XII Commissione - Resoconto di mercoledì 24 ottobre 2007


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COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 24 ottobre 2007.

Modifiche alla legge 11 agosto 1991, n. 266, in materia di organizzazioni di volontariato.
C. 1171 Bertolini e C. 1386 Lucà.
Audizione informale di associazioni di volontariato e di rappresentanti delle organizzazioni sindacali: CGIL, CISL, UIL e UGL.

L'audizione informale è stata svolta dalle 9.20 alle 10.40.


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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Antonio Gaglione.

La seduta comincia alle 15.

Sull'ordine dei lavori.

Mimmo LUCÀ, presidente, propone di passare prima all'esame della proposta di nomina n. 50 e quindi all'esame in sede referente della proposta di legge C. 1291 e abbinate e dei successivi punti all'ordine del giorno.

La Commissione concorda.

Proposta di nomina del professor Enrico Garaci a presidente dell'Istituto superiore di sanità (ISS).
Atto n. 50.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame della proposta di nomina in titolo, rinviata nella seduta del 23 ottobre 2007.

Mimmo LUCÀ, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore, on. Calgaro, ha proposto di esprimere parere favorevole sulla proposta di nomina in oggetto e che alcuni deputati sono intervenuti nel dibattito.

Donatella PORETTI (RosanelPugno) esprime parere contrario sulla proposta formulata dal relatore, per diverse ragioni che illustrerà nel dettaglio. Innanzitutto, richiamando un articolo di Sergio Rizzo apparso sul Corriere della Sera del 22 ottobre 2007 dal titolo «Signor nessuno - Gli inaffondabili di Prodi, da Fabiani a Garaci», ricorda le diverse candidature del prof. Garaci, sostenute da Comunione e Liberazione e dalla Democrazia cristiana di Vittorio Sbardella, fino a quella che qui interessa del 2001 a presidente dell'Istituto superiore di sanità proposta dal governo di Giuliano Amato. Citando testualmente l'articolo ricorda che «mancavano poche settimane alle elezioni che avrebbero consegnato per cinque anni il governo a Silvio Berlusconi, e lo spoils system fece tremare molte poltrone: ma non la sua. Garaci venne confermato nell'incarico anche dal governo di centrodestra. E una settimana fa, oplà: il ministro della Salute Livia Turco lo ha riconfermato alla guida dell'Istituto. Stavolta dal centrosinistra.» Esprime inoltre forti perplessità su palesi situazioni di conflitto di interessi in cui sarebbe incorso il prof. Garaci. In proposito ricorda che Enrico Garaci nel 2001 fu nominato, prima, Presidente della Commissione Ministeriale sulle cellule staminali e, successivamente, Presidente della Fondazione cellule staminali, in relazione alla quale, a tanti anni di distanza, nonostante due interrogazioni parlamentari, non si è fatta ancora chiarezza, in particolare per quanto riguarda la spartizione dei finanziamenti, e precisamente dei 7,5 milioni di euro che dovevano essere suddivisi in tre bandi. Solo del primo si ha qualche informazione certa, sul secondo occorre ancora fare chiarezza, mentre il terzo non si è tenuto per inspiegabile esaurimento dei fondi. Ma proprio sul primo le notizie avute in risposta all'interrogazione sopra ricordata sono disarmanti. I dodici componenti della Commissione potevano essere anche presentatori di progetti che chiedevano finanziamenti, tanto che 7 progetti finanziati avevano come primo firmatario un componente della Commissione, mentre per l'ottavo il componente della Commissione figurava solo come secondo firmatario. In altre parole, la «spartizione» di denaro pubblico avvenne grazie ad un regolamento che prevedeva che chi chiedeva i


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finanziamenti era anche chi decideva a chi destinarli.
Una volta venuta alla luce la vicenda, per tutta risposta dal sito dell'Istituto Superiore della Sanità - di cui Garaci era presidente - venne cancellato qualsiasi riferimento alla Commissione Ministeriale sulle cellule staminali.
Sempre a proposito di conflitto di interessi, ricorda il sostegno all'Istituto di ricerca di Terni, che si basa su una convenzione tra comune di Terni, regione Umbria, Azienda ospedaliera «Santa Maria» e privati, da parte della Fondazione Cellule staminali, presieduta dal professor Enrico Garaci, presidente dell'Istituto superiore di sanità. La «Banca delle cellule staminali cerebrali», che opera nell'ambito del centro, diretta dal professor Angelo Vescovi, si occuperà di produrre le cellule staminali cerebrali umane.
Infine, richiamando ancora l'articolo di Rizzo sopra citato, ricorda che «a 65 anni suonati e una sfilza di incarichi pubblici alle spalle Garaci non può essere certamente considerato come il Nuovo che avanza. Del resto, come si fa a dire che il governo Prodi, dall'alto di un'età media assai prossima ai 60 anni, per le nomine pubbliche ha puntato sui giovani? O almeno sulle facce nuove?».
Aggiunge che il Governo Prodi certamente non ha puntato sui laici, atteso che far parte di Scienza e Vita sia la qualifica necessaria per qualsiasi incarico di Governo.
Ribadisce quindi che voterà contro la proposta di parere favorevole del relatore.

Marco CALGARO (Ulivo), relatore, alla luce del dibattito svolto, ribadisce la sua proposta di esprimere parere favorevole sulla proposta del Governo di nominare il Prof. Garaci presidente dell'Istituto superiore di sanità.

Daniela DIOGUARDI (RC-SE) preannuncia l'astensione dei deputati del suo gruppo sulla proposta del relatore.

Lalla TRUPIA (SDpSE), a nome del suo gruppo, dichiara di astenersi sulla proposta di parere del relatore.

La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Mimmo LUCÀ, presidente, comunica il risultato della votazione:
Presenti 26
Votanti 22
Maggioranza 12
Astenuti 4
Hanno votato 18
Hanno votato no 4
(La Commissione approva).

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo:

Hanno preso parte alla votazione i deputati:
Bafile, Baiamonte, Bianchi, Bocciardo, Burtone, Calgaro, Capitanio Santolini, Crimi, Di Girolamo, Di Virgilio, Gardini, Grassi, Lucà, Lucchese, Mazzaracchio, Moroni, Mosella, Palumbo, Poretti, Rampi, Sanna, Ulivi.

Si sono astenuti i deputati:
Dioguardi, Smeriglio, Trupia e Zanotti.

La seduta termina alle 15.20.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la salute Antonio Gaglione e per la solidarietà sociale Franca Donaggio.

La seduta comincia alle 15.20.


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Disposizioni per l'erogazione di un assegno di solidarietà ai cittadini anziani residenti all'estero.
C. 1291 Bafile e C. 3008 Bafile.
(Esame e rinvio - Abbinamento delle proposte di legge C. 1843 Angeli e C. 2473 Ricardo Antonio Merlo).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che risultano assegnate alla Commissione, in sede referente, la proposta di legge C. 1843 d'iniziativa del deputato Angeli «Disposizioni per l'erogazione dell'assegno sociale agli italiani residenti all'estero» e la proposta di legge C. 2473 d'iniziativa del deputato Ricardo Antonio Merlo «Modifica all'articolo 3 della legge 8 agosto 1995, n. 335. Disposizioni per il riconoscimento del diritto all'assegno sociale in favore dei cittadini anziani o inabili emigrati e residenti all'estero». Poiché le suddette proposte di legge vertono su materia analoga a quella delle proposte di legge C. 1291 Bafile e C. 3008 Bafile, comunica che la presidenza ne dispone l'abbinamento a queste ultime ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento.

Mariza BAFILE (Ulivo), relatore, osserva che la proposta di legge C. 3008 Bafile deriva da una sintesi tra la proposta di legge C. 1291 Bafile, di cui era la prima firmataria, e la proposta di legge C. 2473 di cui è primo firmatario il deputato Ricardo Merlo. Sullo stesso tema è stata presentata anche la proposta di legge n. 1843 del deputato Giuseppe Angeli, nella quale si chiede l'estensione anche agli italiani emigrati residenti all'estero dell'assegno sociale così come è corrisposto ai cittadini italiani residenti in Italia.
Per quanto riguarda la proposta di legge C. 3008, essa prevede l'assegnazione di un assegno di solidarietà agli italiani emigrati che versano in condizioni di indigenza. Sono italiani che hanno lasciato l'Italia solo qualche decina di anni fa, partendo da un paese devastato dalla guerra e dalla miseria. Sono italiani che, nonostante il lavoro, nonostante i sacrifici costanti, non sono riusciti ad assicurarsi una vecchiaia serena e dignitosa. Non sono tantissimi e il paese che ha il maggior numero di nostri emigrati in condizioni di indigenza è l'Argentina. Secondo uno studio dell'Ambasciata italiana a Buenos Aires sarebbero circa ventimila. Anche un paese ricco come il Venezuela ha circa 1000/1500 connazionali che vivono in gravissime condizioni di precarietà e che spesso sono costretti a recarsi alla mensa della Missione Cattolica italiana per mangiare un pasto caldo una volta a settimana.
È inutile dire che, a causa dell'età avanzata e delle precarie situazioni di salute, ogni anno, ogni mese, questa cifra diminuisce.
Non vorrebbe ricordare per l'ennesima volta il contributo fondamentale dato dalle rimesse degli emigrati italiani ad un'Italia che faticosamente si ricostruiva, ma è doveroso rammentare che senza i risparmi di quelle persone che con coraggio, determinazione e una capacità di lavoro davvero eccezionale ben più irto e difficile sarebbe stato il cammino dell'Italia verso una ripresa che la pone oggi tra i paesi più industrializzati del mondo.
Ma l'apporto degli italiani all'estero non è rimasto fermo a quei primi anni di emigrazione. Ancora oggi è grazie a loro se il made in Italy ha il successo che ha, se le multinazionali italiane viaggiano su binari privilegiati rispetto ad altre, se politici e rappresentanti dei diversi governi, di qualsiasi colore politico essi siano, vengono accolti con simpatia e stima.
Attualmente i Consolati dispongono di un fondo per aiuti ai connazionali indigenti, ma l'intervento assistenziale dei Consolati, attivabile su richiesta dell'interessato, esclude di fatto vaste aree di anziani in condizione di fragilità e di indigenza, per il solo fatto di abitare in zone periferiche, di scarsa informazione e lontane dalle sedi consolari. Oltre a ciò, resta uno strumento che dipende dalla discrezionalità del funzionario di turno, non essendoci dei parametri chiari per definire lo stato di necessità di chi fa richiesta di aiuto al Consolato. E così al


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disagio per la povertà, l'età avanzata, la malattia, molte volte si aggiunge quello dell'umiliazione. Da giornalista ho avuto modo di scoprire spesso italiani che, pur di non chiedere, pur di non far conoscere quello che considerano un imperdonabile fallimento personale, preferivano dormire in baracche fatiscenti e chiedere l'elemosina in strada. Per loro era durissimo accettare l'idea che dovevano recarsi al Consolato e sottoporsi alla umiliante trafila della ricerca di un sussidio. Basti pensare che presso un Consolato di un paese sudamericano il Console generale aveva deciso, sua sponte, che i connazionali bisognosi, per avere l'aiuto governativo, dovessero presentare un «certificato di indigenza» emesso da un'autorità locale. Un iter irrispettoso, umiliante e privo di ogni base legale.
L'assegno di solidarietà previsto nella sua proposta di legge vuole evitare queste storture, vuole restituire ai nostri anziani, sui quali pesano le difficoltà di una vita che neppure la sofferta scelta di emigrare è riuscita a mitigare, di poter trascorrere gli ultimi giorni della loro vita in condizioni meno drammatiche. E soprattutto possano sentire la solidarietà di un'Italia che non li ha dimenticati.
Un gesto significativo importante per i più deboli che sarà molto apprezzato anche da tutti coloro che vivono all'estero.
La realtà delle persone anziane e bisognose è molto sentita. Basti pensare che nel 2005 il Patronato Inca ha promosso un'iniziativa alla quale hanno aderito con entusiasmo gli altri patronati del CEPA, i Comites e i CGIE, per raccogliere firme a sostegno dell'assegno di solidarietà. In pochi mesi sono state raccolte più di 50 mila firme tra le collettività dell'America Latina.
La proposta di legge n. 3008, all'articolo 1, prevede che sia erogato ai cittadini italiani emigrati ultrasessantacinquenni, residenti all'estero e che si trovano in condizioni socio-economiche disagiate, un assegno mensile di solidarietà per dodici mensilità che avrà a regime un valore pari a 123 euro.
La condizione di disagio economico dei beneficiari è individuata da due limiti: un reddito individuale inferiore a 3.000 euro e per i coniugati un reddito inferiore a 5.000 euro. Tali limiti sono incrementati di 1.000 euro per ogni minorenne o per ogni soggetto invalido sprovvisto di reddito a carico convivente. Tali redditi sono stati individuati sulla base della media dei redditi dei paesi a medio e basso indice di sviluppo indicati nell'Human Development Report 2006.
Dopo aver ricordato di avere presentato due proposte di legge molto simili tra loro, ritiene tuttavia preferibile la proposta di legge C. 3008, senz'altro più aggiornata, anche perché presentata dopo aver consultato i colleghi deputati eletti nelle circoscrizioni estere, il viceministro per gli Italiani all'estero sen. Franco Danieli, il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, organo di rappresentanza delle comunità italiane all'estero insediato presso il Ministero degli esteri attualmente presieduto da Elio Carozza) ed aver sentito anche con il deputato Ricardo Antonio Merlo, che aveva presentato la proposta di legge C. 2473, volta al riconoscimento dell'assegno sociale in favore dei cittadini anziani o inabili emigrati residenti all'estero, il quale ha volentieri firmato anche la proposta C. 3008.
Passando ad illustrare le differenze tra la proposta di legge C. 3008 rispetto alla proposta di legge C. 1291, osserva che la seconda proposta ha: ristretto la platea dei beneficiari ai soli anziani emigrati e di conseguenza nati in Italia; previsto una gradualità progressiva per l'erogazione dell'assegno di solidarietà in base alla quale non verrebbe erogato immediatamente l'importo mensile di 123 euro ma per il primo anno di applicazione della legge verrebbero dati 90 euro mensili, per il secondo anno 106,5 euro e si arriverebbe solamente nel terzo anno di applicazione alla cifra di 123 euro; previsto, inoltre, che nella condizione di disagio economico si tenga conto, non soltanto del livello assoluto del reddito (che dà conto unicamente del valore nominale della disponibilità del beneficiario), ma anche di un'opportuna


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parametrazione che valuterà anche l'effettivo potere d'acquisto del beneficiario nel suo territorio di residenza.
Per quanto riguarda l'onere finanziario a carico del bilancio dello Stato, considerando che la platea dei beneficiari è all'incirca di 40mila unità, osserva che l'onere derivante dall'attuazione della legge è calcolabile in 58,4 milioni di euro per il primo anno, in 69,2 milioni di euro per il secondo anno, e in 80 milioni di euro per l'ultimo anno quando l'assegno sarebbe a regime.
Per quanto riguarda, poi, la copertura finanziaria, ha ritenuto di poter provvedere mediante la corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto nel bilancio triennale 2007-2009 dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
Desidera ancora informare la Commissione che la proposta di assegno di solidarietà agli anziani indigenti emigrati e residenti all'estero ha una lunga storia alle spalle. Se ne è cominciato a parlare nel 1975 alla Prima Conferenza Nazionale dell'Emigrazione, partendo dalla constatazione che molti connazionali emigrati non avevano diritto ad alcuna prestazione previdenziale o assistenziale, legate, come è noto, alla residenza in Italia.
Ricorda, quindi, che nella scorsa legislatura è stata presentata la proposta di legge C. 4763, d'iniziativa del deputato Innocenti e firmata da deputati appartenenti a tutte le forze politiche, che tuttavia non è stata esaminata. Inoltre, durante la discussione della legge finanziaria per il 2007 ricorda di aver presentato insieme a tanti altri colleghi eletti all'estero un ordine del giorno accolto dal Governo che lo impegnava «in materia di solidarietà sociale, a individuare strumenti efficaci per la protezione delle fasce più deboli delle collettività italiane all'estero, come gli anziani, garantendo il diritto alla salute e all'assistenza sociale anche mediante forme di integrazione al reddito che possano contribuire ad affrontare situazioni di particolare indigenza».
Il CGIE, in data 7 luglio 2007, ha discusso il tema dell'assegno di solidarietà all'interno della seconda commissione «sicurezza e tutela sociale» ed ha approvato una risoluzione nella quale si ribadisce la necessità di erogare tale prestazione agli italiani emigrati bisognosi, che abbiano più di 65 anni di età o siano inabili al lavoro indipendentemente dalla loro età. Si suggerisce inoltre che tale assegno di solidarietà sia erogato individuando i destinatari in relazione alle condizioni di reddito, individuale e familiare, riferiti ad una determinata soglia di povertà contestualmente determinata ad ogni singola realtà, al fine di definire la misura della prestazione.
Alla Camera dei Deputati, il 14 giugno 2007, nell'ambito del Convegno «Anziani e bambini in difficoltà nelle comunità italiane dell'America Latina» si sono espressi a favore di una rapida approvazione dei provvedimenti legislativi riguardanti la solidarietà agli anziani emigrati in difficoltà economica, anche Francesco Santoro, Scalabriniano laico operante in Venezuela, Annamaria Fiore coordinatrice dell'Inas Cisl e vicepresidente del Comites di Caracas, Michele Coletta, membro del CGIE del Venezuela, Paolo Beccegato, Responsabile progetti internazionali della Caritas italiana, Don Domenico Locatelli, direttore nazionale MIGRANTES per gli italiani nel mondo, Gabriella Poli, per lo SPI CGIL, Aldo Amoretti, consigliere del CNEL.
Sebbene ci sia sempre stata una teorica concordanza tra tutte le forze politiche in Italia sull'opportunità di istituire una prestazione di solidarietà a favore degli italiani residenti all'estero che si trovano in condizioni economiche disagiate, fino ad ora le promesse non si sono mai trasformate in fatti concreti.
Non esiste paese italiano che non sia stato colpito dal fenomeno dell'emigrazione né famiglia italiana che non abbia vissuto il distacco da persone care che cercavano altrove un futuro diverso per sé e per chi restava in Italia.


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È proprio per questo che si augura che in questa legislatura si riesca finalmente a dare una risposta dignitosa e concreta alle necessità di chi, tra i nostri pionieri, non ce l'ha fatta, contando su un'ampia convergenza di tutti i gruppi politici.

Mimmo LUCÀ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Antonio Gaglione.

La seduta comincia alle 15.40.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2006.
C. 3169 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del Bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007.
C. 3170 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute.

Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di martedì 23 ottobre 2007.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti al disegno di legge per l'assestamento del bilancio dello Stato per il 2007.

Salvatore MAZZARACCHIO (FI) osserva che i provvedimenti in esame intervengono in misura significativa nel settore sanitario e delle politiche sociali, riguardando in primo luogo l'attività programmatoria, con il Piano sanitario 2006-2008, e in particolare: la qualità delle prestazioni rese dal SSN; gli investimenti; i livelli essenziali di assistenza; la riqualificazione dell'assistenza sanitaria nei grandi centri urbani; la realizzazione di strutture residenziali di cure palliative e di assistenza dei malati terminali, l'attuazione del programma straordinario di investimenti in sanità; le misure per il rientro dei disavanzi finanziari delle regioni.
Con riferimento a quest'ultimo aspetto, in attuazione dell'accordo di cui all'articolo 1, comma 180, della legge n. 311 del 2004, è stato elaborato un piano di rientro finalizzato alla predisposizione dei singoli piani regionali, che ha individuato gli interventi necessari per il perseguimento dell'equilibrio economico, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza. Nel 2006 sono stati in parte finanziati, tra l'altro, gli interventi di potenziamento della struttura di radioterapia e quelli finalizzati ad assicurare lo svolgimento della libera professione intramoenia.
I dati disponibili e le modifiche successive nelle previsioni di spesa danno della gestione sanitaria un'immagine non priva di incognite di rilievo per gli equilibri della finanza pubblica: in particolare, la spesa sanitaria è stata rivista in crescita rispetto all'importo previsto nel DPEF. L'aumento ulteriore è da attribuire alla più elevata spesa sanitaria delle regioni che non hanno rispettato il piano di stabilità. Tale aumento modificherà il livello della spesa anche negli anni 2008-2011.
Osserva inoltre che a fronte di tale dinamica, nel 2008 la spesa è prevista in crescita non solo per lo slittamento dal


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2007 degli effetti dei rinnovi contrattuali, ma anche per gli incrementi dei redditi da lavoro previsti in seguito al memorandum d'intesa di aprile-maggio scorsi.
In conseguenza di ciò si domanda se gli eventuali sforamenti della spesa sanitaria delle regioni che non rispettano i piani di rientro comporteranno un adeguamento delle somme riconosciute per la sanità o un incremento della pressione fiscale a livello regionale. Tali considerazioni non possono che confermare come il controllo della spesa sanitaria rimanga lo snodo fondamentale per il governo della finanza centrale ma anche di quella decentrata.
Dichiara, pertanto, che voterà contro la proposta del relatore di riferire favorevolmente.

Marco CALGARO (Ulivo), relatore, ribadisce la sua proposta di riferire in senso favorevole su entrambi i disegni legge.

Mimmo LUCÀ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame congiunto. Avverte quindi che la Commissione procederà alla votazione sul disegno di legge C. 3169.

La Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore sul rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2006.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che la Commissione procederà ora alla votazione sul disegno di legge C. 3170.

La Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore sul disegno di legge C. 3170 recante Disposizioni per l'assestamento del Bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007 e sulle allegate Tabella 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza); Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute e Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale.

Norme in favore dei lavoratori con familiari gravemente disabili.
Nuovo testo unificato C. 71 Volontè e abb.
(Parere alla XI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta di ieri.

Mimmo LUCÀ, presidente, ricorda che nella scorsa seduta la relatrice Zanotti ha svolto la relazione e ha preannunciato una proposta di parere favorevole.

Katia ZANOTTI (SDpSE), relatore, formula una proposta di parere favorevole, con l'auspicio che il provvedimento possa essere esaminato rapidamente anche dall'Assemblea.

Giuseppe PALUMBO (FI), pur sottolineando che il suo gruppo non è contrario al testo in oggetto, tuttavia osserva che non ritiene condivisibile che si proceda con misure che non appaiono sufficienti a far fronte al più ampio problema della non autosufficienza. Sarebbe a suo giudizio necessario affrontare le tematiche riguardanti i non autosufficienti in maniera globale e non con provvedimenti parziali. Pertanto, il gruppo di Forza Italia si asterrà dalla votazione.

Francesco Paolo LUCCHESE (UDC) condivide in linea di massima il provvedimento volto a favorire categorie di persone che hanno indubbio bisogno di assistenza e di benefici anche di tipo previdenziale. Tuttavia, ritenendo che si tratti solo di misure settoriali che non affrontano le problematiche in modo completo e organico, il suo voto favorevole sulla proposta di parere del relatore non è esente da perplessità.


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Daniela DIOGUARDI (RC-SE) dichiara il suo convinto voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, anche in considerazione del fatto che il disegno di legge sulla non autosufficienza sta per essere varato dal Governo.

Lalla TRUPIA (SDpSE) non condivide le critiche rivolte al provvedimento da parte dei deputati della opposizione intervenuti nel dibattito, in quanto il testo in esame non reca risposte emergenziali a piccoli segmenti di un problema molto più ampio, ma individua misure che possono considerarsi strutturali a favore delle famiglie che convivono con disabilità molto gravi. Inoltre, il provvedimento sulla non autosufficienza detterà norme di altra natura e diverse rispetto a quelle poste dalle proposte in esame, che non possono affatto considerarsi alla stregua di contributi finanziari a pioggia ma interventi volti a riconoscere il valore sociale del lavoro di cura, che peraltro grava soprattutto sulle donne.

Roberto ULIVI (AN), atteso che non v'è dubbio che con il provvedimento in esame si riconosce sul piano sociale il valore della cura familiare, tuttavia teme che con misure di tal genere si possa di fatto rallentare l'iter di provvedimenti più ampi sulla non autosufficienza. Per tali ragioni, il gruppo di Alleanza nazionale si asterrà dalla votazione.

Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo) si dichiara sorpreso per le dichiarazioni dei deputati della minoranza, in quanto il testo unificato in esame è il risultato di diverse proposte di legge presentate e sottoscritte da deputati appartenenti a tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione della Lega Nord. Inoltre, poiché la natura del provvedimento non riguarda il più ampio tema della non autosufficienza ma le politiche per la famiglia, giudica un errore non votare a favore di un progetto di legge che rappresenta comunque un segnale importante del Parlamento nell'attuazione di politiche per la famiglia. Dopo aver richiamato tutti gli interventi svolti dal Governo a favore della non autosufficienza, a partire dalla istituzione del relativo Fondo con la scorsa legge finanziaria, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Giovanni Mario Salvino BURTONE (Ulivo) dichiara il suo voto favorevole sul provvedimento in esame, che rappresenta un passo importante e più volte richiesto a favore delle famiglie e che non inficia minimamente le misure che il Governo intende adottare a favore delle persone non autosufficienti. Ringrazia, infine, il relatore per il lavoro di approfondimento svolto.

Elisabetta RAMPI (Ulivo) si associa ai ringraziamenti al deputato Zanotti e dichiara il suo voto favorevole sul testo in esame, che apprezza non solo perché rappresenta un importante riconoscimento del valore sociale del lavoro di cura in famiglia ma anche in quanto è coerente con la discussione in atto nel paese sui lavori usuranti.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UDC), confermando la posizione favorevole del suo gruppo sulle misure recate dal testo unificato in esame, sottolinea però che esso non risolve, nel suo complesso, il problema delle famiglie con disabili, poiché va a vantaggio solo di coloro che sono vicini alla pensione mentre nulla dispone a favore di lavoratori giovani, che certamente non trovano un giovamento in semplici misure di prepensionamento. Ricorda peraltro che il Protocollo di Lisbona non va in questa direzione, prevedendo interventi di portata più ampia a favore delle famiglie.

Rocco PIGNATARO (Pop-Udeur) espri- me il suo apprezzamento per le norme dettate dal provvedimento in discussione, che parte dal presupposto che la persona disabile viene curata in primo luogo in famiglia.


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Katia ZANOTTI (SDpSE), relatore, ribadisce la sua proposta di parere favorevole su un provvedimento che, pur non recando misure strutturali, rappresenta tuttavia una risposta seria per i lavoratori con familiari disabili, lavoratori che comunque possono optare tra misure di prepensionamento e di congedo. Allo stato attuale, il nuovo testo elaborato dalla Commissione lavoro ha individuato una soluzione percorribile anche dal punto di vista della copertura finanziaria.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 16.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.20 alle 16.30.