Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 172 del 19/6/2007
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Informativa urgente del Governo sul comportamento tenuto dalle Forze di polizia in occasione delle manifestazioni svoltesi a Roma durante la visita del Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush e in occasione della manifestazione dei pensionati del 12 giugno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sul comportamento tenuto dalle Forze di polizia in occasione delle manifestazioni svoltesi a Roma durante la visita del Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush e in occasione della manifestazione dei pensionati del 12 giugno.
Secondo quanto stabilito a seguito della Conferenza dei presidenti di gruppo del 13 giugno 2007, dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
Come è avvenuto in altre occasioni, la Presidenza ha consentito lo scambio di turno tra i gruppi, in particolare tra i gruppi dell'UDC e dell'Ulivo, secondo le intese intercorse tra i medesimi.

(Intervento del Viceministro dell'interno)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Viceministro dell'interno, Marco Minniti.

MARCO MINNITI, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il 9 giugno è stata una giornata impegnativa per il nostro Paese e per le forze di polizia. È stato, infatti, il giorno in cui si è svolta l'annunciata visita del


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Presidente degli Stati Uniti George W. Bush nel nostro Paese e in cui, anche grazie alla grande professionalità delle nostre forze di polizia, che nell'occasione hanno schierato circa 9 mila donne e uomini tra polizia, carabinieri e Guardia di finanza, il Presidente degli Stati Uniti ha potuto svolgere la sua visita in condizioni di massima tranquillità e sicurezza.
Si è trattato di un impegno straordinario - voglio dirlo subito - reso ancora più complesso dal fatto che, nella stessa giornata, come è noto, in polemica con la presenza del Presidente degli Stati Uniti, si sono svolte alcune manifestazioni, alle quali hanno preso parte dimostranti provenienti da varie città d'Italia, giunti a Roma fin dalle prime ore del mattino a bordo di treni ordinari, pullman o con mezzi propri. Tutti i manifestanti arrivati a Roma in treno hanno regolarmente pagato il biglietto, individuale o collettivo, secondo le tariffe liberamente contrattate tra Trenitalia e i manifestanti.
Nel pomeriggio si sono svolte le due più importanti manifestazioni: quella indetta a piazza del Popolo dalla FIOM-CGIL con le altre associazioni, alla quale hanno aderito, tra gli altri, i segretari di Rifondazione Comunista e del partito dei Comunisti Italiani, i dirigenti del partito dei Verdi e altre personalità politiche della sinistra; quella dei centri sociali, organizzata dal cosiddetto Comitato 9 giugno. La prima manifestazione era contro le guerre e la politica del Governo americano, la seconda contro la politica di guerra del Governo statunitense e la politica militare del Governo Prodi e per il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra.
La manifestazione di piazza del Popolo si è svolta senza alcun significativo inconveniente e, quindi, non ne parlo. Contemporaneamente, in altra parte della città, è partito da piazza della Repubblica, sfilando verso piazza Navona, il corteo organizzato dai centri sociali del nord-est, dai movimenti dei disobbedienti e dai no global.
Durante il tragitto si sono verificati alcuni episodi critici che solo la professionalità e l'intelligente spiegamento delle forze di polizia hanno impedito che potessero innescare incidenti più gravi.
Il tentativo più pericoloso si é verificato intorno alle ore 19, quando la testa del corteo era già entrata in piazza Navona. All'improvviso un gruppo di manifestanti, con il volto coperto da caschi, ha fronteggiato, lanciandogli contro corpi contundenti e petardi, i contingenti delle forze dell'ordine, attestati in corso Vittorio Emanuele, all'altezza di piazza della Cancelleria, in piazza San Pantaleo e in piazza Campo de' Fiori.
Undici agenti sono stati colpiti e hanno riportato lievi lesioni. Per allontanare gli aggressori è stato esploso un lacrimogeno.
Le violenze sono proseguite con il danneggiamento delle vetrine di due istituti bancari, collocati nell'area tra Corso Vittorio e Piazza San Pantaleo. Il gruppo di violenti è stato rapidamente disperso dalle forze dell'ordine, con un'azione decisa e accuratamente selettiva, anche grazie alla collaborazione del grosso dei manifestanti che, arretrando, hanno isolato i provocatori.
La filosofia di impiego delle forze di polizia - coordinate dal prefetto Serra e dal questore Fulvi - è stata improntata, secondo moduli già sperimentati, ad una razionale strategia di contenimento e isolamento dei violenti, con l'obiettivo di garantire la libertà di manifestazione e, nello stesso tempo, di impedire violenze diffuse e illegalità: prevenzione, ma anche prontezza operativa in caso di necessità, come poi effettivamente è avvenuto.
Voglio ringraziare qui in Parlamento, a nome del Governo, le forze dell'ordine, per il coraggio e la freddezza a cui hanno informato il loro lavoro. La decisione di non reagire alle provocazioni e all'evidente tentativo di far dilagare gli incidenti in una zona molto più ampia della città si è rivelata saggia e vincente: tale decisione ha consentito al grosso del corteo un tranquillo ingresso in piazza Navona, facendo emergere il rifiuto convinto della grande maggioranza dei manifestanti non ancora entrati in piazza a confondersi con l'ala violenta. Essa ha creato, quindi, le condizioni


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migliori per isolare la frangia estrema, evitando tensioni che sarebbero potute diventare molto pericolose.
Ovviamente, le scene sono state riprese per intero dalle telecamere delle forze di polizia e si lavora perché i reati commessi non restino impuniti.
Otto dimostranti responsabili del lancio di oggetti e dell'aggressione ad alcuni operatori sono stati tratti in arresto ed altri sono stati denunciati per vilipendio alle Forze armate. Tutti gli arresti sono stati convalidati dall'autorità giudiziaria che, trattandosi di persone prive di precedenti penali, non ha disposto la detenzione cautelare. Solo per uno degli arrestati, trovato in possesso di una fionda e di biglie in acciaio, è stato disposto l'obbligo di presentarsi periodicamente presso l'ufficio di polizia, a norma dell'articolo 282 del codice di procedura penale. Le imputazioni contestate saranno tratte in udienza il prossimo 11 luglio.
Al termine della manifestazione, circa trecento dimostranti sono giunti alla stazione Tiburtina, presidiata da contingenti delle forze dell'ordine, per il rientro a Milano. Dopo una lunga trattativa con i responsabili delle Ferrovie, conclusasi in senso negativo, le persone arrivate alla stazione - nel frattempo diventate oltre 1.400 - si sono radunate sul piazzale. A mezzanotte circa vi è stato un fitto lancio di sassi e bottiglie verso le forze dell'ordine, mentre venivano rovesciati e dati alle fiamme alcuni cassonetti della spazzatura. Ciò ha reso necessarie alcune cariche da parte delle forze di polizia, a seguito delle quali i manifestanti si sono riparati sotto il cavalcavia della tangenziale, mentre un gruppo di esponenti dei manifestanti teneva i contatti con i funzionari del servizio d'ordine pubblico e dei servizi ferroviari per organizzare il deflusso e il rientro nei luoghi di origine. Tale deflusso è stato garantito da alcuni treni messi a disposizione da Trenitalia su richiesta del dipartimento di pubblica sicurezza per gravi motivi di ordine pubblico. Anche questa - voglio sottolinearlo - è stata una scelta lungimirante.
Insomma, nessun manifestante è giunto a Roma gratuitamente, nella scrupolosa osservanza di una pratica consolidata e rispettosa della legge e dei regolamenti ferroviari, che si ripete in occasione di eventi che si svolgono a Roma, mentre si è facilitato, giustamente, il deflusso dei manifestanti da Roma, evitando e prevenendo possibili inasprimenti della situazione dell'ordine pubblico, come si fa, classicamente, in situazioni con tali caratteristiche.
Tra i manifestanti vi è stato un ferito che, colpito alla testa da un corpo contundente lanciato da ignoti che si trovavano sopra il viadotto, è stato prontamente soccorso e accompagnato presso l'ospedale Pertini.
Vengo adesso alla manifestazione dei pensionati. Nella mattinata del 12 giugno si è diffusa la notizia di presunti scontri e cariche delle forze di polizia che si sarebbero verificati a Roma in occasione della manifestazione indetta dalle organizzazioni sindacali dei pensionati.
La manifestazione si è svolta in piazza Santi Apostoli dalle ore 9,30 alle 10,30 e in quella sede non si è verificata alcuna situazione di tensione. Attorno alle ore 11 una parte dei manifestanti, pur sapendo che la manifestazione non prevedeva alcun corteo, si è diretta verso Palazzo Chigi dove erano presenti le forze di polizia che li hanno invitati ad allontanarsi.
Ricordo che una decisione assunta il 5 ottobre del 2006 dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Roma non consente lo svolgimento di manifestazioni in prossimità di Palazzo Chigi. Nell'occasione non è stata esercitata alcuna coercizione e le forme di comunicazione sono state corrette. La parte di manifestanti che con bandiere, vessilli e striscione si è fermata accanto alla galleria Alberto Sordi è rimasta lì sotto il controllo delle forze di polizia per circa cinquanta minuti e cioè fino alle 11,50 circa. Poiché del presidio non vi era alcuna comunicazione, gli operatori di polizia, in presenza del responsabile del servizio d'ordine pubblico, secondo modalità ordinarie, hanno


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identificato cinque persone, tra cui il segretario generale nazionale della CISL e il segretario della CISL di Roma.
È bene precisare che nel pomeriggio dello stesso 12 giugno il questore di Roma ha preso diretto contatto con i segretari generali delle organizzazioni sindacali di Roma e del Lazio per un colloquio chiarificatore. Nell'impossibilità di un incontro diretto dovuto a pregressi impegni dei dirigenti sindacali, il questore ha avuto con loro una lunga e cordiale telefonata, durante la quale è stata escluso qualunque episodio di asprezza tra le forze di polizia e i manifestanti e sono stati chiariti tutti gli aspetti della vicenda.
I sindacalisti, invece, hanno lamentato che vi è stata un'eccessiva lentezza nel deflusso dei pensionati al termine della manifestazione di piazza Santi Apostoli, inconveniente poi risolto dal funzionario preposto al servizio di ordine pubblico, intervenuto per evitare che un deflusso disordinato potesse creare pericoli alle persone o intralcio al traffico.
È stato anche lamentato che qualche agente avrebbe chiesto ad alcuni manifestanti di togliersi il berretto con la sigla del sindacato perché causa di un possibile travisamento. Non è stato possibile accertare se ciò sia realmente accaduto, ma il questore di Roma non ha esitato a riconoscere che la richiesta, se effettuata, sarebbe stata erronea.
Quanto, poi, alla rituale identificazione di alcuni sindacalisti in piazza Colonna il questore di Roma ha chiarito che il personale si è attenuto alle procedure ordinarie in casi di manifestazioni non preannunziate. Concludo e penso che sia il modo migliore per ricostruire quello che è avvenuto il 12 giugno richiamando integralmente il comunicato stampa ufficiale fatto diramare dal questore Marcello Fulvi alla fine dei suoi colloqui con i sindacalisti: «Nel pomeriggio odierno il questore di Roma ha intrattenuto un colloquio connotato dalla massima cordialità reciproca con i segretari regionali di CGIL, CISL e UIL-pensionati del Lazio. Nella circostanza è stato congiuntamente escluso che nel corso o al margine della manifestazione si siano verificati incidenti o forme di violenza o, comunque, di coazione fisica. Nel corso della conversazione sono stati chiariti alcuni episodi di lieve entità, dovuti a eccesso di zelo, che non inficiano il rapporto di correttezza sempre intercorso tra le organizzazioni sindacali e la questura di Roma».

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