VIII Commissione - Resoconto di mercoledì 14 novembre 2007


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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 14 novembre 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Tommaso Casillo.

La seduta comincia alle 9.50.

Variazione nella composizione della Commissione.

Ermete REALACCI, presidente, comunica che il deputato Rapisardo Antinucci entra a far parte della Commissione e cessa di farne parte il deputato Lello Di Gioia. Nel ringraziare il deputato Di Gioia


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per l'impegno profuso nei lavori della Commissione, formula un breve indirizzo di saluto al deputato Antinucci.
Comunica, altresì, che il deputato Michele Tucci entra a far parte della Commissione.

Schema di convenzione unica autostradale tra l'ANAS SpA e la Società autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova SpA.
Atto n. 188.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Rodolfo Giuliano VIOLA (PD-U), relatore, ricorda che la Commissione esamina lo schema di convenzione in titolo, al pari degli altri due provvedimenti analoghi, in base al combinato disposto dei commi 82 e 84 dell'articolo 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, come modificato dall'articolo 1, comma 1030, della legge finanziaria 2007, che hanno introdotto lo strumento della «convenzione unica», cui debbono conformarsi le attuali convenzioni autostradali alla prima revisione o in occasione dell'aggiornamento del piano finanziario, che sostituisce ad ogni effetto la convenzione originaria, nonché tutti i relativi atti aggiuntivi, e ha valore ricognitivo per le parti diverse da quelle derivanti dall'aggiornamento ovvero dalla revisione.
Illustra, quindi, lo specifico schema di convenzione in esame, sul quale ritiene particolarmente utile effettuare eventuali, ulteriori, approfondimenti nel seguito dell'iter, anche in ragione di taluni profili di problematicità che la concessione autostradale in questione sembra presentare. In tal senso, fa presente che lo schema di convenzione disciplina il rapporto tra Anas Spa (concedente) e la Società autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova S.p.A. (concessionario) ai fini della progettazione, costruzione ed esercizio delle seguenti opere: tratta autostradale A4 Brescia-Padova (146,1 km); tratta autostradale A31 Trento-Valdastico-Vicenza-Riviera Berìca-Rovigo (128,2 km, realizzata ed in esercizio ad oggi solo nel tratto da Vicenza a Piovene-Rocchette per 36,4 km); opere complementari ai collegamenti autostradali. Ricorda, inoltre, che il CIPE ha anche approvato, con le prescrizioni e le raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il progetto definitivo del «Raccordo autostradale tra l'autostrada A4 e la Valtrompia», con un costo di 769,319 milioni di euro, riconoscendo, altresì, la compatibilità ambientale dell'opera e prevedendo che la copertura finanziaria dell'intervento venisse assicurata dalla società concessionaria, in occasione della revisione quinquennale del piano finanziario allegato al citato atto convenzionale e che l'Allegato infrastrutture al DPEF 2008-2012 indica il Raccordo autostradale tra l'autostrada A4 e la Valtrompia tra le opere in corso, integralmente coperte. In proposito, tuttavia, fa presente che, in seguito alla sentenza del 27 dicembre 2005 della Corte di giustizia europea, secondo cui l'opera era stata affidata in violazione della normativa nazionale in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici, l'opera è stata stralciata dalla concessione alla Società Brescia-Padova.
Osserva, quindi, che la scadenza della concessione è fissata al 31 dicembre 2026, in funzione della realizzazione della Valdastico Nord; viene altresì previsto che, in caso di mancata approvazione del progetto definitivo relativo alla realizzazione della Valdastico Nord entro il 30 giugno 2013, verranno conseguentemente definiti dalle parti, nei 6 mesi successivi, gli effetti sul piano economico-finanziario e sulla concessione.
Segnala, inoltre, che nel piano finanziario allegato allo schema di convenzione (allegato E) viene indicato un costo per la realizzazione delle opere pari a 2.838,861 milioni di euro, ma non è precisato se tale costo è pari al lordo o al netto del presumibile ribasso d'asta, come osserva il CIPE nel proprio parere. Sottolinea, poi, che il suddetto piano finanziario prevede il completo ammortamento dei costi delle opere al 31 dicembre 2046 e - alla scadenza


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della concessione - un valore di subentro pari a 1.895,944 milioni di euro. Per quanto riguarda i canoni, il piano finanziario precisa che il canone dovuto allo Stato ai sensi dell'articolo 12 viene calcolato in percentuale sugli introiti netti da pedaggio come previsto all'articolo 1, comma 1020, del decreto-legge n. 262 del 2006, mentre il canone di subconcessione è calcolato con un'aliquota del 2 per cento sui ricavi derivanti da attività assegnata in sub-concessione a terzi e del 20 per cento sulle nuove attività come da previsione convenzionale.
Rileva che, con delibera del 15 giugno 2007, n. 41, il CIPE si è pronunciato favorevolmente sullo schema di convenzione unica, subordinatamente all'osservanza di alcune prescrizioni e precisando che la stesura definitiva potrà essere definita solo dopo la conclusione della procedura di infrazione in corso in ambito europeo. A tal fine, sollecita uno specifico chiarimento da parte del Governo, segnalando che la Commissione ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora, contestando che la decisione dell'autorità concedente ANAS di accordare una proroga della concessione in favore della società Brescia-Padova costituirebbe una violazione della direttiva 2004/18/CE, e segnatamente del suo articolo 58, ovvero, nel caso in cui tale direttiva non fosse applicabile, degli articoli 43 e 49 del trattato CE. Con delibera del 20 febbraio 2006, l'autorità concedente ANAS ha deciso di accordare una proroga di 23 anni (2013-2036) della concessione autostradale della quale è titolare la società Brescia-Padova e ha approvato l'atto aggiuntivo diretto a modificare la convenzione di concessione; in tal senso, secondo le autorità italiane non ci sarebbe una nuova attribuzione in favore del concessionario. Poiché, tuttavia, la Commissione europea ricorda in via preliminare che, ai sensi del diritto comunitario, la proroga di una concessione equivale all'attribuzione di una nuova concessione, pertanto soggetta al rispetto della direttiva 2004/18/CE, la quale impone di affidare le concessioni che rientrano nel suo campo di applicazione attraverso una procedura di messa in concorrenza, giudica essenziale comprendere dal dicastero competente quali siano gli orientamenti in materia.
In conclusione, ritiene che per il momento si possa adottare - sul testo dello schema di convenzione in esame - un giudizio di sospensione, al fine di procedere ai necessari approfondimenti, legati anche all'esigenza di analizzare con attenzione l'esito delle importanti prescrizioni dettate dal CIPE. A questo scopo, prospetta l'opportunità di svolgere una audizione informale di rappresentanti dell'ANAS.

Ermete REALACCI, presidente, prende atto della proposta di audizione informale testé prospettata dal relatore, che sarà sottoposta all'attenzione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi; al riguardo, preannuncia peraltro l'intenzione di prevedere che l'audizione abbia ad oggetto tutti e tre gli schemi di convenzione all'esame della Commissione.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di convenzione unica autostradale tra l'ANAS SpA e la Società delle autostrade di Venezia e Padova SpA.
Atto n. 189.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Rodolfo Giuliano VIOLA (PD-U), relatore, illustra il contenuto dello schema di convenzione in titolo, segnalando che esso sembra presentare minori problemi rispetto al precedente, non sussistendo, peraltro, alcuna questione aperta a livello comunitario. Osserva, quindi, che lo schema di convenzione disciplina il rapporto tra Anas Spa (concedente) e la Società delle Autostrade di Venezia e Padova Spa (concessionario) per la costruzione ed esercizio dell'autostrada A4 Mestre


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(Venezia)-Padova, della tangenziale Ovest di Mestre (km 32,4), del raccordo autostradale tra la tangenziale Ovest di Mestre e l'aeroporto Marco Polo di Venezia (km 9,4); lo schema riguarda anche la progettazione ed esecuzione di una serie di interventi di adeguamento della viabilità e per la sicurezza del traffico. Ricordato che la scadenza della concessione è fissata al 30 novembre 2009, fa presente che nel piano finanziario allegato allo schema di convenzione (allegato E) viene indicato un costo per la realizzazione delle opere pari a 55,57 milioni di euro: in proposito, giudica necessario che il Governo precisi se tale costo è pari al lordo o al netto del presumibile ribasso d'asta, come osserva lo stesso CIPE nel parere del 15 giugno 2007.
Per quanto riguarda i canoni, rileva che il piano finanziario quantifica l'entità del canone di concessione annuo nella misura del 2,4 per cento dei proventi da pedaggio (a partire dal 2007). Il 42 per cento di tale canone dovrà essere corrisposto all'ANAS e il rimanente 58 per cento allo Stato. In base all'articolo 13 e secondo quanto precisato dal medesimo Piano, è previsto inoltre un canone annuo all'ANAS pari al 2 per cento dei proventi da subconcessioni ed altre attività collaterali, quali ad esempio royalties su aree di servizio, locazioni, attraversamenti, spazi pubblicitari, attività promozionali, sfruttamento commerciale di reti di telecomunicazioni. Ricorda, inoltre, che il CIPE si è pronunciato favorevolmente sullo schema di convenzione unica, subordinatamente all'osservanza di alcune prescrizioni, che risultano, tuttavia, meno incisive di quelle riferite allo schema di convenzione relativo alla Società autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova SpA. Evidenzia, infine, il parere reso dal NARS, che ha un contenuto favorevole in merito alla rispondenza della convenzione alla normativa vigente di settore, a condizione che si tenga conto di alcune osservazioni e che si proceda con priorità assoluta all'elaborazione delle linee-guida di cui agli articoli 3.3 e 3.12 del documento tecnico allegato alla delibera n. 1/2007 (che detta criteri in materia di regolazione economica del settore autostradale) e all'aggiornamento dello schema di piano finanziario allegato agli atti convenzionali.
In conclusione, ritiene utile che anche su tale provvedimento possa essere acquisito l'orientamento dell'ANAS, mediante lo svolgimento di un audizione informale, secondo i criteri illustrati in relazione al precedente schema di convenzione.

Paolo CACCIARI (RC-SE) ricorda che il Ministro delle infrastrutture, in risposta a un suo recente atto formale, aveva informato il Parlamento dell'istituzione di una commissione ministeriale di indagine su tutte le società autostradali venete, che avrebbe dovuto concludere il proprio lavoro istruttorio entro il settembre del 2007. Giudica, pertanto, utile che la Commissione sia portata a conoscenza degli esiti di tale attività di indagine, che investe questioni amministrative rilevanti, quali in particolare l'assetto dei consigli di amministrazione delle società concessionarie, l'attribuzione di consulenze e la corresponsione di emolumenti per prestazioni non meglio precisate. Tali informazioni, a suo avviso, diventano assolutamente pregiudiziali per il seguito dell'esame degli schemi di convenzione trasmessi dal Governo.

Il sottosegretario Tommaso CASILLO avverte che i lavori della commissione ministeriale di indagine potrebbero essere stati prorogati e, pertanto, potrebbero non essere ancora giunti a conclusione. In ogni caso, si riserva di fornire ogni possibile chiarimento in occasione della prossima seduta, valutando anche la possibilità di illustrare alla Commissione eventuali anticipazioni degli esiti dell'attività istruttoria in questione.

Franco STRADELLA (FI) osserva che l'avvio dell'esame degli schemi di convenzione da parte della Commissione, caratterizzato da una sostanziale incertezza di elementi istruttori, fa sorgere dubbi e perplessità sulla reale efficacia delle modifiche alla disciplina delle concessioni


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autostradali introdotte con la manovra finanziaria per il 2007.

Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di convenzione unica autostradale tra l'ANAS SpA e la Società autocamionale della Cisa SpA.
Atto n. 187.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Raffaella MARIANI (PD-U), relatore, illustra lo schema di convenzione in titolo, che disciplina il rapporto tra Anas Spa (concedente) e la Società autocamionale della CISA Spa (concessionario) per la costruzione ed esercizio dell'autostrada A15 Parma-La Spezia (km 101) con prolungamento per Mantova-Nogarole Rocca (km 83). Tale collegamento si compone di due tronchi per complessivi 184 km. Il prolungamento per Mantova è suddiviso, a sua volta, in due tratte funzionali: da Parma all'autostrada regionale Cremona - Mantova (compresa la parte in comune); dall'Autostrada regionale Cremona-Mantova a Nogarole Rocca. Fa presente, inoltre, che lo schema di convenzione riguarda anche la progettazione ed esecuzione di una serie di interventi di adeguamento della viabilità e per la sicurezza del traffico, che sono indicati dettagliatamente nell'articolo 2. Osserva, altresì, che la scadenza della concessione è fissata al 31 dicembre 2031; alla scadenza del periodo di durata della concessione, il Concessionario provvede al trasferimento in proprietà al Concedente dell'autostrada assentita in concessione nonché delle relative pertinenze, a titolo gratuito ed in ottimo stato di conservazione.
Al riguardo, rileva preliminarmente che la sua relazione odierna avrà carattere molto generale, essendo opportuno rimettere alla successiva attività istruttoria in Commissione - anche mediante la prospettata audizione informale di rappresentanti dell'ANAS - eventuali elementi di particolare complessità. Giudica, inoltre, essenziale che anche il Governo faccia la sua parte, fornendo i necessari chiarimenti su talune specifiche questioni, che intende sin d'ora segnalare.
Osserva che un primo ordine di problemi si pone sul piano finanziario, che indica un costo per la realizzazione delle opere pari a 2.040 milioni di euro (1.810 milioni di euro, al netto di 22 milioni di euro già realizzati al 31 dicembre 2006, per la tratta Parma - Nogarole Rocca e 230 milioni di euro per la tratta Parma-La Spezia), ma che - come osserva il CIPE nel parere del 15 giugno 2007 - non precisa se tale costo sia da considerarsi pari al lordo o al netto del presumibile ribasso d'asta. Il piano finanziario prevede, inoltre, il completo ammortamento dei costo delle opere entro la data indicata del 31 dicembre 2056 e, alla scadenza della concessione, un valore di subentro pari a 1.569,546 milioni di euro. Per quanto riguarda i canoni, segnala che il piano finanziario quantifica l'entità del canone di concessione annuo (che il concessionario è tenuto a corrispondere ai sensi dell'articolo 12) nella misura del 2,4 per cento dei proventi da pedaggio.
Ritiene, altresì, necessario che il Governo e l'ANAS chiariscano se intendono adeguarsi alle prescrizioni indicate nel parere del CIPE, nonché alle osservazioni formulate dal NARS. In questo ambito, peraltro, sottolinea che occorre fornire ogni possibile elemento conoscitivo in ordine alla procedura di infrazione comunitaria richiamata dallo stesso CIPE, con cui la Commissione europea ha contestato all'Italia che la decisione dell'autorità concedente ANAS di accordare una proroga di 34 anni (2010-2044) della concessione autostradale di cui è titolare la società Autocamionale della Cisa costituirebbe una violazione della direttiva 2004/18/CE. Ricorda, infatti, che nel 1999 l'ANAS e la società Autocamionale della Cisa hanno concluso una convenzione che ha integralmente sostituito le precedenti convenzioni, prevedendo già una proroga della durata della concessione originaria fino all'attuale


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scadenza del 2010: la Commissione europea osserva che tale convenzione avrebbe per oggetto la realizzazione e la gestione dell'autostrada della Cisa, peraltro costruita già da tempo, nonché la realizzazione dell'autostrada denominata TI.BRE, la quale, tuttavia, non sarebbe stata prevista nel piano finanziario di tale convenzione. In tal senso, la Commissione europea ribadisce, anzitutto, che, ai sensi del diritto comunitario, la proroga di una concessione equivale all'attribuzione di una nuova concessione, pertanto soggetta alla direttiva 2004/18/CE, e, in ogni caso, degli articoli 43 e 49 del trattato CE, disposizioni che impongono all'autorità concedente di assicurare una pubblicità adeguata che permetta un'apertura delle concessioni alla concorrenza. Fa presente, inoltre, che la stessa Commissione europea rileva che, a prescindere da ogni verifica circa il fatto che la realizzazione dell'autostrada TI.BRE rientri effettivamente nella convenzione del 1999, le autorità italiane non hanno fornito elementi suscettibili di dimostrare che tale autostrada non può essere completata dal concessionario prima della scadenza della concessione e che, per di più, un periodo di gestione di circa venti anni è indispensabile per consentirgli di farlo.
In conclusione, auspica che nel seguito dell'esame sia possibile giungere alla chiarificazione delle questioni sul tappeto, raccomandando il tempestivo svolgimento della prospettata audizione di rappresentanti dell'ANAS.

Paolo CACCIARI (RC-SE) dichiara di non comprendere come il Governo italiano intenda risolvere la contraddizione tra atti di proroga delle concessioni autostradali e procedure di infrazione comunitaria, atteso che la Commissione europea ritiene che la proroga equivalga ad una nuova concessione. Riterrebbe pertanto utile, a tal fine, acquisire anche l'orientamento del dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie.

Franco STRADELLA (FI) pone in evidenza la difficoltà di esaminare gli schemi di convenzione assegnati alla Commissione, anche in considerazione della complessità delle norme contrattuali già definite in sede di accordo convenzionale. Auspica, quindi, che i tempi necessari all'istruttoria parlamentare non blocchino le relative procedure, sottolineando come l'avvenuta firma degli atti di concessione non possa che essersi basata su elementi giuridici e contrattuali certi e consolidati.

Ermete REALACCI, presidente, considerato anche che il termine per l'espressione del parere di competenza viene in scadenza il prossimo 5 dicembre, giudica utili le richieste di approfondimento formulate nel corso del dibattito in relazione ai tre schemi di convenzione all'esame della Commissione, riservandosi di rimettere le conseguenti valutazioni all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.20.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 14 novembre 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Tommaso Casillo.

La seduta comincia alle 10.20.

5-01132 Caparini: Transitabilità delle uscite dalla strada statale n. 42.

Il sottosegretario Tommaso CASILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Davide CAPARINI (LNP), pur ringraziando il rappresentante del Governo per la tempestività della risposta, si dichiara tuttavia insoddisfatto, poiché nella stessa mancano indicazioni concrete sulle iniziative


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che si intendono adottare per risolvere la grave situazione prodotta a causa della chiusura dello svincolo di accesso alla strada statale n. 42 in una località sita nel comune di Esine, che sta creando notevoli problemi sia in termini di volumi di traffico - anche pesante - sia in termini di sicurezza e di qualità della vita dei cittadini che risiedono nei centri abitati interessati. Ritiene, pertanto, indispensabile che il Governo approfondisca la questione, al fine di giungere alla individuazione, in tempi rapidissimi, di adeguate soluzioni; a questo scopo, si riserva di presentare ulteriori atti di sindacato ispettivo.

5-01666 Fasciani: Attività delle SOA alla luce del regolamento attuativo del codice dei contratti pubblici.

Il sottosegretario Tommaso CASILLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Giuseppina FASCIANI (PD-U), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la puntualità della risposta fornita al proprio atto di sindacato ispettivo, ribadisce tuttavia la propria convinzione circa l'esattezza delle critiche rivolte a talune pratiche elusive nelle attività delle SOA; richiama, quindi, l'attenzione del dicastero competente sull'opportunità che nel regolamento applicativo del cosiddetto «codice dei contratti pubblici» trovi adeguata tutela il diritto di tali società ad organizzare liberamente le attività aziendali, anche con riferimento all'espletamento dell'attività di promozione commerciale. In questo ambito, ritiene indispensabile che il Ministero delle infrastrutture avvii al più presto un confronto con le associazioni professionali dei promotori commerciali delle SOA, le quali ritengono - a suo avviso giustamente - che le cattive pratiche di alcuni non debbano tradursi in una generale penalizzazione della categoria. In tal senso, rivolge un forte auspicio al Ministro affinché convochi rapidamente dette associazioni professionali, anche per ascoltare le loro proposte, dirette ad elevare il livello di trasparenza e di chiarezza nello svolgimento della relative attività.

La seduta termina alle 10.30.

RISOLUZIONI

Mercoledì 14 novembre 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Tommaso Casillo.

La seduta comincia alle 10.30.

7-00302 Realacci: Disciplina dei criteri di computo dell'indennità di espropriazione.
(Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00099).

La Commissione inizia la discussione.

Ermete REALACCI, presidente, illustra la risoluzione in titolo, rilevando che la recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5-bis del decreto-legge n. 333 del 1992, relativo alla quantificazione dell'indennità di esproprio, rischia di produrre - in mancanza di un intervento legislativo che definisca un nuovo e più stabile assetto della materia - incertezze per i diritti dei cittadini ed effetti devastanti sui bilanci dei comuni, nonché di paralizzare le attività relative alla realizzazione delle opere pubbliche. In questo senso, la risoluzione presentata intende porsi come uno strumento utile, non solo per dare forza all'indispensabile azione del Governo per l'individuazione di un ragionevole punto di equilibrio in tema di proprietà, fra esigenze di carattere generale e salvaguardia dei diritti individuali, ma anche per accelerare al massimo i tempi per la messa in moto, da parte del Governo stesso, delle indispensabili iniziative normative.


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Gianpiero BOCCI (PD-U) dichiara di sottoscrivere la risoluzione in titolo, di cui condivide finalità e contenuti.

Guido DUSSIN (LNP), nel condividere la preoccupazione espressa dal presidente in ordine al fatto che l'attuale situazione rischia di produrre gravi contraccolpi all'attività dei comuni, soprattutto di quelli di piccole dimensioni, si domanda in quali termini si ponga la risoluzione in titolo rispetto alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, la quale ha sancito con nettezza l'incompatibilità della norma introdotta dall'articolo 5-bis del decreto-legge n. 333 del 1992 con il contenuto della Convenzione europea per i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali. Preannuncia, inoltre, l'intenzione di sottoscrivere la risoluzione in titolo.

Ermete REALACCI, presidente, nel ringraziare il deputato Dussin per le considerazioni svolte, osserva che la recente sentenza della Corte costituzionale si pone esattamente in linea con quella della Corte europea dei diritti dell'uomo; proprio tali pronunce giurisprudenziali, infatti, impongono di trovare con urgenza una soluzione alla delicata questione affrontata dalla risoluzione in titolo.

Franco STRADELLA (FI), pur dichiarandosi d'accordo con il presidente sulla necessità di trovare con urgenza un nuovo e più avanzato punto di equilibrio normativo in materia di quantificazione dell'indennità di esproprio, anche immaginando forme di compensazione diverse da quella di natura monetaria, ritiene che il punto di partenza debba essere dato dal riconoscimento della fondatezza delle argomentazioni e dei principi posti alla base delle pronunce giurisprudenziali citate nella risoluzione stessa. Preannuncia, quindi, l'intenzione di sottoscrivere la risoluzione in titolo.

Mauro CHIANALE (PD-U) richiama il dettato costituzionale, che espressamente parla di indennizzo proprio per sottolineare come in questo ambito si debba far riferimento non al prezzo del bene espropriato, per ragioni di pubblica utilità, ma più semplicemente al ristoro da dare al proprietario per il danno subito, non potendosi equiparare tale indennizzo al valore commerciale del bene: a tal fine, propone di integrare in maniera più esplicita il contenuto della lettera a) delle premesse della risoluzione in discussione. Ritiene, quindi, quanto mai opportuno approvare la risoluzione stessa, che dichiara di sottoscrivere.

Il sottosegretario Tommaso CASILLO dichiara di condividere le preoccupazioni e gli obiettivi manifestati dai deputati intervenuti, nonché lo spirito e le ragioni che sono alla base della risoluzione in titolo: in proposito, peraltro, fa presente che il Governo sta valutando la possibilità di istituire, con il pieno coinvolgimento del Parlamento, una specifica commissione di studio, per definire in tempi rapidissimi una soluzione normativa capace di rispondere positivamente alle esigenze rappresentate dalla risoluzione in titolo. Pur comprendendo che l'istituzione di una simile commissione di studio possa suscitare perplessità rispetto ai tempi immaginati per una definitiva soluzione della questione, sottolinea che il Governo vuole compiere questo passo per la delicatezza della materia, sebbene si abbia ben presente il rischio grave di un vuoto legislativo e le pesantissime ricadute sull'attività dei comuni.

Ermete REALACCI, presidente, in relazione alle informazioni rese dal rappresentante del Governo, osserva che una apposita iniziativa normativa potrebbe anche essere assunta in sede parlamentare; tuttavia, ritiene che su questa materia possa ritenersi ampiamente giustificato anche il ricorso alla decretazione d'urgenza. Per tali motivi, sottolinea che la sua risoluzione intende promuovere un impegno del Governo in tempi rapidissimi, al fine di giungere alla individuazione di una utile soluzione legislativa, rispetto alla quale la Commissione e lo stesso Parlamento non hanno intenzione di sottrarsi.


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Presenta, quindi, una nuova versione della sua risoluzione (vedi allegato 3), nella quale si esplicita più chiaramente, alla lettera a) delle premesse, il principio in precedenza richiamato dal deputato Chianale.

Il sottosegretario Tommaso CASILLO esprime un orientamento favorevole sulla nuova versione della risoluzione in discussione.

La Commissione approva, quindi, la nuova versione della risoluzione in titolo, che assume il numero 8-00099.

La seduta termina alle 10.45.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 14 novembre 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Gianni Piatti.

La seduta comincia alle 15.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

Ermete REALACCI, presidente, comunica che il deputato Grazia Francescato cessa di far parte della Commissione.

DL 180/07: Differimento di termini in materia di autorizzazione integrata ambientale.
C. 3199 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 13 novembre 2007.

Ermete REALACCI, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il rappresentante del Governo si è impegnato a fornire i necessari chiarimenti in ordine ai profili problematici recati dal provvedimento in titolo.

Il sottosegretario Gianni PIATTI consegna una documentazione (vedi allegato 4), che intende rispondere ai quesiti posti nella seduta di ieri. In particolare, segnala che gli impianti interessati dal rilascio dell'AIA sono circa 8.500 sul territorio nazionale e che il 20 per cento delle autorizzazioni è di competenza statale. Fa presente, inoltre, che numerose procedure di infrazione comunitaria aperte per l'incompleto recepimento della direttiva 96/61/CE riguardano oltre la metà dei Paesi europei e che il problema principale di fronte al quale si trova l'Italia consiste nell'incapacità del sistema regionale di rispondere alle sollecitazioni del dicastero dell'ambiente.
Rileva, altresì, che è stato attivato un percorso di dialogo con la Commissione europea, nel cui ambito ci si rende conto delle difficoltà esistenti, soprattutto per gli Stati membri che - come l'Italia - hanno decentrato le competenze in materia di rilascio delle autorizzazioni. Nel preannunciare l'intenzione di predisporre un apposito emendamento che rinforzi gli elementi relativi alle autorizzazioni di settore, anche per facilitare il lavoro degli uffici regionali, osserva infine che i contatti con gli organismi europei sembrano dare un sufficiente affidamento sulla probabilità di essere al riparo da eventuali procedure di infrazione.

Camillo PIAZZA (Verdi), relatore, nel chiedere conferma al Governo circa l'esattezza del dato relativo alla percentuale di AIA a livello statale, che risulterebbe pari al 20 per cento delle autorizzazioni complessive, si domanda quante di queste autorizzazioni siano già state concesse dal Ministero e se il Ministero stesso sia in grado comunque di procedere nella direzione di concedere - nei tempi fissati dal decreto-legge in esame - le autorizzazioni richieste.

Il sottosegretario Gianni PIATTI, nel confermare che alcune centinaia di richieste di autorizzazioni nazionali sono già state presentate al Ministero, informa che, ad oggi, sono pochissime le autorizzazioni


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concesse, in ragione del fatto che la Commissione VIA è stata appena reintegrata nelle sue funzioni. Assicura, peraltro, che è intenzione del Ministero procedere all'esame di tutte le pratiche entro il termine previsto dalla proroga in questione.

Ermete REALACCI, presidente, intende segnalare che da più parti, con riferimento al provvedimento in esame, sono stati sollecitati in via informale, in questi giorni, interventi che attengono alla proroga, in deroga alle norme relative ai limiti alle emissioni di CO2, dell'attività di taluni impianti di produzione di energia elettrica, ubicati soprattutto in Sicilia. Al riguardo, segnala che, dopo un primo esame sommario delle questioni rappresentate, non sembrerebbero sussistere, a suo avviso, le condizioni per ampliare l'ambito di intervento normativo del provvedimento in titolo. Rileva, infatti, che - mentre tale provvedimento si riferisce a casi nei quali le pubbliche amministrazioni sono, e continuano ad essere, inadempienti - gli ulteriori interventi sollecitati si riferiscono a realtà ben diverse, nelle quali i ritardi sono dovuti alle aziende, che non hanno provveduto ad adeguare impianti non più in linea con i parametri normativi e con le migliori tecnologie disponibili e, per questo, hanno difficoltà nell'osservanza dei fondamentali limiti relativi alle emissioni di gas a effetto serra.

Camillo PIAZZA (Verdi), relatore, con riferimento alla questione posta dal presidente, ritiene opportuno che la Commissione consideri anche il fatto che si è in presenza di impianti per i quali l'autorizzazione, originariamente non necessaria, è diventata oggi indispensabile per consentire di effettuare la riconversione ad un combustibile diverso da quello precedentemente utilizzato. Inoltre, ritiene che la Commissione debba anche tenere conto che si tratta di impianti che producono circa il 20 per cento dell'intero fabbisogno di energia elettrica della Regione Siciliana.

Raffaella MARIANI (PD-U), nel segnalare che anche al suo gruppo è stata rappresentata la questione testé sollevata dal presidente, precisa che l'eventuale proroga all'esercizio degli impianti coinvolti nella regione dovrebbe essere limitata al momento dell'entrata in funzione di nuovi impianti, attualmente in fase di completamento, che dovrebbero entrare in funzione entro e non oltre il settembre del 2009. In ogni caso, alla luce della discussione svolta, ritiene senz'altro che la questione possa essere più utilmente approfondita nel seguito dell'esame e che una sua compiuta valutazione non possa prescindere da una attenta riflessione sulle specifiche responsabilità della Regione Siciliana.

Camillo PIAZZA (Verdi), relatore, intervenendo per una precisazione, osserva che occorrerebbe anche valutare se i ritardi nell'adeguamento degli impianti siciliani in questione non siano dipesi, anche solo in parte, da ritardi delle pubbliche amministrazioni competenti per il completamento della procedura di VIA, che a lui risulta «ferma» da due anni.

Ermete REALACCI, presidente, anche in ragione delle considerazioni svolte dal relatore e dal deputato Mariani, ritiene indispensabile che tale questione sia istruita nel modo più completo e approfondito possibile, rinviandola ad una successiva fase di esame; in caso contrario, infatti, per come la situazione sembra fin qui delineata, non risulta opportuno ampliare l'ambito dell'intervento legislativo. Ricorda, quindi, in termini più generali, che in Italia si è consolidata una forte competizione sulla produzione di energia, che ha reso economicamente più convenienti determinate tipologie di impianti, quali ad esempio quelli basati sul ciclo combinato a gas. Ritiene, dunque, che spetti alla Commissione il compito strategico di far comprendere fino in fondo, a tutti i soggetti coinvolti (dai diversi livelli territoriali delle istituzioni ai rappresentanti del mondo del lavoro e ai rappresentanti del mondo imprenditoriale), che gli investimenti in nuove tecnologie e in nuovi cicli produttivi - più rispettosi dell'ambiente,


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ma alla lunga anche più convenienti economicamente - sono una necessità ineludibile, se davvero si vuole realizzare una sintesi virtuosa delle esigenze ambientali e di quelle della crescita economica. Diversamente, ogni intervento che assecondasse aspettative, pur legittime, ma fondate su una strategia del rinvio e della proroga, rischierebbe - a suo giudizio - di tradursi in scelte conservatrici a tutela di cicli produttivi ed impianti obsoleti e inquinanti, nonché a scapito dell'innovazione tecnologica e degli investimenti produttivi e, dunque, in ultima analisi, a danno dello sviluppo oltre che dell'ambiente. In tal senso, conferma che - se si vuole avere l'assenso della Commissione per l'eventuale proroga dell'autorizzazione all'esercizio di impianti di energia elettrica in alcune regioni - le ragioni di questa proroga debbano essere ben motivate.

Paolo CACCIARI (RC-SE) ringrazia il rappresentante del Governo per le informazioni rese alla Commissione, dichiarandosi certo che le regioni del Nord Italia maggiormente interessate dalle richieste di autorizzazione integrata ambientale siano tecnicamente in condizione di procedere al rilascio delle autorizzazioni stesse. In tal senso, ritiene che il problema in questione abbia una natura chiaramente politica, che configura una vera e propria «disobbedienza organizzata» da parte del sistema regionale rispetto alle direttive comunitarie in materia ambientale. Poiché il suo gruppo giudica inammissibile tale atteggiamento di inadempienza politica assunto dalle regioni, insiste per l'introduzione di poteri sostitutivi a livello statale. A tal fine, invita il relatore a farsi carico di predisporre apposite proposte emendative, dirette non soltanto a intervenire presso quelle regioni che non hanno ancora istituito le commissioni AIA, ma anche a richiedere a tutte le regioni di fornire, entro trenta giorni, un crono-programma degli impegni da assumere per garantire il rispetto dei termini di cui al provvedimento in esame.

Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.
Ricordato, quindi, che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti è fissato alle ore 17 di oggi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 14 novembre 2007.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.40.