XIII Commissione - Resoconto di mercoledì 10 ottobre 2007


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INTERROGAZIONI

Mercoledì 10 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 9.50.

Variazione nella composizione della Commissione.

Marco LION, presidente, comunica che entra a far parte della Commissione Agricoltura l'onorevole Paolo Fadda e cessano di farne parte gli onorevoli Giacomo Bezzi e Marina Sereni.

5-01550 Delfino: Sull'applicazione della normativa in materia di «quote latte» e sulle eventuali iniziative del Governo in sede europea.

Il sottosegretario Stefano BOCO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Teresio DELFINO (UDC), replicando, tiene a precisare che il Governo, riconfermando la piena e rigorosa applicazione della legge n. 119 del 2003, ha in realtà risposto soltanto alla prima parte della sua interrogazione.
Manifesta invece perplessità sulla esaustività della risposta, che ritiene assolutamente carente, relativamente alle prospettive del settore e alla sua richiesta di conoscere se il Governo abbia assunto una forte iniziativa in sede europea per aumentare le «quote latte» a favore del nostro Paese.
In particolare, lo stato di tensione esistente nella filiera renderebbe necessari una armonizzazione ed omogeneizzazione sulle modalità della trattativa sui prezzi del latte, tenendo conto della qualità, posto che un'articolazione troppo differenziata genera problemi tra i produttori.
Rilevata altresì l'attuale ripresa del mercato del latte, osserva come si sia parimenti allargata la forbice tra il prezzo alla stalla ed il prezzo al dettaglio, con ciò seguendo la tendenza per cui nel caso si verifichino aumenti, essi si redistribuiscono nella filiera a favore delle categorie forti, penalizzando i produttori agricoli.
L'attuale indirizzo dell'Unione europea, poi, si muove nella direzione di una liberalizzazione delle quote, mentre il vigente regime resterà in vigore fino al 31 dicembre 2013. Sull'argomento, il Governo ha fatto cenno solo a consultazioni, quando invece, considerata la grande rilevanza economica della filiera, di cui fanno parte integrante i grandi produttori caseari, vi è la necessità di dare risposte immediate sulle prospettive di aumento della quota italiana e di sapere, quindi, se il Governo intende impegnarsi in questa direzione, come risulta stiano facendo altri Paesi. Inoltre, non si è affrontato il tema dei criteri che saranno utilizzati per l'assegnazione dell'eventuale aumento delle quote - che dovrebbero premiare chi ha rispettato le regole - e nemmeno il problema delle rateizzazioni, che andrebbero armonizzare per salvaguardare al massimo la presenza delle unità produttive.
Per quanto precisato, si dichiara dunque insoddisfatto della risposta del Governo che evidenzia una mancanza di iniziativa in relazione alle prospettive del settore, pur esprimendo condivisione per il fatto che la normativa vigente abbia trovato piena attuazione per venire incontro alle difficoltà dei produttori che si erano impegnati al pieno rispetto delle regole.

Marco LION, presidente, dichiara quindi concluso lo svolgimento dell'interrogazione.

La seduta termina alle 9.55.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 10 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il


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sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 9.55.

Proposta di nomina del prefetto dottor Goffredo Sottile a Presidente dell'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina.

Sandro BRANDOLINI (Ulivo), relatore, ricorda che la proposta di nomina interviene dopo un periodo di difficoltà nella vita dell'ente, che deve superare la fase di commissariamento ed intraprendere un percorso di risanamento finanziario. Sottolinea inoltre, come emerso da audizioni svolte in passato dalla Commissione, il rilievo economico che il settore delle scommesse assume per il mondo dell'ippica. Da questo punto di vista, esprime preoccupazione per il fenomeno delle scommesse clandestine e del dopaggio, legato alla criminalità.
Giudica quindi positivamente la scelta del candidato, una persona di alta professionalità e in grado di operare per il risanamento dell'ente. Raccomanda quindi l'espressione di un parere che supporti le scelte del Governo.

Il sottosegretario Stefano BOCO rammenta che l'UNIRE, riordinato nel 1999, svolge numerose funzioni: promuove l'incremento e il miglioramento delle razze equine; organizza le corse dei cavalli; valuta le strutture degli ippodromi e degli allevamenti; favorisce lo sviluppo dell'ippicoltura. Per le suddette finalità, definisce la programmazione tecnica ed economica delle competizioni, ne predispone il calendario, coordina l'attività degli ippodromi e determina gli stanziamenti relativi a premi e provvidenze. Promuove iniziative previdenziali e assistenziali per gli addetti. È infine concessionario esclusivo del segnale televisivo per la trasmissione delle corse.
Dopo aver richiamato le disposizioni del decreto legislativo n. 449 del 1999 sulla nomina del presidente dell'UNIRE, fa presente che, nella seduta del 3 agosto scorso, il Consiglio dei ministri ha deliberato di avviare la procedura per la nomina del dottor Goffredo Sottile. Si tratta infatti di persona che, per le competenze professionali e le esperienze maturate, possiede i requisiti necessari per l'espletamento dei compiti inerenti alla carica. Auspica pertanto che la Commissione voglia esprimersi in senso favorevole.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (FI) fa presente, in via preliminare, che il precedente presidente dell'ente ha proposto ricorso contro la nomina del commissario straordinario da parte del Ministro De Castro, nella persona di Guido Melzi d'Eril. Se tale ricorso fosse accolto e il Governo al contempo procedesse alla nomina di un nuovo presidente, ci si potrebbe trovare in una situazione paradossale, con la presenza di due presidenti per il medesimo ente. Da questo punto di vista, è improprio che la Commissione proceda all'esame della proposta di nomina, senza che il Governo indichi il sopravvenire di fatti nuovi sulla vicenda ovvero chiarisca adeguatamente le motivazioni giuridiche delle sue scelte.
Nel merito, non è in questione la persona del candidato, che è certamente di grande qualità, anche se non sembra avere esperienza e competenze specifiche relativamente al mondo ippico o imprenditoriali in genere.
Tuttavia, il relatore dimostra di non conoscere la realtà del settore, quando sembra collegare il crollo delle scommesse legali con lo sviluppo delle attività criminali collegate alle scommesse clandestine.
In verità, come risulta da una cospicua attività parlamentare svoltasi sull'argomento, le difficoltà finanziarie dell'ente dipendono essenzialmente dalle misure introdotte dal cosiddetto «decreto Bersani/Visco», palesemente sbagliato, che ha ridotto


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i punti vendita; peraltro, visti gli esiti della gara, un venti per cento di questi non sarà assegnato.
Precisa inoltre che l'UNIRE soffre di una gestione irrazionale e clientelare da parte del commissario straordinario, che sta varando una politica di apertura di nuovi ippodromi, anche marginali dal punto di vista del gioco, con il risultato di abbassare la qualità dell'offerta delle corse e quindi di diminuire l'interesse degli scommettitori. Ricorda il ciclo di audizioni sul settore ippico iniziato dalla Commissione e immotivatamente non concluso.
Chiede quindi al Governo di precisare se - nominato il nuovo presidente dell'UNIRE - si senta di escludere che l'attuale commissario straordinario, di fiducia del Ministro in carica ma notoriamente non gradito a un precedente Ministro della sua stessa maggioranza, venga nominato direttore generale dello stesso ente. In altri termini, chiede al Governo di dare responsabilmente assicurazioni sul fatto che l'insediamento di un nuovo consiglio di amministrazione e del nuovo presidente è il segnale di una volontà di voltare pagina nella gestione dell'ente.

Gianpaolo DOZZO (LNP), preso atto della questione preliminare posta dal deputato Marinello, invita nel merito a riflettere sulla relazione esistente tra il curriculum del candidato, le affermazioni del rappresentante del Governo sui compiti dell'ente e le valutazioni del relatore. Infatti, solo se si guarda all'ippica come se fosse caratterizzata solo dalle scommesse e dalle corse clandestine può comprendersi la nomina di un prefetto. Se invece si guarda ai compiti dell'UNIRE, come ricordati dal Sottosegretario, non sembra che il candidato abbia le esperienze e le competenze specifiche per condurlo. Eppure queste competenze devono essere possedute, come spesso richiesto nella precedente legislatura dall'allora opposizione.
Quanto alla questione posta dal deputato Marinello in merito alla nomina del direttore generale, ricorda i difficili rapporti intercorsi in passato tra l'allora ministro Pecoraro Scanio e l'attuale commissario straordinario.
Auspica infine che la maggioranza inviti il Ministro a soprassedere dalla sua iniziativa, in attesa degli opportuni chiarimenti.

Teresio DELFINO (UDC) ritiene necessaria, sulla base di quanto emerso dal dibattito, una pausa di riflessione. Non si scandalizza per il commissariamento di un ente pubblico o per il meccanismo dello spoil system, che un Governo può legittimamente applicare, ma ritiene che tali scelte dovrebbero sempre osservare procedure corrette e improntate alla massima trasparenza. Pertanto, ritiene che non si possa responsabilmente procedere all'esame della nomina in questione senza acquisire gli indispensabili elementi di conoscenza già richiesti dal deputato Marinello.
Nel merito, non intende pronunciarsi sulla scelta del Ministro, di carattere fiduciario, pur se certamente il candidato, da dirigente generale dello Stato, possiede una significativa esperienza di gestione della cosa pubblica.

Claudio FRANCI (Ulivo) condivide, quanto alla questione di metodo posta dai colleghi, l'opportunità che il Governo fornisca chiarimenti in merito al contenzioso in atto in sede giurisdizionale e sui suoi possibili effetti. Sottolinea in ogni caso che la nomina del dottor Sottile indica la volontà di voltare pagina, con l'insediamento di un normale consiglio di amministrazione e di un presidente. L'ippica non soffre di mali legati alla criminalità, ma vive invece da troppo tempo in una situazione di difficoltà riconducibile a motivi politici. Si ricordino, ad esempio, le numerose battaglie parlamentari su diversi provvedimenti. Tuttavia, occorre oggi affrontare i problemi in positivo e, da questo punto di vista, una nomina che non viene dal mondo dell'ippica e che non risponde a logiche partitiche può fornire un utile contributo.


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Ritiene infine - qualora si intenda utilizzare l'occasione della nomina del presidente per far valere altre preoccupazioni circa la nomina del direttore generale - che la questione potrebbe essere affrontata specificamente, ponendo il problema al Governo ed eventualmente anche incontrando in audizione il presidente dell'ente, una volta nominato, per conoscere gli orientamenti che intende seguire nella gestione.

Marco LION, presidente, ribadendo l'esigenza che il Governo intervenga per fornire i chiarimenti richiesti, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.50.

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 10 ottobre 2007.

Agricoltura biologica.
C. 1629 Lion, C. 1695 Bellotti, C. 2545 Lombardi, C. 2604 Governo e C. 2880 Delfino.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 10.50 alle 10.55.

Agenzia per l'utilizzo delle risorse idriche in agricoltura.
C. 1985 Misuraca, C. 2136 Lion e C. 2214 Delfino.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 10.55 alle 11.

Disposizioni per lo sviluppo della filiera della pasta di alta qualità prodotta in Italia.
C. 2005 Misuraca.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 11 alle 11.05.

ATTI COMUNITARI

Mercoledì 10 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 15.15.

Proposta di Regolamento del Consiglio relativo all'organizzazione del mercato vitivinicolo e recante modifica di alcuni regolamenti.
COM(372) def.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame della proposta di regolamento.

Massimo FIORIO (Ulivo), relatore, ricorda che la Commissione si è occupata a lungo e con grande attenzione della riforma dell'organizzazione comune del mercato vitivinicolo. In particolare, ha svolto audizioni con tutti i soggetti istituzionali e gli operatori del settore e ha incontrato questi ultimi anche sui luoghi di lavoro, prendendo diretta conoscenza delle loro istanze ed esigenze. La Commissione ha inoltre già approvato uno specifico documento di indirizzo sulla comunicazione della Commissione europea nella fase preparatoria del provvedimento in esame (Doc. XVIII, n. 2).
Nella prossima settimana è inoltre programmata un'audizione dei membri italiani della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo; come dimostrato dall'esperienza già maturata con altri precedenti incontri, si tratta di un'occasione di grande importanza per avere un quadro delle dinamica politica complessiva nel settore e per stabilire un raccordo che possa dare uno sbocco positivo al lavoro che la Commissione sta svolgendo.
Sottolinea quindi che la riforma in esame interviene su un settore fondamentale per l'Europa, che detiene la maggior superficie vitata al mondo e che è anche


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il maggior produttore e il maggior consumatore di vino. Da questo punto di vista, occorre affrontare le dinamiche di trasformazione di questo mercato, che vede una riduzione dei consumi e il presentarsi sullo scenario europeo di concorrenti sempre più aggressivi. La proposta della Commissione va quindi sostenuta in quanto si propone di rilanciare la competitività delle produzioni europee non solo sul fronte dei consumi interni, ma anche a livello globale, intervenendo sulle regole di mercato e sui fattori che determinano i costi. L'Italia è poi particolarmente interessata alla tutela della qualità, fattore principale che ha consentito la sua affermazione sui mercati in questi ultimi anni.
Si sofferma quindi su alcuni aspetti essenziali della proposta di regolamento in esame, emersi nel lavoro svolto dalla Commissione e dagli incontri prima ricordati.
Sono poi emerse forti perplessità sugli aspetti di carattere finanziario; in particolare, si è rilevato che il trasferimento di risorse dal settore vitivinicolo agli interventi compresi nel secondo pilastro della PAC (sviluppo rurale) potrebbe determinare una riduzione delle risorse effettivamente disponibili per il settore medesimo.
Per quanto riguarda le pratiche enologiche, e in primo luogo l'arricchimento del volume alcolico mediante zuccheraggio, il divieto di tale pratica, proposto dalla Commissione europea, dovrà essere sostenuto in quanto elemento fondamentale del sistema. Infatti, l'arricchimento è uno strumento che assorbe rilevanti risorse che potrebbero altrimenti essere utilizzate per altre misure di contenimento della produzione. Si tratta di un tema che vede l'Italia in minoranza, ma che richiede un forte impegno per evitare che con il venir meno del divieto riprendano forza altre proposte che potrebbero pregiudicare il senso complessivo della riforma.
In materia di denominazioni, occorre prestare attenzione all'equiparazione con il sistema in uso nel settore agroalimentare, per evitare un appiattimento delle garanzie di qualità; appare inoltre improprio valorizzare l'elemento dell'origine e non quello della produzione.
Quanto alla distillazione dei sottoprodotti, essa elimina le condizioni che rendono possibili pratiche fraudolente, anche se illegittime, come la sovrapressatura. Va sostenuto anche l'obbligo del ritiro, che assume un particolare valore ambientale. In materia, sarà opportuna un'uscita graduale dal regime vigente.
Sul tema dell'etichettatura, è ampiamente condivisa la contrarietà all'indicazione di vitigno e annata per i vini da tavola, che determina elementi di confusione per il consumatore.
L'estirpazione dei vigneti - che la proposta di regolamento riduce a 200 mila ettari contro i 400 mila previsti dalla proposta iniziale - non deve poi essere considerata l'unico meccanismo per ridurre la produzione, potendo costituire anche un fattore di rinnovamento e ristrutturazione dei vigneti. A tal fine, il programma di estirpazione andrebbe concentrato in tre anni con una contemporanea gradualità nelle proposte di liberalizzazione.
In conclusione, ritiene opportuno che il dibattito in Commissione sia approfondito e sviluppato prima dell'audizione con i parlamentari europei, così da fornire agli stessi più precise indicazioni sugli orientamenti della Commissione.

Marco LION, presidente, fa presente che la Commissione potrà anche pervenire all'approvazione del documento finale prima dell'incontro con i parlamentari europei.

Teresio DELFINO (UDC), nel giudicare utile l'ipotesi di lavoro proposta, osserva che il relatore ha espresso valutazioni condivisibili su numerosi elementi di fondo della riforma, che costituiscono il risultato di un lavoro già svolto dalla Commissione.
In particolare, si riferisce all'esigenza di una valorizzazione delle produzioni di qualità nonché alla necessità di porre l'accento sul valore anche ambientale che


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assumono alcuni strumenti come la distillazione, che consente il miglior utilizzo dei sottoprodotti.
Per quanto riguarda la ristrutturazione e la riqualificazione dei vigneti, ritiene necessario richiamare con energia il valore, anche culturale, della presenza dei cosiddetti «vigneti eroici» nelle zone dove la produzione si svolge in condizioni particolarmente difficili. Occorre altresì confermare le risorse attualmente disponibili e utilizzarle per sostenere interventi nelle zone particolarmente soggette a rischi ambientali.
In merito alle pratiche enologiche, riconosce che la questione dell'arricchimento del volume alcolico mediante lo zuccheraggio è cruciale e costituisce un terreno sul quale l'Italia deve combattere la sua battaglia nelle complesse trattative in corso per sostenere le esigenze della sua agricoltura. Inoltre, la questione va affrontata anche dal punto di vista della correttezza delle informazioni da fornire al consumatore e della trasparenza delle pratiche produttive adottate.

Luciano D'ULIZIA (IdV), invitando a riflettere sulle significative differenze che sussistono tra l'estensione media dei poderi in Italia e nel resto dei Paesi europei, osserva che se la proposta dell'Unione europea intende tutelare il reddito dei produttori oltre che razionalizzare e tutelare l'economia agricola, occorre essere conseguenti. In particolare, sovvenzionare aziende agricole inadeguate e antieconomiche non è utile né per il produttore né per il mercato nel suo complesso, in quanto si renderà la nostra viticoltura ancor meno competitiva e con maggiori problemi. Occorre invece scegliere di sostenere le produzioni che hanno prospettive competitive. Se oggi l'Europa sta perdendo colpi sui mercati mondiali (le maggiori esportazioni europee sono infatti azzerate da maggiori importazioni), è perché non finalizza in maniera corretta le risorse investite, non avendo individuato la dimensione aziendale ottimale, come criterio che consenta di selezionare gli interventi.
Le politiche che il Governo e la maggioranza devono porre in essere devono consentire di recuperare la riduzione del 5 per cento del PIL agricolo ereditata dal precedente Governo e anzi di incrementarlo ulteriormente in pari misura. È necessario sottoporre a verifica i risultati delle politiche sin qui condotte e intervenire attivamente, contrastando le potenti forze che non vogliono una la «rivoluzione verde» e non dando per immodificabili alcune caratteristiche del nostro Paese, come l'asserita resistenza all'aggregazione dei nostri agricoltori.
In assenza di questi cambiamenti profondi, anche nel senso di guardare alla dimensione mondiale dei problemi, permarranno i fattori di sofferenza, il susseguirsi di emergenze, le dinamiche sui prezzi - come dimostrato dalla paradossale vicenda del set-aside - e l'agricoltura italiana finirà per essere confinata solo a produzioni di nicchia.

Luca BELLOTTI (AN) ritiene che le affermazioni del deputato D'Ulizia relative alle responsabilità del precedente Governo non abbiano alcun fondamento di fatto. Del resto, lo stesso deputato ha riconosciuto che in questa legislatura nulla si è fatto per il settore agricolo; non è stato portato a conclusione il lavoro avviato per la disciplina dell'agricoltura biologica, non sono stati adottati i provvedimenti di attuazione delle norme sui biocombustibili, nessun provvedimento è stato portato all'esame dell'Assemblea da parte della XIII Commissione.
Per quanto riguarda l'incremento dei prezzi dei cereali, osserva che sono quelli di 20-25 anni fa, tanto che si potrebbe ritenere che l'attuale aumento contribuisca alla salvaguardia del reddito disastrato delle imprese agricole italiane. Giudica inoltre non compatibile con la struttura dell'agricoltura italiana l'ipotesi di sostenere che è in grado da solo di essere presente sul mercato.

Marco LION, presidente, rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 10 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Marco LION. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 16.

Legge comunitaria 2007.
C. 3062 Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla XIV Commissione).
(Seguito esame congiunto, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione - Relazione favorevole).

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2006.
Doc. LXXXVII n. 2.

(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame congiunto rinviato nella seduta del 9 ottobre 2007.

Marco LION, presidente, nessuno chiedendo di parlare, dichiara chiuso l'esame preliminare congiunto e avverte che si procederà ora prima all'esame del disegno di legge comunitaria, poi all'espressione del parere sulla relazione annuale.
Avverte che sono stati presentati tre emendamenti. Al riguardo, non ritiene ammissibile l'articolo aggiuntivo Delfino ed altri 7.01, in quanto introduce una nuova materia, non riconducibile all'attuazione di direttive non ancora recepite nell'ordinamento nazionale, né è finalizzato a eliminare o modificare disposizioni oggetto di procedura di infrazione, ma al contrario si propone di modificare disposizioni nazionali attuative di una direttiva comunitaria.

Claudio FRANCI (Ulivo), relatore, è orientato ad invitare i presentatori degli emendamenti a ritirarli, ma si dichiara in ogni caso interessato alla loro illustrazione.

Il sottosegretario Stefano BOCO si associa alle considerazioni del relatore.

Giuseppe FINI (FI) dichiara di ritirare l'articolo aggiuntivo 13.01, ricordando che la legge n. 836 del 1950 e il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n.567 del 1953, che disciplinano la produzione degli estratti alimentari, preparati per brodo ed affini, appare in contrasto con la normativa comunitaria e con il Codex alimentarius, cui si ispirano le più moderne regolamentazioni degli altri Paesi europei. Nel 1990, la Corte di giustizia delle Comunità europee è già intervenuta con una condanna del nostro Paese. A questa condanna ha fatto seguito solo un parziale intervento legislativo, che non ha inciso sulla complessa normativa oggetto di censura. In proposito, una circolare del Ministero delle attività produttive del 2003 ha riconosciuto che le restrizioni già oggetto di condanna non trovano più alcuna giustificazione neppure dal punto di vista igienico-sanitario. Successivamente, è stato promosso un progetto di adeguamento che non ha potuto completare il suo iter per l'intervenuta riforma del Titolo V della Costituzione. Appare pertanto opportuno delegare il Governo ad adottare i provvedimenti necessari per eliminare una situazione che pesa gravemente sulla competitività delle aziende italiane di fronte a quelle di Paesi che possono ricorrere a produzioni più moderne, ampiamente diffuse anche in Italia.

Il sottosegretario Stefano BOCO esprime interesse per la proposta del deputato Giuseppe Fini, pur manifestando riserve circa la competenza, in sede governativa, del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali.

Marco LION, presidente, illustra l'emendamento 27.1, che prevede un meccanismo


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di riassegnazione delle tariffe delle prestazioni veterinarie non ancora recepito in Italia; tale meccanismo potrebbe permettere di ripartire al meglio le risorse derivanti dalle tariffe per il controllo delle autorità centrali. Ritira in ogni caso l'emendamento, riservandosi di ripresentarlo nel corso delle successive fasi di esame del disegno di legge.

Teresio DELFINO (UDC) manifesta perplessità sulla dichiarazione di inammissibilità del suo articolo aggiuntivo 7.01.

Luciano D'ULIZIA (IdV) condivide l'emendamento del collega Fini, che interviene su un meccanismo che ostacola la competitività delle imprese italiane.

Claudio FRANCI (Ulivo), relatore, invita il deputato Giuseppe Fini a valutare con il Governo la possibilità di risolvere la questione da lui posta non in via legislativa, ma con interventi di altra natura, anche eventualmente con un ordine del giorno.
In conclusione, propone di riferire alla XIV Commissione in senso favorevole, con un esplicita valutazione favorevole del provvedimento di recente adottato dal Governo in materia di etichettatura dell'olio di oliva, che corona una battaglia comune a tutte le forze politiche (vedi allegato 2).

Non essendo stati presentati altri emendamenti al disegno di legge C. 3062, si passa al seguito dell'esame della relazione annuale.

Claudio FRANCI (Ulivo), relatore, illustra la proposta di parere (vedi allegato 3), precisando che ha inteso soffermarsi solo su alcuni degli argomenti di maggiore attualità a livello delle istituzioni europee, sui quali la Commissione non ha svolto attività specifiche, come invece avvenuto per la riforma dell'OCM vitivinicolo

Luca BELLOTTI (AN) invita il relatore ad integrare il parere con un richiamo all'esigenza di intervenire a sostegno delle imprese italiane di fronte ad un recente provvedimento dell'Unione europea, che ha vietato l'uso in Europa di determinati principi attivi nel trattamento delle sementi. Numerose nostre imprese, che producono solo per Paesi extraeuropei, si trovano ora nell'impossibilità tecnica di operare e rischiano di chiudere, con un sensibile danno alla filiera delle barbabietole e all'occupazione.

Claudio FRANCI (Ulivo), relatore, ritiene che sul problema posto dal deputato Bellotti si potrebbe predisporre, con gli opportuni approfondimenti, una specifica risoluzione.

Luciano D'ULIZIA (IdV) riterrebbe opportuno inserire nel parere una valutazione sul grado di utilizzo delle risorse messe a disposizione dall'Unione europea.

Il sottosegretario Stefano BOCO rileva che l'esame della relazione annuale costituisce l'occasione per una disamina complessiva di tutte le questioni all'ordine del giorno delle istituzioni europee. Da questo punto di vista, si comprende come il relatore abbia concentrato la sua proposta su alcune questioni di vitale importanza e di estrema attualità.
Osserva poi che l'apprezzamento al Governo che il relatore propone di esprimere sul tema dell'etichettatura dell'olio di oliva costituisce un sostegno al Governo in un passaggio che vede l'Italia sola su una battaglia di interesse anche continentale.

La Commissione passa alla deliberazione sulle proposte formulate.
La Commissione approva, con votazioni separate, la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C.3062, nominando il deputato Franci quale relatore per riferire presso la Commissione XIV.
La Commissione approva infine la proposta di parere favorevole sulla relazione annuale (Doc. LXXXVII, n. 2).


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Ratifica accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e l'Albania.
C. 3043 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, iniziato nella seduta di ieri.

Marco LION, presidente, ricorda che il relatore ha proposto l'espressione di un parere favorevole.

Nessun altro chiedendo di parlare, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 16.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.35 alle 16.45.