IV Commissione - Resoconto di marted́ 18 dicembre 2007


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SEDE REFERENTE

Martedì 18 dicembre 2007. - Presidenza del presidente Roberta PINOTTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Alfiero Grandi.

La seduta comincia alle 14.15.

Scioglimento del Corpo della guardia di finanza, istituzione della Polizia economica e finanziaria e delega al Governo per l'organizzazione della medesima.
C. 2846 Deiana.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Andrea PAPINI (PD-U), relatore, considerata la complessità della materia in oggetto, prima di passare all'esame del provvedimento, ritiene opportuno ricostruire l'attuale assetto organizzativo del Corpo della guardia di finanza, come risultante dal quadro normativo delineatosi negli ultimi anni.
In proposito, ricorda che i compiti del Corpo sono stati ridefiniti e aggiornati nell'ambito del più generale processo di riforma delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare. I decreti legislativi che hanno dato attuazione a questo disegno sono stati adottati sulla base della legge 31 marzo 2000, n. 78, recante delega al Governo in materia di riordino dell'Arma dei carabinieri, del Corpo forestale dello Stato, del Corpo della guardia di finanza e della Polizia di Stato.
Infatti, l'articolo 4 della citata legge aveva delegato il Governo ad emanare uno o più decreti legislativi per la revisione delle norme concernenti il reclutamento, lo stato giuridico e l'avanzamento degli ufficiali del Corpo della guardia di finanza e per l'adeguamento dei compiti del Corpo, in relazione al riordino della pubblica amministrazione, fermo restandone l'inquadramento disposto dall'articolo 1 della legge n. 189 del 1959.
L'articolo 9, comma 1, della legge n. 78 del 2000 aveva inoltre conferito, tra le altre, una delega al Governo per l'emanazione di disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 199, che, in attuazione dell'articolo 3


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della legge n. 216 del 1992, aveva delineato un quadro normativo omogeneo in materia di nuovo inquadramento del personale non direttivo e non dirigente del Corpo della guardia di finanza, coordinando le varie disposizioni di legge vigenti in materia di reclutamento, stato giuridico ed avanzamento del personale appartenente ai ruoli dei sottufficiali e degli appuntati e finanzieri.
La delega relativa alla disciplina dei compiti della guardia di finanza è stata attuata con il decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68, mentre i profili riguardanti la normativa in materia di reclutamento, stato giuridico e avanzamento degli ufficiali e del personale non direttivo e non dirigente del Corpo, sono stati oggetto dei decreti legislativi n. 67 e 69 del 2001.
Le disposizioni di cui al decreto legislativo n. 68 del 2001 sono state rivolte all'adeguamento dei compiti del Corpo in relazione al riordino della pubblica amministrazione. In particolare, tale decreto configura il Corpo della guardia di finanza come Forza di polizia ad ordinamento militare, alle dipendenze del Ministro dell'economia e delle finanze, con competenza generale in materia economica e finanziaria; ne individua i compiti, stabilendo che il Corpo assolve funzioni di polizia economica e finanziaria a tutela del bilancio pubblico, delle regioni, degli enti locali e dell'Unione europea; ne disciplina la collaborazione con organi o enti nazionali e internazionali, in relazione alle sue competenze in materia economica e finanziaria; detta disposizioni attinenti alla definizione delle modalità del concorso alla difesa militare; definisce le funzioni di polizia militare, di sicurezza e di polizia giudiziaria militare del Corpo.
I settori di competenza del Corpo sono indicati negli articoli da 2 a 8 del decreto legislativo n. 68 che, peraltro, fa espressamente salvi i compiti di prevenzione, ricerca, denuncia delle evasioni e delle violazioni finanziarie nonché di vigilanza sull'osservanza delle disposizioni di interesse politico-economico, attribuiti al medesimo dalla legge n. 189 del 1959.
In base al medesimo decreto legislativo n. 68, la guardia di finanza concorre allo svolgimento delle funzioni di polizia giudiziaria, conformemente alle disposizioni normative vigenti, e alla difesa militare. Con riguardo a tale ultimo aspetto, è previsto che le modalità generali, sulla base della pianificazione d'impiego delle Forze armate stabilita dal Capo di stato maggiore della difesa (in linea con quanto previsto dalla legge n. 25 del 1997 sulla riforma dei vertici delle Forze Armate), e in accordo con quest'ultimo, siano definite dal Comandante generale della guardia di finanza.
Alla guardia di finanza, inoltre, sono attribuite le funzioni di polizia militare, di sicurezza e di polizia giudiziaria militare. Le dotazioni organiche ad essa assegnate sono complessivamente determinate in 68.134 unità, ripartite nel seguente modo: 3.225 unità nel ruolo ufficiali, 23.602 nel ruolo ispettori, 13.500 nel ruolo sovrintendenti e 27.807 nel ruolo appuntati e finanzieri.
Passando all'illustrazione del contenuto della proposta di legge in oggetto, rileva che l'articolo 1 dispone lo scioglimento del Corpo della guardia di finanza ed istituisce, in suo luogo, la Polizia economica e finanziaria, alla quale sono appunto attribuite funzioni di polizia economica e finanziaria.
L'articolo 2 devolve alla Polizia economica e finanziaria alcune delle funzioni finora attribuite alla guardia di finanza. Si tratta dei compiti di cui all'articolo 2, comma 2, del citato decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68 (prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni in materia fiscale, tributaria, doganale, demaniale, valutaria, finanziaria, mobiliare, industriale, eccetera), nonché degli ulteriori compiti e funzioni previsti dai decreti legislativi che saranno emanati in attuazione della delega contemplata all'articolo 3 della proposta di legge.
L'articolo 3 reca una delega al Governo per l'adozione di uno o più decreti legislativi volti a definire i compiti e l'organizzazione della Polizia economica e finanziaria, nonché lo stato giuridico del


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personale e le norme transitorie per il trasferimento del personale, delle strutture e dei materiali del Corpo della guardia di finanza.
Osserva al riguardo che, poiché la norma di delega impegna il Governo a definire i compiti e l'organizzazione della Polizia economica e finanziaria, nonché lo stato giuridico del personale e le norme transitorie per il trasferimento del personale, delle strutture e dei materiali, sembrano delinearsi, per le amministrazioni di destinazione, complesse implicazioni di carattere organizzativo e finanziario, che inducono a ritenere che il termine di dodici mesi contemplato per l'esercizio della delega sia troppo ravvicinato e comunque non coordinato con altre disposizioni del provvedimento in esame.
Inoltre, ritiene che si potrebbe valutare l'opportunità di prevedere che il Governo possa adottare eventuali decreti legislativi integrativi e correttivi delle discipline delle singole Forze armate e di polizia laddove massicci transiti di personale, ad oggi non quantificabili, rendessero necessaria l'implementazione dei rispettivi assetti ordinamentali.
L'articolo 4 stabilisce i requisiti e le modalità per la nomina del Capo della Polizia economica e finanziaria, che non viene più scelto tra i Generali di Corpo d'Armata dell'Esercito in servizio permanente effettivo, ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 189 del 1959, ma tra i dirigenti generali dello Stato.
L'articolo 5 provvede all'abrogazione della legge n. 189 del 1959, recante «Ordinamento del Corpo della guardia di finanza», mentre l'articolo 6 dispone l'entrata in vigore della legge il giorno successivo a quello della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
In conclusione, ritiene che la complessità della materia affrontata con la proposta di legge in oggetto richieda opportuni approfondimenti di merito, che potrebbero essere effettuati mediante un ciclo di audizioni di esperti.
Ricorda che anche la riforma della Polizia di Stato, attuata con la legge 1o aprile 1981, n. 121, - che presenta alcuni tratti di analogia, operando peraltro un percorso di smilitarizzazione senza condurre allo scioglimento del Corpo - fu approvata all'esito di un'articolata istruttoria parlamentare. Nella settima legislatura furono svolte dall'allora Commissione per gli affari interni 28 sedute, in un arco temporale di cinque mesi (quattro se si considera il termine di adozione del disegno di legge governativo quale testo base per l'esame in sede referente).
Non un tempo lunghissimo dunque, anche se occorre considerare che la Commissione beneficiò dei tredici mesi di lavoro, interrotti a causa dello scioglimento delle Camere, svolti dalla medesima Commissione sul finire della precedente legislatura, durante la quale furono dedicate all'esame delle proposte di legge di riforma della polizia ben 62 riunioni del Comitato ristretto.

Il sottosegretario Alfiero GRANDI, pur ritenendo apprezzabili alcune parti del provvedimento, sottolinea tuttavia che la proposta di legge non può essere condivisa dal Governo laddove prefigura lo scioglimento del Corpo, in quanto tale intervento potrebbe comportare gravi ripercussioni organizzative soprattutto per quanto riguarda la lotta all'evasione fiscale.
Ciò premesso, auspica che l'attività conoscitiva proposta dal relatore abbia ad oggetto un nuovo testo dal quale sia eliminato il riferimento allo scioglimento del Corpo, al fine di non inficiare il prosieguo dell'iter legislativo della proposta di legge in esame.
Infine, fa presente che da contatti informali avuti con i componenti della Commissione Finanze, sembrerebbe che la VI Commissione sia intenzionata a chiedere al Presidente della Camera dei deputati la riassegnazione, in sede referente, del provvedimento in oggetto alle Commissioni riunite Difesa e Finanze.

Andrea PAPINI (PD-U), relatore, sottolinea come l'attività conoscitiva che dovrebbe svolgere la Commissione riguarderebbe tutti i diversi aspetti della materia, anche quelli di maggiore criticità, al fine di


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trarne indicazioni per la formulazione di una equilibrata proposta di riforma del Corpo della guardia di finanza, che potrebbe anche prescindere dallo scioglimento del Corpo medesimo.

Il sottosegretario Alfiero GRANDI concorda con le valutazioni del relatore.

Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN), intervenendo sull'ordine del lavori, sottolinea che, poiché l'esame del provvedimento si trova ancora in una fase iniziale, risulta del tutto prematuro prefigurare modifiche del testo, che potrebbero invece essere adottate successivamente con l'eventuale approvazione di emendamenti, dopo la conclusione dell'esame preliminare.

Giuseppe COSSIGA (FI), nel giudicare uno strano scherzo del destino il fatto che la calendarizzazione del provvedimento sia avvenuta a pochi giorni dalla ben nota vicenda che ha riguardato il Comandante della guardia di finanza, Generale Speciale, sottolinea come l'assegnazione, in sede referente, alla sola Commissione Difesa, della proposta di legge in esame sia probabilmente riconducibile al fatto che quest'ultima, disponendo lo scioglimento del Corpo della guardia di finanza e decretando quindi la cessazione dello status militare del relativo personale, coinvolge pienamente le competenze della Commissione che, come è noto, riguardano l'ordinamento militare del personale e non l'organizzazione del Corpo.
Ciò posto, venendo al contenuto del provvedimento in oggetto, nel ritenere che non vi siano disfunzionalità nella guardia di finanza che richiedano la necessità di un intervento legislativo, sottolinea come la nuova disciplina prevista dalla proposta di legge in argomento non semplifichi, ma complichi lo svolgimento dei compiti attualmente attribuiti alla guardia di finanza.
Evidenzia come nella relazione illustrativa i proponenti sottolineino che l'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di militari e, partendo da questa argomentazione, evidenzino la necessità di una riforma del Corpo della guardia di finanza. Tale considerazione però, a suo avviso, non può rappresentare il fondamento di una seria proposta di riforma del Corpo, perché altrimenti, se il problema da risolvere fosse rappresentato dal numero dei militari, si potrebbe giungere alla paradossale proposta di smilitarizzare le Forze armate.
Nel sottolineare come alcuni profili problematici che riguardano l'attuale assetto della guardia di finanza, come ad esempio quello del sistema delle relazioni sindacali, non possano essere risolti con lo scioglimento del Corpo, ritiene che il percorso procedurale per il prosieguo dell'esame dovrà avere ad oggetto l'unica proposta di legge al momento assegnata alla Commissione, sulla quale dovrà quindi svolgersi l'eventuale attività conoscitiva.

Elettra DEIANA (RC-SE), replicando alle osservazioni del deputato Cossiga, sottolinea come l'obiettivo della proposta di legge sia effettivamente quello di giungere alla smilitarizzazione della guardia di finanza, non per ragioni legate ad una sorta di avversione per lo status militare, ma per la considerazione che tale status, non sia intrinsecamente utile allo svolgimento dei compiti della guardia di finanza né tanto meno fornisca un valore aggiunto alla sua attività istituzionale, a differenza di quanto accade per le Forze armate dove la dimensione militare è invece connaturata ai compiti da esse svolti. L'obiettivo del provvedimento è quindi quello di giungere all'istituzione di una polizia economica e finanziaria a statuto civile, al pari di quanto accaduto in altri Paesi europei e, in Italia, per la Polizia di Stato.
Per quanto riguarda invece la questione della rappresentanza, premesso che la dimensione militare è stata in molte occasioni il pretesto per porre vincoli al riconoscimento di diritti per il personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia ad ordinamento militare, sottolinea come ultimamente il tema della sindacalizzazione sia diffusamente avvertito in tutto il personale militare.


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Infine, nel ritenere pienamente condivisibile il percorso procedurale proposto dal relatore per il prosieguo dell'esame del provvedimento, dichiara la propria disponibilità a modifiche anche sensibili del testo, purché esse salvaguardino l'obiettivo di giungere alla smilitarizzazione del Corpo.

Massimo NARDI (DCA-NPSI), rilevato preliminarmente che l'ipotesi della smilitarizzazione del Corpo della guardia di finanza non risulta peregrina, valuta favorevolmente la disponibilità del rappresentante del Governo ad esaminare la proposta di riforma della guardia di finanza purché essa non passi attraverso la via stretta dello scioglimento. Ritiene pertanto che il relatore potrebbe farsi carico della presentazione di un nuovo testo da proporre all'esame della Commissione, che vada nella direzione auspicata dal Governo.

Francesco BOSI (UDC) dichiara la propria netta contrarietà al provvedimento che, nella sua attuale impostazione, facendo venire meno la dimensione militare del Corpo, ne decreterebbe l'inevitabile indebolimento. Ritiene infatti che proprio il riconoscimento della dimensione militare della guardia di finanza ne abbia assicurato finora una grande efficienza e funzionalità superiore a quella degli altri Paesi.
Passando all'esame di alcuni profili del provvedimento, rileva che la prevista attribuzione dei compiti di polizia marittima e di contrasto in acque internazionali della criminalità economica, al Corpo delle Capitanerie di porto non consentirebbe di svolgere con la necessaria efficacia i compiti relativi al contrasto alle frontiere dell'immigrazione clandestina e del contrabbando, attualmente svolti dalla guardia di finanza. Inoltre, nel ritenere che l'attuale status militare renda il Corpo della guardia di finanza più refrattario ad eventuali interferenze politiche, ipotizza che dietro la richiesta di scioglimento della guardia di finanza si celi o l'intento di «non disturbare il manovratore» ovvero quello di creare i presupposti per una sindacalizzazione del Corpo, analoga a quella attuata in passato per la Polizia di Stato, che ha prodotto, a suo giudizio, gravi problemi organizzativi.
In conclusione, nell'esprimere un giudizio sostanzialmente negativo sulla proposta di legge in esame, ne propone l'accantonamento.

Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN) ribadisce preliminarmente che il testo del provvedimento all'esame della Commissione può essere modificato soltanto attraverso la consueta procedura emendativa che fa seguito all'esame preliminare. Per altro, il testo della proposta di legge sul quale devono confrontarsi le forze politiche in Commissione è chiaro e prevede inequivocabilmente lo scioglimento del Corpo della guardia di finanza, come risulta anche dal suo titolo.
Ciò posto, nel concordare con il deputato Cossiga sul fatto che non vi è l'esigenza di una modifica della disciplina normativa del Corpo della guardia di finanza e del relativo status militare, sottolinea come tale Corpo sia il più antico Corpo militare dello Stato. Lo status militare della guardia di finanza, quindi, non è frutto di improvvisazione ma, a suo avviso, risponde a precise esigenze derivanti dai compiti ad esso attribuiti dall'ordinamento, che non potrebbero essere svolti altrettanto efficacemente dal nuovo organismo prefigurato dal provvedimento. La proposta di legge infatti da un lato, non si muoverebbe nell'ottica della semplificazione, in quanto un organismo già esistente verrebbe sostituito da un altro di nuova istituzione, dall'altro, considerata la prevista frammentazione delle competenze, ne risulterebbe una perdita complessiva di efficienza. Nel ritenere, contrariamente a quanto sostenuto dal deputato Bosi, che l'unico aspetto positivo del provvedimento sia costituito dall'accentramento di alcune funzioni in capo al Corpo delle Capitanerie di porto, sottolinea come l'obiettivo della smilitarizzazione della guardia di finanza avrebbe dovuto essere


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perseguito con un provvedimento di tenore ben diverso rispetto a quello sottoposto all'esame della Commissione.
Poiché, tuttavia, il testo su cui discutere è quello in esame, a suo avviso, sono da escludere eventuali attività conoscitive che avrebbero soltanto un intento dilatorio, poiché non aggiungerebbero nulla rispetto a quanto già emerge con chiarezza dal testo. Ritiene per altro che anche una comparazione tra la disciplina italiana e quella vigente in altri Paesi europei non fornirebbe contributi utili alla discussione, sia perché non tutto quello che si fa all'estero è di per sé buono, sia perché l'Italia ha una sua tradizione consolidata sulla materia, che potrebbe semmai essere di esempio per altri Paesi.
In conclusione esprime quindi una valutazione complessivamente negativa sulla proposta di legge in esame.

Filippo ASCIERTO (AN), premesso che l'organizzazione militare, poiché funziona efficacemente a tutti i livelli gerarchici, potrebbe essere adottata anche in altri settori della Pubblica Amministrazione, ritiene che il problema vero non sia quello della smilitarizzazione del Corpo della guardia di finanza, ma il riconoscere al personale militare la specificità delle funzioni svolte. Nel sottolineare quindi come la smilitarizzazione del personale della guardia di finanza svilirebbe il ruolo di quest'ultima riducendola al rango di costola dell'Agenzia delle entrate, rileva come il provvedimento scomponga l'organizzazione attualmente vigente, senza preoccuparsi di ricomporre il quadro organizzativo sulla base delle funzioni assegnate. Infatti la proposta di legge, nel prevedere lo scioglimento del Corpo della guardia di finanza, parcellizza le funzioni attualmente ad essa attribuite tra diversi organismi quali le Capitanerie di porto, l'Arma dei carabinieri, le Forze armate, la Polizia di Stato. In sostanza, la guardia di finanza verrebbe relegata allo svolgimento della sola attività di contrasto all'evasione, insieme all'Agenzia delle entrate, senza peraltro poter disporre di tutti quei poteri che al momento assicurano al Corpo l'efficace esercizio delle funzioni. Si verrebbe quindi a produrre un depauperamento di un ingente patrimonio umano che si è costituito nel corso di decenni. Sulla base di tale premesse, giudica pertanto del tutto inutile un'eventuale attività conoscitiva sul testo del provvedimento in esame che porterebbe a conclusioni scontate, come nel caso in cui si procedesse ad esempio all'audizione del Comandante generale della guardia di finanza oppure a quella dei COCER. Riguardo al problema della rappresentanza del personale militare, sottolinea come il problema della sindacalizzazione delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare vada affrontato e discusso con apposite misure legislative che affrontino direttamente la questione, senza ricorrere a scorciatoie improprie.

Salvatore CANNAVÒ (RC-SE) rileva come tutti gli interventi dei rappresentanti dell'opposizione siano stati tesi a rifiutare in radice il concetto della smilitarizzazione della guardia di finanza, sulla base di argomentazioni che hanno fatto riferimento unicamente a non meglio precisati problemi di efficienza dell'amministrazione. Visto che, partendo da questo assunto si potrebbe giungere paradossalmente alla conclusione che tutta l'attività della Pubblica Amministrazione debba essere «militarizzata» e che la Polizia di Stato, in quanto ad ordinamento civile, non funzioni efficacemente, ne consegue, a suo avviso, che tale presupposto risulta completamente erroneo.
Nel sottolineare come la vicenda del Generale Speciale non abbia nulla a che vedere con il provvedimento all'esame della Commissione, come dimostra il fatto che la proposta di legge è stata presentata fin dal 28 giugno 2007, ritiene che l'obiettivo prioritario del provvedimento sia proprio quello della tutela dei compiti della guardia di finanza, ossia la tutela della lotta all'evasione fiscale e la salvaguardia del bilancio dello Stato.

Francesco Saverio GAROFANI (PD-U) osserva come molte posizioni espresse dall'opposizione


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siano oscillate tra «l'ideologico» e il «dietrologico».
Per quanto riguarda le posizioni ideologiche, rimarca come il deputato Cossiga abbia sostenuto in modo del tutto infondato che una parte della maggioranza disprezza lo status militare, senza peraltro spiegare perché questo status dovrebbe essere conservato e senza considerare gli eventuali vantaggi che una perdita della dimensione militare potrebbe portare in termini di coordinamento e razionalizzazione con le funzioni svolte dalla Polizia di Stato e dalla Capitaneria di porto, come rilevato, almeno limitatamente a quest'ultimo aspetto, dallo stesso deputato Gamba. Venendo alle posizioni «dietrologiche», sottolinea come l'argomento sostenuto dal deputato Bosi, di una presunta connessione tra il provvedimento in esame e il caso del Generale Speciale, risulti molto debole, in quanto la calendarizzazione del provvedimento è anteriore alle ultime vicende di cronaca. Invita pertanto l'opposizione a confrontarsi sui contenuti del provvedimento senza porsi sul piano della polemica politica.

Elettra DEIANA (RC-SE), intervenendo sull'ordine dei lavori, nel concordare con le valutazioni espresse dal deputato Cannavò e nel ribadire la sua stima nei confronti del Corpo della guardia di finanza, si dichiara disponibile ad un'ampia revisione del testo del provvedimento a partire dal titolo della proposta di legge da cui potrebbe essere espunto il riferimento allo scioglimento del Corpo.

Roberta PINOTTI, presidente, nel rilevare come sia necessario ai fini dell'organizzazione dei lavori della Commissione, appurare se la Commissione Finanze intenda effettivamente richiedere al Presidente della Camera dei deputati la riassegnazione alle Commissioni riunite IV e VI del provvedimento in esame, si riserva di acquisire le necessarie informazioni dal presidente della VI Commissione.

Giuseppe COSSIGA (FI) ribadisce che la proposta di legge, in quanto comporta la cessazione dello status militare del personale della guardia di finanza, è stata correttamente assegnata alla Commissione Difesa.

Roberta PINOTTI, presidente, sottolinea che ogni valutazione in merito alla assegnazione del provvedimento in esame spetti esclusivamente al Presidente della Camera dei deputati.

Il sottosegretario Alfiero GRANDI giudica favorevolmente il fatto che nel corso della discussione sia emersa una valutazione positiva sui compiti svolti dalla guardia di finanza e quindi sia stata avvertita l'esigenza di assicurare che tali compiti possano continuare ad essere svolti nel miglior modo possibile nell'interesse dello Stato e dell'Unione europea. Ribadisce pertanto che una proposta di legge che andasse nel senso dello scioglimento della guardia di finanza e di una ripartizione dei suoi compiti tra una pluralità di organismi vedrebbe una netta contrarietà del Governo, anche perché tale impostazione finirebbe con il suffragare le tesi di quanti sostengono che la «militarietà» del Corpo rappresenti l'unico coagulo della guardia di finanza. Nel dichiarare che il Governo su tutti gli altri aspetti affrontati dal testo della proposta di legge è invece aperto alla discussione, rileva come dal testo in esame possano essere enucleati gli argomenti ritenuti più significativi sui quali vi potrebbe essere una convergenza tra maggioranza ed opposizione.

Francesco BOSI (UDC) ritiene che il relatore nelle prossime sedute dovrebbe portare all'attenzione della Commissione ulteriori elementi di valutazione per giustificare la necessità dell'intervento legislativo e dovrebbe chiarire definitivamente quali siano le sue valutazioni conclusive sulla proposta di legge in esame.

Andrea PAPINI (PD-U), relatore, ferma restando la possibilità di modificare il


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testo del provvedimento utilizzando le flessibilità procedurali consentite dal Regolamento, ritiene che sia imprescindibile lo svolgimento di una attività conoscitiva, in mancanza della quale si vedrebbe costretto a rimettere il proprio incarico al presidente della Commissione. Ciò premesso, si riserva quindi di formulare esclusivamente una proposta di metodo sul prosieguo dei lavori, in quanto soltanto al termine di un percorso condiviso potranno essere affrontati nei contenuti i temi oggetto del provvedimento.

Roberta PINOTTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 18 dicembre 2007.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.20 alle 16.25.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

INDAGINE CONOSCITIVA

Sulle servitù militari.
(Seguito dell'esame del documento conclusivo).