è in tal modo riproposta una sorta di perniciosa diarchia che fu uno dei motivi principali che portarono alla riforma varata dal precedente Governo. Chiede infine tempi ragionevoli di esame dello schema di regolamento, proponendo di svolgere domani le audizioni informali, di dedicare alla discussione la giornata di giovedì, procedendo alla votazione dei rilievi martedì 16 ottobre 2007.

Pietro FOLENA, presidente e relatore, ricorda che la Commissione si è impegnata ad esprimere i rilievi nella giornata di domani. Ribadisce, quindi, l'opportunità di svolgere nella giornata di domani alle ore 8.15 le audizioni informali per procedere successivamente alla votazione del parere nella stessa mattinata.

Manuela GHIZZONI (Ulivo) propone di approfondire, in sede di formulazione dei rilievi, anche la questione degli archivi, la cui situazione risulta caotica in seguito al nuovo assetto.

Emerenzio BARBIERI (UDC) ritiene che in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si dovrebbe valutare la possibilità di procedere ad un ciclo di audizioni sulle sovrintendenze.

Pietro FOLENA, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.40.

RISOLUZIONI

Martedì 9 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione Letizia De Torre.

La seduta comincia alle 12.50.

7-00202 Aprea: Sospensione da parte della regione Sardegna dei finanziamenti per i corsi di formazione professionale.
(Seguito della discussione e conclusione - Approvazione di un nuovo testo).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata, da ultimo, il 2 ottobre 2007.

Valentina APREA (FI) illustra una nuova formulazione della risoluzione in titolo (vedi allegato 6).

Il sottosegretario Letizia DE TORRE accetta la riformulazione proposta.


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Emerenzio BARBIERI (UDC) preannuncia voto favorevole.

Wladimiro GUADAGNO detto Vladimir Luxuria (RC-SE) dichiara voto di astensione.

La Commissione approva quindi la risoluzione Aprea n. 7-00202, nel testo come riformulato, che assume il numero 8-00086 (vedi allegato 6).

La seduta termina alle 13.

COMITATO DEI NOVE

Martedì 9 ottobre 2007.

Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione.
C. 2272-ter-A.

Il Comitato si è riunito dalle 13.30 alle 14 e dalle 18.15 alle 18.55.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 235 del 4 ottobre 2007, a pagina 59, prima colonna, sesta riga, le parole: «all'interno del quale» sono sostituite dalla seguente «e». Alla settima riga, dopo la parola «audizioni», aggiungere le seguenti: «, possibilmente non nel Comitato ristretto,».