XII Commissione - Resoconto di mercoledì 19 dicembre 2007


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 19 dicembre 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Serafino Zucchelli.

La seduta comincia alle 14.

Misure contro le molestie insistenti e la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale.
Testo unificato C. 1249-ter Bianchi e abb.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Katia ZANOTTI (SDpSE), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere di competenza sul testo unificato dei progetti di legge n. 1249-ter Bianchi ed abbinati, recante misure contro le molestie insistenti e la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale. Al riguardo, dopo aver sottolineato la gravità dei dati relativi al fenomeno della violenza sulle donne, si sofferma sulla necessità di un intervento di carattere culturale, oltre che repressivo. Evidenzia quindi come il provvedimento in esame contenga disposizioni volte ad elevare il livello della tutela nei confronti dei minori sottoposti ad atti persecutori. Ricorda quindi che i due aspetti essenziali del provvedimento in esame consistono nell'introduzione, nel codice penale, del reato di stalking e nelle


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misure di contrasto delle discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere. Con riferimento a tale ultimo aspetto e, in particolare, al contrasto dell'omofobia, ricorda che l'attenzione dell'Unione europea verso la lotta ad ogni forma di discriminazione è confermata anche dall'avvio della procedura di infrazione nei confronti dei tre Stati membri (Lettonia, Finlandia e Italia) che non hanno pienamente recepito la direttiva n. 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro. Ritiene pertanto che le disposizioni in materia di omofobia contenute nel provvedimento in titolo siano volte a colmare una grave lacuna dell'ordinamento nazionale e rappresentino una vera e propria questione di civiltà giuridica. Dopo aver ricordato come anche nel decreto-legge n. 181 - che, come è noto, probabilmente non verrà convertito in legge - il Senato avesse inserito alcune disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia, ribadisce la necessità di un aggiornamento delle norme in materia di violenza sessuale.

Sull'ordine dei lavori.

Luigi CANCRINI (Com.It), premesso di nutrire alcune perplessità sul provvedimento in esame, chiede al presidente di valutare l'opportunità di dedicare al suo esame un tempo più ampio di quello originariamente previsto.

Elisabetta GARDINI (FI) si associa alla richiesta del collega Cancrini.

Daniela DIOGUARDI (RC-SE) si dichiara contraria alla richiesta del collega Cancrini, ritenendo che la Commissione, chiamata ad esprimere un parere relativamente alle parti di sua competenza, sia in condizione di concludere l'esame del provvedimento nel corso della seduta già convocata per la giornata di domani.

Domenico DI VIRGILIO (FI) dichiara di concordare con la richiesta del collega Cancrini, aggiungendo che sarebbe opportuno rinviare il seguito dell'esame alla ripresa dei lavori dopo l'interruzione per le festività di fine anno.

Leopoldo DI GIROLAMO (PD-U) comprende le considerazioni del collega Cancrini circa l'opportunità di ulteriori approfondimenti, ma ritiene che la soluzione prospettata dalla collega Dioguardi possa rappresentare un utile punto di equilibrio.

Marco CALGARO (PD-U) ritiene che, considerata anche la natura penale di alcune disposizioni contenute nel provvedimento in titolo, sarebbe opportuno accedere alla richiesta del collega Cancrini. Precisa inoltre che, diversamente da quanto sembrava suggerire l'intervento del relatore, non esiste per l'Italia alcun obbligo comunitario di introdurre le norme in materia di omofobia, di cui all'articolo 4.

Mimmo LUCÀ, presidente, ritiene che possa essere senz'altro accolta la richiesta di ampliare il tempo a disposizione della Commissione al fine di consentire ulteriori approfondimenti. Reputa peraltro opportuno confermare la seduta già convocata per la giornata di domani, al termine della quale la Commissione potrà valutare se procedere all'espressione del parere o rinviare ulteriormente il seguito dell'esame.

Luigi CANCRINI (Com.It) precisa che le sue perplessità riguardano alcune disposizioni concernenti la tutela dei minori, tema sul quale si è a lungo soffermata anche la Commissione parlamentare per l'infanzia. Si tratta, evidentemente, di temi molto delicati, che necessitano di essere adeguatamente approfonditi. In particolare, ritiene problematico il riferimento all'identità di genere nel caso di soggetti minori. Rileva altresì che, all'articolo 3, comma 5, non sono previste sanzioni adeguate in caso di violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Domenico DI VIRGILIO (FI), condividendo le considerazioni testé espresse dal


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collega Cancrini, ribadisce l'opportunità di rinviare il seguito dell'esame alla ripresa dei lavori dopo l'interruzione per le festività di fine anno.

Daniela DIOGUARDI (RC-SE) dichiara di non comprendere le perplessità espresse da alcuni colleghi e sottolinea la gravità di una situazione normativa caratterizzata dall'assenza di precise tutele per le donne vittime di stalking. Analoga considerazione può farsi con riferimento al fenomeno del cosiddetto «bullismo» nelle scuole. Ritiene pertanto essenziale che la Commissione proceda nell'esame del provvedimento in titolo nel corso della seduta già convocata per domani.

Marco CALGARO (PD-U) dichiara di condividere quanto affermato dalla collega Dioguardi relativamente alle donne vittime di stalking. Sottolinea peraltro che, proprio considerata l'urgenza di adottare misure al riguardo, non appare opportuna la scelta di introdurre nel provvedimento disposizioni riguardanti un problema di diversa natura, qual è appunto la lotta all'omofobia.

Mimmo LUCÀ, presidente, ribadisce l'opportunità di confermare la seduta già convocata per domani, al termine della quale la Commissione potrà valutare l'opportunità di un ulteriore rinvio. In proposito, fa altresì presente che la II Commissione non dovrebbe concludere l'esame del provvedimento prima dell'interruzione dei lavori per le festività di fine anno.

Angela NAPOLI (AN) sottolinea la particolare rilevanza e urgenza del provvedimento in esame, che deve essere adeguatamente approfondito. Ritiene altresì che il fatto di aver inserito disposizioni in materia di omofobia abbia contribuito a renderne più complesso l'esame. Ritiene pertanto che sarebbe senz'altro opportuno rinviare l'espressione del parere alla ripresa dei lavori successivamente all'interruzione di fine anno.

Domenico DI VIRGILIO (FI) chiede al presidente di garantire che la Commissione non proceda all'espressione del prescritto parere già nella seduta di domani. In caso contrario, chiede che sia posta in votazione la proposta di rinviare la conclusione dell'esame alla ripresa dei lavori dopo l'interruzione di fine anno.

Mimmo LUCÀ, presidente, nel ricordare che la questione potrà essere ulteriormente approfondita nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, già convocato al termine dell'audizione del ministro Turco, ribadisce l'opportunità di confermare la seduta già convocata per domani, senza perciò escludere un ulteriore rinvio dell'esame.

Katia ZANOTTI (SDpSE), relatore, premesso di condividere le valutazioni espresse dal presidente, ricorda che la scelta di mantenere la seduta già convocata per domani è senz'altro funzionale agli ulteriori, opportuni approfondimenti. Ricorda altresì che il provvedimento in titolo potrà comunque essere ulteriormente approfondito e, se del caso, emendato nel corso dell'esame in Assemblea. Precisa infine, rivolta al collega Calgaro, che al di là della sussistenza o meno di un vero e proprio obbligo comunitario all'introduzione delle misure contenute nel provvedimento in titolo, resta il fatto che esse sono necessarie per dare risposta a problemi particolarmente urgenti.

Mimmo LUCÀ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 19 dicembre 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Serafino Zucchelli.

La seduta comincia alle 14.50.


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Modifiche alla legge n. 281 del 1991, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo.
C. 2833 Santelli e C. 3195 Alessandri.
(Seguito dell'esame e rinvio - Abbinamento della petizione n. 401).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 novembre 2007.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che, in data 17 luglio 2007, è stata assegnata alla Commissione la petizione n. 401 della signora Elisa D'Alessio e di numerosi altri cittadini, i quali chiedono provvedimenti legislativi per la tutela degli animali domestici e per la prevenzione del fenomeno del randagismo. Poiché ritiene che le necessità esposte nella citata petizione possano essere utilmente valutate nell'ambito dell'esame delle proposte di legge n. 2833 e n. 3195, propone di procedere all'abbinamento della petizione alle predette proposte di legge, ai sensi dell'articolo 109, comma 2, del regolamento.

La Commissione concorda.

Gianni MANCUSO (AN) ricorda di avere già proposto, nella seduta dello scorso 29 novembre, l'abbinamento della sua proposta di legge n. 2856, che verte su materia analoga a quella delle proposte di legge in titolo.

Fiorella CECCACCI RUBINO (FI), relatore, osserva che alcune parti della proposta di legge n. 2856 Mancuso vertono, effettivamente, su materia analoga a quella delle proposte in titolo. Dichiara pertanto di non essere contraria alla proposta di abbinamento, preannunciando peraltro l'intenzione di proporre l'adozione della proposta di legge n. 2833 Santelli come testo base.

Mimmo LUCÀ, presidente, rileva che la proposta di legge n. 2856 Mancuso verte prevalentemente su materia parzialmente diversa da quella delle proposte in titolo. Ritiene pertanto che si potrebbe evitare di procedere all'abbinamento, qualora il relatore si impegnasse a tener conto delle specifiche disposizioni che vertono, invece, su materia analoga.

Fiorella CECCACCI RUBINO (FI), relatore, dichiara senz'altro la propria disponibilità a procedere nel senso indicato dal presidente.

Gianni MANCUSO (AN) reputa soddisfacente la soluzione prospettata dal presidente.

Il sottosegretario Serafino ZUCCHELLI esprime alcune perplessità, anche alla luce dell'esperienza acquisita, in riferimento al provvedimento in oggetto, pur condividendo l'opportunità di rivedere, a distanza di sedici anni dalla sua approvazione, la legge n. 281 del 1991. In linea generale, l'obiettivo che si prefigge il provvedimento in discussione, per una maggiore tutela del benessere degli animali da compagnia, è auspicato anche dal Ministero della salute, e, pertanto, sul piano etico trova la sua adesione. Tra le proposte di modifica si evidenziano alcuni elementi innovativi che potrebbero rappresentare un valore aggiunto per la prevenzione o il contenimento del randagismo, quali ad esempio l'istituzione di «case famiglia per cani» e la determinazione delle responsabilità degli acquirenti o affidatari dei cani. Tuttavia, ritiene di dover rappresentare dubbi circa la fattibilità di talune disposizioni contemplate nel provvedimento, anche in considerazione dei maggiori oneri finanziari derivanti dall'applicazione delle stesse. In particolare, pone l'accento sui compiti aggiuntivi attribuiti ai servizi veterinari delle ASL: istituzione di pronto soccorso con reperibilità durante l'arco delle 24 ore, vigilanza con cadenza fissa e prestabilita sulle strutture in cui sono ospitati cani e gatti, ivi comprese le «case famiglia». I servizi veterinari territorialmente competenti svolgono già un'attività di vigilanza sui canili e, attraverso la «reperibilità», garantiscono gli interventi nelle emergenze, compiti per i quali spesso


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hanno copertura finanziaria insufficiente; l'istituzione di apposite strutture di pronto soccorso e la vigilanza continua comporterebbe un ulteriore aggravio di spesa sul fondo del Servizio sanitario nazionale, di difficile quantificazione. Anche la previsione di ripristinare la tassa di possesso sui cani non garantirebbe la necessaria copertura della spesa derivante dai maggiori impegni istituzionali in carico ai servizi veterinari. È da considerare inoltre che dette attività potrebbero comportare un adeguamento delle risorse umane che deve conformarsi con gli obblighi di aumento della spesa sanitaria delle regioni. Rileva, inoltre, che alcuni aspetti, come ad esempio l'identificazione dei cani mediante l'applicazione del microchip e la registrazione in anagrafe canina nazionale, sono stati già previsti nell'accordo del 6 febbraio 2003 tra il Ministero della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy, ratificato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 febbraio 2003, e sono in fase avanzata di attuazione, ragion per cui non appare pertinente riconsiderarli nell'atto normativo in discorso. Relativamente ai criteri minimi di vivibilità nei rifugi, si accoglie favorevolmente la limitazione del numero di cani ospitati (massimo duecento), mentre ritiene opportuno evidenziare che il rapporto spazio/animale deve rispondere a precisi criteri scientifici, la cui determinazione deve essere rimandata ad un decreto tecnico del Ministero della salute, competente in materia di benessere animale. In merito all'articolo 6 della proposta di legge n. 2833, laddove si tratta di sterilizzazione dei cani, ritiene opportuno precisare che la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007) ha modificato l'articolo 4, comma 1, della legge 281 del 1991, prevedendo che il 60 per cento della disponibilità del fondo attribuito annualmente a ciascuna regione debba essere destinato alla sterilizzazione. La copertura finanziaria per mettere in atto la campagna di sterilizzazione dei cani grava, quindi, sul preesistente e già esiguo fondo istituito per l'applicazione della citata legge n. 281 del 1991. A tale proposito, il Ministero della salute ha predisposto un programma di interventi urgenti in materia di randagismo, basato sulla sterilizzazione della popolazione canina randagia di sesso femminile da sviluppare in tre anni, ipotizzando una spesa complessiva di 15 milioni di euro, previa apposita convenzione con medici veterinari liberi professionisti tramite la Federazione nazionale degli ordini dei medici veterinari. Per i motivi sopra esposti, avanza dubbi sulla concreta possibilità di realizzare la campagna di sterilizzazione proposta nella citata proposta di legge n. 2833. L'obiettivo di realizzare cimiteri per animali di affezione è stato già avallato dal Ministero della salute nel citato Accordo del 6 febbraio 2003, nel quale al comma 3 dell'articolo 9 si stabilisce: «Le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano possono disciplinare la realizzazione di cimiteri per animali da compagnia, destinati al mantenimento della memoria». Anche su tale aspetto, tuttavia, sottolinea che, qualora si dovesse prevedere la realizzazione di strutture cimiteriali pubbliche, i relativi costi dovrebbero gravare sul bilancio degli enti preposti. Ipotizzando che per la realizzazione di un impianto di medie dimensioni (circa mille seppellimenti a terra in piccole bare biodegradabili), è necessario un terreno agricolo adeguato (almeno 5 mila metri quadrati) il cui costo è di circa euro 10 mila, la recinzione per un costo medio di circa euro 10 mila, strutture e servizi vari per un costo approssimativo di euro 20 mila: si determinerebbe così una spesa complessiva di circa euro 40 mila per ogni struttura; il costo complessivo, ipotizzandone uno per ogni provincia, andrebbe ad ammontare alla somma di euro 4 milioni. Normalmente, il primo contratto di sepoltura ha la durata di quattro anni e può essere rinnovato per il periodo desiderato. Un ossario costruito sul terreno agricolo di 5 mila metri quadrati può ospitare circa 800 «salme». Ogni corpo ha a disposizione circa 6,25 metri quadrati complessivi di aree di servizio (vialetti, fontane con annaffiatoi, aree attrezzate con panchine


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per «ricordo del caro estinto» e/o socializzazione); con i valori sopra esposti, ogni animale sepolto costa al millesimo una cifra che oscilla tra euro 163 e 200; la spesa prevista per la realizzazione di una struttura del tipo sopra descritto ammonta a circa euro 120.000, considerando anche l'acquisto del terreno valutabile intorno a euro 10.000/12.000. Nella gestione della struttura, occorre considerare la manutenzione giornaliera delle aree di servizio, che richiedono la presenza di un operaio part-time il cui stipendio mensile è di circa 800 euro.
Inoltre deve essere assicurata la presenza di un custode part time il cui stipendio mensile è di circa euro 800.
L'ammontare degli stipendi dei dipendenti per tredici mensilità, comprensivi di contributi previdenziali è pari a circa 1.600 - 1.700 euro, quindi circa euro 32.000 - 34.000 per anno.
Altri costi fissi di gestione sono: energia elettrica, linea telefonica e approvvigionamento idrico per un totale mensile di circa euro 150.
L'ICI è variabile in relazione alle disposizioni comunali.
Il costo totale di gestione sulla base delle suddette spese alle quali vanno aggiunte eventuali tasse si ritiene possa essere quantificato presumibilmente in euro 35.000.
I proprietari degli animali sepolti pagano mediamente euro 100 l'anno.
Giornalmente frequentano il cimitero circa 30 persone.

Fiorella CECCACCI RUBINO (FI), relatore, ringrazia il rappresentante del Governo per i rilevanti elementi forniti, specie con riferimento ai costi derivanti dall'eventuale approvazione del provvedimento. Ricorda, tuttavia, che ad una parte almeno di tali costi è possibile fare fronte attingendo alle risorse già stanziate in passato e non utilizzate.

Domenico DI VIRGILIO (FI) chiede di sapere se il rappresentate del Governo ritenga che quanto evidenziato con riferimento ai costi derivanti dall'eventuale approvazione del provvedimento possa comprometterne la definitiva approvazione.

Mimmo LUCÀ, presidente, ritiene che i dati forniti dal sottosegretario Zucchelli costituiscano comunque un utile elemento di valutazione, al fine di evitare che il provvedimento in esame incorra nelle obiezioni del Ministero dell'economia e delle finanze per problemi inerenti la copertura finanziaria, come avvenuto, purtroppo, per altri provvedimenti esaminati dalla Commissione.

Marco CALGARO (PD-U), nel concordare con le considerazioni del Presidente, rileva che uguale rigore finanziario non sembra aver accompagnato l'esame del disegno di legge finanziaria.

Mimmo LUCÀ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per l'accesso alla psicoterapia.
Testo unificato C. 439 Cancrini, C. 1856 Di Virgilio e C. 2486 Giulio Conti e Meloni.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 18 dicembre 2007.

Luigi CANCRINI (Com.It), relatore, ritiene opportuno riformulare ulteriormente il suo emendamento 2.31, nel senso di prevedere che il servizio o il dipartimento a cui pervengono le richieste di cui al comma 1 dell'articolo 2, previa conferma diagnostica effettuata da un medico specialista in psichiatria o in neuropsichiatria infantile, provvede, avvalendosi di tutte le specifiche competenze di ordine medico e psicologico, all'approvazione di un progetto di psicoterapia la cui durata non può inizialmente essere superiore ai ventiquattro mesi, termine oltre il quale è necessaria una nuova valutazione da parte dello stesso servizio o dipartimento.


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Francesco Saverio CARUSO (RC-SE) invita il relatore a valutare l'opportunità di precisare che la conferma della diagnosi deve essere effettuata da un medico specialista del Servizio sanitario nazionale.

Luigi CANCRINI (Com.It), relatore, accogliendo il suggerimento del collega Caruso, propone un'ulteriore riformulazione del suo emendamento 2.31 (vedi allegato).

La Commissione approva all'unanimità l'emendamento 2.31 del relatore, come riformulato.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.31 del relatore, come riformulato, risultano preclusi gli emendamenti Giulio Conti 2.21, Zanotti 2.22, Di Virgilio 2.12, Poretti 2.11, Di Virgilio 2.3, gli identici emendamenti Lucchese 2.2 e Giulio Conti 2.20, nonché gli emendamenti Giulio Conti 2.19, Poretti 2.13 e Astore 2.18.

La Commissione approva l'emendamento Poretti 2.14.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Poretti 2.14, risultano preclusi gli emendamenti Giulio Conti 2.25, Zanotti 2.23, Di Virgilio 2.15 e 2.16 e Zanotti 2.24. Constata quindi l'assenza del presentatore dell'emendamento Giulio Conti 2.28: s'intende vi abbia rinunciato.

Luigi CANCRINI (Com.It) illustra il suo emendamento 2.50, auspicandone l'approvazione.

Mimmo LUCÀ, presidente, suggerisce l'opportunità di sostituire la parola «rapidamente» con un termine più puntuale.

Francesco Saverio CARUSO (RC-SE) esprime perplessità sull'emendamento 2.50 del relatore, ritenendo che esso possa determinare un riscorso eccessivo alle prestazioni mediche di natura privata.

Domenico DI VIRGILIO (FI) condivide la proposta di fissazione di un termine più preciso, avanzata dal presidente. Dichiara altresì di comprendere le preoccupazioni espresse dal collega Caruso, rispetto alle quali sottolinea, tuttavia, la necessità di assicurare innanzi tutto l'erogazione della prestazione.

Leopoldo DI GIROLAMO (PD-U) ritiene che, al fine di fissare un termine congruo, si potrebbe fare riferimento ai termini generalmente previsti per l'erogazione di prestazioni sanitarie.

Il sottosegretario Serafino ZUCCHELLI fa presente che il quadro normativo in materia di termini per l'erogazione di prestazioni sanitarie, cui ha fatto riferimento il deputato Di Girolamo, risulta particolarmente articolato. In tale contesto, l'introduzione di un termine puntuale nel testo dell'emendamento 2.50 del relatore rischia di determinare un'ingiustificata differenziazione tra le prestazioni di psicoterapia e la generalità di prestazioni sanitarie.

Marco CALGARO (PD-U) osserva che la fissazione di un termine potrebbe essere utilmente demandata alle regioni.

Domenico DI VIRGILIO (FI) ritiene non del tutto conferente il riferimento alla generalità delle prestazioni mediche fatto dal rappresentante del Governo e sottolinea la necessità di stabilire entro quale termine deve essere assicurata la prestazione, almeno per le situazioni più gravi.

Luigi CANCRINI (Com.It), relatore precisa, rivolto al collega Di Virgilio, che la norma in esame concerne l'adozione di progetti terapeutici che non interessano le situazioni di maggiore gravità e le patologie in fase acuta.

Mimmo LUCÀ, presidente, ritiene che il problema dei termini per l'erogazione delle prestazioni potrebbe essere risolto stabilendo che esse devono essere effettuate in tempi adeguati.


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Francesco Saverio CARUSO (RC-SE) ribadisce la preoccupazione che l'emendamento in esame introduca di fatto un meccanismo di finanziamento delle prestazioni mediche private, anche nell'ambito della cosiddetta attività intramoenia allargata.

Luigi CANCRINI (Com.It), relatore, precisa, rivolto al collega Caruso, che il provvedimento in esame prevede comunque che sia una struttura pubblica a decidere la presa in carico del paziente. Sottolinea altresì che il suo emendamento 2.50 è volto a risolvere una questione di grande rilevanza sociale, atteso che, allo stato, un minore bisognoso di essere sottoposto a trattamento psicoterapeutico non può accedervi se la sua famiglia non dispone di risorse economiche adeguate.

Il sottosegretario Serafino ZUCCHELLI, rileva che nell'emendamento 2.50 del relatore si fa riferimento a strutture private accreditate: ciò dovrebbe consentire, a suo avviso, di superare le obiezioni del deputato Caruso.

Domenico DI VIRGILIO (FI) ritiene che si potrebbe utilmente stabilire che il ricorso alle strutture private accreditate è possibile ove la struttura pubblica non sia in grado di erogare la prestazione in tempi adeguati ad ogni caso clinico.

Giovanni Mario Salvino BURTONE (PD-U) osserva che sarebbe forse preferibile eliminare qualsiasi riferimento di natura temporale, limitandosi ad espungere la parola «rapidamente».

Francesco Saverio CARUSO (RC-SE) ribadisce l'esigenza di far si che la norma in esame non diventi una fonte di finanziamento dell'attività medica libero-professionale, atteso anche il moltiplicarsi delle situazioni di disagio psichico nella società attuale. Si potrebbe a tal fine valutare l'opportunità di circoscrivere l'ambito di applicazione delle disposizioni contenute nell'emendamento 2.50 del relatore alle situazioni di maggiore gravità.

Luigi CANCRINI (Com.It), relatore, osserva che è preferibile semmai che il ricorso alle strutture private accreditate sia circoscritto ai casi di media gravità. Precisa inoltre che la norma in discussione rimette comunque alla struttura pubblica ogni valutazione in ordine all'opportunità del ricorso alle strutture private.

Francesco Saverio CARUSO (RC-SE) propone l'accantonamento degli emendamenti riferiti al comma 4 dell'articolo 2.

Luigi CANCRINI (Com.It), relatore, ritiene che sarebbe preferibile rinviare il seguito dell'esame ad altra seduta, per consentire ai deputati di approfondire le questioni emerse.

Sui lavori della Commissione.

Angela NAPOLI (AN) stigmatizza il grave ritardo del ministro Turco, la cui audizione era prevista per le ore 15. Esprime altresì sorpresa per il fatto che il presidente non abbia fornito chiarimenti al riguardo, quando in precedenza, nell'ambito dell'esame dei progetti di legge recanti misure contro le molestie insistenti e la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, si era mostrato particolarmente attento nell'individuare un cavillo per impedirne il rinvio alla ripresa dei lavori dopo l'interruzione per le festività di fine anno.

Mimmo LUCÀ, presidente, precisa di non aver cercato alcun cavillo, ma di essersi semplicemente rifiutato di accondiscendere alla richiesta di interrompere anzitempo i lavori della Commissione in vista del pausa di fine anno.

Angela NAPOLI (AN) giudica comunque estremamente grave che il ministro Turco, a fronte dei gravi fatti verificatisi in Calabria, non sia ancora intervenuto in Commissione.

Domenico DI VIRGILIO (FI) ritiene che il ministro non avrebbe dovuto recarsi


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presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, prima di intervenire in Commissione. Sottolinea altresì la necessità di evitare, per il futuro, possibili sovrapposizioni tra i lavori dei due organi.

Katia ZANOTTI (SDpSE), dopo aver precisato che la sensibilità per i gravi casi di malasanità verificatisi in Calabria accomuna tutti i componenti la Commissione, evidenzia l'opportunità di evitare una assurda competizione tra la XII Commissione e la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, di cui proprio i gruppi di opposizione hanno proposto l'istituzione. Rileva infine che il protrarsi dei lavori della citata Commissione d'inchiesta, dal quale dipende il ritardo del ministro Turco, non sono certo imputabili al ministro medesimo.

Leopoldo DI GIROLAMO (PD-U) si dichiara sorpreso per gli interventi dei colleghi dell'opposizione, i quali hanno richiesto l'audizione del ministro Turco, pur sapendo che era già prevista una sua audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario. Ritiene del resto evidente che la responsabilità per la conduzione dei lavori di tale Commissione di inchiesta spetta al suo presidente.

Francesco Saverio CARUSO (RC-SE) osserva che, considerati gli orari di convocazione delle audizioni presso i due organi, era del tutto prevedibile che si verificasse un simile inconveniente.

Angela NAPOLI (AN) chiarisce di non volere in alcun modo sminuire l'importanza del lavoro svolto dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario. Ritiene invece che spettasse al ministro interrompere l'audizione presso quella Commissione di inchiesta alle ore 15, ovvero declinare l'invito rivoltogli dalla Commissione.

Giovanni Mario Salvino BURTONE (PD-U) riconosce che, probabilmente, la scelta di convocare le due audizioni a breve distanza l'una dall'altra può avere creato alcuni problemi. Tali problemi, tuttavia, non possono in alcun modo essere imputati al Ministro della salute, che ha dato sin da subito la propria piena disponibilità.

Daniela DIOGUARDI (RC-SE) condivide le valutazioni del collega Burtone e osserva che, non essendo previste ulteriori votazioni in Assemblea nel corso della seduta odierna, la Commissione potrà comunque disporre del tempo necessario per l'audizione del ministro Turco.

Elisabetta GARDINI (FI) si rammarica per la scarsa partecipazione dei colleghi, dovuta anche al ritardo del ministro Turco. Ritiene altresì che sarebbe stato più corretto che il ministro si fosse limitato a svolgere un intervento introduttivo presso entrambe le Commissioni, chiedendo il rinvio ad altra seduta del seguito delle audizioni medesime.

Mimmo LUCÀ, presidente, riconosce che la convocazione, a breve distanza di tempo, delle due audizioni ha generato alcuni problemi. Avverte comunque che è imminente l'arrivo del Ministro della salute. Desidera comunque precisare che giudica del tutto infondati i frequenti richiami dei colleghi dell'opposizione ad una pretesa svalutazione del ruolo della Commissione, in favore di altri organi o sedi di confronto.

Angela NAPOLI (AN) desidera aggiungere che il Ministro della salute ha omesso di rispondere alle sue interrogazioni e interpellanze sulla situazione della sanità in Calabria, presentate a partire dall'inizio dello scorso mese di agosto.

Mimmo LUCÀ, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.15.


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AUDIZIONI

Mercoledì 19 dicembre 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Intervengono il Ministro della salute Livia Turco e il sottosegretario di Stato alla salute Serafino Zucchelli.

La seduta comincia alle 16.15.

Audizione del Ministro della salute, Livia Turco, sullo stato della sanità in Calabria, anche con riferimento al recente tragico evento occorso nell'ospedale di Vibo Valentia.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

Mimmo LUCÀ, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, rimane così stabilito. Introduce quindi l'audizione.

Il ministro Livia TURCO svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Marco CALGARO (PD-U), Domenico DI VIRGILIO (FI), Angela NAPOLI (AN), Daniela DIOGUARDI (RC-SE), Giovanni Mario Salvino BURTONE (PD-U), Elisabetta GARDINI (FI) e Katia ZANOTTI (SDpSE).

Il ministro Livia TURCO, replicando, fornisce ulteriori precisazioni.

Mimmo LUCÀ, presidente, ringrazia il ministro per l'esauriente relazione svolta e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 18.10.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 18.10 alle 18.30.