XII Commissione - Resoconto di marted́ 6 novembre 2007


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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 6 novembre 2007.

Audizione di rappresentanti dell'ONAOSI, della FNOMCeO, della FNOVI, della FIFO e delle principali associazioni sindacali dei medici e dei veterinari nell'ambito dell'esame, in sede consultiva, del disegno di legge C. 3194 Governo, approvato dal Senato, recante DL 159/2007: Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale.

L'audizione informale è stata svolta dalle 10.35 alle 11.35.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 6 novembre 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ.

La seduta comincia alle 11.35.

DL 159/2007: Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale.
C. 3194 Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Lionello COSENTINO (Ulivo), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla V Commissione il parere di competenza sul disegno di legge n. 3194 recante conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale. Desidera soffermarsi sulle norme rientranti nell'ambito di competenza della Commissione ovvero sugli articoli 4 (commissari ad acta per le regioni inadempienti), 5 (misure di governo della spesa e di sviluppo del settore farmaceutico), 5-bis (disposizioni concernenti il funzionamento dell'Agenzia italiana del farmaco), 20 (5 per mille), 28,


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commi 4-bis, 4-ter e 4-quater (disposizioni sull'Agenzia nazionale per i giovani), 29 (contributi alla Fondazione ONAOSI), 30 (commissariamento della Fondazione Ordine Mauriziano), 33 (disposizioni a favore di soggetti danneggiati da trasfusioni infette), 41 (incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa), 44 (misura fiscale di sostegno a favore dei contribuenti a basso reddito) e 45 (integrazione dei finanziamenti dei servizi socio-educativi per la prima infanzia e del Fondo politiche sociali). Passa quindi a illustrare, in dettaglio, le disposizioni contenute all'articolo 4, il quale disciplina un'ipotesi di potere sostitutivo statale sulle regioni in materia sanitaria, prevedendo la nomina da parte del Consiglio dei ministri, previa diffida, di un commissario ad acta, nelle regioni per le quali si prefiguri il mancato rispetto degli adempimenti relativi ai piani di rientro dai deficit sanitari. Al riguardo, pur essendo consapevole dei delicati aspetti di riparto delle competenze tra lo Stato e le regioni, su cui tale norma incide, esprime una valutazione decisamente positiva sul principio ad essa sotteso, in base al quale lo Stato interviene non per comprimere l'autonomia regionale, ma per garantire adempimenti già concordati tra lo Stato e le regioni interessate. Si tratta certamente di una misura forte e priva di precedenti, che tuttavia giudica necessaria al fine di garantire a tutti i cittadini italiani i livelli essenziali di assistenza. Ricorda altresì che la norma, come modificata dal Senato, prevede il potere dei commissari ad acta di proporre la sostituzione dei direttori generali delle ASL nonché la prescrizione dei crediti interessati dalle procedure di accertamento dei deficit sanitari, ove non siano fornite dai creditori le informazioni richieste al riguardo dalle regioni, e stabilisce l'incompatibilità tra la nomina a commissario ad acta e qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento. Illustra quindi l'articolo 5, il quale stabilisce che, a decorrere dal 2008, l'onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l'assistenza farmaceutica territoriale non può superare il 14 per cento del finanziamento complessivo ordinario del Servizio medesimo (limite così modificato dal Senato rispetto al testo originario, che prevedeva un tetto del 14,4 per cento). Vengono quindi definiti un nuovo sistema di regolazione della spesa dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale nonché le regole per il ripiano dello sforamento della spesa farmaceutica. In particolare, il sistema di regolazione della spesa dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale è basato sull'attribuzione da parte dell'AIFA, a ciascuna azienda titolare di autorizzazione all'immissione in commercio di farmaci, di un budget annuale calcolato sulla base dei volumi e dei prezzi degli ultimi 12 mesi per i quali siano disponibili i dati. La norma definisce inoltre, a decorrere dal 2008, il limite della spesa farmaceutica ospedaliera, fissandolo al 2,4 per cento del finanziamento ordinario del Servizio sanitario nazionale (il limite era fissato al 2 per cento nel disegno di legge originario). Cita inoltre i commi 5-bis, 5-ter, 5-quater, 5-quinquies e 5-sexies, aggiunti dal Senato, sottolineando che essi, tra l'altro, autorizzano la spesa di 1 milione di euro per l'anno 2007 per la prosecuzione del progetto «Ospedale senza dolore» e integrano i mezzi di finanziamento per il personale e per il funzionamento dell'AIFA e dell'Osservatorio sull'impiego dei medicinali, nonché per l'attuazione del programma di farmacovigilanza attiva. Ricorda altresì che l'articolo 5-bis reca disposizioni concernenti il funzionamento dell'AIFA, la cui dotazione organica è incrementata dal 1o gennaio 2008 a 250 unità. Si sofferma quindi sull'articolo 20, il quale integra di 150 milioni di euro, per l'anno 2007, l'autorizzazione di spesa relativa alla quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito (IRE) da destinare al volontariato e alla ricerca, includendo nel novero dei soggetti ammessi al riparto della relativa quota le associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi. Passa quindi a illustrare l'articolo 28, 4-bis, 4-ter e 4-quater, il quale reca norme in materia di personale dell'Agenzia nazionale per i giovani, determinandone


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la dotazione organica in 45 unità; inoltre, nell'ambito di apposite procedure di autorizzazione all'assunzione previste dalla legge finanziaria 2007, si considera prioritaria l'assunzione di personale di ruolo da parte dell'Agenzia, consentendo, nelle more delle procedure concorsuali, l'instaurazione di rapporti di lavoro a tempo determinato nel limite massimo di 15 unità. Per quanto concerne l'articolo 29, sulle cui disposizioni la Commissione ha svolto audizioni informali in data odierna, ricorda che esso modifica la disciplina relativa ai criteri e alle procedure per la determinazione dei contributi obbligatori in favore della Fondazione ONAOSI, disponendo che i contributi obbligatori siano stabiliti dal consiglio di amministrazione della Fondazione in modo da assicurare l'equilibrio della gestione e la conformità alle finalità statutarie, rapportando la misura degli stessi, per ciascun soggetto, ad una percentuale della retribuzione di base e all'anzianità di servizio. Il testo, modificato dal Senato, stabilisce tra l'altro i principi che devono essere osservati nell'ambito della riforma della Fondazione ONAOSI. In proposito, sottolinea che, come è emerso nel corso delle citate audizioni informali, il nodo essenziale è rappresentato dalla trasparenza e democraticità delle regole che la Fondazione adotterà e ritiene pertanto che la Commissione dovrà, nel prossimo futuro, acquisire maggiori elementi al riguardo da parte dei Ministeri vigilanti. Illustra quindi l'articolo 31, il quale prevede contributi straordinari per l'anno 2007 in favore di diversi enti ed associazioni (Istituto Gaslini di Genova, Unione italiana ciechi, Fondazione EBRI, Ente nazionale per la protezione e l'assistenza ai sordi, Associazione nazionale mutilati ed invalidi civili, Unione nazionale mutilati per servizio, Associazione nazionale mutilati ed invalidi per lavoro) nonché uno specifico contributo a favore degli istituti universitari, diretta emanazione di università straniere, legittimati a rilasciare titoli di studio riconosciuti in Italia ai sensi della Convenzione di Lisbona del 1997. Per quanto concerne l'articolo 33, sottolinea che le modifiche approvate dal Senato hanno esteso le disposizioni originariamente rivolte ai soli soggetti talassemici danneggiati da trasfusioni infette, anche ad altre categorie di soggetti danneggiati in ambito sanitario da trasfusioni di sangue infetto, da somministrazione di emoderivati o da vaccinazioni obbligatorie. In proposito, segnala la necessità di approfondire i profili relativi alla norma di copertura finanziaria introdotta, al comma 2-bis, nel corso dell'esame presso il Senato. Ricorda altresì che l'articolo 41 è volto ad incentivare l'ampliamento del mercato della locazione, con particolare riguardo al patrimonio immobiliare destinato alla locazione a canone sostenibile nei comuni soggetti a fenomeni di disagio abitativo e ad alta tensione abitativa, attraverso la costituzione di una apposita società di scopo, che dovrà promuovere la formazione di nuovi strumenti finanziari immobiliari finalizzati all'acquisizione, al recupero, alla ristrutturazione o alla realizzazione di immobili ad uso abitativo; a tal fine, si prevede un'autorizzazione di spesa nel limite di 100 milione di euro per l'anno 2007. Illustra quindi l'articolo 44, il quale dispone l'attribuzione, per l'anno 2007, di una detrazione fiscale pari a 300 euro a favore dei soggetti passivi dell'imposta IRPEF, il cui debito di imposta netto dovuto per l'anno 2006 risulti pari a zero; è altresì disposta l'attribuzione ai medesimi soggetti di un'ulteriore detrazione fiscale pari a 300 euro per ciascun familiare a carico. In proposito, osserva che il disegno di legge originario prevedeva una detrazione pari a 150 euro (anziché a 300 euro) in entrambi i casi: tale soluzione appare preferibile per evidenti ragioni di sostenibilità finanziaria e auspica pertanto che il testo originario sia ripristinato. Si sofferma infine sull'articolo 45, che integra, per 25 milioni di euro ciascuno, il finanziamento per il 2007 del Piano straordinario per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi della prima infanzia e del Fondo nazionale per le politiche sociali. Si riserva di formulare una proposta di parere, tenendo


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conto di quanto emergerà nel corso della discussione.

Mimmo LUCÀ, presidente, chiede al relatore se l'attuale formulazione dell'articolo 20, come modificata dal Senato, non possa dar adito all'inclusione dei Comuni tra i possibili beneficiari del 5 per mille, come era in passato.

Lionello COSENTINO (Ulivo), relatore, ritiene che il tenore letterale della norma porti ad escludere tale possibilità.

Roberto ULIVI (AN) osserva che il tetto del 14 per cento, stabilito all'articolo 5, comma 1, per l'onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l'assistenza farmaceutica territoriale, comprende sia l'assistenza diretta prestata dalle farmacie ospedaliere sia la distribuzione di farmaci in nome e per conto delle aziende ospedaliere. Al riguardo, ritiene che il Governo dovrebbe fornire dati precisi sull'ammontare delle voci di spesa citate.

Salvatore MAZZARACCHIO (FI) desidera soffermarsi sull'articolo 4, recante disposizioni in materia di commissari ad acta per le regioni inadempienti. Si tratta, a suo avviso, di una misura sicuramente importante, che rischia tuttavia di essere vanificata se lo Stato non è in grado di verificare in modo puntuale il rispetto dei piani di rientro concordati con le regioni. Si corre infatti il rischio di giungere alla nomina di un commissario ad acta solo in seguito alla chiusura dell'esercizio finanziario, con conseguente penalizzazione dei cittadini e delle imprese mediante un aumento dell'imposizione fiscale. Quanto alla possibilità che il commissario ad acta proponga la sostituzione dei direttori generali delle ASL, osserva che tale misura è destinata a rivelarsi del tutto insufficiente, se non viene modificata la normativa che attualmente disciplina la nomina dei direttori generali. Tale normativa, infatti, risulta del tutto inadeguata e prevede requisiti decisamente insufficienti, escludendo al contempo parlamentari e consiglieri regionali cessati dal mandato, che spesso posseggono un'elevata competenza in ambito sanitario. Si sofferma quindi brevemente sull'articolo 41, evidenziando come lo strumento delle locazioni di edilizia abitativa costituisca una delle principali fonti di indebitamento delle regioni. Tale strumento dovrebbe, a suo avviso, essere superato e sostituito da misure di sostegno in favore delle famiglie meno abbienti, che contraggono mutui per l'acquisto della casa di abitazione. Sottolinea infine che le disposizioni contenute all'articolo 44 non tengono debitamente conto del numero dei componenti il nucleo familiare dei soggetti la cui imposta netta dovuta per l'anno 2006 risulti pari a zero.

Mariella BOCCIARDO (FI) desidera soffermarsi in modo particolare su tre articoli del disegno di legge in esame. Il primo è l'articolo 28, commi 4-bis, 4-ter e 4-quater, riguardanti l'Agenzia nazionale per i giovani. I1 secondo è l'articolo 44, che riguarda le misure di sostegno a favore dei contribuenti a basso reddito. Il terzo è l'articolo 45, che prevede l'integrazione dei finanziamenti dei servizi socio-educativi per la prima infanzia e del Fondo per le politiche sociali.
Questi tre articoli assorbono, quanto a impegno di risorse, circa due terzi dell'intera manovra in materia sociale prevista dal decreto-legge in esame, ammontante globalmente a 2.920 milioni di euro, il 31 per cento di tutta la spesa prevista dal decreto nel suo complesso. I medesimi tre articoli impegnavano, nel testo originario del Governo, circa 1.950 milioni di euro, di cui 1.900 assorbiti dall'articolo 44, e cioè dalle misure di sostegno per i cosiddetti «incapienti», e gli altri 50 milioni di euro da interventi per la prima infanzia e per i giovani. Per quanto concerne l'articolo 28, osserva che i commi aggiunti al Senato non hanno grande rilevanza. I commi aggiuntivi riguardano la dotazione organica del personale dell'Agenzia nazionale per i giovani e attuano una decisione della Commissione europea del 30 aprile 2007 per quanto riguarda il programma europeo «Gioventù in azione». In proposito, ricorda che il programma «Gioventù in


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azione» riguarda l'impegno dei Paesi membri per il periodo 2007-2013 e ha un bilancio di 885 milioni di euro. Esso persegue cinque obiettivi generali: la promozione della cittadinanza attiva dei giovani; lo sviluppo di solidarietà, tolleranza e comprensione; la creazione di sistemi di sostegno; lo sviluppo della cooperazione europea nel settore della gioventù. Poiché la norma non ha particolare rilevanza sul piano delle risorse stanziate, ritiene si possano accettare gli indirizzi europei, non senza evidenziare che le maggiori risorse messe a disposizione vengono assorbite dalle strutture che devono gestire i progetti e quasi nulla rimane per i progetti stessi. L'articolo su cui ritiene si debba concentrare l'attenzione è l'articolo 44, che stabilisce misure di sostegno per le persone a basso reddito. Al riguardo, occorre osservare che il testo presentato al Senato - cioé il testo che il Governo voleva fosse approvato - differisce dal testo come risultante dagli emendamenti approvati dal Senato, grazie alla sconfitta del Governo su un emendamento, diventato ormai famoso: il 44.501 presentato dal senatore Fernando Rossi. Il primo testo, quello del Governo, era, a suo avviso, semplicemente vergognoso: prevedeva uno stanziamento globale di 1.900 milioni di euro a favore dei cosiddetti cittadini «incapienti», coloro che non percepiscono i vantaggi delle detrazioni fiscali perché non hanno reddito o hanno un reddito così basso che non sono tassabili e quindi non hanno sgravi fiscali. Era previsto un rimborso forfettario, solo per il 2007, di 150 euro e altri 150 euro per ogni familiare a carico. Persino alcuni esponenti della maggioranza, al Senato, avevano avanzato delle riserve su questo intervento, sostenendo che sarebbe stato necessario restringere la platea dei beneficiari per evitare il rischio di avvantaggiare gli evasori. Si era fatto notare che la norma impegnava soltanto il 20 per cento e che quindi era quanto mai grottesco parlare di decreto finalizzato all'equità sociale. Il senatore Ripamonti, relatore del provvedimento, aveva dichiarato che si trattava di una «iniziativa abbastanza rozza» nell'identificazione della platea che ne poteva trarre beneficio e che vi erano alcune incongruenze. Essendo stato fissato un tetto di spesa, potevano nascere problemi dal punto di vista dell'accessibilità per coloro che erano interessati a questa norma. Si era anche evidenziato il fatto che si trattava di una norma una tantum, valida solo per il 2007. Osserva quindi che le persone interessate dal provvedimento sono circa 12,5 milioni, che hanno un reddito annuo pari o inferiore a 7.550 euro l'anno. Nella versione originaria, sarebbero stati elargiti verosimilmente 41 centesimi al giorno ciascuno. Un collega del Senato, in sede di discussione in aula, ha ricordato ironicamente che alle mucche europee diamo ben 3 euro. Era una elemosina: mezzo chilogrammo di pane ogni due giorni. Il giudizio sul testo originario presentato dal governo al Senato non poteva essere che fortemente negativo da parte dell'opposizione. Ad aumentare le risorse a disposizione degli «incapienti» è intervenuto il citato emendamento del senatore Rossi che ha portato a 300 euro la somma pro capite e a 300 euro la somma per ogni familiare a carico. È stata quindi modificata la dotazione originaria del Fondo prevista al comma 3, che è stato portato da 1.900 milioni di euro a 5.000 milioni di euro. L'aumento è stato supportato anche dall'impiego del 30 per cento del Fondo costituito dai cosiddetti «depositi dormienti». In proposito, ricorda che per depositi dormienti si intendono quelle somme depositate presso banche o assicurazioni, che da dieci anni non vengono movimentate dal titolare del conto o da altra persona delegata. Quella dei depositi dormienti, finora trattenuti presso gli istituti di credito o assicurativi, è stata una risorsa che il Governo, alla fine della scorsa legislatura, ha avuto il coraggio di evidenziare come possibile risorsa. Nella sua ultima finanziaria aveva destinato questo Fondo, la cui consistenza era ancora tutta da evidenziare, all'indennizzo dei risparmiatori che erano stati vittime di frodi finanziarie e che avevano sofferto un ingiusto danno, tanto per intenderci i risparmiatori Cirio, Parmalat e soprattutto


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quelli che avevano avuto fiducia nei bond argentini. Successivamente, al Fondo dei depositi dormienti aveva fatto ricorso anche l'attuale Governo, stabilendo che il 20 per cento delle risorse disponibili dovevano essere riservate alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici. Ora si fa ricorso sempre al medesimo Fondo, impiegandone il 30 per cento per finanziare il sostegno alle persone povere individuate dall'attuale decreto-legge. In conclusione, l'emendamento del senatore Rossi, approvato al Senato, ha dato alle persone non abbienti l'equivalente di mezzo chilo di pane al giorno, ma non ha cambiato comunque lo spirito e il merito con cui l'attuale Governo pensa di affrontare l'emergenza povertà, che esso stesso ha provocato in questo anno e mezzo. Lo spirito è quello dell'assistenzialismo caritatevole, una specie di riparazione post rapina per farsi perdonare le angherie fiscali e del costo della vita, volute dall'attuale Governo. Osserva quindi che l'opposizione ha una visione completamente diversa, essendo convinta che la maggior parte dei cittadini «incapienti» hanno orgoglio e dignità, non vogliono elemosina, qualche centesimo al giorno, come se fossero dei mendicanti ai semafori. Chiedono allo Stato, e ne hanno un diritto non solo costituzionale ma anche etico (si veda l'enciclica Centesimus annus del 1991 di Papa Giovanni Paolo II, molto chiara in questo senso), una prospettiva di vita, di lavoro, di inserimento sociale, di una famiglia. Per citare una splendida massima cinese: «Se uno ha fame, non dargli il pesce ma insegnagli a pescare». Con questa norma, il Governo distribuisce pane e pesci ma non costruisce opportunità di lavoro, di famiglia, di vita. Concludendo, ricorda l'articolo 45, che prevede un finanziamento aggiuntivo per il piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia. Si tratta di aggiustamenti irrisori: appena 25 milioni di euro per asili nido, servizi integrativi, servizi innovati nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati. Appena altri 25 milioni di euro per reintegrare il Fondo per le politiche sociali. Come è noto, la dotazione del Fondo per le politiche sociali è pari a 1.635 milioni di euro per il 2007, 1.645 milioni per il 2008, 1.378 milioni per il 2009. Nella disponibilità diretta del Ministro della solidarietà sociale vi sono appena 50 milioni di euro, mentre tutto il resto è assorbito da INPS e regioni. Si tratta quindi di una norma insignificante, di cui tra l'altro è anche incerta la copertura finanziaria. In conclusione, il decreto-legge in esame è una specie di prologo al disegno di legge finanziaria: se queste sono le premesse, c'è di che essere preoccupati. L'unica speranza, a suo avviso, è che il Governo cessi quanto prima dalle sue funzioni.

Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo) si sofferma innanzitutto sull'articolo 4, volto a riportare la spesa sanitaria in linea con l'andamento della spesa pubblica nel suo complesso. A tal fine, si rende necessaria una forte responsabilizzazione di tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Segnala in proposito che è in atto una sensibile riduzione dei tempi di attesa per il pagamento delle aziende che forniscono beni e servizi di carattere sanitario alle regioni. Si tratta di un dato particolarmente significativo e di un importante successo del Governo, specie se si considera che, secondo la Corte dei conti, il 15 per cento dei fallimenti di aziende sono concentrati nel comparto dei fornitori di beni e servizi sanitari e sono dovuti, per la gran parte, a ritardi nei pagamenti da parte delle regioni. Le disposizioni di cui all'articolo 4, unitamente ad alcune norme contenute nel disegno di legge finanziaria attualmente all'esame del Senato, fanno emergere un disegno complessivo volto ad assicurare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale. Dichiara altresì di condividere le modifiche approvate dal Senato, con particolare riferimento alla facoltà del commissario ad acta di proporre la sostituzione dei direttori generali delle ASL e all'incompatibilità tra la nomina a commissario ad acta e qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento. Svolge


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quindi alcune considerazioni in merito all'articolo 5, sottolineando come le disposizioni ivi contenute definiscano un sistema di governo della spesa farmaceutica, che tiene conto delle risultanze del confronto con le aziende del settore. Come ricordato dal relatore, si tratta di un sistema basato, in analogia con quello adottato in Gran Bretagna, sull'attribuzione a ciascuna azienda titolare di autorizzazioni all'immissione in commercio di farmaci, di un budget annuale calcolato sulla base di criteri definiti. Un apposito fondo di garanzia, pari al 20 per cento delle risorse incrementali derivanti dall'eventuale aumento del tetto di spesa rispetto all'anno precedente, è destinato ad assicurare a questo nuovo sistema il necessario livello di flessibilità, mentre un ulteriore 20 per cento delle risorse incrementali costituisce un fondo aggiuntivo per la spesa dei farmaci innovativi, essendosi a tal fine rivelato insufficiente, in passato, lo strumento del premio di prezzo. Dichiara quindi di condividere le modifiche approvate dal Senato, con particolare riferimento alla modificazione del tetto fissato per l'onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l'assistenza farmaceutica territoriale (ridotta dal 14,4 per cento al 14 per cento), di cui al comma 1 dell'articolo in esame, all'autorizzazione della spesa di 1 milione di euro per l'anno 2007, per la prosecuzione del progetto «Ospedale senza dolore» e all'aumento del personale dell'AIFA, previsto all'articolo 5-bis. Quanto, infine, alle disposizioni a favore di soggetti danneggiati da trasfusioni infette, contenute all'articolo 33, ritiene che esse siano il frutto di una giusta assunzione di responsabilità da parte del Governo e di modifiche opportunamente approvate dal Senato. Al riguardo, auspica che, nel prosieguo dell'esame, possa essere valutata la possibilità di incrementare le risorse a ciò destinate.

Mimmo LUCÀ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.