I Commissione - Resoconto di marted́ 30 ottobre 2007


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COMITATO DEI NOVE

Martedì 30 ottobre 2007.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
C. 553-1524-2335-2382-2479-2572-2574-2576-2578-2586-2715-2865-3041-3139-3151-A.

Il Comitato si è riunito dalle 10.05 alle 12.

SEDE REFERENTE

Martedì 30 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Marcella Lucidi.

La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 in occasione del vertice G8 e delle manifestazioni del Genoa Social Forum.
Doc. XXII, n. 5 Longhi, Doc. XXII, n. 13 Boato, Doc. XXII, n. 15 Mascia e Doc. XXII, n. 18 Sgobio.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono stati trasmessi il parere favorevole con una condizione della II Commissione ed il parere di nulla osta della V Commissione.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, presenta l'emendamento 3.60 (vedi allegato 1), volto a recepire la condizione espressa dalla II Commissione. L'emendamento prevede l'opponibilità del segreto tra il difensore e la parte processuale nell'ambito del mandato.


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La Commissione approva l'emendamento del relatore 3.60.

Luciano VIOLANTE, presidente, propone alcune correzioni al testo del provvedimento, come risultante dall'esame degli emendamenti.
All'articolo 1:
al comma 1, dopo le parole: «Commissione parlamentare di inchiesta» aggiungere le seguenti: «, di seguito denominata «Commissione»». Conseguentemente, al medesimo comma 1, in fine, sopprimere le parole: «, di seguito denominata «Commissione»»;
al comma 2, lettera c), sopprimere la parola: «innescate».

All'articolo 2, al comma 1, sostituire le parole: «comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo» con le seguenti: «assicurando comunque la presenza di almeno un rappresentante per ciascun gruppo».
All'articolo 3, al comma 6, sostituire le parole: «le disposizioni degli articoli» con le seguenti: «le disposizioni previste dagli articoli».
All'articolo 4, al comma 2, sostituire le parole: «è stata vietata» con le seguenti: «sia stata vietata».
All'articolo 5, al comma 2, secondo periodo, sostituire le parole: «La Commissione può deliberare» con le seguenti: «Tuttavia la Commissione può deliberare».

Jole SANTELLI (FI) fa presente che le correzioni proposte dal presidente, con particolare riferimento alla soppressione della parola «innescate» alla lettera c) del comma 2 dell'articolo 1, presentano una valenza sostanziale.

La Commissione approva le proposte di correzione del testo formulate dal presidente.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la Commissione è chiamata a deliberare in ordine al conferimento al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto.

Jole SANTELLI (FI) preannuncia il voto contrario del proprio gruppo sul mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto. Ricorda infatti che su questo provvedimento il proprio gruppo ha costantemente tenuto una posizione di ferma contrarietà, anche in considerazione dell'atteggiamento assunto dalla maggioranza, che ha spostato l'ambito dell'esame da una proposta di inchiesta bicamerale ad una monocamerale al solo fine di evitare che la discussione presso il Senato potesse pregiudicare l'approvazione del provvedimento. Si tratta di un provvedimento che ha la sola finalità di perseguitare le forze dell'ordine per i fatti verificatisi a Genova in occasione del vertice G8 del 2001, senza tenere in considerazione la complessiva situazione relativa all'ordine pubblico venutasi a creare in quell'occasione. Del resto fa presente che, nel corso dell'esame del provvedimento in oggetto, sono stati acriticamente respinti gli emendamenti dell'opposizione volti ad estendere l'ambito dell'inchiesta per evitare che essa assumesse caratteri persecutori nei confronti delle forze dell'ordine. La Commissione d'inchiesta come prevista nel testo in esame persegue invece la sola finalità di fornire una risposta di natura politica, che si sovrapporrà inevitabilmente a quella che sarà contenuta nelle sentenze dell'Autorità giudiziaria, che potrebbero essere sfavorevoli rispetto a quanto ritenuto dalla maggioranza.
Conclude ribadendo la contrarietà del proprio gruppo sul provvedimento in esame anche alla luce del «pacchetto sicurezza», da poco varato dal Consiglio dei ministri, che evidenzia una palese contraddizione da parte della maggioranza che, da un lato, approva un provvedimento, come quello in esame, persecutorio delle forze dell'ordine e, dall'altro, attribuisce a queste ultime un ruolo decisivo nella tutela della sicurezza del Paese.

Gianpiero D'ALIA (UDC) preannuncia il voto contrario del proprio gruppo sul


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mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto, anche in considerazione del fatto che il Consiglio dei ministri ha da poco varato il «pacchetto sicurezza» con l'astensione dei ministri Mussi, Pecoraro Scanio e Ferrero. Ritiene infatti inopportuno che il Governo lanci al Paese segnali sulla propria volontà di garantire la sicurezza collettiva e, allo stesso tempo, la maggioranza approvi un provvedimento volto a consentire lo svolgimento di una sorta di «processo politico» alle forze di polizia. Per altro fa presente che la magistratura che indaga sugli stessi fatti di Genova verificatisi in occasione del vertice G8 del 2001 ha richiesto pene per duecentoventicinque anni per i responsabili dei danneggiamenti causati alle diverse strutture della città di Genova: sarebbe stato quindi opportuno a proprio avviso estendere il perimetro dell'inchiesta al complesso degli accadimenti verificatisi in quella occasione per prendere in esame l'intero ambito della vicenda. Il costante rifiuto della maggioranza di accogliere gli emendamenti in tal senso presentati dall'opposizione, nonché quegli emendamenti volti ad estendere l'ambito dell'inchiesta anche ad avvenimenti analoghi verificatisi quando il centrosinistra era maggioranza, evidenzia il pregiudizio di carattere politico tenuto dalla stessa maggioranza su questo provvedimento.
Il proprio voto contrario si basa, oltre che su un giudizio radicalmente negativo sui contenuti del provvedimento, anche sulla considerazione che sono ancora in corso i procedimenti giudiziari sui quali l'attività di una commissione d'inchiesta creerebbe inevitabili interferenze, anche perché le finalità dell'inchiesta contenute nella proposta in esame sono sostanzialmente le stesse di quelle perseguite dalla magistratura.
Nell'evidenziare la propria contrarietà all'uso non istituzionale delle commissioni di inchiesta, già verificatosi anche nella scorsa legislatura, ribadisce il proprio voto contrario sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto.

Marco BOATO (Verdi) preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto. Al riguardo fa presente che l'istituzione della commissione d'inchiesta in questione è contenuta nel programma politico dell'Unione. In proposito ricorda che da parte del centrosinistra è stata costantemente richiesta l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui fatti verificatisi in occasione del vertice del G8 del 2001 e che tale richiesta è stata respinta dalla maggioranza nel corso della passata legislatura. In quell'occasione ebbe invece luogo una indagine conoscitiva che, essendo caratterizzata da poteri sensibilmente ridotti rispetto a quelli tipici dell'inchiesta parlamentare, non poté accertare numerose questioni rilevanti e si concluse con due relazioni di minoranza.
Per quanto concerne il problema delle interferenze tra l'attività della magistratura e quella della commissione d'inchiesta, osserva che numerose inchieste parlamentari si sono svolte parallelamente ad indagini giudiziarie dando luogo, in diversi casi, a collaborazione reciproca ed anche a scambi di documenti. Cita, ad esempio, la Commissione d'inchiesta sugli sviluppi del caso Moro, quella sulle vicende connesse al disastro aereo di Ustica e quella sulla vicenda di Gladio. Si tratta di inchieste istituite in una logica rigorosamente istituzionale e costituzionale, con caratteri e finalità separate rispetto all'attività della magistratura. In tale contesto si pone anche la commissione d'inchiesta in esame, che non ha la finalità di accertare responsabilità penali, ma questioni di più ampio respiro, inclusa quella di individuare soluzioni volte ad evitare il ripetersi di situazioni analoghe. In particolare fa presente che il compito di accertare se durante i giorni in cui ha avuto luogo il vertice G8 si sia verificata la sospensione dei diritti fondamentali garantiti a tutti i cittadini dalla Costituzione riprende in modo testuale il contenuto della risoluzione sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea 2001/2014(INI),


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con un documento adottato il 15 gennaio 2003. Trattandosi di un testo equilibrato volto esclusivamente all'accertamento della verità sui fatti in questione, ribadisce il proprio voto favorevole sul mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto.

Ignazio LA RUSSA (AN) ritiene che il provvedimento elaborato dalla I Commissione rappresenti un vergognoso atto parlamentare, rispetto al quale si dichiara profondamente indignato e preoccupato per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Ritiene infatti che rappresenti un disdicevole gioco delle parti quello per cui, da un lato, il Governo vara un «pacchetto sicurezza», ancorché con l'astensione di tre ministri e, dall'altro, la maggioranza intende approvare un provvedimento con il solo fine di appoggiare le richieste del Partito della Rifondazione comunista di addossare alle sole Forze dell'ordine la responsabilità per i fatti verificatisi a Genova in occasione del vertice del G8. La sua indignazione nasce dal fatto che la maggioranza appoggia questa posizione politica al solo fine di non alienarsi il sostegno delle forze di estrema sinistra, ritenendo allo stesso tempo incomprensibile il ruolo svolto dal Governo sul provvedimento in esame, che non ha mai ritenuto di far sentire il proprio orientamento al riguardo.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che l'istituzione delle commissioni parlamentari di inchiesta rappresenta un atto di natura squisitamente parlamentare, che prescinde dalle valutazioni dell'Esecutivo al riguardo.

Ignazio LA RUSSA (AN), riprendendo il proprio intervento, fa presente che il Governo è sempre intervenuto nell'ambito dell'esame dei provvedimenti volti ad istituire commissioni parlamentari d'inchiesta e che questa è la prima volta in cui il rappresentante del Governo non prende la parola per dichiarare il proprio orientamento.
Rispondendo alle osservazioni del deputato Boato, osserva che le commissioni di inchiesta da lui citate avevano natura e finalità diverse rispetto a quella in esame. Quelle commissioni erano infatti a composizione bicamerale ed avevano lo scopo di indagare sulla complessiva situazione di riferimento, nella quale le valutazioni politiche avevano una rilevanza addirittura maggiore di quelle di ordine giurisdizionale. L'istituenda commissione d'inchiesta è volta invece a sovrapporsi all'attività della magistratura con l'obiettivo evidente di impedire che quest'ultima possa pronunciare sentenze che di fatto mettano fine al dibattito sulla questione. Si dichiara, quindi, assolutamente contrario rispetto ad un provvedimento che ha il solo fine di gettare discredito sulle Forze di polizia, che poi lo stesso Governo pone al centro dell'attività di garanzia del rispetto dell'ordine pubblico all'interno del «pacchetto sicurezza» da poco approvato.
Preannuncia quindi una dura opposizione da parte del proprio gruppo nel corso dell'esame in Assemblea del provvedimento in oggetto, ritenendo inoltre che potrebbe cambiare il clima di cordialità presente in questa Commissione, dovuto in primo luogo al positivo lavoro svolto dal presidente Violante. Dichiara quindi il voto contrario del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto.

Giacomo STUCCHI (LNP) dichiara di non condividere lo spirito e gli obiettivi del provvedimento in oggetto, che giudica inutile e dannoso, non essendo volto a chiarire le complessive questioni legate ai fatti verificatisi in occasione del vertice del G8 di Genova nel 2001. Questo provvedimento, infatti, rappresenta soltanto una cambiale che la maggioranza paga all'estrema sinistra, con l'unico obiettivo di perseguitare le forze dell'ordine, quando sarebbe più opportuno, invece, consentire alla sola magistratura di svolgere le indagini sui fatti in questione, senza sovrapposizioni di natura politica. Dichiara quindi di condividere le osservazioni del


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deputato D'Alia sull'uso istituzionalmente improprio delle commissioni parlamentari d'inchiesta che, come già verificatosi in passato, viene in questa sede inopportunamente reiterato.
Dichiara poi di non condividere politicamente alcuna delle considerazioni del deputato Boato, osservando che è stata scelta in questa sede la strada della commissione d'inchiesta monocamerale nella consapevolezza che al Senato non sussistono le condizioni per l'approvazione di un provvedimento del genere.
Conclude preannunciando il voto contrario del proprio gruppo sul mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto.

Olga D'ANTONA (SDpSE) dichiara il voto favorevole del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto, esprimendo altresì un apprezzamento ed un ringraziamento per l'attività svolta dal relatore.
Ritiene che l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui fatti verificatisi in occasione del vertice del G8 di Genova nel 2001 ha principalmente lo scopo di fugare ogni perplessità sul ruolo svolto dalle forze dell'ordine in quell'occasione, dichiarando la propria stima nei confronti degli uomini delle forze di polizia che mettono a repentaglio la propria vita a tutela dell'ordine pubblico e che pertanto non meritano che sul loro operato sia gettata alcuna ombra. Ritiene pertanto che sia dovere della maggioranza quello di fare chiarezza assoluta sulle vicende in esame e che per tale ragione le critiche rivolte dall'opposizione al provvedimento in esame ed al modo di agire della maggioranza abbiano natura meramente strumentale.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur) conferma la contrarietà del proprio gruppo sul conferimento mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto.
Si sofferma quindi sulle motivazioni a sostegno di tale contrarietà che, tuttavia, sono già state espresse nel corso dell'esame. Al riguardo rileva che inizialmente il proprio gruppo non condivideva in assoluto l'esigenza di istituire una commissione parlamentare di inchiesta sui fatti in questione, soprattutto per evitare di esercitare un condizionamento o comunque indurre confusione nell'ambito dei procedimenti penali in corso. In seguito però, di fronte alle notizie emerse relativamente ad intercettazioni telefoniche che pongono qualche ombra significativa anche sull'operato dei più alti livelli delle forze dell'ordine, il proprio gruppo aveva manifestato disponibilità a rivedere la posizione iniziale, purché nel rispetto di alcune condizioni.
Si tratta, in sostanza, dell'opportunità di modificare l'impostazione di fondo del provvedimento in esame, al fine di riscontrare una larga condivisione su di esso, che coinvolgesse cioè maggioranza e opposizione nella definizione di un percorso di indagine in grado di considerare a tutto tondo i fatti verificatisi in occasione del vertice G8 di Genova nel 2001. Ritiene infatti necessario che, decidendo di compiere un'indagine parlamentare su questi avvenimenti, non si possa però procedere in una sola direzione, come invece emerge dall'analisi del provvedimento in esame. A proprio avviso, cioè, non si deve porre come dato preliminarmente acquisito che gli eccessi verificatisi in tali avvenimenti siano stati compiuti solo dalle Forze dell'ordine. Sui tristi avvenimenti del G8 va fatta chiarezza: si deve indagare sui fatti in modo ampio, verificando le responsabilità sia delle Forze dell'ordine, che dei manifestanti, in particolare di quelli che non hanno scelto una via pacifica e hanno commesso atti di violenza e vandalismo, come risulta dalle richieste di condanna dei giudici di Genova.
Ritiene che solo muovendo da questa premessa si possa raggiungere un indispensabile coinvolgimento anche delle forze dell'opposizione. Non avrebbe alcun senso e sarebbe privo di ogni valore il lavoro di una Commissione parlamentare di inchiesta ai cui lavori non partecipassero, come annunciato, i parlamentari dell'opposizione. Solo un'indagine ampia e


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senza preclusioni potrà contribuire a fare chiarezza sulle vicende in questione, senza rischiare di interferire negativamente sui processi penali e civili in corso.
Al riguardo ricorda che i tentativi da lui compiuti per modificare in tal senso il provvedimento sono falliti per l'incomprensibile ed ingiustificata blindatura del testo. Ribadisce pertanto la propria contrarietà rispetto a un provvedimento che, così com'è, rischia di divenire un atto di accusa parlamentare alle forze dell'ordine, piuttosto che lo strumento per giungere a una verità su vicende che presentano nelle loro cause e nel loro svolgersi elementi di indubbia complessità e che meritano di essere affrontate non in modo ideologico ma con serenità, equilibrio e buon senso, elementi che fina ad ora sono rimasti fuori dal dibattito svolto.
Per queste motivazioni ribadisce il voto contrario del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto.

Graziella MASCIA (RC-SE) nel preannunciare il voto favorevole del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto, ritiene necessario fare chiarezza sui fatti verificatisi in occasione del vertice del G8 di Genova nel 2001.
Al riguardo osserva che il dibattito sui fatti in questione non si è mai sopito e che pertanto deve essere chiarito se, durante i giorni in cui ha avuto luogo il vertice G8, si sia verificata la sospensione dei diritti fondamentali garantiti a tutti i cittadini dalla Costituzione.
Obiettivo del provvedimento in esame non è dunque quello di perseguitare le forze dell'ordine per quegli avvenimenti, in quanto l'accertamento di eventuali responsabilità individuali spetta alla magistratura. Al contrario, rileva che i compiti della commissione parlamentare d'inchiesta hanno una natura più ampia e generale, non confliggente con l'azione svolta dalla magistratura.
Ritiene, pertanto, che non si debba in alcun modo aver timore di fare piena luce sui fatti in questione che, oltretutto, non presentano punti di collegamento con la recente approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del «pacchetto sicurezza».
Dopo aver ringraziato il relatore per il lavoro svolto, ribadisce il voto favorevole del proprio gruppo.

Carlo COSTANTINI (IdV) si dichiara innanzitutto favorevole a fare piena luce sui fatti verificatisi in occasione del vertice del G8 di Genova nel 2001, così come auspicato dal deputato Mascia, osservando tuttavia che gli strumenti a tal fine predisposti dal provvedimento in esame appaiono contraddittori. Infatti il testo del provvedimento elaborato dalla I Commissione è finalizzato esclusivamente all'accertamento di ipotesi circoscritte di reato - così sovrapponendosi all'attività della magistratura - piuttosto che a verificare eventuali deficit di funzionamento dell'ordine pubblico. Il testo, cioè, appare elaborato in termini unidirezionali, avendo cura di considerare solo gli effetti e non anche le cause dei fatti verificatisi a Genova nel 2001. L'inchiesta, infatti, dovrebbe prendere in esame solo i fatti verificatisi dall'inizio degli incidenti, senza avere oltretutto riguardo ai danni verificatisi alle strutture produttive della città.
Il proprio gruppo ritiene invece essenziale che l'inchiesta, avendo lo scopo di fare luce sulle sui fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 in occasione del vertice G8, deve avere ad oggetto il complesso delle vicende verificatesi in quella circostanza.
Alla luce delle considerazioni appena svolte, in considerazione della portata parziale del provvedimento, pur auspicando che nel corso dell'esame in Assemblea possa raggiungersi un'intesa relativamente all'estensione dei compiti attribuiti alla commissione d'inchiesta, preannuncia il voto contrario del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in oggetto, facendo presente che diverso invece sarebbe stato il


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voto qualora l'ambito dell'inchiesta fosse stato stabilito nei termini da lui auspicati e non limitato all'accertamento di ipotesi di reato individuali, sulle quali oltretutto avrebbe efficacia l'indulto recentemente approvato dal Parlamento.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) ritiene che il testo unificato predisposto dal relatore sia una proposta equilibrata e soddisfacente, mentre le argomentazioni utilizzate dai gruppi di opposizione sono state per contro strumentali, oltre che inappropriate nei toni. Aggiunge che, se il centrodestra davvero tenesse al buon nome delle forze dell'ordine in Italia, sarebbe a favore dell'istituzione di una Commissione di inchiesta che faccia luce sui gravissimi fatti accaduti. Quanto all'indignazione di cui ha parlato il deputato La Russa, ritiene che ragione di indignazione siano piuttosto le Commissioni di inchiesta istituite nella passata legislatura dal centrodestra per intimidire e colpire i dirigenti dell'opposizione, e pensa in particolare al dossier Mitrokhin e all'affare Telekom-Serbia.
Ribadisce che quello in esame è invece un testo equilibrato che non intende in alcun modo criminalizzare le forze di polizia, ma focalizzare l'attenzione sullo scontro, che c'è stato all'interno delle forze dell'ordine in quei giorni a Genova, tra quanti interpretano il proprio ruolo come quello di garanti dell'ordine pubblico e dei diritti fondamentali e chi ritenne invece di poter passare il segno. Che si sia passato il segno, infatti, è indubbio: gli orrori sono stati ampiamente documentati. Sottolinea quindi la assoluta fiducia nei confronti delle forze dell'ordine, ma ritiene che, se qualcuno in quei giorni ha sbagliato, è dovere di tutti accertarlo, e in primo luogo del Parlamento.
Quanto al rischio di interferenza con i procedimenti giudiziari in corso, da taluni paventato, fa presente che, se avesse qualche fondamento il timore di interferenza tra attività giudiziaria e inchiesta parlamentare, allora si dovrebbero sciogliere le varie commissioni di inchiesta, anche bicamerali, che sono oggi operanti. Ritiene poi ingiustificato e pretestuoso il richiamo alle vicende di Governo relative al cosiddetto «pacchetto sicurezza», la cui approvazione da parte del Consiglio dei ministri dimostra, semmai, l'attenzione della maggioranza verso i problemi dell'ordine pubblico.
In conclusione, nel ribadire l'assoluta fiducia della sua parte politica nei confronti della polizia di Stato e dei vertici che oggi la dirigono, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di conferimento al relatore del mandato di riferire all'Assemblea in senso favorevole sul provvedimento in esame.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), nel sottolineare come la funzione naturale delle commissioni parlamentari di inchiesta sia quella di fare luce su fatti che l'opinione pubblica mostra di voler approfondire, fa presente che proprio questo è il caso degli avvenimenti del G8 di Genova. Si tratta di avvenimenti che, ancora a distanza di molti anni, suscitano un ampio interesse e appartengono alla coscienza viva del Paese, come dimostra il fatto che ancora adesso le televisioni, anche private, mandino in onda, seppure a tarda ora, inchieste sul tema, trasmettendo numerosi filmati anche inediti che giustificano il permanere dell'attenzione sugli episodi di allora. Ritiene che sia questa esigenza alla quale la commissione di inchiesta intende rispondere, procedendo senza enfasi e senza clamore; tanto più che il Parlamento europeo ha chiesto che sulle vicende di Genova si faccia piena luce. Per questo giudica inopportuni i toni di alcuni interventi dell'opposizione, che sarebbero stati, a suo avviso, più indicati per certune inchieste parlamentari volute dal centrodestra nella passata legislatura. Si tratta, in questo caso, di una indagine a tutto tondo, che mira a ricostruire i fatti, senza interferire con l'autorità giudiziaria, per offrire all'opinione pubblica interna ed internazionale una parola definitiva al riguardo e per intervenire, dove necessario, affinché in futuro fatti simili non abbiano a ripetersi. Per tali ragioni dichiara il voto favorevole del suo gruppo


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sul conferimento del mandato al relatore a riferire all'Assemblea in senso favorevole.

Luciano VIOLANTE, presidente, dà conto delle richieste di sostituzione pervenute alla presidenza. Pone quindi in votazione la proposta di conferire al relatore, deputato Bressa, mandato a riferire all'Assemblea in senso favorevole sul provvedimento in esame.

Gianpiero D'ALIA (UDC) chiede che la votazione sul conferimento del mandato al relatore avvenga per appello nominale.

Luciano VIOLANTE, presidente, verificato che la richiesta di votazione per appello nominale è avanzata dal prescritto numero di deputati e che su di essa vi è generale consenso, procede all'appello nominale sulla proposta di conferimento al relatore del mandato a riferire in senso favorevole sul provvedimento in esame, avvertendo che, qualora tale proposta non sia approvata, si intenderà conferito al relatore il mandato a riferire in senso contrario. Dichiara quindi il risultato della votazione:
Presenti 45
Votanti 44
Maggioranza 23
Voti favorevoli 22
Voti contrari 22

Hanno votato a favore:
Allam, Amici, Boato, Bressa, Cuperlo (in sostituzione di Bucchino), D'Antona, Di Salvo (in sostituzione di Nicchi), Daniele Farina (in sostituzione di Frias), Giachetti (in sostituzione di Giovanelli), Gozi, Incostante, La Forgia, Licandro, Lovelli (in sostituzione di Ferrari), Maran (in sostituzione di De Mita), Marone, Mascia, Naccarato, Franco Russo, Vacca (in sostituzione di Diliberto), Zaccaria e Zeller.

Hanno votato contro:
Adenti, Benedetti Valentini, Bocchino, Boscetto, Caligiuri (in sostituzione di Biancofiore), Carfagna, Cossiga (in sostituzione di Bruno), Costa (in sostituzione di Cicchitto), Costantini, Cota, D'Alia, Gasparri, Giovanardi, Holzmann, La Russa, Antonio Leone (in sostituzione di Fitto), Marinello (in sostituzione di Verdini), Picchi (in sostituzione di La Loggia), Ronconi, Santelli, Stucchi e Tondo (in sostituzione di Bertolini).

La Commissione respinge la proposta di conferire al relatore mandato a riferire in senso favorevole sul provvedimento in esame.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, a seguito della votazione testè svoltasi, si intende conseguentemente conferito il mandato a riferire sul provvedimento in senso contrario.
Si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Delega al Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero.
C. 776 Zacchera, C. 1102 Campa, C. 1263 Mascia, C. 1779 Boato, C. 1804 Sgobio, C. 1850 Bordo, C. 1852 Bucchino, C. 2122 Capotosti, C. 2547 Migliore, C. 2976 Governo, C. 3122 Maroni e C. 3148 Santelli.
(Seguito dell'esame e rinvio - Abbinamento delle proposte di legge C. 3122 e C. 3148).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 25 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che sono state assegnate alla Commissione le proposte di legge C. 3122, d'iniziativa del deputato Maroni ed altri, recante «Modifiche agli articoli 12 e 29 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di sanzioni per il favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero nel territorio dello Stato e di condizioni e modalità per il ricongiungimento familiare», e C. 3148, d'iniziativa del deputato Santelli, recante «Modifiche al testo unico di cui al decreto


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legislativo 25 luglio 1998, n. 286, per il contrasto dell'immigrazione clandestina e dei comportamenti elusivi degli obblighi di identificazione degli stranieri, la tutela dei minori, nonché in materia di espulsione dal territorio dello Stato». Poiché le suddette proposte di legge vertono sulla stessa materia di quelle già all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento.

Gianpiero D'ALIA (UDC) esprime il proprio disagio per la difficoltà di impostare un confronto politico su un provvedimento che in sostanza prevede una delega legislativa in bianco per il Governo. Che di questo si tratti è evidente, dal momento che, contro il disposto dell'articolo 76 della Costituzione, la delega reca principi e criteri direttivi del tutto generici, nonché un oggetto per molti versi indefinito; il che è dovuto, a suo parere, alla mancanza di una visione comune sui temi dell'immigrazione all'interno della maggioranza, nella quale convivono anime discordanti. Un altro motivo di disagio è rappresentato dal fatto che tale delicatissima materia è stata di fatto modificata anche per effetto di disposizioni attuative di direttive comunitarie e di atti amministrativi interni, al punto che è diventato difficile ottenere una corretta visione di insieme sulle politiche dell'immigrazione.
Passando quindi ad una valutazione dei singoli punti di intervento della proposta normativa, nel riservarsi di intervenire più diffusamente nei dettagli nel corso della successiva fase emendativa, si dice innanzitutto d'accordo ad una revisione del meccanismo di incontro della domanda e dell'offerta di lavoro, ma nel senso di mantenere il contratto di soggiorno quale presupposto per l'ingresso dello straniero in Italia, adeguandolo però alla nuova disciplina sul mercato del lavoro introdotta dalla «legge Biagi». È contrario al sistema dello sponsor, che alla prova dell'esperienza si è dimostrato fallimentare, nonché alla proposta di attribuire il ruolo di sponsor ad associazioni non governative e private della più varia natura. Valuta favorevolmente, invece, l'attenzione prestata al lavoro domestico degli stranieri, in qualità di collaboratori familiari o di badanti. Esprime però perplessità sulla proposta di modifica del sistema dello sportello unico dell'immigrazione, che, come riferito dal sottosegretario per l'interno Rosato nel corso di una seduta di interrogazioni a risposta immediata, ha dato una buona prova di efficienza e va quindi mantenuto e migliorato. Quanto al rimpatrio volontario, esprime soddisfazione per l'incremento del fondo nazionale per i rimpatri, ma esprime poi il timore che l'orientamento del Governo a privilegiare il rimpatrio volontario finisca con il trasformare l'Italia in un Paese dove non si espelle più nessun immigrato irregolare; tale timore è poi rafforzato dal fatto che non è chiaro in quali termini il Governo intenda rivedere il sistema di sanzioni per la immigrazione irregolare. In relazione poi ai centri di permanenza temporanea, ritiene che il provvedimento nel lasci intravedere in prospettiva la chiusura. Al riguardo ritiene però che si dovrebbe valutare attentamente il punto, distinguendo tra l'esigenza di assicurare la prima accoglienza e quella di reprimere l'immigrazione clandestina. È favorevole ad un confronto ampio in materia di minori non accompagnati e ritiene giusto assicurare anche agli stranieri l'assistenza sanitaria e sociale prevista per cittadini, sul presupposto che lo straniero che paga le tasse debba godere degli stessi doveri, ma anche degli stessi diritti dei cittadini. Da ultimo, giudica favorevolmente la volontà di intervenire sui fenomeni di riduzione in schiavitù e di tratta degli esseri umani. Conclude ribadendo il proprio giudizio negativo sulla scelta dell'attuale Governo di centrosinistra di ricorrere allo strumento della delegazione legislativa per coprire i propri contrasti interni, sottraendo in questo modo al dibattito parlamentare, a differenza di quel che fece il centrodestra, le ipotesi di modifica della disciplina in materia di immigrazione.


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Luciano VIOLANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta già convocata al termine degli odierni lavori pomeridiani dell'Assemblea.

Sui lavori della Commissione.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, con lettera del 23 ottobre 2007, il Presidente della Camera gli ha comunicato che il Senato della Repubblica ha attivato le procedure di intese con la Camera per ottenere il trasferimento dalla Camera al Senato dell'esame delle proposte di legge in materia di incandidabilità ed ineleggibilità. Ricorda che l'esame delle proposte di legge in materia (C. 1451 ed abbinate) è iniziato in Commissione il 20 giugno scorso e che l'iter è giunto ad uno stato avanzato: il relatore ha elaborato un testo unificato, che è stato adottato come testo base, ed è iniziato l'esame degli emendamenti ad esso riferiti. Pertanto, anche sulla base dell'orientamento emerso nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, da lui interpellato sulla questione nella riunione di giovedì scorso, propone di manifestare al Presidente della Camera l'orientamento della Commissione a proseguire oltre nell'esame del provvedimento, che, tra l'altro, è al momento previsto nel programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di dicembre.

La Commissione concorda.

La seduta termina alle 13.50.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Martedì 30 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 13.50.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007.
Emendamenti C. 3170 Governo, approvato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere).

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), relatore, rilevato che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione, propone di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica dei seguenti accordi: a) Accordo di cooperazione relativo ad un sistema globale di navigazione satellitare civile (GNSS) - Galileo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri e la Repubblica popolare cinese; b) Accordo concernente la promozione, la fornitura e l'uso dei sistemi di navigazione satellitare Galileo e GPS e applicazioni correlate tra gli Stati Uniti d'America e la Comunità europea ed i suoi Stati membri.
C. 2630 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, considerato che il relatore, deputato Frias, ha comunicato che non potrà prendere parte alla seduta odierna, invita il deputato Naccarato a svolgere le funzioni di relatore.

Alessandro NACCARATO (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, rileva che esso non presenta profili problematici per quanto attiene alle competenze della Commissione. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).


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Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica Accordo di cooperazione relativo ad un sistema globale di navigazione satellitare civile (GNSS) tra la Comunità europea ed i suoi Stati membri e Israele.
C. 2711 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, considerato che il relatore, deputato Frias, ha comunicato che non potrà prendere parte alla seduta odierna, invita il deputato Naccarato a svolgere le funzioni di relatore.

Alessandro NACCARATO (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, rileva che esso non presenta profili problematici per quanto attiene alle competenze della Commissione. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica Accordo Italia-Bulgaria sul trasferimento delle persone da espellere o accompagnare al confine.
C. 3081 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, considerato che il relatore, deputato Frias, ha comunicato che non potrà prendere parte alla seduta odierna, invita il deputato Naccarato a svolgere le funzioni di relatore.

Alessandro NACCARATO (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, rileva che esso non presenta profili problematici per quanto attiene alle competenze della Commissione. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 4).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica Accordo Italia-Moldova sull'assistenza giudiziaria civile.
C. 3095 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, considerato che il relatore, deputato Frias, ha comunicato che non potrà prendere parte alla seduta odierna, invita il deputato Naccarato a svolgere le funzioni di relatore.

Alessandro NACCARATO (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, rileva che esso non presenta profili problematici per quanto attiene alle competenze della Commissione. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 5).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Regolamentazione del rapporto di lavoro dei collaboratori parlamentari.
C. 2933, approvata dalla 11a Commissione del Senato ed abb.
(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Alessandro NACCARATO (Ulivo), relatore, illustra brevemente il provvedimento


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in esame. Rilevato, quindi, che esso non presenta profili problematici per quanto attiene alle competenze della Commissione, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 6).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Norme per il riconoscimento della sordocecità quale disabilità unica.
C. 1968 Zanotti.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, considerato che il relatore, deputato Incostante, ha comunicato che non potrà prendere parte alla seduta odierna, invita il deputato Gozi a svolgere le funzioni di relatore.

Sandro GOZI (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, rileva che esso non presenta profili problematici per quanto attiene alle competenze della Commissione. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 7).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.

SEDE REFERENTE

Martedì 30 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Karl ZELLER. - Interviene il sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale Cristina De Luca.

La seduta comincia alle 16.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

Karl ZELLER, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Delega al Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero.
C. 776 Zacchera, C. 1102 Campa, C. 1263 Mascia, C. 1779 Boato, C. 1804 Sgobio, C. 1850 Bordo, C. 1852 Bucchino, C. 2122 Capotosti, C. 2547 Migliore, C. 2976 Governo, C. 3122 Maroni e C. 3148 Santelli.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella odierna seduta antimeridiana.

Roberto COTA (LNP) ritiene che il disegno di legge all'esame della Commissione si basi su una filosofia, quella dell'immigrazione libera, completamente opposta rispetto a quella propria della sua parte politica, la quale ritiene che l'immigrazione vada selezionata in qualità e quantità perché sia commisurata alle capacità di assimilazione del Paese e alle sue esigenze.
Rilevato poi che la volontà di rivedere la legge Bossi-Fini è stata argomentata con la tesi che questa non avrebbe contrastato efficacemente l'immigrazione clandestina, osserva che la verità è che la legge Bossi-Fini è stata deliberatamente disapplicata dal Governo di centrosinistra, che ha dato a prefetture e a questure direttive orientate nel senso dello svuotamento e dello smantellamento di quella legge, mentre venivano nel contempo approvati provvedimenti che facilitano l'immigrazione indiscriminata, come quello sul ricongiungimento


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familiare. Questa linea di condotta permissiva segnala ai Paesi di emigrazione che l'Italia non intende tenere alcuna severa politica di controllo degli ingressi e attirano conseguentemente folle di individui. La volontà di assoluta apertura delle frontiere è evidente, a suo parere, nella proposta di revisione annuale delle quote triennali, che mira soltanto a rendere possibile l'adeguamento della quota alla domanda di richieste di ingresso nel Paese, in modo da non effettuare in sostanza alcuna selezione. Allo stesso risultato tendono sia la proposta di non considerare più il rapporto di lavoro come prerequisito indispensabile ai fini dell'ingresso in Italia, sia quella di ripristinare il sistema dello sponsor, già previsto dalla legge Turco-Napolitano e fallito alla prova dell'esperienza, cui si prevede addirittura di affiancare un sistema di autosponsor a suo parere assurdo. Al riguardo, premesso di considerare inaccettabile l'elenco di soggetti che potrebbero fungere da sponsor dello straniero, in quanto numerosi di essi mancano del requisito di imparzialità che deve essere proprio di chi svolge questa delicata funzione, osserva che l'autosponsor porterà lo straniero inevitabilmente nelle mani delle organizzazioni criminali, che verseranno la quota in suo favore e lo terranno così in pugno.
Quanto all'ipotesi di attribuire il diritto di voto nelle elezioni amministrative agli stranieri residenti in Italia, ritiene che sia incostituzionale, essendo quello di voto un diritto tipicamente associato allo status di cittadino. Chiarisce che il suo gruppo non intende in alcun modo sostenere che gli immigrati regolari non debbano essere cittadini, ma ritiene che debbano diventarlo dopo un certo periodo di tempo, una volta verificata la loro effettiva volontà di integrarsi.
A suo avviso, l'idea di non selezionare in alcun modo l'immigrazione è frutto di una concezione del tutto priva di aderenza alla realtà. È necessario, invece, valutare il contesto storico in cui i fenomeni avvengono; occorre riflettere sulle conseguenze dell'attribuzione del diritto di voto agli immigrati. Una parte della maggioranza ritiene che ne trarrà vantaggio in termini di consenso elettorale, ma è facilmente prevedibile che, ove potessero votare, le comunità di immigrati costituirebbero propri partiti autonomi, riproducendo nelle assemblee elettive la loro mancata integrazione nel tessuto sociale del Paese, evidente in alcune grandi città: e pensa innanzitutto a Torino. La cittadinanza ed il connesso diritto di voto dovranno essere riconosciuti solo dopo che sia stata accertata l'integrazione, che vuol dire dimostrazione del rispetto delle regole, degli usi e dei costumi della comunità nazionale e della sua tradizione culturale.
Per questi motivi annuncia da parte del suo partito una dura opposizione al provvedimento, sia nelle aule parlamentari, sia all'esterno, per spiegare agli italiani che il Governo intende in sostanza rimuovere ogni forma di regolamentazione dell'immigrazione. La tesi del suo partito è invece che l'immigrazione debba essere selezionata sia sotto il profilo quantitativo, in modo da commisurarla alle effettive capacità di assimilazione del Paese, sia sotto il profilo qualitativo, nel senso che dovrebbero essere ammessi solo coloro che svolgono mestieri dei quali ci sia effettivo bisogno e che siano disponibili ad integrarsi. Per lo stesso motivo, il suo partito ritiene che occorra prevedere una selezione a monte che precluda l'immigrazione ai cittadini di Paesi che per tradizione e credenze sono estranei e incompatibili alla cultura italiana, onde evitare che giungano in Italia stranieri che professano idee in aperto contrasto con quelle degli italiani: e pensa in particolare ai musulmani. Conclude osservando che il Governo avrebbe dovuto, più opportunamente, differire ad altro momento la presentazione del disegno di legge in materia di immigrazione, considerato che oggi gli umori dell'opinione pubblica sono influenzati


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dai nefasti effetti dell'indulto, che hanno posto in evidenza certi problemi in tutta loro drammaticità. Invita quindi il Governo a ritirare il provvedimento per svolgere su di esso un supplemento di riflessione.

Karl ZELLER, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 17.20.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia.
C. 519 cost. Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, C. 840 cost. Zeller, C. 1166 cost. Lenna e C. 1816 cost. Stucchi.