II Commissione - Resoconto di giovedì 17 gennaio 2008


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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 17 gennaio 2008. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO.

La seduta comincia alle 10.25.

Decreto-legge 249/2007: Misure urgenti in materia di espulsioni e di allontanamenti per terrorismo e per motivi imperativi di pubblica sicurezza.
C. 3325 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 15 gennaio 2008.

Pino PISICCHIO, presidente e relatore, ricorda che nella seduta di ieri, in seguito all'annuncio delle dimissioni del Ministro della Giustizia, la Commissione ha ritenuto opportuno non proseguire nella trattazione di questioni di merito, fintanto che non sarà definito in modo chiaro quale sia l'interlocutore governativo per le materie di propria competenza. La Commissione, peraltro, non può esimersi dall'esaminare gli atti dovuti quali, ad esempio, i disegni di legge di conversione dei decreti-legge. Oggi pertanto la Commissione proseguirà l'esame in sede consultiva del disegno di legge C. 3325 Governo, di conversione del decreto-legge n. 249 del 2007.

Enrico COSTA (FI) sottolinea come il provvedimento in esame, oltre ad essere particolarmente delicato in quanto incide sulla libertà personale, presenta sostanziali profili di competenza della Commissione Giustizia. Tenendo conto delle annunciate dimissioni del Ministro della giustizia, ritiene che, in considerazione della materia oggetto del provvedimento, sarebbe necessaria quantomeno la presenza di un rappresentante del Ministero dell'interno.

Pino PISICCHIO, presidente, ricorda che la presenza del Governo, che non è obbligatoria nel corso dell'esame dei provvedimenti in sede consultiva, è comunque assicurata nel corso dell'esame in sede referente presso la Commissione di merito.

Edmondo CIRIELLI (AN) esprime la contrarietà del proprio gruppo sul provvedimento in esame, che appare inefficace, tardivo e inadeguato. Per quanto si possa


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concordare in linea teorica su alcune disposizioni e, in particolare, su quelle che giurisdizionalizzano i procedimenti di espulsione e determinano il passaggio delle competenze al tribunale, non si può non considerare come ciò finirà per appesantire ulteriormente la già difficile situazione della giustizia in Italia. Sarebbe stato invece più opportuno attribuire maggiori poteri a prefetti e questori, nonché coinvolgere i sindaci nel procedimento. Sarebbe stato altresì necessario prevedere forme di controllo preventivo volte ad accertare la possibilità degli stranieri di sostentarsi e di disporre di un alloggio adeguato.

Daniele FARINA (RC-SE) esprime contrarietà sul provvedimento sotto il profilo della necessità ed urgenza, ritenendo che tali requisiti non sussistano. Rileva inoltre che il provvedimento, pur avendo un'origine strettamente legata a quella del decreto-legge n. 181 del 2007, poi lasciato decadere, tuttavia appare molto diverso da quest'ultimo, sia nella ratio che nella concreta disciplina.
Esprime quindi forti perplessità sugli articoli 1 e 3, che avrebbero dovuto costituire oggetto di un autonomo provvedimento. In particolare, rilevato che il provvedimento comprende due materie (espulsione e allontanamento per motivi di prevenzione del terrorismo e allontanamento immediato dei cittadini UE per motivi imperativi di pubblica sicurezza) che originano da distinte esigenze e presentano diversi motivi di gravità e urgenza, ritiene che la commissione di merito debba introdurre un limite temporale alla vigenza delle norme di cui agli articoli 1 e 3 come già previsto dal precedente decreto-legge n. 144 del 27 luglio 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155. Propone quindi al relatore di formulare una proposta di parere che tenga conto di tale osservazione.

Erminia MAZZONI (UDC) pur comprendendo che la Commissione oggi si riunisce, nonostante le annunciate dimissioni del Ministro della giustizia, per l'esame di un atto dovuto, ritiene tuttavia che i motivi di urgenza alla base del provvedimento siano estremamente fragili. Nel merito esprime un giudizio fortemente negativo, trattandosi di una normativa del tutto inefficace, che non tutela adeguatamente i cittadini e che presenta, anche sotto il profilo tecnico, molte questioni dubbie, che avrebbero dovuto essere esaminate con la presenza del Governo.

Federico PALOMBA (IdV) valuta favorevolmente il provvedimento in esame, che apporta dei miglioramenti rispetto al decreto-legge n. 181 del 2007, in quanto non contiene norme non attinenti alla materia che ne costituisce oggetto e rafforza la disciplina sotto il profilo delle garanzie. Ritiene inoltre che l'urgenza di provvedere sia immanente nella materia oggetto del decreto-legge in esame.

Enrico BUEMI (SocRad-RnP) valuta favorevolmente il provvedimento. Esprime, tuttavia, preoccupazione per il fatto che materie che incidono sulla libertà siano affrontate con la decretazione d'urgenza, che limita i tempi del dibattito parlamentare.

Enrico COSTA (FI) ritiene che la disciplina del provvedimento in esame si ponga in contrasto con quella del cosiddetto disegno di legge Amato-Ferrero, evidenziando così la contraddittorietà delle scelte compiute dal Governo.
Sotto il profilo tecnico, inoltre, esistono molteplici incongruenze. In base all'articolo 6, infatti, per procedere all'espulsione del clandestino sottoposto a procedimento penale, occorre il nulla osta del giudice; emesso il nulla osta, il procedimento penale si chiude con una sentenza di non luogo a procedere. Se, dopo il periodo di prescrizione del reato, il clandestino rientra in Italia, non vi sarà alcuna traccia del reato commesso nel casellario giudiziario. Questa disciplina introduce dunque un trattamento ingiustificatamente discriminatorio rispetto a quello previsto per il cittadino italiano. Se, infatti, il medesimo reato fosse commesso da un cittadino


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italiano o in concorso con un cittadino italiano, nel casellario giudiziario resterebbe infatti l'annotazione del reato commesso da quest'ultimo.
Il provvedimento in esame, inoltre, prevede un procedimento di espulsione che solo in linea teorica è più stringente di quello attualmente vigente. Infatti, non sono previste misure volte ad eliminare gli ostacoli pratici che rendono sostanzialmente inefficaci le espulsioni: la mancata disponibilità dei vettori e dei centri di permanenza temporanei.
Ritiene inoltre inopportuno che il provvedimento di espulsione sia convalidato dallo stesso giudice che l'ha emesso.
Chiede quindi al relatore di formulare una proposta di parere che contenga condizioni corrispondenti ai rilievi tecnici testé illustrati.

Paolo GAMBESCIA (PD-U), nel replicare all'onorevole Costa, sottolinea che la disciplina dell'articolo 6 del decreto-legge è strutturata e bilanciata in modo adeguato e tale da raggiungere uno scopo specifico, che è quello di allontanare soggetti pericolosi dal territorio nazionale.

Pino PISICCHIO, presidente e relatore, ricorda che gli aspetti attinenti alla sussistenza dei presupposti della necessità ed urgenza non sono di competenza di questa Commissione. Sulla base di quanto emerso dal dibattito, e tenuto conto dei rilievi evidenziati dall'onorevole Daniele Farina, formula una proposta di parere favorevole con osservazione (vedi allegato).

Daniele FARINA (RC-SE) dichiara la propria astensione.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 11.