Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento ambiente
Titolo: Emergenza rifiuti in Campania - D.L. 263/2006 - A.C. 1922
Riferimenti:
AC n. 1922/XV   DL n. 263 del 09-OTT-06
Serie: Progetti di legge    Numero: 70
Data: 13/11/2006
Descrittori:
CAMPANIA   RIFIUTI E MATERIALE DI SCARTO
SMALTIMENTO DI RIFIUTI     
Organi della Camera: VIII-Ambiente, territorio e lavori pubblici

 

 


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

Emergenza rifiuti in Campania

D.L. 263/2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 70

 

 

13 novembre 2006


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Ambiente

SIWEB

I dossier del Servizio studi sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

 

File: D06263

 


INDICE

Scheda di sintesi per l’istruttoria legislativa

Dati identificativi3

Struttura e oggetto  4

§      Contenuto  4

§      Relazioni allegate  5

§      Precedenti decreti-legge sulla stessa materia  5

Elementi per l’istruttoria legislativa  5

§      Motivazioni della necessità ed urgenza  5

§      Rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite  5

§      Rispetto degli altri princìpi costituzionali5

§      Specificità ed omogeneità delle disposizioni5

§      Compatibilità comunitaria  5

§      Incidenza sull’ordinamento giuridico  5

§      Formulazione del testo  5

Schede di lettura

Scheda introduttiva  5

§      Le recenti disposizioni per l’emergenza rifiuti in Campania  5

§      I decreti legge nn. 14 e 245 del 2005  5

§      Le ordinanze di protezione civile per la gestione dell’emergenza  5

§      L’aggravamento dell’emergenza  5

Il Decreto-legge in esame  5

§      Articolo 1 (Individuazione e poteri del Commissario delegato)5

§      Articolo 2 (Informazione e partecipazione dei cittadini. Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania)5

§      Articolo 3 (Affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili)5

§      Articolo 4 (Misure per la raccolta differenziata)5

§      Articolo 5 (Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche)5

§      Articolo 6 (Pignoramenti, benefìci previdenziali ed assicurativi)5

§      Articolo 7 (Abrogazioni)5

Progetto di legge

§      A.C. N. 1922, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania  5

Iter parlamentare

§      A.S. N. 1069, Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania  5

Esame in sede consultiva

-       Commissione Affari costituzionali 1ª

Seduta del 12 ottobre 2006  5

Seduta del 17 ottobre 2006  5

Seduta del 7 novembre 2006  5

-       Commissione Giustizia 2ª

Seduta del 7 novembre 2006  5

-       Commissione Bilancio 5ª

Seduta del 18 ottobre 2006  5

Seduta del 26 ottobre 2006  5

Seduta del 7 novembre 2006  5

Seduta del 7 novembre 2006 (notturna)5

Seduta dell’8 novembre 2006  5

Seduta dell’8 novembre 2006 (2ªpomeridiana)5

Esame in sede referente

-       Territorio, ambiente beni ambientali

Seduta del 17 ottobre 2006  5

Seduta del 18 ottobre 2006  5

Seduta del 24 ottobre 2006  5

Seduta del 25 ottobre 2006  5

Seduta del 7 novembre 2006  5

Seduta dell’8 novembre 2006  5

Esame in Assemblea

Seduta dell’8 novembre 2006  5

Seduta dell’8 novembre 2006 pomeridiana  5

Seduta del 9 novembre 2006  5

Normativa di riferimento

§      Costituzione della Repubblica italiana (artt. 77 e 87)5

§      L. 24-2-1992 n. 225 Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile. (artt. 5 e 11)5

§      D.L. 25-5-1994 n. 313 Disciplina dei pignoramenti sulle contabilità speciali delle prefetture, delle direzioni di amministrazione delle Forze armate e della Guardia di finanza. (art. 1)5

§      D.Lgs. 18-8-2000 n. 267 Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (artt. 50-54)5

§      D.L. 17 febbraio 2005, n. 14 Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania  5

§      D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 195 Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale.5

§      D.L. 30 novembre 2005, n. 245 Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania ed ulteriori disposizioni in materia di protezione civile  5

§      D.Lgs. 3-4-2006 n. 152 Norme in materia ambientale (art. 205 e All.E)5

§      O.P.C.M. 30 giugno 2006, n. 3529  Disposizioni urgenti di protezione civile  5

§      D.L. 4-7-2006 n. 223 Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonchè interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale. (Art. 29)5

§      O.P.C.M. 12 ottobre 2006, n. 3546 Ulteriori disposizioni per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti della regione Campania  5

Documentazione

§      Senato della Repubblica, Commissione 13ª Indagine conoscitiva sull’attività della protezione civile in relazione alle situazioni emergenziali del paese (seduta del 10 ottobre 2006)Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania  5

 

 


Scheda di sintesi
per l’istruttoria legislativa



 

Dati identificativi

Numero del progetto di legge

A.C. 1922

Titolo

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

Iniziativa

Governativa

Settore d’intervento

Rifiuti

Iter al Senato

SI

Numero di articoli

8

Date

 

§       presentazione o trasmissione alla Camera

10 novembre 2006

§       annuncio

10 novembre 2006

§       assegnazione

10 novembre 2006

Commissione competente

VIII Commissione (Ambiente)

Sede

Referente

Pareri previsti

I Commissione (Affari costituzionali)

II Commissione (Giustizia)

V Commissione (Bilancio)

VI Commissione (Finanze)

X Commissione (Attività produttive)

XI Commissione (Lavoro)

XIV Commissione (Politiche dell’Unione europea)

Commissione per le questioni regionali

 

 


 

Struttura e oggetto

Contenuto

Il decreto-legge n. 263 del 2006, nel testo trasmesso dal Senato, reca misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania nonché misure in materia per raccolta differenziata.

Il provvedimento si compone di otto articoli.

L’articolo 1, al comma 1, assegna le funzioni di Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Campania al Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il periodo necessario al superamento di tale emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2007; con il successivo comma 1-bis, introdotto dal Senato, demanda ad una successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri la precisazione dei poteri del Commissario delegato, ulteriori rispetto a quelli previsti dal decreto; al comma 2 individua le finalità dei provvedimenti che possono essere adottati dal Commissario, prevedendo la possibilità per quest’ultimo di utilizzare le strutture del Servizio nazionale della protezione civile; al comma 3 prevede che il Commissario si avvalga di tre sub-commissari per l’esercizio delle proprie funzioni, nonché la costituzione - da parte del medesimo Commissario - di una Commissione di cinque esperti nella soluzione delle emergenze ambientali; al comma 4, infine, al fine di garantire, tra l’altro, l’invarianza della spesa, prevede che, mediante ordinanze di protezione civile, si operi la riduzione dell’attuale organico della struttura commissariale, contestualmente alla nomina dei tre sub-commissari e all'istituzione della Commissione di cinque esperti prevista dal comma 3.

L’articolo 2, anch’esso modificato dal Senato, prevede, al comma 1,  l’emanazione di ordinanze commissariali finalizzate all’individuazione delle misure volte ad assicurare l’informazione e la partecipazione dei cittadini in conformità con i principi della «Carta di Aalborg»; il comma 1-bis, introdotto dal Senato, reca talune modifiche alla composizione e alle funzioni della Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, attraverso una novella all’art. 1, comma 4, del decreto-legge. 245 del 2005; il comma 1-ter ribadisce la necessità di un pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall’emergenza.

L’articolo 3, al comma 1, autorizza il Commissario delegato a provvedere alla ridefinizione delle condizioni per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, sulla base delle migliori tecnologie immediatamente disponibili e conseguentemente dispone l’annullamento della procedura di gara indetta con l’ordinanza commissariale n. 281 del 2 agosto 2006. I successivi commi 1-bis e 1-ter, introdotti dal Senato, prevedono rispettivamente: una novella all’articolo 1, comma 7, del d.l. n. 245, al fine di meglio specificare i criteri per il passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio dei beni mobili ed immobili che appare utile rilevare e di adeguare al termine posto dall’articolo 1, comma 1 (31 dicembre 2007), il termine entro il quale le attuali affidatarie sono tenute ad assicurare la prosecuzione del servizio; la procedura per l’aggiornamento da parte del Commissario delegato del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Il comma 2 prevede, nelle more dell’individuazione dell’affidatario per lo smaltimento dei rifiuti, l’individuazione da parte del Commissario delle soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e delle cd. ecoballe nelle cave dismesse o abbandonate.

L’articolo 4, nel testo sostituito dal Senato, reca misure per la raccolta differenziata, prevedendo in particolare: al comma 1, la verifica da parte del Commissario del raggiungimento dell’obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei rifiuti urbani prodotti e la definizione da parte del medesimo di un programma per il raggiungimento di almeno il 50 per cento; al comma 2, l’individuazione con apposita ordinanza degli incentivi tariffari o delle penalizzazioni correlati al raggiungimento degli obiettivi previsti; al comma 3, l’obiettivo del recupero del 60 per cento degli imballaggi, da realizzare attraverso la stipula di un accordo di programma con il CONAI; ai commi 4 e 5, il coinvolgimento nel potenziamento della filiera della raccolta, trasporto, gestione ed utilizzo economico della raccolta differenziata dei consorzi operanti nel settore della valorizzazione della raccolta differenziata.

L’articolo 5, profondamente modificato ed integrato nel corso dell’esame da parte del Senato, prevede, al comma 1:

§         l’utilizzo delle discariche già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato-Prefetto di Napoli, nonché delle ulteriori discariche individuate dal nuovo Commissario delegato, secondo i criteri indicati dal medesimo comma 1 e dal successivo comma 2-quater nel caso di discariche in prossimità di centri abitati ricadenti in altre regioni;

§         la possibilità, in via eccezionale, di trasferire fuori regione una parte dei rifiuti prodotti, secondo le modalità previste dai successivi commi 3 e 3bis.

Il comma 2 specifica gli ulteriori poteri del Commissario delegato per la sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture nonché per la messa in sicurezza e la bonifica dei territori interessati; i successivi commi 2-bis e 2-ter prevedono rispettivamente un contributo compensativo da riconoscere ai comuni sede di discariche in esercizio nonché la possibilità per questi ultimi di utilizzare i contributi riconosciuti anche per finalità di natura socio-economica.

I commi 4 e 5 prevedono rispettivamente disposizioni finalizzate a garantire il compiuto monitoraggio delle attività da porre in essere e adeguati livelli di salubrità dell’ambiente a tutela delle collettività locali e la disciplina delle attribuzioni del Commissario delegato in merito ai poteri stabiliti dalla normativa vigente in materia di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere locale  e in materia di ordine e sicurezza pubblica.

I commi 5-bis e 5-ter, attribuiscono al Commissario delegato la facoltà di sospendere, d’intesa con le regioni interessate, il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione e di proporre al Presidente della regione Campania, limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza, modifiche del piano cave.

Il comma 6, infine, individua le risorse per la copertura degli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi previsti dal decreto.

L’articolo 6, attraverso apposite norme di interpretazione autentica, prevede: al comma 1, la non sottoponibilità ad azioni di esecuzione forzata e a sequestro, nonché l’impignorabilità delle risorse dirette a finanziare le contabilità speciali istituite con ordinanze emanate ai sensi dell’art. 5 della legge n. 225 del 1992; al comma 2, la limitazione dell’applicabilità del beneficio della sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi esclusivamente ai datori di lavoro privati aventi sede nei comuni individuati da ordinanze di protezione civile.

L’articolo 7 dispone l’abrogazione di due disposizioni del precedente decreto n. 245 del 2005, conseguente alle nuove disposizioni contenute nel decreto in commento.

L’articolo 8, infine, prevede l’immediata entrata in vigore del decreto-legge.

Relazioni allegate

Il decreto-legge è accompagnato dalla relazione illustrativa del Governo e dalla relazione tecnica (A.S. 1069).

Precedenti decreti-legge sulla stessa materia

La materia della gestione dei rifiuti nella regione Campania è stata da ultimo disciplinata dal decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, che ha in gran parte sostituito le norme recate dal decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14.

Per un approfondimento delle disposizioni contenute in tali decreti rilevanti ai fini del commento del decreto-legge in esame, si rinvia alla scheda introduttiva.


 

Elementi per l’istruttoria legislativa

Motivazioni della necessità ed urgenza

Non sembrano esservi profili problematici in relazione ai presupposti di necessità e urgenza del decreto.

Il decreto-legge infatti prevede una serie di misure volte a fronteggiare le difficoltà legate alla gestione dei rifiuti nella Regione Campania, difficoltà testimoniate dal perdurare dello stato di emergenza nella Regione.

 

L’aggravamento dell’emergenza-rifiuti è stata evidenziata in modo particolare dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, durante l’audizione presso la 13a Commissione del Senato in data 10 ottobre 2006.

Rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite

Il provvedimento, nel complesso rispettoso dei principi costituzionali relativi alla ripartizione della funzione legislativa tra Stato e Regioni, contiene disposizioni in materia di rifiuti, materia che rientra nell’ambito della materia ambientale, assegnata dall’articolo 117 comma 1 lettera s) alla competenza esclusiva dello Stato.

Rispetto degli altri princìpi costituzionali

Nulla da segnalare.

Specificità ed omogeneità delle disposizioni

Le disposizioni contenute nel decreto-legge riguardano, in modo omogeneo, la materia della gestione dei rifiuti nella Regione Campania. Anche le misure in materia di raccolta differenziata, cui fa riferimento il titolo del decreto nel testo trasmesso dal Senato, riguardano specificamente tale situazione emergenziale.

Compatibilità comunitaria

Esame del provvedimento in relazione alla normativa comunitaria

Il provvedimento non presenta profili problematici dal punto di vista della compatibilità comunitaria

Documenti all’esame delle istituzioni europee
(a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea)

Nel quadro del sesto programma d’azione per l’ambiente[1], il 21 dicembre 2005 la Commissione ha presentato la strategia per la prevenzione e il riciclo di rifiuti, che si compone di una comunicazione e di una proposta di direttiva per modernizzare la direttiva quadro sui rifiuti 75/442/CEE.

La strategia individua un obiettivo a lungo termine che mira a fare dell’Europa una società che ricicla, cerca di contenere la produzione di rifiuti e trasforma in risorsa i rifiuti che non possono essere evitati. Per realizzare tale obiettivo saranno sfruttate le conoscenze generate dalla strategia tematica sulle risorse, adottata nella medesima data. L’attenzione è focalizzata sul concetto di ciclo di vita[2] nella politica di gestione dei rifiuti.

In tale contesto, i principali elementi del riesame proposto per la direttiva quadro sui rifiuti sono i seguenti:

·         orientare la politica sui rifiuti verso un migliore sfruttamento delle risorse;

·         prevedere l’elaborazione di programmi nazionali obbligatori di prevenzione dei rifiuti che tengano conto della varietà delle condizioni nazionali, regionali e locali, da mettere a punto entro tre anni dall’entrata in vigore della direttiva;

·         migliorare il mercato del riciclo con la fissazione di norme ambientali che stabiliscano a quali condizioni determinati rifiuti riciclati non siano più da considerare rifiuti;

·         semplificare la normativa sui rifiuti, rendendo più chiare le definizioni e più precise le disposizioni e integrando la direttiva sui rifiuti pericolosi (91/689/CEE) e la direttiva sugli oli usati (75/439/CEE). Per la seconda, occorre mirare alla raccolta piuttosto che alla rigenerazione, che non è più giustificata dal punto di vista ambientale.

Il Consiglio ambiente del 27 giugno 2006 ha approvato conclusioni con quali accoglie favorevolmente la strategia tematica della Commissione. La proposta di direttiva verrà esaminata secondo la procedura di codecisione. L’esame in prima lettura da parte del Parlamento europeo è previsto per febbraio 2007.

Procedure di contenzioso in sede comunitaria
(a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea)

Il 28 giugno 2006 la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia[3] per violazione del diritto comunitario con riferimento alla deroga alle disposizioni sulla gestione dei rifiuti di cui all’allegato I della direttiva 75/442/CEE, come modificata dalla direttiva 91/156/CEE.

Secondo la Commissione l’Italia è venuta meno agli obblighi previsti dalla direttiva 75/442, come modificata dalla direttiva 91/156 in quanto:

·   ai sensi delle disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 25 a 27 e comma 29, della legge 308 del 15 dicembre 2004, alcune sostanze o oggetti, che ai sensi della direttiva 75/442 sono da considerarsi rifiuti, vengono sottratti all’ambito della legislazione italiana sui rifiuti;

·   sono state adottate disposizioni volte a restringere l’ambito di applicazione della direttiva 75/442 in Italia, con riferimento alla definizione di rifiuto di cui all’articolo 1, lettera a) della medesima direttiva.

Secondo la Commissione, dall’invio del parere motivato nel dicembre 2005, l'Italia non ha ancora conformato la sua normativa alla legislazione dell'UE. Al contrario, il decreto legislativo n. 152 del 2006, recante norme in materia ambientale, ha riconfermato tale normativa. E’ per queste ragioni che la Commissione ha deciso di deferire il caso alla Corte di giustizia.

Il 13 dicembre 2005 la Commissione ha inviato all’Italia un parere motivato[4], nel quale contesta all’Italia di essere venuta meno agli obblighi previsti dagli articoli 2, 5, 6, 10, 13 e 14 della direttiva 1999/31/CE sulle discariche di rifiuti,  che è stata recepita nell’ordinamento italiano per mezzo del decreto legislativo n. 36 del 13 gennaio 2003.

In particolare la Commissione rileva che:

Il 2 maggio 2005 la Commissione ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia[5] per essere venuta meno agli obblighi che le incombono in virtù dell'articolo 1 della direttiva 75/442/CEE sui rifiuti, come modificata dalla direttiva 91/156/CE. Secondo la Commissione l’Italia con l’articolo 10 della legge n. 93 del 2001 e l'articolo 1, commi 17 e 19, della legge n. 443 del 2001 ha escluso le terre e le rocce da scavo destinate all'effettivo riutilizzo per reinterri, riempimenti, rilevati e macinati, dall'ambito di applicazione della disciplina nazionale sui rifiuti.

Il 23 marzo 2005 la Commissione ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia[6]per non corretta applicazione degli articoli 4, 8 e 9 della citata direttiva 75/442/CEE come modificata dalla direttiva 91/156/CEE; dell’articolo 2, comma 1, della direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi, e dell’articolo 14 della direttiva 1999/31/CE sulle discariche di rifiuti. La Commissione dichiara di essere venuta a conoscenza dell’esistenza sul territorio italiano di un elevato numero di discariche funzionanti illegalmente e senza controllo delle autorità pubbliche, alcune delle quali contenenti rifiuti pericolosi. La Commissione ritiene che, fintanto che essa tollera la presenza di tali discariche, la Repubblica italiana violi gli obblighi derivanti dalle citate direttive. Inoltre, in relazione alle discariche già esistenti alla data del 16 luglio 2001, la mancanza di informazioni sui piani di riassetto che i gestori di tali discariche avrebbero dovuto presentare entro il 16 luglio 2002, porta la Commissione a considerare non esistenti tali piani di riassetto e le relative misure di autorizzazione e di eventuale chiusura delle discariche non rispondenti ai requisiti di legge.

Il 23 giugno 2005 la Commissione ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia[7] ritenendo che la normativa nazionale di recepimento violi la citata direttiva 75/442/CEE sui rifiuti, come modificata dalla direttiva 91/156/CEE.

In particolare, la Commissione sostiene che l’articolo 14 del decreto legge n. 138 dell’8 luglio 2002 (convertito in legge n. 178 dell’8 agosto 2002) sia in contrasto con gli obblighi derivanti dall’articolo 1(a) della direttiva citata, poiché prevede che siano esclusi dall’ambito di applicazione del decreto legislativo n. 22 del 1997 (che ha recepito la direttiva 75/442/CEE come modificata):

·   sostanze o oggetti destinati alle operazioni di smaltimento o recupero di rifiuti non esplicitamente elencate agli allegati B e C del decreto legislativo n. 22/97;

·   beni, sostanze o materiali residuali di produzione o di consumo, qualora gli stessi possano essere e siano riutilizzati in un ciclo produttivo o di consumo, a condizione che non sia effettuato alcun intervento preventivo di trattamento e che gli stessi non rechino pregiudizio all’ambiente, oppure, anche qualora venga effettuato un intervento preventivo di trattamento, quando quest’ultimo non configuri un’operazione di recupero fra quelle elencate all’allegato C del decreto legislativo n. 22/97.

La Commissione è del parere che una siffatta esclusione costituisca un'indebita restrizione della nozione di rifiuto, e quindi dell'ambito d'applicazione della normativa italiana sulla gestione dei rifiuti. Di fatto, l'interpretazione prospettata dal legislatore italiano avrebbe per effetto una limitazione dell'applicazione delle disposizioni della direttiva alle sole fattispecie identificate dalla normativa italiana, escludendone altre non prevedibili a priori che potrebbero invece esservi assoggettate ed in relazione alle quali un'interpretazione estensiva della nozione di rifiuto si renderebbe necessaria. Ciò, secondo la Commissione, si pone in contrasto colle disposizioni della direttiva, che non possono essere derogate da una norma di diritto interno.

Si segnala per altro che il citato articolo 14 del decreto legge n. 138 dell’8 luglio 2002 (convertito in legge n. 178 dell’8 agosto 2002) è stato abrogato dall’articolo 264 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Incidenza sull’ordinamento giuridico

Riflessi sulle autonomie e sulle altre potestà normative

Per la loro incidenza sulle autonomie locali, si segnalano, in particolare, le seguenti disposizioni:

§      l’articolo 2, e in particolare i seguenti commi, introdotti dal Senato:

o     il comma 1-bis che novella l’articolo 1, comma 4, del decreto-legge n. 245 del 2005, relativo alla Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, presieduta dal Presidente della Regione Campania, prevedendo in particolare un termine per la sua istituzione, il coinvolgimento anche del Commissario delegato, con il potere di proporre la convocazione, e la modifica delle relative competenze.

Con riguardo a tale ultimo profilo può essere opportuno un chiarimento in ordine alla sottrazione alla Consulta della competenza consultiva rispetto alla localizzazione degli impianti per la combustione dei rifiuti;

oil comma 1-ter, che dispone che il Commissario delegato individui le modalità operative che assicurino il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall'emergenza.

 

§      l’articolo 5, nel testo trasmesso dal Senato, e in particolare:

o     il comma 1, che prevede il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e degli enti locali nelle attività di bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche;

o     i commi 3 e 3-bis, che prevedono rispettivamente l’intesa (piuttosto che, come nel testo originario, la mera consultazione) delle regioni interessate per lo smaltimento ed il recupero fuori regione e condizioni specifiche nel caso di trasferimento in regioni nelle quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento;

o     il comma 4 che prevede il coinvolgimento delle comunità locali nella definizione delle iniziative per garantire piena informazione, partecipazione e trasparenza alle attività poste in essere;

o     il commi 5-bis e 5-ter, relativi alla facoltà del Commissario delegato di sospendere, d’intesa con le regioni interessate, il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione e di proporre al Presidente della regione Campania, limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza, modifiche del piano cave.

Attribuzione di poteri normativi

Si segnala in particolare, l’articolo 1, comma 1-bis, (introdotto presso l’altro ramo del Parlamento) che demanda ad una successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, la precisazione di ulteriori poteri del Commissario delegato e il compito di coordinare ed eventualmente modificare gli effetti delle precedenti ordinanze emanate in materia.

Coordinamento con la normativa vigente

Si segnalano le seguenti due disposizioni, che potrebbero presentare profili problematici nel coordinamento con la normativa vigente:

§         l’articolo 3, comma 1, che prevede la ridefinizione da parte del Commissario delegato delle condizioni per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e il conseguente annullamento della procedura di gara indetta con l’ordinanza commissariale n. 281 del 2 agosto 2006. Occorre valutare l’opportunità di modificare la norma nel senso di autorizzare il Commissario a procedere all’annullamento, facendo in ogni caso salvi eventuali diritti e situazioni giuridiche in capo a terzi.

 

Si segnala che l’articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 245, che prevedeva la risoluzione dei contratti stipulati dal Commissario delegato per l'emergenza rifiuti con le affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, faceva espressamente salvi gli eventuali diritti derivanti dai rapporti contrattuali risolti;

 

§         l’articolo 6, comma 1-bis,(introdotto dal Senato), che, attraverso il riferimento alla legge n. 225 del 1992, in realtà contempla una norma di interpretazione autentica delle disposizioni delle ordinanze di protezione civile; anche in considerazione del contenuto sostanziale della disposizione, appare più corretto prevedere un’apposita novella al testo della legge n. 225 del 1992.

 

Formulazione del testo

Con riferimento all’articolo 1, comma 1-bis, andrebbe precisato che l’ordinanza in esso prevista ha anche la funzione di coordinare ed eventualmente modificare le precedenti ordinanze emanate in materia, piuttosto che, come nel testo trasmesso, gli effetti delle medesime.

Con riferimento all’articolo 2, comma 1, occorre valutare l’opportunità di modificare la norma, al fine di richiamare, oltre che i principi della Carta di Aalborg, anche la puntuale normativa comunitaria in materia di informazione ambientale e di partecipazione dei cittadini contenuta nella direttiva 2003/4 e la normativa nazionale di recepimento.

Con riferimento all’articolo 3:

§         al comma 1-ter, secondo periodo, la previsione della facoltà del Commissario delegato di avvalersi delle strutture del Servizio nazionale della protezione civile nonché del concorso delle amministrazioni e degli enti pubblici appare ripetitiva dell’analoga previsione contenuta nell’articolo 1, comma 2;

§         al comma 2, appare utile un chiarimento in ordine alla portata della modifica apportata dal Senato, a seguito della quale è venuta meno la precisazione relativa alla localizzazione in Campania delle cave dismesse.

Con riferimento all’articolo 5:

§         al comma 1, al fine di meglio chiarire che il coinvolgimento degli enti locali riguarda tutte le misure previste dall’articolo 5, sarebbe più corretto prevedere tale coinvolgimento in un apposito periodo piuttosto che collegarlo, come nel testo trasmesso, alla messa in sicurezza delle discariche;

§         al comma 2, posto che il testo trasmesso si presta ad ambiguità interpretative in ordine al soggetto competente a provvedere alla bonifica dei territori interessati, andrebbe chiarita la formulazione al fine di precisare se tale compito spetta al Commissario delegato per la bonifica e la tutela delle acque o, d’intesa con quest’ultimo, al Commissario delegato per l’emergenza rifiuti;

§         al comma 2-ter, è opportuno sostituire il termine “termovalorizzatori”, con quello giuridicamente più corretto, in quanto dotato di apposita definizione normativa, di “inceneritori”.


 

Schede di lettura

 


Scheda introduttiva

Le recenti disposizioni per l’emergenza rifiuti in Campania

I decreti legge nn. 14 e 245 del 2005

La materia della gestione dei rifiuti nella regione Campania è stata da ultimo disciplinata dal decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14[8] e dal decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245[9], che ha in gran parte sostituito le norme recate dal decreto precedente. Di seguito si dà conto delle principali disposizioni recate dai provvedimenti citati.

Il decreto-legge n. 245 del 2005 (recante "Misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania" e convertito, con modificazioni, dalla legge n. 21 del 27 gennaio 2006) all'art. 1, comma 1, ha disposto la risoluzione dei contratti stipulati dal Commissario delegato con le affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in regime di esclusiva.

Il successivo comma 2 ha previsto la conseguente individuazione, in termini di somma urgenza, da parte del Commissario, dei nuovi affidatari del servizio sulla base di procedure accelerate di evidenza comunitaria.

In funzione del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio, ivi comprese quelle relative al personale ed agli eventuali beni mobili ed immobili che fosse apparso utile rilevare, il successivo comma 7 ha previsto che, fino al momento dell'aggiudicazione dell'appalto e comunque entro il 31 maggio 2006[10], l’obbligo per le attuali affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania di assicurarne la prosecuzione e provvedere alla gestione delle imprese ed all'utilizzo dei beni nella loro disponibilità, nel puntuale rispetto dell'azione di coordinamento svolta dal Commissario delegato.

Un’altra disposizione di rilievo si ritrova nel già citato comma 2, che ha rimesso al Commissario delegato la definizione, con il presidente della regione Campania, sentito il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, degli adeguamenti del piano regionale di smaltimento dei rifiuti, anche al fine di incrementare i livelli della raccolta differenziata e di individuare soluzioni compatibili con le esigenze ambientali per i rifiuti trattati accumulati nei siti di stoccaggio provvisorio.

Con l'art. 1, comma 4, del decreto n. 245, inoltre, è stata istituita la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, che è presieduta dal presidente della regione e della quale fanno parte i presidenti delle province, con compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento e la combustione dei rifiuti.

Una disposizione con finalità analoghe si ritrova nel comma 8, secondo cui il Ministro dell'ambiente, anche in relazione alle competenze da esercitarsi in base al decreto, provvede allo studio di programmi e piani per l'individuazione di soluzioni ottimali attinenti al ciclo integrato della gestione dei rifiuti, con le risorse previste a legislazione vigente.

Il successivo comma 6 ha poi prorogato fino al 31 maggio 2006 gli stati di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nelle regioni Campania, Calabria, Lazio, Puglia e Sicilia, nonché quelli nel settore delle bonifiche nelle regioni Calabria, Campania e Puglia.

 

Con il successivo DPCM 1° giugno 2006, lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania è stato prorogato sino al 31 gennaio 2007.

In conseguenza di tale proroga con l’art. 8 dell’OPCM 16 giugno 2006, n. 3527, è stato previsto l’obbligo per le attuali affidatarie - Fibe S.p.a. e Fibe Campania S.p.a. - di garantire la prosecuzione del servizio di smaltimento fino all'aggiudicazione dell'appalto e comunque fino alla cessazione dello stato di emergenza.

 

 

L’articolo 1 del decreto-legge n. 245 del 2005 reca anche disposizioni relative al coinvolgimento del Dipartimento della Protezione civile in una serie di attività, quali il monitoraggio e l’accertamento delle iniziative adottate dalle strutture commissariali, nonché la possibilità di avvalersi del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Anche in correlazione con i nuovi ed ulteriori compiti del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, l’art. 1-bis ha disposto un incremento di 90 posti nel ruolo speciale del medesimo Dipartimento.

 

Si ricorda, inoltre, che il comma 9 dell’art. 1, successivamente abrogato dall'art. 7 del decreto legge 9 ottobre 2006, n. 263, prevedeva l’emanazione di ordinanze di protezione civile per la ridefinizione della struttura commissariale.

 

Con il comma 1 dell'art. 2 è stato affidato al Commissario delegato il compito di provvedere tempestivamente al recupero della tariffa di smaltimento dei rifiuti presso i comuni, i relativi consorzi e gli altri affidatari della regione Campania, tenendo conto delle situazioni debitorie certificate dai comuni medesimi, o comunque attestate dal Commissario delegato stesso, fino al 31 maggio 2006[11], anche utilizzando le procedure di riscossione coattiva ai sensi del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, ed adottando, ove necessario, misure di carattere sostitutivo a carico dei soggetti debitori. Inoltre, con il comma 2 dell'art. 2 è stato previsto che in ogni caso, a fronte del mancato adempimento delle obbligazioni pecuniarie poste a carico dei soggetti indicati nel suddetto comma 1, il Ministero dell'interno avrebbe provveduto attraverso corrispondenti riduzioni dei trasferimenti erariali spettanti ai comuni interessati, ivi compresi i trasferimenti a titolo di compartecipazione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.

 

Tali disposizioni hanno sostituito, abrogandole, quelle recate dall’art. 1 del D.L. n. 14/2005, che disciplinavano una procedura volta a permettere l’estinzione delle situazione debitorie dei comuni campani derivanti dal mancato versamento al Commissario sia della tariffa per il conferimento dei rifiuti solidi urbani agli impianti per la produzione del combustibile derivato dai rifiuti (CDR), sia dei contributi di compensazione ambientale previsti a favore dei comuni ospitanti gli impianti stessi.

L'art. 3, comma 1, del decreto-legge n. 245 ha stabilito che fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania, le risorse finanziarie comunque dirette al Commissario delegato fossero vincolate all'attuazione, da parte del Commissario stesso, del piano di smaltimento rifiuti e non fossero suscettibili di pignoramento o sequestro.

 

Con l'art. 5 si è stabilito che, fino al 31 maggio 2006[12], il Commissario delegato avrebbe provveduto all’attribuzione ai consorzi costituiti nei bacini identificati con legge della regione Campania 10 febbraio 1993, n. 10, il compito di effettuare la raccolta differenziata degli imballaggi primari, ed eventualmente della frazione organica, dei rifiuti ingombranti, nonché della frazione valorizzabile di carta, plastica, vetro, legno, metalli ferrosi e non ferrosi, utilizzando i lavoratori assunti in base all'ordinanza del Ministro dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile n. 2948 del 25 febbraio 1999.

Si rammenta, in proposito, che l’art. 3, commi 1-2, dell’OPCM 30 giugno 2006, n. 3529, ha autorizzato, fino alla cessazione dello stato di emergenza, a favore dei citati consorzi, un contributo massimo pari a 43 milioni di euro, finanziato con incrementi tariffari a carico dei comuni della regione Campania che, alla data del 31 dicembre 2005, non hanno raggiunto una percentuale di raccolta differenziata pari ad almeno il 35 per cento su base annua.

Il comma 3 dell'art. 5 ha stabilito che nel caso di mancato adempimento da parte dei consorzi di tale obbligo entro 30 giorni dall'affidamento del servizio, il Commissario delegato, d'intesa con il Presidente della regione Campania, sentiti i Presidenti delle province, avrebbe provveduto al commissariamento dei medesimi.

Il successivo comma 5 ha previsto la stipula, da parte del Commissario delegato, di convenzioni con il CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) per avviare al recupero una parte dei sovvalli in uscita dagli impianti per la produzione di CDR, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica.

 

L'art. 6 del decreto-legge, al comma 1, ha stabilito che i materiali destinati al recupero, prodotti negli impianti di lavorazione dei rifiuti solidi urbani esistenti nella regione Campania, fossero mantenuti a riserva nei siti di stoccaggio provvisorio fino alla definitiva messa a regime del sistema regionale integrato di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, e comunque non oltre il 31 maggio 2007, assicurando comunque adeguate condizioni di tutela igienico-sanitaria e ambientale.

Il successivo comma 2, al fine di garantire, in termini di somma urgenza, l'ordinata gestione dello smaltimento e recupero dei rifiuti nella regione Campania, ha inoltreprevisto l’obbligo per il Commissario delegato di realizzare le discariche di servizio ed i siti di stoccaggio occorrenti fino alla cessazione dello stato di emergenza.

 

Tale norma ha sostituito, abrogandola, quella recata dall’art. 2, comma 1, del D.L. n. 14/2005, che - in aggiunta rispetto a quanto citato - prevedeva, al fine di assicurare in termini di somma urgenza il funzionamento a norma di legge, nel rispetto delle prescrizioni contrattuali relative alla gestione del sistema di smaltimento e recupero dei rifiuti nella regione Campania, dei sette impianti presenti nella regione stessa di Casalduni, Pianodardine, Giugliano, Santa Maria Capua Vetere, Caivano, Tufino e Battipaglia, che il Commissario delegato autorizzasse le necessarie iniziative di adeguamento tecnico-funzionale degli impianti medesimi da parte dei soggetti affidatari[13].

 

La medesima disposizione ha disposto l’obbligo per il Commissario di proseguire i lavori per la realizzazione dei termovalorizzatori di Acerra e Santa Maria la Fossa.

 

Delle norme ancora vigenti del decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, si segnala, in particolare, l’art. 3, comma 1, in base al quale, per garantire la concreta e sollecita attuazione delle determinazioni del Commissario, in materia di individuazione dei siti di stoccaggio dei rifiuti e degli impianti di termovalorizzazione, anche ai fini della realizzazione delle opere occorrenti, i prefetti della regione Campania territorialmente competenti assicurano ogni collaborazione ed intervento di propria competenza in termini di somma urgenza.

Il successivo comma 2, poi, consentiva al Commissario delegato, anche per l'esercizio delle funzioni previste dal medesimo  decreto, di avvalersi di un sub-commissario, cui delegare compiti specifici nell'ambito di determinati settori d'intervento, con oneri a carico della gestione commissariale.

 

Le ordinanze di protezione civile per la gestione dell’emergenza

Successivamente sono state emanate numerose ordinanze di protezione civile finalizzate a porre in essere tutte le iniziative, di carattere straordinario ed urgente, essenziali per il raggiungimento degli obiettivi fissati dai citati decreti-legge.

In questa sede si dà conto delle disposizioni che maggiormente sembrano rilevare ai fini del commento al decreto-legge in esame.

L’articolo 3 dell’OPCM 14 dicembre 2005, n. 3479[14] ha confermato, fino alla cessazione dello stato di emergenza, la vigenza delle ordinanze commissariali recanti l'obbligo per tutti i comuni e/o i soggetti che effettuano la gestione dei rifiuti urbani, di conferire in via esclusiva agli impianti di produzione del CDR, tutti i rifiuti urbani, a valle della raccolta differenziata, prodotti e raccolti sul loro territorio e di pagare la tariffa di smaltimento con il conseguente divieto di conferimento a terzi o di altra forma di smaltimento dei rifiuti urbani.

Lo stesso articolo ha provveduto ad una rimodulazione della tariffa di smaltimento, a decorrere dal 16 dicembre 2005 e fino alla cessazione dello stato di emergenza.

L’art. 4, comma 2, della medesima ordinanza ha novellato l'art. 2, comma 1, dell'OPCM 30 marzo 2004, n. 3345, che autorizzava il Commissario delegato a porre in essere una serie di attività, tra le quali, in base al testo novellato, “assicurare, in via provvisoria ed eccezionale, il sollecito smaltimento dei rifiuti non ricevuti dagli impianti di produzione di combustibile derivato dai rifiuti previa intesa con i presidenti delle regioni interessate, nonché dei prodotti e sottoprodotti della lavorazione dei rifiuti presso detti impianti anche in deroga alle disposizioni previste dai rispettivi statuti regionali, avviandoli verso impianti ubicati presso altre regioni, in attesa della approvazione del piano di cui alla successiva lettera b)”.

Il successivo comma 3, come successivamente modificato, dalla data di risoluzione del contratto con le affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, Fibe SpA e Fibe Campania SpA, , ai sensi degli articoli 27 e 28 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive modifiche ed integrazioni, ha autorizzato gli impianti siti in Caivano (Napoli), Tufino (Napoli), Giugliano (Napoli), Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Pianodardine (Avellino), Battipaglia (Salerno) e Casalduni (Benevento) ad operare una serie di attività indicate, tra cui la selezione, prevalentemente mediante tritovagliatura, di rifiuto urbano residuale da raccolta differenziata.

Lo stesso comma ha previsto che il Commissario delegato possa autorizzare l'uso degli impianti anche in misura superiore alle potenzialità di progetto previste dalle autorizzazioni di cui al medesimo comma, assicurando comunque adeguate condizioni di tutela igienico-sanitaria ed ambientale.

Ulteriori disposizioni relative a tali impianti, e finalizzate alla loro ottimizzazione gestionale, sono state dettate dall’art. 6.

 

L’art. 1 dell’OPCM 11 febbraio 2006, n. 3493[15] ha imposto al Commissario di individuare con ogni urgenza e comunque entro e non oltre il 14 febbraio 2006 le discariche di servizio presso le quali conferire rifiuti urbani e rifiuti speciali non pericolosi.

Lo stesso Commissario è stato autorizzato a finanziare, con le somme di cui all'art. 6, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, opere di messa in sicurezza in termini di somma urgenza di discariche di servizio già autorizzate, anche non pubbliche, presso le quali residuano volumetrie disponibili per l'ulteriore conferimento dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi; detti conferimenti dovranno essere disposti per quantità predefinite e per un periodo limitato di quaranta giorni dalla data di adozione della presente ordinanza.

Il comma 3 dell’art. 1 ha poi previsto che il Commissario, al fine di garantire l'adeguato livello di sicurezza alle popolazioni locali sotto il profilo igienico, sanitario ed ambientale, provveda a predisporre un apposito piano di sorveglianza e controllo.

 

L’art. 2, comma 1, dell’OPCM 30 giugno 2006, n. 3529[16] ha affidato al Commissario l’incarico di provvedere, d'intesa con il presidente della regione Campania ed i presidenti delle province interessate, ad individuare le discariche di servizio localizzate nella medesima regione presso le quali conferire immediatamente rifiuti urbani e rifiuti speciali non pericolosi, anche tra quelle in fase di gestione post-operativa, a condizione che residuino volumetrie disponibili per l'ulteriore conferimento dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi, ed al fine di garantire la messa in sicurezza.

Il comma 2 ha autorizzato il Commissario ad individuare, anche al fine della loro ricomposizione morfologica, cave dismesse e/o abbandonate, per il conferimento di rifiuti urbani e rifiuti speciali non pericolosi in uscita dagli impianti di selezione dei rifiuti della regione.

 

L’art. 7, comma 1, dell’OPCM 27 settembre 2006, n. 3545, ha disposto che il Commissario eserciti in materia di emergenza sanitaria ed igiene pubblica i poteri di ordinanza di cui agli articoli 50, comma 5, e 54, comma 2, del decreto legislativo n. 267/2000, all'uopo subentrando ai Sindaci nella titolarità e nell'esercizio di tali potestà per la durata dello stato di emergenza.

 

L’aggravamento dell’emergenza

Di seguito si riporta la rapida disamina svolta dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, durante l’audizione presso la 13a Commissione del Senato in data 10 ottobre 2006:

“Il 21 settembre è stata chiusa la discarica di Montesarchio, come da impegno preso con le comunità locali al momento in cui quella discarica venne aperta. Non abbiamo potuto aprire contemporaneamente la discarica di Villaricca … soprattutto per questioni di carattere atmosferico. Adesso ci siamo arrivati; ma questo gap fra la chiusura di Montesarchio e l’apertura di Villaricca ha comportato il mancato conferimento di diverse tonnellate di rifiuti. Ad aggravare questa situazione hanno concorso anche, ovviamente, il provvedimento di chiusura e di sequestro di alcuni CDR e, recentissimamente, della discarica di Difesa grande e tutta un’altra serie di fattori. Sta di fatto che oggi vi sono 12.000 tonnellate di spazzatura non raccolta in provincia di Napoli, 11.000 in provincia di Salerno e 5.000, rispettivamente, nelle province di Avellino, Benevento e Caserta; siamo quindi a 38.000, grosso modo. Si tratta di stime: non abbiamo pesato la spazzatura presente nelle strade e secondo me ce n’è anche di più. Comunque diciamo che quella visibile, che dà fastidio, che in qualche situazione addirittura impedisce di andare a scuola, in chiesa o di poter frequentare i mercati, è sicuramente quella che vi ho detto”.

Questa situazione, unitamente alle dimissioni del Commissario in carica, il prefetto Catenacci, ha reso necessaria l’emanazione del decreto-legge in commento.


Il Decreto-legge in esame

Articolo 1
(Individuazione e poteri del Commissario delegato)

 

Il comma 1 dell'articolo in esame dispone l’assegnazione delle funzioni di Commissario delegato per l’emergenza rifiuti nella regione Campania al Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il periodo necessario al superamento di tale emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2007.

 

La fissazione di un termine per la gestione commissariale e la previsione secondo la quale l'emergenza riguarda, complessivamente, il settore dei rifiuti nella regione Campania e non solamente il loro smaltimento (come indicato nel testo originario del decreto) deriva dall’approvazione di due distinti emendamenti della Commissione presso l’altro ramo del Parlamento[17].

La disposizione recata dal comma 1 si è resa necessaria in seguito alle dimissioni (rassegnate in data 27 settembre 2006) del precedente commissario, Corrado Catenacci, nominato con l’ordinanza 27 febbraio 2004, n. 3341, che a sua volta aveva sostituito il dimissionario Presidente della regione Campania.

Si ricorda, inoltre, che con l’OPCM 30 giugno 2006, n. 3529, è stata prevista l’istituzione, presso il Ministero dell'ambiente, di una struttura con funzione di coordinamento e di supporto delle attività svolte dai commissari delegati, al fine di assicurare le opportune sinergie per accelerare il completamento delle procedure necessarie alla chiusura degli stati d'emergenza in materia ambientale (tra cui quello in corso nella Regione Campania), nonché per favorire il conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata, finalizzata al recupero ed al riciclaggio, di imballaggi primari, secondari e terziari, della frazione organica, dei rifiuti ingombranti, nonché della frazione valorizzabile di carta, plastica, vetro, legno, metalli ferrosi e non ferrosi, nelle regioni in cui é stato dichiarato lo stato d'emergenza nel settore dei rifiuti.

 

 

Il comma 1-bis (introdotto a seguito all’approvazione presso il Senato di un emendamento della Commissione[18]) dispone che alla precisazione degli ulteriori poteri del Commissario delegato, necessari per il superamento dell'emergenza, non previsti dal medesimo decreto e necessari alla sua rapida ed efficace attuazione, si provveda mediante una successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225.

Tale ordinanza, da cui non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, potranno essere coordinati ed eventualmente modificati gli effetti delle precedenti ordinanze emanate per l'emergenza rifiuti in Campania, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico.

L’art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225[19] prevede in termini generali che, per l'attuazione degli interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza, si provveda anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente, e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico.

 

Il successivo comma 2, incarica il Commissario di provvedere, oltre che all’esercizio dei poteri conferiti dalle ordinanze emergenziali di protezione civile, all’adozione - nell’osservanza dei principi generali dell’ordinamento - degli indispensabili provvedimenti per assicurare:

§         ogni forma di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate;

§         il concorso immediato delle amministrazioni e degli enti pubblici, nonché di ogni altra istituzione, organizzazione e soggetto privato, il cui apporto possa comunque risultare utile.

Per realizzare tali finalità, il Commissario può utilizzare le strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile, in ogni caso senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica[20].

Si fa notare, in proposito, che sulla citata possibilità di coinvolgere le amministrazioni pubbliche e le strutture del Servizio nazionale della protezione civile, il Governo ha sottolineato – nel corso dell’iter al Senato – che tale facoltà rientra già nella competenza ordinaria del Capo del Dipartimento della protezione civile, che, in base al comma 1, riveste anche il ruolo di Commissario delegato.

Ai sensi dell’art. 11 della legge n. 225/1992, costituiscono strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile:

a) il Corpo nazionale dei vigili del fuoco quale componente fondamentale della protezione civile;

b) le Forze armate;

c) le Forze di polizia;

d) il Corpo forestale dello Stato;

e) i Servizi tecnici nazionali;

f) i gruppi nazionali di ricerca scientifica di cui all'articolo 17, l'Istituto nazionale di geofisica ed altre istituzioni di ricerca;

g) la Croce rossa italiana;

h) le strutture del Servizio sanitario nazionale;

i) le organizzazioni di volontariato;

l) il Corpo nazionale soccorso alpino-CNSA (CAI).

Il comma 2 del medesimo articolo dispone inoltre che “in base ai criteri determinati dal Consiglio nazionale della protezione civile, le strutture operative nazionali svolgono, a richiesta del Dipartimento della protezione civile, le attività previste dalla presente legge nonché compiti di supporto e consulenza per tutte le amministrazioni componenti il Servizio nazionale della protezione civile”.

 

Ai sensi del comma 3, il Commissario delegato, per l’esercizio delle proprie funzioni, si avvale di tre sub-commissari:

§         un sub-commissario con funzioni vicarie;

Tale incarico è stato affidato al prefetto Carlo Alfiero, con O.P.C.M. n. 3546 del 12 ottobre 2006, già Commissario per l'emergenza ambientale in Calabria. Con tale ordinanza[21] ne sono stati definiti attribuzioni e poteri.

§         un sub-commissario per la raccolta differenziata, dotato di comprovata e specifica esperienza nel settore, individuato d’intesa con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;

§         un sub-commissario delegato ad ulteriori e specifici compiti nell’ambito di determinati settori di intervento.

Lo stesso comma prevede la costituzione - da parte del Commissario delegato - di una Commissione di cinque esperti nella soluzione delle emergenze ambientali.

Tale commissione sembra destinata a sostituire l’analoga struttura tecnico-scientifica composta da sette esperti, istituita, ai fini del più proficuo e tempestivo espletamento delle attività disciplinate dalla medesima ordinanza, con l’art. 3 dell’OPCM 30 marzo 2004, n. 3345 e soppressa dall’art. 15 dell’OPCM 25 gennaio 2006, n. 3491.

 

Il comma 4 detta disposizioni finalizzate a garantire l’invarianza della spesa, l’attuazione del comma 3 e a facilitare il rientro nella gestione ordinaria una volta cessato lo stato di emergenza.

Tale disposizione, nel testo emendato nel corso dell’esame al Senato[22], prevede che, mediante ordinanze di protezione civile, si operi la riduzione dell’attuale organico della struttura commissariale e specifica che tale riduzione di organico dovrà avvenire contestualmente alla nomina dei tre sub-commissari e all'istituzione della Commissione di cinque esperti prevista dal comma 3, in modo da assicurare comunque la soppressione di un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario, in aggiunta a quanto previsto dall'articolo 29, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223.

Tale norma sembra recare una finalità analoga a quella contenuta nell’art. 15 dell’OPCM 25 gennaio 2006, n. 3491, che ha soppresso il Comitato di rientro nell'ordinario istituito ai sensi dell'art. 7 dell'ordinanza di protezione civile n. 2774 del 31 marzo 1998.

Relativamente all’organico della struttura commissariale, si rammenta che nella relazione tecnica al disegno di legge AS 1069 si legge che attualmente la struttura commissariale è composta da circa 117 unità di personale e si ipotizza, a titolo esemplificativo, che l'onere per i sub-commissari aggiuntivi e per i 5 membri della commissione corrisponda a quello per 20 componenti della struttura commissariale.

Nella medesima relazione si fa presente, inoltre, che resta fermo per l’intera struttura commissariale quanto previsto dall’art. 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, in materia di riorganizzazione e riduzione della spesa complessiva degli organismi collegiali.

Riguardo alla riorganizzazione della struttura commissariale, nel corso della sua audizione del 10 ottobre 2006[23] presso la della 13a Commissione del Senato, il neo-Commissario Bertolaso ha dichiarato che “la prima cosa che faremo sarà di trasferire la struttura commissariale nell’ambito di una sede istituzionale. Dalle prime verifiche che abbiamo effettuato, al momento risultano che vi sono quattro sedi occupate dall’ufficio del commissario e ciò comporta una spesa di affitto non irrilevante: siamo sui 500.000 euro l’anno. Quindi, sia per questioni economiche sia soprattutto per questioni di ruolo, sono già in contatto con il prefetto e con le autorità competenti per individuare una sede istituzionale dove trasferire immediatamente quello che resterà della struttura del commissariato. Attualmente i dipendenti della struttura del commissariato sono circa cento; alla Protezione civile nazionale vi sono 500 dipendenti per gestire le emergenze italiane; ci sembra che il rapporto non sia corretto e quindi procederemo sicuramente ad una riorganizzazione di questa struttura che costa annualmente circa sei milioni di euro per il suo funzionamento.

Voglio sottolineare al riguardo che il prefetto Catenacci ha già sensibilmente ridotto i costi di gestione, precedentemente di molto superiori rispetto alle cifre che vi sto dando. Noi riporteremo il tutto ai minimi termini; non per questo ovviamente ridurremo quella che sarà la capacità di intervento e di manovra della struttura commissariale per l’intervento sulla gestione della spazzatura”.


Articolo 2
(Informazione e partecipazione dei cittadini.Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania)

 

Il comma 1 prevede l’emanazione di ordinanze commissariali, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, finalizzate all’individuazione delle misure volte ad assicurare l’informazione e la partecipazione dei cittadini in conformità con i principi della «Carta di Aalborg».

La Carta delle città europee per uno sviluppo durevole e sostenibile (cd. Carta di Aalborg) è stata approvata dalle 80 amministrazioni locali europee e dai 253 rappresentanti di organizzazioni internazionali, governi nazionali, istituti scientifici, consulenti e singoli cittadini, che hanno partecipato alla Conferenza europea sulle città sostenibili che si è svolta ad Aalborg, in Danimarca, dal 24 al 27 maggio 1994. Con la firma della Carta le città e le regioni europee si sono impegnate ad attuare l'Agenda 21 a livello locale e a elaborare piani d'azione a lungo termine per uno sviluppo durevole e sostenibile, nonché ad avviare la campagna per uno sviluppo durevole e sostenibile delle città europee.

La Carta di Aalborg elabora il concetto di sostenibilità, individua le responsabilità ambientali delle città e le impegna a sviluppare politiche ed azioni positive per realizzare città sostenibili, nonché a fondare la loro azione sulla cooperazione fra tutti gli attori interessati e a far sì che tutti i cittadini e i gruppi interessati abbiano accesso alle informazioni e siano messi in condizioni di partecipare al processo decisionale locale”.

Si segnala tuttavia che, in materia di informazione ambientale, i principi basilari sono attualmente contenuti nell’articolata normativa recata dalla direttiva 2003/4/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195.

Le norme recate dal d.lgs. n. 195/2005 rappresenta un ulteriore passaggio normativo rispetto alla finalità di implementare il diritto di accesso all’informazione ambientale e di rafforzare la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. In particolare, il d.lgs. n. 195/2005 sostituisce il d.lgs. n. 39/1997 (che aveva recepito la precedente direttiva europea[24]) ridisegnando la materia secondo le nuove disposizioni comunitarie volte ad ampliare il diritto di accesso attraverso:

§         la sensibile estensione della nozione di informazione ambientale;

§         la definizione del contenuto minimo della documentazione amministrativa che ogni autorità pubblica deve mettere a disposizione del pubblico;

§         la disciplina dei tempi del procedimento di richiesta e rilascio delle informazioni ambientali;

§         la previsione di una tutela anche amministrativa del diritto di accesso ambientale.

Occorre valutare l’opportunità di modificare la norma, al fine di richiamare, oltre che i principi della Carta di Aalborg, anche la puntuale normativa comunitaria in materia (direttiva 2003/4) e la normativa nazionale di recepimento.

Il secondo periodo del comma 1 prevede, conformemente alle disposizioni del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195, la collaborazione con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’attuazione di tali iniziative di informazione e specifica che, comunque, da queste ultime non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica[25].

 

In proposito si noti che il Governo ha sottolineato – nel corso dell’iter al Senato – che “le misure volte alla informazione e alla partecipazione dei cittadini, ai sensi dell’articolo 2, rientrano tra le competenze ordinarie ed istituzionali del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui il Dipartimento della protezione civile già fornisce supporto e collaborazione”.

Con riguardo a specifiche iniziative di informazione ai cittadini, si ricorda che, nel corso della più volte citata audizione presso la 13a Commissione del Senato, Bertolaso ha dichiarato l’intenzione di aprire un sito internet sul quale riportare dati relativi a tutte le situazioni[26].

 

 

Il comma 1-bis – introdotto durante l’esame da parte del Senato[27] - novella il comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, relativo all’istituzione della Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania.

Le modifiche apportate riguardano:

a)      l’introduzione del termine del 31 dicembre 2006 per l’istituzione della Consulta;

b)      il coinvolgimento - fino alla cessazione dello stato di emergenza - anche del Commissario nel funzionamento dell’organo, che diviene membro della Consulta e al quale viene attribuito il potere di proporre al Presidente della regione Campania (che presiede la Consulta) la convocazione della medesima.

c)      la modifica delle competenze della Consulta. Rispetto al testo vigente del comma 4, in base al quale la Consulta ha “compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento e la combustione dei rifiuti”, viene eliminato il riferimento alla combustione, e quindi i relativi compiti consultivi circa la localizzazione degli impianti di combustione.

 

Si segnala che la definizione “impianti di combustione” non è normativamente corretta, posto che occorrerebbe far riferimento agli “impianti di incenerimento”.

 

d)      L’attribuzione di compiti consultivi anche rispetto ai tempi di attuazione delle suddette localizzazioni.

 

Occorre un chiarimento circa la sottrazione alla Consulta della competenza consultiva rispetto alla localizzazione degli impianti per la combustione dei rifiuti.

 

Il comma 1-ter, infine, anch’esso introdotto a durante l’esame da parte del Senato[28] dispone che il Commissario delegato individui le modalità operative che assicurino il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall'emergenza.

 


Articolo 3
(Affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili)

Il comma 1 dell’articolo in esame - in relazione al sopravvenuto aggravamento del contesto emergenziale nel territorio della regione Campania, per l’attuazione degli obiettivi di cui al presente decreto - autorizza il Commissario delegato a provvedere alla ridefinizione delle condizioni per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, sulla base delle migliori tecnologie immediatamente disponibili[29]. La suddetta ridefinizione avviene con l’esclusiva assistenza dell’Avvocatura Generale dello Stato[30]

 

Lo stesso comma dispone, infine, il conseguente annullamento della procedura di gara indetta con l’ordinanza commissariale n. 281 del 2 agosto 2006.

 

Si segnala che l’articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 245, prevedeva la risoluzione dei contratti stipulati dal Commissario delegato per l'emergenza rifiuti con le affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania (Fibe S.p.A. e Fibe Campania S.p.A), facendo espressamente salvi gli eventuali diritti derivanti dai rapporti contrattuali risolti. Il comma 7 del medesimo articolo stabiliva, inoltre, l’obbligo, per le citate società, di assicurare la prosecuzione del servizio medesimo e provvedere alla gestione delle imprese ed utilizzo dei beni posti nella loro disponibilità in funzione del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio.

A seguito della risoluzione operata dalla disposizione sopra richiamata, era stata emanata l'ordinanza n. 281 del 2 agosto 2006, con la quale era stata indetta una gara pubblica, da esperirsi con procedura aperta, per l'aggiudicazione dell'appalto relativo al servizio di smaltimento rifiuti della regione Campania per la durata di 20 anni da suddividersi nei seguenti 3 lotti:

§         Lotto 1 - servizio nel Sub-ATO 2, ATO 5 e ATO 6;

§         Lotto 2 - servizio nel Sub-ATO 1 e ATO 4;

§         Lotto 3 - servizio nel Sub-ATO 3 e ATO 7.

Nella medesima ordinanza si precisava che l'aggiudicazione sarebbe avvenuta previa selezione, per ciascun lotto, dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che sarebbe stata effettuata da una apposita commissione, nominata successivamente alla scadenza del termine di presentazione delle offerte.

La citata ordinanza n. 281/2006 è stata oggetto di alcuni ricorsi al TAR che ne avevano segnalato - tra l’altro – l’illegittima attribuzione “extra e contra legem di poteri assoluti di pianificazione urbanistica a soggetti privati (gli affidatari), loro demandando la scelta dei siti dei termovalorizzatori”[31], a dispetto delle competenze degli enti locali relativamente agli atti di pianificazione del territorio.

Si ricorda, infine, che, con riferimento alla gara indetta con l’ordinanza  n. 281/2006, il Capo del Dipartimento della Protezione civile nel corso dell’audizione del 20 luglio 2006 presso la 13a Commissione del Senato, ha affermato che "è stata fatta una gara per cercare di riaffidare la gestione dei rifiuti in Campania dividendola in tre settori, ma vi ha partecipato solo un’associazione di imprese; per trasparenza e correttezza non abbiamo ritenuto utile andare a trattativa privata con una sola associazione (considerate le esperienze di questi due anni non ci fidavamo). Quindi, si sta per rifare la gara e si stanno definendo piu` nel dettaglio alcuni aspetti".

 

Nel corso dell’esame presso l’altro ramo del Parlamento sono stati aggiunti 2 ulteriori commi (1-bis e 1-ter[32]).

Il comma 1-bis sostituisce il primo periodo del comma 7 dell’art. 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, apportando al testo attuale le seguenti modifiche:

§      la specificazione che, ai fini del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, si tenga conto dell'effettiva funzionalità, della vetustà e dello stato di manutenzione dei beni mobili ed immobili che appare utile rilevare.

§      la modifica del termine ultimo entro il quale le attuali affidatarie sono tenute ad assicurare la prosecuzione del servizio, al fine di adeguarlo a quello previsto dall’articolo 1, comma 1 (31 dicembre 2007).

Per un commento sulle norme relative al passaggio di consegne si rinvia alla scheda introduttiva.

 

Il comma 1-ter dispone che il Commissario delegato, d'intesa con la regione Campania e con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le province ed i comuni interessati dall'emergenza, provveda all’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, integrandolo con le misure e gli interventi previsti dalle norme del decreto.

 

Il Commissario delegato pro-tempore, ha provveduto, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, del d.l. n. 245 del 2005, all’aggiornamento del Piano lo scorso marzo[33], con OPCM n. 77 del 10 marzo 2006 recante "Adeguamento del piano regionale dei rifiuti della Campania", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale N. 70 del 24 Marzo 2006.

 

A tal fine, al secondo periodo, si prevede che il Commissario si avvalga delle strutture operative nazionali del servizio nazionale della protezione civile, nonché del concorso delle amministrazioni e degli enti pubblici.

 

La disposizione contenuta nel secondo periodo appare superflua, posto che già l’articolo 1 prevede in termini generali, per il perseguimento degli obiettivi previsti dal decreto, sia che venga assicurato il concorso delle amministrazioni e degli enti pubblici, sia l’utilizzazione delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile.

 

Il testo del comma 2 è stato sostituito nel corso dell’esame da parte del Senato[34].

Il testo originario  del comma 2 prevedeva che, nelle more dell’individuazione dell’affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario individua - in termini di somma urgenza - le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e di quello (eventuale) delle ecoballe nelle cave dismesse esistenti nella regione Campania, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio.

Le modifiche apportate dal Senato hanno riguardato:

§         la sostituzione del termine “ecoballe”, cui non corrisponde una definizione normativa - come sottolineato da più parti nel corso dell’esame in sede referente -, con quello giuridicamente più preciso di “balle di rifiuti trattati dagli impianti di selezione dei rifiuti della regione”;

§         l’aggiunta di alcune precisazioni volte a far sì che il Commissario provveda alla citata attività di individuazione con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie e facendo salva la normativa antimafia;

§         l’inserimento di una clausola volta a garantire in ogni caso, qualora il Commissario provveda ad affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio, l’affidabilità di tali soggetti cui viene affidato il servizio, in ordine alla regolare ed efficace gestione del servizio stesso;

§         una più puntuale definizione delle cave cui destinare i rifiuti o le cd. ecoballe. Viene infatti previsto che tali rifiuti possano essere destinati nelle cave dismesse, abbandonate o già poste sotto sequestro con provvedimento dell’autorità giudiziaria, previa revoca del provvedimento di sequestro da parte della medesima autorità, anche al fine della loro ricomposizione morfologica.

 

Con riferimento al comma 2, occorre un chiarimento in ordine alla portata della modifica apportata dal Senato, a seguito della quale è venuta meno la precisazione relativa alla localizzazione delle cave dismesse in Campania.

Articolo 4
(Misure per la raccolta differenziata)

Nel corso dell’esame da parte del Senato, il testo originario dell’articolo 4, che si componeva di un unico comma, è stato sostituito con un testo molto più articolato, composto da sei commi, tutti recanti misure in materia di raccolta differenziata[35]. In conseguenza di tale modifica, lo stesso titolo del decreto è stato integrato con la dicitura “e misure per la raccolta differenziata”.

 

In base al testo originario del comma 1, il Commissario, sentita la struttura di coordinamento prevista dall’art. 1 dell’OPCM n. 3529 del 30 giugno 2006, procede alla verifica del raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa vigente in materia di raccolta differenziata (art. 205, comma 1, del d.lgs. n. 152/2006).

In base alle modifiche apportate dal Senato, la verifica suddetta deve riguardare il raggiungimento del solo obiettivo minimo del 35% di raccolta differenziata.

Viene comunque previsto che lo stesso Commissario provveda alla definizione di un programma per il raggiungimento di almeno il 50%, che rappresenta una percentuale compresa tra gli altri due obiettivi fissati dalla normativa vigente (vedi infra).

Il comma 1 dispone, infine, che il Commissario provveda a quanto sopra adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti delle Amministrazioni che non hanno rispettato gli obiettivi indicati.

 

Si ricorda nuovamente quanto annotato nella scheda introduttiva, ovvero che con l’OPCM 30 giugno 2006, n. 3529 è stata prevista l’istituzione, presso il Ministero dell'ambiente, di una struttura con funzione di coordinamento e di supporto delle attività svolte dai commissari delegati, al fine di assicurare le opportune sinergie per accelerare il completamento delle procedure necessarie alla chiusura degli stati d'emergenza in materia ambientale (tra cui quello in corso nella Regione Campania), nonché per favorire il conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata, finalizzata al recupero ed al riciclaggio, di imballaggi primari, secondari e terziari, della frazione organica, dei rifiuti ingombranti, nonché della frazione valorizzabile di carta, plastica, vetro, legno, metalli ferrosi e non ferrosi, nelle regioni in cui é stato dichiarato lo stato d'emergenza nel settore dei rifiuti.

Tale struttura ha, tra gli altri, il compito di formulare indicazioni ai commissari delegati circa le migliori soluzioni per assicurare livelli adeguati per la raccolta differenziata dell'umido, anche ai fini della sua trasformazione in composi di qualità per il successivo riutilizzo nonché di formulare proposte per ottenere da parte del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e dei consorzi di filiera il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio fissati dalla normativa vigente in materia di imballaggi e rifiuti da imballaggio.

Per quanto riguarda gli obiettivi previsti dalla vigente normativa in materia di raccolta differenziata, recata dall’art. 205, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, si ricorda che in ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti:

a) almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006;

b) almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008;

c) almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012.

Il successivo comma 2 dispone che “la frazione organica umida separata fisicamente dopo la raccolta e finalizzata al recupero complessivo tra materia ed energia, secondo i criteri dell'economicità, dell'efficacia, dell'efficienza e della trasparenza del sistema, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1”.

Si segnala tuttavia che il comma 4 del medesimo articolo ha demandato ad apposito decreto - che a tutt’oggi non risulta emanato - dei ministri dell'ambiente e delle attività produttive, d'intesa con la Conferenza unificata, l’individuazione della metodologia e dei criteri di calcolo delle percentuali di cui ai citati commi 1 e 2.

 

Il comma 2 dell’articolo in esame demanda ad un’apposita ordinanza di protezione civile l’individuazione degli incentivi tariffari o le eventuali penalizzazioni correlati al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla vigente normativa in materia di raccolta differenziata.

 

Tale disposizione appare coerente con il sistema previsto dalle norme vigenti. L’art. 205, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006, prevede infatti che “nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli obiettivi minimi previsti dal presente articolo, è applicata un'addizionale del venti per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'Autorità d'ambito, istituita dall'articolo 3, comma 24, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, che ne ripartisce l'onere tra quei comuni del proprio territorio che non abbiano raggiunto le percentuali previste dal comma 1 sulla base delle quote di raccolta differenziata raggiunte nei singoli comuni”.

 

Il comma 3 prevede la stipula di un accordo di programma tra il CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) ed il Commissario per il raggiungimento dell’obiettivo del recupero del 60% degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania, sostenendo, con proprie risorse, iniziative di sviluppo e potenziamento delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani.

 

Si ricorda che tale percentuale viene indicata dall’Allegato E alla Parte quarta del d.lgs. n. 152/2006 che prevede che, entro il 31 dicembre 2008, almeno il 60% in peso dei rifiuti di imballaggio sarà recuperato o incenerito con recupero di energia

 

Il comma 4 impegna tutti i consorzi nazionali operanti nel settore della valorizzazione della raccolta differenziata a contribuire a potenziare la filiera della raccolta, trasporto, gestione ed utilizzo economico della raccolta differenziata, attraverso adeguate ed efficaci campagne di informazione e mobilitazione dei cittadini, promosse anche su proposta di enti, istituzioni ed associazioni di cittadini interessati.

Il comma 5 dispone che gli stessi consorzi adottino, dandone tempestivamente comunicazione al Commissario delegato, i provvedimenti organizzativi e gestionali tendenti, in un’ottica di perseguimento degli obiettivi e delle procedure di raccolta differenziata previsti dalla normativa vigente, a registrare e rendere pubblica la tracciabilità del rifiuto dal momento della raccolta a quello della sua valorizzazione economica.

 

Si ricorda, in proposito, che il sistema consortile previsto a livello nazionale per incrementare i livelli della raccolta differenziata è imperniato sul CONAI (Consorzio nazionale imballaggi), che è un consorzio privato senza fini di lucro costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi con la finalità di perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio previsti dalla legislazione europea e recepiti in Italia attraverso il Decreto Ronchi (ora d.lgs. n. 152/2006).

Il sistema CONAI si basa sull’attività di sei Consorzi rappresentativi dei materiali (cd. consorzi di filiera): Acciaio, Alluminio, Carta, Legno, Plastica e Vetro.

Tali Consorzi, cui aderiscono i produttori e gli importatori, associano tutte le principali imprese che determinano il ciclo di vita dei rispettivi materiali.

Si fa notare, quanto ai compiti dei consorzi citati, che tra questi rientra – ai sensi dell’Accordo Quadro ANCI-CONAI del 2004[36] – un “nuovo slancio alla realizzazione di campagne di comunicazione, informazione ed educazione per accrescere la sensibilizzazione ed orientare i comportamenti dei cittadini verso la prevenzione della produzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il recupero degli imballaggi. Nell’Accordo si prevede che il sistema CONAI/Consorzi di Filiera destini, per le campagne di comunicazione locali, il 35% del proprio budget complessivo di comunicazione”[37].

 

Il comma 6 reca la clausola di invarianza della spesa.

 


Articolo 5
(Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche)

L’articolo 5 è stato profondamente modificato ed integrato nel corso dell’esame da parte del Senato.

Il comma 1 autorizza, fino alla cessazione dello stato di emergenza, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani:

§         l’utilizzo delle discariche già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato – prefetto di Napoli, nonché delle ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l’attuazione degli obiettivi fissati dal decreto;

§         la possibilità del trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti. Si sottolinea che tale eventualità deve essere perseguita in via eccezionale.

 

Le principali modifiche apportate nel corso dell’iter al Senato[38] riguardano:

§         l’eliminazione della parte del comma che provvedeva direttamente all’individuazione delle discariche, da utilizzare e mettere in sicurezza, di «Paenzano 2» nel comune di Tufino, di «Riconta» nel comune di Villaricca e di «Difesa grande» nel comune di Ariano Irpino;

Tale modifica è stata motivata, nel corso del dibattito al Senato, dal relatore Sodano, per evitare di “insistere su discariche su cui c'era stato un impegno per la chiusura, come Ariano Irpino e Tufino, che sono nel testo del Governo, nel testo del decreto-legge che è giunto alla nostra approvazione”.

§         l’eliminazione della clausola che, sempre in ordine all’individuazione delle discariche da utilizzare, faceva salvi ed impregiudicati gli eventuali provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria prima della data di entrata in vigore del decreto;

 

Tale modifica trova il suo presupposto nella considerazione che alcune delle 3 discariche citate nell’originario comma 1 “erano anche sottoposte a provvedimento di sequestro da parte della magistratura (quindi c'era un evidente conflitto)” (cfr. intervento del Senatore Ferrante nella seduta pomeridiana dell’8 novembre 2006), per cui una volta eliminata la loro puntuale individuazione, viene meno la necessità di tale clausola di garanzia.

 

Le modifiche indicate, che attribuiscono una maggiore discrezionalità al Commissario nell’individuazione delle discariche, sono controbilanciate dalle seguenti integrazioni:

§         l’introduzione di una serie di norme volte a disciplinare i meccanismi per addivenire all’individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche. Il comma 1 è stato infatti integrato al fine di imporre al Commissario, nella citata attività di individuazione, di tenere conto del carico e degli impatti ambientali gravanti sulle aree su cui già insistono discariche, siti di stoccaggio o altri impianti in evidente stato di saturazione. Il Commissario è inoltre tenuto, nel disporre l’apertura di nuovi impianti, a valutare prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in aree diverse da quelle appena menzionate.

§         l’introduzione, alla fine del comma, di una disposizione volta a garantire che la prevista messa in sicurezza delle discariche da utilizzare avvenga con il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e degli enti locali nelle attività di cui al presente articolo.

 

Dal punto di vista della formulazione del testo, al fine di meglio chiarire che il coinvolgimento degli enti locali riguarda tutte le misure previste dall’articolo 5, sarebbe più corretto prevedere tale coinvolgimento in un periodo apposito piuttosto che collegarlo, come nel testo trasmesso, alla messa in sicurezza delle discariche.

 

In base al comma 2, il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti consequenziali per la messa in sicurezza, nonché, d’intesa con il Commissario delegato per la bonifica e la tutela delle acque nella regione Campania, alla bonifica dei territori interessati.

 

Nella relazione illustrativa viene sottolineato che la soluzione indicata dall’articolo in esame circa lo smaltimento in discariche regionali rappresenta, allo stato attuale, “l’unica valida soluzione in grado di superare temporaneamente la fase di vera e propria emergenza ambientale e che consentono anche una razionalizzazione dei costi necessari per le attività di smaltimento”. Nella relazione tecnica si legge, in proposito, che “tale disposizione non solo non comporta ulteriori oneri per la finanza pubblica, ma consente di ottenere notevoli risparmi di risorse finanziarie. Ciò in considerazione del fatto che attualmente trasportare i rifiuti fuori regione comporta un costo pari a circa 140 euro a tonnellata, mentre con la predetta disposizione si provvede a conferire nelle discariche della regione Campania individuate dal Commissario delegato, con un costo pari a circa 50 euro a tonnellata. Per quanto precede e tenuto conto che ogni giorno si producono nella regione Campania circa 7.200 tonnellate di rifiuti, l’utilizzo delle discariche ivi indicate consentirebbe di smaltire l’intero quantitativo prodotto di rifiuti. Occorre poi evidenziare come il costo per la messa in sicurezza delle predette discariche non graverà sui costi della gestione commissariale, trattandosi di voci di spesa posti a carico dei gestori delle discariche”.

 

Nel corso dell’esame al Senato il comma 2 è stato integrato[39] al fine di specificare che alle attività indicate dal comma 2 si provvede a valere sulle risorse rese disponibili dal Programma operativo regionale (POR) per il finanziamento degli interventi strutturali comunitari nella regione Campania, nei limiti delle dotazioni finanziarie del settore “Gestione rifiuti” del Programma stesso, ferme restando possibili rimodulazioni finanziarie del medesimo Programma.

Posto che il testo trasmesso si presta ad ambiguità interpretative in ordine al soggetto competente a provvedere alla bonifica dei territori interessati, andrebbe chiarita la formulazione al fine di precisare se tale compito spetta al Commissario delegato per la bonifica e la tutela delle acque o, d’intesa con quest’ultimo, al Commissario delegato per l’emergenza rifiuti.

 

Si ricorda che, relativamente alla gestione dei rifiuti, il POR Campania 2000-2006 si propone di contribuire alla realizzazione degli interventi per lo sviluppo della raccolta differenziata e alla realizzazione di piattaforme polifunzionali integrate per lo smaltimento dei rifiuti speciali.

Alla creazione di un sistema regionale di gestione e smaltimento dei rifiuti è in particolare dedicata la Misura 1.7- Sistema regionale di gestione e smaltimento dei rifiuti[40].

Tale misura promuove il completamento dell’attuazione del piano regionale rifiuti, per le parti relative alla raccolta differenziata e alle piattaforme di smaltimento dei rifiuti industriali favorendo la finanza di progetto; la misura promuove altresì la raccolta differenziata, il recupero ed il riciclaggio. La misura prevede aiuti alle imprese, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata. Infine la misura prevede interventi volti alla sistemazione finale delle discariche autorizzate e non più attive.

 

Nel corso dell’esame al Senato, nel testo dell’articolo 5,  sono stati aggiunti tre ulteriori commi[41].

Il comma 2-bis prevede la determinazione, con apposita ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, dell’importo del contributo compensativo da riconoscere ai comuni sede di discariche in esercizio dalla data di entrata in vigore del decreto e fino alla cessazione dello stato di emergenza, a valere sugli importi incassati con la tariffa di smaltimento comprensiva delle quote di ristoro, dei contributi e maggiorazioni, di cui agli articoli 1 e 3 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3479 del 14 dicembre 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 296 del 21 dicembre 2005.

 

Il comma 2-ter consente ai comuni sede di impianti, discariche o siti di stoccaggio di utilizzare i contributi riconosciuti a valere sugli importi incassati con la tariffa di cui al comma precedente anche per finalità di natura socio-economica.

 

Per la precisione, i comuni interessati dalla disposizione citata sono quelli in cui si trovano:

§         discariche in esercizio;

§         impianti di trattamento dei rifiuti;

§         termovalorizzatori;

§         siti di stoccaggio provvisorio di balle di rifiuti trattati;

§         siti di stoccaggio definitivo degli scarti di lavorazione degli impianti di trattamento dei rifiuti.

Con riferimento al comma 2-ter,  appare più corretto sostituire il termine “termovalorizzatori”, con quello giuridicamente più corretto, in quanto dotato di apposita definizione normativa, di “inceneritori”.

 

Tale definizione è contenuta nell’art. 2, comma 1, lett. d), del d.lgs. n. 133/2005 (Attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti).

 

Il comma 2-quater  reca disposizioni connesse a quelle contenute nel comma 1 circa l’individuazione delle discariche da utilizzare per uscire dall’emergenza.

In particolare viene disposto che, qualora le discariche individuate siano situate in Campania e allocate in prossimità di centri abitati ricadenti in altre regioni, il Commissario adotta ogni provvedimento sentiti i Presidenti delle regioni confinanti.

 

Per quanto riguarda le modalità per lo smaltimento ed il recupero di una parte dei rifiuti fuori regione, contemplate dal comma 3, le modifiche apportate dal Senato[42] sono finalizzate a garantire che ciò avvenga:

§         non più sentiti i presidenti delle regioni coinvolte, ma solo in seguito all’intesa delle regioni interessate;

§         nella massima sicurezza ambientale e sanitaria.

 

Si noti che, rispetto al testo originario del decreto legge, il testo approvato dal Senato mira a consentire lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti fuori regione, anziché il mero trasferimento.

 

Nel corso dell’iter al Senato è stato inoltre aggiunto il comma 3-bis[43] che, nel caso in cui il trasferimento riguardi una regione nella quale è stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti, viene posta quale condizione aggiuntiva all’intesa con la regione, che si tenga conto del livello di esaurimento delle discariche esistenti nel territorio della regione medesima.

 

Il comma 4 reca disposizioni finalizzate a garantire:

§         il compiuto monitoraggio delle attività da porre in essere ai sensi del presente decreto;

§         adeguati livelli di salubrità dell’ambiente a tutela delle collettività locali.

A tal fine viene previsto che il Commissario delegato si avvalga dei soggetti istituzionalmente deputati alle attività di controllo e verifica in materia igienico-sanitaria, e che provveda alla definizione, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con le comunità locali, di tutte le necessarie iniziative per garantire piena informazione, partecipazione e trasparenza alle attività poste in essere.

 

Il comma 5 disciplina le attribuzioni del Commissario delegato in merito ai poteri stabiliti dalla normativa vigente in materia di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere locale (art. 50, commi 5 e 6, e art. 54, del d.lgs. n. 267/2000) e in materia di ordine e sicurezza pubblica (RD n. 773/1931).

 

I commi 5-bis e 5-ter, aggiunti dal Senato [44], rispettivamente prevedono:

§      fino alla cessazione dello stato di emergenza, la facoltà per il Commissario, da esercitare d’intesa con le regioni interessate, di sospendere il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione negli impianti di smaltimento o di recupero esercitati nella regione Campania;

§      al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto, il potere attribuito al medesimo Commissario, con riferimento alle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento di rifiuti, di proporre al Presidente della regione Campania, limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza, modifiche del piano cave, secondo quanto previsto dall’art. 2, comma 4, dell’OPCM n. 3529 del 30 giugno 2006.

Si ricorda che il citato comma 4 dispone che il commissario delegato “propone al presidente della regione Campania modifiche del piano cave al fine di ridurre il volume dell'attività estrattiva nelle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento dei rifiuti”.

Il piano cave è stato approvato con l'ordinanza n. 11 del 7 Giugno 2006 del Commissario ad acta per l'approvazione del Piano Regionale delle attività estrattive (pubblicata nel BUR della Regione Campania n. 27 del 19 giugno 2006)[45].

 

Il comma 6 è stato sostituito nel corso dell’esame da parte dell’Assemblea del Senato, mediante l’approvazione di un emendamento della Commissione[46], in accoglimento del parere della 5a Commissione bilancio al fine di garantire un’adeguata copertura agli oneri derivanti dalle disposizioni del decreto.

Il comma 6 prevede che agli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del decreto in esame, ivi compresi quelli relativi all’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza ed apertura delle discariche di cui all’articolo 5, si faccia fronte mediante:

§         le risorse derivanti dalla tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU);

Si ricorda che tale dizione ha sostituito quella, normativamente non corretta, recata dal testo originario, che si riferiva alla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania.

§         le ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato.

§         un contributo per interventi in conto capitale di 20 milioni di euro, per l’anno 2006, integrativo delle disponibilità della citata contabilità speciale, cui si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale“ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.

 

Si segnala infine che il Governo, nel corso del dibattito al Senato, ha accolto l’ordine del giorno G5.100 Sodano e altri che contiene un impegno a prevedere, nell’ambito delle risorse destinate dalla legge finanziaria 2007 anche ad incremento dei fondi a disposizione della protezione civile, un finanziamento per l’anno 2007 adeguato e proporzionato allo stanziamento aggiuntivo per il 2006 previsto nel decreto in esame, visto che le misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania impegneranno risorse straordinarie e aggiuntive anche per l’anno 2007, per il quale nel presente decreto non vi sono stanziamenti.


Articolo 6
(Pignoramenti, benefìci previdenziali ed assicurativi)

L’articolo in esame reca le seguenti norme di interpretazione autentica:

§         al comma 1, prevede che articolo 3, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, si interpreta nel senso che l’articolo 1 del decreto-legge 25 maggio 1994, n. 313, si applica alle risorse comunque dirette a finanziare le contabilità speciali istituite con ordinanze emanate ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; tali risorse sono insuscettibili di pignoramento o sequestro;

Si ricorda che l’art. 3, comma 2, del DL n. 245/2005 dispone che “Fermo quanto previsto dall'articolo 1 del decreto-legge 25 maggio 1994, n. 313, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1994, n. 460, e successive modificazioni, fino alla cessazione degli effetti delle ordinanze di protezione civile, adottate dal Presidente del Consiglio dei Ministri, rispetto a contesti diversi da quelli di cui al comma 1, resta sospesa ogni azione esecutiva, ivi comprese quelle di cui agli articoli 543 e seguenti del codice di procedura civile e quelle di cui agli articoli 26 e seguenti del testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato, di cui al regio decreto 26 giugno 1924, n. 1054, ed all'articolo 33 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, e successive modificazioni, e sono privi di effetto i pignoramenti comunque notificati”.

L’art. 1 (Pignoramenti sulle contabilità speciali delle prefetture, delle direzioni di amministrazione delle Forze armate e della Guardia di finanza) del DL n. 313/1994 dispone, in particolare, al comma 1, che i fondi di contabilità speciale a disposizione degli organi indicati nel comma stesso e “comunque destinati a servizi e finalità di protezione civile, di difesa nazionale e di sicurezza pubblica, al rimborso delle spese anticipate dai comuni per l'organizzazione delle consultazioni elettorali, nonché al pagamento di emolumenti e pensioni a qualsiasi titolo dovuti al personale amministrato, non sono soggetti ad esecuzione forzata, salvo che per i casi previsti dal capo V del titolo VI del libro I del codice civile, nonché dal testo unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180”.

§         il comma 2, inserito durante l’esame al Senato[47], dispone che la legge 24 febbraio 1992, n. 225, si interpreta nel senso che le disposizioni delle ordinanze di protezione civile che prevedono il beneficio della sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi si applicano esclusivamente ai datori di lavoro privati aventi sede legale ed operativa nei comuni individuati da ordinanze di protezione civile.


Articolo 7
(Abrogazioni)

L’articolo in esame dispone l’abrogazione, dalla data di entrata in vigore del decreto, delle seguenti disposizioni:

§         articolo 1, comma 9, del DL n. 245/2005;

Tale disposizione, lo si ricorda, prevede che con successive ordinanze di protezione civile adottate ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, si provveda a ridefinire la struttura commissariale, al fine di adeguarne la funzionalità agli obiettivi di cui al presente decreto, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Lo stesso obiettivo è ora perseguito dall’articolo 1 del decreto IN COMMENTO.

§         articolo 8, comma 2, del DL n. 245/2005.

Con l’abrogazione di tale norma, modificativa dell’articolo 3, comma 2, del decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, rivive l’originaria formulazione secondo cui “Il Commissario delegato, anche per l'esercizio delle funzioni previste dal presente decreto, si avvale di tre sub-commissari, cui delegare compiti specifici nell'ambito di determinati settori d'intervento, con oneri a carico della gestione commissariale”, in linea con la previsione dell’art. 1, comma 3, del presente decreto.

 

 

 


Progetto di legge

 


CAMERA DEI DEPUTATI

 ¾¾¾¾¾¾¾¾

N. 1922

¾

 

DISEGNO DI LEGGE

APPROVATO DAL SENATO DELLA REPUBBLICA

 

il 9 novembre 2006 (v. stampato Senato n. 1069)

 

presentato dal presidente del consiglio dei ministri

(PRODI)

 

di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze

(PADOA SCHIOPPA)

 

con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare

(PECORARO SCANIO)

 

e con il ministro dell'interno

(AMATO)

 

         

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

 

                       

Trasmesso dal Presidente del Senato della Repubblica

il 10 novembre 2006

 

                       

 


DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

      1. Il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.

      2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale

 

 

 


Allegato

 

MODIFICAZIONI APPORTATE IN SEDE DI CONVERSIONE

AL DECRETO-LEGGE 9 OTTOBRE 2006, N.  263

        All'articolo 1:

            al comma 1, le parole: «per l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania» sono sostituite dalle seguenti: «per l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania» e dopo la parola: «Campania» sono aggiunte le seguenti: «per il periodo necessario al superamento di tale emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2007»;

            dopo il comma 1, è inserito il seguente:

        «1-bis. Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, nel rispetto dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sono precisati gli ulteriori poteri del Commissario delegato, necessari per il superamento dell'emergenza, non previsti dalle presenti norme e necessari alla loro rapida ed efficace attuazione, coordinando, e modificando se necessario, gli effetti delle precedenti ordinanze emanate per l'emergenza nel settore dei rifiuti in Campania»;

            al comma 2, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»;

            al comma 4, la parola: «successive» è soppressa e sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, contestualmente alla nomina dei tre sub-commissari e all'istituzione della Commissione di cui al predetto comma 3, in modo da assicurare comunque la soppressione di un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario, tenuto anche conto di quanto previsto dall'articolo 29, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248»;

            nella rubrica, dopo la parola: «individuazione» sono inserite le seguenti: «e poteri».

        All'articolo 2:

            al comma 1, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica»;

            dopo il comma 1, sono aggiunti i seguenti:

        «1-bis. All'articolo 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il comma 4 è sostituito dal seguente:

        "4. È istituita, entro il 31 dicembre 2006, la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, di seguito denominata Consulta, presieduta dal Presidente della regione Campania, che provvede a convocarla, su proposta del Commissario delegato fino alla cessazione dello stato di emergenza, di cui fanno parte i presidenti delle province e, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il Commissario delegato. La Consulta ha compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento dei rifiuti, e ai tempi di attuazione. Alle riunioni della Consulta sono invitati a partecipare i sindaci dei comuni interessati alla localizzazione dei siti predetti. Per la partecipazione alle riunioni della Consulta ed ai suoi componenti non spetta la corresponsione di compensi, emolumenti a qualsiasi titolo riconosciuti o rimborsi spese. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".

        1-ter. Il Commissario delegato individua le modalità operative che assicurino il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall'emergenza»;

            nella rubrica sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «.  Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania».

        All'articolo 3:

            al comma 1, dopo la parola: «tecnologie» è inserita la seguente: «immediatamente» e dopo la parola: «ridefinisce» sono inserite le seguenti: «con l'esclusiva assistenza dell'Avvocatura generale dello Stato»;

            dopo il comma 1, sono inseriti i seguenti:

        «1-bis. All'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il primo periodo è sostituito dal seguente: "In funzione del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio, ivi comprese quelle relative al personale ed agli eventuali beni mobili ed immobili che appare utile rilevare, tenuto conto dell'effettiva funzionalità, della vetustà e dello stato di manutenzione, fino al momento dell'aggiudicazione dell'appalto di cui al comma 2, e comunque entro il 31 dicembre 2007, le attuali affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania sono tenute ad assicurarne la prosecuzione e provvedono alla gestione delle imprese ed all'utilizzo dei beni nella loro disponibilità, nel puntuale rispetto dell'azione di coordinamento svolta dal Commissario delegato".

        1-ter. Il Commissario delegato, d'intesa con la regione Campania e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le province ed i comuni interessati dall'emergenza, aggiorna il Piano regionale di gestione dei rifiuti, integrandolo con le misure e gli interventi previsti dalle norme del presente decreto. Per le attività di cui al presente comma il Commissario delegato si avvale delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile nonché del concorso delle amministrazioni e degli enti pubblici»;

            il comma 2 è sostituito dal seguente:

        «2. Fino all'individuazione dell'affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie, individua in termini di somma urgenza, fatta salva la normativa antimafia, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio, garantendo in ogni caso l'affidabilità di tali soggetti in ordine alla regolare ed efficace gestione del servizio, le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l'eventuale smaltimento delle balle di rifiuti trattati dagli impianti di selezione dei rifiuti della regione nelle cave dismesse, abbandonate o già poste sotto sequestro con provvedimento dell'autorità giudiziaria, previa revoca del provvedimento di sequestro da parte della medesima autorità, anche al fine della loro ricomposizione morfologica».

        L'articolo 4 è sostituito dal seguente:

        «Art. 4. - (Misure per la raccolta differenziata). - 1. Il Commissario delegato, sentita la struttura di cui all'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell'11 luglio 2006, verifica il raggiungimento dell'obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei rifiuti urbani prodotti e definisce un programma per il raggiungimento di almeno il 50 per cento, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti di tutte le Amministrazioni che non hanno rispettato gli indicati obiettivi.
        2. Con apposita ordinanza emanata ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, sono individuati gli incentivi tariffari o le eventuali penalizzazioni correlati al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla vigente normativa in materia di raccolta differenziata.
        3. Il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) stipula un accordo di programma con il Commissario delegato per il raggiungimento dell'obiettivo del recupero del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania, sostenendo, con proprie risorse, iniziative di sviluppo e potenziamento delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani.
        4. Tutti i consorzi nazionali operanti nel settore della valorizzazione della raccolta differenziata contribuiscono a potenziare la filiera della raccolta, trasporto, gestione ed utilizzo economico della raccolta differenziata, attraverso adeguate ed efficaci campagne di informazione e mobilitazione dei cittadini, promosse anche su proposta di enti, istituzioni ed associazioni di cittadini interessati.
        5. I consorzi nazionali di cui al comma 4 adottano, dandone tempestivamente comunicazione al Commissario delegato, i provvedimenti organizzativi e gestionali tendenti, in un'ottica di perseguimento degli obiettivi e delle procedure di raccolta differenziata previsti dalla normativa vigente, a registrare e rendere pubblica la tracciabilità del rifiuto dal momento della raccolta a quello della sua valorizzazione economica.
        6. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

        All'articolo 5:

            il comma 1 è sostituito dal seguente:

        «1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione, sono utilizzate e messe in sicurezza le discariche già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato-prefetto di Napoli, nonché le ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l'attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. Nell'individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, il Commissario delegato dovrà tenere conto del carico e degli impatti ambientali gravanti sulle aree su cui già insistono discariche, siti di stoccaggio o altri impianti in evidente stato di saturazione. A tal fine il Commissario delegato, nel disporre l'apertura di nuovi impianti, valuta prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in aree diverse da quelle di cui al periodo precedente. La messa in sicurezza delle predette discariche è comunque assicurata in conformità alla normativa vigente assicurando comunque, con particolare riferimento alle misure di cui al presente articolo, il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e degli enti locali nelle attività di cui al presente articolo»;

            il comma 2 è sostituito dal seguente:

        «2. Il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti conseguenziali per la messa in sicurezza, nonché alla bonifica dei territori interessati d'intesa con il Commissario delegato per la bonifica e la tutela delle acque nella regione Campania, che vi provvede a valere sulle risorse rese disponibili dal Programma operativo regionale per il finanziamento degli interventi strutturali comunitari nella regione Campania, nei limiti delle dotazioni finanziarie del settore "Gestione rifiuti" del Programma stesso, ferme restando possibili rimodulazioni finanziarie del medesimo Programma»;

            dopo il comma 2, sono inseriti i seguenti:

        «2-bis. Con apposita ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, è determinato l'importo del contributo da riconoscere ai comuni sede di discariche in corso di esercizio dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino alla cessazione dello stato di emergenza, a valere sugli importi incassati con la tariffa di smaltimento comprensiva delle quote di ristoro, dei contributi e maggiorazioni, di cui agli articoli 1 e 3 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3479 del 14 dicembre 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 296 del 21 dicembre 2005.
        2-ter. I comuni di cui al comma 2-bis, nonché i comuni sede di impianti di trattamento dei rifiuti, sede di termovalorizzatori, sede di siti di stoccaggio provvisorio di balle di rifiuti trattati, nonché sede di siti di stoccaggio definitivo degli scarti di lavorazione degli impianti di trattamento dei rifiuti, possono utilizzare i contributi riconosciuti a valere sugli importi incassati con la tariffa di cui al comma 2-bis anche per finalità di natura socio-economica.
        2-quater. Il Commissario delegato, qualora le discariche siano situate in Campania e allocate in prossimità di centri abitati ricadenti in altre regioni, adotta ogni provvedimento sentiti i Presidenti delle regioni confinanti»;

            il comma 3 è sostituito dal seguente:

        «3. Il Commissario delegato può disporre, d'intesa con le regioni interessate, lo smaltimento ed il recupero fuori regione, nella massima sicurezza ambientale e sanitaria, di una parte dei rifiuti prodotti»;

            dopo il comma 3, è inserito il seguente:

        «3-bis. Il trasferimento, in una regione nella quale è stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti, di una parte dei rifiuti prodotti può essere disposto dal Commissario delegato, solo previa intesa con la regione interessata e comunque tenendo conto del livello di esaurimento delle discariche esistenti nel territorio della regione medesima»;

            al comma 5, le parole: «agli articoli 50 e 54» sono sostituite dalle seguenti: «ai commi 5 e 6 dell'articolo 50 ed all'articolo 54» e dopo le parole: «decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,» sono soppresse le parole: «e successive modificazioni,»;

            dopo il comma 5, sono inseriti i seguenti:

        «5-bis. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, d'intesa con le regioni interessate, può sospendere il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione negli impianti di smaltimento o di recupero esercitati nella regione Campania.

        5-ter. Al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto nella regione Campania in materia di rifiuti, il Commissario delegato, con riferimento alle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento di rifiuti, propone al Presidente della regione Campania, limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza, modifiche del piano cave, secondo quanto previsto dall'articolo 2, comma 4, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell'11 luglio 2006»;

            il comma 6 è sostituito dal seguente:

        «6. Agli oneri derivanti dall'attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all'articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza ed apertura delle discariche di cui al presente articolo, si fa fronte nell'ambito delle risorse derivanti dalla tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato. Agli oneri derivanti dagli interventi in conto capitale si fa inoltre fronte integrando le disponibilità della citata contabilità speciale intestata al Commissario delegato con l'importo di 20 milioni di euro, per l'anno 2006, cui si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

        All'articolo 6:

            dopo il comma 1 è inserito il seguente:

        «1-bis. La legge 24 febbraio 1992, n. 225, si interpreta nel senso che le disposizioni delle ordinanze di protezione civile che prevedono il beneficio della sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi si applicano esclusivamente ai datori di lavoro privati aventi sede legale ed operativa nei comuni individuati da ordinanze di protezione civile»;

            la rubrica è sostituita dalla seguente: «(Pignoramenti, benefìci previdenziali ed assicurativi)».

        All'articolo 7, al comma 1, dopo le parole: «legge 27 gennaio 2006, n. 21» sono aggiunte le seguenti: «, e successive modificazioni».

        Nel titolo, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «. Misure per la raccolta differenziata».

 


DECRETO-LEGGE 9 OTTOBRE 2006, N. 263

 

 

Decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 9 ottobre 2006.

 

Testo del decreto-legge

Testo del decreto-legge
comprendente le modificazioni apportate dal Senato della Repubblica

Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.

Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania. Misure per la raccolta differenziata.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

        Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

 

        Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di definire un quadro di adeguate iniziative volte al superamento dell'emergenza nel settore dei rifiuti in atto nel territorio della regione Campania;

 

        Considerata la gravità del contesto socio-economico-ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto, suscettibile di compromettere gravemente i diritti fondamentali della popolazione attualmente esposta al pericolo di epidemie e altri gravi pregiudizi alla salute e considerate altresì le possibili ripercussioni sull'ordine pubblico;

 

        Tenuto conto dell'assoluta urgenza di individuare discariche utilizzabili per conferire i rifiuti solidi urbani prodotti nella regione Campania e della mancanza di valide alternative per lo smaltimento dei rifiuti fuori regione;

 

        Considerato il rischio di incendi dei rifiuti attualmente stoccati presso gli impianti di selezione e trattamento, ovvero abbandonati sull'intero territorio campano, e della conseguente emissione di sostanze inquinanti nell'atmosfera;

 

        Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e dell'interno;

 

        Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 6 ottobre 2006;

 

 

emana

il seguente decreto-legge:

 

Articolo 1.

(Individuazione del Commissario delegato).

Articolo 1.

(Individuazione e poteri del Commissario delegato).

        1. Al Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono assegnate le funzioni di Commissario delegato per l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.

        1. Al Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono assegnate le funzioni di Commissario delegato per l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania per il periodo necessario al superamento di tale emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2007.

 

        1-bis. Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, nel rispetto dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sono precisati gli ulteriori poteri del Commissario delegato, necessari per il superamento dell'emergenza, non previsti dalle presenti norme e necessari alla loro rapida ed efficace attuazione, coordinando, e modificando se necessario, gli effetti delle precedenti ordinanze emanate per l'emergenza nel settore dei rifiuti in Campania.

        2. Il Commissario delegato, per il perseguimento degli obiettivi di cui al presente decreto, oltre ad esercitare i poteri conferiti dalle ordinanze di protezione civile emanate per fronteggiare il medesimo contesto emergenziale, adotta, nell'osservanza dei princìpi generali dell'ordinamento, gli indispensabili provvedimenti per assicurare ogni forma di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate e il concorso immediato delle Amministrazioni e degli Enti pubblici, nonché di ogni altra istituzione, organizzazione e soggetto privato, il cui apporto possa comunque risultare utile, utilizzando le strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile.

        2. Il Commissario delegato, per il perseguimento degli obiettivi di cui al presente decreto, oltre ad esercitare i poteri conferiti dalle ordinanze di protezione civile emanate per fronteggiare il medesimo contesto emergenziale, adotta, nell'osservanza dei princìpi generali dell'ordinamento, gli indispensabili provvedimenti per assicurare ogni forma di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate e il concorso immediato delle Amministrazioni e degli Enti pubblici, nonché di ogni altra istituzione, organizzazione e soggetto privato, il cui apporto possa comunque risultare utile, utilizzando le strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

        3. Il Commissario delegato, anche per l'esercizio delle funzioni previste dal presente decreto, si avvale di tre sub-commissari, dei quali uno con funzioni vicarie, uno dotato di comprovata e specifica esperienza nel settore della raccolta differenziata, individuato d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ed uno a cui delegare ulteriori e specifici compiti nell'ambito di determinati settori di intervento. Per il perseguimento degli obiettivi previsti dal presente decreto è costituita dal Commissario delegato una Commissione composta da cinque soggetti di qualificata e comprovata esperienza nella soluzione delle emergenze ambientali.

        3. Identico.

        4. Al fine dell'invarianza della spesa, per l'attuazione del comma 3 e per facilitare il rientro nella gestione ordinaria una volta cessato lo stato di emergenza, con successive ordinanze di protezione civile adottate ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è ridotto l'attuale organico della struttura commissariale.

        4. Al fine dell'invarianza della spesa, per l'attuazione del comma 3 e per facilitare il rientro nella gestione ordinaria una volta cessato lo stato di emergenza, con ordinanze di protezione civile adottate ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è ridotto l'attuale organico della struttura commissariale, contestualmente alla

 

 

nomina dei tre sub-commissari e all'istituzione della Commissione di cui al predetto comma 3, in modo da assicurare comunque la soppressione di un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario, tenuto anche conto di quanto previsto dall'articolo 29, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.

Articolo 2.

(Informazione e partecipazione dei cittadini).

Articolo 2.

(Informazione e partecipazione dei cittadini. Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania).

        1. Il Commissario delegato, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, adotta, con propria ordinanza, le misure volte ad assicurare l'informazione e la partecipazione dei cittadini in conformità ai princìpi della «Carta di Aalborg», approvata dai partecipanti alla Conferenza europea sulle città sostenibili, tenutasi ad Aalborg il 27 maggio 1994. Le iniziative di informazione sono attuate in collaborazione con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in conformità alle disposizioni del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195.

        1. Il Commissario delegato, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, adotta, con propria ordinanza, le misure volte ad assicurare l'informazione e la partecipazione dei cittadini in conformità ai princìpi della «Carta di Aalborg», approvata dai partecipanti alla Conferenza europea sulle città sostenibili, tenutasi ad Aalborg il 27 maggio 1994. Le iniziative di informazione sono attuate in collaborazione con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in conformità alle disposizioni del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195 e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

 

        1-bis. All'articolo 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il comma 4 è sostituito dal seguente:

 

        «4. È istituita, entro il 31 dicembre 2006, la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, di seguito denominata Consulta, presieduta dal Presidente della regione Campania, che provvede a convocarla, su proposta del Commissario delegato fino alla cessazione dello stato di emergenza, di cui fanno parte i presidenti delle province e, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il Commissario delegato. La Consulta ha compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento dei rifiuti, e ai tempi di attuazione. Alle riunioni della Consulta sono invitati a partecipare i sindaci dei comuni interessati alla localizzazione dei siti predetti. Per la partecipazione alle riunioni della Consulta ed ai suoi componenti non spetta la corresponsione di compensi, emolumenti a qualsiasi titolo riconosciuti o rimborsi spese. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

 

        1-ter. Il Commissario delegato individua le modalità operative che assicurino il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall'emergenza.

 

Articolo 3.

(Affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili).

Articolo 3.

(Affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti ulla base delle migliori tecnologie disponibili).

        1. In relazione al sopravvenuto aggravamento del contesto emergenziale nel territorio della regione Campania, per l'attuazione degli obiettivi di cui al presente decreto relativi allo smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili, il Commissario delegato ridefinisce le condizioni per l'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Conseguentemente è annullata la procedura di gara indetta dal Commissario di Governo per l'emergenza rifiuti nella regione Campania con propria ordinanza n. 281 del 2 agosto 2006.

        1. In relazione al sopravvenuto aggravamento del contesto emergenziale nel territorio della regione Campania, per l'attuazione degli obiettivi di cui al presente decreto relativi allo smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie immediatamente disponibili, il Commissario delegato ridefinisce con l'esclusiva assistenza dell'Avvocatura generale dello Stato le condizioni per l'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Conseguentemente è annullata la procedura di gara indetta dal Commissario di Governo per l'emergenza rifiuti nella regione Campania con propria ordinanza n. 281 del 2 agosto 2006.

 

        1-bis. All'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il primo periodo è sostituito dal seguente: «In funzione del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio, ivi comprese quelle relative al personale ed agli eventuali beni mobili ed immobili che appare utile rilevare, tenuto conto dell'effettiva funzionalità, della vetustà e dello stato di manutenzione, fino al momento dell'aggiudicazione dell'appalto di cui al comma 2, e comunque entro il 31 dicembre 2007, le attuali affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania sono tenute ad assicurarne la prosecuzione e provvedono alla gestione delle imprese ed all'utilizzo dei beni nella loro disponibilità, nel puntuale rispetto dell'azione di coordinamento svolta dal Commissario delegato».

 

        1-ter. Il Commissario delegato, d'intesa con la regione Campania e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le province ed i comuni interessati dall'emergenza, aggiorna il Piano regionale di gestione dei rifiuti, integrandolo con le misure e gli interventi previsti dalle norme del presente decreto. Per le attività di cui al presente comma il Commissario delegato si avvale delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile nonché del concorso delle amministrazioni e degli enti pubblici.

        2. Fino all'individuazione dell'affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato individua in termini di somma urgenza le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l'eventuale smaltimento delle ecoballe nelle cave dismesse esistenti nella regione Campania, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio.

        2. Fino all'individuazione dell'affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie, individua in termini di somma urgenza, fatta salva la normativa antimafia, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio, garantendo in ogni caso l'affidabilità di tali soggetti in ordine alla regolare ed efficace gestione del servizio, le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l'eventuale smaltimento delle balle di rifiuti trattati dagli impianti di selezione dei rifiuti della regione nelle cave dismesse, abbandonate o già poste sotto sequestro con provvedimento dell'autorità giudiziaria, previa revoca del provvedimento di sequestro da parte della medesima autorità, anche al fine della loro ricomposizione morfologica.

 

 

Articolo 4.

(Misure per la raccolta differenziata).

Articolo 4.

(Misure per la raccolta differenziata).

        1. Il Commissario delegato, sentita la struttura di cui all'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell'11 luglio 2006, verifica il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa vigente in materia di raccolta differenziata, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti di tutte le Amministrazioni che non hanno rispettato le percentuali previste dall'articolo 205, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

        1. Il Commissario delegato, sentita la struttura di cui all'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell'11 luglio 2006, verifica il raggiungimento dell'obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei rifiuti urbani prodotti e definisce un programma per il raggiungimento di almeno il 50 per cento, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti di tutte le Amministrazioni che non hanno rispettato gli indicati obiettivi.

 

        2. Con apposita ordinanza emanata ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, sono individuati gli incentivi tariffari o le eventuali penalizzazioni correlati al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla vigente normativa in materia di raccolta differenziata.

 

        3. Il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) stipula un accordo di programma con il Commissario delegato per il raggiungimento dell'obiettivo del recupero del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania, sostenendo, con proprie risorse, iniziative di sviluppo e potenziamento delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani.

 

        4. Tutti i consorzi nazionali operanti nel settore della valorizzazione della raccolta differenziata contribuiscono a potenziare la filiera della raccolta, trasporto, gestione ed utilizzo economico della raccolta differenziata, attraverso adeguate ed efficaci campagne di informazione e mobilitazione dei cittadini, promosse anche su proposta di enti, istituzioni ed associazioni di cittadini interessati.

 

        5. I consorzi nazionali di cui al comma 4 adottano, dandone tempestivamente comunicazione al Commissario delegato, i provvedimenti organizzativi e gestionali tendenti, in un'ottica di perseguimento degli obiettivi e delle procedure di raccolta differenziata previsti dalla normativa vigente, a registrare e rendere pubblica la tracciabilità del rifiuto dal momento della raccolta a quello della sua valorizzazione economica.

 

        6. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Articolo 5.

(Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche).

Articolo 5.

(Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche).

        1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, salvi ed impregiudicati gli eventuali provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria prima della data di entrata in vigore del presente decreto, per lo smaltimento

        1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, che

 

dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione, sono utilizzate e messe in sicurezza le discariche di «Paenzano 2» nel comune di Tufino, di «Riconta» nel comune di Villaricca e «Difesa grande» nel comune di Ariano Irpino. Sono altresì utilizzate quelle già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato - prefetto di Napoli, nonché le ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l'attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. La messa in sicurezza delle predette discariche è comunque assicurata in conformità alla normativa vigente.

potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione, sono utilizzate e messe in sicurezza le discariche già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato-prefetto di Napoli, nonché le ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l'attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. Nell'individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, il Commissario delegato dovrà tenere conto del carico e degli impatti ambientali gravanti sulle aree su cui già insistono discariche, siti di stoccaggio o altri impianti in evidente stato di saturazione. A tal fine il Commissario delegato, nel disporre l'apertura di nuovi impianti, valuta prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in aree diverse da quelle di cui al periodo precedente. La messa in sicurezza delle predette discariche è comunque assicurata in conformità alla normativa vigente assicurando comunque, con particolare riferimento alle misure di cui al presente articolo, il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e degli enti locali nelle attività di cui al presente articolo.

        2. Il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti conseguenziali per la messa in sicurezza, nonché, d'intesa con il Commissario delegato per la bonifica e le tutela delle acque nella regione Campania, alla bonifica dei territori interessati.

        2. Il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti conseguenziali per la messa in sicurezza, nonché alla bonifica dei territori interessati d'intesa con il Commissario delegato per la bonifica e la tutela delle acque nella regione Campania, che vi provvede a valere sulle risorse rese disponibili dal Programma operativo regionale per il finanziamento degli interventi strutturali comunitari nella regione Campania, nei limiti delle dotazioni finanziarie del settore «Gestione rifiuti» del Programma stesso, ferme restando possibili rimodulazioni finanziarie del medesimo Programma.

 

        2-bis. Con apposita ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, è determinato l'importo del contributo da riconoscere ai comuni sede di discariche in corso di esercizio dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino alla cessazione dello stato di emergenza, a valere sugli importi incassati con la tariffa di smaltimento comprensiva delle quote di ristoro, dei contributi e maggiorazioni, di cui agli articoli 1 e 3 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3479 del 14 dicembre 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 296 del 21 dicembre 2005.

 

        2-ter. I comuni di cui al comma 2-bis, nonché i comuni sede di impianti di trattamento dei rifiuti, sede di termovalorizzatori, sede di siti di stoccaggio provvisorio di balle di rifiuti trattati, nonché sede di siti di stoccaggio definitivo degli scarti di lavorazione degli impianti di trattamento dei rifiuti, possono utilizzare i contributi riconosciuti a valere sugli importi incassati con la tariffa di cui al comma 2-bis anche per finalità di natura socio-economica.

 

        2-quater. Il Commissario delegato, qualora le discariche siano situate in Campania e allocate in prossimità di centri abitati ricadenti

 

 

in altre regioni, adotta ogni provvedimento sentiti i Presidenti delle regioni confinanti.

        3. Il Commissario delegato può disporre, sentiti i Presidenti delle regioni interessate, il trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti.

        3. Il Commissario delegato può disporre, d'intesa con le regioni interessate, lo smaltimento ed il recupero fuori regione, nella massima sicurezza ambientale e sanitaria, di una parte dei rifiuti prodotti.

 

        3-bis. Il trasferimento, in una regione nella quale è stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti, di una parte dei rifiuti prodotti può essere disposto dal Commissario delegato, solo previa intesa con la regione interessata e comunque tenendo conto del livello di esaurimento delle discariche esistenti nel territorio della regione medesima.

        4. Al fine di assicurare il compiuto monitoraggio delle attività da porre in essere ai sensi del presente decreto e per garantire adeguati livelli di salubrità dell'ambiente a tutela delle collettività locali, il Commissario delegato si avvale dei soggetti istituzionalmente deputati alle attività di controllo e verifica in materia igienico-sanitaria, definendo, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con le comunità locali tutte le necessarie iniziative per garantire piena informazione, partecipazione e trasparenza alle attività poste in essere.

        4. Identico.

        5. Il Commissario delegato assicura il ciclo di smaltimento dei rifiuti sostituendosi ai sindaci ed ai Presidenti delle province della regione Campania per l'esercizio delle competenze di cui agli articoli 50 e 54 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, nonché, avvalendosi dei prefetti della regione Campania territorialmente competenti, per l'esercizio dei poteri in materia di ordine e sicurezza pubblica di cui al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.

        5. Il Commissario delegato assicura il ciclo di smaltimento dei rifiuti sostituendosi ai sindaci ed ai Presidenti delle province della regione Campania per l'esercizio delle competenze di cui ai commi 5 e 6 dell'articolo 50 ed all'articolo 54 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nonché, avvalendosi dei prefetti della regione Campania territorialmente competenti, per l'esercizio dei poteri in materia di ordine e sicurezza pubblica di cui al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.

 

        5-bis. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, d'intesa con le regioni interessate, può sospendere il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione negli impianti di smaltimento o di recupero esercitati nella regione Campania.

 

        5-ter. Al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto nella regione Campania in materia di rifiuti, il Commissario delegato, con riferimento alle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento di rifiuti, propone al Presidente della regione Campania, limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza, modifiche del piano cave, secondo quanto previsto dall'articolo 2, comma 4, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell'11 luglio 2006.

        6. Gli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto gravano sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania.

        6. Agli oneri derivanti dall'attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all'affidamento

 

 

del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all'articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza ed apertura delle discariche di cui al presente articolo, si fa fronte nell'ambito delle risorse derivanti dalla tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato. Agli oneri derivanti dagli interventi in conto capitale si fa inoltre fronte integrando le disponibilità della citata contabilità speciale intestata al Commissario delegato con l'importo di 20 milioni di euro, per l'anno 2006, cui si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Articolo 6.

(Pignoramenti).

Articolo 6.

(Pignoramenti, benefìci previdenziali ed assicurativi).

        1. L'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, si interpreta nel senso che l'articolo 1 del decreto-legge 25 maggio 1994, n. 313, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1994, n. 460, e successive modificazioni, si applica alle risorse comunque dirette a finanziare le contabilità speciali istituite con ordinanze emanate ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; tali risorse sono insuscettibili di pignoramento o sequestro.

        1. Identico.

 

        1-bis. La legge 24 febbraio 1992, n. 225, si interpreta nel senso che le disposizioni delle ordinanze di protezione civile che prevedono il beneficio della sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi si applicano esclusivamente ai datori di lavoro privati aventi sede legale ed operativa nei comuni individuati da ordinanze di protezione civile.

Articolo 7.

(Abrogazioni).

Articolo 7.

(Abrogazioni).

        1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto cessano di avere efficacia gli articoli 1, comma 9, e 8, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21.

        1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto cessano di avere efficacia gli articoli 1, comma 9, e 8, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, e successive modificazioni.

 

Articolo 8.

(Entrata in vigore).

 

        1.  Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

 

        Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

 

        Dato a Roma, addì 9 ottobre 2006.

NAPOLITANO

Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri.
Padoa Schioppa, Ministro dell'economia e delle finanze.
Pecoraro Scanio, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Amato, Ministro dell'interno.

Visto, il Guardasigilli: Mastella.

 

 

 

 


Iter parlamentare

 


SENATO DELLA REPUBBLICA

                                       XIV LEGISLATURA                                  

N. 1069

Relazione orale

Relatore Bettamio

DISEGNO DI LEGGE

presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri

(PRODI)

di concerto col Ministro dell’economia e delle finanze

(PADOA SCHIOPPA)

col Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare

(PECORARO SCANIO)

e col Ministro dell’interno

(AMATO)

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 9 OTTOBRE 2006

———–

 

Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

 


Onorevoli Senatori. – Il presente decreto-legge è finalizzato ad individuare idonee soluzioni volte al superamento del contesto emergenziale presente nella regione Campania, relativo allo smaltimento dei rifiuti, e necessarie ad evitare possibili ripercussioni o pregiudizi sulla salute della popolazione e sull’ordine pubblico.

    Il settore dei rifiuti nella regione Campania versa in una situazione di grave crisi, che risulta in costante aumento a causa, in particolare, delle oggettive difficoltà di individuare discariche ove poter conferire i rifiuti solidi urbani e della mancanza di valide alternative per lo smaltimento dei rifiuti fuori regione.

    Con questo provvedimento d’urgenza vengono in particolare individuate misure in grado di superare alcune criticità legate all’attuale gestione del ciclo di smaltimento dei rifiuti, riconoscendo maggiori poteri in capo al nuovo Commissario delegato per l’emergenza in questione, il quale potrà avvalersi di tre sub-commissari, di cui uno con il compito di individuare soluzioni volte ad incrementare la raccolta differenziata.

    Sono poi previste ulteriori misure finalizzate a consentire una nuova e più efficiente gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti, consentendo al Commissario delegato la possibilità di individuare le soluzioni ottimali anche attraverso la scelta di soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio.

 

Articolo 1

    Il comma 1 prevede l’accentramento delle competenze in materia di gestione dell’emergenza nel settore dei rifiuti nella persona del Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, che, in tale modo, avrà il compito di coordinare in prima persona le attività funzionali al superamento del contesto emergenziale.

    Il comma 2 definisce i compiti di coordinamento assegnati al Commissario delegato che, a tale scopo, potrà avvalersi del supporto delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile.

    Il comma 3 consente, per una migliore redistribuzione delle competenze e quindi per una più efficiente azione amministrativa, al Commissario delegato la possibilità di avvalersi di tre sub-commissari, ciascuno con ruoli e funzioni specifiche. Sempre nell’ottica di una più efficiente gestione dell’emergenza, lo stesso Commissario sarà supportato da una Commissione costituita da esperti proprio nella individuazione di soluzioni da adottare in caso di emergenze ambientali.

    Il comma 4 chiarisce che la nomina di due nuovi sub-commissari rispetto all’attuale previsione e della predetta Commissione non comportano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, avendo previsto una riduzione del personale attualmente impiegato presso la struttura commissariale.

Articolo 2

    Il comma 1 introduce misure volte a consentire una maggiore informazione e partecipazione della popolazione locale, interessata da questo provvedimento.

Articolo 3

    Il comma 1 dispone, a seguito delle recenti problematiche anche di natura giudiziaria che hanno interessato l’attuale gestione commissariale, l’annullamento della procedura di gara recentemente indetta per l’individuazione dei nuovi affidatari del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, rinviando al nuovo Commissario delegato il compito di ridefinire le condizioni per l’affidamento del servizio in argomento.

    Il comma 2 consente al Commissario delegato di ricorrere ad affidamenti diretti anche a soggetti diversi da quelli che attualmente gestiscono il servizio di smaltimento dei rifiuti in Campania.

Articolo 4

    L’articolo introduce nuovi meccanismi volti ad incrementare la raccolta differenziata, anche commissariando quelle Amministrazioni comunali che non hanno raggiunto i livelli per la raccolta differenziata stabiliti dalla vigente normativa ambientale.

Articolo 5

    Con il comma 1 vengono individuate le discariche, presenti nella regione Campania, idonee al conferimento dei rifiuti che risultano ancora con volumetrie disponibili e che, allo stato attuale, rappresentano l’unica valida soluzione in grado di superare temporaneamente la fase di vera e propria emergenza ambientale e che consentono anche una razionalizzazione dei costi necessari per le attività di smaltimento.

    Il comma 2 attribuisce al Commissario delegato il compito di disporre la messa in sicurezza delle discariche che si intendono utilizzare.
    Il comma 3 consente al Commissario delegato la possibilità, previa consultazione dei Presidenti delle altre regioni interessate, di attuare il trasferimento di una parte dei rifiuti fuori dalla regione Campania.
    Il comma 4 consente al Commissario delegato di avvalersi, per le attività di controllo igienico-sanitario, dei soggetti istituzionalmente competenti.

    Il comma 5 attribuisce al Commissario maggiori poteri anche surrogando le competenze attribuite ai sindaci ovvero ai Presidenti delle province ed avvalendosi dei prefetti della regione Campania per l’esercizio delle funzioni in materia di ordine e sicurezza pubblica.

    Con il comma 6 si chiarisce che gli oneri derivanti dalle attività sopra descritte saranno posti a carico della tariffa di smaltimento della regione Campania.

Articolo 6

    La norma, fornendo un’interpretazione autentica, consente di superare il blocco di numerose contabilità speciali di commissariati nominati in base ad ordinanze di protezione civile per il superamento di varie emergenze, chiarendo che l’impignorabilità dei relativi cespiti già a suo tempo disposta dall’articolo 3, comma 2, del citato decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, e più in particolare la locuzione : «Fermo restando quanto previsto dall’articolo 1 del decreto-legge 25 maggio 1994, n. 313, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1994, n. 460, e successive modificazioni», esonera le sezioni di tesoreria della Banca d’Italia dall’obbligo dell’accantonamento, così liberando risorse che rimarrebbero altrimenti vincolate per l’eccessivo lasso di tempo occorrente alla definizione dei giudizi di opposizione all’esecuzione e consentendo gli indifferibili interventi di competenza dei Commissari delegati, che risultano attualmente paralizzati.

Articolo 7

    L’articolo, prevedendo la soppressione della norma che autorizzava il ricorso ad un solo sub-commissario, si è reso necessario per consentire al Commissario delegato di avvalersi complessivamente di tre sub-commissari, con competenze diverse, a supporto della propria attività; dispone inoltre l’abrogazione della disposizione sulla razionalizzazione della struttura commissariale, che trova una nuova disciplina nel presente decreto.

 

Relazione tecnica

Articolo 1, commi 3 e 4

        L’intervento normativo proposto non comporta ulteriori oneri per il bilancio dello Stato. Al comma 4 è, infatti, esplicitamente prevista l’invarianza della spesa.

        Di conseguenza l’avvalimento da parte del Commissario delegato di tre sub-commissari e della Commissione composta da cinque soggetti di qualificata esperienza è subordinato alla riduzione della struttura commissariale ad oggi composta da circa 117 unità di personale, cui si provvederà con ordinanza di protezione civile da emanare ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225. A titolo meramente esemplificativo si può ipotizzare che l’onere per i sub-commissari aggiuntivi ed i cinque membri della commissione, corrisponda a quello per 20 componenti della struttura commissariale.

        Resta fermo per l’intera struttura commissariale quanto previsto dall’articolo 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, in materia di riorganizzazione e riduzione complessiva degli organismi collegiali.

Articolo 2

        È prevista l’attività di informazione ai cittadini da parte del Commissario delegato. La disposizione non comporta maggiori oneri in quanto è attività ordinaria ed istituzionale del Commissario delegato ed è svolta nell’ambito delle disponibilità dello stesso a legislazione vigente.

Articolo 4

        La norma in questione non comporta ulteriori oneri per la finanza pubblica in quanto con precedenti ordinanze di protezione civile il Commissario delegato è stato autorizzato ad avvalersi di Commissari ad acta, ponendosene il relativo onere a carico della disponibilità della struttura commissariale ovvero dei soggetti inadempienti. Si fa presente che l’eventuale nomina dei Commissari ad acta sarà comunque disposta nei limiti delle risorse all’uopo individuate e disponibili nella contabilità del Commissario delegato. In ogni caso, le misure per garantire il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata sono già previste a legislazione vigente dall’articolo 5 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21

Articolo 5, comma 1

        La disposizione consente al Commissario delegato per il superamento dell’emergenza di utilizzare le discariche già aperte o da individuare ai fini del conferimento dei rifiuti. Al riguardo va osservato che tale disposizione non solo non comporta ulteriori oneri per la finanza pubblica, ma consente di ottenere notevoli risparmi di risorse finanziarie. Ciò in considerazione del fatto che attualmente trasportare i rifiuti fuori regione comporta un costo pari a circa 140 euro a tonnellata, mentre con la predetta disposizione si provvede a conferire nelle discariche della regione Campania individuate dal Commissario delegato, con un costo pari a circa 50 euro a tonnellata.

        Per quanto precede e tenuto conto che ogni giorno si producono nella regione Campania circa 7.200 tonnellate di rifiuti, l’utilizzo delle discariche ivi indicate consentirebbe di smaltire l’intero quantitativo prodotto di rifiuti.

        Occorre poi evidenziare come il costo per la messa in sicurezza delle predette discariche non graverà sui costi della gestione commissariale, trattandosi di voci di spesa posti a carico dei gestori delle discariche.

Comma 6

        Agli oneri derivanti dal presente decreto, in particolare la messa in atto di interventi finalizzati alla sistemazione delle discariche ed infrastrutture, all’eventuale trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti, al monitoraggio delle attività poste in essere per garantire la salubrità dell’ambiente, allo smaltimento dei rifiuti in sostituzione delle autorità competenti nell’esercizio dei poteri di ordine e sicurezza pubblica, si provvede con le tariffe di smaltimento della regione Campania, introitate mensilmente dalla struttura commissariale al netto delle quote di ristoro dovute ai comuni che ospitano gli impianti di discariche e i siti di stoccaggio. Tali somme ammontano complessivamente a circa 11 milioni di euro e solo nel limite delle risorse introitate, nonché delle eventuali ulteriori residue disponibilità del Commissario, si potrà provvedere agli interventi previsti.

 

Allegato

(Previsto dall’articolo 17, comma 30,  della legge 15 maggio 1997, n.  127)

TESTO INTEGRALE DELLE NORME ESPRESSAMENTE MODIFICATE O ABROGATE DAL DECRETO-LEGGE

Legge 30 novembre 2005, n. 245
Misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania ed ulteriori disposizioni in materia di protezione civile.

 

...  Omissis ...

Articolo 2.

(Norme di accelerazione delle procedure di riscossione)

        1. Il Commissario delegato per il perseguimento delle attività previste all’articolo 1 provvede tempestivamente al recupero della tariffa di smaltimento dei rifiuti presso i comuni, i relativi consorzi e gli altri affidatari della regione Campania, tenendo conto delle situazioni debitorie certificate dai comuni, o comunque attestate dal Commissario delegato medesimo, fino al termine dell’emergenza previsto dall’articolo 1, comma 6, in esecuzione di ordinanze di protezione civile adottate appositamente ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, altresì utilizzando le procedure di riscossione coattiva ai sensi del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, ed adottando, ove necessario, misure di carattere sostitutivo a carico dei soggetti debitori.

        2. In ogni caso, a fronte del mancato adempimento delle obbligazioni pecuniarie poste a carico dei soggetti indicati nel comma 1, il Ministero dell’interno provvede attraverso corrispondenti riduzioni dei trasferimenti erariali spettanti ai comuni interessati, ivi compresi i trasferimenti a titolo di compartecipazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche le cui risorse sono versate all’entrata del bilancio dello Stato. Dette risorse rimangono acquisite al bilancio dello Stato sino alla concorrenza dell’importo complessivo indicato nell’articolo 7. Le risorse eccedenti sono riassegnate al Fondo della protezione civile per la gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.
        3. Fino alla cessazione dello stato di emergenza, per il pagamento della tariffa di smaltimento dei rifiuti si applica ai soggetti indicati nel comma 1 il regime giuridico delle obbligazioni pubbliche vigente per gli utenti finali.

 

 


DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

    1. È convertito in legge il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.

    2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

 

Decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 9 ottobre 2006.

Misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

        Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

        Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di definire un quadro di adeguate iniziative volte al superamento dell’emergenza nel settore dei rifiuti in atto nel territorio della regione Campania;

        Considerata la gravità del contesto socio-economico-ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto, suscettibile di compromettere gravemente i diritti fondamentali della popolazione attualmente esposta al pericolo di epidemie e altri gravi pregiudizi alla salute e considerate altresì le possibili ripercussioni sull’ordine pubblico;

        Tenuto conto dell’assoluta urgenza di individuare discariche utilizzabili per conferire i rifiuti solidi urbani prodotti nella regione Campania e della mancanza di valide alternative per lo smaltimento dei rifiuti fuori regione;

        Considerato il rischio di incendi dei rifiuti attualmente stoccati presso gli impianti di selezione e trattamento, ovvero abbandonati sull’intero territorio campano, e della conseguente emissione di sostanze inquinanti nell’atmosfera;

        Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell’economia e delle finanze, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e dell’interno;

        Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 6 ottobre 2006;

emana

il seguente decreto-legge:

Articolo 1.

(Individuazione del Commissario delegato)

        1. Al Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono assegnate le funzioni di Commissario delegato per l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.

        2. Il Commissario delegato, per il perseguimento degli obiettivi di cui al presente decreto, oltre ad esercitare i poteri conferiti dalle ordinanze di protezione civile emanate per fronteggiare il medesimo contesto emergenziale, adotta, nell’osservanza dei princìpi generali dell’ordinamento, gli indispensabili provvedimenti per assicurare ogni forma di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate e il concorso immediato delle Amministrazioni e degli Enti pubblici, nonché di ogni altra istituzione, organizzazione e soggetto privato, il cui apporto possa comunque risultare utile, utilizzando le strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile.

        3. Il Commissario delegato, anche per l’esercizio delle funzioni previste dal presente decreto, si avvale di tre sub-commissari, dei quali uno con funzioni vicarie, uno dotato di comprovata e specifica esperienza nel settore della raccolta differenziata, individuato d’intesa con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ed uno a cui delegare ulteriori e specifici compiti nell’ambito di determinati settori di intervento. Per il perseguimento degli obiettivi previsti dal presente decreto è costituita dal Commissario delegato una Commissione composta da cinque soggetti di qualificata e comprovata esperienza nella soluzione delle emergenze ambientali.

        4. Al fine dell’invarianza della spesa, per l’attuazione del comma 3 e per facilitare il rientro nella gestione ordinaria una volta cessato lo stato di emergenza, con successive ordinanze di protezione civile adottate ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è ridotto l’attuale organico della struttura commissariale.

Articolo 2.

(Informazione e partecipazione dei cittadini)

        1. Il Commissario delegato, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, adotta, con propria ordinanza, le misure volte ad assicurare l’informazione e la partecipazione dei cittadini in conformità ai princìpi della «Carta di Aalborg», approvata dai partecipanti alla Conferenza europea sulle città sostenibili, tenutasi ad Aalborg il 27 maggio 1994. Le iniziative di informazione sono attuate in collaborazione con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in conformità alle disposizioni del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195.

Articolo 3.

(Affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili)

        1. In relazione al sopravvenuto aggravamento del contesto emergenziale nel territorio della regione Campania, per l’attuazione degli obiettivi di cui al presente decreto relativi allo smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili, il Commissario delegato ridefinisce le condizioni per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Conseguentemente è annullata la procedura di gara indetta dal Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti nella regione Campania con propria ordinanza n. 281 del 2 agosto 2006.

        2. Fino all’individuazione dell’affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato individua in termini di somma urgenza le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l’eventuale smaltimento delle ecoballe nelle cave dismesse esistenti nella regione Campania, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio.

Articolo 4.

(Misure per la raccolta differenziata)

        1. Il Commissario delegato, sentita la struttura di cui all’articolo 1 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell’11 luglio 2006, verifica il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa vigente in materia di raccolta differenziata, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti di tutte le Amministrazioni che non hanno rispettato le percentuali previste dall’articolo 205, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Articolo 5.

(Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche)

        1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, salvi ed impregiudicati gli eventuali provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria prima della data di entrata in vigore del presente decreto, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione, sono utilizzate e messe in sicurezza le discariche di «Paenzano 2» nel comune di Tufino, di «Riconta» nel comune di Villaricca e «Difesa grande» nel comune di Ariano Irpino. Sono altresì utilizzate quelle già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato – prefetto di Napoli, nonché le ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l’attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. La messa in sicurezza delle predette discariche è comunque assicurata in conformità alla normativa vigente.

        2. Il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti conseguenziali per la messa in sicurezza, nonché, d’intesa con il Commissario delegato per la bonifica e le tutela delle acque nella regione Campania, alla bonifica dei territori interessati.

        3. Il Commissario delegato può disporre, sentiti i Presidenti delle regioni interessate, il trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti.

        4. Al fine di assicurare il compiuto monitoraggio delle attività da porre in essere ai sensi del presente decreto e per garantire adeguati livelli di salubrità dell’ambiente a tutela delle collettività locali, il Commissario delegato si avvale dei soggetti istituzionalmente deputati alle attività di controllo e verifica in materia igienico-sanitaria, definendo, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con le comunità locali tutte le necessarie iniziative per garantire piena informazione, partecipazione e trasparenza alle attività poste in essere.
        5. Il Commissario delegato assicura il ciclo di smaltimento dei rifiuti sostituendosi ai sindaci ed ai Presidenti delle province della regione Campania per l’esercizio delle competenze di cui agli articoli 50 e 54 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, nonché, avvalendosi dei prefetti della regione Campania territorialmente competenti, per l’esercizio dei poteri in materia di ordine e sicurezza pubblica di cui al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.

        6. Gli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto gravano sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania.

Articolo 6.

(Pignoramenti)

        1. L’articolo 3, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, si interpreta nel senso che l’articolo 1 del decreto-legge 25 maggio 1994, n. 313, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1994, n. 460, e successive modificazioni, si applica alle risorse comunque dirette a finanziare le contabilità speciali istituite con ordinanze emanate ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; tali risorse sono insuscettibili di pignoramento o sequestro.

Articolo 7.

(Abrogazioni)

        1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto cessano di avere efficacia gli articoli 1, comma 9, e 8, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21.

Articolo 8.

(Entrata in vigore)

        1.  Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

        Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

        Dato a Roma, addì 9 ottobre 2006.

NAPOLITANO

Prodi – Padoa Schioppa –

Pecoraro Scanio – Amato

Visto, il Guardasigilli: Mastella

 


Esame in sede consultiva

 


AFFARI COSTITUZIONALI    (1ª) 

GIOVEDÌ 12 OTTOBRE 2006

38ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

BIANCO 

 

Intervengono i sottosegretari di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea e per la solidarietà sociale Cristina De Luca.

 

            La seduta inizia alle ore 15,15.

IN SEDE CONSULTIVA 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere alla 13ª Commissione, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento. Esame e rinvio)

 

      Il relatore VILLONE (Ulivo) illustra i motivi di necessità e urgenza del decreto-legge n. 263 del 2006. Ricorda la situazione di blocco nello smaltimento dei rifiuti che si verifica non solo a Napoli ma in numerosi e popolosi paesi della Campania, che dà luogo a un grave rischio per la salute e l'ordine pubblico.

            Sottolinea che il provvedimento intende, da un lato, affrontare lo stato emergenziale e, dall'altro, avviare a una soluzione strutturale il problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania.

            Dà conto nel dettaglio del contenuto normativo del decreto-legge e propone di esprimere un parere favorevole sulla sussistenza dei presupposti costituzionali.

            Il seguito dell'esame è quindi rinviato. 


AFFARI COSTITUZIONALI    (1ª) 

MARTEDI’ 17 OTTOBRE 2006

39ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

BIANCO 

 

Intervengono i sottosegretari di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea, per la giustizia Li Gotti e per l'interno Marcella Lucidi.    

 

            La seduta inizia alle ore 14,40.

IN SEDE CONSULTIVA 

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere alla 13ª Commissione, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole)

 

            Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 12 ottobre.

 

      Il senatore GRASSI (RC-SE) esprime apprezzamento per il contenuto normativo del provvedimento in titolo, adottato d'urgenza dal Governo per fronteggiare la grave situazione che si è determinata in Campania. In particolare, sottolinea l'opportunità di affidare il mandato di commissario straordinario al capo del dipartimento per la protezione civile, prendendo atto della fallimentare gestione dello smaltimento dei rifiuti da parte delle amministrazioni locali. Giudica positivamente, inoltre, la nomina di tre sub-commissari, uno dei quali incaricato di seguire, in particolare, le problematiche della raccolta differenziata dei rifiuti.

            Condivide anche il contenuto dell'articolo 2, che introduce forme di informazione e partecipazione della popolazione locale, e la prescrizione di cui all'articolo 3, comma 1, che annulla la procedura di gara indetta dal Commissario di governo per l'emergenza rifiuti nella regione Campania con ordinanza n. 281 del 2 agosto 2006; esprime consenso anche sull'articolo 4, che prevede la verifica del raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata e l'eventuale nomina di commissari ad acta nei confronti delle amministrazioni inadempienti.

            Infine, esprime perplessità sul contenuto dell'articolo 5, comma 1, che individua specificamente i siti delle discariche da utilizzare e mettere in sicurezza.

 

            Il senatore STORACE (AN) ritiene che la questione sollevata da ultimo dal senatore Grassi possa pregiudicare la sussistenza dei presupposti di necessità e urgenza e dunque propone di esprimere un parere contrario sui requisiti di necessità e urgenza dell'articolo 5, comma 1.

 

            Il relatore VILLONE (Ulivo) ritiene che la norma in questione si giustifichi proprio in virtù del generale fallimento delle amministrazioni nell'affrontare la questione dello smaltimento dei rifiuti. Sottolinea come l'emergenza delle ultime settimane si accompagni alla totale indisponibilità di siti per lo smaltimento e giudica dunque necessaria la decisione del Governo di supportare l'azione del Commissario straordinario con l'individuazione specifica di alcune discariche, almeno nella fase emergenziale.

           

            Il sottosegretario D'ANDREA, a nome del Governo, osserva che la disposizione che individua direttamente alcune discariche deve considerarsi come supporto normativo alla decisione commissariale, indispensabile per avviare a soluzione l'emergenza rifiuti in Campania. Nota che il medesimo articolo 5, comma 1, prevede l'utilizzo delle discariche già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato e ulteriori discariche che lo stesso può individuare per l'attuazione degli obiettivi fissati dal decreto.

            Si riserva comunque di valutare nel seguito dell'iter eventuali emendamenti che attenuino gli effetti della norma, limitandone l'applicazione solo alla fase di prima emergenza.

           

            Il senatore STORACE (AN), pur apprezzando la disponibilità espressa dal rappresentante del Governo, ribadisce la proposta di esprimere un parere contrario sulla sussistenza dei presupposti costituzionali dell'articolo 5, comma 1, ritenendo inammissibile che la legge si sostituisca all'amministrazione nell'individuazione dei siti per lo smaltimento dei rifiuti.

            Esprime, inoltre, perplessità sulla prescrizione di cui all'articolo 5, comma 3, in base al quale il Commissario delegato può disporre il trasferimento fuori Regione dei rifiuti prodotti, anche a prescindere dal consenso dei Presidenti delle Regioni interessate.

 

            Il senatore SARO (DC-PRI-IND-MPA) ritiene inopportuno affrontare la questione dell'emergenza nello smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania attraverso la nomina di un Commissario delegato. A suo avviso, il riconoscimento dei presupposti di costituzionalità avrebbe il significato di una corresponsabilità del Parlamento di fronte all'incapacità della Regione Campania di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti analogamente a quanto avviene in altre regioni.

 

            Il senatore CALDEROLI (LNP) condivide le perplessità espresse dal senatore Storace sulla norma di cui all'articolo 5, comma 1. A sua volta propone di esprimere un parere contrario alla sussistenza dei presupposti costituzionali dell'articolo 5, comma 3, che dà facoltà al Commissario di trasferire una parte dei rifiuti prodotti nonostante l'eventuale parere contrario della Regione di destinazione.

 

            Il senatore GRASSI (RC-SE) conferma il consenso del suo Gruppo sulla sussistenza dei presupposti costituzionali del decreto-legge n. 263, volto ad affrontare l'emergenza dei rifiuti che si verifica nella regione Campania. Ribadisce, tuttavia, la contrarietà della sua parte politica alla individuazione delle discariche da utilizzare e mettere in sicurezza.

 

            Il senatore Fernando ROSSI (IU-Verdi-Com) condivide il parere favorevole sulla sussistenza dei presupposti costituzionali ed esprime apprezzamento sul contenuto normativo del decreto-legge che coglie la necessità e l'urgenza di affrontare un'emergenza provocata, a suo avviso, dall'inadeguatezza delle misure adottate dalle amministrazioni locali. A suo giudizio, è necessario dotare il Commissario delegato degli strumenti operativi che gli consentano di fronteggiare l'emergenza; in particolare, è opportuno prevedere che il Commissario possa disporre il trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti, anche senza il consenso della regione di destinazione, analogamente a quanto accade per la realizzazione di opere pubbliche o di insediamenti militari.

            Auspica, infine, che si definisca in tempi rapidi un programma organico di misure per risolvere definitivamente, anche nella regione Campania, la questione dello smaltimento dei rifiuti.

 

            La senatrice ALBERTI CASELLATI (FI) condivide l'urgenza e la necessità di fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione Campania. Tuttavia, ritiene inopportuno prescindere da un rigoroso rispetto dei rapporti tra le istituzioni. In particolare, preannuncia un voto favorevole sul parere contrario proposto dai senatori Storace e Calderoli al riconoscimento dei requisiti di urgenza e necessità dei commi 1 e 3 dell'articolo 5.

 

            Il senatore MAFFIOLI (UDC) preannuncia un voto contrario sul parere favorevole proposto dal relatore. Ritiene inopportuno che lo Stato si sostituisca attraverso la figura del Commissario nell'assunzione di responsabilità proprie degli amministratori locali.

 

            Il senatore QUAGLIARIELLO (FI) ritiene che la facoltà di trasferire parti di rifiuti prodotti in altre regioni senza il consenso delle comunità di destinazione possa determinare rischi anche per l'ordine pubblico. Un mancato chiarimento sul punto da parte del Governo potrebbe indurlo a votare contro il riconoscimento dei presupposti costituzionali dell'intero provvedimento: infatti, in mancanza dell'intesa, si verificherebbe il caso di un alto funzionario dello Stato, il Commissario delegato, che decide il trasferimento dei rifiuti prescindendo dalla volontà politica sia del Presidente della regione Campania sia del Presidente della regione di destinazione.

 

            Il relatore VILLONE (Ulivo) sottolinea che alcuni dei temi trattati dai senatori che sono intervenuti potranno essere oggetto di valutazione approfondita sia nell'esame di costituzionalità sostanziale sia nell'esame di merito; invece, il mancato riconoscimento dei presupposti costituzionali avrebbe come conseguenza immediata la decadenza del decreto-legge e con esso degli strumenti operativi necessari ad affrontare un'emergenza reale. Esprime un parere negativo sulle proposte di parere contrario sui commi 1 e 3 dell'articolo 5.

 

            Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, viene posta in votazione la proposta di parere contrario sulla sussistenza dei presupposti costituzionali dell'articolo 5, comma 1 avanzata dal senatore Storace, che risulta non accolta. Successivamente, è posta in votazione ed è respinta anche la proposta di parere contrario sulla sussistenza dei presupposti costituzionali dell'articolo 5, comma 3, avanzata dal senatore Calderoli. È quindi accolta la proposta di parere favorevole avanzata dal relatore sulla sussistenza dei presupposti costituzionali degli articoli da 1 a 4, dell'articolo 5 commi 2, 4, 5 e 6, nonché degli articoli da 6 a 8.

 


AFFARI COSTITUZIONALI    (1ª) 

Sottocommissione per i pareri

MARTEDI’ 7 NOVEMOBRE 2006

17ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

 

VILLONE

 

 

Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali Colonnella.  

 

            La seduta inizia alle ore 14,10.

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere alla 13ª Commissione su testo ed emendamenti. Esame. Parere non ostativo con osservazioni sul testo; parere in parte non ostativo con osservazioni, in parte non ostativo sugli emendamenti) 

 

      Il relatore presidente VILLONE (Ulivo), richiamando le considerazioni svolte in occasione dell’esame sui presupposti di costituzionalità del decreto-legge in titolo, propone di esprimere un parere non ostativo sul disegno di legge n. 1069. Illustra quindi gli emendamenti ad esso riferiti, soffermandosi in particolare sugli emendamenti 1.11 e 4.3, i quali qualificano inadempimenti in materia di smaltimento dei rifiuti quali ipotesi di grave violazione di legge, alle quali consegue lo scioglimento del Consiglio comunale o provinciale. A tale riguardo, pur ritenendo che non vi sia alcun ostacolo, sotto il profilo della costituzionalità, a precisare la fattispecie della grave violazione di legge con l’indicazione di una specifica omissione che dia luogo allo scioglimento del consiglio comunale o provinciale, considera opportuno segnalare l’esigenza di riformulare dette proposte nel senso di prevedere lo scioglimento dell’organo assembleare solo in ipotesi in cui vi sia una specifica riconducibilità dell’omissione alla responsabilità dell’organo collegiale del quale si prevede lo scioglimento.

 

            Intervengono sul punto i senatori SAPORITO (AN), MAFFIOLI (UDC) e PALMA (FI), il quale sottolinea in particolare l’ampia discrezionalità che la legislazione vigente prevede in materia di scioglimento dei Consigli comunali e provinciali.

 

            Il relatore presidente VILLONE (Ulivo) conviene su tale ultima osservazione, segnalando peraltro che detta discrezionalità riguarda soprattutto i casi di scioglimento per infiltrazione mafiosa. Passa quindi a illustrare gli emendamenti 5.15, 5.22 e 5.26 sui quali propone di esprimere un parere non ostativo, invitando tuttavia a una loro riformulazione nel senso di evitare di individuare nel Presidente della Regione l’organo deputato a esprimere l’intesa prevista, considerando maggiormente conforme all’ordinamento costituzionale demandare all’autonomia regionale l’individuazione dell’organo a ciò competente. Propone inoltre di osservare, in merito agli emendamenti richiamati, che, pur essendo certamente conforme a Costituzione la previsione di intese, non deve intendersi che l’ordinamento costituzionale precluda l’esercizio del potere statale in materia, in assenza di una preventiva intesa, quando si verifichino situazioni di reale e grave emergenza, per fronteggiare le quali non sia possibile attendere l’acquisizione dell’intesa stessa.

 

            In merito agli emendamenti in questione, il senatore PALMA (FI) riterrebbe utile prevedere anche un coinvolgimento degli enti locali interessati.

 

            Il senatore SAPORITO (AN) dichiara di concordare con l’osservazione in merito all’opportunità di demandare all’autonomia regionale l’individuazione dell’organo competente a esprimere l’intesa.

 

            Il senatore CALDEROLI (LNP) non condivide il rilievo formulato dal relatore secondo il quale vi sono ipotesi in presenza delle quali potrebbe non essere richiesta l’intesa con le Regioni interessate: a suo avviso tale interpretazione contrasta con le norme del Titolo V della Parte seconda della Costituzione, dovendosi individuare nei meccanismi delineati dall’articolo 120 della Costituzione la soluzione ad eventuali emergenze che debbano portare a improcrastinabili atti di urgenza da parte dello Stato.

 

            Il presidente VILLONE (Ulivo) replica che l’articolo 120 della Costituzione risponde a esigenze diverse, presupponendo in particolare l’accertamento di un’inerzia da parte degli enti territoriali i cui tempi sono spesso incompatibili con l’urgenza di fronteggiare un’emergenza.

 

            Il senatore PASTORE (FI), pur condividendo la necessità di garantire meccanismi che consentano allo Stato di intervenire tempestivamente in casi di emergenza, concorda con il senatore Calderoli nel ritenere sufficienti gli interventi sostitutivi previsti dall’articolo 120 della Costituzione. Quanto alla proposta di parere sul testo del decreto-legge, segnala l’opportunità di invitare la Commissione di merito a valutare attentamente i possibili profili di compressione delle competenze regionali.

 

            Interviene quindi il senatore PALMA (FI) il quale osserva che occorrerebbe a suo giudizio specificare che la possibilità di decisioni a livello nazionale anche in assenza di intesa dovrebbe essere limitata a casi in cui non vi sia la concreta possibilità, soprattutto per i tempi imposti dall’emergenza, di raggiungere tale intesa.

 

            Il presidente VILLONE (Ulivo) concorda con tale valutazione; quanto al coinvolgimento degli enti locali interessati, sottolinea che tale possibilità può comunque essere garantita da ciascuna Regione. Illustra quindi l’emendamento 5.0.1, il quale presenta a suo avviso profili di possibile contrasto con l’articolo 119, ultimo comma, della Costituzione. Propone pertanto di esprimere su tale emendamento parere non ostativo invitando la Commissione di merito a valutare puntualmente tale compatibilità.

In conclusione, accogliendo il rilievo formulato dal senatore Pastore, propone di esprimere un parere non ostativo sul testo del decreto-legge, osservando in via di principio che i poteri commissariali in materie coperte da autonomia costituzionalmente protetta debbono essere disciplinati in modo particolarmente rigoroso e in relazione alle sole esigenze strettamente connesse all’emergenza stessa. In tale prospettiva la Commissione di merito deve valutare con attenzione anche il testo in esame.

Inoltre, anche alla luce del dibattito svolto, propone di esprimere sugli emendamenti i seguenti pareri:

- parere non ostativo sugli emendamenti 1.11 e 4.3, non essendovi ostacolo, sotto il profilo della costituzionalità, a precisare la fattispecie della grave violazione di legge con l’indicazione di una specifica omissione che dia luogo allo scioglimento del consiglio comunale o provinciale; si invita tuttavia a riformulare dette proposte nel senso di prevedere lo scioglimento dell’organo assembleare solo in ipotesi in cui vi sia una specifica riconducibilità dell’omissione alla responsabilità dell’organo collegiale del quale si prevede lo scioglimento;

- parere non ostativo sugli emendamenti 5.15, 5.22 e 5.26, invitando tuttavia a una loro riformulazione nel senso di evitare di individuare nel Presidente della Regione l’organo deputato a esprimere l’intesa prevista, considerando maggiormente conforme all’ordinamento costituzionale demandare all’autonomia regionale l’individuazione dell’organo a ciò competente; si osserva inoltre che, pur essendo certamente conforme a Costituzione la previsione di intese, non deve intendersi che l’ordinamento costituzionale precluda l’esercizio del potere statale in materia, in assenza di una preventiva intesa, quando si verifichino situazioni di reale e grave emergenza, per fronteggiare le quali non sia possibile attendere l’acquisizione dell’intesa stessa;

- parere non ostativo sull’emendamento 5.0.1, invitando tuttavia la Commissione di merito a verificarne puntualmente la compatibilità con l’articolo 119, ultimo comma della Costituzione;

- parere non ostativo sui restanti emendamenti.

 

            La Sottocommissione concorda con le proposte formulate dal relatore.

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere all'Assemblea su emendamenti. Esame. Parere in parte non ostativo con osservazioni, in parte non ostativo)  

 

      Il relatore presidente VILLONE (Ulivo), richiamato il dibattito appena concluso e segnalata la sostanziale coincidenza degli emendamenti al disegno di legge in titolo presentati per l’esame in Assemblea con quelli presentati nella Commissione di merito ed ora esaminati, propone di esprimere, per quanto di competenza, i seguenti pareri:

- parere non ostativo sugli emendamenti 1.11 e 4.3, non essendovi ostacolo, sotto il profilo della costituzionalità, a precisare la fattispecie della grave violazione di legge con l’indicazione di una specifica omissione che dia luogo allo scioglimento del consiglio comunale o provinciale; si invita tuttavia a riformulare dette proposte nel senso di prevedere lo scioglimento dell’organo assembleare solo in ipotesi in cui vi sia una specifica riconducibilità dell’omissione alla responsabilità dell’organo collegiale del quale si prevede lo scioglimento;

- parere non ostativo sugli emendamenti 1.500, 5.15, 5.22 e 5.26, invitando tuttavia a una loro riformulazione nel senso di evitare di individuare nel Presidente della Regione l’organo deputato a esprimere l’intesa prevista, considerando maggiormente conforme all’ordinamento costituzionale demandare all’autonomia regionale l’individuazione dell’organo a ciò competente; si osserva inoltre che, pur essendo certamente conforme a Costituzione la previsione di intese, non deve intendersi che l’ordinamento costituzionale precluda l’esercizio del potere statale in materia, in assenza di una preventiva intesa, quando si verifichino situazioni di reale e grave emergenza, per fronteggiare le quali non sia possibile attendere l’acquisizione dell’intesa stessa;

- parere non ostativo sull’emendamento 5.0.1, invitando tuttavia a verificarne puntualmente la compatibilità con l’articolo 119, ultimo comma della Costituzione;

- parere non ostativo sui restanti emendamenti.

 

Concorda la Sottocommissione.

 

 

 

            La seduta termina alle ore 14,40.

 


GIUSTIZIA    (2ª) 

Sottocommissione per i pareri

 

MARTEDI’ 7 NOVEMBRE 2006

2ª Seduta

 

 

Presidenza del Presidente

CASSON

 

  La Sottocommissione ha adottato la seguente deliberazione per il provvedimento deferito:

 

alla 13a Commissione:

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania   : parere di nulla osta.

 


BILANCIO    (5ª) 

Sottocommissione per i pareri

 

MERCOLEDI’ 18 OTTOBRE 2006

13ª Seduta (antimeridiana) 

 

 

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Casula.              

 

            La seduta inizia alle ore 10,10.

 

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere alla 13 a Commissione. Esame e rinvio)

 

      Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) illustra il provvedimento in esame, segnalando, per quanto di competenza, che in relazione all’articolo 1 il comma 3, che prevede la presenza di tre sub-commissari e la costituzione di una Commissione composta da cinque esperti in materia di emergenza ambientale, ed il comma 4, che riduce l’attuale organico della struttura commissariale al fine di consentire l’invarianza della spesa per l’istituzione della nuova struttura e della Commissione di esperti di cui al comma precedente. Sul punto, la relazione tecnica conferma l’invarianza della spesa in quanto la presenza dei tre sub-commissari e la costituzione della commissione di esperti è subordinata alla riduzione della struttura commissariale composta da 117 unità di personale, ipotizzando che l’onere per i sub-commissari e per i cinque membri della commissione corrisponda a quello di 20 componenti della struttura commissariale. Come rilevato anche dalla nota di lettura n. 12 del Servizio del bilancio, tuttavia, la relazione tecnica non fornisce ulteriori informazioni a supporto dell’asserita equivalenza di spesa. In particolare, la relazione tecnica non quantifica l’onere per i singoli sub-commissari e componenti della commissione né quello dell’organico della struttura commissariale, per cui risulta impossibile verificare l’ipotizzata invarianza della spesa, peraltro subordinata a "successive" ordinanze di protezione civile. Occorrono pertanto chiarimenti circa l’effettiva praticabilità e contestualità della riduzione di organico della struttura commissariale, atteso che alla stessa si deve aggiungere l’ulteriore riduzione prevista dall’articolo 29, comma 3, del decreto-legge n. 223 del 2006 (contenimento della spesa per commissioni, comitati ed altri organismi). In tal senso, osserva la necessità di verificare l’idoneità della formulazione testuale della clausola di cui al comma 4 ad assicurare l’invarianza finanziaria, valutando altresì l’opportunità di riformulare la stessa precisando esplicitamente che la riduzione della struttura commissariale debba essere contestuale e finanziariamente equivalente alla costituzione dei tre sub-commissari i sub-commissari e dei cinque membri della commissione. Infine, andrebbe chiarito se il coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche e l’utilizzo delle strutture operative nazionali del servizio nazionale della protezione civile possa avvenire senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica. Sul punto, andrebbe alternativamente valutata l’opportunità di inserire una apposita clausola di esclusione d’oneri. In merito all’articolo 2, ritiene necessario acquisire conferma che le misure dirette a garantire l’informazione e la partecipazione dei cittadini ivi previste rientrino nella attività ordinarie non solo del Commissario delegato, come indicato dalla relazione tecnica, anche del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, che deve collaborare con lo stesso. Inoltre, andrebbe valutata l’opportunità di inserire nel testo normativo una apposita clausola di invarianza finanziaria. In relazione all’articolo 3 – non considerato nella relazione tecnica –rileva che l’annullamento della procedura di gara per l’individuazione della società affidataria del servizio di smaltimento rifiuti sembrerebbe comportare un prolungamento dell’attività degli attuali affidatari. Di conseguenza, andrebbe chiarito con quali risorse finanziarie si intenda far fronte al prolungamento del periodo transitorio, atteso che l’articolo 1, comma 7, del decreto-legge n. 245 finanzia la gestione emergenziale del suddetto periodo fino al 31 maggio 2006. Poi, al fine di escludere qualsiasi onere a carico della finanza pubblica a seguito di eventuali contenziosi, appare utile confermare che la procedura di gara annullata è tuttora in corso e non è ancora giunta all’individuazione della società affidataria. Inoltre, come segnalato anche dal Servizio del bilancio, andrebbero forniti chiarimenti circa l’eventualità che dalla ridefinizione delle condizioni contrattuali per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti, nonché dall’assegnazione del servizio tramite affidamento diretto possano derivare maggiori oneri rispetto alla situazione attuale, posto che, tra l’altro, l’attribuzione del servizio tramite una procedura di gara ad evidenza pubblica, almeno in linea di principio, dovrebbe garantire una maggiore concorrenzialità tra le imprese. Infine, andrebbe chiarito con quali risorse finanziarie si intende svolgere il servizio di smaltimento rifiuti tramite affidamento diretto, atteso che l’articolo 1, comma 7, del decreto legge n. 245 del 2005 attribuisce alle attuali affidatarie il servizio di smaltimento fino all’individuazione dei nuovi affidatari oltre alle connesse risorse finanziarie.

            L’articolo 4 assegna al Commissario delegato compiti di verifica e poteri sostitutivi in materia di raccolta differenziata, prevedendo la nomina di commissari ad acta qualora le amministrazioni deputate non rispettino le percentuali minime di raccolta differenziata. Al riguardo, ritiene opportuno chiarire se, come indicato nella relazione tecnica, la nomina dei Commissari ad acta avvenga nei limiti delle risorse disponibili nella contabilità speciale, chiarendo se le relative spese siano da imputare alla gestione commissariale o alle amministrazioni inadempienti e valutando l’opportunità di inserire un’espressa clausola di invarianza finanziaria nella norma. L’articolo 5 prevede, fino alla cessazione dello stato di emergenza e ai fini dello smaltimento dei rifiuti, l’utilizzo e la messa in sicurezza di alcune discariche, oltre a quelle già autorizzate o realizzate nonché le ulteriori che il Commissario delegato individua per attuare le finalità del presente decreto, autorizzando il Commissario stesso a predisporre i necessari interventi per sistemare le discariche e le relative infrastrutture, per procedere al loro aumento volumetrico e alla messa in sicurezza, sostituendosi eventualmente alle amministrazioni territorialmente competenti. Gli interventi connessi al presente decreto sono poi posti a carico della tariffa di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. La relazione tecnica afferma che la disposizione non solo non comporta ulteriori oneri per la finanza pubblica, ma consente altresì di ottenere notevoli risparmi, posto il costo del conferimento dei rifiuti nelle discariche della regione Campania risulta sensibilmente inferiore a quello dell’attuale trasporto dei rifiuti fuori regione e che gli oneri della messa in sicurezza delle discariche sono comunque a carico dei gestori delle discariche. Inoltre, le tariffe di smaltimento dei rifiuti della regione Campania introitate mensilmente dalla struttura commissariale risulterebbero sufficienti a coprire gli interventi previsti nel decreto. Al riguardo, come rilevato anche dal Servizio del bilancio, osserva che l’affermazione riportata nella relazione tecnica circa il costo a tonnellata per il conferimento dei rifiuti nelle discariche della regione Campania e per il trasporto degli stessi fuori regione non risulta accompagnata da ulteriori informazioni che consentano di dimostrarne la corretta quantificazione, per cui non risultano verificabili gli ipotizzati risparmi di risorse finanziarie rispetto all’alternativa del trasporto dei rifiuti fuori regione. Peraltro, il comma 3 dell’articolo in esame lascia impregiudicata la facoltà del Commissario delegato di trasferire fuori regione "una parte" dei rifiuti prodotti.

            Inoltre, appare opportuno acquisire conferma che gli interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture possano essere integralmente messi a carico dei gestori, come asserito nella relazione tecnica, posto che tale indicazione non trova riscontro nel dettato testuale della norma e che gli interventi potrebbero avere in taluni casi portata rilevante. Riscontra poi l’esigenza di chiarire le fonti informative e le modalità di calcolo degli introiti derivanti dalla tariffe di smaltimento, quantificati dalla relazione tecnica in 11 milioni di euro, anche al fine di rapportare la loro consistenza alle finalità poste dalla norma, atteso che tra queste ultime vi è anche quella del trasferimento dei rifiuti fuori regione. Ancora, attesa l’incerta formulazione del comma 6 e al fine di garantire l’invarianza finanziaria della norma, andrebbe confermato se i maggiori oneri connessi agli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto siano compensati da un incremento della tariffa di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e se tutti gli interventi siano configurabili come servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti e possano quindi rientrare tra quelli per i quali è prevista la copertura mediante tariffa. Aggiunge infine l’opportunità di un ulteriore chiarimento in ordine ai profili di costi connessi alla realizzazione stessa di nuove discariche ai sensi del decreto. Richiede, infine, al Governo di fornire una valutazione sui tempi di uscita dalla situazione emergenziale, attesi i costi relativi alla medesima.

 

            Il PRESIDENTE rileva che l’esame del provvedimento di conversione del decreto-legge potrebbe costituire l’occasione per un chiarimento da parte del  Governo circa i costi generali e i profili di copertura relativi alla gestione dei rifiuti nella regione Campania.

 

            Il seguito dell’esame è rinviato.

 

            La seduta termina alle ore 10,30.

 

 


BILANCIO    (5ª) 

Sottocommissione per i pareri

 

GIOVEDi’ 26 OTTOBRE 2006

17ª Seduta

 

 

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Casula.              

 

La seduta inizia alle ore 15,05.

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere alla 13a Commissione. Seguito dell'esame e rinvio)  

 

            Riprende l’esame sospeso nella seduta antimeridiana del 18 ottobre scorso.

 

            Il sottosegretario CASULA deposita agli atti della Sottocommissione alcune note di chiarimenti che forniscono risposta alle osservazioni di carattere finanziario formulate dal relatore nel corso delle precedenti sedute.

 

            Su proposta del PRESIDENTE, anche al fine di consentire alla Sottocommissione di valutare la documentazione testé consegnata, il seguito dell’esame viene quindi rinviato.

 

 

            La seduta termina alle ore 15,10


BILANCIO    (5ª) 

Sottocommissione per i pareri

 

MARTEDI’ 7 NOVEMBRE 2006

18ª Seduta

 

 

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Casula.                       

 

            La seduta inizia alle ore 9,05.

(omissis)

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere alla 13a Commissione su testo ed emendamenti. Seguito dell'esame del testo e rinvio. Esame degli emendamenti e rinvio)  

 

            Riprende l’esame sospeso nella seduta del 26 ottobre scorso.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), richiamando le considerazioni emerse nel dibattito, nonché le delucidazioni fornite dal Governo, durante le precedenti sedute, in merito al disegno di legge in esame, illustra una proposta di parere del seguente tenore: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, secondo cui:

-                                             la possibilità di coinvolgere le amministrazioni pubbliche e le strutture del Servizio nazionale della protezione civile di cui al comma 2 dell’articolo 1, rientra già nella competenza ordinaria del Capo del Dipartimento della protezione civile, che riveste anche il ruolo di Commissario delegato;

-                                             le misure volte alla informazione e alla partecipazione dei cittadini, ai sensi dell’articolo 2, rientrano tra le competenze ordinarie ed istituzionali del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui il Dipartimento della protezione civile già fornisce supporto e collaborazione;

rilevando tuttavia l’opportunità, al fine di garantire l’effettiva invarianza finanziaria del provvedimento, di riformulare il disposto normativo in coerenza con quanto rappresentato nella relazione tecnica e nei chiarimenti del Governo in merito alle modalità di copertura del provvedimento, precisando espressamente:

-                                             in relazione all’articolo 1 del decreto-legge in conversione, che la riduzione dell’organico della struttura commissariale di cui al comma 4, deve riferirsi a posizioni effettivamente occupate e risultare contestuale ed equivalente finanziariamente alla nomina dei sub-commissari e all’istituzione della Commissione di cui al comma 3;

-                                             che le attività di cui all’articolo 1, comma 2, e all’articolo 2, comma 1, devono comunque essere svolte senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;

-                                             con riferimento all’articolo 4, che i relativi oneri sono a carico del Commissario delegato, nel limite delle risorse a tal fine disponibili;

-                                             che gli oneri derivanti dagli interventi per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 3, nonché quelli per la bonifica, messa in sicurezza e apertura delle discariche di cui all’articolo 5, sono posti a carico delle risorse rivenienti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania, nonché degli ulteriori fondi disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato;

esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta con le seguenti condizioni rese ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione:

a)                                          che all’articolo 1, comma 2, siano aggiunte, in fine, le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanzia pubblica";

b)                                         che al comma 4 del medesimo articolo 1, sia soppressa la parola: "successive" e che siano aggiunte, in fine, le seguenti: ", contestualmente alla nomina dei tre sub-commissari e all’istituzione della Commissione di cui al predetto comma 3, in modo da assicurare comunque la soppressione di un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario, tenuto anche conto di quanto previsto dall’articolo 29, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248";

c)                                          che all’articolo 2, comma 1, siano aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica";

d)                                         che all’articolo 4, dopo il comma 1, sia aggiunto, in fine, il seguente: "2. Gli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo sono posti a carico del Commissario delegato, nei limiti delle risorse a tal fine disponibili.";

e)                                          che all’articolo 5, il comma 6 sia sostituito dal seguente: "6. Agli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza e apertura delle discariche di cui al presente articolo 5, si fa fronte nell’ambito delle risorse derivanti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania, nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato.".".

Per quanto poi concerne gli emendamenti riferiti al medesimo provvedimento in esame, fa presente, in relazione all’emendamento 1.6, che prevede la proroga della gestione commissariale nel territorio dei Comuni che non sottoscrivono il futuro piano per la gestione ordinaria dei rifiuti, che occorre valutare se ai relativi oneri si possa o meno continuare a far fronte con la tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania, posto che, non operando più sull’intero territorio regionale, presumibilmente la tariffa sarebbe versata al Commissario delegato per i soli comuni interessati, e considerando le possibili diseconomie gestionali legate alla limitazione territoriale dell’attività del Commissario delegato. In merito alla proposta 1.8, informa che occorre valutare se possano derivare nuovi o maggiori oneri dai commi 4 e 6 (che pongono a carico del Commissario delegato interventi per lo smaltimento ovvero il recupero energetico del combustibile derivato da rifiuti, anche mediante nuovi impianti), nonché dal comma 8 (che prevede la possibilità, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, di ampliare i poteri del Commissario delegato e per cui occorrerebbe valutare l’opportunità di una clausola di invarianza finanziaria).

            Ravvisa altresì l’esigenza di verificare gli effetti finanziari derivanti dalle seguenti proposte emendative: 1.11 (in relazione agli ulteriori due sub-commissari e all’obbligo di scioglimento dei consigli provinciali inadempienti), 1.14 (onde valutare se la riduzione di personale ivi indicata, in luogo di quella prevista nel testo, sia idonea ad assicurare l’invarianza di spesa), 1.0.1 (che prevede una delega al Governo per la riorganizzazione del sistema di gestione dei rifiuti in Campania e per cui appare necessaria una clausola di invarianza finanziaria), 2.1 (dove si prevede un’ulteriore campagna informativa a carico del Commissario delegato, per la quale anche occorre una clausola di invarianza finanziaria) e 3.1 (qualora l’obbligo per il Commissario delegato di avvalersi esclusivamente dell’Avvocatura generale dello Stato possa comportare oneri aggiuntivi, anche per i compensi spettanti agli avvocati di Stato).

Segnala poi che la proposta 1.13 comporta nuovi o maggiori oneri in relazione all’ulteriore commissione ivi prevista. Circa l’emendamento 3.2, sul passaggio di consegne tra vecchi e nuovi affidatari del servizio di smaltimento dei rifiuti, occorre chiarire se il riferimento ai criteri di mercato nella previa determinazione del valore dei beni da rilevare, possa incidere sulla misura del compenso da corrispondere agli affidatari uscenti ovvero sull’importo del contratto di servizio con i nuovi affidatari, nonché se ciò possa comportare per i comuni l’obbligo di rilevare direttamente i beni dai vecchi affidatari. Occorre poi valutare l’emendamento 3.4, circa l’utilizzo, previo adeguamento strutturale, delle cave dismesse della Campania quali discariche, e lo smaltimento del combustibile derivato dai rifiuti (CDR), verificando la coerenza e l’effettiva disponibilità delle risorse richiamate a parziale copertura, a valere sugli incentivi pubblici non erogati per il recupero del CDR.

            Segnala quindi la proposta 3.0.2, che modifica l’articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 245 del 2005, convertito con modificazioni dalla legge n. 1 del 2006, prevedendo la diluizione fino a quattro anni del rientro dei comuni dalle situazioni debitorie certificate, da compensare mediante corrispondente riduzione dei trasferimenti erariali. Poiché la norma vigente prevede il recupero dei debiti a valere sui trasferimenti erariali in un’unica soluzione, destinando parte delle risorse recuperate a copertura delle attività del Commissario delegato, mediante il reintegro dell’apposito fondo della protezione civile, si segnala che dalla proposta potrebbero derivare oneri aggiuntivi, sia in termini di cassa, per la diluizione dei debiti, sia per il venire meno di parte delle risorse destinate al Commissario delegato.

            In merito alle proposte 4.2 (testo 2), 4.2 e 4.10, occorre valutare se possono derivare nuovi o maggiori oneri dall’innalzamento delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti imposte agli ambiti territoriali ottimali (ATO), dalla previsione di nuovi commissari ad acta, nonché dalla stipula di un accordo di programma con il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), per il quale occorrerebbe prevedere un’apposita clausola di neutralità finanziaria. Sempre in materia di adempimenti a favore della raccolta differenziata, occorre verificare gli effetti degli emendamenti 4.1 (testo 2) (in relazione al coinvolgimento degli enti ed amministrazioni ivi indicate), 4.3 (che prevede lo scioglimento dei comuni inadempienti e commissari ad acta per quelli ritardatari, con oneri a carico dei comuni stessi) e 4.7 (in relazione al potere attribuito ai commissari ad acta di ridefinire le competenze degli enti territoriali in materia di rifiuti, valutando altresì l’opportunità di inserire un’apposita clausola di invarianza finanziaria).

            Segnala che derivano nuovi o maggiori oneri dalla proposta 5.1 (in quanto attribuisce al Commissario delegato ulteriori competenze in materia di bonifica e tutela delle acque e sopprime la clausola di copertura di cui all’articolo 5, comma 6, del testo), nonché dalla proposta 5.3 (in quanto pone tutti gli oneri del decreto-legge a carico del bilancio della regione Campania). Informa che occorre poi valutare se possono comportare nuovi o maggiori oneri gli emendamenti 5.6 (qualora la trasformazione in obbligo della facoltà di individuare nuove discariche possa produrre oneri per la messa in sicurezza e gli adeguamenti strutturali), 5.7 (ove la valutazione sanitaria ed ambientale per la messa in sicurezza delle discariche non sia già prevista a legislazione vigente) 5.9 (ove la previsione di limiti temporali e quantitativi per l’utilizzo delle discariche determini diseconomie gestionali rispetto alle risorse disponibili), 5.11 (che affida al comune ivi indicato la gestione della discarica senza predisporre le necessarie risorse), 5.12 (testo 2) (per il quale occorre acquisire elementi di quantificazione degli oneri per gli ulteriori interventi di bonifica e tutela delle acque e la conferma della effettiva disponibilità delle risorse richiamate a copertura), e 5.26 (qualora la riduzione del volume dell’attività estrattiva determini effetti economici negativi per i territori interessati).

In merito alla proposta 5.14 (testo 2), andrebbero fornite delucidazioni circa le modalità di determinazione del contributo da riconoscere ai comuni sede di discariche, a valere sugli importi incassati con la tariffa di smaltimento dei rifiuti, comprensiva delle quote di ristoro e maggiorazioni già previste ai sensi dell’articolo 1, comma 1, dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3479 del 2005. Poiché tali somme sono già destinate a favore dei comuni sedi di impianti di trasferenza, di siti di stoccaggio e altri impianti di trattamento dei rifiuti, fa presente che occorre chiarire se i contributi di cui all’emendamento in esame costituiscano una finalità di spesa aggiuntiva rispetto a quelle previste a legislazione vigente e, in caso affermativo, se a tali oneri possa o meno farsi fronte nell’ambito della complessiva tariffa di smaltimento dei rifiuti, tenuto conto inoltre che gli introiti della tariffa stessa, ai sensi dell’articolo 5, comma 6, del testo, sono destinati alla copertura degli interventi recati dal provvedimento in esame.

            Segnala inoltre che la proposta 5.0.1, che modifica l’articolo 2 del decreto-legge n. 245 del 2005, convertito con modificazioni dalla legge n. 1 del 2006, appare suscettibile di produrre nuovi o maggiori oneri, non quantificati e privi di copertura. Infatti, al comma 1, l’emendamento destina al Commissario delegato risorse che, a legislazione vigente, sono versate all’entrata del bilancio dello Stato, così sopprimendo la copertura degli oneri di cui al comma 7 del citato articolo 2 del decreto-legge n. 245. Inoltre, il comma 2 dell’emendamento in esame, al capoverso 3-bis, pone ex lege a carico dei comuni tutti i debiti derivanti dal mancato pagamento della tariffa sui rifiuti e degli importi per le misure di compensazione ambientale, senza indicare le risorse per farvi fronte (in violazione dell’articolo 27 della legge n. 468 del 1978). I successivi capoversi 3-ter e 3-quater consentono poi ai comuni l’assunzione di mutui per il pagamento dei suddetti debiti e ne escludono le relative spese dal Patto di stabilità interno, in deroga al disposto dell’articolo 1, commi da 21 a 41 della legge n. 311 del 2004, e successive modificazioni.

            Segnala poi la necessità di valutare l’emendamento 6.1, al fine di chiarire se si tratti solo di un’interpretazione tesa a precisare l’ambito dei destinatari di benefici previdenziali ed assicurativi stabiliti da leggi ad hoc nei territori individuati dalle ordinanze di protezione civile di cui alla legge n. 225 del 1992, ovvero se la norma possa attribuire in via surrettizia alle suddette ordinanze anche il potere di concessione dei benefici di cui sopra, posto che, in base alla citata legge n. 225, le ordinanze di protezione civile non dettano disposizioni in materia previdenziale e assicurativa. Fa presente che occorre poi valutare gli emendamenti 6.2 (qualora possa determinare l’inserimento dei centri funzionali ivi indicati nei ruoli del Servizio nazionale di protezione civile ovvero la loro equiparazione ai fini delle indennità per le funzioni svolte) e 7.1 (ove la mancata abrogazione delle norme che dispongono l’ampliamento della struttura commissariale possa rendere più difficoltosa l’attuazione delle misure compensative di riduzione dell’organico di cui all’articolo 1, comma 4, del testo). Ritiene che non vi sono, infine, osservazioni da formulare sui restanti emendamenti.

 

            Il sottosegretario CASULA, con riferimento agli emendamenti relativi al disegno di legge in esame, esprime avviso contrario su tutti quelli testé segnalati dal relatore in quanto suscettibili di produrre nuovi o maggiori oneri privi di copertura, ad eccezione delle proposte 4.2 (testo 2), 4.1 (testo 2), 5.6, 5.12 (testo 2) e 5.14 (testo 2), sulle quali esprime avviso favorevole, in quanto prive di effetti onerosi. In merito alla proposta 3.2, precisa che la stessa può comportare oneri aggiuntivi per quanto concerne il riferimento al criterio del valore di mercato dei beni da rilevare nel passaggio di consegne tra vecchi e nuovi affidatari del servizio di smaltimento dei rifiuti, mentre non sussiste per i Comuni l’obbligo di rilevare direttamente i beni dai vecchi affidatari. Relativamente all’emendamento 5.0.1, si dichiara altresì contrario in quanto a legislazione vigente le risorse di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto-legge n. 245 del 2005 sono versate all’entrata del bilancio dello Stato, fino alla concorrenza di 80 milioni di euro; pertanto, il trasferimento di dette risorse, previsto nell’emendamento, direttamente sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato, comporta una minore entrata priva di una copertura finanziaria. Si riserva di fornire in altra seduta i chiarimenti richiesti in merito agli emendamenti 5.9, 6.1 e 6.2. Fa presente, infine, di non avere osservazioni da formulare sui restanti emendamenti riferiti al disegno di legge in esame.

 

            Il senatore TECCE (RC-SE) rileva che l’avviso contrario espresso dal sottosegretario Casula relativamente alla proposta emendativa 5.0.1 si riferisce alla disposizione di cui al comma 1, mentre non sono state fornite risposte alle segnalazioni del relatore circa il successivo comma 2, che ai capoversi 3-bis, 3-ter e 3-quater prevede l’assunzione a carico dei Comuni dei debiti ivi indicati, nonché la possibilità per i Comuni stessi di assumere mutui per far fronte a tali debiti, in deroga ai vincoli del patto di stabilità interno.

 

            Il sottosegretario CASULA si riserva di fornire in una successiva seduta anche i chiarimenti richiesti sulla seconda parte dell’emendamento 5.0.1.

 

            Su proposta del presidente MORANDO (Ulivo), anche al fine di consentire alla Sottocommissione di valutare la proposta di parere illustrata dal relatore sul testo, nonché le questioni relative agli emendamenti, la Sottocommissione conviene infine di rinviare il seguito dell’esame.

 

 

 

            La seduta termina alle ore 9,45.


BILANCIO    (5ª) 

Sottocommissione per i pareri

 

MARTEDI’ 7 NOVEMBRE 2006

19ª Seduta (notturna)

 

 

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Casula.                        

 

            La seduta inizia alle ore 20,10.

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere alla 13a Commissione su testo ed emendamenti. Seguito e conclusione dell'esame. Parere condizionato, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, sul testo. Parere in parte contrario, in parte contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, in parte condizionato, ai sensi della medesima norma costituzionale, in parte non ostativo, sugli emendamenti)  

 

            Prosegue l'esame sospeso nell'odierna seduta antimeridiana.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) richiama la seguente proposta di parere sul testo del disegno di legge in esame, già formulata nella precedente seduta: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, secondo cui:

-                                 la possibilità di coinvolgere le amministrazioni pubbliche e le strutture del Servizio nazionale della protezione civile di cui al comma 2 dell’articolo 1, rientra già nella competenza ordinaria del Capo del Dipartimento della protezione civile, che riveste anche il ruolo di Commissario delegato;

-                                 le misure volte alla informazione e alla partecipazione dei cittadini, ai sensi dell’articolo 2, rientrano tra le competenze ordinarie ed istituzionali del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui il Dipartimento della protezione civile già fornisce supporto e collaborazione;

rilevando tuttavia l’opportunità, al fine di garantire l’effettiva invarianza finanziaria del provvedimento, di riformulare il disposto normativo in coerenza con quanto rappresentato nella relazione tecnica e nei chiarimenti del Governo in merito alle modalità di copertura del provvedimento, precisando espressamente:

-                                 in relazione all’articolo 1 del decreto-legge in conversione, che la riduzione dell’organico della struttura commissariale di cui al comma 4, deve riferirsi a posizioni effettivamente occupate e risultare contestuale ed equivalente finanziariamente alla nomina dei sub-commissari e all’istituzione della Commissione di cui al comma 3;

-                                 che le attività di cui all’articolo 1, comma 2, e all’articolo 2, comma 1, devono comunque essere svolte senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;

-                                 con riferimento all’articolo 4, che i relativi oneri sono a carico del Commissario delegato, nel limite delle risorse a tal fine disponibili;

-                                 che gli oneri derivanti dagli interventi per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 3, nonché quelli per la bonifica, messa in sicurezza e apertura delle discariche di cui all’articolo 5, sono posti a carico delle risorse rivenienti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania, nonché degli ulteriori fondi disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato;

esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta con le seguenti condizioni rese ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione:

a)                              che all’articolo 1, comma 2, siano aggiunte, in fine, le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanzia pubblica";

b)                             che al comma 4 del medesimo articolo 1, sia soppressa la parola: "successive" e che siano aggiunte, in fine, le seguenti: ", contestualmente alla nomina dei tre sub-commissari e all’istituzione della Commissione di cui al predetto comma 3, in modo da assicurare comunque la soppressione di un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario, tenuto anche conto di quanto previsto dall’articolo 29, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248";

c)                              che all’articolo 2, comma 1, siano aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica";

d)                             che all’articolo 4, dopo il comma 1, sia aggiunto, in fine, il seguente: "2. Gli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo sono posti a carico del Commissario delegato, nei limiti delle risorse a tal fine disponibili.";

e)                              che all’articolo 5, il comma 6 sia sostituito dal seguente: "6. Agli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza e apertura delle discariche di cui al presente articolo 5, si fa fronte nell’ambito delle risorse derivanti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania, nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato.".

            Fa presente che tale proposta tiene conto sia delle considerazioni emerse nel dibattito che dei chiarimenti forniti dal Governo: al riguardo, ricorda che, in base a tali chiarimenti, il costo dei commissari ad acta nominati ai sensi dell’articolo 4 del provvedimento in esame sarebbe da porre a carico del Commissario delegato, nei limiti delle risorse a tal fine disponibili, ed in tal senso ha ritenuto opportuno proporre nello schema di parere testé richiamato la condizione di cui alla lettera d). Tuttavia, chiede al Governo di fornire ulteriori delucidazioni su tale punto, posto che tale copertura appare in contrasto con la prassi generale dell’ordinamento, secondo cui gli oneri derivanti dall’attività di commissari ad acta nominati per supplire alle eventuali inadempienze delle amministrazioni comunali sono posti normalmente a carico delle stesse amministrazioni inadempienti. In tal senso, ove fosse corretto ricondurre anche tale fattispecie alla prassi generale dell’ordinamento, si dichiara pronto a modificare conseguentemente la condizione inserita alla lettera d) della proposta di parere.

 

            Il senatore AZZOLLINI (FI) esprime apprezzamento per la proposta di parere del relatore, che si sforza di risolvere alcuni dei punti critici emersi durante l’esame del testo: in particolare, richiama la condizione di cui alla lettera b), che, in conformità alla prassi consolidata della Commissione bilancio, precisa la necessità che le riduzioni di organico a fini compensativi debbano avvenire contestualmente alla creazione di nuove posizioni e fare riferimento a posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario. Ugualmente apprezzabile appare la condizione di cui alla lettera e), con il riferimento al limite delle risorse derivanti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti, per la copertura degli interventi previsti nel decreto-legge in esame. Ciononostante, il parere testé proposto dal relatore appare meno convincente su altri punti, e comunque ritiene che non abbia fornito adeguata risposta a tutte le problematiche di carattere finanziario riscontrate nel corso dell’esame. Per tale ragione, preannuncia fin d’ora il proprio voto contrario sul suddetto schema di parere.

 

            Il senatore TECCE(RC-SE) esprime la propria adesione alla proposta di parere del relatore, preannunciando un voto favorevole. Concorda inoltre sulle perplessità manifestate dal relatore circa l’opportunità di porre i costi relativi all’attività dei commissari ad acta a carico del Commissario delegato anziché, come sarebbe più ovvio e conforme alla prassi generale dell’ordinamento giuridico, a carico dei comuni inadempienti.

 

            Il presidente MORANDO fa presente che le risposte fornite dal Governo nelle precedenti sedute confermano in modo chiaro che i costi relativi all’attività dei commissari ad acta eventualmente nominati ai sensi dell’articolo 4 del testo in esame, verranno sostenuti a valere sulle risorse a tal fine disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato. D’altra parte, proprio il fatto che talune amministrazioni comunali siano inadempienti ha determinato la necessità di nominare un Commissario delegato e di predisporre i fondi per finanziarne l’attività, nell’ambito della quale rientra anche la possibilità di avvalersi della collaborazione dei suddetti commissari ad acta. Ritiene quindi opportuno mantenere la condizione di cui alla lettera d) della proposta di parere del relatore, rispetto alla quale esprime complessivamente il proprio avviso favorevole.

 

            La Sottocommissione approva, infine, la proposta di parere del relatore sul testo del disegno di legge in esame.

 

In merito agli emendamenti relativi al provvedimento in titolo, il PRESIDENTE ricorda che il sottosegretario Casula ha espresso il proprio avviso nella precedente seduta, riservandosi peraltro di fornire ulteriori chiarimenti in merito alle proposte 5.9, 6.1, 6.2, nonché relativamente al comma 2 dell’emendamento 5.0.1.

 

Il sottosegretario CASULA, riguardo alla proposta 5.9, ritiene che l’introduzione di limiti temporali e quantitativi ivi indicata non comporti oneri a carico della finanza pubblica, pur rinviando al Commissario delegato per la valutazione di eventuali conseguenti diseconomie gestionali, in quanto soggetto utilizzatore delle discariche e titolare della contabilità speciale in cui sussistono le risorse finanziarie per la copertura degli interventi previsti nell’emendamento in esame. Per quanto concerne poi la proposta 6.1, non ha osservazioni da formulare, trattandosi di una interpretazione tesa a precisare l’ambito dei destinatari dei benefici previdenziali ed assicurativi ivi indicati. Esprime invece avviso contrario sulla proposta 6.2, in quanto l’inserimento dei centri funzionali nell’ambito dell’articolo 6, comma 1, della legge n. 225 del 1992, configura ulteriori competenze a carico di questi ultimi, rispetto a quelle previste a legislazione vigente, con conseguenti maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. Infine, in merito all’emendamento 5.0.1, dopo aver ribadito l’avviso contrario sul comma 1, per le motivazioni già indicate nella precedente seduta, formula avviso contrario anche sul comma 2, sia perché la prevista contrazione dei mutui a fronte dell’assunzione, da parte dei comuni, dei debiti dei consorzi e degli altri affidatari della regione Campania contrasto con il precetto di cui all’articolo 119, ultimo comma, della Costituzione – che vieta per l’appunto agli enti territoriali di ricorrere all’indebitamento se non per il finanziamento di spese per l’investimento – e sia perché la prevista esclusione dal patto di stabilità interno delle spese di cui ai commi 3-bis e 3-ter comporta un peggioramento dei saldi di finanza pubblica non quantificati e privi di compensazione.

 

Il presidente MORANDO rileva che i chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo in merito alla proposta 5.9 non sembrano escludere l’insorgere di diseconomie  gestionali e quindi di oneri, per cui ritiene opportuno esprimere un parere contrario sull’emendamento, sia pure senza richiamo all’articolo 81 della Costituzione. Con riferimento alla proposta 5.0.1, evidenzia che le indicazioni del Governo confermano il carattere oneroso non solo delle disposizioni di cui al comma 1, ma anche di quelle di cui al comma 2, per cui, stante anche l’evidente connessione dei capoversi 3-bis, 3-ter e 3-quater, propone di rendere parere contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, sull’intera proposta emendativi.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) condivide le indicazioni del presidente Morando in merito al parere da esprimere sulle proposte 5.9 e 5.0.1. Per quanto riguarda, invece, l’emendamento 4.2 (testo 2), chiede al rappresentante del Governo se la tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania sia sufficiente a garantire la copertura anche delle attività di promozione della raccolta differenziata ivi previste. Avendo il sottosegretario CASULA, confermato la capienza della tariffa a tal fine e quindi, l’invarianza finanziaria dell’emendamento 4.2 (testo 2), propone di rendere comunque un parere contrario sull’emendamento stesso, evidenziando che, sebbene incerti, possono comunque derivare effetti onerosi a carico dei comuni aderenti agli ambiti territoriali ottimali, a seguito dell’aumento delle percentuali di raccolta differenziata cui sono tenuti tali enti, rispetto a quanto già previsto dalla legislazione vigente.

Sulla base delle considerazioni emerse dal dibattito, formula pertanto la seguente proposta di parere sugli emendamenti esaminati: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo sugli stessi, ad eccezione delle proposte 1.6, 1.8 (limitatamente ai commi 4 e 6), 1.11, 3.1, 1.13, 3.2, 3.4, 3.0.2, 4.2, 4.10, 4.3, 5.1, 5.3, 5.7, 5.11, 5.26, 5.0.1, 6.2 e 7.1, sulle quali il parere è contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, nonché delle proposte 4.2 (testo 2) e 5.9, sulle quali il parere è contrario. Formula infine parere non ostativo sui seguenti emendamenti, a condizione che, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione:

a)                              all’emendamento 1.8, al comma 8, dopo le parole: "dell’ordinamento giuridico," siano inserite le seguenti: "e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,";

b)                             all’emendamento 1.14, dopo le parole: " di due terzi" siano aggiunte, in fine, le seguenti: "e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica";

c)                              all’emendamento 1.0.1, al comma 1 del capoverso "Art. 1-bis", dopo le parole: "ad adottare," siano inserite le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,";

d)                             all’emendamento 2.1, dopo le parole: "Il Commissario delegato," siano inserite le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,"

e)                              all’emendamento 4.7, dopo le parole: "I commissari ad acta definiscono," siano inserite le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,"."

 

Il senatore TECCE (RC-SE), pur condividendo la proposta di parere del relatore, esprime perplessità in merito al parere contrario indicato per l’emendamento 4.2 (testo 2), avendo il Governo attestato la congruità della copertura mediante la tariffa di smaltimento dei rifiuti.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), pur apprezzando lo schema di parere illustrato dal relatore, esprime la propria contrarietà in merito ad alcune delle indicazioni formulate, sottolineando in particolare la necessità di rendere parere contrario sulle proposte 5.6, in quanto suscettibili di produrre oneri nel passaggio da una mera facoltà ad un obbligo a carico del Commissario delegato, e 5.12 (testo 2), per mancanza della necessaria quantificazione. Propone, altresì, l’inserimento di una clausola di invarianza sulla proposta 5.14 (testo 2).

 

Con l’avviso favorevole del PRESIDENTE, la Sottocommissione approva infine la proposta di parere del relatore.

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere all’Assemblea su emendamenti. Esame. Parere in parte contrario, in parte contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, in parte condizionato, ai sensi della medesima norma costituzionale, in parte non ostativo)

 

      Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), in merito agli emendamenti trasmessi dall'Assemblea al provvedimento in titolo, segnala, per quanto di competenza, le seguenti proposte, di tenore identico a quelle testé esaminate per il parere da rendere alla Commissione di merito: 1.11, 1.14, x1.0.1 (identica alla 1.0.1 della Commissione di merito), 2.1, 3.1, 1.13, 3.2, 5.0.2 (identica all’emendamento 3.0.2 della Commissione di merito), 4.3, 4.7, 5.1, 5.7, 5.9, 5.11, 5.26, 5.0.1 e 6.2. Segnala altresì i seguenti emendamenti, presentati per la prima volta in Assemblea, ma simili ad altri esaminati per la Commissione di merito e per i quali rimanda quindi alle osservazioni formulate in quella sede: 5.300 (analogo al 5.3 della Commissione) e 7.20 (analogo alla proposta 7.1 della Commissione di merito). Non ha invece osservazioni da formulare sulle restanti proposte trasmesse.

 

            Il sottosegretario CASULA conferma l’avviso già espresso sulle proposte identiche a quelle già esaminate per la Commissione di merito, mentre esprime avviso contrario sulle ulteriori proposte 5.300 e 7.20.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com),  sulla base del parere già reso alla Commissione di merito, formula la seguente proposta di parere sugli emendamenti in esame: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo, ad eccezione delle proposte 1.11, 3.1, 1.13, 3.2, 5.0.2, 4.3, 5.1, 5.300, 5.7, 5.11, 5.26, 5.0.1, 6.2 e 7.20, sulle quali il parere è contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, nonché della proposta 5.9, sulla quale il parere è contrario.

Formula infine parere non ostativo sui seguenti emendamenti, a condizione che, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione:

a)                  all’emendamento 1.14, dopo le parole: " di due terzi" siano aggiunte, in fine, le seguenti: "e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica";

b)                  all’emendamento x1.0.1, al comma 1 del capoverso "Art. 1-bis", dopo le parole: "ad adottare," siano inserite le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,";

c)                  all’emendamento 2.1, dopo le parole: "Il Commissario delegato," siano inserite le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,"

d)                  all’emendamento 4.7, dopo le parole: "I commissari ad acta definiscono," siano inserite le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,".".

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) preannuncia il proprio voto contrario sulla suddetta proposta di parere, richiamando le considerazioni già svolte in sede di esame per la Commissione di merito.

 

La Sottocommissione approva, infine, la proposta di parere del relatore.

 

 

            La seduta termina alle ore 20,55.

 


BILANCIO    (5ª) 

Sottocommissione per i pareri

 

MERCOLEDI’ 8 NOVEMBRE 2006

20ª Seduta pomeridiana

 

 

Presidenza del Presidente

MORANDO

Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Cento.                           

 

            La seduta inizia alle ore 14,10.

 

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere all'Assemblea su emendamenti. Esame. Parere in parte contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, in parte condizionato, ai sensi della medesima norma costituzionale, in parte non ostativo) 

 

      Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) illustra gli ulteriori emendamenti e subemendamenti, trasmessi dall'Assemblea, relativi al provvedimento in titolo, segnalando, per quanto di competenza, che gli emendamenti 1.100, 1.101, 2.100 e 5.100 recepiscono le condizioni poste, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, nel parere sul testo già espresso dalla Commissione e che l’emendamento 1.200 recepisce la condizione posta ai sensi della medesima norma costituzionale sull’emendamento 1.8, comma 8.

            Sugli emendamenti 2.30 e 4.200 appare necessaria una più corretta formulazione della clausola di invarianza finanziaria con la sostituzione, nell’ultimo periodo di entrambi gli emendamenti, della parola: "possono", con la parola: "devono". Segnala quindi che derivano nuovi o maggiori oneri dai subemendamenti 3.300/6, 5.120/1 e 5.120/2. In merito al subemendamento 4.200/1, posto che lo stesso è identico alla proposta 4.7 già esaminata, appare necessario ribadire la condizione già espressa, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, circa l'inserimento di una clausola di invarianza finanziaria. Per quanto concerne poi il subemendamento 5.100/1, ritiene che lo stesso non sia accettabile in quanto modifica l'emendamento 5.100 (che recepiva una delle condizioni poste dalla Commissione sul testo), sostituendo la copertura di cui all'articolo 5, comma 6, del provvedimento con un'altra non idonea, a valere sulla Tabella C della legge finanziaria, senza peraltro indicare lo stanziamento cui attingere.

            Precisa infine che non vi sono osservazioni da formulare sui restanti emendamenti e subemendamenti esaminati, tenuto conto del parere già espresso dalla Commissione su emendamenti di tenore identico o analogo.

Propone, dunque, di esprimere un parere di nulla osta sugli emendamenti 2.30 e 4.200, con la condizione che sia riformulata la clausola di invarianza nel senso che non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.

In merito ai subemendamenti esprime parere contrario ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, sui subemendamenti 3.300/6, 5.120/1, 5.120/2 e 5.100/1, mentre propone di esprimere parere di nulla osta sul subemendamento 4.200/1, a condizione che, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, sia inserita una clausola di invarianza finanziaria.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) , con riferimento al subemendamento 5.100/1, rileva che non vi è ragione per l’espressione di un parere contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, atteso che la proposta contiene una quantificazione per un importo di 80 milioni di euro che può ritenersi congrua in quanto conforme all’autorizzazione di spesa del precedente decreto in materia di rifiuti, prevedendo la corrispondente riduzione dell’autorizzazione medesima.

Dopo che il RELATORE ha ribadito il proprio parere di contrarietà, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, sul subemendamento in questione, con il conforme parere del rappresentante del GOVERNO, viene posta ai voti la seguente proposta di parere: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli ulteriori emendamenti e subemendamenti relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta sulla proposta 2.30, a condizione che, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, all’ultimo periodo la parola: "possono" sia sostituita dalla seguente: "devono", nonché parere di nulla osta sull’emendamento 4.200, condizionato, ai sensi della medesima disposizione costituzionale, alla sostituzione, al comma 6, della parola: "possono" con la seguente: "devono".

Esprime, poi, parere contrario, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, sui subemendamenti 3.300/6, 5.120/1, 5.120/2 e 5.100/1, e parere di nulla osta sul subemendamento 4.200/1, a condizione che, ai sensi della citata norma costituzionale, dopo le parole: "I commissari ad acta definiscono," siano inserite le seguenti: "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,". Esprime, infine, parere di nulla osta sui restanti emendamenti e subemendamenti esaminati.".

 

            La Sottocommissione approva, infine, la proposta di parere.

 

 

            La seduta termina alle ore 14,20.


BILANCIO    (5ª) 

Sottocommissione per i pareri

 

MERCOLEDI’ 8 NOVEMBRE 2006

21ª Seduta (2ª pomeridiana)

 

 

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

La seduta inizia alle ore 17,45.

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Parere all'Assemblea su emendamenti. Esame. Parere condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione) 

 

      Il presidente MORANDO comunica che è pervenuto dall'Assemblea l'ulteriore emendamento 5.100 (testo 2) al disegno di legge in titolo. Al riguardo, segnala che la prima parte dell'emendamento è identica al testo dell'emendamento 5.100 (testo 1), sul quale la Sottocommissione ha reso parere non ostativo nella precedente seduta, in quanto recepiva una condizione specificamente posta sul testo, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione. Nel nuovo testo, peraltro, il riferimento alla tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania è stato sostituito in quello più corretto alla TARSU (tariffa sui rifiuti solidi urbani) e inoltre è stata aggiunta una seconda parte al testo precedente, che prevede una integrazione aggiuntiva di 20 milioni di euro, per l'anno 2006, delle dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato, a valere sul Fondo speciale di parte capitale di pertinenza del Ministero dell'economia e delle finanze.

            Riguardo a quest'ultima parte, evidenzia che la Ragioneria generale dello Stato ha formalmente comunicato il proprio assenso alla integrazione dei fondi nei termini indicati, e che risultano a tal fine disponibili adeguate risorse sul Fondo speciale richiamato.

 

            Il senatore VEGAS (FI) ritiene non corretto il richiamo alle risorse derivanti dagli introiti della TARSU ai fini della copertura degli oneri connessi agli interventi previsti dal decreto-legge in conversione. Infatti, poiché tali interventi eccedono la gestione ordinaria, occorrerebbe aumentare corrispondentemente le aliquote della TARSU, ciò che dovrebbe però essere disposto dagli enti locali della Regione Campania, che dispongono della relativa potestà impositiva, e non dallo Stato centrale. Inoltre, relativamente alla seconda parte dell'emendamento, appare non corretto sotto il profilo contabile l'utilizzo di risorse in conto capitale per la copertura di interventi che sono sia di natura corrente che di parte capitale.

 

            Il senatore CICCANTI (UDC) ritiene anch'egli non condivisibile l'utilizzo della TARSU per coprire gli oneri derivanti dal provvedimento in esame, trattandosi di un tributo locale, sulla cui misura e destinazione non può decidere lo Stato centrale.

 

            Ad una richiesta di chiarimenti del senatore POLLEDRI (LNP) sulla copertura indicata nell'emendamento in esame, risponde quindi il PRESIDENTE confermando che la copertura di cui alla prima parte dell'emendamento è la stessa già indicata dalla Sottocommissione in una condizione resa sul testo, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, mentre è da valutare la ulteriore copertura indicata nella seconda parte.

 

            Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ritiene appropriato il riferimento, nella prima parte dell'emendamento, alla TARSU, come fonte di copertura degli interventi ivi indicati. Condivide invece l'obiezione avanzata dal senatore Vegas circa l'impossibilità di utilizzare la nuova integrazione di risorse in conto capitale per coprire sia interventi di parte corrente che di natura capitale, segnalando l'opportunità di una riformulazione su tale punto.

 

Il presidente MORANDO (Ulivo), ritenendo anch'egli corretta l'osservazione del senatore Vegas, propone di riformulare l'emendamento precisando che la suddetta integrazione possa essere utilizzata solo a copertura di interventi in conto capitale. Propone, pertanto, di conferire mandato al relatore a redigere un parere del seguente tenore: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato l’ulteriore emendamento 5.100 (testo 2), relativo al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta, a condizione che, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, al comma 6, le parole: ", che viene a tal fine integrata dell’importo" siano sostituite dalle seguenti: ". Agli oneri derivanti dagli interventi in conto capitale si fa inoltre fronte integrando le disponibilità della citata contabilità speciale intestata al Commissario delegato con l’importo".".

 

            Il senatore FERRARA (FI), pur apprezzando la proposta di parere testé illustrata, preannuncia il voto contrario della propria parte politica, in quanto permangono tutte le riserve già segnalate dal senatore Vegas sull'utilizzo della TARSU ai fini della copertura degli interventi del provvedimento in esame.

 

            Il senatore AUGELLO (AN) si associa alle argomentazioni del senatore Ferrara e preannuncia anch'egli il voto contrario della propria parte politica sullo schema di parere proposto.

 

            La Sottocommissione approva, infine, la proposta del Presidente.

            La seduta termina alle ore 18.


Esame in sede referente

 


 

TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13ª)

Martedì 17 ottobre 2006

24ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

SODANO

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea. 

 

            La seduta inizia alle ore 15,10.

 

IN SEDE REFERENTE 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Esame e rinvio)

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, dopo aver ricordato che sia durante l'esame del disegno di legge sull'istituzione di una Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti sia nel corso della recente audizione del dottor Bertolaso si è avuto modo di cominciare a riflettere sull'attuale emergenza nel settore dei rifiuti che vive la regione Campania, illustra il decreto-legge in titolo, ad iniziare dall'articolo 1 che assegna al Capo del Dipartimento della protezione civile le funzioni di commissario delegato per l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Campania. La situazione di emergenza fu decretata in quella regione nel 1994 e, da allora, si sono succeduti come commissari delegati prefetti e presidenti della regione senza raggiungere risultati positivi. Il comma 2 del medesimo articolo autorizza il Commissario delegato ad adottare gli indispensabili provvedimenti per la tutela degli interessi pubblici delle popolazioni interessate. Il comma 3, poi, consente allo stesso Commissario di avvalersi di tre commissari, uno dei quali dotato di esperienza nel settore della raccolta differenziata e prevede altresì la costituzione di una commissione di esperti; il comma 4 prevede una riduzione dell'attuale organico della struttura commissariale.

            Uno degli elementi più qualificanti del decreto-legge si rinviene nell'articolo 2 che, al fine di assicurare l'informazione e la partecipazione dei cittadini, richiama i principi della Carta di Aalborg, siglata nel 1994. L'articolo 3 affida al Commissario delegato il compito di ridefinire le condizioni per l'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione, annullando conseguentemente la procedura di gara indetta con l'ordinanza n. 281 del 2006 e tenendo conto delle migliori tecnologie disponibili. Il comma 2 del medesimo articolo stabilisce che il Commissario delegato individua le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l'eventuale smaltimento delle ecoballe delle cave dimesse, operazione che, tuttavia, potrebbe aprire un contenzioso con la precedente società affidataria del servizio.

            L'articolo 4 reca misure per la raccolta differenziata, consentendo al Commissario delegato di adottare le opportune misure sostitutive, mentre l'articolo 5 individua, sino alla cessazione dello stato di emergenza e fatti salvi eventuali provvedimenti dell'autorità giudiziaria, alcune discariche per lo smaltimento dei rifiuti, sebbene una di esse, quella di "Difesa grande", nel comune di Ariano Irpino, è stata posta sotto sequestro dall'Autorità giudiziaria proprio alla vigilia dell'entrata in vigore del decreto-legge. Va inoltre rilevato che, proprio in ossequio ai principi della Carta di Aalborg, richiamati nell'articolo 2, occorrerebbe un maggior coinvolgimento degli enti locali e delle popolazioni interessate nella individuazione delle località presso le quali si trovano le discariche. Il comma 2 dell'articolo 5 stabilisce che il Commissario delegato dispone i necessari interventi di sistemazione delle discariche, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili; il comma 3 consente il trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti. Il comma 5, poi, consente al Commissario di sostituirsi ai sindaci ed ai presidenti delle province per assicurare il ciclo dello smaltimento dei rifiuti, mentre il comma 6 precisa che gravano sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti gli interventi resi necessari dal decreto-legge.

            Fa infine presente che da parte di molte autorità locali provengono sollecitazioni affinché siano richiamati i principi di solidarietà nel momento in cui si deciderà di provvedere al trasferimento dei rifiuti anche in altre regioni, fermo restando che sarà necessario porre dei limiti temporali e volumetrici per queste operazioni.

 

            Si apre la discussione generale.

 

      Il senatore MUGNAI (AN) , nell'auspicare che il Capo del Dipartimento della protezione civile possa assolvere pienamente le funzioni attribuitegli con il presente decreto-legge, ritiene criptico e fuorviante il comma 3 dell'articolo 1, laddove consente al Commissario delegato di avvalersi di tre subcommissari, anche per l'esercizio delle funzioni previste dal presente decreto. Infatti, non solo dovrebbe essere ribadito che i subcommissari sono delegati ad esercitare soltanto le funzioni che sono attribuite al Commissario delegato, ma occorrerebbe precisare come vengono ripartite le stesse funzioni tra i tre subcommissari.

            Suscita perplessità anche l'articolo 3, mentre per quanto concerne il trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti dovrebbe essere acquisita l'intesa dei presidenti delle regioni coinvolte. Infine, l'individuazione di ulteriori discariche non dovrebbe essere legata soltanto all'osservanza del requisito della messa in sicurezza, occorrendo richiamare anche ulteriori standard qualitativi.

 

            Il senatore RONCHI (Ulivo) , pur condividendo la necessità di intervenire con un provvedimento d'urgenza per fronteggiare l'attuale situazione critica che si sta vivendo nella regione Campania ed in particolare a Napoli, legata alla notevole consistenza dei rifiuti da smaltire, osserva in via preliminare che tale emergenza rischia di riprodursi in futuro poiché gli impianti di combustibile derivato da rifiuti (CDR) restano inidonei ed il termovalorizzatore di Acerra entrerà in funzione soltanto fra otto mesi e consentirà lo smaltimento solo di 650.000 tonnellate di rifiuti a fronte degli oltre 2 milioni annui di tonnellate di rifiuti.

            Soffermandosi sul merito dell’articolato, emerge l’assenza di un riferimento all’individuazione di un sistema diffuso ed avanzato di raccolta differenziata, non essendo sufficiente il mero richiamo previsto dalla normativa vigente. Inoltre, non vi è traccia di interventi preventivi, indispensabili per contenere la crescita dei rifiuti. Si dovrebbero poi individuare ulteriori discariche da utilizzare prontamente, dopo aver attentamente valutato la situazione sanitaria ed ambientale.

            Ma, al di là di queste considerazioni preliminari, in diversi punti il decreto-legge in esame dovrebbe essere oggetto di una profonda revisione, a cominciare dall'articolo 1, comma 1, dove ci si dovrebbe riferire più correttamente al settore della gestione anziché del solo smaltimento dei rifiuti. Suscita profonda preoccupazione il comma 2 del medesimo articolo, il quale non prevede alcun termine di scadenza per l'esercizio dei poteri straordinari che sono attribuiti al Commissario delegato, in deroga rispetto alle norme vigenti. In tale senso, appare eccessivamente estesa la facoltà data allo stesso Commissario di esercitare tutti i poteri conferiti dalle ordinanze di protezione civile già emanate, quando sarebbe al contrario necessario specificare a quali ordinanze ci si intende riferire. Tale ampiezza nelle deroghe e nell'assegnazione di poteri extra ordinem emerge, tra l'altro, anche quando si stabilisce che il Commissario delegato adotta gli indispensabili provvedimenti per assicurare la tutela degli interessi primari delle popolazioni interessate. Tale previsione, infatti, risulta pericolosamente generica, configurando una deroga generalizzata, priva di finalità e senza puntuale indicazione delle misure attivabili.

            Ulteriori considerazioni critiche riguardano la ripartizione dei compiti tra i tre subcommissari - la cui nomina comunque appare in linea di principio condivisibile - nonchè il riferimento, contenuto nel comma 2 dell'articolo 3, al termine ecoballe che appare sprovvisto di una precisa definizione giuridica. D'altro canto, suscita profonde riserve tale disposizione nel momento in cui consente lo smaltimento delle stesse ecoballe nelle cave dismesse esistenti in Campania poichè ciò appare in contrasto con il generale divieto di smaltimento dei rifiuti delle cave.

            Anche il comma 3 dell'articolo 5 dovrebbe essere riformulato dal momento che non si può autorizzare il trasferimento fuori regione di una parte di rifiuti, senza garantire lo smaltimento ed il recupero degli stessi rifiuti, previo accertamento delle indispensabili condizioni di sicurezza ambientali e sanitaria. Il comma 5 dello stesso articolo 5, nel prevedere che il Commissario delegato assicura il ciclo di smaltimento dei rifiuti, sostituendosi ai sindaci e ai presidenti delle province, configura l'esercizio di ulteriori poteri straordinari che svuotano le competenze delle autonomie locali in tale settore.

            Alla luce delle considerazioni esposte, ribadisce la necessità di una profonda riformulazione del decreto-legge in titolo, per quanto riguarda le numerose parti critiche di esso che sono state segnalate.

 

            Il senatore LIBE' (UDC) , associandosi a molte delle osservazioni critiche espresse dal senatore Ronchi, ritiene che appare eccessivamente ottimistica l'affermazione resa nella recente audizione dal Capo del Dipartimento della protezione civile circa il superamento in dieci giorni dell'attuale fase di emergenza in Campania. Inoltre, il decreto-legge in esame necessita di diverse modifiche poichè esso non si pone l’obiettivo di ripristinare in tempi certi le condizioni di normalità nel settore dello smaltimento dei rifiuti, superando la perdurante fase emergenziale.

 

            Il senatore BRUNO (Ulivo)  chiede conferma dell'esistenza di una ordinanza di protezione civile che riconosce ai Prefetti un incremento degli emolumenti, pari al trenta per cento, connesso al raggiungimento degli obiettivi determinati dalla fase di emergenza.

 

            Il presidente SODANO, nel confermare al senatore Bruno l'esistenza di tale previsione, propone di fissare il termine di presentazione degli emendamenti per le ore 18 di lunedì 23 ottobre 2006.

 

            La Commissione conviene.

 

            Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 

            La seduta termina alle ore 16,30.     

 


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13ª)

Mercoledì 18 ottobre 2006

25ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

SODANO

 

Intervengono i sottosegretari di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea e per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare Dettori.   

 

            La seduta inizia alle ore 9,40.

(omissis)

IN SEDE REFERENTE 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

            Riprende l'esame del disegno di legge in titolo, sospeso nella seduta di ieri, nella quale era stata aperta la discussione generale.

 

      Ad avviso del senatore MORRA (FI) , il decreto-legge in esame nell'assegnare ampi poteri al nuovo Commissario delegato per il superamento della situazione emergenziale non individua una prospettiva per il superamento della stessa fase emergenziale. Ma al di là di questa osservazione di ordine preliminare, emergono forti perplessità in merito all'articolo 5, nella parte in cui esso individua le discariche da utilizzare. Infatti, tale individuazione, attraverso lo strumento del decreto-legge, solleva dubbi di costituzionalità in relazione alle prerogative delle regioni.

            Inoltre, con particolare riferimento alla discarica di "Difesa grande" nel comune di Ariano Irpino, sarebbe necessario un chiarimento da parte del rappresentante del Governo poiché non risultano precisate le capacità volumetriche residue di tale sito. Ripercorrendo la storia di questa discarica, si potrà facilmente comprendere che essa si colloca al confine della regione Puglia, nell'area dove si trovano alcuni comuni come Monteleone di Puglia. Tale discarica venne aperta nel 1994 e, allora, tale scelta fu ritenuta strategica per gestire il forte dissenso sociale maturato nella regione Campania. Successivamente, attraverso varie ordinanze, si è assistito ad un susseguirsi di valutazioni contrapposte circa la volumetria residua di tale discarica presso la quale è continuato lo sversamento di tonnellate di rifiuti. Appare quindi chiaro che tale sito, in passato, è stato impiegato per lo svolgimento di operazioni di smaltimento senza che lo stesso disponesse delle capacità necessarie.

            Inoltre, occorre considerare che la discarica di "Difesa grande" è stata gestita secondo un modello privatistico da parte di una società di gestione che ha continuato a riscuotere ingenti risorse finanziarie, senza garantire alcun risultato positivo. La verità è che tale sito fu scelto nel 1994 in quanto si trovava in un territorio debole, poco rappresentato e facilmente aggredibile ogniqualvolta ci si è dovuti imbattere in una emergenza. Affinché la Commissione possa essere maggiormente edotta sullo stato della menzionata discarica, consegna agli atti copia del decreto di sequestro preventivo della stessa discarica, emanato dall'Autorità giudiziaria il 7 ottobre u.s..

           

            Il senatore PIGLIONICA (Ulivo), dopo aver osservato che ogni provvedimento emanato sull'onda dell'emergenza suscita dubbi e riserve e, come tale, può essere senz'altro migliorato, fa presente tuttavia che la grave situazione che vive la Campania e che è quotidianamente documentata dagli organi di stampa avrebbe richiesto un intervento maggiormente coraggioso ed incisivo.

            In primo luogo, nel decreto-legge in titolo è assente una chiara individuazione della via d'uscita dalla fase emergenziale; in secondo luogo, non si rinviene alcuna forma di coinvolgimento delle autonomie locali poiché non è sufficiente una decisione d'imperio da parte del potere centrale per credere di poter risolvere i gravi problemi che si hanno di fronte. D'altro canto, il mancato coinvolgimento degli enti locali contribuisce ad una loro deresponsabilizzazione rispetto alle inadempienze che si sono verificate nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Inoltre, pur condividendo le posizioni espresse dal senatore Morra, non può che ricordare che molte volte il localismo estremo è stato una causa delle difficoltà che si sono avute in quella regione.

            Il decreto-legge all'esame della Commissione suscita poi profonde riserve anche perché non determina un termine per la chiusura di questa nuova fase commissariale, la quale dovrebbe esser in qualche modo legata alla presentazione di un piano per la gestione del ciclo dei rifiuti, con l'individuazione di ulteriori discariche e lo scioglimento di qualsiasi rapporto con la precedente società affidataria. Inoltre, la previsione di un trasferimento fuori regione dei rifiuti può risultare pericolosa, scaricando l'emergenza in territori che si trovano nelle stesse condizioni di sofferenza; a tale riguardo, le stesse operazioni di trasferimento dovrebbero essere maggiormente regolate, precisando che esse vanno svolte in siti di proprietà pubblica.

            Anche il continuo richiamo al principio di invarianza della spesa non appare convincente poiché è facile prevedere che non saranno sufficienti i proventi della tariffa di smaltimento dei rifiuti per finanziare tutti gli interventi attivabili con il decreto-legge. Più in generale, si potrebbe cogliere l'occasione per individuare una norma che escluda i comuni dal patto di stabilità interno in merito alle spese di investimento destinate al miglioramento del ciclo dei rifiuti.

            Suscita poi profonda preoccupazione la disposizione che consente lo smaltimento delle ecoballe nelle cave dismesse dopo che le stesse sono state stoccate in via provvisoria in piazzali ed altri siti. Rispetto a tale fenomeno, poiché lo smaltimento mediante termovalorizzazione richiederebbe tempi eccessivamente lunghi, non rimarrebbe altro strumento che quello delle discariche.

            Alla luce delle argomentazioni svolte, esprime l'auspicio che alla ordinaria straordinarietà che si è ripetuta in questi lunghi anni possa finalmente subentrare una straordinaria ordinarietà, che dimostrerebbe il ripristino di condizioni di normalità.

 

            Secondo il senatore Antonio BATTAGLIA (AN) il decreto-legge in esame solleva molte preoccupazioni, sebbene conferisca al Capo del Dipartimento della protezione civile, col supporto di tre subcommissari, ampi poteri per il superamento della fase di emergenza. Tuttavia, le criticità presenti in tale provvedimento potrebbero rendere assai arduo l'operato del dottor Bertolaso; si prenda, ad esempio, la situazione delle discariche che si trovano già in una condizione di saturazione che rende impossibile gestire ulteriori rifiuti. Inoltre, non possono essere nascosti dubbi di ordine costituzionale legati agli ampi poteri sostitutivi che il Commissario delegato può esercitare nei confronti di comuni e province che non raggiungono le percentuali previste di raccolta differenziata. Del resto, una delle ragioni per le quali nel settore dei rifiuti, non solo in Campania, ma anche in altre parti dell'Italia meridionale, si registrano gravi problematiche deriva proprio dalla incapacità e dalle inadempienze dimostrate dalle filiere e dai consorzi che gestiscono la raccolta differenziata.

            Al fine di apportare le necessarie correzioni al provvedimento in esame, preannuncia la presentazione di alcuni emendamenti.

 

            Il senatore FERRANTE (Ulivo) , nel condividere le osservazioni già espresse dal relatore, nonchè dai senatori Ronchi e Piglionica, rileva che non è opportuno aprire una discussione sulle cause che hanno determinato questa vera e propria emergenza nell'emergenza nella regione Campania. L'obiettivo deve pertanto essere il superamento di questa situazione così grave, senza però nascondere la necessità di una correzione dello stesso decreto-legge in alcune sue disposizioni.

            Ad esempio, appare indispensabile individuare la data limite di cessazione dei poteri straordinari conferiti al nuovo Commissario delegato; inoltre, all'articolo 3, solleva dubbi il riferimento al termine ecoballe, attualmente privo di nozione giuridica, senza dimenticare poi le preoccupazioni che suscita l'eventuale smaltimento di tali materiali in cave dismesse. Più in generale, al di là della individuazione delle discariche di cui al comma 1 dell'articolo 5, bisognerebbe ricercare ulteriori siti, avendo il coraggio di superare le resistenze locali. Infine, nel comma 3 del medesimo articolo occorrerebbe specificare l'esatta destinazione dei trasferimenti fuori regione, tenendo conto che tali operazioni non dovrebbero colpire altri territori che vivono la stessa condizione di emergenza.

 

            La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com)  sottolinea che uno degli aspetti sicuramente da correggere nel decreto-legge n. 263 del 2006 è dato dall'assenza di un termine entro il quale devono essere esercitati i poteri straordinari assegnati al nuovo Commissario delegato; infatti, la mancanza di un limite temporale rischia di perpetuare la deresponsabilizzazione degli enti locali. Pur comprendendo la necessità di agire prontamente per risolvere quella che è giustamente stata definita una emergenza nell'emergenza, bisognerebbe avere il coraggio di porre le basi per il superamento di una situazione che da troppi anni è considerata straordinaria. Conseguentemente, occorrerebbe porre fine all'esperimento di una tipologia di commissariamento che si è spesso accompagnata ad irregolarità ed inefficienze. In tal senso, la finalità del decreto-legge non dovrebbe essere circoscritta al settore dello smaltimento, ma estendersi all'intero ciclo dei rifiuti.

            Nel merito, associandosi alle considerazioni critiche già emerse in precedenza, giudica negativamente la previsione di cui al comma 2 dell'articolo 3, dal momento che essa è l'amara confessione della incapacità del mancato funzionamento degli impianti di combustibile da rifiuto che hanno prodotto soltanto ecoballe. Per quanto riguarda il trasferimento dei rifiuti ad altre regioni non offre sufficienti garanzie quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 5 poichè la solidarietà da parte delle altre regioni non può essere di certo imposta.

            Tuttavia, oltre alle criticità segnalate, il decreto-legge in titolo contiene anche aspetti positivi, come il richiamo ai principi della carta di Aalborg per assicurare l'informazione e la partecipazione dei cittadini o l'annullamento previsto nell'articolo 3 della gara indetta con l' ordinanza n. 281 del 2006. Proprio le indicazioni favorevoli che sono state da ultimo richiamate giustificano la necessità di un serio lavoro di approfondimento, affinchè siano apportate al decreto-legge alcune correzioni mirate, anche allo scopo di evidenziare che è tempo di superare le gestioni emergenziali e di avviare un processo di normalizzazione.

 

            Secondo il senatore SCOTTI (FI) è singolare che tanto la maggioranza quanto l'opposizione sembrino valutare in termini ugualmente preoccupati i contenuti del decreto legge in titolo, il quale, pur conferendo poteri di natura straordinaria al nuovo Commissario delegato, potrebbe non consentire il superamento dell'attuale fase emergenziale. In tale ottica, alcune disposizioni sono particolarmente critiche poichè, ad esempio, non si comprende come possa il Commissario delegato sostituirsi a regioni ed enti locali per assicurare quei livelli di raccolta differenziata che, sotto la linea del Po, sono sempre assai bassi. Inoltre, risulta velleitario il richiamo al principio dell'invarianza della spesa, tenuto conto dell'enorme spreco di risorse pubbliche che si è verificato in passato.

            Dopo aver giudicato negativamente la previsione dell'articolo 3, comma 2, sullo smaltimento delle ecoballe nelle cave dismesse, fa presente che l'ultimo bando per l'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti è andato deserto dopo che l'unica impresa partecipante - una azienda dell'Italia settentrionale - è stata estromessa per un mero cavillo.

            Al di là dei profili di ordine costituzionale che sono stati richiamati per quanto concerne l'assenza di un termine per lo svolgimento delle funzioni attribuite al Commissario delegato, ritiene condivisibile il conferimento di poteri straordinari, giustificati dall'ampiezza e dalla gravità dei fenomeni da affrontare, considerando, ad esempio, che per lo smaltimento dei milioni di tonnellate di rifiuti in Campania sarebbe necessario servirsi della capacità di smaltimento dei termovalorizzatori di tutta l'Italia. Anche in considerazione di tale dato, resta attuale il monito più volte espresso nella scorsa legislatura dall’allora ministro Matteoli circa l’indispensabile apporto dei termovalorizzatori.

 

            Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) concorda sull'ipotesi di correggere il decreto-legge in esame nel senso di determinare un termine di scadenza per l'esercizio dei poteri straordinari che sono stati attribuiti al Commissario delegato, nonchè sulle osservazioni espresse dal senatore Battaglia in merito alle filiere che gestiscono la raccolta differenziata. Pur comprendendo le ragioni d'urgenza che hanno giustificato l'adozione del decreto-legge, ritiene utile porsi l'obiettivo anche di un immediato rientro nella gestione ordinaria.

 

            Il senatore RONCHI (Ulivo) - ad integrazione di quanto già affermato durante l'intervento svolto nella seduta di ieri - chiede al rappresentante del Governo se si può individuare uno strumento per consentire al Commissario delegato di avvalersi anche di parte del contributo per il riciclo degli imballaggi, permettendo di disporre di risorse finanziarie aggiuntive, data l’insufficienza dei proventi delle tariffe di smaltimento dei rifiuti.

 

            E' quindi chiusa la discussione generale.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, intervenendo in sede di replica, dopo aver richiamato l'attenzione su alcune premesse necessarie per comprendere lo stato di emergenza presente in Campania - quali l'enorme presenza di rifiuti nelle strade e le milioni di tonnellate di ecoballe stoccate in via provvisoria in diversi siti - ritiene che ha costituito un indubbio errore aver continuato a produrre ecoballe, quando era notorio che esse non potevano essere smaltite. Il decreto-legge in esame, pur con tutti i limiti evidenziati, si pone coraggiosamente l'obiettivo di interrompere questa spirale, prevedendo lo smaltimento delle ecoballe nelle cave dismesse, operazione che dovrà essere naturalmente subordinata all'accertamento delle necessarie condizioni di ordine ambientale e sanitario.

            Per quanto concerne gli ulteriori rilievi emersi nel corso della discussione generale, concorda sulla esigenza di fissare una limitazione temporale per l'esercizio dei poteri straordinari, anche se l'attribuzione di questi poteri si rende indispensabile proprio per superare l'emergenza o per predisporre misure particolari, come il trasferimento di parte dei rifiuti fuori regione. Rispetto alla complessità degli interventi che dovranno essere attivati, appare opportuna una riflessione anche sulle disponibilità finanziarie; in tal senso, l'ipotesi segnalata dal senatore Ronchi di avvalersi del contributo per il riciclo degli imballaggi può essere presa in seria considerazione.

            Dopo aver sottolineato la stranezza di un decreto di sequestro preventivo per la discarica di Difesa grande che fa riferimento ad una norma del decreto-legge, quando ancora esso non era stato ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale, osserva che la complessa fase di emergenza, ai limiti della sopportabilità, giustifica l'adozione di misure straordinarie, anche perchè è facile prevedere che la situazione sfuggirebbe di mano qualora anche il Commissario delegato fallisse.

 

            Il sottosegretario D'ANDREA, dopo aver ringraziato tutti i senatori intervenuti che hanno formulato suggerimenti e rilievi, rileva che il Governo è consapevole dello stato di emergenza che è necessario superare e che ha giustificato la nomina del Capo del Dipartimento della protezione civile a Commissario delegato, dotandolo di poteri forti. In tal senso, i dubbi di costituzionalità , denunciati da alcuni senatori, possono di certo suscitare qualche preoccupazione, ma bisogna tener conto che se avesse funzionato la gestione ordinaria non ci si troverebbe da tanti anni in simili condizioni. Pertanto, la nomina del nuovo Commissario delegato risponde ad una logica emergenziale alla quale non si potevano non associare anche poteri extra ordinem, dopo l'insuccesso fatto registrare dai precedenti commissari straordinari.

            Tuttavia, alcune riserve espresse sulla mancanza di un termine di scadenza per l'esercizio dei poteri straordinari possono essere attentamente valutate, anche in relazione al delicato rapporto con le amministrazioni locali. In tal senso, però, quanto osservato in senso critico in merito al comma 5 dell'articolo 5 deve essere oggetto di precisazione poiché il Commissario delegato non si sostituisce in toto  ai sindaci e ai presidenti delle province, ma esercita le funzioni di pubblico ufficiale nell'esercizio dei poteri in materia di ordine e sicurezza pubblica.

            Dopo aver sottolineato la necessità della nomina di tre subcommissari -  uno dei quali potrebbe occuparsi dei protocolli necessari per assicurare l'informazione e la consultazione delle popolazioni interessate - nonchè dell'istituzione di una commissione di esperti a supporto del Commissario delegato, rileva che il principio dell'invarianza della spesa è stato richiamato poiché il Commissario delegato si avvale delle strutture della protezione civile, senza ulteriori oneri che si determinerebbero nel caso di utilizzazione di altri uffici e strutture.

            In conclusione, gli eventuali emendamenti che saranno presentati potranno essere approfonditi, sebbene vada ribadito che non possono essere stravolte la logica che ha ispirato il provvedimento d'urgenza e la necessità di dotare il Commissario delegato dei poteri indispensabili.

            Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

            La seduta termina alle ore 11,30.


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13ª)

Martedì 24 ottobre 2006

26ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

SODANO

 

Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea.   

 

            La seduta inizia alle ore 14.

(omissis)

IN SEDE REFERENTE 

 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

            Prosegue l'esame del disegno di legge in esame, sospeso nella seduta del 18 ottobre scorso.

 

            Si passa all'esame degli ordini del giorno e degli emendamenti, pubblicati in allegato al resoconto della seduta.

 

      Il senatore CONFALONIERI (RC-SE) illustra l'ordine del giorno n. 1 con il quale si impegna il Governo ad attivare le misure necessarie per uscire dallo stato di emergenza nelle regioni attualmente commissariate.

           

            Il senatore FERRANTE (Ulivo) , dopo averlo fatto proprio, illustra l'ordine del giorno n. 2.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 1, mentre invita il sentore Ferrante a ritirare l'ordine del giorno n. 2 il quale, pur essendo condivisibile, necessita di un maggiore approfondimento.

 

            Il sottosegretario D'ANDREA esprime parere conforme a quello del relatore.

 

            Il senatore FERRANTE (Ulivo)  ritira quindi l'ordine del giorno n. 2.

 

            Previa verifica del prescritto numero legale, la Commissione accoglie quindi l'ordine del giorno n. 1.

 

            Si passa all'illustrazione degli emendamenti, presentati all'articolo 1.

 

            Il senatore DE ANGELIS (AN) si sofferma sugli emendamenti 1.1. - con il quale si intende limitare temporalmente i poteri del Commissario delegato - e 1.12, diretto a prevedere soltanto un subcommissario, il quale esercita funzioni vicarie.

           

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, illustra gli emendamenti 1.2, volto a precisare che l'emergenza riguarda, complessivamente, il settore dei rifiuti nella regione Campania e 1.7, avente lo scopo di limitare lo stato di emergenza fino al 30 settembre 2007.

 

            La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) , dopo aver fatto presente che l'emendamento 1.3 risulta di contenuto identico all'emendamento 1.2, illustra l'emendamento 1.9 che mira a fissare un termine per la gestione commissariale, nonché l'emendamento 1.10.

 

            Il senatore RONCHI (Ulivo) richiama l'attenzione della Commissione sull'emendamento 1.4 che si propone di limitare la gestione commissariale ad un periodo non superiore a due anni dall'entrata in vigore del decreto-legge in esame. Peraltro, a suo avviso, ritiene che l'emendamento 1.7, fissando il termine di durata dello stato di emergenza ex lege, possa determinare alcuni dubbi di incostituzionalità. Per tale ragione, nell'emendamento 1.8 si propone di riportare la gestione commissariale alla procedura che prevede una dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Presidente del Consiglio. Lo stesso emendamento, infine, definisce finalità ed obiettivi del Commissario delegato.

 

            Il senatore LIBE' (UDC) illustra l'emendamento 1.5, il quale ribadisce l'importanza dell'intesa con il Presidente della regione Campania, nonchè il coinvolgimento della Consulta regionale per la gestione dei rifiuti.

 

            I restanti emendamenti presentati all'articolo 1 si danno quindi per illustrati.

 

            Si procede quindi all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 2.

 

            Il senatore LIBE' si sofferma sull'emendamento 2.2 che mira a ribadire il principio dell'invarianza della spesa.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, illustra l'emendamento 2.3 avente ad oggetto l'istituzione della Consulta regionale per la gestione dei rifiuti, la quale è convocata, fino alla cessazione dello stato di emergenza, dal Commissario delegato.

            L'emendamento 2.4, infine, si propone di coinvolgere maggiormente gli enti locali interessati dall'emergenza.

 

            Il senatore PIGLIONICA (Ulivo) esprime riserve sull'emendamento 2.3 in quanto appare singolare che la Consulta regionale sia presieduta dal Presidente della regione Campania, ma convocata dal Commissario delegato. Sarebbe quindi preferibile che tale organo fosse convocato dal Presidente della Regione, su proposta del Commissario delegato, fino alla cessazione dello stato di emergenza.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, riformula l'emendamento 2.3 nell'emendamento 2.3 (testo 2) accogliendo il suggerimento avanzato dal senatore Piglionica.

 

            I restanti emendamenti all'articolo 2 si danno quindi per illustrati.

 

            Si passa quindi all'illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 3, nonchè di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, richiama l'attenzione della Commissione sull'emendamento 3.2 il quale, nell'ottica di disciplinare il passaggio di consegna ai nuovi affidatari del servizio, si prefigge lo scopo di tener conto anche del valore di mercato, della funzionalità e dello stato di manutenzione degli impianti. Si sofferma quindi sull'emendamento 3.3 avente lo scopo di utilizzare le cave dismesse, abbandonate o poste sotto dissequestro da parte dell'autorità giudiziaria per lo smaltimento delle balle di rifiuti trattati dagli impianti di selezione dei rifiuti.

 

            Il senatore RONCHI illustra l'emendamento 3.4 che è diretto a consentire al Commissario delegato di avviare una ricognizione delle cave dismesse dalla regione, operazione necessaria per lo smaltimento di una consistente quantità di rifiuti. In tal senso, inoltre, si propone di utilizzare incentivi pubblici, già previsti dalla normativa vigente.

 

            La senatrice DE PETRIS illustra l' emendamento 3.6, mentre esprime le sue perplessità sull'emendamento 3.4, in merito al meccanismo di utilizzazione dei fondi.

 

            Il senatore LIBE' illustra l'emendamento 3.9.

 

            Il senatore SCOTTI (FI) invita la Commissione a tener conto dell'emendamento 3.0.1, il quale prende atto dell'impossibilità di smaltire in tempi ragionevoli l'enorme quantità di rifiuti presente nella regione Campania. A tal fine, con tale proposta, si intendono adottare le misure necessarie per utilizzare quei rifiuti come mezzo per produrre energia, prevedendo l'utilizzazione degli impianti di trasformazione dei rifiuti in combustibili da rifiuti di qualità elevata, che costituiscono un prodotto ad alto potenziale energetico.

 

            I restanti emendamenti si intendono quindi illustrati.

 

            Si procede quindi alla illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 4.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, illustra l'emendamento 4.1 avente lo scopo di precisare che il Commissario delegato verifica il raggiungimento degli obiettivi previsti in materia di raccolta differenziata, anche nominando commissari ad acta nei confronti delle amministrazioni che non hanno raggiunto le percentuali previste. Inoltre, con ordinanza adottata ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 225 del 1992 si individua un meccanismo di incentivazione e penalizzazione, mentre, nella restante parte dell'emendamento, si opera un maggior coinvolgimento dei consorzi nazionali, anche per consentire la tracciabilità del rifiuto.

 

            Il senatore RONCHI (Ulivo) , nel richiamare l'attenzione della Commissione sull'emendamento 4.2, con il quale si intendono riferire le percentuali di raccolta differenziata previste dalla normativa vigente agli ambiti territoriali ottimali (ATO), ne propone una ulteriore formulazione nell'emendamento 4.2 (testo 2) che mira, attraverso un accordo di programma, con il Commissario delegato, ad impegnare il CONAI nel raggiungimento dell'obiettivo del recupero del sessanta per cento degli imballaggi immessi al consumo in Campania

 

            La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com)  illustra l'emendamento 4.4.

 

            I restanti emendamenti riferiti all'articolo 4 si intendono quindi illustrati.

 

            Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE 

           

            Il presidente SODANO avverte che il 23 novembre prossimo venturo, alle ore 14, presso la Camera dei deputati avrà luogo, ove autorizzata dal Presidente del Senato, l'audizione di una delegazione della Commissione europea del Parlamento europeo da parte delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato.

            Invita, inoltre, i rappresentanti dei Gruppi parlamentari a designare, al più presto, due senatori per la maggioranza e due senatori per l'opposizione quali componenti della delegazione che si recherà a Napoli giovedì e venerdì prossimi per lo svolgimento di un sopralluogo nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle attività della protezione civile in relazione alle situazioni emergenziali del Paese.

            Avverte infine che nella seduta antimeridiana di domani, mercoledì 25 ottobre 2006, già convocata alle ore 8,30, proseguirà l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge sull'emergenza rifiuti in Campania, mentre non avrà luogo l'audizione di rappresentanti della Comunità del Garda nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle problematiche connesse al bilancio idrico complessivo del bacino del Po.

 

 

            La seduta termina alle ore 15.

 

EMENDAMENTI  E ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE (AL TESTO DEL DECRETO-LEGGE) 

N° 1069

0/1069/1/13

CONFALONIERI

La 13 Commissione permanente,

            in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania,

        considerato che,

            la regione Campania versa ormai da dodici anni in stato di emergenza nel settore dei rifiuti;

        altre tre regioni italiane sono attualmente commissariate per la medesima ragione;

        impegna il Governo

            a porre in essere tutte le misure necessarie per uscire al più presto dallo stato di emergenza nelle regioni attualmente commissariate, così da poter tornare alla gestione ordinaria.

0/1069/2/13

PALUMBO

La 13 Commissione permanente,

            in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania,

            considerata la situazione difficile in cui versano i comuni campani che hanno già contribuito direttamente alla risoluzione dell'emergenza rifiuti nella regione;

        impegna il Governo

            a provvedere affinché il Commissario delegato non disponga l'apertura di nuovi impianti per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti nei comuni di cui al comma 1 dell'articolo 5 del decreto-legge di conversione, ed in quelli in cui sono stati già realizzati impianti durante la gestione commissariale dell'emergenza rifiuti.

 

Art. 1

1.1

MATTEOLI, MUGNAI, BATTAGLIA ANTONIO

Al comma 1, dopo le parole: «sono assegnate», aggiungere le seguenti: «sino al 31 dicembre 2007».

1.2

Il Relatore

Al comma 1, sostituire le parole: «per l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania», con le seguenti: «per l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania».

1.3

DE PETRIS

Al comma 1, sostituire le parole: «per l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania» con le seguenti: «per l'emergenza nel settore rifiuti nella regione Campania».

1.4

RONCHI

Al comma 1, sostituire le parole: «nel settore dello smaltimento», con le seguenti: «nel settore della gestione»; dopo la parola: «Campania», aggiungere le seguenti: «per il periodo necessario al superamento di tale emergenza e comunque non superiore a due anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto».

1.5

LIBE'

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «. Il Commissario delegato opera d'intesa con il Presidente della regione Campania, sentita la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, di cui al comma 4, articolo  1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n.  245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n.  21».

        Al comma 3 sostituire le parole: «tre subcommissari dei quali uno con funzioni vicarie, uno» con le seguenti: «un sub-commissario con funzioni vicarie, dotato».

        Al comma 3, sopprimere le seguenti parole: «, ed uno a cui delegare ulteriori e specifici compiti nell'ambito di determinati settori d'intervento».

        Al comma 3, sostituire le parole: «soggetti» con le parole: «membri»

        Aggiungere, in fine, al comma 3, le parole: «nel settore dello smaltimento dei rifiuti».

1.6

BARBATO

Dopo il comma 1 aggiungere i seguenti periodi: «Le funzioni ed i poteri sono concessi al Commissario fino alla definizione di un piano per la gestione ordinaria dei rifiuti, con un sistema efficace di raccolta differenziata da sottoscrivere d'intesa con gli enti locali interessati dall'emergenza nel territorio campano e, comunque, non oltre il termine di due anni dall'entrata in vigore del decreto. Tali funzioni continuano ad essere esercitate nei Comuni che non sottoscrivono il suddetto piano».

1.7

Il Relatore

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. Lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania è prorogato fino alla data del 30 settembre 2007».

1.8

RONCHI

Sostituire il comma 2 con i seguenti:

        «2. Il Commissario delegato di cui al comma 1, per le finalità di cui al presente decreto sentiti i comuni e le province interessati, individua i siti idonei, realizza e autorizza, con procedure d'urgenza, le discariche per rifiuti urbani necessarie per affrontare l'emergenza, anche con interventi di potenziamento e incremento delle capacità di smaltimento di discariche esistenti, assicurando idonee misure di tutela ambientaIe e sanitaria.

        3. Il Commissario delegato di cui al comma 1, per le finalità di cui al presente decreto, promuove, sostiene e, se necessario, adotta misure e attua interventi per ridurre la quantità di rifiuti da destinare allo smaltimento, con la prevenzione, lo sviluppo delle raccolte differenziate e del riciclo.

        4. Il Commissario delegato di cui al comma 1, per le finalità di cui al presente decreto, adotta le misure e realizza gli interventi necessari e urgenti per lo smaltimento definitivo, in condizioni di sicurezza ambientaIe e sanitaria, delle ingenti quantità di rifiuti costituiti dal combustibile derivato da rifiuti (CDR) non avviato al recupero energetico.

        5. Il Commissario delegato di cui al comma 1, per le finalità di cui al presente decreto sentita la regione, le province ed i comuni interessati, individua i siti idonei per la localizzazione e autorizza la realizzazione di impianti per il recupero energetico dei rifiuti urbani, con le migliori tecnologie disponibili, assicurando un elevato livello di tutela ambientale e sanitaria, in modo che il 50 per cento di rifiuti urbani annualmente prodotti nella regione Campania possa essere avviato al recupero energetico.

        6. Il Commissario delegato di cui al comma 1, per le finalità di cui al presente decreto, adotta le misure e realizza gli interventi necessari per una sufficiente dotazione nel territorio regionale di impianti per la produzione di compost da rifiuti organici e verdi e per la produzione di combustibile derivato da rifiuti (CDR) di idonea qualità, nonché le misure idonee per promuovere le filiere del riciclo dei rifiuti.

        7. Il Commissario delegato di cui al comma 1, per le finalità di cui al presente decreto d'intesa con la regione Campania ed il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le province ed i comuni, aggiorna il Piano regionale di gestione dei rifiuti, integrandolo con le misure e gli interventi previsti dalle presenti norme. Per le attività di cui al presente comma il Commissario delegato si avvale delle strutture operative nazionali del servizio nazionale della protezione civile nonché del concorso delle amministrazioni e degli enti pubblici.

        8. Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, sono precisati gli ulteriori poteri del Commissario delegato, necessari per il superamento dell'emergenza, non previsti dalle presenti norme e necessario allo loro rapida ed efficace attuazione, coordinando, e modificando, se necessario, gli effetti prodotti e in corso delle precedenti ordinanze per l'emergenza rifiuti in Campania».

1.9

DE PETRIS

Al comma 2, dopo le parole: «presente decreto» aggiungere le seguenti: «entro e non oltre il 31 luglio 2007».

1.10

DE PETRIS

Al comma 2, sopprimere le parole: «ogni forma di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate e».

1.11

CORONELLA

Il comma 3 è sostituito dal seguente:

        «3. Il Commissario delegato, per il perseguimento degli obiettivi di cui al presente decreto, nomina sub-commissari i Presidenti delle cinque province della Campania, senza alcuna indennità, con il compito di individuare, nelle rispettive province, i siti più idonei per le discariche, per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, per gli impianti per il trattamento e la combustione dei rifiuti prodotti nel territorio di rispettiva competenza. L'individuazione dei siti dovrà avvenire, sentiti i sindaci dei comuni sul cui territorio saranno individuati i siti, entro il termine di trenta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. La mancata attuazione delle disposizioni di cui al presente comma, entro il termine ivi stabilito, costituisce grave violazione di legge, ai sensi dell'articolo 141, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e comporta l'immediato scioglimento dei consigli provinciali.».

1.12

MATTEOLI, MUGNAI, BATTAGLIA ANTONIO

Sostituire il comma 3 con il seguente:

        «3. Il Commissario delegato, per l'esercizio delle funzioni previste dal presente decreto-legge, si può avvalere di un sub-commissario, con funzioni vicarie.».

1.13

CORONELLA

Dopo il comma 3 aggiungere il seguente:

        «3-bis. Per il perseguimento degli obiettivi previsti dal presente decreto è costituita dal Commissario delegato una commissione composta: dal Direttore Generale CONAl (consorzio nazionale imballaggi), dal Direttore APAT (agenzia per la protezione dell'ambiente e dei servizi tecnici), dal Direttore ARPAC (agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania), dal Direttore dipartimento Epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità, dal Direttore Dipartimento Chimica Industriale della Seconda Università di Napoli, dal Direttore Generale dell'Istituto Italiano di Medicina Sociale, dal Direttore Regionale del Corpo Forestale dello Stato della Campania.».

1.14

CORONELLA

Al comma 4, dopo le parole: «è ridotto» inserire le seguenti: «di due terzi».

1.15

LEONI, STEFANI

Al comma 4, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «Alla scadenza del periodo di emergenza decadono le gestioni commissariali nominate ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e ai sensi del presente decreto e la responsabilità dello svolgimento del servizio dello smaltimento dei rifiuti viene ripristinata in capo agli enti territoriali competenti».

Art. 2

2.1

LEONI, STEFANI

Al comma 1, dopo il primo periodo inserire il seguente: «Il Commissario delegato promuove inoltre a livello regionale una ulteriore campagna informativa volta a sensibilizzare i cittadini sui problemi e sui costi legati allo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e sui costi di smaltimento dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, nonché sui comportamenti individuali che contribuiscono a diffondere una corretta gestione del sistema dei rifiuti.».

2.2

LIBE'

Al comma 1, in fine, aggiungere le seguenti parole: «senza che da detta collaborazione derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

2.3

Il Relatore

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. All'articolo 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il comma 4 è sostituito dal seguente:

        ''4. È istituita, entro il 31 dicembre 2006, la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, di seguito denominata Consulta, presieduta dal Presidente della regione Campania, di cui fanno parte i presidenti delle province e, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il Commissario delegato, che provvede a convocarla. La Consulta ha compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento dei rifiuti. Alle riunioni della Consulta sono invitati a partecipare i rappresentanti dei comuni interessati alla localizzazione dei siti predetti. Per la partecipazione alle riunioni della Consulta ed ai suoi componenti non spetta la corresponsione di compensi, emolumenti a qualsiasi titolo riconosciuti o rimborsi spese. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.''».

2.3 (testo 2)

Il Relatore

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. All'articolo 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il comma 4 è sostituito dal seguente:

        ''4. È istituita, entro il 31 dicembre 2006, la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, di seguito denominata Consulta, presieduta dal Presidente della regione Campania, che provvede a convocarla, su proposta del Commissario delegato fino alla cessazione dello stato di emergenza, di cui fanno parte i presidenti delle province e, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il Commissario delegato. La Consulta ha compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento dei rifiuti. Alle riunioni della Consulta sono invitati a partecipare i rappresentanti dei comuni interessati alla localizzazione dei siti predetti. Per la partecipazione alle riunioni della Consulta ed ai suoi componenti non spetta la corresponsione di compensi, emolumenti a qualsiasi titolo riconosciuti o rimborsi spese. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.''».

 

2.4

Il Relatore

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «2. Il Commissario delegato individua le modalità operative che assicurino il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall'emergenza.».

Art. 3

3.1

CORONELLA

Al comma 1, dopo la parola: «ridefinisce» inserire le seguenti: «con l'esclusiva assistenza dell'Avvocatura Generale dello Stato».

3.2

Il Relatore

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. All'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il primo periodo è sostituito dal seguente: ''In funzione del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio, ivi comprese quelle relative al personale ed agli eventuali beni mobili ed immobili che appare utile rilevare, previa determinazione del loro valore di mercato tenuto conto dell'effettiva funzionalità, della vetustà e dello stato di manutenzione, fino al momento dell'aggiudicazione dell'appalto di cui al comma 2, e comunque entro il 30 settembre 2007, le attuali affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania sono tenute ad assicurarne la prosecuzione e provvedono alla gestione delle imprese ed all'utilizzo dei beni nella loro disponibilità, nel puntuale rispetto dell'azione di coordinamento svolta dal Commissario delegato''.».

3.3

Il Relatore

Sostituire il comma 2 con il seguente:

        «2. Fino all'individuazione dell'affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie, individua in termini di somma urgenza, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio, le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l'eventuale smaltimento delle balle di rifiuti trattati dagli impianti di selezione dei rifiuti della regione nelle cave dismesse, abbandonate o già poste sotto sequestro con provvedimento dell'autorità giudiziaria, previa revoca del provvedimento di sequestro da parte della medesima autorità, anche al fine della loro ricomposizione morfologica.».

3.4

RONCHI

Sostituire il comma 2 con il seguente:

        «2. Il Commissario delegato, ai fini dello smaltimento dei rifiuti di cui al comma 4 dell'articolo 1, in termini di massima urgenza, avvia anche una ricognizione delle cave dismesse della regione, selezionando quelle idonee, provvedendo ad assicurare adeguati interventi e adeguamenti di tutela ambientale e sanitaria per il loro utilizzo quali discariche. Agli oneri necessari per tali interventi e per lo smaltimento di rifiuti costituiti dal combustibile derivato da rifiuti (CDR), il Commissario provvede anche utilizzando l'equivalente degli incentivi pubblici previsti per il recupero energetico del combustibile derivato da rifiuti (CDR) e non erogati, nelle quantità e secondo le modalità stabilite con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri».

3.5

CORONELLA

Al comma 2, dopo le parole: «somma urgenza» inserire le seguenti: «, fatta salva la normativa antimafia,».

3.6

DE PETRIS

Al comma 2, sopprimere le parole: «e per l'eventuale smaltimento delle ecoballe nelle cave dismesse esistenti».

3.7

CORONELLA

Al comma 2, dopo le parole: «nelle cave dismesse esistenti nella regione Campania» inserire le seguenti: «ad esclusione dei territori oggetto di attività di riqualificazione e bonifica ambientale ai sensi della legge n. 426 del 1998».

3.8

LEONI, STEFANI

Al comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, garantendo in ogni caso l'affidabilità di tali soggetti in ordine alla regolare ed efficace gestione del servizio».

3.9

LIBE'

Al comma 1, dopo la parola: «tecnologie» aggiungere la seguente: «immediatamente».

3.10

MATTEOLI, MUGNAI, BATTAGLIA ANTONIO

Sopprimere il comma 2.

3.0.1

SCOTTI

Dopo l'articolo 3, è inserito il seguente:

«Art. 3-bis.

(Misure per il recupero dei rifiuti)

        1. Per l'attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto il Commissario delegato adotta tutte le iniziative necessarie per utilizzare i rifiuti prodotti dalla regione Campania come mezzo per produrre energia, ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. A tale fine può utilizzare gli impianti di trasformazione dei rifiuti in CDR-Q, di cui agli articoli 181, 183 e 229 del citato decreto legislativo, già esistenti sul territorio nazionale, e promuovere nella regione Campania, d'intesa con i soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, la costruzione di nuovi impianti di trasformazione dei rifiuti in CDR-Q.

        2. Si applicano le specifiche disposizioni, comunitarie e nazionali, in materia di autorizzazione integrata ambientale e di incenerimento dei rifiuti. Per la costruzione e per l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica e per i cementifici che utilizzano CDR-Q si applica la specifica normativa di settore.».

3.0.2

LEONI, STEFANI

Dopo l'articolo 3, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Modifiche al decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21)

        1. Il comma 2 dell'articolo 2 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, è sostituito dal seguente:

        ''2. Nell'ambito delle operazioni di recupero di cui al comma 1, il Commissario delegato, d'intesa con il Ministero dell'interno, provvede alla definizione di un piano di rientro, al massimo quadriennale, delle situazioni debitorie certificate, attraverso una contestuale e progressiva riduzione dei trasferimenti erariali spettanti ai Comuni interessati, ivi compresi i trasferimenti a titolo di compartecipazione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche le cui risorse sono versate all'entrata del bilancio dello Stato. Dette risorse rimangono acquisite al bilancio dello Stato sino alla concorrenza dell'importo complessivo indicato nell'articolo 7. Le risorse eccedenti sono riassegnate al Fondo della protezione civile per la gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania».

Art. 4

4.1

Il Relatore

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 4.

(Misure per la raccolta differenziata)

        1. Il Commissario delegato, sentita la struttura di cui all'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell'11 luglio 2006, verifica il raggiungimento degli obiettivi previsti dall'articolo 205, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di raccolta differenziata, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti di tutte le Amministrazioni che non hanno rispettato le percentuali previste dal citato articolo 205.

        2. Con apposita ordinanza adottata ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, sono individuati gli incentivi tariffari o le eventuali penalizzazioni correlati al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla vigente normativa in materia di raccolta differenziata.

        3. Tutti i consorzi nazionali operanti nel settore della valorizzazione della raccolta differenziata contribuiscono a potenziare la filiera della raccolta, trasporto, gestione ed utilizzo economico della raccolta differenziata, attraverso adeguate ed efficaci campagne di informazione e mobilitazione dei cittadini, previo il necessario coinvolgimento di enti, istituzioni ed associazioni di cittadini interessati.

        4. I consorzi nazionali di cui al precedente comma adottano, dandone tempestivamente comunicazione al Commissario delegato, i provvedimenti organizzativi e gestionali tendenti, in un'ottica di perseguimento degli obiettivi e delle procedure di raccolta differenziata previsti dalla normativa vigente, a registrare e rendere pubblica la tracciabilità del rifiuto dal momento della raccolta a quello della sua valorizzazione economica.».

4.2

RONCHI

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 4.

        1. Gli ambiti territoriali ottimali (ATO) per la gestione dei rifiuti della regione Campania devono raggiungere entro un anno l'obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei propri rifiuti urbani e definire un programma operativo per raggiungere almeno il 50 per cento. Il Commissario delegato sostiene, secondo le modalità del presente decreto, il raggiungimento di tali obiettivi e, nel caso verifichi inadempienze, provvede anche con il ricorso a commissari ad acta.

        2. Il Consorzio nazionale imballaggi (CONAl), tenuto al raggiungimento dell'obiettivo minimo nazionale del riciclo e del recupero del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo, qualora non raggiungesse tale obiettivo, entro l'anno 2007, nella regione Campania, provvederà a versare, ogni anno, al Commissario delegato la differenza fra i costi spettanti per la raccolta differenziata del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania e quelli corrisposti per le raccolte differenziate effettivamente effettuate nell'anno considerato. Le somme così reperite sono destinate dal Commissario delegato per misure e interventi a sostegno delle raccolte differenziate. Al fine del raggiungimento dell'obiettivo della raccolta differenziata del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania, il Consorzio nazionale imballaggi (CONAl) stipula un accordo di programma con il Commissario delegato. Le somme impiegate per l'attuazione di tale accordo e versate dal Consorzio nazionale imballaggi (CONAl) sono sottratte da quelle dovute ai sensi del presente comma.».

4.2 (testo 2)

RONCHI

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 4.

        1. Gli ambiti territoriali ottimali (ATO) per la gestione dei rifiuti della regione Campania devono raggiungere entro un anno l'obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei propri rifiuti urbani e definire un programma operativo per raggiungere almeno il 50 per cento. Il Commissario delegato sostiene, secondo le modalità del presente decreto, il raggiungimento di tali obiettivi e, nel caso verifichi inadempienze, provvede anche con il ricorso a commissari ad acta.

        2. Il Consorzio nazionale imballaggi (CONAl) stipula un accordo di programma con il Commissario delegato per il raggiungimento dell'obiettivo del recupero del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania, sostenendo, con proprie risorse, iniziative di sviluppo e potenziamento delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani.».

 

4.3

CORONELLA

Sostituire l'articolo 4 con il seguente:

«Art. 4.

(Misure per la raccolta differenziata)

        1. Le Amministrazioni comunali della Campania che alla data di entrata in vigore della presente legge non hanno avviato la raccolta differenziata sono sciolte per grave violazione di legge, ai sensi dell'articolo 141, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

        2. Per le Amministrazioni comunali della Campania che, invece, pur avendo avviato la raccolta differenziata, non hanno rispettato le percentuali previste dall'articolo 205, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è nominato un commissario ad acta che adotta tutte le misure idonee al raggiungimento della percentuale prevista dalla predetta norma e con tutti gli oneri a carico dell'amministrazione commissariata.».

4.4

DE PETRIS

Al comma 1, dopo le parole: «11 luglio 2006,» aggiungere le seguenti: «assicura l'adozione di tutti gli interventi preventivi idonei a contenere la crescita della produzione dei rifiuti nella regione e».

4.5

LIBE'

Al comma 1, sostituire le parole: «hanno rispettato» con le seguenti: «non rispettino».

4.6

MATTEOLI, MUGNAI, BATTAGLIA ANTONIO

Al comma 4, sopprimere le parole da: «, adottando le opportune misure sostitutive» fino alla fine del comma.

4.7

LEONI, STEFANI

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «I commissari ad acta definiscono, in accordo con le province e la regione competenti, i tempi, i criteri e le modalità per procedere all'attuazione della normativa vigente sulla raccolta differenziata dei rifiuti e alla riorganizzazione delle competenze in materia di gestione dei rifiuti nella regione Campania, anche al termine dello stato di emergenza.».

  EMENDAMENTO AL DISEGNO DI LEGGE (AL TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE)

N° 1069

Art. 1

1.0.1

LEONI, STEFANI

Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:

«Art. 1-bis.

(Delega al Governo per la riorganizzazione delle competenze in materia di gestione dei rifiuti nella regione Campania)

        1. Il Governo è delegato ad adottare, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi aventi per oggetto la riorganizzazione del sistema di gestione dei rifiuti nella regione Campania, al fine di garantire regolarità e continuità nell'erogazione del servizio anche al termine dello stato di emergenza, in base ai seguenti principi e criteri direttivi:

            a) ripristino delle competenze in capo agli enti territoriali responsabili della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti;

            b) previsione di specifici meccanismi sostituitivi e sanzionatori volti a garantire che gli enti responsabili della corretta erogazione del servizio ne assicurino l'efficacia, l'efficienza e la conformità alla normativa vigente;

            c) regolazione delle situazioni debitorie certificate ai sensi dell'articolo 2, comma 2 del decreto legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21;

            d) adozione di misure anche a carattere sostitutivo volte a garantire che la regione Campania si conformi nel più rapido tempo possibile agli obiettivi comunitari sulla realizzazione della raccolta differenziata;

            e) adozione di procedure volte a garantire la tempestiva realizzazione degli interventi di cui all'articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21 e all'articolo 5, comma 1 del decreto legge 9 ottobre 2006, n. 263, in fase di conversione;

            f) promozione degli interventi atti a favorire nella regione Campania la progressiva riduzione della produzione di rifiuti, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima;

            g) introduzione di meccanismi innovativi per il contrasto all'evasione della tassa o tariffa».

 

 


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13ª)

Mercoledì 25 ottobre 2006

27ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

SODANO

Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea.   

 

            La seduta inizia alle ore 8,40.

 

 IN SEDE REFERENTE 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

            Prosegue l'esame sospeso nella seduta di ieri.

 

            Si procede alla illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 5, nonchè di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

      Il senatore CORONELLA (AN), intervenendo sul complesso degli emendamenti sui quali ha posto la propria firma, si sofferma sull'emendamento 5.1 con il quale si propone di conferire al Capo del Dipartimento della protezione civile anche l'incarico di Commissario straordinario per le bonifiche e la tutela delle acque nella regione Campania. Lo stesso Commissario dovrebbe quindi procedere alla predisposizione di un piano di bonifica e riqualificazione ambientale dei siti e delle discariche dismesse.

 

            Il presidente SODANO (RC-SE), in qualità di relatore, illustra gli emendamenti 5.2, diretto alla utilizzazione e messa in sicurezza delle discariche, 5.12, volto a consentire al Commissario delegato di disporre delle risorse necessarie per gli interventi di sistemazione delle stesse discariche e 5.14 che, se approvato, consentirebbe al medesimo Commissario di adottare misure compensative, anche di natura socio- economica,  a favore degli enti locali coinvolti dalla riapertura delle discariche.

            Si sofferma altresì sugli emendamenti 5.15 - che mira a consentire lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti fuori regione, anzichè il mero trasferimento, previa intesa con i Presidenti delle regioni interessate - e 5.22, diretto a disciplinare meglio la delicata questione del trasferimento dei rifiuti in una regione nella quale è stato dichiarato lo stato di emergenza.

            Illustra infine gli emendamenti 5.24 - che precisa le attribuzioni del Commissario delegato in merito ai poteri stabiliti dal Testo unico degli enti locali - 5.25 - volto a sospendere il conferimento dei rifiuti speciali in Campania durante il periodo dello stato di emergenza - 5.26, avente ad oggetto le modifiche da apportare al Piano regionale delle attività estrattive, nonchè l'emendamento 5.0.1 che propone alcune modifiche all'articolo 2 del decreto-legge n. 245 del 2005.

 

            Il senatore LIBE' (UDC)  illustra l'emendamento 5.3, segnalando che al Commissario delegato dovrebbe essere permesso di vietare l'importazione di rifiuti speciali in Campania. Inoltre, nella medesima proposta, si ritiene di dover accollare le spese per le operazioni previste al bilancio regionale.

 

            Il senatore PIGLIONICA (Ulivo)  ed il senatore RONCHI (Ulivo)  sollevano alcuni dubbi sull'emendamento 5.3, come pure sull'emendamento 5.25, nella parte in cui gli stessi vietano o sospendono il conferimento di rifiuti speciali in Campania.

 

            Il senatore MUGNAI (AN) ritiene che possa essere individuata una soluzione che consenta di tener conto sia della necessità di non continuare a conferire rifiuti speciali finchè dura lo stato di emergenza in Campania sia dell'esigenza di limitare e meglio definire questa operazione.

 

            Il presidente SODANO (RC-SE), nel far presente che i contenuti di tali emendamenti potranno essere approfonditi nel proseguo dell'iter, ribadisce che, durante il periodo dello stato di emergenza, le discariche dovrebbero essere utilizzate in via prioritaria per i rifiuti solidi urbani.

 

            Il senatore MORRA (FI)  illustra l'emendamento 5.4 e appone la propria firma sull'emendamento 5.9.

 

            I restanti emendamenti si intendono quindi illustrati.

 

            Si passa quindi all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 6.

 

            Il sottosegretario D'ANDREA illustra l'emendamento 6.1 che, attraverso una norma interpretativa, si propone di applicare soltanto ai datori di lavoro privati con sede legale nei comuni individuati da ordinanze di protezione civile alcuni benefici regolati dalle medesime ordinanze.

 

            Il presidente SODANO (RC-SE), in qualità di relatore, illustra l'emendamento 6.2, avente rilievo ordinamentale, allo scopo di rendere operativi i centri funzionali, già previsti dalla normativa vigente.

 

            Il senatore RONCHI (Ulivo), chiede se tale proposta potrebbe favorire la localizzazione delle isole ecologiche, previo adeguamento degli appositi strumenti urbanistici.

 

            Il senatore PIGLIONICA (Ulivo) ritiene paradossale che, in una regione dove si trovano siti dove piazzare  le cosiddette ecoballe, non vi sia poi la possibilità di individuare spazi per le isole ecologiche.

 

            Il sottosegretario D'ANDREA sottolinea che ai Commissari, durante lo stato d'emergenza, spettano poteri transitori che sarebbe assai dubbio estendere ad interventi permanenti e strutturali che richiederebbero il consenso degli enti locali.

 

            Il presidente SODANO (RC-SE), in qualità di relatore, ritiene necessario approfondire i contenuti di tale emendamento, fermo restando che non dovrebbe essere consentito al Commissario di operare in deroga per quanto concerne la realizzazione di impianti complessi.

            Si danno quindi per illustrati gli emendamenti riferiti all'articolo 7.

            Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

           La seduta termina alle ore 9,20.


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13ª)

Martedì 7 novembre 2006

29ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

SODANO

Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea.     

 

            La seduta inizia alle ore 22.

 

IN SEDE REFERENTE 

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Seguito e rinvio dell'esame)

 

            Riprende l'esame del disegno di legge in titolo, sospeso nella seduta del 25 ottobre scorso.

 

            Il presidente SODANO fa presente che sono pervenuti i pareri della 1ª e della 5ª Commissione sul testo e sugli emendamenti presentati.

 

      Il senatore D'ALI' (FI), in considerazione del parere espresso dalla Commissione bilancio che, ad una prima lettura sommaria, risulta alquanto articolato e complesso, ritiene opportuno un aggiornamento dei lavori della Commissione a domani mattina per consentire ai Commissari un maggiore approfondimento delle delicate questioni connesse alla copertura finanziaria del provvedimento in esame.

 

            I senatori MUGNAI (AN) e LIBE' (UDC) si associano alla richiesta avanzata dal senatore D'Alì.

 

            Il senatore FERRANTE (Ulivo) osserva che la complessità degli emendamenti presentati e l'inserimento dell'esame del decreto-legge in titolo sull'ordine del giorno della seduta antimeridiana della seduta dell'Assemblea di domani inducono ad avviare fin da ora l'esame delle proposte emendative.

 

            Ad avviso del senatore PIGLIONICA (Ulivo) il parere espresso dalla Commissione bilancio non sembra tale da stravolgere il testo del decreto-legge, sebbene ponga alcuni problemi che investono la copertura finanziaria del provvedimento.

 

            Il presidente SODANO, tenuto conto dell'iscrizione all'ordine del giorno della seduta antimeridiana dell'Assemblea di domani dell'esame del decreto-legge in titolo, ritiene che la Commissione possa procedere all'esame degli emendamenti presentati, soffermandosi, in via preliminare, sulle possibili questioni connesse alla copertura finanziaria, segnalate nel parere reso dalla Commissione bilancio.

 

            Sui profili della copertura finanziaria del decreto-legge si apre quindi una discussione nella quale intervengono i senatori VIESPOLI (AN), MUGNAI (AN), CORONELLA (AN), DE PETRIS (IU-Verdi-Com), FERRANTE (Ulivo), D'ALI' (FI) e GRILLO (FI).

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, preannuncia che presenterà i necessari emendamenti volti a recepire il parere di nulla osta condizionato ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, espresso dalla Commissione bilancio.

            Fa quindi presente che è sua intenzione riformulare gli emendamenti 3.2, 4.1 (testo 2) e 5.26 (testo 2), mentre ritira gli emendamenti 4.10 e 6.2.

 

            Il senatore RONCHI (Ulivo) fa presente che intende riformulare gli emendamenti 1.4, 1.8 e 4.2 e ritira l'emendamento 3.4.

 

            Il senatore CORONELLA (AN) ritira gli emendamenti 1.13, 3.1, 4.3 e 5.1.

 

            La senatrice DE PETRIS ritira gli emendamenti 1.10 e 5.7.

 

            Il senatore VIESPOLI ritira l'emendamento 5.11.

 

            Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 

SUGLI AVVISI DI CONVOCAZIONE PER LE SEDUTE DELLA COMMISSIONE 

 

            Il presidente SODANO informa che, per disposizioni del Consiglio di Presidenza e del Collegio dei senatori questori, dal 1° novembre le convocazioni della Commissione non sono più diramate mediante telegramma, bensì mediante la posta elettronica interna.

 

            Prende atto la Commissione.

 

            La seduta termina alle ore 24.


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13ª)

Mercoledì 8 novembre 2006

30ª Seduta antimeridiana

 

Presidenza del Presidente

SODANO

Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali D'Andrea.   

 

 

            La seduta inizia alle ore 8,45.

 

 

IN SEDE REFERENTE 

 

 (1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l' emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

(Seguito e conclusione dell'esame)

 

            Prosegue l'esame del disegno di legge in titolo e dei relativi emendamenti - pubblicati in allegato al resoconto della seduta - sospeso nella seduta notturna di ieri.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, dopo aver fatto presente che il sottosegretario D'Andrea è attualmente impegnato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per approfondire alcune questioni legate alla copertura finanziaria del provvedimento, emerse nella seduta notturna di ieri, anche alla luce del parere della Commissione bilancio, esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.3, 1.4 (testo 2), 1.8 (testo 2), limitatamente alla lettera d) del capoverso 2 - che potrebbe essere trasformato in un apposito emendamento volto ad inserire un comma  dopo il comma 1 dell'articolo 3, e limitatamente al capoverso 3 - che può essere trasformato in un apposito emendamento volto ad inserire un comma dopo il comma 2 dell'articolo 1 - e sugli emendamenti 3.5 e 6.1.

 

            Invita il senatore firmatario a ritirare l’emendamento 1.5.

 

Esprime parere contrario su tutti i restanti emendamenti 1.11, 1.12, 1.14, 1.15, 2.1, 3.9, 3.10, 3.0.1, 3.0.2, 5.10, 5.23, 7.1 e 1.0.1.

 

            I rimanenti emendamenti dovranno risultare assorbiti o preclusi dall’approvazione degli emendamenti del relatore.

 

            Si procede quindi alla votazione degli emendamenti dell'articolo 1 riferiti al testo del decreto-legge.

 

      Il senatore MUGNAI (AN)  ritira l'emendamento 1.1, il cui contenuto è sostanzialmente ripreso dall'emendamento 1.4 (testo 2).

 

            Il PRESIDENTE ritira l’emendamento 1.7.

 

            Posti separatamente ai voti, risultano quindi approvati gli emendamenti 1.2 – di contenuto identico all'emendamento 1.3 -  e 1.4 (testo 2), risultando conseguentemente preclusi o assorbiti gli emendamenti 1.6 e 1.9.

 

            Il senatore Antonio BATTAGLIA (AN)  , dopo avervi apposto la propria firma, ritira l'emendamento 1.5.

 

           

            Il senatore RONCHI (Ulivo) , accogliendo il suggerimento del Presidente, riformula l’emendamento 1.8 (testo 2) nei due emendamenti 1.200 e 3.200.

 

            Con separate votazioni sono approvati gli emendamenti 1.200 e 1.100 mentre sono respinti gli emendamenti 1.11 e 1.12.

 

            Posto ai voti, risulta approvato l'emendamento 1.101.

 

            In esito a distinte votazioni la Commissione respinge poi gli emendamenti 1.14 e 1.15.

 

            Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all'articolo 2.

 

            Con separate votazioni, la Commissione respinge l'emendamento 2.1, mentre approva l'emendamento 2.100, risultando conseguentemente assorbito l'emendamento 2.2.

 

            Posti separatamente ai voti, sono approvati gli emendamenti 2.3 (testo 3) e 2.4.

 

            Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 3, nonchè di quelli volti ad introdurre un articolo aggiuntivo dopo lo stesso.

 

            Posti separatamente ai voti, sono approvati gli emendamenti 3.200 e 3.2 (testo 2), mentre risultano respinti gli emendamenti 3.9 e 3.10.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, invita il senatore Coronella a ritirare l'emendamento 3.5 il cui contenuto è inserito in una ulteriore formulazione dell'emendamento 3.3 (testo 2).

 

            Il senatore CORONELLA (AN) ritira quindi l'emendamento 3.5.

 

            Posto ai voti, è approvato l'emendamento 3.3 (testo 2), con la preclusione o l'assorbimento degli emendamenti 3.6, 3.7 e 3.8.

 

            In esito a distinte votazioni, sono respinti gli emendamenti 3.0.1 e 3.0.2.

 

            Si procede quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 4 del decreto-legge.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, riformula l'emendamento 4.1 (testo 3) nell'emendamento 4.1 (testo 4).

 

            Con separate votazioni, la Commissione approva l'emendamento 4.1 (testo 4) risultando conseguentemente assorbito gli emendamenti 4.2 (testo 2), 4.4, 4.5, 4.6 e 4.7.

 

            Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all'articolo 5, nonchè di quelli volti ad introdurre un articolo aggiuntivo dopo lo stesso.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, dopo aver ricordato che l'emendamento 5.1 è stato ritirato, visto l'imminente inizio dei lavori dell'Assemblea sospende la seduta.

 

            La seduta sospesa alle ore 9,25 riprende alle ore 9,50.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, fa presente di aver rappresentato alla Assemblea la necessità di un proseguimento dell'esame del decreto-legge in titolo al fine di consentire la conclusione del suo iter in Commissione.

            Il Presidente del Senato ha quindi consentito alla Commissione di proseguire i propri lavori, sospendendo la seduta antimeridiana dell'Assemblea.

 

            Il senatore VIESPOLI (AN)  esprime le proprie perplessità sull'emendamento 5.2, il quale, attraverso l'eliminazione di ogni puntuale riferimento a discariche esistenti, non consente tuttavia di riaffermare la responsabilità di regioni ed enti locali nell'individuazione delle stesse discariche.

 

            Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur)  esprime anch'egli le proprie riserve sull'emendamento 5.2, in quanto dovrebbe essere precisato - come per altro sostenuto nell'emendamento 5.5 - che la discarica di Paenzano 2 nel Comune di Tufino non può essere oggetto di utilizzazione da parte del Commissario delegato. A suo avviso, questa precisazione assume una rilevanza fondamentale a tal punto che se la stessa non verrà in qualche modo recepita egli potrà riconsiderare la propria appartenenza all'interno della coalizione di centrosinistra.

 

            Il senatore RONCHI (Ulivo) osserva che l'emendamento 5.2, così come formulato, sembra fugare le preoccupazioni sollevate dal senatore Barbato, fermo restando che una volta che si attribuiscono al Commissario delegato forti poteri in deroga è logico che questi poteri possono essere esercitati anche al fine di aprire discariche.

 

            Ad avviso del senatore FERRANTE (Ulivo)  non si può prevedere un elenco dettagliato delle discariche che non possono essere oggetto di riapertura o utilizzazione.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, ritiene utile in questa fase procedere comunque alla votazione dell'emendamento 5.2, così come esso è formulato, riservandosi tuttavia di verificare, nel corso dell'iter in Assemblea la possibilità di una ulteriore formulazione dello stesso che sia idonea a venire incontro alle condivisibili osservazioni espresse dal senatore Barbato.

 

            Posto ai voti, è quindi approvato l'emendamento 5.2, risultando di conseguenza assorbiti o preclusi gli emendamenti 5.3, 5.4, 5.5, 5.6, 5.8 e 5.9.

 

            La Commissione respinge poi, con successiva votazione, l'emendamento 5.10.

 

            Posti separatamente ai voti, sono approvati gli emendamenti 5.12 (testo 2), 5.14 (testo 2), 5.15 (testo 3), risultando conseguentemente preclusi o assorbiti gli emendamenti 5.16, 5.17, 5.18, 5.19, 5.20 e 5.21.

 

            Il PRESIDENTE riformula l’emendamento 5.13.

 

            In esito a distinte votazioni, la Commissione approva l'emendamento 5.22 (testo 2), mentre respinge l'emendamento 5.23.

 

            Con successive e separate votazioni, la Commissione approva gli emendamenti 5.24 e 5.13 (testo 2).

 

            Dopo alcune osservazioni dei senatori RONCHI e PIGLIONICA(Ulivo), il presidente SODANO, in qualità di relatore riformula l'emendamento 5.25, nelll'emendamento 5.25 (testo 2).

 

            Con separate votazioni, la Commissione approva gli emendamenti 5.25 (testo 2), 5.26 (testo 3) e 5.100.

 

            In merito all'emendamento 5.0.1, come più in generale sugli oneri connessi al trasferimento dei rifiuti in altre regioni, il senatore Antonio BATTAGLIA (AN)  ritiene fondamentale chiarire chi sosterrà il costo del trasferimento dei rifiuti che sono stati scaricati in Sicilia e, in particolare, presso il parco delle Madonie.

 

            Il sottosegretario D'ANDREA fa presente che il Governo si riserva di presentare nel corso dell'iter in Assemblea appositi emendamenti volto ad affrontare i complessi profili di copertura finanziaria del provvedimento.

 

            Il presidente SODANO, in qualità di relatore, ritira l'emendamento 5.0.1.

 

            Il senatore D'ALI' (FI) , dopo avervi apposto la propria firma, chiede che sia posto in votazione l'emendamento 5.0.1.

 

            Il PRESIDENTE, stante il parere contrario della 5ª Commissione, invita la Commissione a respingere l’emendamento 5.0.1.

 

            Posto ai voti l'emendamento 5.0.1 è respinto.

 

            Si passa quindi all'esame degli emendamenti riferii all'articolo 6.

 

            Il presidente SODANO ricorda che l'emendamento 6.2 è stato ritirato.

 

            Posto ai voti, l'emendamento 6.1 è approvato.

 

            Si procede quindi alla votazione degli emendamenti presentati all'articolo 7.

 

            Con separate votazioni, la Commissione respinge l'emendamento 7.1, mentre approva l'emendamento 7.2.

 

            Risulta infine respinto l'emendamento 1.0.1, riferito al disegno di legge di conversione..

 

            Si passa quindi alle dichiarazioni di voto sul mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul testo del decreto-legge, risultante dalle modifiche approvate.

 

            Il senatore D'ALI' (FI) fa presente che i gruppi di opposizione hanno dimostrato un atteggiamento collaborativo che ha consentito alla Commissione di poter concludere i propri lavori, superando la forte dialettica che si è spesso sviluppata tra il Governo e parti della maggioranza. Del resto, la piena disponibilità dei gruppi di minoranza nasce dalla esigenza di fronteggiare lo stato di drammatica emergenza nella quale si trova la regione Campania. Tuttavia, ciò non toglie che vi sono forti perplessità sull'articolato di un provvedimento d'urgenza che resta privo di copertura finanziaria al punto tale che il Commissario delegato rischia di trovarsi di fronte ad una assoluta carenza di mezzi e risorse. In merito agli aspetti della copertura finanziaria, ad esempio, non è apparso convincente il ricorso ad aumenti della tariffa, i quali rischiano di gravare ulteriormente sui cittadini che hanno già pagato i costi di tale situazione.

            Al di là delle preoccupazioni legate al quadro delle risorse finanziarie disponibili si deve rilevare che si è persa l'occasione per richiamare al senso di responsabilità regioni ed enti locali che fin qui non solo hanno dimostrato la loro assoluta inadeguatezza a risolvere i problemi connessi alla fase emergenziale, ma sono stati addirittura d'intralcio, manifestando un deprecabile spirito opportunista nello scaricare i problemi che essi stessi hanno determinato.

            Alla luce di tali argomentazioni, annuncia il proprio voto d'astensione.

 

            Il senatore VIESPOLI (AN), dopo aver ricordato che le dimissioni del prefetto Catenacci hanno aggravato la situazione già di per sè drammatica connessa allo smaltimento dei rifiuti in Campania inducendo il Governo a nominare il Capo del Dipartimento della protezione civile come Commissario delegato, osserva che in tale vicenda emergono le forti responsabilità delle istituzioni locali che hanno competenza ad intervenire nel settore dei rifiuti.

            Se è pur vero che l'opposizione non si è sottratta ad un proficuo confronto sui contenuti del decreto-legge in esame, tuttavia, occorre che nel corso dell'iter in Assemblea sia affrontato il problema della mancata copertura finanziaria del provvedimento. A tal fine, il Governo non ha saputo indicare finora alcuna convincente soluzione che, ad esempio, dovrebbe chiamare in causa la responsabilità anche di ordine finanziario della regione.

           

            Il senatore LIBE' (UDC), nell'associarsi alle considerazioni espresse dai senatori D'ALI’ e VIESPOLI e dopo aver ricordato al relatore la questione legata al trasferimento in Campania di rifiuti tossici e nocivi, fa presente che sono assai emblematiche le osservazioni fatte dal Commissario delegato nel corso del recente sopralluogo della Commissione a Napoli poiché il Capo del Dipartimento della Protezione civile ha rappresentato le proprie difficoltà di fronte all'assenza e alla mancanza di collaborazione delle istituzioni locali.

 

            Il senatore RONCHI (Ulivo) dopo aver dato atto all'opposizione di aver assunto un comportamento costruttivo che spera possa proseguire anche nell'iter nell'Assemblea, ritiene che siano state poste serie preoccupazioni in merito alla copertura finanziaria del decreto-legge, sebbene si siano prospettate alcune soluzioni volte a recuperare risorse, ad esempio, dalla stima di un accordo di programma tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) con il Commissario delegato e dagli incentivi previsti per il recupero energetico dai combustibili da rifiuti.

            Tuttavia, non può essere dimenticato che attualmente il ciclo dei rifiuti risulta paralizzato dalla enorme consistenza delle cosiddette ecoballe, il cui trasferimento non può certo ritenersi privo di oneri. Anche in tal senso, occorre ricercare soluzioni per reperire risorse finanziarie aggiuntive.

 

            La Commissione conferisce mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul testo del decreto-legge in esame, con gli emendamenti approvati, autorizzandolo altresì a richiedere di poter svolgere relazione orale e dando mandato ad apportare le eventuali modifiche necessarie in sede di coordinamento formale.

 

            La seduta termina alle ore 10,45.


Esame in Assemblea

 


 

SENATO DELLA REPUBBLICA

                                       XIV LEGISLATURA                    

67ª SEDUTA PUBBLICA

             

 

 

 

 

 

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

MERCOLEDI’ 8 NOVEMBRE 2006

(Pomeridiana)

                       

Presidenza del presidente MARINI

 

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democrazia Cristiana-Partito repubblicano italiano-Indipendenti-Movimento per l'Autonomia: DC-PRI-IND-MPA; Forza Italia: FI; Insieme con l'Unione Verdi-Comunisti Italiani: IU-Verdi-Com; Lega Nord Padania: LNP; L'Ulivo: Ulivo; Per le Autonomie: Aut; Rifondazione Comunista-Sinistra Europea: RC-SE; Unione dei Democraticicristiani e di Centro (UDC): UDC; Misto: Misto; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-Italiani nel mondo: Misto-Inm; Misto-L'Italia di mezzo: Misto-Idm; Misto-Partito Democratico Meridionale (PDM): Misto-PDM;Misto-Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.

_________________

 


RESOCONTO STENOGRAFICO

 

Discussione del disegno di legge:

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Relazione orale) (ore 11,33)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1069.

Il relatore, senatore Sodano, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.

SODANO, relatore. Signor Presidente, il tempo è stato utile per completare quello che - dobbiamo riconoscere - è stato un lavoro proficuo della Commissione, grazie all'apporto di tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione, che hanno consentito di portare un testo completo all'attenzione dell'Assemblea, in considerazione anche della complessità che la materia riveste.

In Commissione abbiamo svolto un lavoro molto scrupoloso nelle settimane scorse, anche con una serie di audizioni e con una missione in Campania che ha consentito di portare a conoscenza della Commissione una situazione di una gravità estrema.

La Regione Campania si trova in emergenza dal febbraio del 1994, quando fu dichiarato appunto lo stato di emergenza e fu nominato un commissario per l'emergenza rifiuti in quella Regione. In quell'anno il problema dei rifiuti era legato soprattutto all'emergenza criminalità, perché le discariche erano gestite in gran parte dalle organizzazioni criminali di tale Regione.

Dal 1994 al 1996 commissario fu un prefetto; nel 1996 si decise, vista l'assenza anche di un piano regionale per il ciclo dei rifiuti, di affidare il commissariamento al presidente della Regione Campania, e così è stato dal 1996 fino al 2004, con il succedersi di tre presidenti della Regione Campania con poteri commissariali: i presidenti Rastrelli, Losco e Bassolino.

Dal 2004 fino al settembre di quest'anno c'è stato di nuovo un prefetto, Catenacci, e, dopo le dimissioni dello stesso e con l'esplodere dell'ennesima emergenza rifiuti nella Regione Campania, il Governo interviene ancora con un decreto per nominare commissario straordinario il Capo del Dipartimento della protezione civile. Già tale scelta ci dà il senso della drammaticità della situazione che la Regione Campania sta vivendo in questi mesi. (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Per favore, colleghi, abbassiamo un po' il tono della voce.

 

SODANO, relatore. Il fatto stesso che il Governo scelga il Capo del Dipartimento della protezione civile ci dà il senso della particolare drammaticità che quella Regione sta vivendo.

Credo sia facile per ognuno di noi fare un'analisi critica di ciò che è avvenuto in questi anni. Ricordo a me stesso e a tutti i colleghi che in dodici anni si sono succedute amministrazioni e Governi regionali di centro-destra e di centro-sinistra e Governi nazionali di centro-destra e centro-sinistra e purtroppo la situazione non è cambiata.

Oggi nella Regione Campania abbiamo circa 40.000 tonnellate di rifiuti sparse per le strade, più 7.200 tonnellate che vengono prodotte ogni giorno e rispetto alle quali non c'è soluzione, non ci sono impianti. Era stato predisposto un piano, per il quale fu fatta un gara, annullata anche con questo ultimo decreto; non abbiamo ancora gli impianti che completano l'intero ciclo, la filiera del ciclo dei rifiuti. Quindi, siamo in una situazione in cui non vi è alcuna soluzione nell'immediato e dopo dodici anni, con amarezza, si deve ritornare alla riapertura delle discariche annunciate nel 1994 solo come un'emergenza e quindi da chiudere: dopo dodici anni nella Regione Campania vi è invece l'esigenza, prevista in un decreto - quello alla nostra attenzione per la conversione - della riapertura delle discariche.

Ci sono dei numeri che credo servano a tutti i colleghi per comprendere perché siamo alla più grave crisi di emergenza in tale Regione. I pochi impianti che sono stati costruiti sono saturi. Abbiamo 4.200.000 «ecoballe», un'espressione che è entrata anche in un testo governativo che, come vedremo nella fase emendativa, elimineremo perché non esiste, ma dà proprio il senso del punto a cui è arrivata la degenerazione del sistema del ciclo dei rifiuti in quella Regione; 4.200.000 ecoballe che equivalgono a 5 milioni di tonnellate.

Per poter portare via 5 milioni di tonnellate - per dare qualche numero ai colleghi - occorrerebbero 250.000 camion, TIR. Immaginate quindi la situazione: qualche giornale si è divertito nell'affermare che avremmo una fila di camion da Napoli fino a Stoccolma. Oppure, per poter destinare una così ingente quantità di rifiuti a impianti di incenerimento o a discariche occorrerebbero dei decenni. I calcoli che sono stati fatti in Commissione bicamerale nella passata legislatura ci indicano un periodo di tempo dai 35 ai 50 anni per poter smaltire il carico di rifiuti accumulati negli anni passati in Regione Campania.

Ci sono sicuramente delle gravi responsabilità, sulle quali non credo che si possa più tacere, ma sono responsabilità lunghe dodici anni, che segnano un'incapacità gestionale di programmazione e di elaborazione di un piano capace di rendere quella Regione in grado di poter - analogamente a quanto avviene in altre parti del Paese - segnare un punto di svolta e di uscita definitiva dall'emergenza.

Nel novembre del 2005 il Governo uscente, il Governo Berlusconi, intervenne con decreto e decise la prosecuzione del contratto, della gara che aveva previsto per la Campania, sola Regione d'Italia, un unico gestore per l'intera filiera dal momento in cui i rifiuti lasciavano i Comuni e che avrebbe dovuto costruire, senza alcun piano regionale e senza l'indicazione da parte dell'organo regionale dell'individuazione dei siti, gli impianti.

Si stabilì con quella gara nata nel 1996, formalizzata nel 1998, conclusa nel 2000, quindi attraverso Rastrelli, Losco e Bassolino, commissari all'epoca, che a decidere dove costruire gli impianti sarebbe stato un soggetto privato e non pubblico, venendo meno a qualsiasi logica di pianificazione urbanistica territoriale che tenga conto delle vocazioni e delle linee di sviluppo che una Regione e un territorio si vogliono dare. Succede così, ad esempio, che si individua un inceneritore nell'area della mozzarella doc dell'aversano e un altro nell'area del San Marzano doc, quella di Acerra. Da ciò nascono proteste, mobilitazioni, che portano all'apertura di un cantiere ad Acerra con un dispiegamento di forze dell'ordine e grandi sommovimenti popolari, mentre il cantiere di Santa Maria La Fossa ancora oggi non è stato mai avviato.

In relazione a quella scelta, che per molti anni abbiamo ritenuto sbagliata perché in qualche modo non ha dato soluzione al problema, si decise finalmente con tale decreto di sciogliere questo contratto con l'aggiudicatario (la Fibe, un'ATI incentrata nel gruppo Impregilo). Cos'è successo, però, dal novembre 2005 ad oggi? Pur avendo deciso di interrompere quel contratto, nella fase di avvio di un nuovo piano e di una nuova gara, la Fibe continua a gestire la parte di impiantistica che aveva allestito in Campania.

E che cosa accade ora? Nei primi dieci mesi del 2006, davanti ad un disastro, davanti alla pessima qualità del prodotto dei CDR (le famose ecoballe), davanti ad impianti vetusti e obsoleti, davanti alla pessima qualità delle produzioni, la Fibe viene pagata a piè di lista. (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Colleghi, il senatore Sodano sta faticando per svolgere la relazione. Vi prego, quindi, di temperare questa vostra voglia di chiacchierare che sembra irrefrenabile. Prego, senatore, prosegua pure.

 

SODANO, relatore. Mi sto sforzando di fornire elementi che possano aiutare a comprendere perché il Parlamento è di nuovo chiamato a discutere di un tema regionale, che dovrebbe competere alla pianificazione ordinaria: viste, infatti, le cifre coinvolte e la situazione in cui tale Regione versa, è evidente che il Governo ed il Parlamento sono chiamati ad intervenire in modo risolutivo.

La Fibe - come ricordavo - in questi dieci mesi ha fatturato 85 milioni di euro: abbiamo continuato a pagare, cioè, in questi mesi, un gestore che non ha più la responsabilità diretta (che, avendo noi deciso di rescindere il contratto con il vecchio decreto, è tutta in capo al commissariato), ma che ogni mese continua a ricevere, appunto con un pagamento a piè di lista, fior di quattrini (85 milioni di euro in dieci mesi). E per che cosa? Per gli impianti, per i siti di stoccaggio. Qui non mi voglio dilungare, ma si potrebbero aprire pagine (alcune sono scritte nelle relazione della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti della passata legislatura).

Ciò che è veramente curioso è che molti di questi siti di stoccaggio - le aree individuate con gli artifici portati avanti negli anni passati - hanno consentito la lievitazione dei costi anche di tali suoli. Ricordo, a titolo di esempio, che - spesso lo stesso giorno, nello stesso studio notarile - avvenivano transazioni, atti di compravendita con la lievitazione del prezzo da una a trenta volte tanto: lo stesso suolo, lo stesso giorno, con un prestanome che, appunto, acquistava e rivendeva al commissariato, o alla Fibe; e il prezzo lievitava, per incanto, da una a trenta volte. Su questo, lo ripeto, ci sono intere pagine scritte in Commissione e indagini delle procure; non compete a noi, ma da parte delle procure sono stati adottati 30 provvedimenti su tutta la gestione commissariale di questi anni.

Oggi stiamo nuovamente discutendo un decreto, in cui si pone tale esigenza, si blocca la gara nel frattempo avviata, si comprende che la situazione non può essere più risolta con l'attuazione di un piano ormai riconosciuto da tutti come fallimentare e si decide di avviare la costruzione di un nuovo piano.

Vi è, però, il problema dell'emergenza quotidiana: 7.200 tonnellate di rifiuti al giorno da smaltire; 5 milioni di tonnellate in tutto; tutte le discariche utilizzate negli anni passati colme, sature; risorse insufficienti per la messa in sicurezza delle discariche che avevano chiuso la propria attività. E qui interviene il decreto al nostro esame, che affronta il problema. Con il lavoro svolto in Commissione, abbiamo anche migliorato il testo in molte parti e spero che il lavoro dell'Aula possa contribuire a migliorarlo ulteriormente in altre.

Esporrò rapidamente il testo del provvedimento, perché avremo modo di illustrare gli articoli e gli emendamenti in seguito; sostanzialmente citerò gli articoli del decreto-legge.

L'articolo 1 individua il ruolo del commissario delegato nella figura del Capo del Dipartimento della protezione civile con poteri ulteriori e straordinari. Noi riteniamo che ciò vada fatto in un tempo certo, non è possibile lasciare che poteri commissariali possano durare un tempo illimitato. Apro una brevissima parentesi: ricordo che attraverso quei poteri straordinari e le gestioni commissariali, con il meccanismo delle ordinanze commissariali e spesso con le ordinanze della Presidenza del Consiglio dei ministri, si sono fatte molte storture, si sono avallate molte operazioni ai limiti della legalità; alcune delle realtà che citavo sono frutto di ordinanze commissariali che, in deroga a qualsiasi normativa, forzavano per aprire lo spazio, o comunque non chiudevano le porte alle organizzazioni criminali.

L'articolo 2 è importante: in esso si riconosce il senso dell'informazione e della partecipazione dei cittadini e si fa un riferimento rilevante alla «Carta di Aalborg». Anche in questo caso durante i lavori in Commissione lo abbiamo molto potenziato; sostanzialmente si afferma che non è possibile immaginare che si possano continuare a realizzare le opere contro la volontà delle comunità, degli enti locali, ma vanno fatte di concerto con le amministrazioni, con le comunità, in un processo partecipato che consenta di avere scelte condivise che non dovrebbero determinare le tensioni e i conflitti che si sono avuti negli anni passati.

L'articolo 3 tratta dell'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti, attribuendo al commissario la facoltà di intervenire con somma urgenza (quindi, anche qui in deroga, anche con la possibilità della trattativa privata, per cui credo che sia maggiormente importante porre limiti temporali rispetto a questa azione) per individuare i soggetti che possano favorire questa fase di transizione verso il nuovo piano e le nuove gare. All'articolo 3 si pone altresì il tema dello smaltimento delle ecoballe, di questo falso combustibile da rifiuti (CDR o non CDR, come vogliamo definirlo), questa montagna di rifiuti che abbiamo in Campania, per poterla anche avviare verso le cave dismesse e abbandonate, una volta messe in sicurezza.

L'articolo 4 dispone misure per la raccolta differenziata, che rappresenta un'altra nota dolente, perché in dodici anni di commissariato nella Regione Campania la raccolta differenziata è ancora al 10-12 per cento rispetto al totale, una quota assolutamente insufficiente, visti anche i poteri straordinari e commissariali che erano previsti in quella Regione.

L'articolo 5 - e mi avvio a concludere rapidamente - tratta il tema della riapertura delle discariche. Anche a questo riguardo pensiamo che vadano apportate delle modifiche, che esamineremo nel corso della giornata quando tratteremo gli emendamenti; tuttavia, si pone il problema della riapertura delle discariche nella Regione Campania.

L'articolo 6 affronta il tema dei pignoramenti, cioè la questione delle risorse: molti Comuni sono inadempienti, sono debitori nei confronti del commissariato, e quelle risorse vanno recuperate; abbiamo proposte emendative che, ad avviso della Commissione, possono migliorare il testo.

Mi rendo conto che si tratta di una materia molto complessa, su cui si potrebbe facilmente scivolare nella polemica politica. Il tema è particolarmente delicato, per cui invito, come è avvenuto in Commissione, tutti i colleghi a fare uno sforzo per comprendere che questa deve essere l'ultima volta che il Parlamento si occupa di una Regione, della Regione Campania, del tema dei rifiuti. Vorrei che il Parlamento si interessasse di altro, magari dei rifiuti, ma rispetto a un piano nazionale per portare il nostro Paese verso gli obiettivi che altri Paesi europei si sono dati in tema di ciclo dei rifiuti.

Purtroppo, siamo costretti ad occuparci di questa situazione, che è talmente drammatica che non può che essere affrontata anche con l'intervento del Governo centrale, appunto con l'auspicio che sia l'ultima volta. (Applausi dai Gruppi RC-SE, Ulivo, IU-Verdi-Com, Aut, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur e del senatore Biondi).

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Pirovano. Ne ha facoltà.

PIROVANO (LNP). Signor Presidente, ogni anno, nelle vicinanze del mese di dicembre, e quindi delle feste natalizie, ci troviamo a discutere di un problema ormai assolutamente irrisolto e credo irrisolvibile anche alla luce del decreto-legge che è oggi al nostro esame.

Vorrei ricordare ai colleghi che negli ultimi 12 anni per il problema dell'emergenza perenne dei rifiuti in Campania è già stato speso circa un miliardo di euro non dei cittadini campani, non dei Comuni, non della Regione, non delle Province della Campania: un miliardo e mezzo proveniente dalle tasche di tutti quei cittadini che pagano normalmente le tasse. A proposito poi del pagamento delle tasse, vorrei rinfrescare la memoria sul peso tributario che grava in modo assolutamente diverso nelle varie latitudini della nostra Nazione. Se, infatti, a Napoli la pressione tributaria è di circa 400 euro pro capite, a Milano è di circa 700 euro pro capite.

Già alla fine dello scorso anno con il decreto con il quale si finanziavano circa 150 milioni di euro era stato previsto che entro maggio di quest'anno si sarebbero dovute rinnovare tutte le gare (questa volta ad evidenza europea) per tentare di risolvere le tragedie che si verificano al Sud, in particolare, in Campania. Guarda casa, però, quest'anno il rapporto dell'Osservatorio nazionale dei rifiuti, quell'Osservatorio che dal 2003 impone a tutti i Comuni della Nazione Italia di raggiungere nella raccolta differenziata una percentuale pari ad almeno il 35 per cento, non è ancora pronto. Sappiamo benissimo che solo ed unicamente sulla carta in Campania forse si raggiunge l'8 per cento, mentre nei Comuni del Nord Italia si supera abbondantemente il 40 per cento, con punte di eccellenza che arrivano a sfiorare addirittura la percentuale del 65 per cento.

Già lo scorso anno nel corso del dibattito relativo a questo decreto ho avuto modo di evidenziare quanto sia grave ciò che da 13 anni si sta verificando nella Regione Campania, chiedendomi come fosse possibile che i Consigli comunali, i Consigli provinciali e il Consiglio regionale avessero approvato i bilanci, per quanto riguarda le entrate di parte corrente, relativi alle tasse sui rifiuti. La tassa sui rifiuti in Campania non viene pagata; probabilmente i cittadini campani hanno ragione a non pagarla perché quando si paga una tassa si deve avere come contropartita l'erogazione di un servizio e, come sembra evidente, in Campania ciò non accade.

Ancora una volta, però, si ricorre a misure forzose per risolvere il problema, mai neanche affrontato, della costruzione di termovalorizzatori, che i cittadini campani sono bravissimi a contrastare. I cittadini campani sono bravi a portare le carrozzine con i bambini sui binari della ferrovia, a fare dimostrazioni in 2.000, 3.000; addirittura i sindaci, non più tardi di due settimane fa, hanno bloccato una ferrovia. È una cosa inaudita in questa Nazione, se solo si ricordano i blocchi fatti dai Cobas!

Signori, lo ripeto, bisogna trovare il sistema di far pagare chi ha sbagliato, anche penalmente, perché, come ho già detto (ma lo ripeto), gli amministratori campani o sono ladri o sono incompetenti. Troviamo una soluzione che non sia quella di obbligare le altre Regioni, che offrono servizi adeguati e in cui i cittadini pagano le tasse, a subire l'arrivo di rifiuti provenienti dalla Campania.

I Presidenti delle Regioni devono essere d'accordo, non basta ascoltarli, signor Presidente. (Applausi dal Gruppo LNP e dei senatori Amato e Ramponi).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Viespoli. Ne ha facoltà.

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio innanzitutto il relatore per aver sottolineato il clima del dibattito e del confronto all'interno della Commissione.

Abbiamo affrontato un problema delicato nella consapevolezza di essere una forza politica che ha avuto responsabilità di Governo e che, nel momento in cui è chiamata a svolgere un ruolo di opposizione, non può dismettere la cultura istituzionale e la cultura di Governo. Lo abbiamo fatto con grande senso di responsabilità, ma anche con grande chiarezza e determinazione; quella chiarezza e quella determinazione che ci impongono di evidenziare un vulnus determinante di questo decreto-legge, prima ancora che nell'articolazione della proposta di merito nell'impostazione di carattere finanziario.

Allo stato, si tratta di un provvedimento sostanzialmente privo di copertura finanziaria certa e reale. Infatti, il meccanismo individuato rinvia a successivi aumenti tariffari, o meglio ancora a una presunta tassa regionale sui rifiuti solidi urbani. Ciò determina uno strano meccanismo per cui, rispetto ad un impianto che prevede una serie di poteri commissariali, si ottiene il risultato della tassa o della tariffa a piè di lista, vale a dire a copertura degli interventi e delle iniziative significative e notevoli che il commissario dovrà concretizzare per tentare di superare l'emergenza rifiuti.

È una questione contabile ed insieme politica, perché significa scaricare le responsabilità dell'incapacità di governo sui cittadini della Campania attraverso inasprimenti di tasse e di tariffe, peraltro non predeterminabili in via preventiva, ma soltanto a seguito delle risorse che il commissario spenderà nella sua attività. Ebbene, credo che il primo punto sia questo: siamo disponibili a continuare un confronto responsabile, ma chiediamo innanzitutto alla maggioranza e al Governo di affrontare diversamente il tema della copertura finanziaria, che è una questione centrale non solo dal punto di vista contabile ma, lo ripeto e sottolineo, anche politico.

Dico ciò anche in relazione all'intervento che mi ha preceduto poiché il problema che stiamo affrontando richiama alla dignità della politica e alla responsabilità delle istituzioni. Non è possibile continuare con il commissariamento: significa commissariare pezzi di sovranità e di rappresentanza popolare e deresponsabilizzare il ceto politico e istituzionale in Campania. Credo che chiunque abbia a cuore la dignità della politica debba porsi responsabilmente il problema del superamento del commissariamento e del ritorno a poteri normali. Mi chiedo, rivolgendomi anche all'intelligenza e alla sensibilità di quest'Aula, come sia possibile immaginare un Governo del territorio in Regioni dove ci sono il commissariamento dei rifiuti, il commissariamento per l'assetto idrogeologico, in sostanza tutta una serie di commissariamenti che gridano vendetta e che devono essere assolutamente superati.

Tale tesi trova maggior sostegno se consideriamo il dibattito politico che si svolge oggi, dopo che il centro-sinistra e la maggioranza hanno determinato nel Paese, prima, durante e dopo la campagna elettorale, l'utilizzo della centralità del Mezzogiorno come la grande metafora del cambiamento. Quella grande metafora che non si è tradotta nel documento finanziario che stiamo discutendo e che affronteremo successivamente in quest'Aula, nel quale i grandi nodi non sono stati affrontati.

Oggi, inoltre, attraverso questo decreto-legge si determina un meccanismo perverso che penalizza i cittadini della Campania. In una Regione dove il sistema produttivo è chiamato, attraverso la maggiorazione dell'IRAP, a pagare l'ingovernabilità della sanità in Campania, si aggiunge una ulteriore tassa a carico dei cittadini, che devono pagare il malgoverno rispetto alla capacità di gestire i rifiuti nel territorio.

Invito la maggioranza a riflettere su tutto questo. Come opposizione avremmo tutto l'interesse a cavalcare la propaganda anziché affrontare e risolvere i problemi. Riteniamo, invece, che la politica si misuri attraverso la capacità di affrontare i nodi: non cavalcarli, ma affrontarli. Siamo pronti ancora una volta, lo ribadisco, ad affrontare questo tema con grande senso di responsabilità, ma individuando il superamento di un meccanismo di copertura che è inaccettabile.

Prima ancora di intervenire nel merito e quindi nel dibattito sugli emendamenti, chiedo che si svolga una riflessione preliminare su questo punto, che è fondamentale ai fini della prosecuzione dell'intervento e del dibattito. Questa è la nostra posizione.

Tra l'altro vorrei ricordare un aspetto, avviandomi alla conclusione. Signor Presidente, il dato paradossale è che mentre si prevede l'inasprimento della tassa a piè di lista, con questa sorta di finanza di progetto applicata ai rifiuti, a tariffa, sostanzialmente - in un modo che è anche esplicitazione di una capacità creativa di fare finanza - nello stesso tempo, rispetto al disastro ambientale e al problema della tutela della salute derivante da quella straordinaria ed ignobile vicenda dei rifiuti in Campania, si dimentica che ancora oggi è in vigore un articolo, il 59 del decreto legislativo del 15 novembre 1993, n. 507.

Tale articolo dovrebbe comportare che in Campania i cittadini che oggi non utilizzano il servizio abbiano la possibilità di attivare meccanismi tali da consentire la detrazione della tassa che pagano per un servizio che non ricevono. Ciò è previsto dal comma 6 dell'articolo, che consentirebbe tale esercizio legittimo da parte dei cittadini che non trovano risposta. Il Governo e la maggioranza, invece, rispondono aumentando all'infinito la tassa, senza neanche l'individuazione di un punto limite.

Signor Presidente, mi auguro davvero che questo sia l'ultimo dibattito che si svolge su tale vicenda. Auspico che in quella Regione prevalga, a prescindere dall'appartenenza, il senso di responsabilità che abbiamo di fronte a quella comunità e il senso di responsabilità che dobbiamo avere rispetto allo sviluppo di quella terra dalla straordinaria potenzialità e anche dalla straordinaria positività. In Campania e nel Mezzogiorno, infatti, non vi è soltanto il cumulo dei rifiuti, ma vi è anche un grande cumulo di intelligenza, di energia, di positività, di creatività e di passione civile, che viene coperto e sommerso dall'incapacità della politica di affrontare e risolvere i problemi. Vorremmo parlare anche di questo Mezzogiorno.

Allora, proprio per realizzare ciò, risolviamo nel modo migliore tale situazione e recuperiamo il dibattito che abbiamo svolto in Commissione, in cui abbiamo posto un termine a questa vicenda: entro il 2007, se non prima, bisogna chiudere il commissariamento, tornare alla gestione dei sindaci, dei preti, dei Presidenti di Regione, i quali si devono assumere le responsabilità.

Il vero modo per rispondere a coloro i quali, su tutti i grandi giornali e quotidiani, oggi parlano in un certo modo della Campania non è l'isterismo di chi governa le istituzioni, affetto da una sorta di celiachia politica, perché presenta un'intolleranza alla protesta, all'opposizione e alla contestazione. (Applausi dal Gruppo AN). Il problema vero è rispondere assumendoci la responsabilità. Basta con i commissariamenti, ritorniamo alla dignità della politica e alla qualità delle istituzioni. (Applausi dai Gruppi AN e FI e del senatore Lube').

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Morra. Ne ha facoltà.

MORRA (FI). Signor Presidente, signor Sottosegretario, colleghi senatori, penso che quella fornita al Governo e al Parlamento dalle dimissioni del prefetto Catenacci, quale commissario delegato per l'emergenza rifiuti, sia, in ordine temporale (e per questo ritengo anche più colpevole), l'occasione sprecata, attraverso il decreto-legge che siamo chiamati oggi a convertire in Assemblea, per marcare una forte discontinuità rispetto alle passate politiche in materia di rifiuti in Campania.

Vorrei ricordare che quelle degli ultimi anni sono state politiche straordinarie di tipo commissariale. A questo Governo - signor Sottosegretario, mi rivolgo essenzialmente a lei - è mancato il coraggio, considerata anche la fase difficile che vive la Campania in materia di rifiuti, che qualcuno ha giustamente definito di "emergenza nell'emergenza". Atteso quindi anche questo momento difficile, noi riteniamo che al Governo sia mancato il coraggio per indicare, nel decreto-legge, una via di uscita dalla fase della gestione straordinaria di tipo commissariale: non c'è una indicazione, un percorso, una soluzione ponte che porti la gestione straordinaria a quella ordinaria.

Sono passati dodici anni e ci avviamo verso il tredicesimo anno. L'11 febbraio del 1994 fu la data del primo commissariamento della Regione Campania per affrontare l'emergenza rifiuti. Onorevoli colleghi, questo periodo coincide con dodici anni di fallimento, se è vero che rispetto al 1994 nulla è cambiato se non la massa di rifiuti presenti sulle strade della Campania. Il relatore ha parlato di 40.000 tonnellate. A queste 40.000 tonnellate di rifiuti aggiungerei i 4 milioni di ecoballe che, tipizzate come rifiuti nobili da poter convertire in energia elettrica, in realtà forse sono qualcosa di molto vicino al rifiuto solido da sversare in discarica.

Rispetto al 1994 nulla è cambiato nemmeno per quel che riguarda le politiche di smaltimento. Quella portata avanti nell'emergenza del 1994 era una politica della discarica, quando si affermava che l'unica risposta possibile alla fase emergenziale era la razionalizzazione dello sversamento in discarica, che doveva passare attraverso il controllo di quella esistente e l'individuazione di ulteriori siti per realizzarne di nuove. Si tratta di politiche della discarica ancora oggi, perché questa è l'unica politica possibile, visto il fallimento di tutti i programmi integrati per smaltire il rifiuto attraverso un ciclo completo.

Da ultimo, basta richiamare il fallimentare piano adottato dalla gestione commissariale Bassolino, presidente della Regione Campania e commissario, in data 30 settembre 2002. Tutto come nel 1994, salvo la realizzazione, nel frattempo, di sette impianti per la produzione del cosiddetto CDR (combustibile da rifiuto) per la trasformazione in energia elettrica.

Si dà il caso però che manchino i termovalorizzatori che dovevano chiudere il ciclo e che non ci sono. Qualcuno sostiene che non sono stati realizzati per la protesta delle popolazioni. Personalmente ritengo che non stati realizzati per la protesta delle popolazioni, nonché per qualcos'altro che tutti conosciamo, ma che non si affronta con le dovute energie. Né penso che il fallimento del piano sia da addebitare esclusivamente alla sfasatura temporale fra la realizzazione degli impianti per la produzione del CDR e i termovalorizzatori.

 

PRESIDENTE. Senatore Morra, la prego di concludere.

 

MORRA (FI). Signor Presidente, chiedo ancora due minuti al mio Gruppo. Secondo me, tutto è imputabile al fallimento completo del piano e anche a una tecnologia obsoleta degli impianti che afferiscono a questo piano.

Bene, tutto ciò doveva suggerire a questo Governo un maggior coraggio perché noi pensiamo, al di là della ricerca e dell'individuazione delle colpe specifiche, che non sono compiti miei né forse di questa Aula, che però che ci sono delle colpe che pervengono essenzialmente dal Governo e dal Parlamento; un po' da tutti i Governi e in misura maggiore da questo perché è l'ultimo in ordine temporale.

Il tutto è avvenuto per un cattivo uso, per un abuso - direi - distorto dello strumento del commissariamento. Si è fatto del commissariamento un'istituzione. È chiaro che dodici anni di commissariamento - e ripeto dodici anni - portano alla deresponsabilizzazione completa del territorio: deresponsabilizzazione della Regione, delle Province e dei Comuni. Attraverso questa deresponsabilizzazione si è infilata la mafia, la camorra, il malaffare. È un fatto, Presidente, che il malaffare in materia di rifiuti è aumentato all'interno e sotto la gestione commissariale.

 

PRESIDENTE. Deve concludere.

 

MORRA (FI). Presidente, vorrei dire un'ultima cosa, se mi permette. Taglio molto del mio intervento, che consegnerò agli atti. Vorrei dire soltanto che non si può invocare - come fa questo decreto - la solidarietà nazionale in un contesto territoriale, quale quello campano, completamente deresponsabilizzato, a meno... (Il microfono si disattiva automaticamente).

 

PRESIDENTE. Concluda, non mi costringa a toglierle la parola.

 

MORRA (FI) ...come quella imposta che i vari commissariamenti della Regione Campania hanno consumato nei confronti di Regioni limitrofe per la realizzazione di una serie di discariche: vedi quella di Ariano...

 

PRESIDENTE. Deve finire adesso, senatore.

 

MORRA (FI). ...direttamente nella Puglia e non nella Campania. (Applausi dal Gruppo FI. Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Senatore Morra, la Presidenza l'autorizza a consegnare il testo del suo intervento per la pubblicazione in allegato al Resoconto.

È iscritta a parlare la senatrice De Petris. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, ci troviamo nuovamente in quest'Aula ad affrontare una discussione sull'emergenza rifiuti nella Regione Campania. Per la prima volta, con questo decreto, credo che forse si possano fare davvero passi avanti. Penso che il lavoro svolto in Commissione sia servito a migliorare il testo e a mettere più strumenti a disposizione per superare tale emergenza. Il punto, colleghi, è proprio questo.

Nella relazione, il collega Sodano accennava ad alcuni dati che devono essere oggetto della nostra riflessione. Ci troviamo di fronte ad un commissariamento che ormai perdura nel tempo, che non solo non ha prodotto alcun tipo di miglioramento della situazione ma anzi ne ha determinato l'aggravamento. In questi anni di commissariamento vi è stata, da un lato, nei fatti, una totale espropriazione, e dunque una deresponsabilizzazione, delle amministrazioni locali; dall'altro, non solo abbiamo avuto l'eredità delle 4.200.000 cosiddette ecoballe (questo la dice lunga e la definizione non ha nulla a che fare, ovviamente, con la denominazione giuridica del CDR), ma si è anche verificata una situazione grave dal punto di vista sanitario, ambientale e della sicurezza dei cittadini.

Questa situazione drammatica ha delle responsabilità. Mi spiace doverlo sottolineare, ma credo che l'Aula non possa fare a meno di sottolinearle. Sono responsabilità che, per la verità, non possono essere - com'è noto - scaricate da una parte o dall'altra, ma responsabilità che credo la classe politica che ha governato negli ultimi tredici anni in quella Regione e in quelle Province si debba assumere in toto; sono anche il risultato di alcune scelte.

Vorrei tornare sulla vicenda FIBE. Una delle cause delle gravi crisi che si sono succedute nel tempo fino ad oggi è da rintracciarsi proprio nell'aver individuato, con una gara di appalto ed un capitolato sui generis, nella FIBE il responsabile non solo degli impianti, ma addirittura delle localizzazioni. La causa della famosa rivolta dei cittadini (lo dico per coloro che, fuori della Campania, non conoscono il problema) è da ricercarsi nel fatto che sono state scelte talune localizzazioni senza nessun tipo di valutazione; localizzazioni che avrebbero comportato danni non solo ambientali, ma anche economici molto forti alla Regione. Penso ad alcune zone, tra l'altro di agricoltura di qualità, che hanno già tanti problemi per le varie discariche abusive di sostanze tossiche; mi riferisco alla vicenda della diossina, che non si è ancora conclusa e che tuttora si trascina, e alla conseguente contaminazione dell'area interessata.

Per quanto riguarda la vicenda FIBE, la Commissione di indagine sul ciclo dei rifiuti nella scorsa legislatura, quando per la prima volta si recò in missione a Napoli per esaminare la situazione, dopo aver preso atto di quanto stava accadendo (mi riferisco al capitolato d'appalto e ai problemi: eravamo infatti in piena rivolta per Acerra), chiese all'allora commissario straordinario Bassolino di arrivare alla rescissione del contratto prima che fosse troppo tardi. Ciò non è avvenuto. Si rescisse quel contratto, quando ormai la situazione era già grave, con l'ultimo decreto della scorsa legislatura. Sono stati costruiti impianti a dir poco vetusti, con tecnologie desuete; il risultato sono state le cosiddette ecoballe.

Il fatto grave è che, dopo la rescissione del contratto, da dieci mesi continuiamo a pagare alla FIBE milioni e milioni per questi impianti e per lo stoccaggio (chiedo alla Presidenza di poter usufruire di maggior tempo per terminare il mio intervento ora, rinunciando alla dichiarazione di voto finale) e tutto ciò ha creato una situazione grave, non solo con una gestione di malaffare (il presidente Sodano ricordava il passaggio delle aree di stoccaggio), ma anche con la crescita, ancora più forte, di quella che viene definita ecomafia, che credo in Campania abbia avuto la massima esposizione in questi anni. Il decreto in esame, con un lavoro serio ed approfondito, di cui ringrazio anche l'opposizione, ha cercato dunque anche di introdurre elementi importanti, inserendo alcune modifiche.

Vorrei ricordare, peraltro, ai colleghi della Lega che in Commissione è stata eliminata la norma per cui i rifiuti della Campania potevano essere portati altrove, senza intesa con le Regioni interessate, arrivando, quindi, di fatto, ad una sorta di commissariamento di altre Regioni. Questa misura molto delicata anche dal punto di vista istituzionale è stata eliminata e sono state introdotte giuste modifiche.

Sono state modificate ed approfondite le indicazioni sulla raccolta differenziata. I commissariamenti che si sono succeduti in questi anni hanno operato sulla base di un vecchissimo piano dei rifiuti; non hanno fatto praticamente nulla per la raccolta differenziata, né per diminuire la produzione dei rifiuti o per cercare, almeno, di avviare una gestione moderna del ciclo dei rifiuti.

È chiaro che questo è l'ennesimo sforzo che si compie per superare l'emergenza. Tuttavia, credo che noi tutti dobbiamo essere coscienti - e almeno per quanto riguarda il nostro Gruppo sarà così - che questa dovrà essere l'ultima volta e abbiamo anche fissato il termine del 31 dicembre 2007 per i poteri del commissario. Deve essere l'ultima volta e ognuno si dovrà assumere le proprie responsabilità fino in fondo per fare in modo che si esca una volta per tutte dall'emergenza... (Il microfono si disattiva automaticamente).

 

PRESIDENTE. Concluda, senatrice, la prego.

 

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Tanto i minuti, Presidente, sono sempre...

 

PRESIDENTE. I minuti glieli ho dati.

 

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Si torni, Presidente, finalmente, ad avere una gestione non solo ordinaria, ma anche capace di ridare una speranza a quella Regione. (Applausi dai Gruppi IU-Verdi-Com, Aut e del senatore D'Ambrosio).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Divina. Ne ha facoltà.

DIVINA (LNP). Signor Presidente, colleghi, sembra che una parte del Paese sia in eterna emergenza. È di qualche giorno fa un incontro a Napoli sulla questione della sicurezza e sempre in relazione alla Campania oggi ci troviamo a dover discutere dell'emergenza infinita relativa allo smaltimento dei rifiuti.

Per noi è significativo il modo in cui il Governo affronta la questione: non incarica una figura qualsiasi, bensì il Capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale, incernierato sulla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Protezione civile nazionale, colleghi, interviene nei momenti di emergenze nazionali: dissesti idrogeologici, disastri immani, catastrofi. Questo sta a significare che il nostro Governo ha classificato come catastrofe di valenza nazionale l'incapacità di gestire una delle attività più banali, che è un servizio pubblico a carattere comunale, e cioè mettere da una parte e smaltire i rifiuti che si producono quotidianamente: non un avvenimento straordinario ed eccezionale, ma l'ordinarietà che tutte le amministrazioni comunali devono fronteggiare quotidianamente.

Come la fronteggia questo Governo? Probabilmente nel modo italiota, cioè nel modo in cui non si vogliono mai risolvere le questioni: non soltanto si nomina un commissario - «speciale», a questo punto - ma lo si pone nella condizione di avvalersi di una sub-burocrazia inventata per decreto, cioè altri tre subcommissari. Scusate, forse conosciamo poco la struttura amministrativa della Campania, ma esistono uffici, direzioni generali, esistono funzionari e direttori generali, anche in parte responsabili, i quali avrebbero dovuto obbligatoriamente affiancare il commissario!

Secondo il sistema italiano, si crea invece burocrazia su burocrazia: si affiancano nuovi tre subcommissari e, addirittura, il commissario delegato potrà nominarsi una commissione di esperti. Quando sentiamo queste premesse, pensiamo subito: «e i costi»? Ebbene, probabilmente anche il Governo si è posto questa domanda e infatti afferma che i costi non dovranno superare i preventivi o comunque l'ordinario, nel senso che i maggiori oneri dovranno essere affrontati con riduzione di personale presso le strutture commissariali. Signore Iddio, peggio di così non è possibile! Riduciamo personale operativo e nominiamo capi. Ma voi pensate che solo a livello dirigenziale si risolvano le questioni? Todos caballeros. Un esercito di generali. Ma cosa farà operativamente?

Visto il tempo a noi assegnato, procederò velocemente: quali sono i poteri del commissario? Potrà innanzitutto cancellare tutte le procedure di gara iniziate - e può essere che sia una buona cosa - e affidare in modo diretto tutte le attività che servono per affrontare l'emergenza. Sappiamo cosa significa: affidamenti diretti, procedure extra legem, extra evidenza pubblica: che poteri si vanno a concentrare sul commissario!

Quella sollevata dalla collega dei Verdi era una nostra grande preoccupazione: se la Campania ha bisogno di un commissario, le altre Regioni italiane non hanno una tale necessità e scrivere nel decreto che il commissario avrebbe potuto stabilire di trasferire rifiuti anche in altre Regioni, semplicemente previa consultazione con gli altri presidenti, significava commissariare tutti gli altri presidenti regionali e superare l'autorità di governatori che hanno saputo far funzionare a casa loro il sistema. Non so se l'emendamento presentato dal relatore, che modifica tale semplice consultazione in una vera e propria intesa, possa essere sufficiente da questo punto di vista. Un'intesa implica che un accordo si deve trovare; vorrei però evitare il rischio che l'emergenza sia a questo punto trasferita, mettendo in crisi anche altre strutture.

Concludo, Presidente. Potrei anche trovarmi a disagio, come senatore della Lega che, a questo punto, difende il Sud. La cosa però mi piace, anche perché c'è una ciliegina sulla torta di questo decreto: tutti gli oneri derivanti dalla nuova straordinaria operazione dovranno porsi a carico della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti della Regione. Ciò sta a significare che li dovranno pagare cittadini incolpevoli.

Cosa avrebbe potuto e dovuto prevedere il decreto, Presidente? Il pignoramento dei beni di tutti i soggetti responsabili, a partire dalla Presidenza, dalla Giunta campana e da tutti gli amministratori, per il risarcimento dei crediti dello Stato. Questi soggetti devono essere giudicati responsabili del dissesto. Non bisogna far sempre pagare ai cittadini, anche se, a questo punto, pagheranno i cittadini del Sud, dei quali forse non ci dovremmo preoccupare in quanto rappresentanti istituzionali di un'altra parte del Paese. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Scotti. Ne ha facoltà.

SCOTTI (FI). Rinuncio ad intervenire, Presidente.

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Libé. Ne ha facoltà.

LIBE' (UDC). Signor Presidente, l'UDC è stata contraria al commissariamento fin dal primo momento, anche se è consapevole del problema che esiste in Campania. In Commissione abbiamo seriamente collaborato per cercare di migliorare questo decreto, che sicuramente presenta lacune notevoli, specialmente dal punto di vista finanziario, ma siamo contrari perché tale commissariamento ancora una volta toglie le castagne dal fuoco e la responsabilità di tutti coloro che hanno creato o che hanno lasciato creare il problema in Campania.

In particolare, elimina la responsabilità del principale attore di tale vicenda, il presidente Bassolino, che si è permesso ripetutamente di non partecipare alle sedute di una Commissione parlamentare che lo aveva convocato in audizione a Roma. (Applausi dai Gruppi UDC, FI e AN). Ho detto provocatoriamente che sono pronto ad andare a Napoli anche alle tre di notte per ascoltare questo importante presidente, che non si degna di ascoltare il Parlamento e una sua Commissione, che non è responsabile insieme al Senato di questo grave problema ma che con grande senso di responsabilità e consapevolezza intende lavorare con quella Regione per risolverlo.

Ripeto: è un problema della Campania, ma è anche un problema nazionale e morale. È un problema morale perché questo territorio è massacrato dai rifiuti. In Campania è umiliata la dignità dei cittadini, che in certe realtà e momenti si sono trovati nell'impossibilità di andare la domenica a messa o di mandare i ragazzi a scuola. Penso sia un fatto veramente grave e mai a sufficienza evidenziato.

Ho detto che si tratta di un problema nazionale: è infatti un problema nazionale quello dei rifiuti, che è molto più forte in Campania. Qualcuno ha detto che in Campania ogni volta che si decide di fare qualcosa, c'è la ribellione. È vero, ma questa ribellione c'è anche da altre parti perché non dimentichiamoci quello che è successo a Venaus con la TAV: la gente scende in strada e blocca le opere pubbliche. Allora cosa manca? Molte volte manca una classe politica che abbia la capacità di guidare e di assumersi delle responsabilità, quello che è successo in tutti questi anni in Campania.

In Campania sono stati spesi tanti soldi - è stato detto prima - dei cittadini italiani. Un Parlamento ha il dovere di operare con senso di giustizia e tengo a ricordare - non dimentichiamolo - che in Campania c'è tanta gente onesta che ogni giorno lavora e paga le tasse, paga la tassa sui rifiuti e si trova i rifiuti per strada; paga una tassa per un servizio che non le viene dato. E gli amministratori cosa fanno? Non ne rispondono, non sono capaci di dare un segnale forte al cambiamento in quest'area del Paese e, dico io, in tutto il Paese.

Ho detto, nel dare la fiducia al relatore in Commissione, di non dimenticare ciò che abbiamo ascoltato durante le audizioni a Roma e a Napoli: i dati di allarme del prefetto di Napoli sulla questione della criminalità legata al problema dei rifiuti, i dati allarmanti del commissario Catenacci, il problema dei contratti, il problema della gestione economica dell'emergenza e - ciò che mi preoccupa di più - i dati allarmanti di Bertolaso, che è venuto in Commissione il primo giorno a dire che avrebbe risolto il problema emergenza in dieci giorni. Mi sono permesso di avere dei dubbi ma voglio ribadire la nostra stima e il nostro rispetto per il commissario Bertolaso. È proprio per questo che all'inizio ho detto che abbiamo molti dubbi sul commissariamento, perché si rischia di lasciare questo commissario da solo a risolvere un problema che, bene o male, non è il suo, o non è solo il suo, o è il suo in minima parte.

Dicevo che gli amministratori locali, alla richiesta di informazioni, si permettono di essere latitanti e di non rispondere. Il 40 per cento dei Comuni non risponde alle richieste informative da parte dei prefetti; sono dati allarmanti sui quali il Parlamento, secondo me, dovrebbe veramente riflettere. Ricordiamoci che il commissario Bertolaso ha detto che ha paura di lottare contro i mulini a vento e che ha paura di lavorare con chi non ha la voglia di risolvere questo problema (è agli atti della Commissione).

C'è poi un altro problema grave da considerare. Come ho già detto, in Campania ci sono, come in tutte le Regioni, forse in misura maggiore, cittadini disonesti ma anche tanti cittadini onesti che pagano le tasse. E qual è la soluzione per l'emergenza rifiuti che ci dà questo decreto? Quella di scaricare sulla tariffa i costi dell'emergenza. Scaricare sulla tariffa vuol dire far pagare non a chi evade le tasse ma a chi la tassa sui rifiuti paga un servizio per il quale ha già pagato, un servizio che non gli è stato fornito.

Sono state già dette molte cose, ma terrei a rimarcarne una: in Commissione, maggioranza e minoranza si sono trovate spesso d'accordo nel valutare l'inconsistenza, o il problema per cui questo decreto rischia molte volte di non stare in piedi. Faccio un esempio che riguarda la storia dei rifiuti: il problema della FIBE. È già stato detto, ed è un assurdo, che da quando è stato rescisso il contratto, la FIBE incassa molto più di prima. Possiamo dire che quasi incassa cash il pagamento dei servizi effettuati: un fatturato, negli ultimi dieci mesi, di 85 milioni che sicuramente è già stato pagato per 50 milioni di euro, ma c'è chi sostiene che sia già stato pagato in questi giorni fino a 80 milioni.

Nessuna società che lavora per lo Stato o per un ente pubblico riesce ad incassare i propri proventi in tempi così rapidi.

Nel concludere questo mio intervento, voglio ricordare ancora i problemi economici. Dobbiamo - e speriamo che nel corso di questo dibattito si possa farlo - trovare una soluzione vera, che non è quella di scaricare sui cittadini campani i costi. Ricordiamo che il commissario ha detto che il deficit è di 5 milioni di euro al mese; sono tra i 12 e i 16 milioni di euro al mese le spese e i costi per la gestione dell'emergenza. Come recuperiamo tali costi? Il Governo ce lo deve dire; non può lasciare quella misera soluzione che non condividiamo e che troviamo nel decreto.

Infine, vorrei ringraziare per il loro operato la Commissione di merito e il presidente Sodano, che ha lavorato con grande capacità e con senso di responsabilità. Mi associo al suo auspicio: deve essere l'ultima volta che il Parlamento si occupa di questi problemi. Sono problemi degli enti locali, del governatore - ma preferisco chiamarlo presidente - Bassolino, dei sindaci e dei Presidenti che non partecipano a questa emergenza. Speriamo che i cittadini se ne accorgano. La politica dei rifiuti devono farla gli enti locali. Basta commissariamenti; cerchiamo di offrire una soluzione vera e di ridare dignità a tutti quei cittadini campani onesti che lavorano e pagano le tasse! (Applausi dai Gruppi UDC e FI).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al senatore Tecce, voglio ricordare all'Aula che ieri abbiamo comunicato che in chiusura procederemo al voto segreto sulla reiterazione delle dimissioni presentate dalla senatrice Magnolfi. Dopo l'intervento del senatore Tecce e prima della chiusura della seduta provvederemo a questo adempimento.

È iscritto a parlare il senatore Tecce. Ne ha facoltà.

TECCE (RC-SE). Signor Presidente, è evidente che la conversione in legge di un decreto, che ha come oggetto misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti, parte da un dato oggettivo che ha illustrato molto bene il relatore, presidente Sodano: l'emergenza c'è. Sicché, francamente, qualche battuta sul tema, che sarebbe stato meglio un ruolo diretto delle istituzioni o una maggiore programmazione, bisogna evitarla come battuta superficiale, se non si va - come bene ha fatto il senatore Sodano - a ricostruire la storia e i problemi. Infatti, ricostruendo la storia e i problemi vedremo anche le responsabilità.

C'è un dato oggettivo che il senatore Sodano ha ricordato: dopo oltre dieci anni da quando fu varato il vecchio piano - per pura cronaca, fu varato dall'allora presidente della Giunta regionale, senatore Rastrelli - è un dato che quel piano, portato avanti certamente anche dalla successiva Giunta di Bassolino, non ha funzionato e un gestore - ne ha parlato il collega che mi ha preceduto - quale la FIBE (che non è una società locale napoletana, ma l'unione di grandi gruppi italiani e stranieri, il cui protagonista si chiama Impregilo) ha lavorato malissimo, con sospetti che non io, ma la Commissione d'inchiesta nella passata legislatura ha evidenziato, creando un'emergenza sanitaria, ambientale e di ordine pubblico. Non facciamo allora facili demagogie sull'ordinario che noi vogliamo, insieme ad altri e più di altri, come parte politica, sul ruolo degli enti locali e sulla programmazione del ciclo dei rifiuti.

Anch'io mi associo al ringraziamento a tutta la Commissione ambiente del Senato, maggioranza e opposizione, per il buon lavoro svolto e permettetemi di ringraziare il presidente, senatore Sodano.

A mio avviso, nel decreto ci sono quattro novità. In primo luogo vi è l'annullamento di una procedura di gara ambigua che rischia di perpetrare un'altra gara ambigua di cui ancora paghiamo gli effetti e la delega al commissario a individuare soluzioni idonee per lo smaltimento dei rifiuti e delle ecoballe, anche eventualmente con affidamenti diretti - sottolineo - a società diverse da quelle oggi attive e che gestiscono il servizio.

La seconda novità è la grande attenzione alla raccolta differenziata che -aggiungo - la Commissione, con gli emendamenti opportuni, intende ulteriormente valorizzare.

La terza novità è un principio importante: l'informazione dei cittadini. Badate, è inutile dar luogo a strane polemiche, seppur giuste, sul fatto che poi, alla fine, sono i cittadini a pagare anche l'aumento dei costi causati da una cattiva gestione. Non v'è dubbio che, in riferimento alla Carta di Aalborg, l'informazione e la partecipazione siano il principale antidoto ai rischi evidenziati.

La quarta novità è l'utilizzo della struttura operativa nazionale della protezione civile. Anche qui, rispetto agli altri commissariamenti (prima ai Presidenti delle Regioni, poi al prefetto Catenacci), questa sinergia tra struttura commissariale e nazionale dalla protezione civile, a nostro avviso, è importante, anche nel sottolineato rapporto con gli enti locali e con la Regione, per definire i piani della raccolta differenziata e - perché non dirlo - per avviare la preparazione da parte degli enti locali e della Regione di un nuovo piano.

È questo il primo obiettivo cui, come forza politica, lavoreremo a livello nazionale e locale. Perciò, anche il monitoraggio previsto dal decreto e la commissione di esperti sono fatti utili. Il tutto - voglio ricordarlo - con invarianza di spesa, perché la scelta che finora, a mio avviso, non ha trovato sufficiente attenzione in quest'Aula è quella di ridurre il personale dell'attuale organico del commissariato e di riorganizzare anche i tre sub-commissari ad invarianza di spesa (riducendo il personale).

Il secondo aspetto importante è il principio in base al quale i Comuni, attraverso le tariffe (mi preoccupo anch'io, in virtù degli anni in cui sono stato amministratore comunale), paghino la gestione del servizio, contribuendo così, tramite la responsabilizzazione, alla necessaria riduzione dei costi.

Voglio affermarlo senza enfasi: il decreto in esame è sicuramente emergenziale (ho iniziato il mio intervento con tale banale e tautologica considerazione), ma pone davvero le premesse per uscire dall'emergenza e - come diceva la senatrice De Petris - sicuramente... (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Colleghi, il senatore Tecce è aiutato - fortunato lui! - da un tono di voce che si fa ascoltare comunque, ma, vi prego, cercate di contenere il brusìo. Prego, senatore Tecce.

 

TECCE (RC-SE). E sicuramente - dicevo - lavoreremo perché sia l'ultima volta al dicembre del 2007.

Vorrei fare tre brevi riflessioni conclusive.

In primo luogo, se non guardassimo alla situazione precedente, non capiremmo questa storia, in cui - sia chiaro - sicuramente tutte le parti politiche, anche chi governa attualmente la Regione e i Comuni (quindi, in questo caso, il centro‑sinistra), hanno evidenti responsabilità. Perché tacere - e lo dico in quanto ho fatto parte dall'amministrazione comunale di Napoli per anni - che le discariche, prima del 1994, erano tutte in mano alla criminalità? Da ciò nacque la riflessione - come ha ricordato il senatore Sodano - sul ciclo integrato, sulla trasferenza, sulla termodistruzione e sulla raccolta differenziata. Non capiremmo la situazione attuale se non vedessimo qual era quella precedente.

In secondo luogo, oltre a parlare dei limiti della Regione, della Provincia e dei Comuni, guardiamo - come ho già ricordato - alla responsabilità della FIBE e, soprattutto, poniamoci il problema di com'è stato possibile pensare che un privato potesse individuare i siti e costruire gli impianti, senza nessun rapporto con la programmazione e con i cittadini.

In terzo luogo, credo che la relazione del senatore Sodano abbia messo in evidenza un aspetto importante, cioè la raccolta differenziata, rispetto al quale vanno sicuramente individuati strumenti e misure più forti per costringere commissariato, Regione e Comune a superare la scandalosa media del dieci per cento precedentemente richiamata.

Gli enti locali campani - lo ricordava il collega Viespoli, che è stato sindaco di Benevento - certamente, pur avendo tutti qualche responsabilità in tale vicenda, lavorano in condizioni più difficili di quelli del Centro-Nord (ha ragione il collega Viespoli, lo ribadisco). Vi è, infatti, una contraddizione fra risorse del territorio ed intellettuali (chiamiamole risorse oggettive ed economiche, sociali ed occupazionali), molto limitate; i tagli che la legge finanziaria attualmente in esame determinerà per gli enti locali la renderanno ancora più complessa.

Concludendo, mi permetto di segnalare l'importanza degli emendamenti presentati, che vanno nella direzione di aumentare la raccolta differenziata, di permettere ai Comuni che subiranno i tagli di accendere mutui per poter uscire dalla situazione debitoria, di pagare - responsabilizzando così i cittadini circa la necessità di un vero ciclo integrato - e di voltare la pagina.

Perciò, abbiamo espresso, con tutte le difficoltà del caso, il nostro assenso al decreto in esame; perciò rivolgiamo un ringraziamento alla Commissione; perciò, anche noi, esprimiamo fiducia nei confronti del commissario Bertolaso, soprattutto per la citata esigenza di coinvolgere le strutture operative nazionali della protezione civile.

Esprimiamo fiducia che questo Parlamento riesca a monitorare e a vigilare, affinché, nel tempo previsto da quest'ultimo commissariamento, enti locali, Regione e tecnici giungano a porre le condizioni di una nuova responsabilità delle popolazioni meridionali nella risoluzione di questo problema. (Applausi dal Gruppo RC-SE. Congratulazioni).

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare alla votazione sulle dimissioni presentate dalla senatrice Beatrice Magnolfi.

SCHIFANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCHIFANI (FI). Signor Presidente, mi sembra che la votazione era stata fissata a fine seduta; allora, dopo la votazione la seduta sarà tolta.

 

PRESIDENTE. Il termine della seduta ufficialmente è previsto alle ore 13. Dopo la votazione, chiuderò dunque la seduta.

 

SCHIFANI (FI). Vorrei comprendere le motivazioni per cui la seduta viene sospesa con dieci minuti di anticipo.

PRESIDENTE. Ho altri iscritti a parlare nella discussione generale; avevamo stabilito che la votazione si sarebbe svolta a conclusione della seduta, e non volevo costringere il Senato a lavorare un quarto d'ora in più. Comunque, andiamo avanti, accetto il rilievo del senatore Schifani. C'è tempo per un intervento.

È iscritto a parlare il senatore Coronella. Ne ha facoltà.

CORONELLA (AN). Signor Presidente, mi ero rassegnato a intervenire oggi pomeriggio, ma prendo volentieri la parola.

E' stato ricordato come noi del centro-destra abbiamo affrontato l'esame di questo provvedimento con grande senso di responsabilità, per cercare di dare soluzione ad una questione che riteniamo spinosa; tuttavia, non possiamo sostenere un provvedimento che, secondo noi, lascia ancora aperti diversi nodi e non risolve il problema dell'emergenza. Molti di noi che veniamo dalla passata legislatura sappiamo bene che il Governo Berlusconi per ben due volte si è occupato della Campania e lo ha fatto con quella correttezza istituzionale che coinvolgeva gli enti territoriali, segnatamente la Regione.

Abbiamo l'impressione che con questo provvedimento il Governo abbia scaricato la Regione Campania, abbandonando i cittadini - lo voglio ricordare: sei milioni di cittadini - al loro destino sulla vicenda dei rifiuti. Tale vicenda - voglio rispondere al collega Sodano - ha delle responsabilità precise: secondo me, è sbagliato parlare di dodici anni nei quali si sono avvicendati Governi di centro-destra e di centro-sinistra, come da qualcuno è stato detto. Secondo me, non facciamo un buon servizio nel dirlo e, in proposito, vorrei invitare i colleghi a leggere la relazione conclusiva presentata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ove sono elencate le molte responsabilità.

Allo stesso modo, devo ricordare a quest'Aula le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal commissario Bertolaso e quello che ha detto a noi in una recente missione a Napoli. Bertolaso ha affermato: la mia è una battaglia contro i mulini a vento. Non riesco a trovare interlocutori, anzi vi è uno scaricabarile nei confronti del Commissariato. Ho l'impressione che qui in Campania non vi sia la volontà di risolvere il problema.

Siamo profondamente preoccupati per la situazione che si è creata in Campania. Sottoscrivo in pieno quanto dichiarato dal collega e amico Viespoli. Aggiungo, però, che in Campania vi è un'emergenza politica che va affrontata. Ci sono tutti gli ingredienti a giustificazione della mia affermazione. Per questo il Gruppo cui appartengo ha presentato degli emendamenti al provvedimento in esame.

Con il decreto 30 novembre 2005, n. 245, del Governo Berlusconi abbiamo inteso affrontare il problema e tentare di instaurare un dialogo costruttivo tra le istituzioni. Non solo abbiamo previsto uno stanziamento di 85 milioni di euro, ma istituendo la Consulta istituzionale regionale, alla quale dovevano aderire i Presidenti delle Province e il Presidente della Regione per individuare i siti, abbiamo creato lo spazio e lo strumento per far dialogare le istituzioni locali.

Oggi con questo decreto si dimostra la presa d'atto di una situazione difficile. Non viene stanziato alcunché, anzi si lasciano i cittadini in balìa di loro stessi. Quale cittadino, signor Presidente, che non riceve un servizio è contento di pagare una tariffa per un'attività che è tutt'altro che attendibile? Teoricamente, il commissario può portare i rifiuti sulla Luna e il cittadino è costretto a pagare il costo del trasporto e dello smaltimento.

Ovviamente, mi riservo di intervenire nel corso dell'esame degli emendamenti che abbiamo presentato a testimonianza del grande senso di responsabilità che abbiamo assunto su questa materia. Al momento, non possiamo che annunciare il nostro fermo voto contrario sul provvedimento. (Applausi dai Gruppi AN, FI, UDC, LNP e DC-PRI-IND-MPA. Congratulazioni).

PRESIDENTE. Rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

 

Allegato B

 

Testo integrale dell'intervento del senatore Morra nella discussione generale sul disegno di legge n. 1069

Signor Presidente, signor Sottosegretario, colleghi senatori,

Penso che l'occasione fornita al Governo e al Parlamento della sostituzione del prefetto Catenacci, dimissionario da Commissario delegato per l'emergenza rifiuti Campania sia l'ultima occasione, in ordine temporale e pertanto la più colpevole, per marcare, attraverso il provvedimento che oggi siamo chiamati a convertire, una discontinuità rispetto a quelle che sono state le politiche gestionali in materia di rifiuti negli ultimi dodici anni.

Politiche gestionali, vorrei ricordarlo, quelle degli ultimi anni straordinarie di tipo commissariale.

É mancato, signor Sottosegretario, a questo Governo il coraggio per avviare, in una fase lo riconosciamo difficile, una fase che qualcuno ha definito giustamente di "emergenza nella emergenza", contestualmente alla nomina del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti, l'uscita in modo chiaro ed irreversibile dalla gestione straordinaria commissariale.

Gestione straordinaria commissariale caratterizzata molto spesso da sprechi, inefficienza, poco trasparenza. Gestione straordinaria che ci viene dal lontano 1994.

L'11 febbraio 1994 è, infatti, la data della prima ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri che delegava il prefetto di Napoli quale Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania.

Dodici anni di gestione straordinaria commissariale che coincidono con dodici anni di fallimento in materia di gestione di rifiuti.

Onorevoli colleghi, dodici anni di fallimento, se è vero come è vero che nulla è cambiato rispetto al 1994 se non la massa di rifiuti che oggi invadono le strade della Campania.

Oggi giacciono sulle strade della Campania 38.000 tonnellate di rifiuti, senza considerare la comparsa di un nuovo tipo di rifiuto, il rifiuto "nobile" catalogato come ecoballe stoccato nei vari capannoni di produzione di CDR e in discariche a cielo aperto per un ammontare di oltre 4 milioni di ecoballe che con la gestione ordinaria sarebbero smaltite solo fra più di 30 anni.

Nulla è cambiato rispetto al 1994 nemmeno per quello che riguarda le politiche di smaltimento.

Politica della discarica, quella portata avanti nella prima emergenza nel 1994, quando si affermava che l'unica risposta possibile era la razionalizzazione dello sversamento in discarica attraverso il controllo di quelle esistenti e l'individuazione di ulteriori siti per realizzarne delle nuove.

Politica della discarica portata avanti oggi, in quanto unica politica possibile, atteso il sostanziale fallimento di tutti i programmi di gestione integrata dei rifiuti messi in atto dalle varie gestioni commissariali a partire dal piano del luglio 1997 per finire al piano regionale adottato dal commissario Bassolino, presidente della Regione Campania dell'epoca, il 30 settembre 2002.

Tutto come il 1994, quindi, salvo la realizzazione di sette impianti di produzione CDR (combustibile da rifiuto), da bruciare in termovalorizzatori per la trasformazione in energia elettrica.

Termovalorizzatori che dovevano chiudere il ciclo e che non ci sono.

Non sono stati realizzati per la protesta delle popolazioni, dice qualcuno.

Per la protesta delle popolazioni e per qualche cosa di altro, aggiungiamo noi.

Ma il programma per lo smaltimento integrato dei rifiuti non è saltato, secondo noi, soltanto per la mancata realizzazione dei termovalorizzatori né per la sfasatura temporale, fra i tempi di realizzazione degli impianti di CDR e quello della realizzazione, in corso, dell'unico termovalorizzatore in costruzione (Acerra), ritardo che sta appesantendo oltre misura il funzionamento degli impianti di CDR.

Il programma è saltato essenzialmente perché la tecnologia dell'impiantistica di cui al programma del ciclo integrato è obsoleta, e questo era stato evidenziato sin dalla fase di aggiudicazione.

Purtroppo la verità non si dice mai tutta e non si dice mai in una unica soluzione.

Gli impianti di CDR non producono combustibile con potere calorifico tale da poter essere bruciato nei termovalorizzatori per produrre energia elettrica. Gli impianti di CDR producono invece qualche cosa di molto simile al "rifiuto solido tal quale" ancorché confezionato in balle, le famigerate ecoballe. E questo ritengo non soltanto per il cattivo funzionamento della raccolta differenziata, ferma oggi in Campania all'11 per cento contro il 35 per cento imposto dalle norme.

Raccolta differenziata che meriterebbe un capitolo a parte per gli sprechi che l'hanno accompagnata e che gravano ancor oggi sulla cittadinanza campana atteso che la copertura di questo decreto dovrebbe trovare riscontro nella tariffa per lo smaltimento.

D'altra parte, che le nostre osservazioni, relative alla qualità del CDR non siano lontane dal vero, lo conferma non solo l'indagine della magistratura in corso ma anche il Governo, quando all'articolo 3, comma 2, prevedendo lo smaltimento delle ecoballe in cave dismesse, conferma tutti i dubbi relativi alla utilizzabilità a fini energetici del CDR prodotto.

Ed allora, allora siamo al punto di partenza.

Nel frattempo sono stati bruciati, secondo dati fermi al 12 marzo 2004, 897.000.000,00 di euro.

Di chi la colpa?

Senza andare a ricercare colpe specifiche ritengo di poter affermare in questa Aula che ci sia stato un abuso dello strumento del commissariamento e un uso distorto dello stesso per quanto attiene le funzioni ad esso attribuite.

Non si può commissariare per un tempo illimitato e per la totalità delle funzioni che attengono lo smaltimento dei rifiuti.

Dodici anni che hanno finito con il provocare una crescente deresponsabilizzazione del territorio.

Deresponsabilizzazione delle istituzioni, degli enti deputati alla gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti, Regione, Province, Comuni. Ma più in generale la deresponsabilizzazione ha finito con il coinvolgere la classe dirigente politica della Regione Campania.

Deresponsabilizzazione territoriale che ha favorito le attività della mafia e della camorra interessate alla gestioni dei rifiuti.

È un dato, signor Presidente, che sotto la gestione commissariale le attività del malaffare e relative alla gestione dei rifiuti abbiano fatto registrare un notevole incremento.

Ecco perché riteniamo che questo decreto, nell'indicare il dottor Bertolaso Commissario delegato alla gestione emergenza rifiuti, nomina che condividiamo per le qualità del manager e per l'esperienza che accompagna tale nomina, doveva prefigurare in maniera chiara una via di uscita dalla emergenza e dalla gestione commissariale.

Non basta solo imporre una data alle attività commissariali, lo dico ai colleghi della Commissione ambiente che hanno stabilito, emendando il decreto del Governo, un termine per la chiusura della gestione commissariale.

A quel limite temporale, non accompagnato da una soluzione ponte, seguirà una ulteriore proroga.

E la soluzione ponte non poteva non passare attraverso il coinvolgimento diretto del territorio.

Ecco perché siamo contrari a quella parte del decreto-legge in esame, articolo 5, comma 5, ove si prevede l'azzeramento delle competenze in testa a sindaci, Presidenti di Provincia ed il loro trasferimento il testa al commissario.

Non è così che si guida il passaggio dalla gestione straordinaria alla gestione ordinaria.

Il superamento dell'emergenza e della relativa gestione commissariale è un fatto essenzialmente culturale e politico e pertanto non può prescindere dal territorio.

Che senso ha allora invocare la solidarietà nazionale per un territorio completamente deresponsabilizzato e che il decreto vuole mantenere tale?

In tali condizioni penso sia una invocazione velleitaria.

A meno che il decreto non si riferisca alla solidarietà forzosa, a quella solidarietà imposta che un po' tutte le gestioni commissariali hanno praticato quando si è trattato di realizzare discariche a confine, come per esempio, con la Regione Puglia.

A questo proposito vorrei ricordare all'Aula che una delle più grandi discariche realizzate in Campania, se non la più grande, quella di "Difesa Grande" in agro di Ariano Irpino (AV), ai fini degli effetti incide molto più sul territorio pugliese, essendo posta a solo qualche chilometro dal centro abitato di Monteleone di Puglia (FG) che non sull'abitato di Ariano Irpino (AV) distante più di qualche decina di chilometri.

Così come da ricordare il tentativo, speriamo scongiurato, di realizzare a pochi chilometri da "Difesa Grande" una nuova discarica per fos e sovvalli in agro di Savignano Irpino (AV) ma più vicina al centro abitato di Panni (FG).

Per questo ultimo motivo, per scongiurare in futuro solidarietà imposte, ho presentato un emendamento in Aula, che mi auguro che il Parlamento voglia approvare, con il quale si prevede che il Commissario delegato, nel caso che le discariche siano situate in Campania, ad una distanza inferiore a 10 chilometri dal confine con altre Regioni, adotti ogni provvedimento di concerto con i Presidenti delle Regioni confinanti.

Sen. morra


SENATO DELLA REPUBBLICA

                                       XIV LEGISLATURA                    

68ª SEDUTA PUBBLICA

             

 

 

 

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

MERCOLEDI’ 8 NOVEMBRE 2006

(Pomeridiana)

                       

Presidenza del vice presidente BACCINI,

indi del vice presidente CALDEROLI

e del vice presidente ANGIUS

 

 

 

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democrazia Cristiana-Partito repubblicano italiano-Indipendenti-Movimento per l'Autonomia: DC-PRI-IND-MPA; Forza Italia: FI; Insieme con l'Unione Verdi-Comunisti Italiani: IU-Verdi-Com; Lega Nord Padania: LNP; L'Ulivo: Ulivo; Per le Autonomie: Aut; Rifondazione Comunista-Sinistra Europea: RC-SE; Unione dei Democraticicristiani e di Centro (UDC): UDC; Misto: Misto; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-Italiani nel mondo: Misto-Inm; Misto-L'Italia di mezzo: Misto-Idm; Misto-Partito Democratico Meridionale (PDM): Misto-PDM;Misto-Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.

_________________

 


RESOCONTO STENOGRAFICO

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Relazione orale) (ore 16,36)

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1069.

Ricordo che nella seduta antimeridiana il relatore ha svolto la relazione orale ed ha avuto inizio la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Matteoli. Ne ha facoltà.                                                      

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, onorevoli senatori, rappresentanti del Governo, quando la Regione Campania presentò, a cavallo degli anni 1994-1995, il piano di smaltimento dei rifiuti... (Brusìo).

PRESIDENTE. Mi scusi per l'interruzione, senatore Matteoli. Prego i colleghi di prendere posto in Aula.

MATTEOLI (AN). ...quel piano fu considerato dall'allora direttore generale del Ministero dell'ambiente talmente valido da dover essere addirittura esportato nelle altre Regioni.

Proprio per evitare equivoci, non ascrivo alcun merito ai Governi di centro-destra perché quando fu presentato il piano era in carica il Governo Dini e dunque certamente non un Governo di centro-destra.

Ebbene, bisogna chiedersi oggi perché quello che era considerato un ottimo piano da coloro che se ne intendono non ha funzionato ed è stato un totale fallimento.

La prima considerazione da fare è la seguente: il piano in questione prevedeva per lo smaltimento dei rifiuti, al termine del ciclo, la realizzazione di due termovalorizzatori per bruciare il CDR e produrre energia. Questi due termovalorizzatori non sono stati realizzati e la costruzione degli stessi è iniziata, circa un anno fa, grazie all'intervento dell'allora Ministro dell'interno che faceva accompagnare gli operai, le maestranze, che dovevano realizzarli dai carabinieri o dagli agenti di pubblica sicurezza.

La seconda considerazione che voglio fare è che il commissariamento avvenne nella prima fase, non solo in Campania ma anche nelle altre Regioni, nominando commissari i prefetti: ebbene, il fallimento fu totale. Chi governava allora pensò, dunque, di non rivolgersi più ad alti funzionari dello Stato, ma di commissariare facendo ricorso alla politica, quindi con i presidenti delle Regioni o comunque con delegati dei presidenti delle Regioni. Anche in quel caso, il fallimento fu totale.

Vi sono responsabilità nazionali? Certamente vi sono, perchè quando non si è risolto un problema vuol dire che i Governi di centro-sinistra e di centro-destra che hanno attraversato questo ultimo decennio non hanno trovato una soluzione e quindi possono avere delle responsabilità; ma, in larga parte, le responsabilità sono della Regione Campania, che dopo aver ottenuto centinaia di miliardi per smaltire i rifiuti ha fatto sì che nelle strade della Campania i cumuli di spazzatura arrivasse spesso anche ai primi piani. E se qualcosa deve essere rimproverato ai politici nazionali, è sicuramente il non essere stati capaci di convincere i cittadini in buona fede che la realizzazione dei termovalorizzatori era l'unico mezzo per poter risolvere il problema.

I termovalorizzatori non sono stati realizzati perché lo smaltimento dei rifiuti in Campania in larga parte è gestito, direttamente o indirettamente, dalla criminalità organizzata che vuole mantenere lo status quo perché mantenendolo continua ad arricchirsi, come ha fatto in questi ultimi dieci anni. C'è stata omertà da parte di alcuni cittadini? Io non generalizzo, ma certamente ci sono alcuni che hanno fatto finta di non vedere, di non sentire e soprattutto di non parlare.

Il Consiglio dei ministri ha deciso di presentare questo decreto‑legge e di proporre al Parlamento la nomina, come commissario straordinario, del dottor Guido Bertolaso: io sono tra coloro che ha apprezzato l'iniziativa del Governo e l'individuazione di Guido Bertolaso come commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania. Ci aspettavamo, però, che all'interno del provvedimento si fosse deciso di mettere in condizione Guido Bertolaso di poter veramente intervenire, inserendo una cifra da poter spendere: ebbene, ciò non è accaduto. Quando poi il decreto-legge è arrivato nelle Aule parlamentari si è fatto qualcosa di peggio, perché sono stati presentati emendamenti che mirano a far pagare ai cittadini, attraverso la tariffa, lo smaltimento dei rifiuti.

Io non mi rivolgo alle forze politiche, né ai partiti o ai Gruppi che in qualche modo le rappresentano; mi voglio rivolgere a quei colleghi senatori che sanno che in questi ultimi dieci anni sono stati inviati verso la Campania centinaia di miliardi per lo smaltimento dei rifiuti e, non essendosi risolto il problema, si ricorre nuovamente ai cittadini per far pagare loro, attraverso la tariffa, lo smaltimento dei rifiuti. Ma questi cittadini campani quante volte devono pagarne lo smaltimento? (Applausi dal Gruppo AN). Lo pagano attraverso le tasse e ora si trovano a pagarlo ulteriormente attraverso la tariffa.

Da parte del Gruppo di Alleanza Nazionale c'è la massima disponibilità e la massima responsabilità; sappiamo perfettamente che il problema esiste, sappiamo anche che il precedente prefetto Catenacci ha lavorato cercando, anche con forza, di trovare soluzioni. Le soluzioni non sono state trovate, perché ha trovato sempre un impatto attraverso la Regione, attraverso le istituzioni regionali. Noi chiediamo che il Governo, attraverso questo decreto, metta a disposizione le risorse necessarie per effettuare veramente lo smaltimento dei rifiuti in Campania, senza ricorrere al soccorso di altre Regioni o inviando i rifiuti verso la Germania, com'è accaduto più volte.

Ma ci devono essere le risorse. Non è nemmeno concepibile - circola questa voce, voglio sperare che non sia vera - che si trovino le risorse fino al 31 dicembre, poi si farebbe approvare un ordine del giorno. Questo è assolutamente inaccettabile per il Gruppo di Alleanza Nazionale.

Noi siamo disponibili ed abbiamo apprezzato la scelta di Bertolaso, perché con la Protezione civile si ha alle spalle una struttura molto forte; quindi, Bertolaso va benissimo, però ho letto anche le dichiarazioni dello stesso dottor Bertolaso, il quale ha affermato che, se non ci sono risorse, si dimetterà. Non è assolutamente pensabile di risolvere il problema senza adeguate risorse.

Sono oggi presenti esponenti autorevoli del Governo; ci facciano sapere quanti soldi sono disposti a prevedere in questo decreto e, un secondo dopo, avranno l'approvazione del Gruppo di Alleanza Nazionale. (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. Pregherei i colleghi di prendere posto, perché è difficile intervenire in una situazione del genere.

È iscritto a parlare il senatore Pontone. Ne ha facoltà.

PONTONE (AN). Signor Presidente, colleghi senatori, sono napoletano e, come tale, avrei gradito parlare delle bellezze di Napoli, del suo mare, del suo bel clima, dei suoi castelli, delle sue biblioteche, della sua università, della sua storia millenaria e della sua civiltà.

Invece, oggi si parla e si sente parlare di violenza, di camorra, di morti e, infine, di rifiuti, che ammorbano l'aria e costituiscono un pericolo per tutti gli abitanti di questa nobile città. Guardando la realtà, mi sento mortificato di dover parlare in quest'Aula e davanti a tutta la Nazione della grave quanto insostenibile condizione in cui versa oggi Napoli; e questo nonostante i miliardi che Regione, Province e Comuni campani hanno sperperato e non hanno saputo amministrare, con la conseguenza che non sono stati capaci di tutelare neppure la salute dei loro cittadini.

Com'è possibile che l'ordinario prelievo dei rifiuti e il loro necessario trattamento sia stato normale nel corso degli anni, senza stati e momenti di emergenza? Com'è possibile che in 12 anni la situazione sia precipitata, passando via via nelle mani di diversi commissari straordinari, per giungere ora ad un risultato fallimentare, ad uno stadio di emergenza nazionale, tanto da dover ricorrere al capo del Dipartimento della protezione civile, dottor Bertolaso? Dopo tanto clamore e molteplici polemiche... (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Ha ragione, senatore Pontone, e le chiedo scusa. Prego i colleghi senatori di ascoltare. C'è un brusìo inaccettabile; è veramente difficile parlare in questo contesto.

Prego, senatore Pontone.

 

PONTONE (AN). Dopo tanto clamore e molteplici polemiche, è stato ora emanato un ennesimo decreto, nato insufficiente, debole, senza coperture finanziarie e, in più, addirittura incostituzionale. Ora è il momento di fare sul serio e di arrivare ad un piano che liberi ed estirpi questo problema che affligge Napoli.

Signori della maggioranza, il commissario Bertolaso vi ha avvertito: se il decreto‑legge in discussione in Parlamento non conterrà poteri e strumenti necessari per fare un buon lavoro, sarà costretto a dimettersi. Non è possibile che un commissario... (Brusìo in Aula. Richiami del Presidente).

 

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore Pontone: prego i colleghi che sono nell'emiciclo di prendere posto. Senatore Saporito, presidente Matteoli, senatore D'Alì, vi prego di prendere posto e di abbassare il volume della conversazione tra di voi, altrimenti è difficile parlare in questo contesto. Prego, senatore Pontone, prosegua.

 

PONTONE (AN). Non è possibile che un commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania non abbia i poteri e gli strumenti idonei per risolvere il problema una volta e per sempre: il dottor Bertolaso ha detto apertamente che questa è l'emergenza più difficile che ha dovuto affrontare da quando ricopre la carica di commissario della Protezione Civile.

Questo decreto, così come si prospetta, è quasi una camicia di forza che si vuole imporre al commissario Bertolaso senza dargli gli strumenti necessari per la soluzione del problema. Come ho già detto, c'é l'incapacità degli amministratori campani, di Regione, Provincia e Comuni, che non hanno saputo svolgere i loro compiti e oggi vogliono scaricare completamente sulla Protezione Civile questa loro responsabilità. È strano che tutti quelli che hanno sempre ostacolato la costruzione dei termovalorizzatori... (Brusìo. Richiami del Presidente).

 

PRESIDENTE. Colleghi vi prego, non siamo al mercato. Vi prego di usare attenzione a chi parla; sono stato costretto a fare già tre richiami. Gli argomenti sono importanti: chi vuole parlare d'altro, può accomodarsi fuori, altrimenti è veramente impossibile governare l'Aula.

Prego, senatore Pontone, le chiedo scusa a nome dei colleghi.

 

PONTONE (AN). È strano che tutti quelli che hanno sempre ostacolato la costruzione dei termovalorizzatori fino ad aizzare la gente per impedirne la realizzazione, oggi che sono al Governo ne vogliano la costruzione.

Signori della maggioranza, Napoli, la mia Napoli, sicuramente non può morire e non morrà per colpa vostra. (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. La ringrazio senatore Pontone, anche per le difficoltà nelle quali è intervenuto.

È iscritto a parlare il senatore Giuliano. Ne ha facoltà.

GIULIANO (FI). Signor Presidente, ancora una volta quest'Aula si trova ad esaminare un provvedimento che riguarda l'emergenza rifiuti in Campania. Allora, una riflessione è doverosa per individuare le responsabilità che ci sono state in questa che è stata definita una vergogna nazionale, altrimenti non acquisiremmo esperienza dal passato e non potremmo adottare gli opportuni provvedimenti.

Ebbene, basta riguardare il piano così come era stato formato per individuare il dilettantismo con il quale è stata affrontata la questione. Un sistema montuoso fatto di CDR, incapace anche di essere bruciato, senza pensare al termovalorizzatore, vale a dire alla fase finale necessaria per consumare tutto ciò che viene raccolto e viene prodotto. Ma, soprattutto, in questo periodo c'è stata un'inefficienza, un clientelismo, una scandalosa gestione del commissariato, che pure non è cosa nuova. Già nel 2001 la Corte dei conti l'aveva sottolineato con parole dure, con rilievi che erano indicativi di un certo tipo di gestione: in modo particolare, aveva sottolineato l'inefficienza organizzativa di quella gestione, con costi elevati e scarsa produttività complessiva, senza alcun intervento di raccolta differenziata e alcuna messa in sicurezza delle discariche abusive.

Oltre ai rilievi della Corte dei conti, c'é stata anche una recente inchiesta dell'Ispettorato del Ministero delle finanze; il dottor Natale Monsurrò ha sottolineato come la struttura addirittura operava senza un bilancio di previsione di entrata e di spesa e ha indicato anche alcuni casi veramente scandalosi: la costituzione della società PAN fatta insieme ad una società di informatica con 100 dipendenti, addirittura con compensi che fanno tremare le vene ai polsi, relativi alla costituzione di una società presieduta dal dottor Riccardo Di Palma, compensato con 400.000 euro senza che nulla avesse dimostrato di aver fatto in quel frattempo.

Sono elementi che emergono da atti ufficiali, sui quali mai si è intervenuto e dei quali mai si è preso atto con responsabilità. Ma il fatto eclatante, signor Presidente, è la famosa assunzione nel 2001, vale a dire alla vigilia di un appuntamento elettorale, di ben 2.314 LSU a tempo indeterminato, per un costo di 55 milioni di euro annui.

Di questa gestione scandalosa, il maggiore responsabile politico non può che essere indicato nel Presidente della Regione Campania che, proprio nel momento più importante, in cui si organizzava quel fenomeno, ha avuto quella responsabilità così alta, ma anche nella relazione presentata dalla Commissione di indagine sui rifiuti, dove sono stati segnalati casi vergognosi: terreni che passano di mano in una sola giornata da 4 a 5 persone, con un aumento di prezzi stipulati dalla stessa persona nei confronti della stessa società e presso lo stesso notaio. Pare vi siano ben 40 procedimenti penali e che 14 magistrati si interessino della vicenda. Ma a tutt'oggi non abbiamo ancora visto l'esito di nessuna indagine, nonostante i fatti eclatanti, di sì importante malcostume e clientelismo.

Proprio in questo momento, signor Presidente, è arrivato un comunicato stampa da parte del commissario Bertolaso che ha minacciato le proprie dimissioni, denunziando in maniera chiara e precisa le responsabilità degli enti locali, che sinora nulla hanno fatto verso questo fenomeno. Inoltre, è stato fatto un paragone rispetto al passato e alle precedenti emergenze, in modo particolare rispetto a quella denunciata dalla sinistra del momento, a proposito del terremoto di più di 20 anni fa. Questa è maggiore, più grave e, nei confronti di questa emergenza, anche lo stesso Bertolaso si dichiara impotente ed incapace di potere intervenire con efficacia e con efficienza.

Quali i rimedi? Innanzitutto, la individuazione della responsabilità di coloro i quali volevano contrabbandarci un drammatico quanto ridicolo Rinascimento e la voglia forte di tornare ad una normalità per cancellare quella che è stata giustamente definita una vergogna nazionale.

Quali i criteri? Lo abbiamo detto e più volte sottolineato. Innanzitutto, la provincializzazione dei rifiuti: ciascuna Provincia deve raccogliere e smaltire i rifiuti che produce. Soprattutto si sente la necessità di una responsabilizzazione e di un coinvolgimento degli enti locali, in modo particolare dei Comuni e delle Province che sinora si sono sottratti a quel compito, anche se indotti da una gestione che operava un vero e proprio terrorismo ecologico, imponendo contratti, ditte e situazioni che non fanno onore né alla trasparenza né alla legalità. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Coronella).

 

PRESIDENTE. Prego i colleghi di evitare il brusìo perché è veramente impossibile parlare in questo contesto. Prego i senatori presenti nell'emiciclo di prendere posto.

Presidente Calderoli, colleghi, vi prego: ci sono altri interventi ed anche per una forma di rispetto per quest'Aula e per chi parla è opportuno ascoltare i colleghi.

È iscritto a parlare il senatore D'Alì. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, il Gruppo Forza Italia, in Commissione, nell'esprimere il voto sul mandato al relatore, ha espresso un voto di astensione per alcuni motivi che succintamente riepilogo: alcuni sono stati illustrati dai colleghi intervenuti durante la discussione generale e riflettono le responsabilità di una vicenda assai triste per l'intera Nazione, quale quella dell'emergenza rifiuti in Campania. Condivido interamente il contenuto dell'intervento dei colleghi Giuliano e Morra.

Vi è di più. Noi esprimeremo un voto di astensione perché, in realtà, non comprendiamo alcuni passaggi del decreto-legge in esame. Riteniamo che il commissariamento sia un passaggio ineludibile per mettere un po' di ordine nella vicenda. Poi, però, a parte la concitazione e la confusione del Governo e della maggioranza nell'elaborare un possibile testo definitivo del decreto-legge, alcuni punti ci preoccupano fortemente. Essi riguardano principalmente i meccanismi di copertura del decreto-legge.

Innanzitutto, vorrei che tanto il Governo quanto il Presidente della 5a Commissione permanente mi chiarissero un punto del provvedimento in esame, a mio giudizio nuovo rispetto all'intero ordinamento giuridico. Mi riferisco alla tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania. A lume delle mie conoscenze, signor Presidente, onorevoli colleghi (mi spiace che in questo momento molti senatori siano impegnati in conciliaboli vari), non esiste una tariffa regionale di smaltimento dei rifiuti. Infatti, tutto ciò che concerne lo smaltimento dei rifiuti è devoluto alla competenza degli enti locali ed, in particolare, dei Comuni.

Nonvorrei dunque che il comma 6 dell'articolo 5 del decreto-legge in esame, poi ripreso da un emendamento della Commissione elaborato sul testo definito dalla 5a Commissione permanente, sottintendesse la volontà di inserire una nuova forma di tariffazione dello smaltimento dei rifiuti effettuata su base regionale. Ciò sarebbe, innanzi tutto, un'innovazione ed un ulteriore aggravio, cioè l'introduzione di una nuova forma di aggravio nei confronti dei cittadini, e poi sarebbe una colossale violazione del Titolo V della Costituzione che riserva agli enti locali competenza e pari dignità in alcune materie specifiche. Come è noto, tra queste, una funzione fondamentale dei Comuni è quella relativa alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.

Quindi, il Governo e la 5a Commissione permanente devono rassicurarci sul significato della dizione "tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania": per rassicurarci realmente devono eliminarla dal dettato sia del decreto-legge che di eventuali emendamenti. Infatti, resteremmo fortemente preoccupati e contrari ad ogni forma, anche surrettizia, di introduzione di nuove tassazioni e vessazioni del cittadino campano, che è già sufficientemente provato dall'inefficienza dei servizi locali che hanno provveduto al servizio di smaltimento dei rifiuti su quel territorio.

Ancora di più, con un subemendamento abbiamoproposto di definire con certezza le risorse da affidare al commissario straordinario. (Brusìo. Richiami del Presidente). Signor Presidente, le chiedo scusa, ma non sono nelle condizioni di proseguire il mio intervento.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa io, senatore D'Alì, perché lei ha perfettamente ragione.

Onorevoli colleghi, vi prego di fare silenzio. Chiunque voglia parlare si può accomodare fuori dall'emiciclo e dall'Aula, altrimenti è difficile sviluppare un intervento. Senatore Casson, senatore Stanca, vi prego di fare silenzio.

Invito tutti i colleghi ad accomodarsi. Peraltro, più di un senatore ha interrotto il proprio intervento perché impossibilitato a continuare.

Prego, senatore D'Alì, prosegua pure il suo intervento.

D'ALI' (FI). La ringrazio, signor Presidente.

Vi è di più. Uno degli opportuni interventi effettuati in Commissione è stato quello di definire lo spazio temporale del commissariamento, che il decreto del Governo ha lasciato senza alcun margine o limite. La Commissione ha individuato lo spazio temporale nel limite massimo del 31 dicembre 2007; di conseguenza, il Governo ha l'obbligo di indicare le risorse che metterà a disposizione del commissario straordinario da oggi a quella data.

Tali risorse sono facilmente quantificabili, anche sulla base delle esperienze precedenti (per quanto queste non abbiano portato a soluzione definitiva del problema). Il Governo Berlusconi, per un analogo periodo di tempo, ha messo a disposizione del commissario straordinario 80 milioni di euro.

Richiediamo allora che il Governo da oggi sino al 31 dicembre 2007 metta a disposizione quantomeno la stessa cifra, eliminando completamente la possibilità, anche se interpretativa e surrettizia, di introdurre una nuova tariffa di smaltimento dei rifiuti su base regionale, che, ripeto, non solo è pericolosa per i cittadini della Campania, ma è assolutamente contraria al dettato del Titolo V della Costituzione. (Applausi dai Gruppi FI e AN). Stiamo attenti a questo aspetto.

Nel ribadire pertanto la posizione di assoluta preoccupazione del Gruppo di Forza Italia, preannuncio che valuteremo l'atteggiamento da assumere su questo decreto al termine della discussione sugli emendamenti e quando il Governo avrà fornito i chiarimenti da noi richiesti. (Applausi dai Gruppi FI e AN).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Zanone. Ne ha facoltà.

 

ZANONE (Ulivo). Signor Presidente, signori senatori, nel motivare il voto favorevole del Gruppo dell'Ulivo alla conversione in legge del decreto-legge, la franchezza mi obbliga a non tacere il senso di sproporzione che si avverte dalla lettura del provvedimento.

Tra il provvedimento e la gravità della situazione che si cerca di fronteggiare c'è una sproporzione che si può leggere già nel titolo, nel senso che il ricorso alla decretazione è giustificato in nome dell'emergenza ma il contenuto del decreto non basta affatto ad uscirne. Ciò non vale solo per la copertura dei costi, che la tariffa regionale non basterebbe sicuramente a compensare, e che ora vedo da un emendamento della Commissione sarà affidata ai fondi di dotazione del commissario, ma per considerazioni più ampie che cercherò di presentare in breve.

La necessità del decreto è fuori discussione e non manca neppure qualche elemento di utilità di cui vorrei parlare fra poco. In premessa, dopo gli esiti infausti delle precedenti gestioni commissariali è senz'altro utile la chiamata in campo del Servizio nazionale di protezione civile e la nomina a commissario del capo del servizio Guido Bertolaso, funzionario che ha dimostrato nelle circostanze più difficili la capacità di servire lo Stato e i cittadini nelle operazioni di prima linea. Mi sembra che su questo siamo tutti d'accordo. Tanto basta di fronte alla somma urgenza delle cose per votare la conversione in legge del decreto ma con l'amara cognizione che ciò non basterà affatto ad uscire dall'emergenza.

Signor Presidente, fra le anomalie del caso italiano ci sono gli ossimori delle emergenze eterne. Quella dei rifiuti in Campania decorre ufficialmente dal 1994, come ci ha ricordato stamane il relatore, ed è appunto un'emergenza eterna di strade ingombre di rifiuti fino al rischio per la salute pubblica, in un'area fra le più sovraffollate di Europa e fra le poche d'Italia ad alta densità di popolazione infantile.

Un'emergenza eterna di discariche, per lo più fuori norma, dove razzola di tutto, soprattutto la malavita. Un'emergenza eterna di termovalorizzatori, localizzati progettati e non costruiti, e di rivolte popolari che occupano strade e ferrovie per protestare non contro i cumuli di immondizie, ma contro gli impianti che sarebbero necessari per rimuoverli.

Posso rivendicare qualche precedente in proposito soltanto per ammettere una sconfitta. Anni fa provai ad occuparmi, quale privato cittadino del Nord, del degrado ambientale dei Campi Flegrei e del litorale domiziano, un patrimonio storico, culturale e naturale unico al mondo, tappa obbligata del grand tour italiano dei viaggiatori europei del Settecento, che versava - l'uso del tempo passato è sbagliato per ottimismo - in condizioni tali di dissesto ecologico da indurmi, già negli anni Ottanta, quando mi riuscì di firmare la legge istitutiva del Ministero dell'ambiente, a individuare la zona flegrea e il basso Volturno come una delle aree a più alto rischio ecologico cui applicare le misure straordinarie istituite da quella legge.

Quando qualche anno fa tornai ad occuparmene, due parlamentari napoletani - l'onorevole Gerardo Bianco, alla Camera e il professor Fulvio Tessitore, qui al Senato - se ne fecero portavoce con un allarmato articolo sul quotidiano «Il Mattino». Sono passati altri tre o quattro anni e la questione rimane agli onori delle cronache non solo italiane, ma internazionali. La stampa estera commenta con sarcasmo le spedizioni ferroviarie dei rifiuti napoletani in varie parti d'Italia e d'Europa al non modico costo - si legge adesso nella relazione al decreto - di 140 euro per tonnellata.

La Campania produce circa 7.200 tonnellate di rifiuti al giorno: uno spreco enorme di denaro pubblico, un'enorme assurdità ecologica. È perciò desolante, anche se a breve inevitabile, leggere nel decreto la previsione secondo cui una parte non precisata dei rifiuti prodotti in Campania continuerà ad essere trasferita fuori Regione. Si tratta, ripeto, di una parte che non viene precisata perché per trasferirli tutti si spenderebbe, come si è visto, la bellezza di un milione al giorno.

Quale contributo porta dunque il decreto, che indichi almeno un percorso per venire fuori dall'eterna emergenza? A mio avviso il solo efficace, oltre agli interventi immediati di somma urgenza, è l'insieme di misure per la raccolta differenziata, che in Campania segna, sia pure con qualche eccezione meritoria, indici fra i più bassi in Italia: poco più del 10 per cento rispetto alla soglia di norma del 35.

Sul punto, in effetti, nel decreto qualcosa di utile c'è: c'è la nomina di un subcommissario con l'incarico specifico di promuovere e coordinare la raccolta differenziata; c'è la possibilità di nominare commissari ad acta nei Comuni inadempienti; e, soprattutto, è sperabile che si applichi alle campagne per la raccolta differenziata l'articolo 2 del decreto, che dispone il programma di informazione e partecipazione dei cittadini, perché la raccolta differenziata, che è la prima misura fondamentale per una gestione razionale del ciclo, dipende tutta dal civismo della popolazione e quindi richiede davvero una campagna di educazione ambientale nelle scuole, nelle associazioni locali, nelle comunità di vicinato.

Se questo è l'elemento del decreto più promettente per uscire dall'emergenza, il limite più grave consiste, a mio avviso, nel silenzio sulla chiusura del ciclo, ossia sull'individuazione definitiva dei siti e delle costruzioni di impianti per il recupero energetico dei rifiuti non riciclabili. Il decreto non dice nulla in proposito, ma dalle notizie che circolano - perché si sa o si pensa di sapere - è emerso che dei siti a suo tempo individuati non ne sopravvivano ormai più di un paio e che dei termovalorizzatori in costruzione ve ne sia soltanto uno, che sarà idoneo a bruciare in un anno 650.000 tonnellate di rifiuti, quanta la Campania ne produce in meno di tre mesi, mentre un secondo termovalorizzatore, nel casertano, pare che i macchinari siano stati acquistati da anni e restino nei depositi dei venditori in attesa di costruzione dell'impianto.

Quindi, di fronte allo spreco finanziario della spedizione fuori Regione e all'assoluta insufficienza degli impianti di incenerimento, anche nel futuro di medio termine, il decreto ripiega sulla riapertura delle discariche che - si legge nella relazione, con riferimento all'articolo 5 - «allo stato attuale, rappresentano l'unica valida soluzione in grado di superare temporaneamente la fase di vera e propria emergenza ambientale».

Le discariche della Campania sono oggetto di decine di provvedimenti giudiziari di validità ambientale quantomeno discutibile, mentre indiscutibile è purtroppo la connessione fra i depositi illegali in discariche non controllate e i profitti della camorra.

A questo riguardo, un elemento utile viene non dal decreto, ma dal patto per la sicurezza di Napoli e Provincia, che dovrebbe essere sottoscritto - credo oggi o domani - dal Governo e dai poteri locali: il patto aumenta di trenta unità l'organico del reparto territoriale dei Carabinieri di Castello di Cisterna e aggiunge altri venti carabinieri al nucleo operativo ecologico per contribuire alle indagini oggetto di annose inchieste parlamentari mai concluse.

Chi, come me, voterà per la conversione in legge del decreto non può certamente illudersi che questo basti ad uscire dall'emergenza eterna e ad avviare la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania verso la normalità: ci si arriverà soltanto quando si riuscirà ad affermare un principio elementare di gestione ecologica talmente semplice che non occorre, per motivarlo, scomodare i sommi princìpi di sostenibilità affermati nella Carta di Aalborg, cui fa appello l'articolo 2 del decreto.

Non occorre essere degli specialisti in materia di sostenibilità ambientale per rendersi conto che ogni territorio deve farsi carico di smaltire i rifiuti che produce, anziché accatastarli in balle plastificate sui frutteti di Aversa, in attesa di spedirli per ferrovia.

C'è in gestazione da anni una legge regionale in materia; c'è o c'era il piano dei termovalorizzatori, che funzionano egregiamente in tutta Europa e che non possono essere oggetto di anatema in nome della sindrome Nimby che, in questo caso, non serve neppure a proteggere il cortile di casa; e, sugli illeciti, c'è la Gazzetta Ufficiale del 3 novembre (ho concluso Presidente), che ha pubblicato la legge istitutiva della Commissione parlamentare d'inchiesta, erede anche quella di emergenze su cui si indaga fin dalla XII legislatura.

È lecito attendere che l'inchiesta parlamentare faccia pulizia nella materia ed io mi permetto di dire, concludendo, che lo scandalo civile e lo spreco finanziario non possono durare oltre, per non offendere oltre una città nobilissima ed una Regione che, nonostante i guasti cui è sottoposta, appartiene al patrimonio ambientale dell'umanità. (Applausi dai Gruppi Ulivo e IU-Verdi-Com).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ronchi. Ne ha facoltà.

RONCHI (Ulivo). Signor Presidente, intervengo per fare alcune precisazioni che ritengo utili al prosieguo dei nostri lavori.

Il collega D'Alì e, prima di lui, il collega Matteoli sollevavano il problema delle risorse disponibili che accompagnano questo provvedimento e richiamavano, in particolare, una critica a una tariffa di smaltimento di rifiuti di tipo regionale. Credo che questa interpretazione derivi da una formulazione non adeguata del testo approvato dalla Commissione: l'intenzione non era quella di istituire una tariffa regionale, ma di applicare la tariffa sui rifiuti, quindi la TARSU.

Si potrebbe benissimo sistemare la questione, perché non c'era alcuna intenzione di istituire una tariffa regionale per far fronte agli oneri. Del resto togliere ogni riferimento alla TARSU non è possibile, perché c'è un'attività ordinaria di gestione dei rifiuti in Campania che interferisce con l'attività del commissario, quindi i proventi della TARSU vanno citati, in quanto fanno parte delle misure necessarie e in atto.

Si aggiunge, nell'emendamento 5.100, approvato dalla Commissione: «nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato». Come i colleghi già sanno, in Commissione, il Governo ha individuato una disponibilità finanziaria che riguarderebbe questi due mesi del 2006; la difficoltà contabile è impegnare risorse sull'esercizio 2007 mentre è in corso la sessione di bilancio.

Io credo, però, che l'impegno politico, che potrebbe essere formalizzato dall'Aula, è di coprire questi due mesi grosso modo secondo la cadenza delle quote individuate anche dall'opposizione e poi impegnarsi, per la parte restante, ad individuare le risorse nell'ambito dei fondi della Protezione civile per le emergenze straordinarie, risorse che ci sono e che vanno incrementate. Contabilmente, credo, non è possibile trovare altra soluzione, ma l'accordo della Commissione e del rappresentante del Governo in Commissione era di individuare questa copertura aggiuntiva grosso modo nella misura in cui veniva stimata, cioè in circa 80 milioni di euro.

Ripeto: il problema è che noi non siamo in grado. Credo sia così, a meno che qualcuno non riesca a trovare una soluzione. Siamo in grado di coprire due mesi a chiusura dell'esercizio 2006, e poi bisogna poi individuare le risorse con la nuova legge finanziaria, essendo aperta la sessione di bilancio, impegnabili per l'anno 2007. Questa è la differenza rispetto al precedente decreto che, invece, esso non interveniva durante la sessione di bilancio.

 

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, vorrei solamente riconfermare il lavoro fin qui svolto e il dibattito che ha avuto luogo in quest'Aula, nonostante alcuni degli interventi abbiano puntato a una critica delle amministrazioni. Credo tuttavia che sia un sentimento diffuso, in considerazione del fatto che, se dopo dodici anni si è ancora in stato di emergenza, è chiaro che vi è una responsabilità collettiva delle amministrazioni che si sono succedute.

Non mi soffermo - com'era mia intenzione - sul tema testé ripreso dal senatore Ronchi. Assumo quindi ciò che egli ha detto, con l'impegno che nell'esame degli emendamenti, quando arriveremo al punto che individua il finanziamento degli investimenti previsti, troveremo anche la copertura che stamattina il Governo in Commissione si è impegnato a recuperare e, con un emendamento presentato in Aula, sarà data risposta alle sollecitazioni dei colleghi.

Oggi abbiamo un'esigenza. Anch'io - come i colleghi - ho letto le dichiarazioni del commissario, dottor Bertolaso, in cui esprimeva preoccupazione in merito alla conversione del decreto-legge al nostro esame. È evidente che il lavoro che abbiamo svolto in considerazione della difficoltà estrema che vive la Regione Campania tiene conto anche delle aspettative che chi è chiamato a tale compito nutre nella conversione del decreto-legge in discussione.

Ritengo che alcuni degli emendamenti, condivisi anche dall'opposizione (lo vedremo quando passeremo al loro esame e, speriamo, alla loro approvazione) vadano nella direzione di fornire strumenti, risorse e tempi certi rispetto alla fuoriuscita dalla gestione commissariale e soprattutto dall'emergenza drammatica che ancora in queste ore vive tutta la Regione Campania.

Concludo ringraziando il collega Libé e ricordando ciò che ha affermato stamattina da parlamentare non campano: il problema dell'emergenza campana è ormai un'emergenza nazionale. È con questo spirito che dobbiamo affrontare il prosieguo della discussione in quest'Aula.

 

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, onorevoli senatori, svolgerò un intervento molto breve, a conclusione della discussione odierna sul decreto-legge relativo all'emergenza nel settore rifiuti in Campania, partendo innanzitutto dalla necessità di dare atto a tutti i Gruppi della maggioranza e dell'opposizione dell'atteggiamento costruttivo di cui hanno dato finora prova per consentire l'iter parlamentare del decreto e il suo approdo in Aula nei termini fissati dal calendario dell'Assemblea e della disponibilità che si è appalesata, nonostante qualche elemento di criticità, emerso nel dibattito, relativo soprattutto al rapporto tra le necessità finanziarie che un'emergenza quale quella dei rifiuti nella Regione Campania manifesta e le disponibilità che è possibile assicurare a sostegno dell'azione del commissario.

Desidero soltanto ricordare, come hanno già fatto tutti i senatori intervenuti, che questo decreto si colloca a dodici anni dall'avvio delle operazioni di emergenza nella Regione Campania e devo dire che, man mano che si è andati avanti, la situazione si è ulteriormente complicata.

Con questo decreto il Governo ha dovuto fare una scelta più forte delle precedenti, decidendo di nominare commissario per l'emergenza il Capo del Dipartimento della protezione civile. Sono lieto che questa decisione del Governo (che è un po' il cardine del decreto perché poi su questa scelta è costruito l'impianto del decreto stesso) sia stata salutata con favore da tutti i rappresentanti dei Gruppi intervenuti nel dibattito, oltre che dall'opinione pubblica, non solo perché la persona scelta ha dato buona, anzi ottima prova di sé in tante circostanze e di fronte a tante emergenze nelle quali il Paese si è imbattuto, ma soprattutto perché la formula di collegare l'intervento del commissario alla struttura e alle risorse ordinariamente a disposizione della Protezione civile ci pone nella condizione di rendere comunque più efficace l'azione del commissario per l'emergenza rifiuti in Campania.

Ciò non è sfuggito alla maggior parte degli intervenuti, così come non è sfuggito loro che ci troviamo di fronte ad una situazione di emergenza grave, che ha a che fare con tutto il ciclo dei rifiuti: direi dalla produzione dei rifiuti, dalla prima selezione, dalla raccolta, allo smaltimento, dal trasporto, alla destinazione finale dei rifiuti.

È tutto il ciclo dei rifiuti che è chiamato in causa in questa emergenza della Campania e che richiede un intervento forte da parte del commissario, ma anche, probabilmente, dei raccordi con la politica ordinaria in materia, che bisogna assolutamente evidenziare nella prospettiva, peraltro, di una conclusione, rapida, nei limiti del possibile, della gestione commissariale.

Non c'è dubbio che una gestione commissariale così lunga descrive una situazione patologica, non esprime una situazione fisiologica. Noi dobbiamo riuscire a far sì che questa patologia, anche se ha dei segnali, delle caratteristiche di cronicità, non assuma segnali di incurabilità. Ecco la ragione per la quale noi pensiamo - ci siamo trovati tutti d'accordo nel dibattito in Commissione, oltre che in Aula - di dover raccordare le azioni straordinarie e di emergenza che il commissario deve compiere all'ordinario che si deve poter svolgere con l'aiuto, con la collaborazione, con il protagonismo diretto soprattutto degli enti locali, della Regione, dei Comuni, delle Province, che agiscono anche attraverso i consorzi, ma anche dei cittadini.

Il collega Ronchi sa, infatti, meglio di me che, perché un piano di raccolta differenziata dei rifiuti abbia successo, c'è la necessità, non solo di gestire bene il servizio di raccolta, ma anche di una convinzione diffusa da parte di tutti coloro che producono e smaltiscono rifiuti.

Gli elementi di criticità emersi sono stati corretti da numerosi emendamenti della Commissione ambiente, che nell'insieme hanno sicuramente migliorato il testo, anche sulla base di osservazioni pervenute dalla Commissione affari costituzionali e di osservazioni e condizioni pervenute dalla Commissione bilancio. Probabilmente avremmo tutti desiderato poter fare di più, ma non era questa la sede che consentiva di fare di più.

Invece, ci siamo poi tutti convinti che, oltre a prevedere l'utilizzazione di risorse indirette (ricordo che la Ragioneria, fino ad ora, aveva previsto come copertura del decreto uno schema di copertura che faceva riferimento a risorse indirette e al riguardo valgono le precisazioni di Ronchi che anch'io, come rappresentante del Governo, faccio mie, in modo che non ci siano equivoci, in ordine alla TARSU che si raccoglie nella Regione Campania e non, ad una tassa campana sulla raccolta dei rifiuti), fosse necessario poter mettere a disposizione del commissario, immediatamente, a partire da ora, anche un gruppo di risorse dirette.

Tali risorse ammontano a 20 milioni di euro e sono quelle che siamo riusciti a reperire in coda di anno finanziario e che sicuramente dovranno poi trovare nella legge finanziaria un ulteriore corrispondente impegno per far fronte alla prosecuzione del mandato del commissario che abbiamo tutti insieme convenuto debba finire il 31 dicembre 2007, noi ci auguriamo a completo superamento della situazione di emergenza rifiuti della Regione Campania.

Anche per questo, quindi, desidero esprimere un ringraziamento per la disponibilità e per la costruttività; rispetto poi ai quesiti posti dal relatore, che in particolare ringrazio, e in numerosi interventi della maggioranza e dell'opposizione, vorrei assicurare la disponibilità del Governo perché coerentemente si dia corso agli impegni che sono stati assunti in Commissione e che si assumono questa sera in quest'Aula. (Applausi della senatrice Soliani).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a dare lettura dei pareri espressi dalla 5a e dalla 1a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti.

 

MALAN, segretario. «La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, nonché i relativi emendamenti trasmessi, preso atto dei chiarimenti fomiti dal Governo, secondo cui:

- la possibilità di coinvolgere le amministrazioni pubbliche e le strutture del Servizio nazionale della protezione civile di cui al comma 2 dell'articolo 1, rientra già nella competenza ordinaria del Capo del Dipartimento della protezione civile, che riveste anche il ruolo di Commissario delegato;

- le misure volte all'informazione e alla partecipazione dei cittadini, ai sensi dell'articolo 2, rientrano tra le competenze ordinarie ed istituzionali del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui il Dipartimento della protezione civile già fornisce supporto e collaborazione;

rilevando tuttavia l'opportunità, al fine di garantire l'effettiva invarianza finanziaria del provvedimento, di riformulare il disposto normativo in coerenza con quanto rappresentato nella relazione tecnica e nei chiarimenti del Governo in merito alle modalità di copertura del provvedimento, precisando espressamente:

- in relazione all'articolo 1 del decreto-legge in conversione, che la riduzione dell'organico della struttura commissariale di cui al comma 4 deve riferirsi a posizioni effettivamente occupate e risultare contestuale ed equivalente finanziariamente alla nomina dei sub-commissari e all'istituzione della Commissione di cui al comma 3;

- che le attività di cui all'articolo 1, comma 2, e all'articolo 2, comma 1, devono comunque essere svolte senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;

- con riferimento all'articolo 4, che i relativi oneri sono a carico del Commissario delegato, nel limite delle risorse a tal fine disponibili;

- che gli oneri derivanti dagli interventi per l'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all'articolo 3, nonché quelli per la bonifica, messa in sicurezza e apertura delle discariche di cui all'articolo 5, sono posti a carico delle risorse rivenienti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania, nonché degli ulteriori fondi disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato,

esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta con le seguenti condizioni rese ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione:

a) che all'articolo 1, comma 2, siano aggiunte, in fine, le seguenti parole: «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»;

b) che al comma 4 del medesimo articolo 1, sia soppressa la parola: «successive» e che siano aggiunte, in fine, le seguenti: «, contestualmente alla nomina dei tre sub-commissari e all'istituzione della Commissione di cui al predetto comma 3, in modo da assicurare comunque la soppressione di un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario, tenuto anche conto di quanto previsto dall'articolo 29, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248»;

c) che all'articolo 2, comma 1, siano aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica»;

d) che all'articolo 4, dopo il comma 1, sia aggiunto, in fine, il seguente: «2. Gli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo sono posti a carico del Commissario delegato, nei limiti delle risorse a tal fine disponibili.»;

e) che all'articolo 5, il comma 6 sia sostituito dal seguente: «6. Agli oneri derivanti dall'attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all'articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza e apertura delle discariche di cui al presente articolo 5, si fa fronte nell'ambito delle risorse derivanti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania, nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato».

«La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo, ad eccezione delle proposte 1.11, 3.1, 1.13, 3.2, 5.0.2, 4.3, 5.1, 5.300, 5.7, 5.11, 5.26, 5.0.1, 6.2 e 7.20, sulle quali il parere è contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, nonché della proposta 5.9, sulla quale il parere è contrario. Formula infine parere non ostativo sui seguenti emendamenti, a condizione che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione:

a) all'emendamento 1.14, dopo le parole: «di due terzi» siano aggiunte, in fine, le seguenti: «e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica»;

b) all'emendamento x1.0.1, al comma 1 del capoverso «Art. 1-bis», dopo le parole: «ad adottare,» siano inserite le seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,»;

c) all'emendamento 2.1, dopo le parole: «Il Commissario delegato» siano inserite le seguenti: «,senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,»;

d) all'emendamento 4.7, dopo le parole: «I commissari ad acta definiscono,» siano inserite le seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,».

 

Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 17,33)

 

(Segue MALAN, segretario). «La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli ulteriori emendamenti e subemendamenti relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta sulla proposta 2.30, a condizione che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, all'ultimo periodo la parola: «possono» sia sostituita dalla seguente: «devono», nonché parere di nulla osta sull'emendamento 4.200, condizionato, ai sensi della medesima disposizione costituzionale, alla sostituzione, al comma 6, della parola: «possono» con la seguente: «devono».

Esprime, poi, parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sui subemendamenti 3.300/6, 5.120/1, 5.120/2 e 5.100/1, e parere di nulla osta sul subemendamento 4.200/1, a condizione che, ai sensi della citata norma costituzionale, dopo le parole: «I commissari ad acta definiscono,» siano inserite le seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,». Esprime, infine, parere di nulla osta sui restanti emendamenti e subemendamenti esaminati».

«La 1a Commissione permanente, esaminati gli emendamenti riferiti al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, i seguenti pareri:

- parere non ostativo sugli emendamenti 1.11 e 4.3, non essendovi ostacolo, sotto il profilo della costituzionalità, a precisare la fattispecie della grave violazione di legge con l'indicazione di una specifica omissione che dia luogo allo scioglimento del consiglio comunale o provinciale; si invita tuttavia a riformulare dette proposte nel senso di prevedere lo scioglimento dell'organo assembleare solo in ipotesi in cui vi sia una specifica riconducibilità dell'omissione alla responsabilità dell'organo collegiale del quale si prevede lo scioglimento;

- parere non ostativo sugli emendamenti 1.500, 5.15, 5.22 e 5.26, invitando tuttavia a una loro riformulazione nel senso di evitare di individuare nel Presidente della Regione l'organo deputato a esprimere l'intesa prevista, considerando maggiormente conforme all'ordinamento costituzionale demandare all'autonomia regionale l'individuazione dell'organo a ciò competente; si osserva inoltre che, pur essendo certamente conforme a Costituzione la previsione di intese, non deve intendersi che l'ordinamento costituzionale precluda l'esercizio del potere statale in materia, in assenza di una preventiva intesa, quando si verifichino situazioni di reale e grave emergenza, per fronteggiare le quali non sia possibile attendere l'acquisizione dell'intesa stessa;

- parere non ostativo sull'emendamento 5.0.1, invitando tuttavia a verificarne puntualmente la compatibilità con l'articolo 119, ultimo comma, della Costituzione;

- parere non ostativo sui restanti emendamenti».

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'ordine del giorno G.1, che s'intende illustrato e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo accoglie l'ordine del giorno G1.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1 non verrà posto in votazione.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, mi è giunta notizia della presentazione di un emendamento, credo a firma del relatore o del Governo, che dovrebbe aver assunto la numerazione 5.100 (testo 2) su cui, avendo rilievo finanziario, è necessario che la Commissione bilancio, non avendolo esaminato prima, esprima il parere di competenza.

Pertanto, signor Presidente, quando lei lo riterrà opportuno, bisognerebbe che io avessi il tempo di riunire almeno il Comitato pareri, perchè è un emendamento che ha un rilievo finanziario piuttosto significativo, per cui non posso dare il parere ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento.

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, l'emendamento è già stato trasmesso alla Commissione bilancio.

 

MORANDO. Io posso anche riunire il Comitato, ma prima è necessario che lei mi autorizzi a farlo.

PRESIDENTE. Senatore Morando, quanto tempo crede sia necessario per esaminare l'emendamento in questione?

MORANDO. Non più di un quarto d'ora, signor Presidente.

PRESIDENTE. In tal caso, propongo di illustrare gli emendamenti e di esprimere i pareri per poi eventualmente sospendere, se non ancora concluso l'esame da parte della Commissione bilancio.

 

MORANDO. Sono dunque autorizzato sin d'ora a riunire il Comitato pareri?

 

PRESIDENTE. È senz'altro autorizzato a farlo, senatore Morando.

 

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, credo che la riunione della Commissione bilancio per l'espressione dei pareri sia preliminare, quindi sarebbe opportuno sospendere subito i nostri lavori.

 

PRESIDENTE. Senatore Viespoli, procediamo solo all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 1; ove il lavoro della Commissione non fosse ancora concluso, non procederò ulteriormente finché non si sia proceduto a questa valutazione.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Relazione orale) (ore 16,36)

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1069.

Ricordo che nella seduta antimeridiana il relatore ha svolto la relazione orale ed ha avuto inizio la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Matteoli. Ne ha facoltà.

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, onorevoli senatori, rappresentanti del Governo, quando la Regione Campania presentò, a cavallo degli anni 1994-1995, il piano di smaltimento dei rifiuti... (Brusìo).

PRESIDENTE. Mi scusi per l'interruzione, senatore Matteoli. Prego i colleghi di prendere posto in Aula.

MATTEOLI (AN). ...quel piano fu considerato dall'allora direttore generale del Ministero dell'ambiente talmente valido da dover essere addirittura esportato nelle altre Regioni.

Proprio per evitare equivoci, non ascrivo alcun merito ai Governi di centro-destra perché quando fu presentato il piano era in carica il Governo Dini e dunque certamente non un Governo di centro-destra.

Ebbene, bisogna chiedersi oggi perché quello che era considerato un ottimo piano da coloro che se ne intendono non ha funzionato ed è stato un totale fallimento.

La prima considerazione da fare è la seguente: il piano in questione prevedeva per lo smaltimento dei rifiuti, al termine del ciclo, la realizzazione di due termovalorizzatori per bruciare il CDR e produrre energia. Questi due termovalorizzatori non sono stati realizzati e la costruzione degli stessi è iniziata, circa un anno fa, grazie all'intervento dell'allora Ministro dell'interno che faceva accompagnare gli operai, le maestranze, che dovevano realizzarli dai carabinieri o dagli agenti di pubblica sicurezza.

La seconda considerazione che voglio fare è che il commissariamento avvenne nella prima fase, non solo in Campania ma anche nelle altre Regioni, nominando commissari i prefetti: ebbene, il fallimento fu totale. Chi governava allora pensò, dunque, di non rivolgersi più ad alti funzionari dello Stato, ma di commissariare facendo ricorso alla politica, quindi con i presidenti delle Regioni o comunque con delegati dei presidenti delle Regioni. Anche in quel caso, il fallimento fu totale.

Vi sono responsabilità nazionali? Certamente vi sono, perchè quando non si è risolto un problema vuol dire che i Governi di centro-sinistra e di centro-destra che hanno attraversato questo ultimo decennio non hanno trovato una soluzione e quindi possono avere delle responsabilità; ma, in larga parte, le responsabilità sono della Regione Campania, che dopo aver ottenuto centinaia di miliardi per smaltire i rifiuti ha fatto sì che nelle strade della Campania i cumuli di spazzatura arrivasse spesso anche ai primi piani. E se qualcosa deve essere rimproverato ai politici nazionali, è sicuramente il non essere stati capaci di convincere i cittadini in buona fede che la realizzazione dei termovalorizzatori era l'unico mezzo per poter risolvere il problema.

I termovalorizzatori non sono stati realizzati perché lo smaltimento dei rifiuti in Campania in larga parte è gestito, direttamente o indirettamente, dalla criminalità organizzata che vuole mantenere lo status quo perché mantenendolo continua ad arricchirsi, come ha fatto in questi ultimi dieci anni. C'è stata omertà da parte di alcuni cittadini? Io non generalizzo, ma certamente ci sono alcuni che hanno fatto finta di non vedere, di non sentire e soprattutto di non parlare.

Il Consiglio dei ministri ha deciso di presentare questo decreto‑legge e di proporre al Parlamento la nomina, come commissario straordinario, del dottor Guido Bertolaso: io sono tra coloro che ha apprezzato l'iniziativa del Governo e l'individuazione di Guido Bertolaso come commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania. Ci aspettavamo, però, che all'interno del provvedimento si fosse deciso di mettere in condizione Guido Bertolaso di poter veramente intervenire, inserendo una cifra da poter spendere: ebbene, ciò non è accaduto. Quando poi il decreto-legge è arrivato nelle Aule parlamentari si è fatto qualcosa di peggio, perché sono stati presentati emendamenti che mirano a far pagare ai cittadini, attraverso la tariffa, lo smaltimento dei rifiuti.

Io non mi rivolgo alle forze politiche, né ai partiti o ai Gruppi che in qualche modo le rappresentano; mi voglio rivolgere a quei colleghi senatori che sanno che in questi ultimi dieci anni sono stati inviati verso la Campania centinaia di miliardi per lo smaltimento dei rifiuti e, non essendosi risolto il problema, si ricorre nuovamente ai cittadini per far pagare loro, attraverso la tariffa, lo smaltimento dei rifiuti. Ma questi cittadini campani quante volte devono pagarne lo smaltimento? (Applausi dal Gruppo AN). Lo pagano attraverso le tasse e ora si trovano a pagarlo ulteriormente attraverso la tariffa.

Da parte del Gruppo di Alleanza Nazionale c'è la massima disponibilità e la massima responsabilità; sappiamo perfettamente che il problema esiste, sappiamo anche che il precedente prefetto Catenacci ha lavorato cercando, anche con forza, di trovare soluzioni. Le soluzioni non sono state trovate, perché ha trovato sempre un impatto attraverso la Regione, attraverso le istituzioni regionali. Noi chiediamo che il Governo, attraverso questo decreto, metta a disposizione le risorse necessarie per effettuare veramente lo smaltimento dei rifiuti in Campania, senza ricorrere al soccorso di altre Regioni o inviando i rifiuti verso la Germania, com'è accaduto più volte.

Ma ci devono essere le risorse. Non è nemmeno concepibile - circola questa voce, voglio sperare che non sia vera - che si trovino le risorse fino al 31 dicembre, poi si farebbe approvare un ordine del giorno. Questo è assolutamente inaccettabile per il Gruppo di Alleanza Nazionale.

Noi siamo disponibili ed abbiamo apprezzato la scelta di Bertolaso, perché con la Protezione civile si ha alle spalle una struttura molto forte; quindi, Bertolaso va benissimo, però ho letto anche le dichiarazioni dello stesso dottor Bertolaso, il quale ha affermato che, se non ci sono risorse, si dimetterà. Non è assolutamente pensabile di risolvere il problema senza adeguate risorse.

Sono oggi presenti esponenti autorevoli del Governo; ci facciano sapere quanti soldi sono disposti a prevedere in questo decreto e, un secondo dopo, avranno l'approvazione del Gruppo di Alleanza Nazionale. (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. Pregherei i colleghi di prendere posto, perché è difficile intervenire in una situazione del genere.

È iscritto a parlare il senatore Pontone. Ne ha facoltà.

PONTONE (AN). Signor Presidente, colleghi senatori, sono napoletano e, come tale, avrei gradito parlare delle bellezze di Napoli, del suo mare, del suo bel clima, dei suoi castelli, delle sue biblioteche, della sua università, della sua storia millenaria e della sua civiltà.

Invece, oggi si parla e si sente parlare di violenza, di camorra, di morti e, infine, di rifiuti, che ammorbano l'aria e costituiscono un pericolo per tutti gli abitanti di questa nobile città. Guardando la realtà, mi sento mortificato di dover parlare in quest'Aula e davanti a tutta la Nazione della grave quanto insostenibile condizione in cui versa oggi Napoli; e questo nonostante i miliardi che Regione, Province e Comuni campani hanno sperperato e non hanno saputo amministrare, con la conseguenza che non sono stati capaci di tutelare neppure la salute dei loro cittadini.

Com'è possibile che l'ordinario prelievo dei rifiuti e il loro necessario trattamento sia stato normale nel corso degli anni, senza stati e momenti di emergenza? Com'è possibile che in 12 anni la situazione sia precipitata, passando via via nelle mani di diversi commissari straordinari, per giungere ora ad un risultato fallimentare, ad uno stadio di emergenza nazionale, tanto da dover ricorrere al capo del Dipartimento della protezione civile, dottor Bertolaso? Dopo tanto clamore e molteplici polemiche... (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Ha ragione, senatore Pontone, e le chiedo scusa. Prego i colleghi senatori di ascoltare. C'è un brusìo inaccettabile; è veramente difficile parlare in questo contesto.

Prego, senatore Pontone.

 

PONTONE (AN). Dopo tanto clamore e molteplici polemiche, è stato ora emanato un ennesimo decreto, nato insufficiente, debole, senza coperture finanziarie e, in più, addirittura incostituzionale. Ora è il momento di fare sul serio e di arrivare ad un piano che liberi ed estirpi questo problema che affligge Napoli.

Signori della maggioranza, il commissario Bertolaso vi ha avvertito: se il decreto‑legge in discussione in Parlamento non conterrà poteri e strumenti necessari per fare un buon lavoro, sarà costretto a dimettersi. Non è possibile che un commissario... (Brusìo in Aula. Richiami del Presidente).

 

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore Pontone: prego i colleghi che sono nell'emiciclo di prendere posto. Senatore Saporito, presidente Matteoli, senatore D'Alì, vi prego di prendere posto e di abbassare il volume della conversazione tra di voi, altrimenti è difficile parlare in questo contesto. Prego, senatore Pontone, prosegua.

 

PONTONE (AN). Non è possibile che un commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania non abbia i poteri e gli strumenti idonei per risolvere il problema una volta e per sempre: il dottor Bertolaso ha detto apertamente che questa è l'emergenza più difficile che ha dovuto affrontare da quando ricopre la carica di commissario della Protezione Civile.

Questo decreto, così come si prospetta, è quasi una camicia di forza che si vuole imporre al commissario Bertolaso senza dargli gli strumenti necessari per la soluzione del problema. Come ho già detto, c'é l'incapacità degli amministratori campani, di Regione, Provincia e Comuni, che non hanno saputo svolgere i loro compiti e oggi vogliono scaricare completamente sulla Protezione Civile questa loro responsabilità. È strano che tutti quelli che hanno sempre ostacolato la costruzione dei termovalorizzatori... (Brusìo. Richiami del Presidente).

 

PRESIDENTE. Colleghi vi prego, non siamo al mercato. Vi prego di usare attenzione a chi parla; sono stato costretto a fare già tre richiami. Gli argomenti sono importanti: chi vuole parlare d'altro, può accomodarsi fuori, altrimenti è veramente impossibile governare l'Aula.

Prego, senatore Pontone, le chiedo scusa a nome dei colleghi.

 

PONTONE (AN). È strano che tutti quelli che hanno sempre ostacolato la costruzione dei termovalorizzatori fino ad aizzare la gente per impedirne la realizzazione, oggi che sono al Governo ne vogliano la costruzione.

Signori della maggioranza, Napoli, la mia Napoli, sicuramente non può morire e non morrà per colpa vostra. (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. La ringrazio senatore Pontone, anche per le difficoltà nelle quali è intervenuto.

È iscritto a parlare il senatore Giuliano. Ne ha facoltà.

GIULIANO (FI). Signor Presidente, ancora una volta quest'Aula si trova ad esaminare un provvedimento che riguarda l'emergenza rifiuti in Campania. Allora, una riflessione è doverosa per individuare le responsabilità che ci sono state in questa che è stata definita una vergogna nazionale, altrimenti non acquisiremmo esperienza dal passato e non potremmo adottare gli opportuni provvedimenti.

Ebbene, basta riguardare il piano così come era stato formato per individuare il dilettantismo con il quale è stata affrontata la questione. Un sistema montuoso fatto di CDR, incapace anche di essere bruciato, senza pensare al termovalorizzatore, vale a dire alla fase finale necessaria per consumare tutto ciò che viene raccolto e viene prodotto. Ma, soprattutto, in questo periodo c'è stata un'inefficienza, un clientelismo, una scandalosa gestione del commissariato, che pure non è cosa nuova. Già nel 2001 la Corte dei conti l'aveva sottolineato con parole dure, con rilievi che erano indicativi di un certo tipo di gestione: in modo particolare, aveva sottolineato l'inefficienza organizzativa di quella gestione, con costi elevati e scarsa produttività complessiva, senza alcun intervento di raccolta differenziata e alcuna messa in sicurezza delle discariche abusive.

Oltre ai rilievi della Corte dei conti, c'é stata anche una recente inchiesta dell'Ispettorato del Ministero delle finanze; il dottor Natale Monsurrò ha sottolineato come la struttura addirittura operava senza un bilancio di previsione di entrata e di spesa e ha indicato anche alcuni casi veramente scandalosi: la costituzione della società PAN fatta insieme ad una società di informatica con 100 dipendenti, addirittura con compensi che fanno tremare le vene ai polsi, relativi alla costituzione di una società presieduta dal dottor Riccardo Di Palma, compensato con 400.000 euro senza che nulla avesse dimostrato di aver fatto in quel frattempo.

Sono elementi che emergono da atti ufficiali, sui quali mai si è intervenuto e dei quali mai si è preso atto con responsabilità. Ma il fatto eclatante, signor Presidente, è la famosa assunzione nel 2001, vale a dire alla vigilia di un appuntamento elettorale, di ben 2.314 LSU a tempo indeterminato, per un costo di 55 milioni di euro annui.

Di questa gestione scandalosa, il maggiore responsabile politico non può che essere indicato nel Presidente della Regione Campania che, proprio nel momento più importante, in cui si organizzava quel fenomeno, ha avuto quella responsabilità così alta, ma anche nella relazione presentata dalla Commissione di indagine sui rifiuti, dove sono stati segnalati casi vergognosi: terreni che passano di mano in una sola giornata da 4 a 5 persone, con un aumento di prezzi stipulati dalla stessa persona nei confronti della stessa società e presso lo stesso notaio. Pare vi siano ben 40 procedimenti penali e che 14 magistrati si interessino della vicenda. Ma a tutt'oggi non abbiamo ancora visto l'esito di nessuna indagine, nonostante i fatti eclatanti, di sì importante malcostume e clientelismo.

Proprio in questo momento, signor Presidente, è arrivato un comunicato stampa da parte del commissario Bertolaso che ha minacciato le proprie dimissioni, denunziando in maniera chiara e precisa le responsabilità degli enti locali, che sinora nulla hanno fatto verso questo fenomeno. Inoltre, è stato fatto un paragone rispetto al passato e alle precedenti emergenze, in modo particolare rispetto a quella denunciata dalla sinistra del momento, a proposito del terremoto di più di 20 anni fa. Questa è maggiore, più grave e, nei confronti di questa emergenza, anche lo stesso Bertolaso si dichiara impotente ed incapace di potere intervenire con efficacia e con efficienza.

Quali i rimedi? Innanzitutto, la individuazione della responsabilità di coloro i quali volevano contrabbandarci un drammatico quanto ridicolo Rinascimento e la voglia forte di tornare ad una normalità per cancellare quella che è stata giustamente definita una vergogna nazionale.

Quali i criteri? Lo abbiamo detto e più volte sottolineato. Innanzitutto, la provincializzazione dei rifiuti: ciascuna Provincia deve raccogliere e smaltire i rifiuti che produce. Soprattutto si sente la necessità di una responsabilizzazione e di un coinvolgimento degli enti locali, in modo particolare dei Comuni e delle Province che sinora si sono sottratti a quel compito, anche se indotti da una gestione che operava un vero e proprio terrorismo ecologico, imponendo contratti, ditte e situazioni che non fanno onore né alla trasparenza né alla legalità. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Coronella).

 

PRESIDENTE. Prego i colleghi di evitare il brusìo perché è veramente impossibile parlare in questo contesto. Prego i senatori presenti nell'emiciclo di prendere posto.

Presidente Calderoli, colleghi, vi prego: ci sono altri interventi ed anche per una forma di rispetto per quest'Aula e per chi parla è opportuno ascoltare i colleghi.

È iscritto a parlare il senatore D'Alì. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, il Gruppo Forza Italia, in Commissione, nell'esprimere il voto sul mandato al relatore, ha espresso un voto di astensione per alcuni motivi che succintamente riepilogo: alcuni sono stati illustrati dai colleghi intervenuti durante la discussione generale e riflettono le responsabilità di una vicenda assai triste per l'intera Nazione, quale quella dell'emergenza rifiuti in Campania. Condivido interamente il contenuto dell'intervento dei colleghi Giuliano e Morra.

Vi è di più. Noi esprimeremo un voto di astensione perché, in realtà, non comprendiamo alcuni passaggi del decreto-legge in esame. Riteniamo che il commissariamento sia un passaggio ineludibile per mettere un po' di ordine nella vicenda. Poi, però, a parte la concitazione e la confusione del Governo e della maggioranza nell'elaborare un possibile testo definitivo del decreto-legge, alcuni punti ci preoccupano fortemente. Essi riguardano principalmente i meccanismi di copertura del decreto-legge.

Innanzitutto, vorrei che tanto il Governo quanto il Presidente della 5a Commissione permanente mi chiarissero un punto del provvedimento in esame, a mio giudizio nuovo rispetto all'intero ordinamento giuridico. Mi riferisco alla tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania. A lume delle mie conoscenze, signor Presidente, onorevoli colleghi (mi spiace che in questo momento molti senatori siano impegnati in conciliaboli vari), non esiste una tariffa regionale di smaltimento dei rifiuti. Infatti, tutto ciò che concerne lo smaltimento dei rifiuti è devoluto alla competenza degli enti locali ed, in particolare, dei Comuni.

Nonvorrei dunque che il comma 6 dell'articolo 5 del decreto-legge in esame, poi ripreso da un emendamento della Commissione elaborato sul testo definito dalla 5a Commissione permanente, sottintendesse la volontà di inserire una nuova forma di tariffazione dello smaltimento dei rifiuti effettuata su base regionale. Ciò sarebbe, innanzi tutto, un'innovazione ed un ulteriore aggravio, cioè l'introduzione di una nuova forma di aggravio nei confronti dei cittadini, e poi sarebbe una colossale violazione del Titolo V della Costituzione che riserva agli enti locali competenza e pari dignità in alcune materie specifiche. Come è noto, tra queste, una funzione fondamentale dei Comuni è quella relativa alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.

Quindi, il Governo e la 5a Commissione permanente devono rassicurarci sul significato della dizione "tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania": per rassicurarci realmente devono eliminarla dal dettato sia del decreto-legge che di eventuali emendamenti. Infatti, resteremmo fortemente preoccupati e contrari ad ogni forma, anche surrettizia, di introduzione di nuove tassazioni e vessazioni del cittadino campano, che è già sufficientemente provato dall'inefficienza dei servizi locali che hanno provveduto al servizio di smaltimento dei rifiuti su quel territorio.

Ancora di più, con un subemendamento abbiamoproposto di definire con certezza le risorse da affidare al commissario straordinario. (Brusìo. Richiami del Presidente). Signor Presidente, le chiedo scusa, ma non sono nelle condizioni di proseguire il mio intervento.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa io, senatore D'Alì, perché lei ha perfettamente ragione.

Onorevoli colleghi, vi prego di fare silenzio. Chiunque voglia parlare si può accomodare fuori dall'emiciclo e dall'Aula, altrimenti è difficile sviluppare un intervento. Senatore Casson, senatore Stanca, vi prego di fare silenzio.

Invito tutti i colleghi ad accomodarsi. Peraltro, più di un senatore ha interrotto il proprio intervento perché impossibilitato a continuare.

Prego, senatore D'Alì, prosegua pure il suo intervento.

D'ALI' (FI). La ringrazio, signor Presidente.

Vi è di più. Uno degli opportuni interventi effettuati in Commissione è stato quello di definire lo spazio temporale del commissariamento, che il decreto del Governo ha lasciato senza alcun margine o limite. La Commissione ha individuato lo spazio temporale nel limite massimo del 31 dicembre 2007; di conseguenza, il Governo ha l'obbligo di indicare le risorse che metterà a disposizione del commissario straordinario da oggi a quella data.

Tali risorse sono facilmente quantificabili, anche sulla base delle esperienze precedenti (per quanto queste non abbiano portato a soluzione definitiva del problema). Il Governo Berlusconi, per un analogo periodo di tempo, ha messo a disposizione del commissario straordinario 80 milioni di euro.

Richiediamo allora che il Governo da oggi sino al 31 dicembre 2007 metta a disposizione quantomeno la stessa cifra, eliminando completamente la possibilità, anche se interpretativa e surrettizia, di introdurre una nuova tariffa di smaltimento dei rifiuti su base regionale, che, ripeto, non solo è pericolosa per i cittadini della Campania, ma è assolutamente contraria al dettato del Titolo V della Costituzione. (Applausi dai Gruppi FI e AN). Stiamo attenti a questo aspetto.

Nel ribadire pertanto la posizione di assoluta preoccupazione del Gruppo di Forza Italia, preannuncio che valuteremo l'atteggiamento da assumere su questo decreto al termine della discussione sugli emendamenti e quando il Governo avrà fornito i chiarimenti da noi richiesti. (Applausi dai Gruppi FI e AN).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Zanone. Ne ha facoltà.

 

ZANONE (Ulivo). Signor Presidente, signori senatori, nel motivare il voto favorevole del Gruppo dell'Ulivo alla conversione in legge del decreto-legge, la franchezza mi obbliga a non tacere il senso di sproporzione che si avverte dalla lettura del provvedimento.

Tra il provvedimento e la gravità della situazione che si cerca di fronteggiare c'è una sproporzione che si può leggere già nel titolo, nel senso che il ricorso alla decretazione è giustificato in nome dell'emergenza ma il contenuto del decreto non basta affatto ad uscirne. Ciò non vale solo per la copertura dei costi, che la tariffa regionale non basterebbe sicuramente a compensare, e che ora vedo da un emendamento della Commissione sarà affidata ai fondi di dotazione del commissario, ma per considerazioni più ampie che cercherò di presentare in breve.

La necessità del decreto è fuori discussione e non manca neppure qualche elemento di utilità di cui vorrei parlare fra poco. In premessa, dopo gli esiti infausti delle precedenti gestioni commissariali è senz'altro utile la chiamata in campo del Servizio nazionale di protezione civile e la nomina a commissario del capo del servizio Guido Bertolaso, funzionario che ha dimostrato nelle circostanze più difficili la capacità di servire lo Stato e i cittadini nelle operazioni di prima linea. Mi sembra che su questo siamo tutti d'accordo. Tanto basta di fronte alla somma urgenza delle cose per votare la conversione in legge del decreto ma con l'amara cognizione che ciò non basterà affatto ad uscire dall'emergenza.

Signor Presidente, fra le anomalie del caso italiano ci sono gli ossimori delle emergenze eterne. Quella dei rifiuti in Campania decorre ufficialmente dal 1994, come ci ha ricordato stamane il relatore, ed è appunto un'emergenza eterna di strade ingombre di rifiuti fino al rischio per la salute pubblica, in un'area fra le più sovraffollate di Europa e fra le poche d'Italia ad alta densità di popolazione infantile.

Un'emergenza eterna di discariche, per lo più fuori norma, dove razzola di tutto, soprattutto la malavita. Un'emergenza eterna di termovalorizzatori, localizzati progettati e non costruiti, e di rivolte popolari che occupano strade e ferrovie per protestare non contro i cumuli di immondizie, ma contro gli impianti che sarebbero necessari per rimuoverli.

Posso rivendicare qualche precedente in proposito soltanto per ammettere una sconfitta. Anni fa provai ad occuparmi, quale privato cittadino del Nord, del degrado ambientale dei Campi Flegrei e del litorale domiziano, un patrimonio storico, culturale e naturale unico al mondo, tappa obbligata del grand tour italiano dei viaggiatori europei del Settecento, che versava - l'uso del tempo passato è sbagliato per ottimismo - in condizioni tali di dissesto ecologico da indurmi, già negli anni Ottanta, quando mi riuscì di firmare la legge istitutiva del Ministero dell'ambiente, a individuare la zona flegrea e il basso Volturno come una delle aree a più alto rischio ecologico cui applicare le misure straordinarie istituite da quella legge.

Quando qualche anno fa tornai ad occuparmene, due parlamentari napoletani - l'onorevole Gerardo Bianco, alla Camera e il professor Fulvio Tessitore, qui al Senato - se ne fecero portavoce con un allarmato articolo sul quotidiano «Il Mattino». Sono passati altri tre o quattro anni e la questione rimane agli onori delle cronache non solo italiane, ma internazionali. La stampa estera commenta con sarcasmo le spedizioni ferroviarie dei rifiuti napoletani in varie parti d'Italia e d'Europa al non modico costo - si legge adesso nella relazione al decreto - di 140 euro per tonnellata.

La Campania produce circa 7.200 tonnellate di rifiuti al giorno: uno spreco enorme di denaro pubblico, un'enorme assurdità ecologica. È perciò desolante, anche se a breve inevitabile, leggere nel decreto la previsione secondo cui una parte non precisata dei rifiuti prodotti in Campania continuerà ad essere trasferita fuori Regione. Si tratta, ripeto, di una parte che non viene precisata perché per trasferirli tutti si spenderebbe, come si è visto, la bellezza di un milione al giorno.

Quale contributo porta dunque il decreto, che indichi almeno un percorso per venire fuori dall'eterna emergenza? A mio avviso il solo efficace, oltre agli interventi immediati di somma urgenza, è l'insieme di misure per la raccolta differenziata, che in Campania segna, sia pure con qualche eccezione meritoria, indici fra i più bassi in Italia: poco più del 10 per cento rispetto alla soglia di norma del 35.

Sul punto, in effetti, nel decreto qualcosa di utile c'è: c'è la nomina di un subcommissario con l'incarico specifico di promuovere e coordinare la raccolta differenziata; c'è la possibilità di nominare commissari ad acta nei Comuni inadempienti; e, soprattutto, è sperabile che si applichi alle campagne per la raccolta differenziata l'articolo 2 del decreto, che dispone il programma di informazione e partecipazione dei cittadini, perché la raccolta differenziata, che è la prima misura fondamentale per una gestione razionale del ciclo, dipende tutta dal civismo della popolazione e quindi richiede davvero una campagna di educazione ambientale nelle scuole, nelle associazioni locali, nelle comunità di vicinato.

Se questo è l'elemento del decreto più promettente per uscire dall'emergenza, il limite più grave consiste, a mio avviso, nel silenzio sulla chiusura del ciclo, ossia sull'individuazione definitiva dei siti e delle costruzioni di impianti per il recupero energetico dei rifiuti non riciclabili. Il decreto non dice nulla in proposito, ma dalle notizie che circolano - perché si sa o si pensa di sapere - è emerso che dei siti a suo tempo individuati non ne sopravvivano ormai più di un paio e che dei termovalorizzatori in costruzione ve ne sia soltanto uno, che sarà idoneo a bruciare in un anno 650.000 tonnellate di rifiuti, quanta la Campania ne produce in meno di tre mesi, mentre un secondo termovalorizzatore, nel casertano, pare che i macchinari siano stati acquistati da anni e restino nei depositi dei venditori in attesa di costruzione dell'impianto.

Quindi, di fronte allo spreco finanziario della spedizione fuori Regione e all'assoluta insufficienza degli impianti di incenerimento, anche nel futuro di medio termine, il decreto ripiega sulla riapertura delle discariche che - si legge nella relazione, con riferimento all'articolo 5 - «allo stato attuale, rappresentano l'unica valida soluzione in grado di superare temporaneamente la fase di vera e propria emergenza ambientale».

Le discariche della Campania sono oggetto di decine di provvedimenti giudiziari di validità ambientale quantomeno discutibile, mentre indiscutibile è purtroppo la connessione fra i depositi illegali in discariche non controllate e i profitti della camorra.

A questo riguardo, un elemento utile viene non dal decreto, ma dal patto per la sicurezza di Napoli e Provincia, che dovrebbe essere sottoscritto - credo oggi o domani - dal Governo e dai poteri locali: il patto aumenta di trenta unità l'organico del reparto territoriale dei Carabinieri di Castello di Cisterna e aggiunge altri venti carabinieri al nucleo operativo ecologico per contribuire alle indagini oggetto di annose inchieste parlamentari mai concluse.

Chi, come me, voterà per la conversione in legge del decreto non può certamente illudersi che questo basti ad uscire dall'emergenza eterna e ad avviare la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania verso la normalità: ci si arriverà soltanto quando si riuscirà ad affermare un principio elementare di gestione ecologica talmente semplice che non occorre, per motivarlo, scomodare i sommi princìpi di sostenibilità affermati nella Carta di Aalborg, cui fa appello l'articolo 2 del decreto.

Non occorre essere degli specialisti in materia di sostenibilità ambientale per rendersi conto che ogni territorio deve farsi carico di smaltire i rifiuti che produce, anziché accatastarli in balle plastificate sui frutteti di Aversa, in attesa di spedirli per ferrovia.

C'è in gestazione da anni una legge regionale in materia; c'è o c'era il piano dei termovalorizzatori, che funzionano egregiamente in tutta Europa e che non possono essere oggetto di anatema in nome della sindrome Nimby che, in questo caso, non serve neppure a proteggere il cortile di casa; e, sugli illeciti, c'è la Gazzetta Ufficiale del 3 novembre (ho concluso Presidente), che ha pubblicato la legge istitutiva della Commissione parlamentare d'inchiesta, erede anche quella di emergenze su cui si indaga fin dalla XII legislatura.

È lecito attendere che l'inchiesta parlamentare faccia pulizia nella materia ed io mi permetto di dire, concludendo, che lo scandalo civile e lo spreco finanziario non possono durare oltre, per non offendere oltre una città nobilissima ed una Regione che, nonostante i guasti cui è sottoposta, appartiene al patrimonio ambientale dell'umanità. (Applausi dai Gruppi Ulivo e IU-Verdi-Com).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ronchi. Ne ha facoltà.

 

RONCHI (Ulivo). Signor Presidente, intervengo per fare alcune precisazioni che ritengo utili al prosieguo dei nostri lavori.

Il collega D'Alì e, prima di lui, il collega Matteoli sollevavano il problema delle risorse disponibili che accompagnano questo provvedimento e richiamavano, in particolare, una critica a una tariffa di smaltimento di rifiuti di tipo regionale. Credo che questa interpretazione derivi da una formulazione non adeguata del testo approvato dalla Commissione: l'intenzione non era quella di istituire una tariffa regionale, ma di applicare la tariffa sui rifiuti, quindi la TARSU.

Si potrebbe benissimo sistemare la questione, perché non c'era alcuna intenzione di istituire una tariffa regionale per far fronte agli oneri. Del resto togliere ogni riferimento alla TARSU non è possibile, perché c'è un'attività ordinaria di gestione dei rifiuti in Campania che interferisce con l'attività del commissario, quindi i proventi della TARSU vanno citati, in quanto fanno parte delle misure necessarie e in atto.

Si aggiunge, nell'emendamento 5.100, approvato dalla Commissione: «nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato». Come i colleghi già sanno, in Commissione, il Governo ha individuato una disponibilità finanziaria che riguarderebbe questi due mesi del 2006; la difficoltà contabile è impegnare risorse sull'esercizio 2007 mentre è in corso la sessione di bilancio.

Io credo, però, che l'impegno politico, che potrebbe essere formalizzato dall'Aula, è di coprire questi due mesi grosso modo secondo la cadenza delle quote individuate anche dall'opposizione e poi impegnarsi, per la parte restante, ad individuare le risorse nell'ambito dei fondi della Protezione civile per le emergenze straordinarie, risorse che ci sono e che vanno incrementate. Contabilmente, credo, non è possibile trovare altra soluzione, ma l'accordo della Commissione e del rappresentante del Governo in Commissione era di individuare questa copertura aggiuntiva grosso modo nella misura in cui veniva stimata, cioè in circa 80 milioni di euro.

Ripeto: il problema è che noi non siamo in grado. Credo sia così, a meno che qualcuno non riesca a trovare una soluzione. Siamo in grado di coprire due mesi a chiusura dell'esercizio 2006, e poi bisogna poi individuare le risorse con la nuova legge finanziaria, essendo aperta la sessione di bilancio, impegnabili per l'anno 2007. Questa è la differenza rispetto al precedente decreto che, invece, esso non interveniva durante la sessione di bilancio.

 

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, vorrei solamente riconfermare il lavoro fin qui svolto e il dibattito che ha avuto luogo in quest'Aula, nonostante alcuni degli interventi abbiano puntato a una critica delle amministrazioni. Credo tuttavia che sia un sentimento diffuso, in considerazione del fatto che, se dopo dodici anni si è ancora in stato di emergenza, è chiaro che vi è una responsabilità collettiva delle amministrazioni che si sono succedute.

Non mi soffermo - com'era mia intenzione - sul tema testé ripreso dal senatore Ronchi. Assumo quindi ciò che egli ha detto, con l'impegno che nell'esame degli emendamenti, quando arriveremo al punto che individua il finanziamento degli investimenti previsti, troveremo anche la copertura che stamattina il Governo in Commissione si è impegnato a recuperare e, con un emendamento presentato in Aula, sarà data risposta alle sollecitazioni dei colleghi.

Oggi abbiamo un'esigenza. Anch'io - come i colleghi - ho letto le dichiarazioni del commissario, dottor Bertolaso, in cui esprimeva preoccupazione in merito alla conversione del decreto-legge al nostro esame. È evidente che il lavoro che abbiamo svolto in considerazione della difficoltà estrema che vive la Regione Campania tiene conto anche delle aspettative che chi è chiamato a tale compito nutre nella conversione del decreto-legge in discussione.

Ritengo che alcuni degli emendamenti, condivisi anche dall'opposizione (lo vedremo quando passeremo al loro esame e, speriamo, alla loro approvazione) vadano nella direzione di fornire strumenti, risorse e tempi certi rispetto alla fuoriuscita dalla gestione commissariale e soprattutto dall'emergenza drammatica che ancora in queste ore vive tutta la Regione Campania.

Concludo ringraziando il collega Libé e ricordando ciò che ha affermato stamattina da parlamentare non campano: il problema dell'emergenza campana è ormai un'emergenza nazionale. È con questo spirito che dobbiamo affrontare il prosieguo della discussione in quest'Aula.

 

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, onorevoli senatori, svolgerò un intervento molto breve, a conclusione della discussione odierna sul decreto-legge relativo all'emergenza nel settore rifiuti in Campania, partendo innanzitutto dalla necessità di dare atto a tutti i Gruppi della maggioranza e dell'opposizione dell'atteggiamento costruttivo di cui hanno dato finora prova per consentire l'iter parlamentare del decreto e il suo approdo in Aula nei termini fissati dal calendario dell'Assemblea e della disponibilità che si è appalesata, nonostante qualche elemento di criticità, emerso nel dibattito, relativo soprattutto al rapporto tra le necessità finanziarie che un'emergenza quale quella dei rifiuti nella Regione Campania manifesta e le disponibilità che è possibile assicurare a sostegno dell'azione del commissario.

Desidero soltanto ricordare, come hanno già fatto tutti i senatori intervenuti, che questo decreto si colloca a dodici anni dall'avvio delle operazioni di emergenza nella Regione Campania e devo dire che, man mano che si è andati avanti, la situazione si è ulteriormente complicata.

Con questo decreto il Governo ha dovuto fare una scelta più forte delle precedenti, decidendo di nominare commissario per l'emergenza il Capo del Dipartimento della protezione civile. Sono lieto che questa decisione del Governo (che è un po' il cardine del decreto perché poi su questa scelta è costruito l'impianto del decreto stesso) sia stata salutata con favore da tutti i rappresentanti dei Gruppi intervenuti nel dibattito, oltre che dall'opinione pubblica, non solo perché la persona scelta ha dato buona, anzi ottima prova di sé in tante circostanze e di fronte a tante emergenze nelle quali il Paese si è imbattuto, ma soprattutto perché la formula di collegare l'intervento del commissario alla struttura e alle risorse ordinariamente a disposizione della Protezione civile ci pone nella condizione di rendere comunque più efficace l'azione del commissario per l'emergenza rifiuti in Campania.

Ciò non è sfuggito alla maggior parte degli intervenuti, così come non è sfuggito loro che ci troviamo di fronte ad una situazione di emergenza grave, che ha a che fare con tutto il ciclo dei rifiuti: direi dalla produzione dei rifiuti, dalla prima selezione, dalla raccolta, allo smaltimento, dal trasporto, alla destinazione finale dei rifiuti.

È tutto il ciclo dei rifiuti che è chiamato in causa in questa emergenza della Campania e che richiede un intervento forte da parte del commissario, ma anche, probabilmente, dei raccordi con la politica ordinaria in materia, che bisogna assolutamente evidenziare nella prospettiva, peraltro, di una conclusione, rapida, nei limiti del possibile, della gestione commissariale.

Non c'è dubbio che una gestione commissariale così lunga descrive una situazione patologica, non esprime una situazione fisiologica. Noi dobbiamo riuscire a far sì che questa patologia, anche se ha dei segnali, delle caratteristiche di cronicità, non assuma segnali di incurabilità. Ecco la ragione per la quale noi pensiamo - ci siamo trovati tutti d'accordo nel dibattito in Commissione, oltre che in Aula - di dover raccordare le azioni straordinarie e di emergenza che il commissario deve compiere all'ordinario che si deve poter svolgere con l'aiuto, con la collaborazione, con il protagonismo diretto soprattutto degli enti locali, della Regione, dei Comuni, delle Province, che agiscono anche attraverso i consorzi, ma anche dei cittadini.

Il collega Ronchi sa, infatti, meglio di me che, perché un piano di raccolta differenziata dei rifiuti abbia successo, c'è la necessità, non solo di gestire bene il servizio di raccolta, ma anche di una convinzione diffusa da parte di tutti coloro che producono e smaltiscono rifiuti.

Gli elementi di criticità emersi sono stati corretti da numerosi emendamenti della Commissione ambiente, che nell'insieme hanno sicuramente migliorato il testo, anche sulla base di osservazioni pervenute dalla Commissione affari costituzionali e di osservazioni e condizioni pervenute dalla Commissione bilancio. Probabilmente avremmo tutti desiderato poter fare di più, ma non era questa la sede che consentiva di fare di più.

Invece, ci siamo poi tutti convinti che, oltre a prevedere l'utilizzazione di risorse indirette (ricordo che la Ragioneria, fino ad ora, aveva previsto come copertura del decreto uno schema di copertura che faceva riferimento a risorse indirette e al riguardo valgono le precisazioni di Ronchi che anch'io, come rappresentante del Governo, faccio mie, in modo che non ci siano equivoci, in ordine alla TARSU che si raccoglie nella Regione Campania e non, ad una tassa campana sulla raccolta dei rifiuti), fosse necessario poter mettere a disposizione del commissario, immediatamente, a partire da ora, anche un gruppo di risorse dirette.

Tali risorse ammontano a 20 milioni di euro e sono quelle che siamo riusciti a reperire in coda di anno finanziario e che sicuramente dovranno poi trovare nella legge finanziaria un ulteriore corrispondente impegno per far fronte alla prosecuzione del mandato del commissario che abbiamo tutti insieme convenuto debba finire il 31 dicembre 2007, noi ci auguriamo a completo superamento della situazione di emergenza rifiuti della Regione Campania.

Anche per questo, quindi, desidero esprimere un ringraziamento per la disponibilità e per la costruttività; rispetto poi ai quesiti posti dal relatore, che in particolare ringrazio, e in numerosi interventi della maggioranza e dell'opposizione, vorrei assicurare la disponibilità del Governo perché coerentemente si dia corso agli impegni che sono stati assunti in Commissione e che si assumono questa sera in quest'Aula. (Applausi della senatrice Soliani).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a dare lettura dei pareri espressi dalla 5a e dalla 1a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti.

 

MALAN, segretario. «La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, nonché i relativi emendamenti trasmessi, preso atto dei chiarimenti fomiti dal Governo, secondo cui:

- la possibilità di coinvolgere le amministrazioni pubbliche e le strutture del Servizio nazionale della protezione civile di cui al comma 2 dell'articolo 1, rientra già nella competenza ordinaria del Capo del Dipartimento della protezione civile, che riveste anche il ruolo di Commissario delegato;

- le misure volte all'informazione e alla partecipazione dei cittadini, ai sensi dell'articolo 2, rientrano tra le competenze ordinarie ed istituzionali del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui il Dipartimento della protezione civile già fornisce supporto e collaborazione;

rilevando tuttavia l'opportunità, al fine di garantire l'effettiva invarianza finanziaria del provvedimento, di riformulare il disposto normativo in coerenza con quanto rappresentato nella relazione tecnica e nei chiarimenti del Governo in merito alle modalità di copertura del provvedimento, precisando espressamente:

- in relazione all'articolo 1 del decreto-legge in conversione, che la riduzione dell'organico della struttura commissariale di cui al comma 4 deve riferirsi a posizioni effettivamente occupate e risultare contestuale ed equivalente finanziariamente alla nomina dei sub-commissari e all'istituzione della Commissione di cui al comma 3;

- che le attività di cui all'articolo 1, comma 2, e all'articolo 2, comma 1, devono comunque essere svolte senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;

- con riferimento all'articolo 4, che i relativi oneri sono a carico del Commissario delegato, nel limite delle risorse a tal fine disponibili;

- che gli oneri derivanti dagli interventi per l'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all'articolo 3, nonché quelli per la bonifica, messa in sicurezza e apertura delle discariche di cui all'articolo 5, sono posti a carico delle risorse rivenienti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania, nonché degli ulteriori fondi disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato,

esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta con le seguenti condizioni rese ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione:

a) che all'articolo 1, comma 2, siano aggiunte, in fine, le seguenti parole: «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»;

b) che al comma 4 del medesimo articolo 1, sia soppressa la parola: «successive» e che siano aggiunte, in fine, le seguenti: «, contestualmente alla nomina dei tre sub-commissari e all'istituzione della Commissione di cui al predetto comma 3, in modo da assicurare comunque la soppressione di un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario, tenuto anche conto di quanto previsto dall'articolo 29, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248»;

c) che all'articolo 2, comma 1, siano aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica»;

d) che all'articolo 4, dopo il comma 1, sia aggiunto, in fine, il seguente: «2. Gli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo sono posti a carico del Commissario delegato, nei limiti delle risorse a tal fine disponibili.»;

e) che all'articolo 5, il comma 6 sia sostituito dal seguente: «6. Agli oneri derivanti dall'attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all'affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all'articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza e apertura delle discariche di cui al presente articolo 5, si fa fronte nell'ambito delle risorse derivanti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della Regione Campania, nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato».

«La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo, ad eccezione delle proposte 1.11, 3.1, 1.13, 3.2, 5.0.2, 4.3, 5.1, 5.300, 5.7, 5.11, 5.26, 5.0.1, 6.2 e 7.20, sulle quali il parere è contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, nonché della proposta 5.9, sulla quale il parere è contrario. Formula infine parere non ostativo sui seguenti emendamenti, a condizione che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione:

a) all'emendamento 1.14, dopo le parole: «di due terzi» siano aggiunte, in fine, le seguenti: «e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica»;

b) all'emendamento x1.0.1, al comma 1 del capoverso «Art. 1-bis», dopo le parole: «ad adottare,» siano inserite le seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,»;

c) all'emendamento 2.1, dopo le parole: «Il Commissario delegato» siano inserite le seguenti: «,senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,»;

d) all'emendamento 4.7, dopo le parole: «I commissari ad acta definiscono,» siano inserite le seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,».

 

Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 17,33)

 

(Segue MALAN, segretario). «La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli ulteriori emendamenti e subemendamenti relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta sulla proposta 2.30, a condizione che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, all'ultimo periodo la parola: «possono» sia sostituita dalla seguente: «devono», nonché parere di nulla osta sull'emendamento 4.200, condizionato, ai sensi della medesima disposizione costituzionale, alla sostituzione, al comma 6, della parola: «possono» con la seguente: «devono».

Esprime, poi, parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sui subemendamenti 3.300/6, 5.120/1, 5.120/2 e 5.100/1, e parere di nulla osta sul subemendamento 4.200/1, a condizione che, ai sensi della citata norma costituzionale, dopo le parole: «I commissari ad acta definiscono,» siano inserite le seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,». Esprime, infine, parere di nulla osta sui restanti emendamenti e subemendamenti esaminati».

«La 1a Commissione permanente, esaminati gli emendamenti riferiti al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, i seguenti pareri:

- parere non ostativo sugli emendamenti 1.11 e 4.3, non essendovi ostacolo, sotto il profilo della costituzionalità, a precisare la fattispecie della grave violazione di legge con l'indicazione di una specifica omissione che dia luogo allo scioglimento del consiglio comunale o provinciale; si invita tuttavia a riformulare dette proposte nel senso di prevedere lo scioglimento dell'organo assembleare solo in ipotesi in cui vi sia una specifica riconducibilità dell'omissione alla responsabilità dell'organo collegiale del quale si prevede lo scioglimento;

- parere non ostativo sugli emendamenti 1.500, 5.15, 5.22 e 5.26, invitando tuttavia a una loro riformulazione nel senso di evitare di individuare nel Presidente della Regione l'organo deputato a esprimere l'intesa prevista, considerando maggiormente conforme all'ordinamento costituzionale demandare all'autonomia regionale l'individuazione dell'organo a ciò competente; si osserva inoltre che, pur essendo certamente conforme a Costituzione la previsione di intese, non deve intendersi che l'ordinamento costituzionale precluda l'esercizio del potere statale in materia, in assenza di una preventiva intesa, quando si verifichino situazioni di reale e grave emergenza, per fronteggiare le quali non sia possibile attendere l'acquisizione dell'intesa stessa;

- parere non ostativo sull'emendamento 5.0.1, invitando tuttavia a verificarne puntualmente la compatibilità con l'articolo 119, ultimo comma, della Costituzione;

- parere non ostativo sui restanti emendamenti».

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'ordine del giorno G.1, che s'intende illustrato e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo accoglie l'ordine del giorno G1.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1 non verrà posto in votazione.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, mi è giunta notizia della presentazione di un emendamento, credo a firma del relatore o del Governo, che dovrebbe aver assunto la numerazione 5.100 (testo 2) su cui, avendo rilievo finanziario, è necessario che la Commissione bilancio, non avendolo esaminato prima, esprima il parere di competenza.

Pertanto, signor Presidente, quando lei lo riterrà opportuno, bisognerebbe che io avessi il tempo di riunire almeno il Comitato pareri, perchè è un emendamento che ha un rilievo finanziario piuttosto significativo, per cui non posso dare il parere ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento.

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, l'emendamento è già stato trasmesso alla Commissione bilancio.

 

MORANDO. Io posso anche riunire il Comitato, ma prima è necessario che lei mi autorizzi a farlo.

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, quanto tempo crede sia necessario per esaminare l'emendamento in questione?

 

MORANDO. Non più di un quarto d'ora, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. In tal caso, propongo di illustrare gli emendamenti e di esprimere i pareri per poi eventualmente sospendere, se non ancora concluso l'esame da parte della Commissione bilancio.

 

MORANDO. Sono dunque autorizzato sin d'ora a riunire il Comitato pareri?

 

PRESIDENTE. È senz'altro autorizzato a farlo, senatore Morando.

 

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, credo che la riunione della Commissione bilancio per l'espressione dei pareri sia preliminare, quindi sarebbe opportuno sospendere subito i nostri lavori.

 

PRESIDENTE. Senatore Viespoli, procediamo solo all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 1; ove il lavoro della Commissione non fosse ancora concluso, non procederò ulteriormente finché non si sia proceduto a questa valutazione.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, l'emendamento 1.500 è volto a chiarire quanto avevo già esposto nel mio intervento in sede di discussione generale. In primo luogo, i tempi che dobbiamo dare alla gestione commissariale debbono essere tempi certi: abbiamo proposto di porre come termine ultimo il 31 dicembre 2007, salvo il fatto, che mi sembra giusto prevedere, che la gestione commissariale possa finire prima nel caso in cui, ci auguriamo, finisca prima l'emergenza.

In secondo luogo, ho parlato di coinvolgimento degli enti locali: l'emendamento aggiunge, alla fine del comma 1, la previsione che il commissario operi d'intesa con il presidente della Regione Campania e con la Consulta regionale già prevista dal decreto-legge n. 245 del 2005 che prevedeva proprio il coinvolgimento dei presidenti delle Province i quali, come ho detto prima, sono spesso assenti.

Chiediamo inoltre di aggiungere, dopo il comma 2, il comma 2-bis perché il commissario delegato, d'accordo con la Regione e le Province, deve procedere alla predisposizione di quel benedetto piano regionale dei rifiuti che aspettiamo da tempo.

Riteniamo, infine, importante togliere, al comma 3, la previsione di tre sub-commissari prevedendo invece un sub-commissario unico con una comprovata esperienza nel settore della raccolta differenziata: mi sembra un segnale importante nella direzione di un contenimento reale della spesa e di un'operatività un po' più agevole da parte del commissario.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, credo che gli emendamenti della Commissione in parte rispondano anche alle sollecitazioni del senatore Libè; in ogni caso, li do per illustrati.

 

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, gli emendamenti 1.3 e 1.9 da noi presentati, e che riguardano essenzialmente due questioni (da un lato, la fissazione di un termine per la durata del commissariamento; dall'altro il non limitare l'emergenza solo allo smaltimento, considerando invece l'intero settore dei rifiuti) sono stati ricompresi poi nei fatti all'interno degli emendamenti della Commissione.

Perché queste due questioni? Perché, come si è visto anche dal dibattito, era evidente che il decreto presentava una lacuna, quella di non fissare un termine temporale, e vista la straordinarietà anche dei poteri conferiti credo che questo sia un elemento assolutamente indispensabile. L'altra questione è legata invece al fatto che il fissare dei termini, augurandoci che l'emergenza possa finire prima, rappresenta un ulteriore elemento per avviare finalmente, come dice anche l'ordine del giorno approvato dalla Commissione, il superamento dell'emergenza e tornare ad una gestione ordinaria.

CORONELLA (AN). Signor Presidente, sull'emendamento 1.11 penso che sia opportuno aprire una riflessione perché nel contenuto di questo emendamento vi è in effetti la motivazione vera della crisi che ha attanagliato la nostra Regione.

Dico questo perché lo scollamento che si è creato tra le Province e la Regione è così forte che, se non lo si supera e se non si recupera un dialogo tra queste istituzioni, io penso che, pur essendo stata forte ed intelligente la nomina di Bertolaso, chiunque vada sul territorio e si trovi di fronte una situazione di questo tipo difficilmente riuscirà a risolvere i problemi.

I presidenti delle Province, che si sono visti esclusi (mi riferisco alla fase 1999-2004, quando la carica di commissario straordinario coincideva con quella di presidente della Regione Campania), rimproverano al presidente della Regione di aver agito in perfetta solitudine e di aver utilizzato le risorse senza un minimo di razionalità. Io penso che, se coinvolgiamo le Province in un ragionamento, in un discorso, in un percorso di operoso dialogo, possiamo immaginare di poter risolvere il problema. Ecco perché ho ritenuto di presentare l'emendamento 1.11.

Per quanto riguarda l'emendamento 1.13, sono stati ricordati più volte gli sperperi di danari che sono stati compiuti; ciò è scritto - ne sono piene le pagine - nella relazione della Commissione parlamentare di inchiesta della passata legislatura. Ma, ancora oggi, si insiste nel decreto, laddove si scrive che il commissario delegato è coadiuvato da una commissione o da più comitati tecnici.

Io mi sono permesso di individuare, attraverso questo emendamento, i soggetti istituzionali che sono tenuti a dare una specifica collaborazione: il CONAI, l'ARPAC, l'APAT e altri organismi. Penso che, con questo emendamento, possiamo contribuire all'economicità dell'ufficio del Commissario. Non dimentichiamoci, infatti, che - com'è stato evidenziato - sono state sperperate risorse e che - come avete sentito anche da tutti i colleghi che sono intervenuti - il decreto è privo di copertura finanziaria; è arrivata una timida disponibilità per uno o per due mesi.

Ma noi dobbiamo dare un segnale di cambiamento: o in Campania si volta pagina e si fa sul serio, oppure ciascuno si assume le proprie responsabilità, e allora non serve il decreto, non serve il commissario, ognuno faccia la propria parte. (Applausi dal Gruppo AN).

PRESIDENTE. Senatore Coronella, a proposito dell'emendamento 1.14, le ricordo che la 5a Commissione ha posto come condizione l'aggiunta, alla fine, della frase: «e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Accoglie tale richiesta della Commissione bilancio?

 

CORONELLA (AN). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

SODANO, relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento 1.500, invito il senatore Libé a ritirarlo, perché parte del suo contenuto lo ritroviamo nell'emendamento concordato ed approvato in Commissione. Lo stesso discorso vale per l'emendamento 1.1 del senatore Matteoli ed altri. Sugli emendamenti 1.2 e 1.3, tra loro identici, esprimo parere favorevole, come pure sugli emendamenti 1.400, 1.100 e 1.200.

Sull'emendamento 1.11 la 5a Commissione ha espresso parere contrario; pur comprendendo le osservazioni del senatore Coronella, non posso che conformarmi a tale parere. Esprimo altresì parere contrario sugli emendamenti 1.12 e 1.13.

Esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.101. Per quanto riguarda l'emendamento 1.14, credo che anch'esso venga assorbito nell'1.101, quindi invito il presentatore a ritirarlo. Infine, esprimo parere contrario sull'emendamento 1.15.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Come concordato, sospendiamo la seduta per qualche minuto per attendere l'arrivo del senatore Morando con il parere sull'emendamento 5.100. Il senatore Morando aveva richiesto un quarto d'ora e la richiesta è stata avanzata alle 17,40; sospendo pertanto la seduta fino alle ore 17,55, dopodiché immediatamente si inizierà a votare.

Sospendo pertanto la seduta.

 

(La seduta, sospesa alle ore 17,48, è ripresa alle ore 17,57).

 

Riprendiamo i nostri lavori.

Devo comunicare che la 5ª Commissione permanente non ha ancora concluso i propri lavori e ha chiesto un'ulteriore sospensione. Quindi, sospendiamo la seduta fino alle ore 18,15, con l'augurio che in quel momento avremo un parere da parte della Commissione.

VALPIANA (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VALPIANA (RC-SE). Signor Presidente, mi sembra di sentire in tutta l'Aula lamentazioni per il caldo eccessivo.

PRESIDENTE. Senatrice Valpiana, appena entrato ho dato ordine di spegnere il riscaldamento, perché condivido la sudata di tutti. Fare discussioni sui protocolli ambientali e poi immettere riscaldamento senza che ve sia bisogno, visto che è anche causa di sofferenza, mi sembra una grande sciocchezza.

Sospendo pertanto di nuovo la seduta.

 

(La seduta, sospesa alle ore 17,58, è ripresa alle ore 18,16).

 

La seduta è ripresa.

Do lettura del parere formulato dalla 5a Commissione permanente sul nuovo testo dell'emendamento 5.100: «La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato l'ulteriore emendamento 5.100 (testo 2), relativo al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta, a condizione che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, al comma 6, le parole: ", che viene a tal fine integrata dell'importo" siano sostituite dalle seguenti: ". Agli oneri derivanti dagli interventi in conto capitale si fa inoltre fronte integrando le disponibilità della citata contabilità speciale intestata al Commissario delegato con l'importo"».

Chiedo al relatore, senatore Sodano, se accetta tale modifica.

SODANO, relatore. Sì, signor Presidente.

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, sull'emendamento 5.100 (testo 2), la 5a Commissione permanente ha formulato un parere di nulla osta a condizione che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, la Commissione ed il relatore accettassero una modifica del testo.

Forse per l'economia dei nostri lavori, al fine anche di consentire alla Commissione bilancio di considerare chiusa la questione, bisognerebbe vedere se il relatore è disponibile ad accogliere la modifica.

 

PRESIDENTE. L'ho già fatto, senatore Morando, e il relatore l'ha accolta. È la prima cosa che ho chiesto.

Riprendiamo dunque l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge.

È stato formulato un invito al ritiro dell'emendamento 1.500. Senatore Libé, accoglie tale invito?

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, mantengo l'emendamento e chiedo che venga votato per parti separate.

 

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore Libè, può specificare come intende debba venir votato l'emendamento 1.500?

 

LIBE' (UDC). Innanzi tutto, la parte iniziale fino alle parole: "27 gennaio 2006, n. 21". Quindi, la parte tendente ad aggiungere un comma 2-bis e, infine, le parti relative al comma 3.

PRESIDENTE. Ci sono osservazioni al riguardo?

STORACE (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (AN). Signor Presidente, vorrei intervenire sulla procedura. In particolare, vorrei sapere se in questo caso si applica il comma 5 dell'articolo 102 del Regolamento, ovvero se lei mette in votazione la richiesta di votare per parti separate.

PRESIDENTE. Esattamente. Poiché non c'è alcun rilievo da parte dell'Aula, intendo procedere in questo senso.

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la prima parte dell'emendamento 1.500, presentato dal senatore Libè, fino alle parole: "27 gennaio 2006, n. 21".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Colleghi sono solitamente bilanciato e tollerante, però, siccome c'è un evidente eccesso di luci, farei una riflessione sul punto. (Commenti dai banchi della maggioranza e dell'opposizione). Forza, colleghi, così evitiamo commenti dal centro‑destra e dal centro-sinistra. Stiamo buoni, stanno ancora arrivando dei senatori in Aula, quando saranno arrivati tutti vedremo se è il caso di bisticciare.

Senatore Piccioni, al suo fianco vedo un fuoco fatuo.

Senatore Boccia, anche nella sua fila c'è un fuoco fatuo, lo vogliamo eliminare? Colleghi, vi invito a stare seduti, così procediamo allo spegnimento dei fenomeni di autocombustione che ho notato nell'Aula.

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la seconda parte dell'emendamento 1.500, presentato dal senatore Libè, dalle parole «Dopo il comma 2», fino alle parole «gestione provinciale».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo alla votazione della restante parte dell'emendamento 1.500.

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Il Gruppo di Forza Italia voterà in maniera particolarmente convinta la modifica al comma 3 che prevede la sostituzione della previsione di tre subcommissari con quella di un subcommissario.

Abbiamo fatto i salti mortali per cercare di reperire le somme. Sarebbe bene che il decreto fosse virtuoso dal punto di vista dell'economia in tutte le sue parti, anche se questa certamente non è estremamente rilevante ai fini della spesa complessiva. Questa previsione di tre subcommissari a noi non convince, preferiamo che ce ne sia uno solo e con poteri vicari, il che comporterebbe sicuramente un'economia e anche una migliore identificazione del quadro di riferimento operativo.

Votiamo, quindi, questa proposta di modifica al comma 3 e spero che anche i colleghi della maggioranza si convincano della bontà di questa proposta.

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la restante parte dell'emendamento 1.500, presentato dal senatore Libé, dalle parole «Al comma 3» fino alla fine.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

GARRAFFA (Ulivo). Signor Presidente, dietro il senatore Mauro, c'è una luce cui non corrisponde nessun senatore.

 

PRESIDENTE. C'è, senatore Garraffa. È seduto più in basso.

Il Senato non approva.

 

Senatore Matteoli, c'è un invito al ritiro dell'emendamento 1.1 da parte del relatore, lo accoglie?

 

MATTEOLI (AN). Lo ritiro, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. L'emendamento 1.2/1 è stato ritirato.

Metto ai voti l'emendamento 1.2, presentato dalla Commissione, identico all'emendamento 1.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

È approvato.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 1.400, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.200, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Gli emendamenti 1.7, 1.9 e 1.10 sono stati ritirati.

Metto ai voti l'emendamento 1.100, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Passiamo all'emendamento 1.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

CORONELLA (AN). Ne chiediamo la votazione.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Coronella, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

(art. 102-bis Reg.)

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.11, presentato dal senatore Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, seduti per cortesia. Senatore Izzo, per cortesia stiamo tranquilli.

 

GARRAFFA (Ulivo). È una vergogna.

 

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.12.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.12, presentato dal senatore Matteoli e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Commenti del senatore Garraffa).

Senatore Garraffa, il senatore segretario sta svolgendo perfettamente il suo lavoro.

Senatrice Procaccini, per cortesia, stia tranquilla. Invito gli assistenti parlamentari a ritirare la scheda alla destra della senatrice Procaccini. Se è sparita la tessera, veramente apro un'indagine con perquisizione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.13, su cui la 5a Commissione permanente ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

 

CORONELLA (AN). Signor Presidente, ne chiediamo la votazione.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Coronella, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

GIULIANO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIULIANO (FI). Signor Presidente, l'1.13 è un emendamento sul quale andrebbe posta particolare attenzione. Ci si è lamentati in ordine alle spese effettuate dagli enti per consulenti che svolgono funzioni ed esprimono pareri che sono molte volte espressi da enti istituzionali. Ebbene, questo emendamento non fa altro che radunare tutti gli enti che in materia hanno una competenza specifica e che pertanto potrebbero dare forte ausilio al commissario straordinario senza altro esborso di denaro. Invito l'Aula a riflettere su questo emendamento che mi pare senz'altro accoglibile.

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo
(art. 102-bis Reg.)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.13, presentato dal senatore Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione)

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.101 (testo corretto). (Forte brusìo).

Colleghi, ora inizio a sbattere fuori qualcuno! Non è possibile che facciamo i dibattiti tra emiciclo ed emiciclo.

 

PIROVANO (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Pirovano risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.101 (testo corretto), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 1.14 (testo 2), presentato dal senatore Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.15.

PIROVANO (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PIROVANO (LNP). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio sostegno all'emendamento. Dobbiamo restituire nuovamente il potere agli enti locali eletti, perché dopo 12 anni di commissari e di prefetti siamo ora arrivati al commissario ministeriale. Non vorrei che la prossima volta (visto il sicuro insuccesso che, suo malgrado e nonostante l'impegno, avrà anche l'attuale commissario) dovremo ricorrere a una risoluzione dell'ONU per eleggere un Commissario a Napoli in grado di agire - come ritengo giusto - con regole d'ingaggio adeguate.

Chiedo all'Aula di votare a favore dell'emendamento 1.15 che è importantissimo per ricondurre alle responsabilità politiche la gestione dei rifiuti che è invece sempre mascherata da altre figure. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

 

PRESIDENTE. Ricordo a tutti i senatori che i tempi sono contingentati. Tenetene conto nelle dichiarazioni di voto.

VIESPOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Senza bisogno di far riferimento all'ONU, voteremo a favore dell'emendamento 1.15 - e invito l'Aula a fare altrettanto - perché è un modo per rafforzare il percorso individuato all'interno del decreto-legge: considerare cioè veramente la nostra discussione l'ultima volta che parliamo di emergenza.

Credo che votare favorevolmente, al di là delle motivazioni che spingerebbero a votare diversamente, sarebbe un segnale importante. Credo che il contenuto dell'emendamento al nostro esame esprima una responsabilità istituzionale che l'Aula deve assecondare.

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia. Credo che l'emendamento 1.15 corrisponda ai sentimenti espressi da tutti i Gruppi durante il dibattito in Commissione: la volontà di uscire fuori della gestione commissariale non può che tradursi in una disposizione normativa di tassativo ritorno alla gestione affidata agli enti territoriali.

LIBE' (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, anche il Gruppo dell'UDC voterà a favore dell'emendamento 1.15, anche perché - come abbiamo detto all'inizio - consideriamo la gestione commissariale una gestione a tempo il più limitato possibile. È giusto che gli enti locali si assumano la propria responsabilità verso i cittadini nella gestione di questo tema caldissimo.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, noi abbiamo condiviso l'esigenza, anche nell'emendamento approvato della Commissione, di inserire nel decreto-legge un limite temporale che è il 31 dicembre del 2007. È evidente che l'obiettivo del Parlamento e quindi la volontà condivisa è di arrivare entro il 31 dicembre del 2007 alla fine della gestione commissariale. Dirlo oggi, a fronte della situazione di emergenza che tutti i colleghi, anche dell'opposizione, hanno evidenziato, mi sembra porre una limitazione eccessiva, tenuto conto del particolare disagio che sta vivendo la Regione Campania e delle difficoltà che sta incontrando il commissario.

Pertanto, insisto nel ribadire il parere contrario all'emendamento 1.15.

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 1.15, presentato dai senatori Leoni e Stefani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Brusìo).

 

Adesso dichiarerò chiusa la votazione. Ancora lì dietro è ricomparsa una luce disattesa. Colleghi, se non c'è, non c'è! Nella fila del senatore Garaffa, visto che lei è sempre attento, c'è una luce in più. (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).

Togliamo quella scheda per cortesia.

Colleghi, nella fila del senatore Barelli, la penultima, c'è una luce in più. Togliamola, la scheda, per cortesia. Forza, togliamola.

Mi chiedo se per evitare i fenomeni del pianismo bisognerà arrivare alle punizioni corporali, alle fratture delle dita.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

STEFANI (LNP). Signor Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento 2.1 che mi pare voglia evidenziare l'importanza della raccolta differenziata.

Credo che anche i colleghi di Governo e i colleghi di maggioranza abbiano tutto l'interesse a votare questo emendamento che tende a promuovere e a pubblicizzare l'utilità della raccolta differenziata che in alcuni Paesi della Padania raggiunge anche il 70 per cento del totale. Questa è la strada giusta, non mandare le ecoballe in Germania. (Applausi dal Gruppo LNP).

SODANO, relatore. Signor Presidente, do per illustrati gli emendamenti della Commissione. Ne abbiamo discusso ampiamente.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

SODANO, relatore. Esprimo parere contrario sull'emendamento 2.1 e parere favorevole sull'emendamento 2.100 della Commissione. Quanto all'emendamento 2.2, di tenore analogo al precedente, invito il presentatore a al ritirarlo.

Esprimo invece parere contrario sugli emendamenti 2.30/1, 2.30/2, 2.30/3, 2.30/4, 2.30/5, 2.30/6 e 2.30/7. Infine, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 2.30 e 2.4.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, se non ho capito male, il Presidente della Commissione, nonché relatore, ha espresso parere contrario su tutti gli emendamenti.

 

PRESIDENTE. Tranne che su quelli della Commissione.

 

MATTEOLI (AN). Certo, tranne che su quelli della Commissione.

Il collega Stefani, che è intervenuto prima, ha chiesto all'Aula di votare a favore di un emendamento che, in qualche modo, sostiene la raccolta differenziata. Stento a credere che i colleghi della maggioranza, che hanno fatto più volte grandi polemiche perché il precedente Governo non aveva sufficientemente spinto verso la raccolta differenziata, si trovino ora a votare contro. Mi sembra un controsenso: o non c'è stato sufficiente chiarimento su cosa si vota o evidentemente il relatore, nonché Presidente della Commissione, ha interpretato male un emendamento che a me pareva molto, molto chiaro.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, per questioni di tempo non ho dato tutte le esplicitazioni.

L'emendamento 2.1 ha un parere condizionato della 5a Commissione, perché comporterebbe degli oneri. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, è stato presentato dalla Commissione un emendamento all'articolo 4 che prevede le campagne per la raccolta differenziata a carico dei consorzi e non del Commissariato. È questo il motivo per cui, pur accogliendo il principio e lo spirito di questo emendamento, che intende promuovere e diffondere la raccolta differenziata, non credo sia giusto affrontarlo in questa parte del testo, ma discuterne all'articolo 4, come prevede il decreto.

PRESIDENTE. Senatore Stefani, c'è una richiesta della 5a Commissione che condiziona il proprio parere favorevole all'emendamento 2.1 all'aggiunta, in fine, delle parole «e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

Intende uniformarsi a tale condizione?

STEFANI (LNP). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 2.1 (testo 2).

VIESPOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, intervengo per motivare il parere favorevole sull'emendamento 2.1 (testo 2). Francamente, la motivazione che il relatore ha dato nel rigettare tale emendamento rinvia a una questione più ampia relativa all'articolo 2 del decreto, perché se fosse vero il problema dell'assenza di copertura finanziaria bisognerebbe incrociare l'articolo 2 con il parere espresso dalla Commissione bilancio.

Nel parere, tra l'altro nella premessa, cosa credo irrituale, la Commissione bilancio dice che «(...) le misure volte alla informazione e alla partecipazione dei cittadini, ai sensi articolo 2, rientrano tra le competenze ordinarie ed istituzionali del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui il Dipartimento della protezione civile già fornisce supporto e collaborazione».

La Commissione bilancio, cioè, dice giustamente che la campagna per la promozione della raccolta differenziata si può fare, ma la Protezione civile faccia riferimento alla Presidenza del Consiglio e quindi alle risorse della Presidenza del Consiglio e non quindi alle risorse previste dal decreto.

Pertanto, votare questo emendamento, individuare una volontà politica forte dell'Assemblea è un atto rafforzativo. Vorrei che il relatore comprendesse che si tratta di un elemento utile, anche con l'inserimento della clausola relativa alla copertura finanziaria, e cioè senza oneri aggiuntivi: si tratta di una previsione importante che segna davvero la volontà di fare la campagna di promozione. In caso contrario, francamente, stiamo discutendo del formalismo e non della sostanza delle iniziative che si intendono assumere.

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.1 (testo 2), presentato dai senatori Leoni e Stefani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B). Per poco, ma non è passato. (Proteste dai banchi dell'opposizione). Colleghi, eventuali segnalazioni devono essere fatte prima che venga proclamato il risultato. Per un punto Martin perse la cappa, noi invece abbiamo perso un emendamento. Una volta che il risultato è stato proclamato, si può solo fare appello alla distrazione.

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.100, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Risulta pertanto precluso l'emendamento 2.2.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/1.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/2.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

(Vivaci commenti del senatore Garraffa e della senatrice Donati). Senatore Garraffa, se lei grida così forte mi fa venire un colpo.

È chiaro che con una differenza nei voti così esigua bisogna essere estremamente rigidi nelle verifiche.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

BOCCIA Antonio (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, con molta franchezza, voglio dire che svariati colleghi dell'opposizione stanno svolgendo la funzione di pianisti. È un fatto disdicevole, per cui vorrei chiederle la cortesia di attivare i senatori segretari, magari anche al termine della votazione, per verificare la rispondenza dei voti espressi all'ultimo secondo ed evitare dunque eventuali doppi voti.

Le chiedo questa cortesia anche in considerazione del fatto che è in corso una votazione delicata in cui si evidenzia una parità di voti. Non è giusto che in occasione di votazioni così delicate si arrivi ad esprimere un voto condizionato dalla presenza di eventuali pianisti.

La prego pertanto di attivare i senatori segretari, anche al termine della votazione, in modo che nessuno possa votare all'ultimo secondo.

DONATI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DONATI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, io le segnalo invece un caso specifico che riguarda il primo quadrante. In terza fila sono presenti cinque senatori, ma votano regolarmente in sei. Le chiedo di effettuare una verifica e di ritirare la scheda nel caso in cui ciò risultasse confermato.

PRESIDENTE. Mi sembra che siano presenti sei senatori.

 

DONATI (IU-Verdi-Com). Nel banco in cui siede il senatore Cicolani votano sempre in sei.

PRESIDENTE. In corso di votazione si procederà alle necessarie verifiche da parte dei colleghi segretari. Certo, se tutti i colleghi stessero seduti al proprio posto e collaborassero nel garantire il buon andamento dei lavori dell'Assemblea, si limiterebbero le accuse che da una parte e dall'altra vengono purtroppo espresse.

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, vorrei fare una proposta, al fine di evitare, anche per il prosieguo dei lavori, confusione ed altro. La proposta è semplice: ritirare la scheda laddove sugli scranni non vi sia la presenza di colleghi. (Applausi ironici dai Gruppi FI e AN).

 

VOCI DAI BANCHI DEL GRUPPO LNP. Bravo!

PRESIDENTE. Mi auguro che i Gruppi che ancora non lo hanno fatto, e sono pochi, trasmettano al più presto i nominativi per l'assegnazione dei posti, dopodiché si vedrà immediatamente chi si dedica alla musica durante le ore d'Aula.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/3.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente, chiedo l'appoggio ai colleghi per la mia richiesta di votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/3, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

(Dai Gruppi DS e RC-SE viene ripetutamente segnalata la presenza nei banchi dei Gruppi FI e AN di tessere inserite a cui non corrispondono senatori. Brusìo).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/4.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/4, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Senatore Izzo, non disturbi i colleghi. Ma perché non state seduti? (Dai Gruppi DS e RC-SE viene ripetutamente segnalata la presenza nei banchi dei Gruppi FI e AN di tessere inserite a cui non corrispondono senatori. Brusìo).

Colleghi, ciascuno di voi indica qualcuno con il dito, ma se non me lo indica il segretario io non riesco a vederlo.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/5.

CARRARA (FI). Signor Presidente, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/5, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/6.

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia nell'emendamento 2.30/6, che mi sembra assolutamente in linea con la Costituzione. Alla consulta regionale devono partecipare personalmente i sindaci, non i loro rappresentanti.

Finiamola con questo giochetto della delega continua dei sub-commissari e dei rappresentanti; ognuno si assuma la propria responsabilità. Alla Consulta regionale devono partecipare i sindaci, non i loro rappresentanti, che non sappiamo oggi chi siano.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, vedo un atteggiamento, da parte della maggioranza, che non consente a noi un minimo di possibilità di trattativa. Questo decreto è entrato nelle Aule parlamentari non osteggiato dai partiti e dai Gruppi dell'opposizione. Anche gli interventi svolti questa mattina e oggi pomeriggio da parte dei colleghi dell'opposizione sono stati tutti costruttivi.

Vedo però che c'è una rigidità a non far passare nemmeno un emendamento presentato dall'opposizione; ciò incattivisce l'Aula in un modo assolutamente inadeguato rispetto al provvedimento che andiamo ad approvare. (Applausi dai Gruppi AN e FI).

È un provvedimento che non riguarda solo la maggioranza, ma riguarda tutti. Noi vorremmo contribuire a farlo passare, perché non abbiamo nessuna voglia di votare contro. Vediamo però, da un atteggiamento ostile, che ci costringerete alla fine a votare contro un provvedimento che invece volevamo contribuire a rendere più pertinente alla soluzione del problema.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, apprezzo le parole del presidente Matteoli. Credo si sia creato un equivoco rispetto all'emendamento, da cui si è generata una forma ostruzionistica da parte dei colleghi della Lega. Mi riferisco all'emendamento 2.1, che avevo invitato il senatore Stefani e Leoni a riconsiderare in riferimento all'emendamento 4.200, condiviso da tutta la Commissione, in cui si parla delle campagne di informazione.

Ora, non ho nessun motivo per esprimere un giudizio negativo sull'emendamento in esame; ritengo che potremmo aggiungere «i sindaci o i loro rappresentanti», per evitare ed impedire che, il giorno cui il sindaco non possa partecipare alla Consulta, quel Comune non sia rappresentato. Dovrebbe trattarsi, insomma di un sindaco o di un assessore delegato.

Credo che l'emendamento 2.30/6 possa essere accolto; esprimo pertanto parere favorevole, modificando il parere espresso in precedenza.

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Vista l'importanza dell'emendamento 2.30/6, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/6, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/7.

Senatore Sodano, il suo parere su questo emendamento resta contrario?

 

SODANO, relatore. Esprimo parere favorevole, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.30/7, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30 (testo 2).

Comunico che alla penultima riga le parole «non possono» sono state sostituite dalle parole «non devono», così come richiesto dalla Commissione bilancio.

 

CARRARA (FI). Vista l'importanza anche di questo emendamento, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30 (testo 2), presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.4 presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

LIBE' (UDC). Signor Presidente, l'emendamento 3.9: mi sembra abbastanza chiaro: chiediamo che le tecnologie disponibili siano quelle immediatamente disponibili. Siamo in emergenza, ed è necessario intervenire immediatamente per risolvere il problema: non vorremmo che nelle disquisizioni che spesso si aprono poi non si risolvano i problemi. Dunque, riteniamo non sia superfluo aggiungere la parola «immediatamente».

CORONELLA (AN). Signor Presidente, quanto all'emendamento 3.1, abbiamo ampiamente illustrato all'Aula che i dodici anni di gestione commissariale sono stati caratterizzati da notevoli sperperi. Con questo emendamento coinvolgiamo l'Avvocatura generale dello Stato ed evitiamo qualsiasi tentazione che anche in questo decreto viene fatta balenare in alcuni punti del testo.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

SODANO, relatore. Signor Presidente, in riferimento all'emendamento 3.9 non ne comprendo fino in fondo la motivazione, perché all'articolo 3 del decreto si fa riferimento alle migliori tecnologie disponibili: l'avverbio immediatamente è un di più, che non toglie e non aggiunge nulla. Comunque, esprimo parere favorevole.

Sull'emendamento 3.1 presentato dal senatore Coronella c'è un parere contrario della 5a Commissione. Sugli emendamenti 3.400/1 e 3.400/2 esprimo parere contrario. Sugli emendamenti 3.400 e 3.200 esprimo parere favorevole. Sugli emendamenti 3.10, 3.300/1, 3.300/2 esprimo parere contrario. Sull'emendamento 3.300/ 3, che vede come primo firmatario il senatore Stefani, il parere è favorevole.

 

PRESIDENTE. Il senatore Stefani ha un notevole successo quest'oggi.

 

SODANO, relatore. Sugli emendamenti 3.300/4 e 3.300/5 esprimo invece parere contrario. Quanto all'emendamento 3.300/6, invito i presentatori a trasformarlo in un ordine del giorno che potrebbe essere accolto, perché formulato come emendamento comporterebbe dei costi senza la relativa copertura: di qui il parere contrario della 5a Commissione. Se venisse trasformato in un ordine del giorno, ritengo che potrebbe essere accolto.

Sull'emendamento 3.300 esprimo parere favorevole. L'emendamento 3.5 è assorbito dal 3.300 nella parte sulla normativa antimafia. Ritengo che gli emendamenti 3.6, 3.7 e 3.8 siano assorbiti nella riformulazione dell'emendamento 3.300 presentato dalla Commissione; dunque, invito i presentatori a ritirarli.

Sull'emendamento 3.0.1 il parere é contrario, ma è già stata depositata la sua riformulazione in un ordine del giorno.

Quanto all'ordine del giorno G3.100, esprimo parere favorevole alla premessa e all'impegno al Governo, chiedendo che venga eliminata la parte retta dalle parole "considerato che". Conseguentemente, dove é scritto «impegna il Governo a prendere in considerazione il sistema», bisogna sopprimere la parola «descritto» perché, avendo eliminato il «considerato», non ha più motivo di esistere e specificare che il CDR-Q è combustibile derivato da rifiuti di qualità elevata.

Quindi, sono favorevole all'accoglimento della premessa e dell'impegno dell'ordine del giorno, con le modifiche che ho appena descritto.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.9, presentato dal senatore Libé.

È approvato.

 

Passiamo all'emendamento 3.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

 

CARRARA (FI). Ne chiediamo la votazione.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

GIULIANO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIULIANO (FI). Signor Presidente, l'emendamento 3.1, presentato dal senatore Coronella mi pare di buon senso e deriva anche dell'esperienza maturata sul territorio: chi segue e ha seguito le vicende dello smaltimento dei rifiuti e dell'emergenza in Campania sa benissimo che la maggior parte dei giudizi, delle controversie e delle consulenze sono state affidate a studi ben orientati.

Ebbene la spesa, almeno per le notizie che siamo riusciti a recepire, solamente per consulenze è stata per uno studio napoletano di 16 milioni di euro. Non trovo nessun motivo per osteggiare questo emendamento posto che, nel momento in cui si vanno a ridefinire le condizioni per l'affidamento dei servizi di smaltimento, si chieda l'assistenza dell'Avvocatura dello Stato, un'avvocatura eccellente, fatta di professionisti che ben conoscono le questioni, specie quella campana, e che potrebbero dare la loro opera in maniera gratuita e secondo le proprie funzioni.

Quindi, invito tutti a riflettere e ad evitare quello che appare un ulteriore sperpero di denaro. Infine, chiedo di aggiungere la mia firma a questo emendamento e al successivo 3.5. (Applausi dal Gruppo FI).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo
(art. 102-bis Reg.)

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.1, presentato dal senatore Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi FI, AN, UDC, LNP e DC-PRI-IND-MPA).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.400/1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.400/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.400/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 3.400, presentato dalla Commissione,

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

L'emendamento 3.2 è stato ritirato.

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 3.200, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.10.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.10, presentato dal senatore Matteoli e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300/1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.300/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300/2.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.300/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.300/3, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300/4.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.300/4, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

GARRAFFA (Ulivo). Guardate la tessera dietro al senatore Cutrufo!

 

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.300/5, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

Vi è un invito a trasformare l'emendamento 3.300/6 in un ordine del giorno. Senatore Stefani, accoglie tale invito?

 

STEFANI (LNP). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G3.200 non verrà posto in votazione.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.300, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 3.5, 3.6, 3.7 e 3.8.

Vi è un invito al ritiro dell'emendamento 3.0.1. Senatore Scotti, lo accoglie?

 

SCOTTI (FI). Sì, signor Presidente, ritiro l'emendamento 3.0.1 e accetto la modifica, proposta dal relatore, all'ordine del giorno G3.100.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G3.100 (testo 2) non verrà posto in votazione.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SODANO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 4.3 e 4.200/1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario.

PRESIDENTE. Ricordo che, sull'emendamento 4.200/1, la 5a Commissione permanente ha espresso un parere condizionato; la condizione è che, ai sensi della citata norma costituzionale, dopo le parole: "I commissari ad acta definiscono", siano inserite le seguenti "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica".

SODANO, relatore. Signor Presidente, ritengo che il contenuto dell'emendamento 4.200/1 sia incluso nell'emendamento 4.200. Nello spirito non si tratta di un parere propriamente contrario, inviterei però il senatore Stefani a riconsiderare tale emendamento alla luce dell'emendamento 4.200 della Commissione per quanto riguarda gli aspetti dei poteri di commissariamento e della raccolta dei rifiuti.

PRESIDENTE. Senatore Stefani, il senatore Sodano la invita a considerare l'eventuale ritiro dell'emendamento 4.200/1 alla luce dell'emendamento 4.200 della Commissione. Dopo mi darà una risposta.

SODANO, relatore. Pertanto, Presidente, inviterei il senatore Stefani a ritirare l'emendamento 4.200/1 ed eventualmente a presentare un ordine del giorno che potrebbe essere accolto.

Esprimo poi parere contrario sugli emendamenti 4.200/2, 4.200/3, 4.200/4, 4.200/5 e 4.200/6.

Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.200, con l'accoglimento della condizione posta dalla Commissione bilancio in merito alla sostituzione, al comma 6, della parola: "possono", con la parola: "devono", e sull'emendamento 4.4.

Esprimo poi parere contrario all'emendamento 4.6.

Esprimo, infine, parere favorevole sull'emendamento 4.5 e parere contrario sull'emendamento 4.7.

 

PRESIDENTE. Anche qui il parere è condizionato con la solita formula. Comunque il parere rimane contrario.

 

SODANO, relatore. Esattamente.

Infine, ritiro l'emendamento 4.10.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 4.3 è improcedibile.

Senatore Stefani, il relatore le ha rivolto un invito a ritirare l'emendamento 4.200/1 (testo 2). Intende accoglierlo?

STEFANI (LNP). Signor Presidente, l'emendamento 4.200/1 (testo 2) ha carattere rafforzativo rispetto all'emendamento 4.200. Se il relatore ritiene che l'emendamento 4.200 sia valido, non capisco perché non accolga una formula rafforzativa dello stesso, che non comporta alcun onere. È la stessa situazione di prima.

Pertanto, mantengo l'emendamento e ne chiedo la votazione.

 

PRESIDENTE. Repetita iuvant, senatore Stefani.

Senatore Sodano, intende rispondere al senatore Stefani?

SODANO, relatore. Signor Presidente, c'è un problema. Dovremmo sempre considerare la filosofia di questo decreto, che rimanda all'esigenza di arrivare ad un piano regionale. Ora, all'interno di un decreto non possiamo andare già ad individuare alcune modalità che risulterebbero eccessivamente stringenti rispetto a questa fase di transizione.

Condivido che si debbano coinvolgere gli enti locali nella fase di elaborazione del piano. È questo il motivo per cui invito il senatore Stefani a considerare l'emendamento 4.200/1 (testo 2) ricompreso nell'emendamento 4.200, come ritengo sia in realtà.

Pertanto, o tale emendamento viene trasformato in un ordine del giorno, oppure sono costretto ad esprimere parere contrario.

PRESIDENTE. Senatore Stefani, intende ritirare l'emendamento 4.200/1 (testo 2) e trasformarlo in un ordine del giorno?

 

STEFANI (LNP). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno G4.100 s'intende accolto dal Governo e pertanto non verrà posto in votazione.

Metto ai voti l'emendamento 4.200/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.200/3.

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente, prima di chiedere la votazione elettronica dell'emendamento 4.200/3, le chiederei di far togliere le tessere alle quali non corrisponde alcun senatore nel settore centrale dei banchi della maggioranza, in particolare alla terza fila, più o meno vicino al senatore Pecoraro Scanio. (Applausi dal Gruppo FI).

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.200/3, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

STORACE (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (AN). Signor Presidente, vorrei intervenire sulla regolarità delle votazioni. Lei ogni volta che si alza il senatore Boccia, che non sbaglia mai, ci dice giustamente di stare seduti. Il senatore Carrara ha fatto un'osservazione che puntualmente si è verificata.

 

PRESIDENTE. Infatti, ho controllato personalmente, senatore Storace.

 

STORACE (AN). Sì, ma deve stare al suo posto anche il senatore che ha indicato il collega Carrara, altrimenti qui non ci regoliamo.

Poi, per quanto riguarda la Presidenza dell'Aula, capisco la sua stanchezza. Prima c'era il senatore Baccini, ora c'è lei: ma non c'è mai una turnazione? (Applausi dal Gruppo FI).

PRESIDENTE. Avverrà tra poco, senatore Storace, con mio grande ristoro e soddisfazione.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.200/4.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.200/4, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Senatore Garraffa, mi sembra di aver dimostrato che tutte le richieste di intervento sono state osservate. Senatore Garraffa, dopo giustifico il senatore Storace quando si preoccupa per la mia salute.

Senatore Piccioni, per cortesia si segga un attimo. Dietro il senatore Piccioni mi togliete quella scheda?

 

GARRAFFA (Ulivo). Dietro il senatore Mauro.

 

PRESIDENTE. Senatore Massidda, chi c'è a fianco a lei? Sono in quattro, ne avanza uno. Fate a caso, per me è indifferente quale volete togliere. Siete quattro e ci sono cinque voti.

Forza colleghi, l'abbiamo tolta? Una è di troppo.

Dichiaro chiusa la votazione.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 4.200/5, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Presidente, nella quarta fila del secondo settore c'è una signora con i baffi, un signore con i baffi, che molto spesso urla e ci dà anche della palpitazione. Quello con la giacca e con la cravatta.

 

PRESIDENTE. Si tratta del senatore Garraffa, l'ho ascoltato per cinque anni.

 

STRANO (AN). Mi sembra una soprano, mi sembra Mimì. Le può dire di stare calma, perché ci fa venire l'ansia?

 

GARRAFFA (Ulivo). Se c'è una signora sei tu!

PRESIDENTE. Le garantisco che quest'entusiasmo e quest'animosità sono peculiarità del senatore Garraffa.

Metto ai voti l'emendamento 4.200/6, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.200 (testo 2).

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento 4.200 (testo 2), cui facevo riferimento, per evitare che si crei anche disinformazione rispetto all'esterno. La Commissione ha lavorato e ha prodotto questo emendamento che promuove fortemente la raccolta differenziata con obiettivi elevati del 35 per cento per i rifiuti urbani e con l'obiettivo del raggiungimento del 50 per cento.

Si prevedono, inoltre, meccanismi di premialità per coloro che fanno la raccolta differenziata e di penalizzazione per i Comuni che non la fanno; si prevede al comma 3 e al comma 4 un impegno del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), che è inadempiente per molti versi, soprattutto nel Mezzogiorno, oltre a campagne informative. Questo è un motivo che ritenevo - e riteniamo come Commissione - ampiamente assunto.

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Presidente, intervengo per chiedere il voto elettronico e per avere ancora il piacere di avere il questore che compare simpatico e che dietro di lei indica tutta l'Aula con fare da commissario politico.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Intervengo solo per preannunciare il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale sull'emendamento 4.200 (testo 2).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.200 (testo 2), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 4.4, 4.6, 4.5 e 4.7, mentre l'emendamento 4.10 è stato ritirato.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

Presidenza del vice presidente ANGIUS (ore 19,30)

CORONELLA (AN). Signor Presidente, l'emendamento 5.1, da me presentato, riguarda una serie di punti importanti, perché ricordiamoci che in Campania interveniamo su situazioni in cui il territorio è già stato gravemente colpito.

Con questo articolo diamo anche la possibilità di aumentare le volumetrie disponibili delle discariche. Ricordiamoci la vicenda di Ariano Irpino, ricordiamoci la vicenda di Paenzano 2, discariche che hanno subito anche provvedimenti giudiziari tutt'ora in corso. Noi chiediamo che in queste realtà non si possa assolutamente intervenire e permettere di aumentare le volumetrie disponibili.

C'è un altro passaggio che ritengo importante, che riguarda la tariffa; il Governo ha predisposto un ordine del giorno per la copertura dei costi di questo provvedimento che, secondo noi, avanza ancora con gravi lacune sotto l'aspetto della copertura economica. Teniamo però a rimarcare una cosa (lo abbiamo già detto in fase di discussione): il problema di chi paga questi costi. Sono costi che sono stati creati da una malagestione che è riconosciuta unanimemente, nessuno può negare che sia vero; una gestione che rischia di scaricare le proprie inefficienze ancora sulla tariffa, dunque sulle tasche dei cittadini, e badiamo bene, sulle tasche di quei cittadini che la tariffa o la tassa sui rifiuti l'hanno già pagata e non si sono visti fornire il servizio adeguato.

Su tale argomento avevamo presentato un emendamento, sicuramente forzato, ma nel quale sostenevamo che i costi dovessero essere recuperati all'interno del bilancio della Regione Campania, un bilancio che - voglio evitare ogni polemica - è sotto gli occhi di tutti, un bilancio che viene utilizzato molte volte con grande larghezza di vedute, con grande disponibilità per spese che non ritornano ai cittadini e ai servizi che i cittadini si aspettano.

Mi riferisco alle tante consulenze di cui i giornali tutti i giorni scrivono, ai viaggi all'estero, sicuramente legittimi, ma che andrebbero calibrati meglio: in periodi normali non meraviglierebbero più di tanto, ma mi pare che chi amministra questa Regione si dimentichi da troppo tempo di amministrare una Regione che viaggia in emergenza. Come ho già detto oggi, se ne deve ricordare il Parlamento, se ne deve ricordare il Senato, e questo non ci sembra giusto.

Riteniamo di porre, con l'emendamento 5.1, grande attenzione ancora su chi pagherà il problema dell'emergenza rifiuti in Campania e chiediamo un voto favorevole su di esso.

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, ritiro gli emendamenti 5.9 e 5.11.

PALUMBO (Ulivo). Signor Presidente, vorrei illustrare gli emendamenti 5.301 e 5.302.

Con l'emendamento 5.301 chiedo anch'io di sopprimere il riferimento alla possibilità del commissario di determinare l'aumento delle volumetrie disponibili in materia di interventi di sistemazione delle discariche, perché mi sembra un riferimento eccessivamente generico che renderebbe possibile anche un ampliamento a dismisura di tali discariche. Mi pare sia opportuno invece individuare un parametro certo che fissi un limite nell'esercizio di questa facoltà discrezionale del commissario. Non avendo ravvisato un siffatto limite, ho presentato questo emendamento soppressivo. Ovviamente, se ricevo assicurazioni al riguardo da parte del relatore, sono disposto a ritirarlo.

Più articolato è invece il discorso sull'emendamento 5.302. Il relatore Sodano, che oltre ad essere Presidente della Commissione ambiente è anche campano, conosce molto meglio di me la situazione drammatica in cui versano alcuni territori e Comuni della Regione, i quali hanno pagato e pagano tutt'ora un prezzo altissimo in termini di danni ambientali, sociali, economici e alla salute dei cittadini.

Sono quei territori nei quali sono stati prevalentemente ubicati discariche, siti di stoccaggio e impianti per il trattamento di rifiuti: posso qui citare l'area nolana e del giuglianese. Se scorriamo l'elenco dei siti individuati, vediamo che a Giugliano è previsto un impianto di CDR, due siti di stoccaggio e due discariche; un'altra è ubicata nel Comune di Villaricca (così come previsto dall'articolo 1 del decreto-legge), area che ha subito una sorta di devastazione ambientale dai confini inquietanti.

Per tali ragioni, abbiamo chiesto di prevedere che il commissario delegato, nell'aprire nuovi impianti, non possa individuare ulteriori siti nei suddetti territori e Comuni. Mi è stata mossa l'obiezione, signor Presidente, che non sarebbe possibile prevedere un divieto di carattere così generale e astratto nel provvedimento al nostro esame, ma sicuramente è possibile fissare un criterio che vincoli e orienti le scelte che dovrà compiere il commissario delegato. La collega De Petris ha detto che tali localizzazioni sono avvenute senza alcun criterio razionale, al di fuori di un piano organico che riguardasse la gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione Campania.

Pertanto, propongo - se possibile - di unificare l'emendamento 5.302 con la proposta emendativa che probabilmente avanzerà il collega Barbato all'emendamento 5.2 della Commissione. (Brusìo).

Se è possibile, chiedo l'attenzione del presidente Sodano sulla proposta che ho appena formulato.

 

PRESIDENTE. Prego i colleghi di consentire al senatore Palumbo di terminare l'illustrazione degli emendamenti di cui è firmatario. Sta tra l'altro avanzando proposte che mi sembrano meritevoli di essere ascoltate.

 

PALUMBO (Ulivo). Ho quasi terminato, signor Presidente.

Chiedo al relatore se può valutare positivamente la possibilità di integrare la proposta di modifica che avanzerà il collega Barbato con un secondo periodo: «A tal fine il commissario delegato, nel disporre l'apertura di nuovi impianti per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti, valuta prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in Comuni diversi da quelli in cui sono stati già realizzati impianti durante la gestione commissariale dell'emergenza rifiuti». Non si fissa un divieto assoluto, ma si indica un criterio che deve presiedere all'esercizio di questa attività discrezionale del commissario delegato.

D'ALI' (FI). Signor Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento 5.100/1 che porta la firma di tutti i Capigruppo in Commissione ambiente della Casa delle Libertà.

Come abbiamo già affermato durante la discussione generale, intendiamo porre con chiarezza i termini di copertura di questo decreto evitando anzitutto, nella maniera più assoluta, che, con una dizione peraltro giuridicamente inesistente dal punto vista fiscale (mi riferisco alla supposta tariffa regionale sullo smaltimento dei rifiuti che non mi pare esista come tipo di imposizione), si ingeneri la paura che i costi possano essere ribaltati su cittadini i quali, come ho già detto in precedenza, sono già penalizzati da una dissennata gestione del comparto rifiuti in Campania.

Occorre che il Governo, come abbiamo chiesto, stanzi in maniera inequivocabile le somme necessarie all'attività del commissario (che noi stimiamo in un minimo di 80 milioni), così come nel precedente periodo di commissariamento era stato fatto dal Governo centrale.

Questo è il significato della nostra proposta, sulla quale naturalmente insisteremo, anche al di là del parere della 5ª Commissione, perché per procedere nell'esame di questo provvedimento - ripeto, nell'esame, non nell'approvazione - riteniamo assolutamente ineliminabile che si provveda ad un'esatta individuazione delle fonti di copertura, senza porre rischi a carico del cittadino. (Brusìo).

PRESIDENTE. Colleghi, non intendo dare la parola a nessun senatore se nell'Aula non si stabilisce un minimo di decoro e decenza. Prego i colleghi, intanto del Gruppo dell'Ulivo, e poi gli altri che sono qui davanti, nell'emiciclo, e che amabilmente continuano a chiacchierare, di prendere posto oppure di accomodarsi fuori dall'Aula. Prego, per esempio, il senatore Montino, insieme ad altri colleghi, di consentire a chi deve intervenire di farlo in un modo decoroso.

Riprendiamo l'illustrazione degli emendamenti.

MORRA (FI). Gli emendamenti 5.303 e 5.304, da me presentati intervengono su un aspetto particolare di quella che è stata l'attività gestionale commissariale di tutti i commissari. Tutti i commissari, quando si è trattato di individuare siti per discariche, hanno dimostrato una particolare predisposizione per il territorio campano al confine con Puglia. Chi conosce le vicende di Difesa Grande, la discarica di Ariano Irpino - fra questi c'è sicuramente il relatore -, sa bene che quella discarica, pur situata in un agro di Ariano Irpino, è confinante e molto più vicina ai centri pugliesi: dista, per esempio, dal centro di Monteleone di Puglia solo qualche chilometro, a differenza dei dieci chilometri che la separano da Ariano Irpino.

Perché questa particolare predisposizione dei commissari ad ubicare discariche in Campania al confine con il territorio pugliese? Una motivazione c'è, perché in questo caso tutti i commissari hanno avuto vita più facile nel governare il dissenso e la protesta sociale. Infatti questo non ha riguardato e non riguarda solo Difesa Grande per chi, come il relatore ed il rappresentante del Governo, conosce anche la vicenda di quel territorio sa che solo a qualche chilometro di distanza in linea d'aria è stata ipotizzata un'altra megadiscarica per fos e sovvalli. Allo stesso modo, chi conosce queste vicende sa che la discarica di Difesa Grande, chiusa e riaperta a fasi alterne, è stata ultimamente sequestrata per disastro ambientale.

La domanda che pongo è che se disastri ambientali ci sono stati e ci sono, essi rispettano i confini amministrativi? Il Parlamento ha la capacità di bloccare i disastri ambientali al confine con un territorio che non è quello campano? Penso proprio di no.

Non so quale sarà il parere del relatore né quello del Governo, ma al relatore, al Governo e a tutti i componenti della 13a Commissione vorrei porre una domanda in caso di parere negativo. La Commissione bene ha fatto quando, intervenendo sul comma 3 dell'articolo 5 del decreto, in riferimento ai rifiuti trasferiti in altre Regioni, laddove si chiedeva l'ascolto dei Presidenti delle altre Regioni, ha trasformato tale ascolto in un'imposizione di concerto.

Ebbene, quando si tratta del trasferimento di rifiuti si chiede il concerto all'altra Regione, quando invece si va a ubicare una discarica al confine con un altro territorio, dove si riversano casomai in misura maggiore l'impatto ambientale e l'impatto socio-economico e produttivo, in questo caso non si chiede niente, non si concerta.

È più importante il luogo materiale dove si va a depositare il rifiuto o sono più importanti gli effetti che da tali rifiuti derivano? Se sono, come sono, più importanti gli effetti, penso che quando si va a realizzare una discarica sull'uscio di casa altrui si ha il dovere di chiederne il concerto. (Applausi dal Gruppo FI).

PRESIDENTE. Vorrei chiedere al relatore se intende mantenere l'emendamento 5.0.1, sul quale c'è il parere contrario della 5a Commissione.

SODANO, relatore. Presidente, ritiro l'emendamento 5.0.1.

D'ALI' (FI). Presidente, lo faccio mio.

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, dichiarandomi favorevole alla proposta poc'anzi annunciata dal senatore Palumbo, vorrei chiedere al Presidente della Commissione di aggiungere all'emendamento 5.2 la seguente disposizione: «Nell'individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, il Commissario straordinario delegato dovrà tener conto del carico ambientale e dei disastri ambientali provocati dalle discariche o da altri impianti già esistenti e in evidente stato di saturazione». Consegno alla Presidenza copia della formulazione da me proposta in modo che tutti possano averne visione.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, ritengo che la proposta del senatore Barbato vada considerata insieme a quella del senatore Palumbo, che proponeva una formulazione che integrasse le due. Sarei dunque disposto ad esprimere un parere favorevole, modificando però l'espressione «disastri ambientali» con l'altra «impatti ambientali».

Pertanto, la nuova formulazione dell'emendamento 5.2 potrebbe essere del seguente tenore: «Nell'individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, il Commissario straordinario delegato dovrà tener conto del carico ambientale e degli impianti ambientali provocati dalle discariche o da altri impianti già esistenti o in evidente stato di saturazione.

A tal fine, il Commissario delegato, nel disporre l'apertura di nuovi impianti per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti, valuta prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in Comuni diversi da quelli interessati già da impianti».

Sarebbe opportuno fermarsi qui - lo dico anche a beneficio del senatore Palumbo - evitando di entrare nel dettaglio. Se c'è accordo su una formulazione di tal genere, sono disponibile ad accogliere l'integrazione.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, purtroppo non ho potuto seguire con attenzione la proposta formulata dal relatore per la troppa confusione in Aula.

PRESIDENTE. Intanto chiedo di far pervenire alla Presidenza un testo, di cui al momento ancora non si dispone, che finora è stato possibile soltanto ascoltare. Dopodiché faccio presente al senatore Barbato e al relatore che l'emendamento, ancorché ridefinito nei termini anzidetti, dovrà essere esaminato nuovamente dalla Commissione bilancio.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, le chiedo scusa, ma nel caos che si è registrato negli ultimi minuti è possibile che il mio intervento sia ormai fuori tempo. Comunque, vorrei intervenire sull'emendamento 5.2, invitando la Commissione a ritirarlo. Forse sarebbe opportuno però che il senatore Sodano ascoltasse.

 

PRESIDENTE. Vorrei richiamare per un attimo l'attenzione del relatore, senatore Sodano, in considerazione del fatto che il senatore Matteoli sta formulando una proposta relativa all'emendamento 5.2, presentato dalla Commissione.

MATTEOLI (AN). L'emendamento 5.2 da parte nostra è inaccettabile. Al riguardo, vorrei ricordare cosa è accaduto in Campania per alcune discariche.

Quando è stato emanato il decreto-legge, erano elencate 7 discariche tra cui in particolare una che, nell'ambito del precedente Governo, era stata oggetto di una trattativa molto lunga. All'epoca un comitato si batté contro tale discarica. Si arrivò ad un accordo per cui la discarica rimase aperta per ulteriori nove mesi con l'impegno da parte del Governo di una sua chiusura alla scadenza di quel termine.

Quella discarica non può essere riaperta perché altrimenti sarebbe una provocazione nei confronti dei cittadini e di un Sindaco che aveva partecipato alla trattativa fino al momento del raggiungimento dell'accordo.

Ricordo poi anche il caso di un'altra discarica, situata presso Ariano Irpino, oggetto del precedente intervento del collega Morra.

Ebbene, con l'approvazione dell'emendamento 5.2, si dà un potere straordinario ulteriore al Commissario potendo egli, con l'approvazione di tale emendamento, aprire discariche dove e come vuole. Bisogna invece tener conto della storia delle discariche in Campania. L'emendamento in questione è addirittura peggiorativo rispetto a quanto indicato nel decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri.

Allora, vorrei invitare la Commissione a ritirare questo emendamento, perché quando si dice che il commissario delegato può individuare per l'attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto discariche ovunque vuole, si parla di aprire nuove discariche, di utilizzare le discariche autorizzate o realizzate dal commissario delegato e dal prefetto, praticamente ci facciamo fare prigionieri dal commissario con dei poteri straordinari che non ha mai avuto nessuno.

Io ho grande fiducia nel commissario Bertolaso, ma non me la sento di dargli la possibilità di decidere senza nemmeno aprire un confronto con i Sindaci e con i Presidenti delle Province.

Invito dunque la Commissione a ritirare questo emendamento; noi voteremo contro, ma se venisse approvato credo che creerebbe problemi anche alla stessa maggioranza. (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. Senatore Sodano, intende intervenire in relazione alla proposta testé formulata dal senatore Matteoli?

SODANO, relatore. Signor Presidente, non comprendo le osservazioni del presidente Matteoli perché in realtà l'emendamento 5.2 della Commissione sostituisce il comma 1 dell'articolo 5 del decreto-legge. Si esprime la preoccupazione che andiamo ad insistere su discariche su cui c'era stato un impegno per la chiusura, come Ariano Irpino e Tufino, che sono nel testo del Governo, nel testo del decreto-legge che è giunto alla nostra approvazione.

Con l'emendamento in discussione noi cancelliamo proprio la parte che preoccupa non solo il senatore Matteoli, ma anche noi. Non c'è più Paenzano 2 nel Comune di Tufino, non c'è più Riconta nel Comune di Villaricca, non c'è più Difesa Grande nel Comune di Ariano Irpino.

Se dovessimo ritirare l'emendamento 5.2, vivrebbe il comma 1 dell'articolo 5, quindi rimarrebbe in vita la previsione della riapertura delle discariche. Lo spirito della Commissione, della proposta che avevamo votato in Commissione, va proprio nella direzione di tutelare e garantire quello che diceva il presidente Matteoli.

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, comprendo lo spirito dell'intervento del relatore: vorrei però che l'eliminazione formale non restasse tale, ma fosse un'eliminazione sostanziale.

Conoscendo la storia e tenendo presente, tra l'altro, che nell'articolo iniziale vi era una sorta di protezione per le discariche oggetto di provvedimenti giudiziari all'entrata in vigore del decreto e che ad oggi ci troviamo, nel caso di Difesa grande, nella condizione di un sequestro confermato in sede di riesame, a mio avviso questo elemento bisogna inserirlo e così facendo risolveremo il problema. Dovremmo inserire una previsione del tipo: "tranne quelle oggetto di provvedimenti giudiziari".

Siamo di fronte ad una discarica sequestrata, veramente non inserire tale precisazione e non chiarirlo è disdicevole.

FERRANTE (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRANTE (Ulivo). Signor Presidente, mi rivolgo innanzitutto ai colleghi dell'opposizione e all'ex ministro Matteoli: chiedo di considerare con attenzione l'emendamento 5.2 che proponiamo come Commissione con il miglioramento che è intervenuto adesso in Aula grazie agli interventi del senatore Palumbo e del senatore Barbato.

L'ex ministro Matteoli sa bene (ed è questo il punto delicato) che bisogna trovare, soprattutto nel caso dei rifiuti, soprattutto in una situazione così delicata come quella della Campania che è sotto gli occhi di tutti, un punto di equilibrio fra il rispetto delle sofferenze delle popolazioni che hanno già subito tantissimo (l'esempio della discarica di Villaricca è sicuramente calzante) e la necessità di affrontare l'emergenza nell'emergenza, che è quella con cui ci stiamo misurando in questi giorni.

Deve essere chiaro - il senatore Matteoli non mi sente - che stiamo affrontando un problema dell'emergenza nell'emergenza, proprio perché non si sono risolti i problemi strutturali in oltre 13 anni di commissariamento.

Allora, se questo è il quadro in cui ci troviamo ad operare, credo che sia stato trovato un equilibrio, togliendo - a differenza di quanto invece aveva inizialmente proposto il Governo - i nomi di tre discariche, alcune delle quali erano anche sottoposte a provvedimento di sequestro da parte della magistratura (quindi c'era un evidente conflitto).

I tre nomi non esistono più; si dà mandato al commissario di trovare i luoghi dove smaltire i rifiuti, ma, contemporaneamente, gli si dice che deve tener conto di quanto è successo nel passato e del fatto che ci sono alcuni Comuni della Campania che hanno sofferto più di altri e che, pertanto, deve stare particolarmente attento e cercare prioritariamente da altre parti gli eventuali posti. Questo mi sembra il punto di equilibrio più avanzato.

Mi rivolgo anche ai colleghi che erano con noi in Commissione e che hanno studiato, credo con uno spirito molto costruttivo, questo provvedimento; mi rivolgo a loro per fargli capire che questo è il punto di equilibrio più avanzato possibile, che risolve, o almeno tenta di risolvere, l'emergenza nell'emergenza.

IZZO (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Senatore Izzo, ci avviamo alla chiusura della seduta; la pregherei di essere stringato, perché abbiamo un piccolo adempimento a cui assolvere.

 

IZZO (FI). Signor Presidente, cercherò di essere sintetico.

Vorrei anzitutto chiedere al collega Libé di poter apporre la mia firma all'emendamento 5.300. Quando tale emendamento sarà posto in votazione, se il collega è d'accordo, chiederemo eventualmente di votarlo per parti separate.

Con riferimento agli interventi precedenti, in particolare a quello, da ultimo, del collega Viespoli, che condivido in toto (per la verità lui ha ricordato soltanto Difesa Grande, ma c'è anche il problema di Montesarchio, nella nostra Provincia di Benevento), suggerirei al relatore e al Governo di tenere in considerazione l'emendamento 5.300, che prevede la soppressione, al comma 2, dell'indicazione «anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili».

Se questo accadesse, se fosse d'accordo la maggioranza (che invito ad essere attenta all'approvazione di questo emendamento), certamente avremmo risolto il problema che affligge la comunità campana, che è quello di intervenire su quelle già realizzate.

Da ultimo, signor Presidente, vorrei soltanto ricordare - ma mi riprometto di intervenire successivamente - l'assurdità del sistema di finanziamento di questi interventi, che credo sia assolutamente incostituzionale. Noi invece suggeriamo che le spese che saranno prodotte debbano far carico sul bilancio della Regione, che è l'unica vera responsabile del disastro della raccolta differenziata delle immondizie e dei rifiuti nella nostra Regione Campania.

PRESIDENTE. In relazione al fatto che abbiamo raggiunto il termine fissato per la conclusione dei nostri lavori, invito il relatore a giungere domani con una formulazione più precisa dell'emendamento della Commissione, naturalmente facendone pervenire preventivamente il testo alla Commissione bilancio per l'espressione del parere.

Domani mattina dunque riprenderemo la discussione con l'espressione dei pareri del relatore e del Governo su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 5, quindi procederemo alla votazione degli stessi.

 LIBE' (UDC). Signor Presidente, l'emendamento 1.500 è volto a chiarire quanto avevo già esposto nel mio intervento in sede di discussione generale. In primo luogo, i tempi che dobbiamo dare alla gestione commissariale debbono essere tempi certi: abbiamo proposto di porre come termine ultimo il 31 dicembre 2007, salvo il fatto, che mi sembra giusto prevedere, che la gestione commissariale possa finire prima nel caso in cui, ci auguriamo, finisca prima l'emergenza.

In secondo luogo, ho parlato di coinvolgimento degli enti locali: l'emendamento aggiunge, alla fine del comma 1, la previsione che il commissario operi d'intesa con il presidente della Regione Campania e con la Consulta regionale già prevista dal decreto-legge n. 245 del 2005 che prevedeva proprio il coinvolgimento dei presidenti delle Province i quali, come ho detto prima, sono spesso assenti.

Chiediamo inoltre di aggiungere, dopo il comma 2, il comma 2-bis perché il commissario delegato, d'accordo con la Regione e le Province, deve procedere alla predisposizione di quel benedetto piano regionale dei rifiuti che aspettiamo da tempo.

Riteniamo, infine, importante togliere, al comma 3, la previsione di tre sub-commissari prevedendo invece un sub-commissario unico con una comprovata esperienza nel settore della raccolta differenziata: mi sembra un segnale importante nella direzione di un contenimento reale della spesa e di un'operatività un po' più agevole da parte del commissario.

SODANO, relatore. Signor Presidente, credo che gli emendamenti della Commissione in parte rispondano anche alle sollecitazioni del senatore Libè; in ogni caso, li do per illustrati.

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, gli emendamenti 1.3 e 1.9 da noi presentati, e che riguardano essenzialmente due questioni (da un lato, la fissazione di un termine per la durata del commissariamento; dall'altro il non limitare l'emergenza solo allo smaltimento, considerando invece l'intero settore dei rifiuti) sono stati ricompresi poi nei fatti all'interno degli emendamenti della Commissione.

Perché queste due questioni? Perché, come si è visto anche dal dibattito, era evidente che il decreto presentava una lacuna, quella di non fissare un termine temporale, e vista la straordinarietà anche dei poteri conferiti credo che questo sia un elemento assolutamente indispensabile. L'altra questione è legata invece al fatto che il fissare dei termini, augurandoci che l'emergenza possa finire prima, rappresenta un ulteriore elemento per avviare finalmente, come dice anche l'ordine del giorno approvato dalla Commissione, il superamento dell'emergenza e tornare ad una gestione ordinaria.

CORONELLA (AN). Signor Presidente, sull'emendamento 1.11 penso che sia opportuno aprire una riflessione perché nel contenuto di questo emendamento vi è in effetti la motivazione vera della crisi che ha attanagliato la nostra Regione.

Dico questo perché lo scollamento che si è creato tra le Province e la Regione è così forte che, se non lo si supera e se non si recupera un dialogo tra queste istituzioni, io penso che, pur essendo stata forte ed intelligente la nomina di Bertolaso, chiunque vada sul territorio e si trovi di fronte una situazione di questo tipo difficilmente riuscirà a risolvere i problemi.

I presidenti delle Province, che si sono visti esclusi (mi riferisco alla fase 1999-2004, quando la carica di commissario straordinario coincideva con quella di presidente della Regione Campania), rimproverano al presidente della Regione di aver agito in perfetta solitudine e di aver utilizzato le risorse senza un minimo di razionalità. Io penso che, se coinvolgiamo le Province in un ragionamento, in un discorso, in un percorso di operoso dialogo, possiamo immaginare di poter risolvere il problema. Ecco perché ho ritenuto di presentare l'emendamento 1.11.

Per quanto riguarda l'emendamento 1.13, sono stati ricordati più volte gli sperperi di danari che sono stati compiuti; ciò è scritto - ne sono piene le pagine - nella relazione della Commissione parlamentare di inchiesta della passata legislatura. Ma, ancora oggi, si insiste nel decreto, laddove si scrive che il commissario delegato è coadiuvato da una commissione o da più comitati tecnici.

Io mi sono permesso di individuare, attraverso questo emendamento, i soggetti istituzionali che sono tenuti a dare una specifica collaborazione: il CONAI, l'ARPAC, l'APAT e altri organismi. Penso che, con questo emendamento, possiamo contribuire all'economicità dell'ufficio del Commissario. Non dimentichiamoci, infatti, che - com'è stato evidenziato - sono state sperperate risorse e che - come avete sentito anche da tutti i colleghi che sono intervenuti - il decreto è privo di copertura finanziaria; è arrivata una timida disponibilità per uno o per due mesi.

Ma noi dobbiamo dare un segnale di cambiamento: o in Campania si volta pagina e si fa sul serio, oppure ciascuno si assume le proprie responsabilità, e allora non serve il decreto, non serve il commissario, ognuno faccia la propria parte. (Applausi dal Gruppo AN).

PRESIDENTE. Senatore Coronella, a proposito dell'emendamento 1.14, le ricordo che la 5a Commissione ha posto come condizione l'aggiunta, alla fine, della frase: «e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Accoglie tale richiesta della Commissione bilancio?

 

CORONELLA (AN). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

SODANO, relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento 1.500, invito il senatore Libé a ritirarlo, perché parte del suo contenuto lo ritroviamo nell'emendamento concordato ed approvato in Commissione. Lo stesso discorso vale per l'emendamento 1.1 del senatore Matteoli ed altri. Sugli emendamenti 1.2 e 1.3, tra loro identici, esprimo parere favorevole, come pure sugli emendamenti 1.400, 1.100 e 1.200.

Sull'emendamento 1.11 la 5a Commissione ha espresso parere contrario; pur comprendendo le osservazioni del senatore Coronella, non posso che conformarmi a tale parere. Esprimo altresì parere contrario sugli emendamenti 1.12 e 1.13.

Esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.101. Per quanto riguarda l'emendamento 1.14, credo che anch'esso venga assorbito nell'1.101, quindi invito il presentatore a ritirarlo. Infine, esprimo parere contrario sull'emendamento 1.15.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Come concordato, sospendiamo la seduta per qualche minuto per attendere l'arrivo del senatore Morando con il parere sull'emendamento 5.100. Il senatore Morando aveva richiesto un quarto d'ora e la richiesta è stata avanzata alle 17,40; sospendo pertanto la seduta fino alle ore 17,55, dopodiché immediatamente si inizierà a votare.

Sospendo pertanto la seduta.

 

(La seduta, sospesa alle ore 17,48, è ripresa alle ore 17,57).

 

Riprendiamo i nostri lavori.

Devo comunicare che la 5ª Commissione permanente non ha ancora concluso i propri lavori e ha chiesto un'ulteriore sospensione. Quindi, sospendiamo la seduta fino alle ore 18,15, con l'augurio che in quel momento avremo un parere da parte della Commissione.

VALPIANA (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VALPIANA (RC-SE). Signor Presidente, mi sembra di sentire in tutta l'Aula lamentazioni per il caldo eccessivo.

PRESIDENTE. Senatrice Valpiana, appena entrato ho dato ordine di spegnere il riscaldamento, perché condivido la sudata di tutti. Fare discussioni sui protocolli ambientali e poi immettere riscaldamento senza che ve sia bisogno, visto che è anche causa di sofferenza, mi sembra una grande sciocchezza.

Sospendo pertanto di nuovo la seduta.

 

(La seduta, sospesa alle ore 17,58, è ripresa alle ore 18,16).

 

La seduta è ripresa.

Do lettura del parere formulato dalla 5a Commissione permanente sul nuovo testo dell'emendamento 5.100: «La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato l'ulteriore emendamento 5.100 (testo 2), relativo al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere di nulla osta, a condizione che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, al comma 6, le parole: ", che viene a tal fine integrata dell'importo" siano sostituite dalle seguenti: ". Agli oneri derivanti dagli interventi in conto capitale si fa inoltre fronte integrando le disponibilità della citata contabilità speciale intestata al Commissario delegato con l'importo"».

Chiedo al relatore, senatore Sodano, se accetta tale modifica.

SODANO, relatore. Sì, signor Presidente.

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, sull'emendamento 5.100 (testo 2), la 5a Commissione permanente ha formulato un parere di nulla osta a condizione che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, la Commissione ed il relatore accettassero una modifica del testo.

Forse per l'economia dei nostri lavori, al fine anche di consentire alla Commissione bilancio di considerare chiusa la questione, bisognerebbe vedere se il relatore è disponibile ad accogliere la modifica.

PRESIDENTE. L'ho già fatto, senatore Morando, e il relatore l'ha accolta. È la prima cosa che ho chiesto.

Riprendiamo dunque l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge.

È stato formulato un invito al ritiro dell'emendamento 1.500. Senatore Libé, accoglie tale invito?

LIBE' (UDC). Signor Presidente, mantengo l'emendamento e chiedo che venga votato per parti separate.

 

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore Libè, può specificare come intende debba venir votato l'emendamento 1.500?

 

LIBE' (UDC). Innanzi tutto, la parte iniziale fino alle parole: "27 gennaio 2006, n. 21". Quindi, la parte tendente ad aggiungere un comma 2-bis e, infine, le parti relative al comma 3.

PRESIDENTE. Ci sono osservazioni al riguardo?

STORACE (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (AN). Signor Presidente, vorrei intervenire sulla procedura. In particolare, vorrei sapere se in questo caso si applica il comma 5 dell'articolo 102 del Regolamento, ovvero se lei mette in votazione la richiesta di votare per parti separate.

PRESIDENTE. Esattamente. Poiché non c'è alcun rilievo da parte dell'Aula, intendo procedere in questo senso.

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la prima parte dell'emendamento 1.500, presentato dal senatore Libè, fino alle parole: "27 gennaio 2006, n. 21".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Colleghi sono solitamente bilanciato e tollerante, però, siccome c'è un evidente eccesso di luci, farei una riflessione sul punto. (Commenti dai banchi della maggioranza e dell'opposizione). Forza, colleghi, così evitiamo commenti dal centro‑destra e dal centro-sinistra. Stiamo buoni, stanno ancora arrivando dei senatori in Aula, quando saranno arrivati tutti vedremo se è il caso di bisticciare.

Senatore Piccioni, al suo fianco vedo un fuoco fatuo.

Senatore Boccia, anche nella sua fila c'è un fuoco fatuo, lo vogliamo eliminare? Colleghi, vi invito a stare seduti, così procediamo allo spegnimento dei fenomeni di autocombustione che ho notato nell'Aula.

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la seconda parte dell'emendamento 1.500, presentato dal senatore Libè, dalle parole «Dopo il comma 2», fino alle parole «gestione provinciale».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo alla votazione della restante parte dell'emendamento 1.500.

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Il Gruppo di Forza Italia voterà in maniera particolarmente convinta la modifica al comma 3 che prevede la sostituzione della previsione di tre subcommissari con quella di un subcommissario.

Abbiamo fatto i salti mortali per cercare di reperire le somme. Sarebbe bene che il decreto fosse virtuoso dal punto di vista dell'economia in tutte le sue parti, anche se questa certamente non è estremamente rilevante ai fini della spesa complessiva. Questa previsione di tre subcommissari a noi non convince, preferiamo che ce ne sia uno solo e con poteri vicari, il che comporterebbe sicuramente un'economia e anche una migliore identificazione del quadro di riferimento operativo.

Votiamo, quindi, questa proposta di modifica al comma 3 e spero che anche i colleghi della maggioranza si convincano della bontà di questa proposta.

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la restante parte dell'emendamento 1.500, presentato dal senatore Libé, dalle parole «Al comma 3» fino alla fine.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

GARRAFFA (Ulivo). Signor Presidente, dietro il senatore Mauro, c'è una luce cui non corrisponde nessun senatore.

 

PRESIDENTE. C'è, senatore Garraffa. È seduto più in basso.

Il Senato non approva.

 

Senatore Matteoli, c'è un invito al ritiro dell'emendamento 1.1 da parte del relatore, lo accoglie?

 

MATTEOLI (AN). Lo ritiro, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. L'emendamento 1.2/1 è stato ritirato.

Metto ai voti l'emendamento 1.2, presentato dalla Commissione, identico all'emendamento 1.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

È approvato.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 1.400, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

 

Metto ai voti l'emendamento 1.200, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Gli emendamenti 1.7, 1.9 e 1.10 sono stati ritirati.

Metto ai voti l'emendamento 1.100, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Passiamo all'emendamento 1.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

CORONELLA (AN). Ne chiediamo la votazione.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Coronella, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

(art. 102-bis Reg.)

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.11, presentato dal senatore Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, seduti per cortesia. Senatore Izzo, per cortesia stiamo tranquilli.

 

GARRAFFA (Ulivo). È una vergogna.

 

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.12.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.12, presentato dal senatore Matteoli e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Commenti del senatore Garraffa).

Senatore Garraffa, il senatore segretario sta svolgendo perfettamente il suo lavoro.

Senatrice Procaccini, per cortesia, stia tranquilla. Invito gli assistenti parlamentari a ritirare la scheda alla destra della senatrice Procaccini. Se è sparita la tessera, veramente apro un'indagine con perquisizione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.13, su cui la 5a Commissione permanente ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

 

CORONELLA (AN). Signor Presidente, ne chiediamo la votazione.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Coronella, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

GIULIANO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIULIANO (FI). Signor Presidente, l'1.13 è un emendamento sul quale andrebbe posta particolare attenzione. Ci si è lamentati in ordine alle spese effettuate dagli enti per consulenti che svolgono funzioni ed esprimono pareri che sono molte volte espressi da enti istituzionali. Ebbene, questo emendamento non fa altro che radunare tutti gli enti che in materia hanno una competenza specifica e che pertanto potrebbero dare forte ausilio al commissario straordinario senza altro esborso di denaro. Invito l'Aula a riflettere su questo emendamento che mi pare senz'altro accoglibile.

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo
(art. 102-bis Reg.)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.13, presentato dal senatore Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione)

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.101 (testo corretto). (Forte brusìo).

Colleghi, ora inizio a sbattere fuori qualcuno! Non è possibile che facciamo i dibattiti tra emiciclo ed emiciclo.

 

PIROVANO (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Pirovano risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.101 (testo corretto), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 1.14 (testo 2), presentato dal senatore Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.15.

PIROVANO (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PIROVANO (LNP). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio sostegno all'emendamento. Dobbiamo restituire nuovamente il potere agli enti locali eletti, perché dopo 12 anni di commissari e di prefetti siamo ora arrivati al commissario ministeriale. Non vorrei che la prossima volta (visto il sicuro insuccesso che, suo malgrado e nonostante l'impegno, avrà anche l'attuale commissario) dovremo ricorrere a una risoluzione dell'ONU per eleggere un Commissario a Napoli in grado di agire - come ritengo giusto - con regole d'ingaggio adeguate.

Chiedo all'Aula di votare a favore dell'emendamento 1.15 che è importantissimo per ricondurre alle responsabilità politiche la gestione dei rifiuti che è invece sempre mascherata da altre figure. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

 

PRESIDENTE. Ricordo a tutti i senatori che i tempi sono contingentati. Tenetene conto nelle dichiarazioni di voto.

VIESPOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Senza bisogno di far riferimento all'ONU, voteremo a favore dell'emendamento 1.15 - e invito l'Aula a fare altrettanto - perché è un modo per rafforzare il percorso individuato all'interno del decreto-legge: considerare cioè veramente la nostra discussione l'ultima volta che parliamo di emergenza.

Credo che votare favorevolmente, al di là delle motivazioni che spingerebbero a votare diversamente, sarebbe un segnale importante. Credo che il contenuto dell'emendamento al nostro esame esprima una responsabilità istituzionale che l'Aula deve assecondare.

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia. Credo che l'emendamento 1.15 corrisponda ai sentimenti espressi da tutti i Gruppi durante il dibattito in Commissione: la volontà di uscire fuori della gestione commissariale non può che tradursi in una disposizione normativa di tassativo ritorno alla gestione affidata agli enti territoriali.

LIBE' (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, anche il Gruppo dell'UDC voterà a favore dell'emendamento 1.15, anche perché - come abbiamo detto all'inizio - consideriamo la gestione commissariale una gestione a tempo il più limitato possibile. È giusto che gli enti locali si assumano la propria responsabilità verso i cittadini nella gestione di questo tema caldissimo.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, noi abbiamo condiviso l'esigenza, anche nell'emendamento approvato della Commissione, di inserire nel decreto-legge un limite temporale che è il 31 dicembre del 2007. È evidente che l'obiettivo del Parlamento e quindi la volontà condivisa è di arrivare entro il 31 dicembre del 2007 alla fine della gestione commissariale. Dirlo oggi, a fronte della situazione di emergenza che tutti i colleghi, anche dell'opposizione, hanno evidenziato, mi sembra porre una limitazione eccessiva, tenuto conto del particolare disagio che sta vivendo la Regione Campania e delle difficoltà che sta incontrando il commissario.

Pertanto, insisto nel ribadire il parere contrario all'emendamento 1.15.

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 1.15, presentato dai senatori Leoni e Stefani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Brusìo).

 

Adesso dichiarerò chiusa la votazione. Ancora lì dietro è ricomparsa una luce disattesa. Colleghi, se non c'è, non c'è! Nella fila del senatore Garaffa, visto che lei è sempre attento, c'è una luce in più. (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).

Togliamo quella scheda per cortesia.

Colleghi, nella fila del senatore Barelli, la penultima, c'è una luce in più. Togliamola, la scheda, per cortesia. Forza, togliamola.

Mi chiedo se per evitare i fenomeni del pianismo bisognerà arrivare alle punizioni corporali, alle fratture delle dita.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

STEFANI (LNP). Signor Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento 2.1 che mi pare voglia evidenziare l'importanza della raccolta differenziata.

Credo che anche i colleghi di Governo e i colleghi di maggioranza abbiano tutto l'interesse a votare questo emendamento che tende a promuovere e a pubblicizzare l'utilità della raccolta differenziata che in alcuni Paesi della Padania raggiunge anche il 70 per cento del totale. Questa è la strada giusta, non mandare le ecoballe in Germania. (Applausi dal Gruppo LNP).

SODANO, relatore. Signor Presidente, do per illustrati gli emendamenti della Commissione. Ne abbiamo discusso ampiamente.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

SODANO, relatore. Esprimo parere contrario sull'emendamento 2.1 e parere favorevole sull'emendamento 2.100 della Commissione. Quanto all'emendamento 2.2, di tenore analogo al precedente, invito il presentatore a al ritirarlo.

Esprimo invece parere contrario sugli emendamenti 2.30/1, 2.30/2, 2.30/3, 2.30/4, 2.30/5, 2.30/6 e 2.30/7. Infine, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 2.30 e 2.4.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, se non ho capito male, il Presidente della Commissione, nonché relatore, ha espresso parere contrario su tutti gli emendamenti.

 

PRESIDENTE. Tranne che su quelli della Commissione.

 

MATTEOLI (AN). Certo, tranne che su quelli della Commissione.

Il collega Stefani, che è intervenuto prima, ha chiesto all'Aula di votare a favore di un emendamento che, in qualche modo, sostiene la raccolta differenziata. Stento a credere che i colleghi della maggioranza, che hanno fatto più volte grandi polemiche perché il precedente Governo non aveva sufficientemente spinto verso la raccolta differenziata, si trovino ora a votare contro. Mi sembra un controsenso: o non c'è stato sufficiente chiarimento su cosa si vota o evidentemente il relatore, nonché Presidente della Commissione, ha interpretato male un emendamento che a me pareva molto, molto chiaro.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, per questioni di tempo non ho dato tutte le esplicitazioni.

L'emendamento 2.1 ha un parere condizionato della 5a Commissione, perché comporterebbe degli oneri. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, è stato presentato dalla Commissione un emendamento all'articolo 4 che prevede le campagne per la raccolta differenziata a carico dei consorzi e non del Commissariato. È questo il motivo per cui, pur accogliendo il principio e lo spirito di questo emendamento, che intende promuovere e diffondere la raccolta differenziata, non credo sia giusto affrontarlo in questa parte del testo, ma discuterne all'articolo 4, come prevede il decreto.

PRESIDENTE. Senatore Stefani, c'è una richiesta della 5a Commissione che condiziona il proprio parere favorevole all'emendamento 2.1 all'aggiunta, in fine, delle parole «e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

Intende uniformarsi a tale condizione?

STEFANI (LNP). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 2.1 (testo 2).

VIESPOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, intervengo per motivare il parere favorevole sull'emendamento 2.1 (testo 2). Francamente, la motivazione che il relatore ha dato nel rigettare tale emendamento rinvia a una questione più ampia relativa all'articolo 2 del decreto, perché se fosse vero il problema dell'assenza di copertura finanziaria bisognerebbe incrociare l'articolo 2 con il parere espresso dalla Commissione bilancio.

Nel parere, tra l'altro nella premessa, cosa credo irrituale, la Commissione bilancio dice che «(...) le misure volte alla informazione e alla partecipazione dei cittadini, ai sensi articolo 2, rientrano tra le competenze ordinarie ed istituzionali del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui il Dipartimento della protezione civile già fornisce supporto e collaborazione».

La Commissione bilancio, cioè, dice giustamente che la campagna per la promozione della raccolta differenziata si può fare, ma la Protezione civile faccia riferimento alla Presidenza del Consiglio e quindi alle risorse della Presidenza del Consiglio e non quindi alle risorse previste dal decreto.

Pertanto, votare questo emendamento, individuare una volontà politica forte dell'Assemblea è un atto rafforzativo. Vorrei che il relatore comprendesse che si tratta di un elemento utile, anche con l'inserimento della clausola relativa alla copertura finanziaria, e cioè senza oneri aggiuntivi: si tratta di una previsione importante che segna davvero la volontà di fare la campagna di promozione. In caso contrario, francamente, stiamo discutendo del formalismo e non della sostanza delle iniziative che si intendono assumere.

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.1 (testo 2), presentato dai senatori Leoni e Stefani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B). Per poco, ma non è passato. (Proteste dai banchi dell'opposizione). Colleghi, eventuali segnalazioni devono essere fatte prima che venga proclamato il risultato. Per un punto Martin perse la cappa, noi invece abbiamo perso un emendamento. Una volta che il risultato è stato proclamato, si può solo fare appello alla distrazione.

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.100, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Risulta pertanto precluso l'emendamento 2.2.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/1.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/2.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

(Vivaci commenti del senatore Garraffa e della senatrice Donati). Senatore Garraffa, se lei grida così forte mi fa venire un colpo.

È chiaro che con una differenza nei voti così esigua bisogna essere estremamente rigidi nelle verifiche.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

BOCCIA Antonio (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, con molta franchezza, voglio dire che svariati colleghi dell'opposizione stanno svolgendo la funzione di pianisti. È un fatto disdicevole, per cui vorrei chiederle la cortesia di attivare i senatori segretari, magari anche al termine della votazione, per verificare la rispondenza dei voti espressi all'ultimo secondo ed evitare dunque eventuali doppi voti.

Le chiedo questa cortesia anche in considerazione del fatto che è in corso una votazione delicata in cui si evidenzia una parità di voti. Non è giusto che in occasione di votazioni così delicate si arrivi ad esprimere un voto condizionato dalla presenza di eventuali pianisti.

La prego pertanto di attivare i senatori segretari, anche al termine della votazione, in modo che nessuno possa votare all'ultimo secondo.

DONATI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DONATI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, io le segnalo invece un caso specifico che riguarda il primo quadrante. In terza fila sono presenti cinque senatori, ma votano regolarmente in sei. Le chiedo di effettuare una verifica e di ritirare la scheda nel caso in cui ciò risultasse confermato.

PRESIDENTE. Mi sembra che siano presenti sei senatori.

 

DONATI (IU-Verdi-Com). Nel banco in cui siede il senatore Cicolani votano sempre in sei.

PRESIDENTE. In corso di votazione si procederà alle necessarie verifiche da parte dei colleghi segretari. Certo, se tutti i colleghi stessero seduti al proprio posto e collaborassero nel garantire il buon andamento dei lavori dell'Assemblea, si limiterebbero le accuse che da una parte e dall'altra vengono purtroppo espresse.

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, vorrei fare una proposta, al fine di evitare, anche per il prosieguo dei lavori, confusione ed altro. La proposta è semplice: ritirare la scheda laddove sugli scranni non vi sia la presenza di colleghi. (Applausi ironici dai Gruppi FI e AN).

 

VOCI DAI BANCHI DEL GRUPPO LNP. Bravo!

PRESIDENTE. Mi auguro che i Gruppi che ancora non lo hanno fatto, e sono pochi, trasmettano al più presto i nominativi per l'assegnazione dei posti, dopodiché si vedrà immediatamente chi si dedica alla musica durante le ore d'Aula.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/3.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente, chiedo l'appoggio ai colleghi per la mia richiesta di votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/3, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

(Dai Gruppi DS e RC-SE viene ripetutamente segnalata la presenza nei banchi dei Gruppi FI e AN di tessere inserite a cui non corrispondono senatori. Brusìo).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/4.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/4, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Senatore Izzo, non disturbi i colleghi. Ma perché non state seduti? (Dai Gruppi DS e RC-SE viene ripetutamente segnalata la presenza nei banchi dei Gruppi FI e AN di tessere inserite a cui non corrispondono senatori. Brusìo).

Colleghi, ciascuno di voi indica qualcuno con il dito, ma se non me lo indica il segretario io non riesco a vederlo.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/5.

CARRARA (FI). Signor Presidente, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/5, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/6.

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia nell'emendamento 2.30/6, che mi sembra assolutamente in linea con la Costituzione. Alla consulta regionale devono partecipare personalmente i sindaci, non i loro rappresentanti.

Finiamola con questo giochetto della delega continua dei sub-commissari e dei rappresentanti; ognuno si assuma la propria responsabilità. Alla Consulta regionale devono partecipare i sindaci, non i loro rappresentanti, che non sappiamo oggi chi siano.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, vedo un atteggiamento, da parte della maggioranza, che non consente a noi un minimo di possibilità di trattativa. Questo decreto è entrato nelle Aule parlamentari non osteggiato dai partiti e dai Gruppi dell'opposizione. Anche gli interventi svolti questa mattina e oggi pomeriggio da parte dei colleghi dell'opposizione sono stati tutti costruttivi.

Vedo però che c'è una rigidità a non far passare nemmeno un emendamento presentato dall'opposizione; ciò incattivisce l'Aula in un modo assolutamente inadeguato rispetto al provvedimento che andiamo ad approvare. (Applausi dai Gruppi AN e FI).

È un provvedimento che non riguarda solo la maggioranza, ma riguarda tutti. Noi vorremmo contribuire a farlo passare, perché non abbiamo nessuna voglia di votare contro. Vediamo però, da un atteggiamento ostile, che ci costringerete alla fine a votare contro un provvedimento che invece volevamo contribuire a rendere più pertinente alla soluzione del problema.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, apprezzo le parole del presidente Matteoli. Credo si sia creato un equivoco rispetto all'emendamento, da cui si è generata una forma ostruzionistica da parte dei colleghi della Lega. Mi riferisco all'emendamento 2.1, che avevo invitato il senatore Stefani e Leoni a riconsiderare in riferimento all'emendamento 4.200, condiviso da tutta la Commissione, in cui si parla delle campagne di informazione.

Ora, non ho nessun motivo per esprimere un giudizio negativo sull'emendamento in esame; ritengo che potremmo aggiungere «i sindaci o i loro rappresentanti», per evitare ed impedire che, il giorno cui il sindaco non possa partecipare alla Consulta, quel Comune non sia rappresentato. Dovrebbe trattarsi, insomma di un sindaco o di un assessore delegato.

Credo che l'emendamento 2.30/6 possa essere accolto; esprimo pertanto parere favorevole, modificando il parere espresso in precedenza.

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Vista l'importanza dell'emendamento 2.30/6, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30/6, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30/7.

Senatore Sodano, il suo parere su questo emendamento resta contrario?

 

SODANO, relatore. Esprimo parere favorevole, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.30/7, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30 (testo 2).

Comunico che alla penultima riga le parole «non possono» sono state sostituite dalle parole «non devono», così come richiesto dalla Commissione bilancio.

 

CARRARA (FI). Vista l'importanza anche di questo emendamento, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.30 (testo 2), presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.4 presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

LIBE' (UDC). Signor Presidente, l'emendamento 3.9: mi sembra abbastanza chiaro: chiediamo che le tecnologie disponibili siano quelle immediatamente disponibili. Siamo in emergenza, ed è necessario intervenire immediatamente per risolvere il problema: non vorremmo che nelle disquisizioni che spesso si aprono poi non si risolvano i problemi. Dunque, riteniamo non sia superfluo aggiungere la parola «immediatamente».

CORONELLA (AN). Signor Presidente, quanto all'emendamento 3.1, abbiamo ampiamente illustrato all'Aula che i dodici anni di gestione commissariale sono stati caratterizzati da notevoli sperperi. Con questo emendamento coinvolgiamo l'Avvocatura generale dello Stato ed evitiamo qualsiasi tentazione che anche in questo decreto viene fatta balenare in alcuni punti del testo.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

SODANO, relatore. Signor Presidente, in riferimento all'emendamento 3.9 non ne comprendo fino in fondo la motivazione, perché all'articolo 3 del decreto si fa riferimento alle migliori tecnologie disponibili: l'avverbio immediatamente è un di più, che non toglie e non aggiunge nulla. Comunque, esprimo parere favorevole.

Sull'emendamento 3.1 presentato dal senatore Coronella c'è un parere contrario della 5a Commissione. Sugli emendamenti 3.400/1 e 3.400/2 esprimo parere contrario. Sugli emendamenti 3.400 e 3.200 esprimo parere favorevole. Sugli emendamenti 3.10, 3.300/1, 3.300/2 esprimo parere contrario. Sull'emendamento 3.300/ 3, che vede come primo firmatario il senatore Stefani, il parere è favorevole.

 

PRESIDENTE. Il senatore Stefani ha un notevole successo quest'oggi.

 

SODANO, relatore. Sugli emendamenti 3.300/4 e 3.300/5 esprimo invece parere contrario. Quanto all'emendamento 3.300/6, invito i presentatori a trasformarlo in un ordine del giorno che potrebbe essere accolto, perché formulato come emendamento comporterebbe dei costi senza la relativa copertura: di qui il parere contrario della 5a Commissione. Se venisse trasformato in un ordine del giorno, ritengo che potrebbe essere accolto.

Sull'emendamento 3.300 esprimo parere favorevole. L'emendamento 3.5 è assorbito dal 3.300 nella parte sulla normativa antimafia. Ritengo che gli emendamenti 3.6, 3.7 e 3.8 siano assorbiti nella riformulazione dell'emendamento 3.300 presentato dalla Commissione; dunque, invito i presentatori a ritirarli.

Sull'emendamento 3.0.1 il parere é contrario, ma è già stata depositata la sua riformulazione in un ordine del giorno.

Quanto all'ordine del giorno G3.100, esprimo parere favorevole alla premessa e all'impegno al Governo, chiedendo che venga eliminata la parte retta dalle parole "considerato che". Conseguentemente, dove é scritto «impegna il Governo a prendere in considerazione il sistema», bisogna sopprimere la parola «descritto» perché, avendo eliminato il «considerato», non ha più motivo di esistere e specificare che il CDR-Q è combustibile derivato da rifiuti di qualità elevata.

Quindi, sono favorevole all'accoglimento della premessa e dell'impegno dell'ordine del giorno, con le modifiche che ho appena descritto.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.9, presentato dal senatore Libé.

È approvato.

 

Passiamo all'emendamento 3.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

 

CARRARA (FI). Ne chiediamo la votazione.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

GIULIANO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIULIANO (FI). Signor Presidente, l'emendamento 3.1, presentato dal senatore Coronella mi pare di buon senso e deriva anche dell'esperienza maturata sul territorio: chi segue e ha seguito le vicende dello smaltimento dei rifiuti e dell'emergenza in Campania sa benissimo che la maggior parte dei giudizi, delle controversie e delle consulenze sono state affidate a studi ben orientati.

Ebbene la spesa, almeno per le notizie che siamo riusciti a recepire, solamente per consulenze è stata per uno studio napoletano di 16 milioni di euro. Non trovo nessun motivo per osteggiare questo emendamento posto che, nel momento in cui si vanno a ridefinire le condizioni per l'affidamento dei servizi di smaltimento, si chieda l'assistenza dell'Avvocatura dello Stato, un'avvocatura eccellente, fatta di professionisti che ben conoscono le questioni, specie quella campana, e che potrebbero dare la loro opera in maniera gratuita e secondo le proprie funzioni.

Quindi, invito tutti a riflettere e ad evitare quello che appare un ulteriore sperpero di denaro. Infine, chiedo di aggiungere la mia firma a questo emendamento e al successivo 3.5. (Applausi dal Gruppo FI).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo
(art. 102-bis Reg.)

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.1, presentato dal senatore Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi FI, AN, UDC, LNP e DC-PRI-IND-MPA).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.400/1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.400/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.400/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 3.400, presentato dalla Commissione,

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

L'emendamento 3.2 è stato ritirato.

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 3.200, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.10.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.10, presentato dal senatore Matteoli e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300/1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.300/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300/2.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.300/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.300/3, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300/4.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.300/4, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

GARRAFFA (Ulivo). Guardate la tessera dietro al senatore Cutrufo!

 

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.300/5, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

Vi è un invito a trasformare l'emendamento 3.300/6 in un ordine del giorno. Senatore Stefani, accoglie tale invito?

 

STEFANI (LNP). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G3.200 non verrà posto in votazione.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.300, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 3.5, 3.6, 3.7 e 3.8.

Vi è un invito al ritiro dell'emendamento 3.0.1. Senatore Scotti, lo accoglie?

 

SCOTTI (FI). Sì, signor Presidente, ritiro l'emendamento 3.0.1 e accetto la modifica, proposta dal relatore, all'ordine del giorno G3.100.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G3.100 (testo 2) non verrà posto in votazione.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SODANO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 4.3 e 4.200/1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario.

PRESIDENTE. Ricordo che, sull'emendamento 4.200/1, la 5a Commissione permanente ha espresso un parere condizionato; la condizione è che, ai sensi della citata norma costituzionale, dopo le parole: "I commissari ad acta definiscono", siano inserite le seguenti "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica".

SODANO, relatore. Signor Presidente, ritengo che il contenuto dell'emendamento 4.200/1 sia incluso nell'emendamento 4.200. Nello spirito non si tratta di un parere propriamente contrario, inviterei però il senatore Stefani a riconsiderare tale emendamento alla luce dell'emendamento 4.200 della Commissione per quanto riguarda gli aspetti dei poteri di commissariamento e della raccolta dei rifiuti.

PRESIDENTE. Senatore Stefani, il senatore Sodano la invita a considerare l'eventuale ritiro dell'emendamento 4.200/1 alla luce dell'emendamento 4.200 della Commissione. Dopo mi darà una risposta.

SODANO, relatore. Pertanto, Presidente, inviterei il senatore Stefani a ritirare l'emendamento 4.200/1 ed eventualmente a presentare un ordine del giorno che potrebbe essere accolto.

Esprimo poi parere contrario sugli emendamenti 4.200/2, 4.200/3, 4.200/4, 4.200/5 e 4.200/6.

Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.200, con l'accoglimento della condizione posta dalla Commissione bilancio in merito alla sostituzione, al comma 6, della parola: "possono", con la parola: "devono", e sull'emendamento 4.4.

Esprimo poi parere contrario all'emendamento 4.6.

Esprimo, infine, parere favorevole sull'emendamento 4.5 e parere contrario sull'emendamento 4.7.

 

PRESIDENTE. Anche qui il parere è condizionato con la solita formula. Comunque il parere rimane contrario.

 

SODANO, relatore. Esattamente.

Infine, ritiro l'emendamento 4.10.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 4.3 è improcedibile.

Senatore Stefani, il relatore le ha rivolto un invito a ritirare l'emendamento 4.200/1 (testo 2). Intende accoglierlo?

STEFANI (LNP). Signor Presidente, l'emendamento 4.200/1 (testo 2) ha carattere rafforzativo rispetto all'emendamento 4.200. Se il relatore ritiene che l'emendamento 4.200 sia valido, non capisco perché non accolga una formula rafforzativa dello stesso, che non comporta alcun onere. È la stessa situazione di prima.

Pertanto, mantengo l'emendamento e ne chiedo la votazione.

 

PRESIDENTE. Repetita iuvant, senatore Stefani.

Senatore Sodano, intende rispondere al senatore Stefani?

SODANO, relatore. Signor Presidente, c'è un problema. Dovremmo sempre considerare la filosofia di questo decreto, che rimanda all'esigenza di arrivare ad un piano regionale. Ora, all'interno di un decreto non possiamo andare già ad individuare alcune modalità che risulterebbero eccessivamente stringenti rispetto a questa fase di transizione.

Condivido che si debbano coinvolgere gli enti locali nella fase di elaborazione del piano. È questo il motivo per cui invito il senatore Stefani a considerare l'emendamento 4.200/1 (testo 2) ricompreso nell'emendamento 4.200, come ritengo sia in realtà.

Pertanto, o tale emendamento viene trasformato in un ordine del giorno, oppure sono costretto ad esprimere parere contrario.

PRESIDENTE. Senatore Stefani, intende ritirare l'emendamento 4.200/1 (testo 2) e trasformarlo in un ordine del giorno?

 

STEFANI (LNP). Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno G4.100 s'intende accolto dal Governo e pertanto non verrà posto in votazione.

Metto ai voti l'emendamento 4.200/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.200/3.

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente, prima di chiedere la votazione elettronica dell'emendamento 4.200/3, le chiederei di far togliere le tessere alle quali non corrisponde alcun senatore nel settore centrale dei banchi della maggioranza, in particolare alla terza fila, più o meno vicino al senatore Pecoraro Scanio. (Applausi dal Gruppo FI).

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.200/3, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

STORACE (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (AN). Signor Presidente, vorrei intervenire sulla regolarità delle votazioni. Lei ogni volta che si alza il senatore Boccia, che non sbaglia mai, ci dice giustamente di stare seduti. Il senatore Carrara ha fatto un'osservazione che puntualmente si è verificata.

 

PRESIDENTE. Infatti, ho controllato personalmente, senatore Storace.

 

STORACE (AN). Sì, ma deve stare al suo posto anche il senatore che ha indicato il collega Carrara, altrimenti qui non ci regoliamo.

Poi, per quanto riguarda la Presidenza dell'Aula, capisco la sua stanchezza. Prima c'era il senatore Baccini, ora c'è lei: ma non c'è mai una turnazione? (Applausi dal Gruppo FI).

PRESIDENTE. Avverrà tra poco, senatore Storace, con mio grande ristoro e soddisfazione.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.200/4.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.200/4, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Senatore Garraffa, mi sembra di aver dimostrato che tutte le richieste di intervento sono state osservate. Senatore Garraffa, dopo giustifico il senatore Storace quando si preoccupa per la mia salute.

Senatore Piccioni, per cortesia si segga un attimo. Dietro il senatore Piccioni mi togliete quella scheda?

 

GARRAFFA (Ulivo). Dietro il senatore Mauro.

 

PRESIDENTE. Senatore Massidda, chi c'è a fianco a lei? Sono in quattro, ne avanza uno. Fate a caso, per me è indifferente quale volete togliere. Siete quattro e ci sono cinque voti.

Forza colleghi, l'abbiamo tolta? Una è di troppo.

Dichiaro chiusa la votazione.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 4.200/5, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Presidente, nella quarta fila del secondo settore c'è una signora con i baffi, un signore con i baffi, che molto spesso urla e ci dà anche della palpitazione. Quello con la giacca e con la cravatta.

 

PRESIDENTE. Si tratta del senatore Garraffa, l'ho ascoltato per cinque anni.

 

STRANO (AN). Mi sembra una soprano, mi sembra Mimì. Le può dire di stare calma, perché ci fa venire l'ansia?

 

GARRAFFA (Ulivo). Se c'è una signora sei tu!

PRESIDENTE. Le garantisco che quest'entusiasmo e quest'animosità sono peculiarità del senatore Garraffa.

Metto ai voti l'emendamento 4.200/6, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.200 (testo 2).

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento 4.200 (testo 2), cui facevo riferimento, per evitare che si crei anche disinformazione rispetto all'esterno. La Commissione ha lavorato e ha prodotto questo emendamento che promuove fortemente la raccolta differenziata con obiettivi elevati del 35 per cento per i rifiuti urbani e con l'obiettivo del raggiungimento del 50 per cento.

Si prevedono, inoltre, meccanismi di premialità per coloro che fanno la raccolta differenziata e di penalizzazione per i Comuni che non la fanno; si prevede al comma 3 e al comma 4 un impegno del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), che è inadempiente per molti versi, soprattutto nel Mezzogiorno, oltre a campagne informative. Questo è un motivo che ritenevo - e riteniamo come Commissione - ampiamente assunto.

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Presidente, intervengo per chiedere il voto elettronico e per avere ancora il piacere di avere il questore che compare simpatico e che dietro di lei indica tutta l'Aula con fare da commissario politico.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Intervengo solo per preannunciare il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale sull'emendamento 4.200 (testo 2).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.200 (testo 2), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 4.4, 4.6, 4.5 e 4.7, mentre l'emendamento 4.10 è stato ritirato.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

Presidenza del vice presidente ANGIUS (ore 19,30)

CORONELLA (AN). Signor Presidente, l'emendamento 5.1, da me presentato, riguarda una serie di punti importanti, perché ricordiamoci che in Campania interveniamo su situazioni in cui il territorio è già stato gravemente colpito.

Con questo articolo diamo anche la possibilità di aumentare le volumetrie disponibili delle discariche. Ricordiamoci la vicenda di Ariano Irpino, ricordiamoci la vicenda di Paenzano 2, discariche che hanno subito anche provvedimenti giudiziari tutt'ora in corso. Noi chiediamo che in queste realtà non si possa assolutamente intervenire e permettere di aumentare le volumetrie disponibili.

C'è un altro passaggio che ritengo importante, che riguarda la tariffa; il Governo ha predisposto un ordine del giorno per la copertura dei costi di questo provvedimento che, secondo noi, avanza ancora con gravi lacune sotto l'aspetto della copertura economica. Teniamo però a rimarcare una cosa (lo abbiamo già detto in fase di discussione): il problema di chi paga questi costi. Sono costi che sono stati creati da una malagestione che è riconosciuta unanimemente, nessuno può negare che sia vero; una gestione che rischia di scaricare le proprie inefficienze ancora sulla tariffa, dunque sulle tasche dei cittadini, e badiamo bene, sulle tasche di quei cittadini che la tariffa o la tassa sui rifiuti l'hanno già pagata e non si sono visti fornire il servizio adeguato.

Su tale argomento avevamo presentato un emendamento, sicuramente forzato, ma nel quale sostenevamo che i costi dovessero essere recuperati all'interno del bilancio della Regione Campania, un bilancio che - voglio evitare ogni polemica - è sotto gli occhi di tutti, un bilancio che viene utilizzato molte volte con grande larghezza di vedute, con grande disponibilità per spese che non ritornano ai cittadini e ai servizi che i cittadini si aspettano.

Mi riferisco alle tante consulenze di cui i giornali tutti i giorni scrivono, ai viaggi all'estero, sicuramente legittimi, ma che andrebbero calibrati meglio: in periodi normali non meraviglierebbero più di tanto, ma mi pare che chi amministra questa Regione si dimentichi da troppo tempo di amministrare una Regione che viaggia in emergenza. Come ho già detto oggi, se ne deve ricordare il Parlamento, se ne deve ricordare il Senato, e questo non ci sembra giusto.

Riteniamo di porre, con l'emendamento 5.1, grande attenzione ancora su chi pagherà il problema dell'emergenza rifiuti in Campania e chiediamo un voto favorevole su di esso.

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, ritiro gli emendamenti 5.9 e 5.11.

PALUMBO (Ulivo). Signor Presidente, vorrei illustrare gli emendamenti 5.301 e 5.302.

Con l'emendamento 5.301 chiedo anch'io di sopprimere il riferimento alla possibilità del commissario di determinare l'aumento delle volumetrie disponibili in materia di interventi di sistemazione delle discariche, perché mi sembra un riferimento eccessivamente generico che renderebbe possibile anche un ampliamento a dismisura di tali discariche. Mi pare sia opportuno invece individuare un parametro certo che fissi un limite nell'esercizio di questa facoltà discrezionale del commissario. Non avendo ravvisato un siffatto limite, ho presentato questo emendamento soppressivo. Ovviamente, se ricevo assicurazioni al riguardo da parte del relatore, sono disposto a ritirarlo.

Più articolato è invece il discorso sull'emendamento 5.302. Il relatore Sodano, che oltre ad essere Presidente della Commissione ambiente è anche campano, conosce molto meglio di me la situazione drammatica in cui versano alcuni territori e Comuni della Regione, i quali hanno pagato e pagano tutt'ora un prezzo altissimo in termini di danni ambientali, sociali, economici e alla salute dei cittadini.

Sono quei territori nei quali sono stati prevalentemente ubicati discariche, siti di stoccaggio e impianti per il trattamento di rifiuti: posso qui citare l'area nolana e del giuglianese. Se scorriamo l'elenco dei siti individuati, vediamo che a Giugliano è previsto un impianto di CDR, due siti di stoccaggio e due discariche; un'altra è ubicata nel Comune di Villaricca (così come previsto dall'articolo 1 del decreto-legge), area che ha subito una sorta di devastazione ambientale dai confini inquietanti.

Per tali ragioni, abbiamo chiesto di prevedere che il commissario delegato, nell'aprire nuovi impianti, non possa individuare ulteriori siti nei suddetti territori e Comuni. Mi è stata mossa l'obiezione, signor Presidente, che non sarebbe possibile prevedere un divieto di carattere così generale e astratto nel provvedimento al nostro esame, ma sicuramente è possibile fissare un criterio che vincoli e orienti le scelte che dovrà compiere il commissario delegato. La collega De Petris ha detto che tali localizzazioni sono avvenute senza alcun criterio razionale, al di fuori di un piano organico che riguardasse la gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione Campania.

Pertanto, propongo - se possibile - di unificare l'emendamento 5.302 con la proposta emendativa che probabilmente avanzerà il collega Barbato all'emendamento 5.2 della Commissione. (Brusìo).

Se è possibile, chiedo l'attenzione del presidente Sodano sulla proposta che ho appena formulato.

 

PRESIDENTE. Prego i colleghi di consentire al senatore Palumbo di terminare l'illustrazione degli emendamenti di cui è firmatario. Sta tra l'altro avanzando proposte che mi sembrano meritevoli di essere ascoltate.

 

PALUMBO (Ulivo). Ho quasi terminato, signor Presidente.

Chiedo al relatore se può valutare positivamente la possibilità di integrare la proposta di modifica che avanzerà il collega Barbato con un secondo periodo: «A tal fine il commissario delegato, nel disporre l'apertura di nuovi impianti per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti, valuta prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in Comuni diversi da quelli in cui sono stati già realizzati impianti durante la gestione commissariale dell'emergenza rifiuti». Non si fissa un divieto assoluto, ma si indica un criterio che deve presiedere all'esercizio di questa attività discrezionale del commissario delegato.

D'ALI' (FI). Signor Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento 5.100/1 che porta la firma di tutti i Capigruppo in Commissione ambiente della Casa delle Libertà.

Come abbiamo già affermato durante la discussione generale, intendiamo porre con chiarezza i termini di copertura di questo decreto evitando anzitutto, nella maniera più assoluta, che, con una dizione peraltro giuridicamente inesistente dal punto vista fiscale (mi riferisco alla supposta tariffa regionale sullo smaltimento dei rifiuti che non mi pare esista come tipo di imposizione), si ingeneri la paura che i costi possano essere ribaltati su cittadini i quali, come ho già detto in precedenza, sono già penalizzati da una dissennata gestione del comparto rifiuti in Campania.

Occorre che il Governo, come abbiamo chiesto, stanzi in maniera inequivocabile le somme necessarie all'attività del commissario (che noi stimiamo in un minimo di 80 milioni), così come nel precedente periodo di commissariamento era stato fatto dal Governo centrale.

Questo è il significato della nostra proposta, sulla quale naturalmente insisteremo, anche al di là del parere della 5ª Commissione, perché per procedere nell'esame di questo provvedimento - ripeto, nell'esame, non nell'approvazione - riteniamo assolutamente ineliminabile che si provveda ad un'esatta individuazione delle fonti di copertura, senza porre rischi a carico del cittadino. (Brusìo).

PRESIDENTE. Colleghi, non intendo dare la parola a nessun senatore se nell'Aula non si stabilisce un minimo di decoro e decenza. Prego i colleghi, intanto del Gruppo dell'Ulivo, e poi gli altri che sono qui davanti, nell'emiciclo, e che amabilmente continuano a chiacchierare, di prendere posto oppure di accomodarsi fuori dall'Aula. Prego, per esempio, il senatore Montino, insieme ad altri colleghi, di consentire a chi deve intervenire di farlo in un modo decoroso.

Riprendiamo l'illustrazione degli emendamenti.

MORRA (FI). Gli emendamenti 5.303 e 5.304, da me presentati intervengono su un aspetto particolare di quella che è stata l'attività gestionale commissariale di tutti i commissari. Tutti i commissari, quando si è trattato di individuare siti per discariche, hanno dimostrato una particolare predisposizione per il territorio campano al confine con Puglia. Chi conosce le vicende di Difesa Grande, la discarica di Ariano Irpino - fra questi c'è sicuramente il relatore -, sa bene che quella discarica, pur situata in un agro di Ariano Irpino, è confinante e molto più vicina ai centri pugliesi: dista, per esempio, dal centro di Monteleone di Puglia solo qualche chilometro, a differenza dei dieci chilometri che la separano da Ariano Irpino.

Perché questa particolare predisposizione dei commissari ad ubicare discariche in Campania al confine con il territorio pugliese? Una motivazione c'è, perché in questo caso tutti i commissari hanno avuto vita più facile nel governare il dissenso e la protesta sociale. Infatti questo non ha riguardato e non riguarda solo Difesa Grande per chi, come il relatore ed il rappresentante del Governo, conosce anche la vicenda di quel territorio sa che solo a qualche chilometro di distanza in linea d'aria è stata ipotizzata un'altra megadiscarica per fos e sovvalli. Allo stesso modo, chi conosce queste vicende sa che la discarica di Difesa Grande, chiusa e riaperta a fasi alterne, è stata ultimamente sequestrata per disastro ambientale.

La domanda che pongo è che se disastri ambientali ci sono stati e ci sono, essi rispettano i confini amministrativi? Il Parlamento ha la capacità di bloccare i disastri ambientali al confine con un territorio che non è quello campano? Penso proprio di no.

Non so quale sarà il parere del relatore né quello del Governo, ma al relatore, al Governo e a tutti i componenti della 13a Commissione vorrei porre una domanda in caso di parere negativo. La Commissione bene ha fatto quando, intervenendo sul comma 3 dell'articolo 5 del decreto, in riferimento ai rifiuti trasferiti in altre Regioni, laddove si chiedeva l'ascolto dei Presidenti delle altre Regioni, ha trasformato tale ascolto in un'imposizione di concerto.

Ebbene, quando si tratta del trasferimento di rifiuti si chiede il concerto all'altra Regione, quando invece si va a ubicare una discarica al confine con un altro territorio, dove si riversano casomai in misura maggiore l'impatto ambientale e l'impatto socio-economico e produttivo, in questo caso non si chiede niente, non si concerta.

È più importante il luogo materiale dove si va a depositare il rifiuto o sono più importanti gli effetti che da tali rifiuti derivano? Se sono, come sono, più importanti gli effetti, penso che quando si va a realizzare una discarica sull'uscio di casa altrui si ha il dovere di chiederne il concerto. (Applausi dal Gruppo FI).

PRESIDENTE. Vorrei chiedere al relatore se intende mantenere l'emendamento 5.0.1, sul quale c'è il parere contrario della 5a Commissione.

SODANO, relatore. Presidente, ritiro l'emendamento 5.0.1.

D'ALI' (FI). Presidente, lo faccio mio.

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, dichiarandomi favorevole alla proposta poc'anzi annunciata dal senatore Palumbo, vorrei chiedere al Presidente della Commissione di aggiungere all'emendamento 5.2 la seguente disposizione: «Nell'individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, il Commissario straordinario delegato dovrà tener conto del carico ambientale e dei disastri ambientali provocati dalle discariche o da altri impianti già esistenti e in evidente stato di saturazione». Consegno alla Presidenza copia della formulazione da me proposta in modo che tutti possano averne visione.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, ritengo che la proposta del senatore Barbato vada considerata insieme a quella del senatore Palumbo, che proponeva una formulazione che integrasse le due. Sarei dunque disposto ad esprimere un parere favorevole, modificando però l'espressione «disastri ambientali» con l'altra «impatti ambientali».

Pertanto, la nuova formulazione dell'emendamento 5.2 potrebbe essere del seguente tenore: «Nell'individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, il Commissario straordinario delegato dovrà tener conto del carico ambientale e degli impianti ambientali provocati dalle discariche o da altri impianti già esistenti o in evidente stato di saturazione.

A tal fine, il Commissario delegato, nel disporre l'apertura di nuovi impianti per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti, valuta prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in Comuni diversi da quelli interessati già da impianti».

Sarebbe opportuno fermarsi qui - lo dico anche a beneficio del senatore Palumbo - evitando di entrare nel dettaglio. Se c'è accordo su una formulazione di tal genere, sono disponibile ad accogliere l'integrazione.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, purtroppo non ho potuto seguire con attenzione la proposta formulata dal relatore per la troppa confusione in Aula.

PRESIDENTE. Intanto chiedo di far pervenire alla Presidenza un testo, di cui al momento ancora non si dispone, che finora è stato possibile soltanto ascoltare. Dopodiché faccio presente al senatore Barbato e al relatore che l'emendamento, ancorché ridefinito nei termini anzidetti, dovrà essere esaminato nuovamente dalla Commissione bilancio.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, le chiedo scusa, ma nel caos che si è registrato negli ultimi minuti è possibile che il mio intervento sia ormai fuori tempo. Comunque, vorrei intervenire sull'emendamento 5.2, invitando la Commissione a ritirarlo. Forse sarebbe opportuno però che il senatore Sodano ascoltasse.

 

PRESIDENTE. Vorrei richiamare per un attimo l'attenzione del relatore, senatore Sodano, in considerazione del fatto che il senatore Matteoli sta formulando una proposta relativa all'emendamento 5.2, presentato dalla Commissione.

MATTEOLI (AN). L'emendamento 5.2 da parte nostra è inaccettabile. Al riguardo, vorrei ricordare cosa è accaduto in Campania per alcune discariche.

Quando è stato emanato il decreto-legge, erano elencate 7 discariche tra cui in particolare una che, nell'ambito del precedente Governo, era stata oggetto di una trattativa molto lunga. All'epoca un comitato si batté contro tale discarica. Si arrivò ad un accordo per cui la discarica rimase aperta per ulteriori nove mesi con l'impegno da parte del Governo di una sua chiusura alla scadenza di quel termine.

Quella discarica non può essere riaperta perché altrimenti sarebbe una provocazione nei confronti dei cittadini e di un Sindaco che aveva partecipato alla trattativa fino al momento del raggiungimento dell'accordo.

Ricordo poi anche il caso di un'altra discarica, situata presso Ariano Irpino, oggetto del precedente intervento del collega Morra.

Ebbene, con l'approvazione dell'emendamento 5.2, si dà un potere straordinario ulteriore al Commissario potendo egli, con l'approvazione di tale emendamento, aprire discariche dove e come vuole. Bisogna invece tener conto della storia delle discariche in Campania. L'emendamento in questione è addirittura peggiorativo rispetto a quanto indicato nel decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri.

Allora, vorrei invitare la Commissione a ritirare questo emendamento, perché quando si dice che il commissario delegato può individuare per l'attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto discariche ovunque vuole, si parla di aprire nuove discariche, di utilizzare le discariche autorizzate o realizzate dal commissario delegato e dal prefetto, praticamente ci facciamo fare prigionieri dal commissario con dei poteri straordinari che non ha mai avuto nessuno.

Io ho grande fiducia nel commissario Bertolaso, ma non me la sento di dargli la possibilità di decidere senza nemmeno aprire un confronto con i Sindaci e con i Presidenti delle Province.

Invito dunque la Commissione a ritirare questo emendamento; noi voteremo contro, ma se venisse approvato credo che creerebbe problemi anche alla stessa maggioranza. (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. Senatore Sodano, intende intervenire in relazione alla proposta testé formulata dal senatore Matteoli?

SODANO, relatore. Signor Presidente, non comprendo le osservazioni del presidente Matteoli perché in realtà l'emendamento 5.2 della Commissione sostituisce il comma 1 dell'articolo 5 del decreto-legge. Si esprime la preoccupazione che andiamo ad insistere su discariche su cui c'era stato un impegno per la chiusura, come Ariano Irpino e Tufino, che sono nel testo del Governo, nel testo del decreto-legge che è giunto alla nostra approvazione.

Con l'emendamento in discussione noi cancelliamo proprio la parte che preoccupa non solo il senatore Matteoli, ma anche noi. Non c'è più Paenzano 2 nel Comune di Tufino, non c'è più Riconta nel Comune di Villaricca, non c'è più Difesa Grande nel Comune di Ariano Irpino.

Se dovessimo ritirare l'emendamento 5.2, vivrebbe il comma 1 dell'articolo 5, quindi rimarrebbe in vita la previsione della riapertura delle discariche. Lo spirito della Commissione, della proposta che avevamo votato in Commissione, va proprio nella direzione di tutelare e garantire quello che diceva il presidente Matteoli.

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, comprendo lo spirito dell'intervento del relatore: vorrei però che l'eliminazione formale non restasse tale, ma fosse un'eliminazione sostanziale.

Conoscendo la storia e tenendo presente, tra l'altro, che nell'articolo iniziale vi era una sorta di protezione per le discariche oggetto di provvedimenti giudiziari all'entrata in vigore del decreto e che ad oggi ci troviamo, nel caso di Difesa grande, nella condizione di un sequestro confermato in sede di riesame, a mio avviso questo elemento bisogna inserirlo e così facendo risolveremo il problema. Dovremmo inserire una previsione del tipo: "tranne quelle oggetto di provvedimenti giudiziari".

Siamo di fronte ad una discarica sequestrata, veramente non inserire tale precisazione e non chiarirlo è disdicevole.

FERRANTE (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRANTE (Ulivo). Signor Presidente, mi rivolgo innanzitutto ai colleghi dell'opposizione e all'ex ministro Matteoli: chiedo di considerare con attenzione l'emendamento 5.2 che proponiamo come Commissione con il miglioramento che è intervenuto adesso in Aula grazie agli interventi del senatore Palumbo e del senatore Barbato.

L'ex ministro Matteoli sa bene (ed è questo il punto delicato) che bisogna trovare, soprattutto nel caso dei rifiuti, soprattutto in una situazione così delicata come quella della Campania che è sotto gli occhi di tutti, un punto di equilibrio fra il rispetto delle sofferenze delle popolazioni che hanno già subito tantissimo (l'esempio della discarica di Villaricca è sicuramente calzante) e la necessità di affrontare l'emergenza nell'emergenza, che è quella con cui ci stiamo misurando in questi giorni.

Deve essere chiaro - il senatore Matteoli non mi sente - che stiamo affrontando un problema dell'emergenza nell'emergenza, proprio perché non si sono risolti i problemi strutturali in oltre 13 anni di commissariamento.

Allora, se questo è il quadro in cui ci troviamo ad operare, credo che sia stato trovato un equilibrio, togliendo - a differenza di quanto invece aveva inizialmente proposto il Governo - i nomi di tre discariche, alcune delle quali erano anche sottoposte a provvedimento di sequestro da parte della magistratura (quindi c'era un evidente conflitto).

I tre nomi non esistono più; si dà mandato al commissario di trovare i luoghi dove smaltire i rifiuti, ma, contemporaneamente, gli si dice che deve tener conto di quanto è successo nel passato e del fatto che ci sono alcuni Comuni della Campania che hanno sofferto più di altri e che, pertanto, deve stare particolarmente attento e cercare prioritariamente da altre parti gli eventuali posti. Questo mi sembra il punto di equilibrio più avanzato.

Mi rivolgo anche ai colleghi che erano con noi in Commissione e che hanno studiato, credo con uno spirito molto costruttivo, questo provvedimento; mi rivolgo a loro per fargli capire che questo è il punto di equilibrio più avanzato possibile, che risolve, o almeno tenta di risolvere, l'emergenza nell'emergenza.

IZZO (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Senatore Izzo, ci avviamo alla chiusura della seduta; la pregherei di essere stringato, perché abbiamo un piccolo adempimento a cui assolvere.

 

IZZO (FI). Signor Presidente, cercherò di essere sintetico.

Vorrei anzitutto chiedere al collega Libé di poter apporre la mia firma all'emendamento 5.300. Quando tale emendamento sarà posto in votazione, se il collega è d'accordo, chiederemo eventualmente di votarlo per parti separate.

Con riferimento agli interventi precedenti, in particolare a quello, da ultimo, del collega Viespoli, che condivido in toto (per la verità lui ha ricordato soltanto Difesa Grande, ma c'è anche il problema di Montesarchio, nella nostra Provincia di Benevento), suggerirei al relatore e al Governo di tenere in considerazione l'emendamento 5.300, che prevede la soppressione, al comma 2, dell'indicazione «anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili».

Se questo accadesse, se fosse d'accordo la maggioranza (che invito ad essere attenta all'approvazione di questo emendamento), certamente avremmo risolto il problema che affligge la comunità campana, che è quello di intervenire su quelle già realizzate.

Da ultimo, signor Presidente, vorrei soltanto ricordare - ma mi riprometto di intervenire successivamente - l'assurdità del sistema di finanziamento di questi interventi, che credo sia assolutamente incostituzionale. Noi invece suggeriamo che le spese che saranno prodotte debbano far carico sul bilancio della Regione, che è l'unica vera responsabile del disastro della raccolta differenziata delle immondizie e dei rifiuti nella nostra Regione Campania.

 

PRESIDENTE. In relazione al fatto che abbiamo raggiunto il termine fissato per la conclusione dei nostri lavori, invito il relatore a giungere domani con una formulazione più precisa dell'emendamento della Commissione, naturalmente facendone pervenire preventivamente il testo alla Commissione bilancio per l'espressione del parere.

Domani mattina dunque riprenderemo la discussione con l'espressione dei pareri del relatore e del Governo su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 5, quindi procederemo alla votazione degli stessi.

(omissis)

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (1069)

ORDINE DEL GIORNO

G1

LA COMMISSIONE

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

        in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n.  263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania,

        considerato che:

            la regione Campania versa ormai da dodici anni in stato di emergenza nel settore dei rifiuti;

            altre tre regioni italiane sono attualmente commissariate per la medesima regione,

        impegna il Governo:

            a porre in essere tutte le misure necessarie per uscire al più presto dallo stato di emergenza nelle regioni attualmente commissariate, così da poter tornare alla gestione ordinaria.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

ART. 1.

    1. È convertito in legge il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.

    2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE

ARTICOLO 1.

(Individuazione del Commissario delegato)

        1. Al Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono assegnate le funzioni di Commissario delegato per l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.

        2. Il Commissario delegato, per il perseguimento degli obiettivi di cui al presente decreto, oltre ad esercitare i poteri conferiti dalle ordinanze di protezione civile emanate per fronteggiare il medesimo contesto emergenziale, adotta, nell’osservanza dei princìpi generali dell’ordinamento, gli indispensabili provvedimenti per assicurare ogni forma di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate e il concorso immediato delle Amministrazioni e degli Enti pubblici, nonché di ogni altra istituzione, organizzazione e soggetto privato, il cui apporto possa comunque risultare utile, utilizzando le strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile.

        3. Il Commissario delegato, anche per l’esercizio delle funzioni previste dal presente decreto, si avvale di tre sub-commissari, dei quali uno con funzioni vicarie, uno dotato di comprovata e specifica esperienza nel settore della raccolta differenziata, individuato d’intesa con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ed uno a cui delegare ulteriori e specifici compiti nell’ambito di determinati settori di intervento. Per il perseguimento degli obiettivi previsti dal presente decreto è costituita dal Commissario delegato una Commissione composta da cinque soggetti di qualificata e comprovata esperienza nella soluzione delle emergenze ambientali.

        4. Al fine dell’invarianza della spesa, per l’attuazione del comma 3 e per facilitare il rientro nella gestione ordinaria una volta cessato lo stato di emergenza, con successive ordinanze di protezione civile adottate ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è ridotto l’attuale organico della struttura commissariale.

EMENDAMENTI

1.500

LIBÉ

Respinto. Votato per parti separate

Al comma 1, prima delle parole: «Al Capo» premettere le parole: «Fino al 31 dicembre 2007».

        Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «. Il Commissario delegato opera d’intesa con il Presidente della regione Campania, sentita la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, di cui al comma 4, articolo 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21».

        Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

        «2-bis. Il Commissario delegato, in accordo con la Regione e le province, procede alla definizione del Piano regionale dei rifiuti fissando i termini e le modalità della gestione provinciale».

        Al comma 3, sostituire le parole da: «tre sub-commissari» fino a: «intervento» con le seguenti: «un sub-commissario con funzioni vicarie dotato di comprovata e specifica esperienza nel settore della raccolta differenziata individuato d’intesa con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare».

        Al comma 3, sostituire le parole: «soggetti» con le parole: «membri».

        Aggiungere alla fine del comma 3, le parole: «e nel settore dello smaltimento dei rifiuti».

1.1

MATTEOLI, MUGNAI, BATTAGLIA ANTONIO

Ritirato

Al comma 1, dopo le parole: «sono assegnate», aggiungere le seguenti: «sino al 31 dicembre 2007».

1.2/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Ritirato

All’emendamento 1.2, al comma 1, dopo le parole: «per l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania» aggiungere le seguenti: «, per un periodo non superiore a ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto».

1.2

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, sostituire le parole: «per l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania», con le seguenti: «per l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania».

1.3

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Sost. id. em. 1.2

Al comma 1, sostituire le parole: «per l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania» con le seguenti: «per l’emergenza nel settore rifiuti nella regione Campania».

1.400

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, dopo la parola: «Campania», aggiungere le seguenti: «per il periodo necessario al superamento di tale emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2007».

1.200

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sono precisati gli ulteriori poteri del Commissario delegato, necessari per il superamento dell’emergenza, non previsti dalle presenti norme e necessari alla loro rapida ed efficace attuazione, coordinando, e modificando, se necessario, gli effetti delle precedenti ordinanze emanate per l’emergenza rifiuti in Campania.».

        Conseguentemente nella rubrica dell’articolo, dopo la parola: «individuazione» inserire le seguenti: «e poteri».

1.7

IL RELATORE

Ritirato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. Lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania è prorogato fino alla data del 30 settembre 2007».

1.9

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Ritirato

Al comma 2, dopo le parole: «presente decreto» aggiungere le seguenti: «entro e non oltre il 31 luglio 2007».

1.10

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Ritirato

Al comma 2, sopprimere le parole: «ogni forma di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate e».

1.100

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

1.11

CORONELLA

Respinto

Il comma 3 è sostituito dal seguente:

        «3. Il Commissario delegato, per il perseguimento degli obiettivi di cui al presente decreto, nomina sub-commissari i Presidenti delle cinque province della Campania, senza alcuna indennità, con il compito di individuare, nelle rispettive province, i siti più idonei per le discariche, per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, per gli impianti per il trattamento e la combustione dei rifiuti prodotti nel territorio di rispettiva competenza. L’individuazione dei siti dovrà avvenire, sentiti i sindaci dei comuni sul cui territorio saranno individuati i siti, entro il termine di trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. La mancata attuazione delle disposizioni di cui al presente comma, entro il termine ivi stabilito, costituisce grave violazione di legge, ai sensi dell’articolo 141, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e comporta l’immediato scioglimento dei consigli provinciali».

1.12

MATTEOLI, MUGNAI, BATTAGLIA ANTONIO

Respinto

Sostituire il comma 3 con il seguente:

        «3. Il Commissario delegato, per l’esercizio delle funzioni previste dal presente decreto-legge, si può avvalere di un sub-commissario, con funzioni vicarie».

1.13

CORONELLA

Respinto

Dopo il comma 3 aggiungere il seguente:

        «3-bis. Per il perseguimento degli obiettivi previsti dal presente decreto è costituita dal Commissario delegato una commissione composta: dal Direttore Generale CONAI (consorzio nazionale imballaggi), dal Direttore APAT (agenzia per la protezione dell’ambiente e dei servizi tecnici), dal Direttore ARPAC (agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania), dal Direttore dipartimento Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, dal Direttore Dipartimento Chimica Industriale della Seconda Università di Napoli, dal Direttore Generale dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale, dal Direttore Regionale del Corpo Forestale dello Stato della Campania.».

1.101 (testo corretto)

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 4, sopprimere la parola: «successive» ed aggiungere, in fine, le seguenti: «, contestualmente alla nomina dei tre sub-commissari e all’istituzione della Commissione di cui al predetto comma 3, in modo da assicurare comunque la soppressione di un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario, tenuto anche conto di quanto previsto dall'articolo 29, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.».

1.14

CORONELLA

V. testo 2

Al comma 4, dopo le parole: «è ridotto» inserire le seguenti: «di due terzi».

1.14 (testo 2)

CORONELLA

Respinto

Al comma 4, dopo le parole: «è ridotto» inserire le seguenti: «di due terzi e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

1.15

LEONI, STEFANI

Respinto

Al comma 4, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «Alla scadenza del periodo di emergenza decadono le gestioni commissariali nominate ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e ai sensi del presente decreto e la responsabilità dello svolgimento del servizio dello smaltimento dei rifiuti viene ripristinata in capo agli enti territoriali competenti».

ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE

ARTICOLO 2.

(Informazione e partecipazione dei cittadini)

        1. Il Commissario delegato, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, adotta, con propria ordinanza, le misure volte ad assicurare l’informazione e la partecipazione dei cittadini in conformità ai princìpi della «Carta di Aalborg», approvata dai partecipanti alla Conferenza europea sulle città sostenibili, tenutasi ad Aalborg il 27 maggio 1994. Le iniziative di informazione sono attuate in collaborazione con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in conformità alle disposizioni del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195.

EMENDAMENTI

2.1

LEONI, STEFANI

V. testo 2

Al comma 1, dopo il primo periodo inserire il seguente: «Il Commissario delegato promuove inoltre a livello regionale una ulteriore campagna informativa volta a sensibilizzare i cittadini sui problemi e sui costi legati allo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e sui costi di smaltimento dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, nonché sui comportamenti individuali che contribuiscono a diffondere una corretta gestione del sistema dei rifiuti.».

2.1 (testo 2)

LEONI, STEFANI

Respinto

Al comma 1, dopo il primo periodo inserire il seguente: «Il Commissario delegato, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, promuove inoltre a livello regionale una ulteriore campagna informativa volta a sensibilizzare i cittadini sui problemi e sui costi legati allo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e sui costi di smaltimento dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, nonché sui comportamenti individuali che contribuiscono a diffondere una corretta gestione del sistema dei rifiuti.».

2.100

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

2.2

LIBÉ

Precluso

Al comma 1, in fine, aggiungere le seguenti parole: «senza che da detta collaborazione derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

2.30/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’emendamento 2.30, al comma 1-bis, sostituire le parole: «presieduta dal Presidente della regione Campania, che provvede a convocarla, su proposta del Commissario delegato fino alla cessazione dello stato di emergenza, di cui fanno parte i presidenti delle province e, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il Commissario delegato» con le seguenti: «presieduta dal Commissario delegato, fino alla cessazione dello stato di emergenza, e successivamente dal Presidente della regione Campania, di cui fanno parte il Presidente della regione Campania medesimo e i presidenti delle province. La Consulta è convocata dal Commissario delegato fino alla cessazione dello stato di emergenza e successivamente dal Presidente della regione Campania.».

2.30/2

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’emendamento 2.30, al comma 1-bis, capoverso 4, sopprimere la parola: «equilibrata».

2.30/3

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’emendamento 2.30, al comma 1-bis, capoverso 4, dopo le parole: «e per lo stoccaggio» inserire le seguenti: «anche provvisorio».

2.30/4

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’emendamento 2.30, al comma 1-bis, capoverso 4, dopo le parole: «e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati» inserire le seguenti: «o non trattati».

2.30/5

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’emendamento 2.30, al comma 1-bis, capoverso 4, dopo le parole: «degli impianti per il trattamento» inserire le seguenti: «e per la combustione».

2.30/7

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Approvato

All’emendamento 2.30, al comma 1-bis, capoverso 4, dopo le parole: «trattamento dei rifiuti» inserire le seguenti: «e i tempi di attuazione».

2.30/6

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Approvato

All’emendamento 2.30, al comma 1-bis, capoverso 4, sostituire le parole: «i rappresentanti» con le seguenti: «i sindaci».

2.30

LA COMMISSIONE

V. testo 2

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. All’articolo 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il comma 4 è sostituito dal seguente:

        ’’4. È istituita, entro il 31 dicembre 2006, la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, di seguito denominata Consulta, presieduta dal Presidente della regione Campania, che provvede a convocarla, su proposta del Commissario delegato fino alla cessazione dello stato di emergenza, di cui fanno parte i presidenti delle province e, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il Commissario delegato. La Consulta ha compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento dei rifiuti. Alle riunioni della Consulta sono invitati a partecipare i rappresentanti dei comuni interessati alla localizzazione dei siti predetti. Per la partecipazione alle riunioni della Consulta ed ai suoi componenti non spetta la corresponsione di compensi, emolumenti a qualsiasi titolo riconosciuti o rimborsi spese. Dall’attuazione del presente comma non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.’’».

        Conseguentemente nella rubrica dell’articolo, aggiungere in fine le seguenti parole: «Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania».

2.30 (testo 2)

LA COMMISSIONE

Approvato con subemendamenti

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. All’articolo 1 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il comma 4 è sostituito dal seguente:

        ’’4. È istituita, entro il 31 dicembre 2006, la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, di seguito denominata Consulta, presieduta dal Presidente della regione Campania, che provvede a convocarla, su proposta del Commissario delegato fino alla cessazione dello stato di emergenza, di cui fanno parte i presidenti delle province e, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il Commissario delegato. La Consulta ha compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento dei rifiuti. Alle riunioni della Consulta sono invitati a partecipare i rappresentanti dei comuni interessati alla localizzazione dei siti predetti. Per la partecipazione alle riunioni della Consulta ed ai suoi componenti non spetta la corresponsione di compensi, emolumenti a qualsiasi titolo riconosciuti o rimborsi spese. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.’’».

        Conseguentemente nella rubrica dell’articolo, aggiungere in fine le seguenti parole: «Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania».

2.4

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «2. Il Commissario delegato individua le modalità operative che assicurino il pieno coinvolgimento degli enti locali interessati dall’emergenza».

ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE

ARTICOLO 3.

(Affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili)

        1. In relazione al sopravvenuto aggravamento del contesto emergenziale nel territorio della regione Campania, per l’attuazione degli obiettivi di cui al presente decreto relativi allo smaltimento dei rifiuti sulla base delle migliori tecnologie disponibili, il Commissario delegato ridefinisce le condizioni per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Conseguentemente è annullata la procedura di gara indetta dal Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti nella regione Campania con propria ordinanza n. 281 del 2 agosto 2006.

        2. Fino all’individuazione dell’affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato individua in termini di somma urgenza le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l’eventuale smaltimento delle ecoballe nelle cave dismesse esistenti nella regione Campania, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio.

EMENDAMENTI

3.9

LIBÉ

Approvato

Al comma 1, dopo la parola: «tecnologie» aggiungere la seguente: «immediatamente».

3.1

CORONELLA

Approvato

Al comma 1, dopo la parola: «ridefinisce» inserire le seguenti: «con l’esclusiva assistenza dell’Avvocatura Generale dello Stato».

3.400/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Al comma 1-bis, sostituire le parole: «31 dicembre» con le seguenti: «31 maggio».

3.400/2

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Al comma 1-bis, sostituire le parole: «nel puntuale rispetto dell’azione di coordinamento svolta dal Commissario delegato» con le seguenti: «secondo le determinazioni del Commissario delegato».

3.400

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. All’articolo 1, comma 7, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il primo periodo è sostituito dal seguente: "In funzione del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio, ivi comprese quelle relative al personale ed agli eventuali beni mobili ed immobili che appare utile rilevare, tenuto conto dell’effettiva funzionalità, della vetustà e dello stato di manutenzione, fino al momento dell’aggiudicazione dell’appalto di cui al comma 2, e comunque entro il 31 dicembre 2007, le attuali affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania sono tenute ad assicurarne la prosecuzione e provvedono alla gestione delle imprese ed all’utilizzo dei beni nella loro disponibilità, nel puntuale rispetto dell’azione di coordinamento svolta dal Commissario delegato"».

3.2

IL RELATORE

Ritirato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. All’articolo 1, comma 7, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il primo periodo è sostituito dal seguente: ’’In funzione del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio, ivi comprese quelle relative al personale ed agli eventuali beni mobili ed immobili che appare utile rilevare, previa determinazione del loro valore di mercato tenuto conto dell’effettiva funzionalità, della vetustà e dello stato di manutenzione, fino al momento dell’aggiudicazione dell’appalto di cui al comma 2, e comunque entro il 30 settembre 2007, le attuali affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania sono tenute ad assicurarne la prosecuzione e provvedono alla gestione delle imprese ed all’utilizzo dei beni nella loro disponibilità, nel puntuale rispetto dell’azione di coordinamento svolta dal Commissario delegato’’».

3.200

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. Il Commissario delegato, d’intesa con la regione Campania e con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le province ed i comuni, interessati dall’emergenza, aggiorna il Piano regionale di gestione dei rifiuti, integrandolo con le misure e gli interventi previsti dalle norme del presente decreto. Per le attività di cui al presente comma il Commissario delegato si avvale delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile nonché del concorso delle amministrazioni e degli enti pubblici.».

3.10

MATTEOLI, MUGNAI, BATTAGLIA ANTONIO

Respinto

Sopprimere il comma 2.

3.300/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Al comma 2 dopo le parole: «con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie» inserire le seguenti: «previa deliberazione della Giunta regionale».

3.300/2

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Al comma 2 dopo le parole: «con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie» inserire le seguenti: «previo parere del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare».

3.300/3

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Approvato

Al comma 2 dopo le parole: «anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio» inserire le seguenti: «, garantendo in ogni caso l’affidabilità di tali soggetti in ordine alla regolare ed efficace gestione del servizio».

3.300/4

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Al comma 2, sopprimere le parole da: «nelle cave dismesse» fino alla fine del comma.

3.300/5

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Al comma 2, sopprimere le parole: «o già poste sotto sequestro con provvedimento dell’autorità giudiziaria, previa revoca del provvedimento di sequestro da parte della medesima autorità».

3.300/6

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Ritirato e trasformato nell'odg G3.200

Al comma 2, sostituire le parole da: «anche al fine della loro ricomposizione morfologica» con le seguenti: «provvedendo comunque alla loro ricomposizione morfologica e al ripristino paesaggistico dell’area. A tal fine presenta un apposito piano alla competente soprintendenza per i beni paesaggistici e architettonici».

3.300

LA COMMISSIONE

Approvato con un subemendamento

Sostituire il comma 2 con il seguente:

        «2. Fino all’individuazione dell’affidatario per lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, con le necessarie garanzie ambientali e sanitarie, individua in termini di somma urgenza, fatta salva la normativa antimafia, anche mediante affidamenti diretti a soggetti diversi dalle attuali società affidatarie del servizio, le soluzioni ottimali per lo smaltimento dei rifiuti e per l’eventuale smaltimento delle balle di rifiuti trattati dagli impianti di selezione dei rifiuti della regione nelle cave dismesse, abbandonate o già poste sotto sequestro con provvedimento dell’autorità giudiziaria, previa revoca del provvedimento di sequestro da parte della medesima autorità, anche al fine della loro ricomposizione morfologica».

3.5

CORONELLA

Precluso

Al comma 2, dopo le parole: «somma urgenza» inserire le seguenti: «, fatta salva la normativa antimafia,».

3.6

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Precluso

Al comma 2, sopprimere le parole: «e per l’eventuale smaltimento delle ecoballe nelle cave dismesse esistenti».

3.7

CORONELLA

Precluso

Al comma 2, dopo le parole: «nelle cave dismesse esistenti nella regione Campania» inserire le seguenti: «ad esclusione dei territori oggetto di attività di riqualificazione e bonifica ambientale ai sensi della legge n.  426 del 1998».

3.8

LEONI, STEFANI

Precluso

Al comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, garantendo in ogni caso l’affidabilità di tali soggetti in ordine alla regolare ed efficace gestione del servizio».

ORDINE DEL GIORNO

G3.200 (già em. 3.300/6)

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263,

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 3.300/6.

________________

(*) Accolto dal Governo

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 3

3.0.1

SCOTTI

Ritirato

Dopo l’articolo 3, è inserito il seguente:

«Art. 3-bis.

(Misure per il recupero dei rifiuti)

        1. Per l’attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto il Commissario delegato adotta tutte le iniziative necessarie per utilizzare i rifiuti prodotti dalla regione Campania come mezzo per produrre energia, ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. A tale fine può utilizzare gli impianti di trasformazione dei rifiuti in CDR-Q, di cui agli articoli 181, 183 e 229 del citato decreto legislativo, già esistenti sul territorio nazionale, e promuovere nella regione Campania, d’intesa con i soggetti di cui all’articolo 1, comma 2, la costruzione di nuovi impianti di trasformazione dei rifiuti in CDR-Q.

        2. Si applicano le specifiche disposizioni, comunitarie e nazionali, in materia di autorizzazione integrata ambientale e di incenerimento dei rifiuti. Per la costruzione e per l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica e per i cementifici che utilizzano CDR-Q si applica la specifica normativa di settore».

ORDINE DEL GIORNO

G3.100 (TESTO 2)

SCOTTI, SCHIFANI, REBUZZI, POSSA, D’ALÌ, DELL’UTRI, CASOLI, CARRARA, FIRRARELLO, SCARABOSIO, VENTUCCI, COMINCIOLI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di conversione del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania,

        premesso che:

            nella regione Campania la quantità di rifiuti solidi urbani collocati in siti provvisori, anche sotto forma di «ecoballe», ed in attesa di smaltimento, è pari ad oltre quattro milioni di tonnellate;

            le scelte attuabili per lo smaltimento dovranno forzatamente essere diversificate per contribuire efficacemente alla soluzione del problema,

        

        impegna il Governo a prendere in considerazione il sistema di produzione e utilizzazione del combustibile derivante da rifiuti di qualità (CDR-Q), derivandolo da una parte della gigantesca mole di rifiuti giacenti nella Regione Campania, adottando tutte le iniziative utili e necessarie affinché siano rapidamente predisposti i necessari impianti complementari a quelli già esistenti.

________________

(*) Accolto dal Governo con la soppressione, dopo la premessa, dei seguenti capoversi: «considerato che:

            il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ed il decreto del Ministero delle attività produttive Modalità di utilizzo per la produzione di energia elettrica del CDR di qualità elevata (CDR-Q), come definito dall’articolo 183, comma 1, lettera s), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sostengono le nuove modalità di utilizzo per la produzione di energia elettrica del CDR di qualità elevata (CDR-Q);

            il decreto in particolare è riferito alle condizioni di utilizzo nei cementifici e negli impianti di produzione di energia;

            il provvedimento intende incentivare, anche attraverso i certificati verdi, l’impiego di combustibile da rifiuti di qualità (CDR-Q) negli inceneritori a recupero di energia;

            il CDR-Q, prodotto in apposito impianto di trasformazione ed utilizzato in aggiunta al carbone risulta essere un ottimo combustibile (da 5.000/6.000 Kcal/Kg di potere calorifico). Ad esempio l’impiego del CDR-Q prodotto da un impianto in provincia di Cuneo ed utilizzato in un vicino cementificio, sta dando risultati più che positivi, tanto che l’88 per cento dei cittadini, residenti in 54 comuni partecipanti, giudica positivo questo sistema integrato di recupero energetico, con notevoli vantaggi ambientali ed economici per tutto il territorio,» e con le parole evidenziate che sostituiscono le altre: «sistema descritto di produzione e utilizzazione del CDR-Q,»

ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE

ARTICOLO 4.

(Misure per la raccolta differenziata)

        1. Il Commissario delegato, sentita la struttura di cui all’articolo 1 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell’11 luglio 2006, verifica il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa vigente in materia di raccolta differenziata, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti di tutte le Amministrazioni che non hanno rispettato le percentuali previste dall’articolo 205, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

EMENDAMENTI

4.3

CORONELLA

Improcedibile

Sostituire l’articolo 4 con il seguente:

        «Art. 4. – (Misure per la raccolta differenziata). – 1. Le Amministrazioni comunali della Campania che alla data di entrata in vigore della presente legge non hanno avviato la raccolta differenziata sono sciolte per grave violazione di legge, ai sensi dell’articolo 141, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

        2. Per le Amministrazioni comunali della Campania che, invece, pur avendo avviato la raccolta differenziata, non hanno rispettato le percentuali previste dall’articolo 205, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è nominato un commissario ad acta che adotta tutte le misure idonee al raggiungimento della percentuale prevista dalla predetta norma e con tutti gli oneri a carico dell’amministrazione commissariata».

4.200/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

V. testo 2

All’articolo 4, al comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «I Commissari ad acta definiscono, in accordo con gli enti locali competenti, i tempi, i criteri e le modalità per procedere all’attuazione della normativa vigente sulla raccolta differenziata dei rifiuti e alla riorganizzazione delle competenze in materia di gestione dei rifiuti nella regione Campania, anche al termine dello stato di emergenza.».

4.200/1 (testo 2)

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Ritirato e trasformato nell'odg G4.100

All’articolo 4, al comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «I Commissari ad acta definiscono, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, in accordo con gli enti locali competenti, i tempi, i criteri e le modalità per procedere all’attuazione della normativa vigente sulla raccolta differenziata dei rifiuti e alla riorganizzazione delle competenze in materia di gestione dei rifiuti nella regione Campania, anche al termine dello stato di emergenza.».

4.200/2

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’articolo 4, sopprimere il comma 2.

4.200/3

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’articolo 4, comma 2, sostituire le parole: «individuati gli incentivi tariffari o le eventuali penalizzazioni correlati» con le seguenti: «individuate le eventuali penalizzazioni correlate».

4.200/4

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’articolo 4, sopprimere il comma 3.

4.200/5

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’articolo 4, sopprimere il comma 4.

4.200/6

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’articolo 4, al comma 4 dopo le parole: «raccolta differenziata,» inserire la seguente: «anche».

4.200

LA COMMISSIONE

V. testo 2

Sostituire l’articolo con il seguente:

        «Art. 4. – (Misure per la raccolta differenziata). – 1. Il Commissario delegato, sentita la struttura di cui all’articolo 1 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell’11 luglio 2006, verifica il raggiungimento dell’obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei rifiuti urbani prodotti e definisce un programma per il raggiungimento di almeno il 50 per cento, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti di tutte le Amministrazioni che non hanno rispettato gli indicati obiettivi.

        2. Con apposita ordinanza emanata ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, sono individuati gli incentivi tariffari o le eventuali penalizzazioni correlati al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla vigente normativa in materia di raccolta differenziata.

        3. Il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) stipula un accordo di programma con il Commissario delegato per il raggiungimento dell’obiettivo del recupero del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania, sostenendo, con proprie risorse, iniziative di sviluppo e potenziamento delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani.

        4. Tutti i consorzi nazionali operanti nel settore della valorizzazione della raccolta differenziata contribuiscono a potenziare la filiera della raccolta, trasporto, gestione ed utilizzo economico della raccolta differenziata, attraverso adeguate ed efficaci campagne di informazione e mobilitazione dei cittadini, promosse anche su proposta di enti, istituzioni ed associazioni di cittadini interessati.

        5. I consorzi nazionali di cui al precedente comma adottano, dandone tempestivamente comunicazione al Commissario delegato, i provvedimenti organizzativi e gestionali tendenti, in un’ottica di perseguimento degli obiettivi e delle procedure di raccolta differenziata previsti dalla normativa vigente, a registrare e rendere pubblica la tracciabilità del rifiuto dal momento della raccolta a quello della sua valorizzazione economica.

        6. Dall’attuazione del presente articolo non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

4.200 (testo 2)

LA COMMISSIONE

Approvato

Sostituire l’articolo con il seguente:

        «Art. 4. – (Misure per la raccolta differenziata). – 1. Il Commissario delegato, sentita la struttura di cui all’articolo 1 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell’11 luglio 2006, verifica il raggiungimento dell’obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei rifiuti urbani prodotti e definisce un programma per il raggiungimento di almeno il 50 per cento, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti di tutte le Amministrazioni che non hanno rispettato gli indicati obiettivi.

        2. Con apposita ordinanza emanata ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, sono individuati gli incentivi tariffari o le eventuali penalizzazioni correlati al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla vigente normativa in materia di raccolta differenziata.

        3. Il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) stipula un accordo di programma con il Commissario delegato per il raggiungimento dell’obiettivo del recupero del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania, sostenendo, con proprie risorse, iniziative di sviluppo e potenziamento delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani.

        4. Tutti i consorzi nazionali operanti nel settore della valorizzazione della raccolta differenziata contribuiscono a potenziare la filiera della raccolta, trasporto, gestione ed utilizzo economico della raccolta differenziata, attraverso adeguate ed efficaci campagne di informazione e mobilitazione dei cittadini, promosse anche su proposta di enti, istituzioni ed associazioni di cittadini interessati.

        5. I consorzi nazionali di cui al precedente comma adottano, dandone tempestivamente comunicazione al Commissario delegato, i provvedimenti organizzativi e gestionali tendenti, in un’ottica di perseguimento degli obiettivi e delle procedure di raccolta differenziata previsti dalla normativa vigente, a registrare e rendere pubblica la tracciabilità del rifiuto dal momento della raccolta a quello della sua valorizzazione economica.

        6. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

Conseguentemente, nel titolo del decreto-legge, aggiungere in fine le seguenti parole: «e misure per la raccolta differenziata».

4.4

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Precluso

Al comma 1, dopo le parole: «11 luglio 2006,» aggiungere le seguenti: «assicura l’adozione di tutti gli interventi preventivi idonei a contenere la crescita della produzione dei rifiuti nella regione e».

4.6

MATTEOLI, MUGNAI, BATTAGLIA ANTONIO

Precluso

Al comma 1, sopprimere le parole da: «, adottando le opportune misure sostitutive» fino alla fine del comma.

4.5

LIBÉ

Precluso

Al comma 1, sostituire le parole: «hanno rispettato» con le seguenti: «rispettino».

4.7

LEONI, STEFANI

Precluso

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «I commissari ad acta definiscono, in accordo con le province e la regione competenti, i tempi, i criteri e le modalità per procedere all’attuazione della normativa vigente sulla raccolta differenziata dei rifiuti e alla riorganizzazione delle competenze in materia di gestione dei rifiuti nella regione Campania, anche al termine dello stato di emergenza.».

4.10

IL RELATORE

Ritirato

Aggiungere, in fine, i seguenti commi:

        «1-bis. Le Autorità d’Ambito per la gestione dei rifiuti della regione Campania devono raggiungere, nell’ambito di competenza, entro un anno dalla loro costituzione, l’obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei rifiuti urbani prodotti e devono predisporre un programma operativo per raggiungere almeno il 50 per cento entro i termini di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Nelle more della costituzione delle Autorità d’Ambito, detto obbligo grava sui comuni. Il Commissario delegato sostiene, secondo le modalità del presente decreto, il raggiungimento di tali obiettivi ed in caso di inadempienze, provvede anche con il ricorso a commissari ad acta.

        1-ter. Il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), è tenuto al raggiungimento dell’obiettivo minimo del riciclo e del recupero del 60 per cento degli imballaggi primari, secondari e terziari immessi al consumo nella regione Campania. In caso di mancato raggiungimento di tale obiettivo, il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) provvede a versare, al Commissario delegato, i costi relativi alla raccolta ed allo smaltimento della quota parte di imballaggi non effettivamente avviati al recupero rispetto all’obiettivo del 60 per cento. Le somme così reperite sono destinate dal Commissario delegato per misure ed interventi a sostegno delle raccolte differenziate operate dai comuni. Al fine del raggiungimento dell’obiettivo della raccolta differenziata del 60 per cento degli imballaggi immessi al consumo nella regione Campania, il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) stipula un accordo di programma con il Commissario delegato».

ORDINE DEL GIORNO

G4.100 (già em. 4.200/1)

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263,

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 4.200/1

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

ARTICOLO 5.

(Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche)

        1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, salvi ed impregiudicati gli eventuali provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria prima della data di entrata in vigore del presente decreto, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione, sono utilizzate e messe in sicurezza le discariche di «Paenzano 2» nel comune di Tufino, di «Riconta» nel comune di Villaricca e «Difesa grande» nel comune di Ariano Irpino. Sono altresì utilizzate quelle già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato – prefetto di Napoli, nonché le ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l’attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. La messa in sicurezza delle predette discariche è comunque assicurata in conformità alla normativa vigente.

        2. Il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti conseguenziali per la messa in sicurezza, nonché, d’intesa con il Commissario delegato per la bonifica e le tutela delle acque nella regione Campania, alla bonifica dei territori interessati.

        3. Il Commissario delegato può disporre, sentiti i Presidenti delle regioni interessate, il trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti.

        4. Al fine di assicurare il compiuto monitoraggio delle attività da porre in essere ai sensi del presente decreto e per garantire adeguati livelli di salubrità dell’ambiente a tutela delle collettività locali, il Commissario delegato si avvale dei soggetti istituzionalmente deputati alle attività di controllo e verifica in materia igienico-sanitaria, definendo, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con le comunità locali tutte le necessarie iniziative per garantire piena informazione, partecipazione e trasparenza alle attività poste in essere.

        5. Il Commissario delegato assicura il ciclo di smaltimento dei rifiuti sostituendosi ai sindaci ed ai Presidenti delle province della regione Campania per l’esercizio delle competenze di cui agli articoli 50 e 54 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, nonché, avvalendosi dei prefetti della regione Campania territorialmente competenti, per l’esercizio dei poteri in materia di ordine e sicurezza pubblica di cui al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.

        6. Gli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto gravano sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania.

EMENDAMENTI

5.1

CORONELLA

Sostituire l’articolo 5, con il seguente:

«Art. 5.

(Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche)

        1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri è nominato commissario straordinario per le bonifiche e la tutela delle acque per la regione Campania in sostituzione dell’attuale Commissario.

        2. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Commissario di cui al comma 1 procede alla predisposizione ed approvazione di un piano di bonifica e riqualificazione ambientale dei siti delle discariche dismesse, anche avvalendosi della Commissione di cui all’articolo 1, comma 3-bis, del presente decreto. Nei successivi sessanta giorni, il Commissario, con procedura di somma urgenza, realizza i necessari interventi per garantire i livelli di salubrità dell’ambiente a tutela delle comunità locali».

5.2

LA COMMISSIONE

Sostituire il comma 1 con il seguente:

        «1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione, sono utilizzate e messe in sicurezza le discariche già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato-prefetto di Napoli, nonché le ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l’attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. La messa in sicurezza delle predette discariche è comunque assicurata in conformità alla normativa vigente».

5.300

LIBÉ

Al comma 1, sostituire le parole da: «e messe in sicurezza» fino a: «utilizzate quelle» con le parole: «le discariche».

        Sostituire le parole: «può individuare» con la seguente: «individua».

        Al comma 2 sopprimere le parole: «anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili».

        Al comma 3 sostituire la parola: «sentiti» con le seguenti: «d’intesa con».

        Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

        «5-bis. Il Commissario delegato con proprio provvedimento vieta con effetto immediato l’importazione nella regione Campania di rifiuti speciali. Al fine di garantire l’osservanza del provvedimento, il Commissario delegato si avvale della collaborazione dei prefetti della regione Campania e delle forze dell’ordine».

        Al comma 6 sostituire le parole da: «sulla tariffa» fino a: «dei rifiuti» con le seguenti: «sul bilancio».

5.4

MORRA

Al comma 1, le parole da: «e messe in sicurezza le discariche» fino alla fine del periodo sono sostituite dalle seguenti: «le discariche che il Commissario delegato individua per l’attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto».

5.7

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Al comma 1, secondo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «previa valutazione sanitaria ed ambientale».

5.8

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Al comma 1, ultimo periodo, aggiungere, in fine le seguenti parole: «assicurando comunque, con particolare riferimento alle misure di cui al presente articolo, il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e degli enti locali nelle attività di cui al presente articolo».

5.9

VIESPOLI, CORONELLA

Al comma 1, aggiungere in fine le seguenti parole: «, per un periodo limitato di tre mesi e per una quantità di rifiuti pari a 300 mila metri cubi di rifiuti».

5.11

VIESPOLI, CORONELLA

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. La gestione della discarica "Difesa grande" è esclusivamente e direttamente affidata al comune di Ariano Irpino».

5.10

LEONI, STEFANI

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. Per garantire la concreta e sollecita attuazione delle determinazioni del Commissario delegato, in materia di utilizzazione delle discariche di cui al comma 1, di eventuali siti di stoccaggio temporaneo dei rifiuti o di impianti di termovalorizzazione, anche ai fini della realizzazione delle opere occorrenti, i prefetti della regione Campania territorialmente competenti assicurano ogni collaborazione ed intervento di propria competenza in termini di somma urgenza e provvedono ad attivare tempestivamente l’intervento delle forze dell’ordine contro quegli eventi o quelle iniziative atte ad ostacolare la compiuta realizzazione delle determinazioni assunte dal Commissario delegato».

5.120/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

All’emendamento 5.120, al comma 2, sopprimere le parole da: «nei limiti delle dotazioni finanziarie» fino alla fine del comma.

5.120/2

STEFANI, PIROVANO, LEONI

All’emendamento 5.120, al comma 2, sopprimere le parole: «nei limiti delle dotazioni finanziarie del settore Gestione rifiuti del Programma stesso».

5.120

LA COMMISSIONE

Sostituire il comma 2 con il seguente:

        «2. Il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti conseguenziali per la messa in sicurezza, nonché alla bonifica dei territori interessati d’intesa con il Commissario delegato per la bonifica e la tutela delle acque nella regione Campania, che vi provvede a valere sulle risorse rese disponibili dal Programma operativo regionale per il finanziamento degli interventi strutturali comunitari nella regione Campania, nei limiti delle dotazioni finanziarie del settore Gestione rifiuti del Programma stesso, ferme restando possibili rimodulazioni finanziarie del medesimo Programma».

5.301

PALUMBO

Al comma 2 sopprimere le seguenti parole: «anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili».

5.140/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Sopprimere il comma 2-bis.

5.140/2

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Sopprimere il comma 2-ter.

5.140/3

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Al comma 2-ter, sostituire le parole: «anche per finalità di natura socio-economica» con le seguenti: «per finalità di natura ambientale».

5.140

LA COMMISSIONE

Dopo il comma 2, inserire i seguenti:

        «2-bis. Con apposita ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, è determinato l’importo del contributo da riconoscere ai comuni sede di discariche in corso di esercizio dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino alla cessazione dello stato di emergenza, a valere sugli importi incassati con la tariffa di smaltimento comprensiva delle quote di ristoro, dei contributi e maggiorazioni, di cui agli articoli 1 e 3 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 14 dicembre 2005, n. 3479, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 296 del 21 dicembre 2005.

        2-ter. I comuni di cui al comma 2-bis, nonché i comuni sede di impianti di trattamento dei rifiuti, sede di termovalorizzatori, sede di siti di stoccaggio provvisorio di balle di rifiuti trattati, nonché sede di siti di stoccaggio definitivo degli scarti di lavorazione degli impianti di trattamento dei rifiuti, possono utilizzare i contributi riconosciuti a valere sugli importi incassati con la tariffa di cui al comma 2-bis anche per finalità di natura socio-economica».

5.302

PALUMBO

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

        «2-bis. Il Commissario delegato non può disporre l’apertura di nuovi impianti per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti nei comuni di cui al comma 1 e in quelli in cui sono stati già realizzati impianti durante la gestione commissariale dell’emergenza rifiuti».

5.303

MORRA

Dopo il comma 2, è aggiunto il seguente:

        «2-bis. Il Commissario delegato, qualora le discariche siano situate in Campania, ad una distanza inferiore a 10 chilometri dal confine con altre regioni, adotta ogni provvedimento di concerto con i presidenti delle regioni confinanti».

5.304

MORRA

Dopo il comma 2, è aggiunto il seguente:

        «2-bis. Il Commissario delegato, qualora le discariche siano situate in Campania, ad una distanza inferiore a 10 chilometri dal confine con altre regioni, adotta ogni provvedimento sentiti i presidenti delle regioni confinanti».

5.700/1

STEFANI, PIROVANO, POLLEDRI

All’emendamento 5.700, al comma 3, sostituire le parole: «d’intesa con le regioni interessate» con le seguenti: «d’intesa con il Consiglio regionale della regione interessata».

5.700

LA COMMISSIONE

Sostituire il comma 3 con il seguente:

        «3. Il Commissario delegato può disporre, d’intesa con le regioni interessate, lo smaltimento ed il recupero fuori regione, nella massima sicurezza ambientale e sanitaria, di una parte dei rifiuti prodotti».

5.16

STEFANI, LEONI

Al comma 3, sostituire le parole: «sentiti i», con le seguenti: «previo parere favorevole dei».

5.18

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Al comma 3, sostituire la parola: «sentiti» con le seguenti: «d’intesa con».

5.19

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Al comma 3, dopo le parole: «regioni interessate» aggiungere le seguenti: «e gli enti locali territorialmente interessati».

5.20

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Al comma 3, dopo le parole: «fuori regione» aggiungere le seguenti: «d’intesa con le Regioni interessate».

5.21

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Al comma 3, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «assicurandone lo smaltimento ed il recupero nella massima sicurezza ambientale e sanitaria».

5.220/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

All’emendamento 5.220, al comma 3-bis, sostituire le parole: «previa intesa con la Regione interessata» con le seguenti: «previa intesa con il Consiglio regionale della Regione interessata».

5.220

LA COMMISSIONE

Dopo il comma 3, inserire il seguente:

        «3-bis. Il trasferimento in una regione nella quale è stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti di una parte dei rifiuti prodotti, può essere disposto dal Commissario delegato, solo previa intesa con la Regione interessata e comunque tenendo conto del livello di esaurimento delle discariche esistenti nel territorio della regione medesima».

5.23

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Al comma 5, sostituire le parole da: «di cui agli articoli» fino a: «successive modificazioni,» con le seguenti: «di pubblico ufficiale in materia di igiene, sanità, protezione civile, ordine e sicurezza pubblica ai sensi del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, limitatamente all’emergenza di cui al presente decreto,».

5.24

LA COMMISSIONE

Al comma 5, sostituire le parole: «agli articoli 50 e 54», con le seguenti: «ai commi 5 e 6 dell’articolo 50 ed all’articolo 54».

5.130

LA COMMISSIONE

Al comma 5, dopo le parole: «decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,» sopprimere le seguenti: «e successive modificazioni,».

5.250

LA COMMISSIONE

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

        «5-bis. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato può sospendere il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione negli impianti di smaltimento o di recupero esercitati nella regione Campania».

5.26

IL RELATORE

Dopo il comma 5 inserire il seguente:

        «5-bis. Al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto nella regione Campania in materia di rifiuti, il Commissario delegato, d’intesa con il Presidente della regione Campania, individua le modifiche da apportare al piano regionale delle attività estrattive allo scopo di ridurre il volume dell’attività estrattiva nelle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento dei rifiuti».

5.260

LA COMMISSIONE

Dopo il comma 5 inserire il seguente:

        «5-bis. Al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto nella regione Campania in materia di rifiuti, il Commissario delegato, con riferimento alle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento di rifiuti, propone al Presidente della regione Campania modifiche del piano cave, secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 4, dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 30 giugno 2006, n. 3529, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 11 luglio 2006, n. 159».

5.100/1

D’ALÌ, MUGNAI, VIESPOLI, LIBÈ, BATTAGLIA ANTONIO, MATTEOLI

All’emendamento 5.100, sostituire le parole da: «nell’ambito» sino alla fine con le seguenti: «con il trasferimento alla gestione commissariale di 80 milioni di euro mediante corrispondente riduzione della tabella C della legge finanziaria».

5.100

LA COMMISSIONE

V. testo 3

Sostituire il comma 6 con il seguente:

        «6. Agli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza ed apertura delle discariche di cui al presente articolo, si fa fronte nell’ambito delle risorse derivanti dalla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania, nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato».

5.100 (testo 3)

LA COMMISSIONE

Sostituire il comma 6, con il seguente:

        «6. Agli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza ed apertura delle discariche di cui al presente articolo 5, si fa fronte nell’ambito delle risorse derivanti dalla TARSU (Tariffa per lo smaltimento sui rifiuti solidi urbani), nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato. Agli oneri derivanti dagli interventi in conto capitale si fa inoltre fronte integrando le disponibilità della citata contabilità speciale intestata al Commissario delegato con l’importo di 20 milioni di euro, per l’anno 2006, cui si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 5

5.0.2

LEONI, STEFANI, PIROVANO

Dopo l’articolo 5, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Modifiche al decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21)

        1. Il comma 2 dell’articolo 2 del decreto-legge 30 novembre 2005, n.  245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, è sostituito dal seguente:

        ’’2. Nell’ambito delle operazioni di recupero di cui al comma 1, il Commissario delegato, d’intesa con il Ministero dell’interno, provvede alla definizione di un piano di rientro, al massimo quadriennale, delle situazioni debitorie certificate, attraverso una contestuale e progressiva riduzione dei trasferimenti erariali spettanti ai Comuni interessati, ivi compresi i trasferimenti a titolo di compartecipazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche le cui risorse sono versate all’entrata del bilancio dello Stato. Dette risorse rimangono acquisite al bilancio dello Stato sino alla concorrenza dell’importo complessivo indicato nell’articolo 7. Le risorse eccedenti sono riassegnate al Fondo della protezione civile per la gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania».

5.0.1

IL RELATORE

(*)

Dopo l’articolo 5, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Rettifiche all’articolo 2 del decreto legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21)

        1. All’articolo 2 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il comma 2 è sostituito dal seguente:

        ’’2. In ogni caso, a fronte del mancato adempimento delle obbligazioni pecuniarie poste a carico dei soggetti indicati nel comma 1, il Ministero dell’interno provvede attraverso corrispondenti riduzioni dei trasferimenti erariali spettanti ai comuni interessati, ivi compresi i trasferimenti a titolo di compartecipazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche le cui risorse sono trasferite dal medesimo Ministero nella contabilità speciale intestata al Commissario delegato per l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania, sino al termine dello stato di emergenza’’.

        2. All’articolo 2 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, dopo il comma 3, sono aggiunti i seguenti:

        ’’3-bis. Al fine di accelerare le procedure di riscossione dei crediti vantati dal Commissario delegato a titolo di smaltimento dei rifiuti, i comuni della regione Campania assumono ex lege, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 1273 del codice civile, i debiti dei consorzi e degli altri affidatari della regione Campania che hanno conferito fino al 15 dicembre 2005 rifiuti solidi urbani agli impianti di produzione di combustibili derivati dai rifiuti in ordine al pagamento della relativa tariffa nei confronti del Commissario delegato di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3341 del 27 febbraio 2004 e dei soggetti affidatari del servizio, nonché in ordine al pagamento degli importi previsti in favore dei comuni destinatari di misure di compensazione ambientale. L’assunzione dei debiti avviene, per quanto riguarda i debiti dei consorzi, in misura proporzionale alla quota di partecipazione posseduta da ciascun comune e, per quanto riguarda gli altri affidatari della regione Campania, in misura proporzionale all’importo dei trasferimenti ad essi spettanti da parte di ciascun comune affidante in base al contratto o altro atto di affidamento del servizio.

        3-ter. I comuni della regione Campania a fronte dell’assunzione dei debiti di cui al comma 3-bis hanno la facoltà di ricorrere alla contrazione di mutui non superiori all’ammontare della situazione debitoria certificata dal Commissario delegato alla data del 15 dicembre 2005 e a condizione che detta situazione debitoria derivi da oneri relativi a contratti o a atti di affidamento del servizio perfezionati entro la data del 24 ottobre 2001.

        3-quater. Le spese di cui ai commi 3-bis e 3-ter sono escluse dal Patto di stabilità interno di cui all’articolo 1, commi da 21 a 41, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e successive modificazioni’’».

________________

(*) Ritirato dal relatore è fatto proprio dal senatore D'Al ì


SENATO DELLA REPUBBLICA

                                       XIV LEGISLATURA                    

69ª SEDUTA PUBBLICA

             

 

 

 

 

 

 

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

GIOVEDI’ 9 NOVEMBRE 2006

(Antimeridiana)

                       

Presidenza del presidente MARINI

 

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democrazia Cristiana-Partito repubblicano italiano-Indipendenti-Movimento per l'Autonomia: DC-PRI-IND-MPA; Forza Italia: FI; Insieme con l'Unione Verdi-Comunisti Italiani: IU-Verdi-Com; Lega Nord Padania: LNP; L'Ulivo: Ulivo; Per le Autonomie: Aut; Rifondazione Comunista-Sinistra Europea: RC-SE; Unione dei Democraticicristiani e di Centro (UDC): UDC; Misto: Misto; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-Italiani nel mondo: Misto-Inm; Misto-L'Italia di mezzo: Misto-Idm; Misto-Partito Democratico Meridionale (PDM): Misto-PDM;Misto-Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.

_________________

 


                                         RESOCONTO STENOGRAFICO                              

 

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1069) Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (Relazione orale) (ore 10,31)

 

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1069.

Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Ricordo che nella seduta pomeridiana di ieri ha avuto luogo l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 5.

Dopo la conclusione della stessa seduta sono stati riformulati, per iniziativa della Commissione, alcuni emendamenti sui quali è pervenuto il parere della 5a Commissione, che prego il senatore segretario di voler leggere.

BATTAGLIA Giovanni, segretario. «La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti 5.2 (testo 2) e 5.303 (testo 2) relativi al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo».

D'ALI' (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, riservandomi di entrare nel merito delle nuove proposte in sede di dichiarazione di voto, vorrei semplicemente far osservare che la proposta di modifica 5.2 (testo 2) che è sostanziale, doveva recare la firma o del Governo o del relatore, non essendo passata attraverso la Commissione. È una modifica talmente sostanziale che aveva bisogno di un paternità chiara; il relatore ha ritenuto di doverla attribuire all'intera Commissione, ma la discussione in Commissione non vi è stata. Per dovere di procedura, devo assolutamente significare che sarebbe stato più opportuno, come da tutti era stato richiesto, che la proposta venisse dal Governo.

Comunque, il subemendamento 5.100/1, a firma dei Capigruppo in Commissione ambiente di tutti i Gruppi della Casa delle Libertà, vive, in quanto agganciabile anche al testo nuovo della Commissione.

Ripeto: sul merito delle due proposte (il nostro subemendamento e l'emendamento della Commissione) mi riservo d'intervenire in sede di dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

SODANO, relatore. Signor Presidente, l'osservazione del senatore D'Alì, da un punto di vista formale, è corretta, anche se l'emendamento 5.2 (testo 2) è frutto della discussione svoltasi in Aula e precedentemente in Commissione, raccogliendo gli emendamenti presentati in entrambe le sedi, in particolare dal senatore Palumbo e dal senatore Barbato e con l'integrazione del senatore Morra.

Lo stesso discorso vale anche per l'emendamento 5.100 (testo 3), riformulato per motivi di copertura, di cui avevamo discusso in Commissione. Attendevamo, come comunicatoci dal Governo, di individuarne la copertura. È avvenuto in Aula, con la riformulazione dell'emendamento che è stato inviato alla Commissione bilancio per consentire stamattina di poterne discutere.

Pertanto, i pareri su questi due emendamenti sono chiaramente favorevoli.

 

PRESIDENTE. Senatore Sodano, mi scusi, ma la pregherei di esprimere rapidamente il parere su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 5.

 

SODANO, relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 5.2 (testo 2) e invito al ritiro dell'emendamento 5.300. Sugli emendamenti 5.4 e 5.10 esprimo parere contrario; sugli emendamenti 5.120/1 e 5.120/2 c'è il parere contrario della 5a Commissione e quindi esprimo parere contrario. Sul 5.120 il parere è favorevole; sul 5.301 invito al ritiro oppure il parere è contrario; sugli emendamenti 5.140/1, 5.140/2 e 5.140/3 esprimo parere contrario, mentre sul 5.140 il parere è favorevole. Il contenuto dell'emendamento 5.302 è stato accolto nell'emendamento 5.2 (testo 2).

Sull'emendamento 5.303 (testo 2) il parere è favorevole, a condizione che il senatore Morra accetti di sostituire le parole: «di concerto con» con l'altra: «sentiti». Se il senatore accoglie tale modifica, il parere è favorevole.

Sugli emendamenti 5.304 e 5.700/1 il parere è contrario, sul 5.700 è favorevole; sugli emendamenti 5.18, 5.19, 5.20, 5.21, 5.220/1 il parere è contrario, sul 5.220 è favorevole, sul 5.23 è contrario, sugli emendamenti 5.24, 5.130, 5.250 e 5.260 è favorevole. Sull'emendamento 5.100/1 invito al ritiro oppure il parere è contrario; sul 5.100 (testo 3) il parere è favorevole, sul 5.0.2. è contrario.

Quanto all'emendamento 5.0.1, sul quale era stato espresso il parere contrario della 5a Commissione, è stato accolto nell'emendamento 5.100 (testo 2) e quindi lo ritiro.

 

PRESIDENTE. L'emendamento 5.0.1 era stato fatto proprio dal senatore D'Alì.

 

SODANO, relatore. Se resta in vita tale emendamento, poiché il suo contenuto è stato inserito nell'emendamento 5.100 (testo 2), che mio avviso accoglie le sollecitazioni avanzate in Commissione rispetto alla copertura aggiuntiva del Governo, allora il parere è contrario.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. L'emendamento 5.1 è precluso dalla reiezione dell'emendamento 1.13.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.2 (testo 2), che è stato riformulato con un lavoro congiunto.

LIBE' (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, può rileggerci la riformulazione del testo, visto che non tutti la conoscono?

 

PRESIDENTE. Senatore Libé, mi scusi, ma c'è uno stampato che è stato distribuito.

 

LIBE' (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBE' (UDC). Mi scusi, Presidente, se il nuovo testo è quello che è stato stampato, allora lo conosco. Pensavo ci fosse stata una successiva riformulazione dell'emendamento.

Su questa riformulazione non sono d'accordo, in quanto rappresenta sicuramente un passo avanti ma potrebbe essere un passo indietro alla luce dell'emendamento 5.300, di cui sono primo firmatario. Visto che nel testo originario si parlava di tre discariche già esistenti (due delle quali hanno un carico enorme, con vicende giudiziarie pesanti), chiedo che il testo dell'emendamento 5.2 (testo 2) - invito il relatore ad ascoltarmi - venga ulteriormente trasformato con una formulazione ancora più in positivo.

Disponendo che «il Commissario delegato dovrà tenere conto del carico e degli impatti ambientali gravanti sulle aree», lasciamo infatti ancora troppo margine di discrezionalità. Stiamo parlando di aree nelle quali i cittadini sono sofferenti, hanno problemi. Propongo quindi di trasformare completamente in modo imperativo il testo dell'emendamento (chiedo al relatore di impegnarsi in tal senso), perché su queste aree non si può lasciare la minima discrezionalità.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, comprendo le osservazioni del senatore Libé, le condivido e ne abbiamo discusso a lungo in Commissione. Ritengo che, rispetto al testo del decreto originario, facciamo notevoli passi avanti.

Voglio ricordare che erano già previste nel decreto le discariche, discariche già utilizzate negli anni passati. Con l'attuale riformulazione dell'emendamento 5.2 eliminiamo le due discariche oggetto della discussione (quella di Ariano Irpino e quella di Tufino) e in più aggiungiamo un elemento che non riguarda solo quelle due discariche: disponiamo che, nell'individuazione delle aree, il commissario dovrà tener conto anche degli impatti ambientali gravanti per passati utilizzi di quei territori. Credo che ci sia quindi l'accoglimento delle sollecitazioni che vengono dal senatore Libé e dagli altri colleghi: non solo in quei due casi, ma in tutta la Regione Campania, prima di individuare nuovi siti bisognerà tener conto se in quella zona esistono già altri impianti impattanti.

Penso che questo sia il massimo che possiamo fare, in considerazione del fatto che comunque stiamo dando poteri straordinari a un commissario per fronteggiare una situazione di emergenza, quindi è evidente che alcune deroghe verranno fatte. Qui, con gli strumenti che abbiamo inserito (mi riferisco agli articoli 1 e 2) sui poteri del commissario e sul coinvolgimento degli enti locali, si rimanda anche a un'azione di controllo successivo che faranno gli enti locali per impedire che alcuni territori vengano gravati da ulteriori impianti impattanti.

PRESIDENTE. Senatore Libé, si ritiene soddisfatto dal chiarimento?

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, non mi ritengo soddisfatto per un motivo: il relatore conosce bene questa situazione, dunque direi che deve fare uno sforzo maggiore.

 

PRESIDENTE. Senatore Libé, ma noi dobbiamo votare.

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, faccio mia la proposta di modifica che ha esposto il senatore Libé, perché in alcuni punti l'emendamento 5.2 (testo 2) si presta a una doppia interpretazione. Questa è la ragione per cui escludere la possibilità dà chiarezza all'emendamento e, visto il lavoro che abbiamo svolto in Commissione, il quale ha perfezionato in toto il provvedimento, penso non sia poi così difficile sostituire, tener conto ed escludere: non cambia la sostanza dell'intendimento che la Commissione ha voluto dare a quel provvedimento.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, la proposta del senatore Barbato è accolta integralmente nella riformulazione dell'emendamento 5.2. Il senatore Barbato ha proposto infatti di inserire la seguente previsione: «Nell'individuazione delle aree da destinare (...) il Commissario delegato dovrà tener conto del carico». Tale previsione è contenuta integralmente anche nell'emendamento 5.2 (testo 2): non comprendo quindi la preoccupazione.

Ritengo che, per quello che può valere una dichiarazione formale nell'Aula del Senato, con questo emendamento escludiamo categoricamente la possibilità di utilizzare discariche già impiegate e sature; anzi, al comma 1 dell'articolo 5 si prevede che in questo caso esse vengano messe in sicurezza. Si tratta di una tutela per i territori che hanno discariche esaurite e non ancora messe in sicurezza per mancanza di risorse. Si individua anche un percorso per dare priorità alla messa in sicurezza delle discariche esaurite.

Credo quindi che l'emendamento 5.2 (testo 2) accolga le sollecitazioni del collega Libé e del collega Barbato, per cui inviterei a votare l'emendamento così come formulato.

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, volevo solo precisare che la mia proposta, essendo stata successivamente integrata, ha perso il senso della sostanza della correzione all'emendamento. Per questo ritengo sia necessario un ulteriore correttivo affinché l'articolo risulti più chiaro.

GALLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Signor Presidente, sull'emendamento 5.2 (testo 2) chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.2 (testo 2), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

302

Senatori votanti

301

Maggioranza

151

Favorevoli

265

Contrari

30

Astenuti

6

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Risulta pertanto preclusa la prima parte dell'emendamento 5.300, fino alla parola «individua».

Passiamo alla restante parte dell'emendamento 5.300, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

 

GALLI (LNP). Ne chiediamo la votazione.

RONCHI (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RONCHI (Ulivo). Signor Presidente, intervengo per evidenziare che il tema della gestione in Campania di rifiuti speciali provenienti da altre Regioni è affrontato anche dal successivo emendamento 5.250 presentato dalla Commissione. Si potrebbero quindi esaminare insieme e proporrei di votare prima l'emendamento presentato dalla Commissione.

 

PRESIDENTE. Senatore Ronchi, l'ordine della votazione è fissato. Naturalmente le conseguenze le valutiamo.

 

RONCHI (Ulivo). Chiedo allora l'accantonamento dell'emendamento 5.300, affinché sia discusso insieme all'emendamento 5.250.

 

PRESIDENTE. La Commissione concorda?

SODANO, relatore. Sì, Presidente, la Commissione concorda con tale proposta e chiede al senatore Libé di affrontare l'emendamento 5.300 insieme all'emendamento 5.250 presentato dalla Commissione, riguardando lo stesso argomento.

STORACE (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (AN). Signor Presidente, può darsi che io sia in errore e le chiedo pertanto di aiutarmi a fare chiarezza. Guardando il testo degli emendamenti, vorrei sapere, perché nella confusione non sono riuscito a comprenderlo (quindi sarà una mia colpa), che fine ha fatto l'emendamento 5.303 presentato dal senatore Morra, perché a me pare molto saggio. Vorrei sapere se tale emendamento è stato recepito in qualche maniera, se è stato ritirato o se viene posto in votazione.

Sel'ordine delle votazioni è quello stabilito nel fascicolo che è stato distribuito, dovrebbe essere posto in votazione l'emendamento 5.303 (testo 2) che prevede il «concerto con i presidenti delle regioni confinanti».

PRESIDENTE. Senatore Storace, a pagina 25 del fascicolo è previsto l'emendamento del senatore Morra; quindi, ci arriveremo.

Dispongo l'accantonamento della restante parte dell'emendamento 5.300.

L'emendamento 5.4 è precluso dall'approvazione del 5.2 (testo 2).

L'emendamento 5.7 è stato ritirato. Senatrice De Petris, ha ritirato anche il 5.8?

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, vorrei precisare che ho ritirato l'emendamento 5.7, su cui la 5a Commissione aveva espresso parere contrario, ma non il 5.8. Dico questo al relatore che credo abbia capito male e che, pertanto, penso debba esprimere su di esso il parere.

D'ALI' (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, al fine di una maggiore chiarezza faccio presente che lei ha accantonato la seconda parte dell'emendamento 5.300, ma la richiesta del senatore Ronchi era relativa alle modifiche proposte dal senatore Libé al comma 3, mentre il 5.300 contiene anche la modifica al comma 6. Vorrei quindi capire innanzi tutto se il senatore Libé è disponibile a votare per parti separate il suo emendamento e, in secondo luogo, come procedere; se, cioè, l'accantonamento riguarda la parte richiesta dal senatore Ronchi che voleva fosse trattato assieme all'emendamento 5.250 della Commissione o se, diversamente, riguarda l'intera proposta.

PRESIDENTE. La prima parte dell'emendamento 5.300, essendo venuta meno l'indicazione delle discariche, è preclusa e superata dall'approvazione del 5.2 (testo 2). Pertanto, accantoniamo la seconda parte. Lei chiede se, a parte l'accantonamento, per il quale peraltro non ci sono giudizi negativi da parte della Commissione, possiamo tornarci sopra. Non credo.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, desidero un po' di attenzione da parte del relatore, perché ci sono due emendamenti e un comma dell'articolo 5 che contrastano tra loro.

Senatore Sodano, l'emendamento della Commissione 5.250 in pratica afferma che fino alla cessazione dello stato di emergenza il commissario delegato può sospendere il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori Regione. Può, quindi, sospenderlo, senza sentire, intendere o concertare con nessuno.

Ora, l'emendamento, corretto, del senatore Morra prevede che ogni provvedimento debba essere «adottato di concerto con i presidenti delle regioni», mentre la proposta avanzata è di eliminare le parole «di concerto» e di inserire la dizione «sentiti»; dopo di che c'è il comma 3 dell'articolo 5 del provvedimento che recita: «Il Commissario delegato può disporre, sentiti i Presidenti delle regioni interessate, il trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti». Allora, in sostanza, in Campania il commissario può fare come vuole, non deve sentire i presidenti delle Regioni e nessuno; per fare uscire dalla Campania i rifiuti i presidenti delle Regioni non contano nulla e rimandiamo i rifiuti a casa senza nessuna possibilità di dibattere.

Ebbene, ritengo che il «sentiti» sia troppo debole e che se non vogliamo scrivere «di concerto» almeno dobbiamo scrivere «d'intesa» perché altrimenti si crea all'interno di questo provvedimento una disparità di trattamento assolutamente inaccettabile e i poteri del commissario diventano addirittura superiori di quelli dei presidenti delle Regioni. Questo mi pare che non possa essere assolutamente accettato. (Applausi dal Gruppo AN).

PIGLIONICA (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PIGLIONICA (Ulivo). Signor Presidente, temo che il senatore Matteoli abbia messo insieme due materie differenti. La questione del commissario, che può impedire l'ingresso, riguarda i rifiuti speciali; la trasmissione di rifiuti fuori Regione si riferisce a rifiuti solidi urbani, i quali, per legge, non possono essere trasferiti fuori Regione. Allora, si tratta di due questioni completamente differenti. Si tratta di decidere se il commissario deve andare in altre Regioni.

Quello del senatore Morra è ancora un altro emendamento: si riferisce alla realizzazione di discariche in prossimità della zona di confine, per le quali si chiede non il concerto, ma che si senta la Regione vicina. Per dirla fuori di metafora: se c'è una discarica che è a sette chilometri dal centro più vicino della Campania e a un chilometro dalla Puglia, è chiaro che il responsabile del territorio pugliese dirà: «Per cortesia, se ci vogliamo sentire prima di fare altre cose di questo genere è meglio».

Si tratta, quindi, di tre fattispecie del tutto differenti: la prima riguarda il trasferimento di rifiuti in altre Regioni; la seconda concerne la realizzazione di discariche in prossimità; l'ultima interessa il trasferimento di rifiuti speciali - questo consentito dalla legge - fra Regioni. Rispetto a questo, siccome si sa che la situazione in alcuni territori della Campania è totalmente fuori controllo, si vuole mettere una pezza ad una condizione paradossale per cui la Campania, che non ha capacità di smaltire i suoi rifiuti, poi accoglie migliaia di tonnellate di rifiuti speciali da altre Regioni, spesso fuori da ogni controllo concreto di tranquillità sul trattamento dal punto di vista ambientale.

Quindi, quantomeno che siano chiare le tre fattispecie differenti sulle quali si interviene in maniera, a nostro parere, non contraddittoria.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, il senatore Piglionica dice delle cose evidenti. Però prendiamo il provvedimento. Alla fine del nostro dibattito ci sarà il voto; se passerà questo provvedimento ci saranno tre trattamenti diversi, mi rendo conto, su specifiche di rifiuti diversi, ma con atteggiamenti completamente diversi; chiedo, quindi, che almeno il commissario sia parificato ai presidenti delle Regioni, che vengono eletti, affinché ci sia un comportamento uguale tra un presidente della Regione e il commissario. In questo caso il commissario straordinario ha più poteri addirittura dei presidenti delle Regioni. Non vogliamo scrivere: «di concerto»? Inseriamo le parole: «d'intesa»; almeno «d'intesa» va scritto.

Oggi i giornali pubblicano interventi di esponenti politici di tutte le Regioni d'Italia - di destra, di sinistra e di centro - che dicono: «Basta, non vogliamo più rifiuti della Campania da nessuna parte». Cosa facciamo? Glieli mandiamo per forza? Vogliamo ai confini delle Regioni le barricate per non far entrare il camion dei rifiuti? Allora, prevediamo almeno l'intesa per consentire che il commissario possa concordare con il presidente della Regione, altrimenti i rifiuti resteranno in Campania perché nessuno li farà uscire.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Presidente, seppure quelle dei rifiuti speciali sono fattispecie diverse, sono per accogliere l'idea di sentire le Regioni perché, in realtà, la competenza sulle autorizzazioni al trattamento dei rifiuti speciali è in capo alle Regioni, non rientra nei poteri del commissario straordinario. Si tratta di un elemento aggiuntivo che, anche su sollecitazione del senatore Libé, abbiamo voluto inserire. Quello del traffico dei rifiuti speciali, infatti, è uno dei settori su cui maggiormente le ecomafie hanno gestito notevoli interessi nella Regione Campania.

Per quanto riguarda il «sentite le regioni interessate» anche sull'emendamento 5.250, ne discuteremo tra poco. Comunque, in linea di principio, per avere un'omogeneità del provvedimento, sono d'accordo per accoglierlo.

PISANU (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PISANU (FI). Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi sulla delicatezza di questo punto. L'esperienza ci ha insegnato, specialmente a Napoli e in Campania, che i commissariamenti vengono spesso utilizzati come occasione per deresponsabilizzare le autorità locali e scaricare sul commissario responsabilità che invece vanno condivise, coinvolgendo in operazioni così delicate le opinioni pubbliche e i cittadini, che le autorità locali più di altri rappresentano.

Troppe volte a Napoli e in Campania è accaduto che problemi ordinari, riguardanti l'economia e la società, siano stati capziosamente trasformati in emergenze, per scaricarli sui prefetti e sui questori, sollevando le autorità locali dalle loro responsabilità (Applausi dal Gruppo FI) ma, al tempo stesso, dequalificando e squalificando i poteri locali.

Allora, onorevoli colleghi, lasciamo stare, su questo punto, le posizioni di parte e cerchiamo di realizzare il massimo possibile di coinvolgimento dei cittadini, attraverso le amministrazioni locali, nella conduzione di operazioni socialmente, politicamente e culturalmente così impegnative. (Applausi dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Senatore Pisanu, mi pare che, dopo l'intervento del senatore Matteoli, la Commissione abbia accettato il problema di coinvolgere la responsabilità delle Regioni. Era questo il punto sul quale lei è intervenuto.

 

PISANU (FI). Signor Presidente, sono intervenuto per sottolineare l'esigenza non del «sentito», ma dell'«intesa»: se non c'è l'intesa, non c'è coinvolgimento reale.

GIULIANO (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIULIANO (FI). Signor Presidente, le mie osservazioni fanno proprie quelle espresse adesso dal senatore Pisanu, che vanno senz'altro condivise.

Trovo assolutamente esecrabile, signor Presidente, che si conceda al commissario straordinario il potere di aumentare le volumetrie disponibili delle discariche, addirittura operando sulle relative infrastrutture. Non c'è un limite, non c'è un'indicazione precisa, non c'è quel coinvolgimento al quale faceva riferimento il senatore Pisanu.

Non solo, ci sono zone, come il giulianese, l'aversano, il paretano, che sono invase, ammorbate, avvelenate da decine e decine di discariche. Se si opera anche su quel territorio, si finisce per avvilirlo, per depotenziarne la crescita e, soprattutto, per aumentare quella criminalità che è diventata parte essenziale della gestione di queste discariche.

Si tenga anche conto che, nel momento in cui si ritorna alla filosofia della discarica, questa è la certificazione del fallimento di tutto il piano.

 

PRESIDENTE. Senatore Sodano, la invito ad esprimere un parere circa la richiesta del senatore Matteoli su questa faccenda dell'introduzione delle parole «d'intesa».

SODANO, relatore. Signor Presidente, inviterei a rimettere un po' d'ordine nell'esame del nostro provvedimento.

Anche le cose importanti che dice il senatore Pisanu c'entrano poco con l'emendamento che stiamo discutendo. È un discorso in generale, che abbiamo svolto nella discussione generale di ieri e che riprenderemo durante le dichiarazioni di voto, ma non ho capito, anche a proposito delle osservazioni del senatore Giuliano, a quale emendamento si riferiscano. Noi stiamo parlando di altre cose.

Abbiamo deciso di accantonare l'emendamento 5.300 e di discuterlo insieme al 5.250. Mi chiedo se dobbiamo affrontare e votare questo emendamento ora o se lo faremo quando ci arriveremo.

PRESIDENTE. Io ho capito che il discorso dell'«intesa» riguarda l'emendamento 5.250, che affronteremo quando ci arriveremo.

Torniamo all'emendamento 5.8, che non è stato ritirato dalla senatrice De Petris: mettiamo un po' di ordine. E' così, senatrice De Petris?

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, l'emendamento 5.8 non è ritirato: c'è stato un errore. Infatti ho chiesto al relatore di esprimere il parere su tale emendamento, che, a questo punto, diventa aggiuntivo rispetto all'emendamento 5.2 (testo 2) della Commissione, che è già stato votato.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento in esame.

SODANO, relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 5.8 (testo 2).

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere è conforme a quello del relatore.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, con l'emendamento 5.8 (testo 2) addirittura si va anche oltre. Presidente Sodano, ho qualche difficoltà a capire il testo che uscirà da questa seduta del Senato, perché la collega De Petris presenta un emendamento condivisibile, per carità, ma che va oltre. Qui si chiede addirittura il coinvolgimento degli enti locali: benissimo, ma allora come si fa a dire di no alla modifica degli emendamenti 5.250 e 5.303 (testo 2)? Bisogna inserire la parola «intesa», cerchiamo di capirci. (Brusìo. Richiami del Presidente). Presidente, è un po' difficile parlare.

 

PRESIDENTE. È difficile per gli interventi di tutti. C'è una risposta sulla richiesta dell'intesa: quel problema riguarda l'emendamento 5.250, poi ci arriveremo. Non possiamo riaprire sempre la discussione.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, sto parlando sull'emendamento 5.8 (testo 2) della collega De Petris: se accettiamo questo, è automatico, perché il relatore Sodano ha detto una cosa diversa da quella che lei sostiene: ha detto di inserire su tutti e tre i problemi che ho sollevato la parola «sentite». Non sono d'accordo e chiedo che sia scritta, a proposito dei tre problemi che ho sollevato, le parole «d'intesa». È un contrasto forte, non marginale: voglio capire bene.

Se il collega Sodano si è sbagliato nel dire «sentita» piuttosto che «d'intesa», mi metto a sedere e taccio, ma se insiste nel voler scrivere «sentita» in tutti e tre i casi, non siamo d'accordo e allora diventerebbe assurdo il nostro voto favorevole sull'emendamento della collega De Petris.

SODANO, relatore. Signor Presidente, ho già detto che sono d'accordo sulle parole «d'intesa», a proposito dell'emendamento 5.250.

 

PRESIDENTE. Il punto mi pare chiarito.

PALUMBO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PALUMBO (Ulivo). Chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento 5.8 (testo 2), se i presentatori sono d'accordo.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 5.8 (testo 2).

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.8 (testo 2), presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

301

Senatori votanti

299

Maggioranza

150

Favorevoli

276

Contrari

15

Astenuti

8

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. L'emendamento 5.9 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 5.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione. Mi pare che nell'emendamento si faccia riferimento a una delle discariche la cui indicazione specifica, nel comma 1, non c'è più.

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, ho formulato l'emendamento 5.11 alla luce della originaria impostazione del decreto, ma soprattutto per segnalare la titolarità dell'area su cui insiste da anni la discarica "Difesa grande", che non è di proprietà del Comune e che necessita di un intervento per evitare che si continui a determinare una condizione per cui vi è un peso pubblico e un interesse e un ricavo privato nella gestione dei rifiuti.

In termini di moralizzazione, ho voluto segnalare un dato, un problema, nella consapevolezza che l'emendamento non ha copertura finanziaria. Sono il primo a saperlo. Era una provocazione ed una riflessione al contempo. Comunque, come avevo già preannunciato, ritiro l'emendamento 5.11.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.10.

STEFANI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STEFANI (LNP). Signor Presidente, l'emendamento 5.10 intende garantire un maggiore e tempestivo intervento delle forze dell'ordine nel caso in cui gli abitanti della Regione continuano ad adottare quei comportamenti di cui siamo stati buoni testimoni nella passata legislatura. Abbiamo visto poche centinaia di persone bloccare Via del Corso e gli accessi proprio per un problema legato ai termovalorizzatori e alle discariche.

Chiediamo l'approvazione di questo emendamento per garantire ed accelerare gli interventi delle forze dell'ordine a difesa degli interventi sul territorio.

GALLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.10, presentato dai senatori Leoni e Stefani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

304

Senatori votanti

303

Maggioranza

152

Favorevoli

33

Contrari

218

Astenuti

52

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.120/1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

 

GALLI (LNP). Ne chiediamo la votazione.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo
(art. 102-bis Reg.)

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.120/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Per piacere, colleghi, non rialziamo i toni, pare che il meccanismo funzioni. Vi invito alla calma, non rialziamo i toni e soprattutto le urla.

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

304

Senatori votanti

303

Maggioranza

152

Favorevoli

149

Contrari

154

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.120/2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

GALLI (LNP). Ne chiediamo la votazione.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, l'emendamento 5.120/2 vuole mantenere le dotazioni finanziarie nei limiti del programma. Non vorremmo disturbare il commissario, ma neanche il presidente Bassolino e portargli via una lira. Il presidente Bassolino è impegnato in cose più importanti dei rifiuti. Ricordo il corso per aspiranti veline televisive (97), partecipanti per un costo di 1.280.000 euro.

Manteniamogli i soldi per fare questo; un bel portale con le ricette, buonissime, di Napoli, con un costo di 200.000 euro per 150 ricette; ricordiamo l'ultima manifestazione di New York per il Columbus Day... (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

 

PRESIDENTE. Siamo fuori tempo. Non voglio impedirle di parlare, ma non possiamo andare avanti così.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, noi siamo preoccupati anche per gli 11 miliardi di vecchie lire per l'attico della sede di Manhattan. Potremmo andare avanti con il presepe alla comunità - siamo vicini al Natale - per il quale è stato speso un milione di euro. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

Signor Presidente, non vorremmo disturbare. Pertanto, lasciamo loro tutti i soldi, visto che il presidente Bassolino non ha il tempo di occuparsi di rifiuti! (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

RONCHI (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RONCHI (Ulivo). Signor Presidente, preannuncio il voto contrario sull'emendamento 5.120/2, facendo presente che l'effetto di tale proposta modificativa sarebbe quello di eliminare il limite alle dotazioni finanziarie del POR della Regione Campania. L'emendamento in esame mobilita le risorse della Regione, ovviamente nei limiti di quelle esistenti. Non si capisce il senso di un emendamento che prevede di mantenere le risorse, però non nei limiti della dotazione. Quindi, mobilita risorse che non esistono.

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

(art. 102-bis Reg.)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.120/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Il senatore segretario Malan segnala la presenza tra i banchi dell'Unione di una tessera inserita sotto un giornale, cui non corrisponde alcun senatore). Onorevoli colleghi, vi prego di togliere i giornali dai banchi! Per favore, togliete quella tessera. (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).

Per cortesia, cerchiamo di restare ordinati. I senatori segretari stanno lavorando bene: non disturbateli! Per favore, togliete quella scheda! (La tessera viene estratta dagli assistenti parlamentari).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

305

Senatori votanti

303

Maggioranza

152

Favorevoli

150

Contrari

153

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.120.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.120, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

306

Senatori votanti

305

Maggioranza

153

Favorevoli

301

Contrari

2

Astenuti

2

Il Senato approva. (v. Allegato B).(Brusìo).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi auguro che questo non diventi uno sport!

Risulta pertanto precluso l'emendamento 5.301, nonché il terzo capoverso dell'emendamento 5.300.

STORACE (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. (Il senatore Morando segnala ripetutamente la presenza tra i banchi di AN di una tessera inserita cui non corrisponderebbe alcun senatore).

 

STORACE (AN). Il «ministro» Morando mi dovrebbe far parlare!

 

PRESIDENTE. Un momento, senatore Morando.

Prego, senatore Storace, ha facoltà di parlare.

 

STORACE (AN). Mi pare che la questione relativa alle modalità di votazione ci appassioni troppo. Quindi, signor Presidente, per consentire la regolarità delle votazioni, la prego di usare tutta la sua saggezza per distribuire camomilla. Faccio notare che, anche nel momento in cui ci sono votazioni espresse all'unanimità, si riesce a fare tutta questa confusione! Calmatevi, onorevoli colleghi!

PRESIDENTE. Senatore Storace, a quest'ora è mia abitudine offrire un aperitivo e, quindi, la camomilla non c'entra niente!

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.140/1.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.140/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

TOFANI (AN). (Indicando i banchi del centro-sinistra). Restituisci la scheda! (Commenti dai banchi del centro-sinistra).

 

PRESIDENTE. Fate silenzio.

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

303

Senatori votanti

302

Maggioranza

152

Favorevoli

148

Contrari

154

Il Senato non approva. (v. Allegato B).(Commenti dai banchi del centro-sinistra).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Non potete parlare da lì, venite più vicino e fate le vostre segnalazioni al senatore segretario.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.140/2.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.140/2, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

DE ANGELIS (AN). (Rivolgendosi verso i banchi del centro-sinistra). Cosa dici? (Commenti dal centro-sinistra).

 

PRESIDENTE. Poiché le tribune sono piene, voglio sottolineare, anche per chi ci ascolta, che questo tono da stadio è assolutamente inaccettabile. Se si ripete, tolgo la seduta. Le urla no. (Applausi dai Gruppi FI e AN). Il mormorio e le parole ad alta voce disturbano. Le urla sono inammissibili; se le sento ancora sospendo la seduta. (Applausi dai Gruppi FI e AN).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

305

Senatori votanti

304

Maggioranza

153

Favorevoli

150

Contrari

153

Astenuti

1

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.140/3.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.140/3, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

304

Senatori votanti

302

Maggioranza

152

Favorevoli

150

Contrari

152

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.140.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.140, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Senatore Carrara, lì c'è una scheda. (Il senatore Carrara estrae una scheda dal banco alla sua sinistra).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

306

Senatori votanti

304

Maggioranza

153

Favorevoli

170

Contrari

7

Astenuti

127

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. L' emendamento 5.302 si intende assorbito.

Passiamo all'emendamento 5.303 (testo 2).

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, per chiarezza leggo il testo dell'emendamento 5.303 (testo 2): «Il Commissario delegato, qualora le discariche siano situate in Campania e allocate in prossimità di centri abitati ricadenti in altre regioni, adotta ogni provvedimento, sentiti i presidenti delle regioni confinanti».

In questo caso, come avevo sottolineato prima nell'espressione del parere, ritengo di non poter accogliere la parola "intesa" perché, data la complessità della situazione, l'intesa potrebbe rallentare i tempi per la realizzazione di impianti che allungherebbero le emergenze nella Regione Campania. Quindi, credo che potrei accogliere l'emendamento, se il senatore Morra è d'accordo, con le parole: «sentiti i presidenti delle regioni confinanti».

 

TOFANI (AN). Ma sei daccapo, stai tornando indietro.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, io avevo svolto un intervento su tre emendamenti. (Vivaci proteste dai banchi della maggioranza). Non posso parlare?

 

PRESIDENTE. Forse vi sbagliate, ora non stiamo votando. Senatore Matteoli, vada avanti. A proposito del chiarimento dato dal senatore Sodano sull'emendamento 5.303 (testo 2), ha la parola il senatore Matteoli.

 

MATTEOLI (AN). Credevo di non poter parlare. Noi abbiamo votato due precedenti emendamenti partendo dal presupposto che il relatore avesse accettato di modificare il «sentito» in «intesa» in questo emendamento, tanto è vero che lei, Presidente, aveva chiesto perché ritornare ancora su questo argomento.

Ora che si arriva a votare l'emendamento 5.303 (testo 2), praticamente mi si dice che non siamo più d'accordo. Si è estorto un voto al Gruppo di Alleanza Nazionale sul presupposto che venisse accettato «intesa» in questo emendamento e ciò è scorretto sotto tutti i punti di vista. (Applausi dal Gruppo AN).

PIGLIONICA (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PIGLIONICA (Ulivo). Signor Presidente, era stato espresso parere positivo sull'emendamento 5.250, quello che si riferiva al divieto di importazione di rifiuti speciali.

 

PRESIDENTE. Su quel punto è confermata la parola "intesa".

 

PIGLIONICA (Ulivo). Il senatore Matteoli, che ha svolto per cinque anni il delicatissimo compito di Ministro dell'ambiente e che ha dovuto quindi, anche in quella occasione, affrontare grandi emergenze, può immaginare quale complessità si avrebbe se, quando si va vicino ad un confine, ci si deve mettere nelle condizioni di raggiungere l'intesa con l'altra Regione? Si rischierebbe di paralizzare l'azione di un commissario che abbiamo istituito come tale perché avesse possibilità d'intervento un po' fuori dall'ordinario. Non si può trasformare tutto in un elemento di paralisi.

Poi bisognerebbe spiegare perché, fuori dell'emergenza, se si va al confine con un'altra Regione, non la si deve consultare, mentre in condizioni di emergenza la si consulta. È una situazione paradossale.

PISANU (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PISANU (FI). Ancora una volta, signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione del Senato, in particolare dei colleghi della maggioranza, sulla questione or ora risollevata dal collega Matteoli.

Per essere chiari, non siamo di fronte soltanto ad un problema, pur importantissimo, di carattere ecologico: siamo dinanzi ad un delicatissimo problema di sicurezza e di ordine pubblico che non può essere gestito senza una reale partecipazione delle autorità locali e delle popolazioni locali.

Per intenderci, esemplificando, signor Presidente, a noi è accaduto qualche anno addietro che, per aprire ad Acerra il cantiere per il termoconvertitore, abbiamo dovuto mobilitare 1.000 uomini della polizia e contemporaneamente ci siamo trovati col commissario e la polizia da un lato e dall'altro lato gli amministratori comunali di Acerra, la popolazione locale e - in non gradita e certo occasionale compagnia - i camorristi gestori del ciclo dell'immondizia. Il problema è di evitare che situazioni sciagurate come questa abbiano a ripetersi; l'esigenza è di raccordare efficacemente, nella difesa di obiettivi comuni di ordine pubblico e di sviluppo, commissario, autorità locali e popolazioni locali. Questo è il problema reale e non possiamo eluderlo, colleghi, con giochetti di parole. (Applausi dal Gruppo FI).

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, al di là delle riflessioni e delle considerazioni di ordine generale, l'emendamento 5.303 (testo 2) esprime una realtà che già ha avuto modo di manifestarsi, che nasce da un'esigenza reale, che richiama alla complessiva responsabilità istituzionale, perché altrimenti si verifica il paradosso di una scelta necessaria e di un gioco delle parti tra presidenti delle Regioni, com'è accaduto esattamente per l'emendamento cui fa riferimento il senatore Morra: scelte necessitate in Campania, con la Puglia che invece organizza la contestazione perché non vuole la discarica a ridosso del confine con la Regione Puglia.

Questo emendamento serve a determinare una condizione di responsabilità e di corresponsabilità istituzionale e rende la vicenda rifiuti non una vicenda localistica, ma di responsabilità dell'intero sistema.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, noi dobbiamo fare uno sforzo, lo dico soprattutto ai colleghi dei Gruppi dell'opposizione, per evitare di sovrapporre fra loro molte fattispecie. Al senatore Pisanu, se me lo consente, desidero dire che è stata preoccupazione costante, nel corso dell'esame in Commissione, quella di evidenziare tutte le possibili associazioni di corresponsabilità di tutti i livelli istituzionali interessati alle scelte difficili del commissario. Siamo quindi pienamente d'accordo per quanto riguarda questo punto.

Dopodiché, sono nati tre problemi delicati: uno è quello della continuazione dell'arrivo in Campania dei rifiuti speciali da altre Regioni, e lo abbiamo risolto dicendo che il commissario può disporre la sospensione dell'arrivo di questi rifiuti speciali in Campania, salvo che non si faccia un esame supplementare; è nato poi il problema delle discariche che si possono collocare in zona di confine, e qui, per sovrappiù, anche rispetto all'esperienza passata, abbiamo identificato la possibilità di richiedere il parere, non l'intesa, della Regione confinante; poi c'è una materia più delicata che ha toccato anche la 1ª Commissione in sede di esame: quella relativa al trasferimento dei rifiuti dalla Campania ad altre Regioni, e qui abbiamo accettato la riformulazione che prevede l'intesa con la Regione ricevente.

Credo che tutta la materia abbia trovato una sistemazione ormai equilibrata, anche dal punto di vista istituzionale. Mi rendo conto della delicatezza della materia, ma anche della necessità di una operatività in stato di emergenza. Se essa non viene assicurata, è inutile aver nominato il commissario ed è inutile aver designato a tale funzione il Capo del Dipartimento della protezione civile.

SCALERA (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma la prego di stringere i tempi.

SCALERA (Ulivo). Signor Presidente, intervengo esclusivamente per sottolineare come, nell'ambito delle precisazioni del presidente Sodano, venga accettato, da una parte, un principio di coinvolgimento reale degli amministratori e delle istituzioni locali e, dall'altra, la possibilità non di sviluppare intese, ma pareri di merito con le Regioni adiacenti direttamente interessate.

Sottopongo all'Assemblea un ulteriore problema: se stabilissimo un principio di natura ambientale rispetto al quale ogni Regione, non nell'ambito del proprio confine ma della sua realtà regionale, dovesse chiedere alla Regione confinante, piuttosto che un parere, un'intesa di merito su tale materia, probabilmente molte iniziative legate a questo e a molti altri settori finirebbero inevitabilmente per essere condizionate, penalizzate e in qualche caso anche azzerate. Ecco perché, alla luce di questi dati, mi sembra utile e opportuna l'interpretazione del presidente Sodano.

MORRA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma la prego di attenersi all'essenziale.

 

MORRA (FI). Signor Presidente, vorrei solo sottolineare, anche in risposta all'intervento del collega che mi ha preceduto, che questa non è una norma di carattere generale, ma riguarda soltanto la fase emergenziale, cioè una fase gestita con i poteri commissariali.

Mi meraviglio come certe sensibilità non vengano raccolte, specialmente dai banchi della maggioranza, sempre molto attenta a che le emergenze di qualsiasi natura non si scarichino sui deboli. Qui si tratta di esperienza vissuta, quella della Puglia al confine con la Campania che sta sopportando quasi per intero l'emergenza campana. Si tratta, infatti, di un territorio debole, dove è più facile gestire la protesta sociale. (Applausi del senatore Giuliano). È un argomento che proprio la sinistra dovrebbe tenere in forte considerazione. Questa è esperienza vissuta, non è una regola di carattere generale; riguarda solo il periodo emergenziale in cui devono essere salvaguardati gli interessi del territori deboli.

Inoltre, non capisco come per i rifiuti ci si debba rifare all'intesa, trasportandone, appunto, gli effetti alle Regioni confinanti, mentre per quanto riguarda le discariche al confine non si debba tener conto di tali effetti. (Applausi dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Grazie, senatore Morra, quindi lei tiene ferma la sua posizione.

 

MORRA (FI). Per il momento, sì.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Colleghi, io non ho chiesto lo stato dei tempi della discussione, quello che resta e quello che è stato consumato, data la delicatezza, il rilievo e la serietà del dibattito. Tuttavia ve lo voglio segnalare, dando la parola al senatore Matteoli, per invitarvi a una seria autoregolamentazione.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, capisco le preoccupazioni del relatore sulla proposta di inserire le parole «d'intesa» anziché «sentiti» al comma 2-bis del testo del decreto-legge, ma voglio insistere su questo punto, perché, pur scrivendo «d'intesa», è automatico che saranno sentiti i presidenti delle Regioni confinanti. Pertanto, pur non inserendo nel testo il comma riformulato con la parola «sentiti», ci sarà comunque l'obbligo di sentire la Regione confinante. Ma non dobbiamo mettere il presidente della Regione confinante in un rapporto di sudditanza nei confronti del commissario. Con l'intesa - per esseri chiari, visto che si parla della Puglia - si mette almeno il commissario nella condizione di poter intendersi con il presidente Fitto sull'apertura o meno di questa discarica.

 

PIGLIONICA (Ulivo). Il presidente è Vendola, non Fitto!

 

MATTEOLI (AN). Chiedo scusa: con il presidente Vendola. Questa insistenza da parte del relatore mi pare fuori luogo.

RONCHI (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RONCHI (Ulivo). Intervengo per invitare ad un ripensamento sull'espressione "sentiti". A legislazione vigente, ogni Regione è sovrana sul proprio territorio, fino ai confini dello stesso. In deroga a tale precisione, in questo caso, nonostante l'emergenza, si dice che in Campania, quando la Regione utilizza una determinata parte del proprio territorio deve sentire la Regione confinante. Tutto ciò in emergenza, ripeto.

Alcuni colleghi ritengono che si deve raggiungere un'intesa. Potrebbe verificarsi una situazione paradossale: nella Regione Campania, che si trova in una situazione di emergenza, non si possono situare discariche al confine, mentre tutte le altre Regioni, in base all'ordinamento vigente, neanche sentendo le altre Regioni, possono posizionare discariche nelle aree di confine.

Ricordo, inoltre, che la Campania non è la sola Regione a trovarsi in emergenza: vi sono anche la Puglia, la Calabria, il Lazio e la Sicilia. Come minimo, dovremmo pertanto prevedere una norma di paralisi, di zona franca ai confini. Non stiamo insistendo su una questione secondaria. È una questione che spero i colleghi capiscano.

Mi auguro quindi che l'emendamento 5.303 (testo 2) sia ritirato, altrimenti saremo costretti a votare contro e non ci sarà più neanche l'espressione "sentiti".

 

PRESIDENTE. Senatore Morra, mantiene l'emendamento?

MORRA (FI). Signor Presidente, allo stato dell'arte le opinioni le abbiamo espresse. Però, fra il nulla e il tener conto (che equivale, fra l'altro, a porre la questione in Parlamento) del problema delle zone confinanti rispetto all'emergenza rifiuti, quanto emerso mi induce a sperare che la discussione in Aula venga tenuta in considerazione dal commissario Bertolaso.

Con questo auspicio e con la speranza che il problema venga nuovamente affrontato, anche in termini più generali, come affermato dal senatore Ronchi, sono favorevole alla riformulazione proposta e dunque all'espressione "sentiti".

MONGIELLO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MONGIELLO (Ulivo). Signor Presidente, in ragione della nuova formulazione, aggiungo la mia firma all'emendamento 5.303 (testo 3).

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.303 (testo 3), presentato dai senatori Morra e Mongiello.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.304.

 

MORRA (FI). Lo ritiro, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.700/1.

STEFANI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STEFANI (LNP). L'emendamento 5.700/1, che modifica l'emendamento 5.700 (il quale rappresenta già un notevole passo avanti rispetto al testo originario e coinvolge in pieno, come avevamo chiesto, le Regioni), è rafforzativo. Riteniamo infatti che argomenti così importanti, come il trasferimento di residui e di immondizie ad altre Regioni, debbano vedere coinvolti i Consigli regionali e non solamente, come genericamente detto nel passaggio successivo, le Regioni.

Chiedo a tutti una riflessione su questa nostra osservazione e di appoggiare, per tali ragioni, l'emendamento. (Applausi dal Gruppo LNP).

GALLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.700/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

309

Senatori votanti

308

Maggioranza

155

Favorevoli

19

Contrari

279

Astenuti

10

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.700.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

304

Senatori votanti

303

Maggioranza

152

Favorevoli

295

Contrari

1

Astenuti

7

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 5.18, 5.19, 5.20 e 5.21, mentre il quarto capoverso dell'emendamento 5.300 è assorbito.

L'emendamento 5.16 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.220/1.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.220/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

304

Senatori votanti

303

Maggioranza

152

Favorevoli

18

Contrari

274

Astenuti

11

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.220.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.220, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

296

Senatori votanti

294

Maggioranza

148

Favorevoli

286

Contrari

2

Astenuti

6

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.23.

 

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Lo ritiro, signor Presidente,

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.24.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata, dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Indico pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.24, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

300

Senatori votanti

298

Maggioranza

150

Favorevoli

282

Contrari

8

Astenuti

8

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.130.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indico pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.130, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo,

mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

297

Senatori votanti

295

Maggioranza

148

Favorevoli

274

Contrari

15

Astenuti

6

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Dobbiamo ora votare l'emendamento 5.250, che ci fa tornare alla parte che resta ancora in piedi dell'emendamento 5.300 del senatore Libé.

In sostanza, dobbiamo votare la parte che va dalle parole «Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:» in poi. Intende mantenerla, senatore Libé?

LIBE' (UDC). Sì, signor Presidente, la mantengo.

RONCHI (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RONCHI (Ulivo). Signor Presidente, l'emendamento 5.300 dispone che il commissario delegato, con proprio provvedimento, vieti con effetto immediato l'importazione in Campania di rifiuti speciali di ogni di tipo e in ogni parte della Regione. Ora, come è noto, la normativa sui rifiuti speciali è diversa da quella sui rifiuti urbani, perché per i primi non vale il regime dei confini regionali per via dei cicli produttivi e delle imprese coordinate.

Un divieto assoluto di gestire qualsiasi tipo di rifiuto speciale proveniente da altre Regioni potrebbe costituire un serio ostacolo a numerose attività economiche in Campania, attività non solo legate alla gestione dei rifiuti speciali, ma anche attività connesse a questo comparto, svolte da aziende con cicli produttivi integrati e che, quindi, utilizzano scarti di produzione e prodotti di rifiuto derivanti da altri che giungono in Regione Campania.

L'emendamento della Commissione è differente, in quanto consente al commissario delegato la facoltà di verificare e regolare il singolo caso, aggiungendo "d'intesa con le regioni" e accogliendo la proposta Matteoli, non disponendo un divieto assoluto e generalizzato. Quindi, il mio parere è contrario; anzi, invito il presentatore a ritirare l'emendamento e a convergere sull'emendamento 5.250 della Commissione.

STORACE (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (AN). Signor Presidente, vorrei sapere in base a quale articolo del Regolamento lei ha consentito al senatore Ronchi di intervenire, visto che ci accingiamo ad una votazione per parti separate e finora si è detto che in questa fase si vota e basta, senza che vi sia altro. Se ciò vale per il futuro, a me sta benissimo.

PRESIDENTE. Ci siamo già chiariti prima. Senatore Storace, perché non è intervenuto quando ho detto che non avrei rispettato la consumazione dei tempi? Il Presidente, avendo cognizione dello spirito dell'Aula, aiuta a costruire il Regolamento con i fatti ed io questa mattina mi sono già mosso in un'altra direzione. La prego, dunque, di considerare questa mia preoccupazione.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. L'emendamento 5.250 (testo 2) è frutto del lavoro della Commissione, per cui invito il senatore Libé, avendo la possibilità di votare per parti separate, a votare solo questa parte che è qui inclusa e a ritirare l'emendamento 5.300; infatti l'emendamento 5.250 (testo 2), con l'integrazione relativa all'intesa delle Regioni interessate, che va letta perché è all'attenzione, può ricomprenderlo.

LIBE' (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBE' (UDC). Accetto l'invito del relatore e ritiro il quinto capoverso dell'emendamento 5.300, ossia la parte riferita al comma 5-bis.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.250 (testo 2).

D'ALI' (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, solo per avere cognizione del testo, dato che il relatore ha aggiunto una parte che riguarda l'intesa, così come d'accordo dopo la discussione, vorremo conoscere il testo finale completo.

 

PRESIDENTE. Allora, dopo le parole «il Commissario delegato», si aggiungono le parole «d'intesa»; l'impegno dell'intesa va lì. Chiaro?

 

D'ALI' (FI). D'intesa con le Regioni interessate? Altrimenti, aggiungere solo «d'intesa con la Regione» può sembrare solo con la Regione Campania.

 

PRESIDENTE. La Commissione accetta.

GALLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.250 (testo 2), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

291

Senatori votanti

290

Maggioranza

146

Favorevoli

271

Contrari

11

Astenuti

8

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. L'emendamento 5.26 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.260.

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Presidente, vorrei proporre al relatore una mia valutazione.

Stiamo ragionando di una situazione emergenziale per conferire determinati poteri ad un commissario e poi si presenta, da parte della Commissione, un emendamento che, in relazione al piano cave e alla vicenda dei rifiuti, mette il commissario stesso nella condizione di diventare una sorta di soggetto che fa assistenza tecnica alla Regione Campania, perché propone le modifiche del piano cave. Il commissario dispone le modifiche del piano cave, non le propone al presidente della Regione; non possiamo determinare una condizione tale per cui nella Regione Campania c'è il commissariamento dei rifiuti e la Regione vuole continuare a gestire alcuni ambiti e alcuni settori.

Allora, si assuma la responsabilità complessiva il presidente della Regione e faccia anche il commissario straordinario di Governo per i rifiuti; altrimenti, prenda atto del fallimento complessivo e metta il commissario nelle condizioni di procedere rispetto alle omissioni della Regione anche per il piano cave.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Presidente, il tema delle cave è stato discusso in Commissione. Infatti, in molte delle realtà dove sono stati costruiti o sono previsti impianti per lo stoccaggio o lo smaltimento dei rifiuti, o comunque collegati al ciclo dei rifiuti, sono presenti o preesistenti attività estrattive. Quindi, siccome chi oggi ha poteri straordinari per aprire nuove discariche o nuovi siti di stoccaggio, o per impedire che ciò avvenga a ridosso di aree già penalizzate dalla presenza di attività estrattive, non è anche competente per le cave, poiché lo sono le Regioni, occorre consentire di intervenire presso la Regione affinché modifichi il piano.

La proposta che facciamo è che nella norma si prevede che si interviene sulla Regione perché questa modifichi il piano; altrimenti, avremmo un commissario straordinario che può addirittura arrivare a rifare il piano cave. Ora, poiché il piano cave nella Regione Campania è stato fatto da un commissario (ciò per avere un quadro della situazione abbastanza complessa e disastrosa in cui operiamo), pensiamo che con l'emendamento 5.260 si intervenga per introdurre un elemento di tutela per quei territori che sono già penalizzati dalla presenza di attività estrattive, per poterne limitare comunque l'attività.

In alcuni casi, di cui abbiamo discusso a lungo stamattina ed anche ieri, come quelli di Tufino e Ariano, sono a ridosso di cave che hanno divorato intere montagne. In quei casi è una forma di tutela; ritengo che oltre non possiamo andare. Non possiamo dire che il commissario dispone la revisione del piano cave, altrimenti dovremmo attribuirgli nell'articolo 1 anche poteri per quanto riguarda le attività estrattive e la gestione del territorio, che sono di competenza della Regione Campania. Credo che possiamo fermarci qui.

 

PRESIDENTE. Senatore Viespoli, è d'accordo?

VIESPOLI (AN). Capisco e comprendo lo spirito che anima la Commissione, ma ho fatto emergere una contraddizione: il fatto che ci sia qualcuno che continua a fare il commissario per le cave e non vuole fare il commissario per i rifiuti, mentre quest'ultimo ha difficoltà operative e deve interfacciarsi con chi resta a fare il detentore del potere in relazione alle cave, rallenta il processo di tutela e di operatività.

Allora, troviamo un meccanismo che recuperi meglio lo spirito. Comprendo perfettamente quello che dice il relatore, ma credo che il relatore stesso capisca anche che non ho posto un problema in maniera del tutto velleitaria, ma una questione politica ed operativa importante e significativa. Troviamo un modo: diciamo «dispone d'intesa» o «determina d'intesa». Non è possibile però che di fatto ci sia un blocco da parte di chi ha assunto una posizione di deresponsabilizzazione rispetto alla vicenda rifiuti; un potere di blocco e di veto che determina una condizione di premialità per chi si è rifugiato nelle cave ed è sfuggito ai cumuli di rifiuti.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, sull'emendamento, nella prima formulazione, avevamo già avuto un parere condizionato della 5a Commissione. Credo quindi che la riformulazione accolga anche lo spirito del senatore Viespoli; non penso che possiamo procedere ad ulteriori modifiche, soprattutto in questa fase.

Sono quindi favorevole a votare l'emendamento 5.260 nell'attuale formulazione.

D'ALI' (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, svolgo un brevissimo approfondimento e avanzo un suggerimento.

Le argomentazioni del senatore Viespoli sono assolutamente opportune. A me pare che l'emendamento 5.260, tra l'altro, si presti anche ad un'evasione della normativa ordinaria sulle cave, attraverso la possibilità di una modifica a regime. Credo pertanto che si potrebbe trovare una soluzione, accogliendo la proposta del senatore Viespoli («dispone, di concerto con il presidente della Regione Campania») e aggiungendo le parole «e limitatamente al periodo del commissariamento». Questa aggiunta è indispensabile, a mio giudizio, in ogni caso e comunque, qualunque sia la formula che si approvi.

Se dovesse rimanere il testo suggerito dal relatore - sul quale non siamo d'accordo, preferendo la variante Viespoli («dispone, di concerto») - in ogni caso e comunque occorre precisare che le modifiche al piano cave sono limitate all'emergenza. Altrimenti si potrebbe surrettiziamente introdurre una modifica al piano cave della Regione Campania a regime; questo non lo possiamo consentire.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, credo sia già incluso; sono tuttavia disposto ad accettare le parole «limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza». Non posso accettare invece la proposta: «dispone, di concerto con».

Quindi restano le parole «propone al Presidente della Regione Campania», con l'aggiunta delle altre «limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza».

 

PRESIDENTE. Senatore Viespoli, il relatore accoglie soltanto l'aggiunta delle parole «limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza».

Procediamo dunque alla votazione dell' emendamento 5.260 (testo 2).

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.260 (testo 2), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Colleghi vi invito ad affrettarvi ai posti e possibilmente a sedervi. Tutti seduti!

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

303

Senatori votanti

302

Maggioranza

152

Favorevoli

176

Contrari

126

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.100/1.

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, credo che siamo arrivati al punto fondamentale della discussione. Abbiamo giustamente analizzato, con approfondimenti utili, i poteri del commissario e i suoi raccordi con le istituzioni sul territorio, ma dobbiamo arrivare al punto delle risorse che mettiamo a sua disposizione.

È ben noto come esse siano condizionate da momenti purtroppo stabilizzati nel corso dei precedenti commissariamenti, uno dei quali è certamente l'assunzione, nei primi mesi dell'anno 2001, di ben 2.314 LSU a tempo indeterminato, assunzione che fa gravare sui conti della gestione commissariale importi per circa 55 milioni di euro annui.

Allora, se il decreto non dota adeguatamente la gestione commissariale di risorse, insieme ai poteri di massima e pubblica sicurezza che stiamo dando al commissario straordinario dovremmo dargli anche quello di recarsi al Poligrafico dello Stato per battere moneta. Non vedo come potrebbe fare altrimenti il commissario straordinario.

Intanto, censuriamo in maniera precisa il fatto che il Governo non abbia fatto un conto previsionale, nel momento in cui ha proposto il decreto. (Applausi del senatore Amato). Un Governo dovrebbe essere in grado di quantificare le esigenze di spesa di un commissariamento straordinario, anche sulla base di un'esperienza maturata nell'arco di un decennio ed oltre. Questa è la prima censura che muoviamo: allora, non avendo una relazione tecnica del Governo su tale previsione di spesa, non possiamo consentire che la copertura del decreto sia indeterminata nella sostanza e soprattutto nelle fonti, perché il rischio vero di questo decreto, così come articolato, è che le fonti di finanziamento della gestione commissariale ancora una volta ricadano sulla popolazione campana attraverso determinati meccanismi.

Intanto, abbiamo ottenuto nella riformulazione della Commissione un'identificazione giuridicamente di sicuro molto più consona alla realtà del nostro ordinamento fiscale di quanto non prevedesse il Governo o non avesse previsto la Commissione in prima battuta; abbiamo cioè eliminato quella dizione assolutamente atipica della tassa di smaltimento della Regione campana: una tassa che non esiste nell'ordinamento e che se fosse stata mantenuta nel testo poteva anche suscitare la fantasia fiscale di questo Governo come nuova forma di imposizione, e sappiamo quanto pericolosa sia la fantasia fiscale di questo Governo in tema di vecchie e nuove tasse.

Intanto, abbiamo ottenuto un riferimento alla TARSU, ma non basta, perché sappiamo che quello della TARSU è pur sempre un meccanismo variabile. Quindi nel nuovo testo dell'emendamento della Commissione occorrerebbe intanto che si chiarisse che la TARSU non subisce e non può subire, per opera della gestione commissariale e neanche nel periodo della gestione commissariale, variazioni in aumento.

Diversamente, se abbiamo risolto il problema formale dell'inquadramento di una fonte fiscale esistente, non abbiamo risolto il problema sostanziale della possibilità di aumento a danno dei cittadini campani di quella imposta. Quindi, intanto questo sarebbe assolutamente indispensabile. In secondo luogo, sarebbe molto meglio evitare il riferimento a qualsiasi forma di imposizione che - ripeto - lascia libera la possibilità dell'aumento delle stesse imposte, con un riferimento preciso all'individuazione da parte del Governo di una somma congrua.

Sappiamo bene che anche gli 80 milioni di euro che proponiamo non saranno sufficienti per l'intero periodo di attività, ma sappiamo bene che già per effetto dei meccanismi esistenti, il commissario può utilizzare i proventi TARSU dei Comuni che non provvedono direttamente al servizio e possono quindi riversare nella gestione commissariale le somme destinate a quel servizio. Ma c'è di più. Nella formulazione della Commissione i 20 milioni del 2006, che teoricamente potrebbero essere sufficienti a coprire questo mese e mezzo di periodo commissariale del 2006, sono per spese in conto capitale, mentre abbiamo un carico di spese correnti di 55 milioni l'anno, relativi agli LSU assunti nei primi mesi del 2001, guarda caso prima delle elezioni politiche, dal commissario Bassolino.

Allora, questo carico deve essere assolto, a meno di non creare problemi, come si diceva poco fa, all'ordine e alla sicurezza pubblica in Campania. Quindi, i 20 milioni che la Commissione, su suggerimento del Governo (anche lì ho fatto le mie eccezioni procedurali ad inizio di seduta), ha inserito nel nuovo testo della Commissione, non sono assolutamente disponibili per spese correnti e quindi metteranno il commissario straordinario nelle condizioni di non poter pagare gli stipendi del personale a suo tempo assunto dalla precedente gestione commissariale. In più, avendo indicato solamente 20 milioni per il 2006, si rimane alla mercé della prossima legge finanziaria o di qualsiasi altro eventuale provvedimento ancor più tardivo, e quindi ancor peggio più tardivo, per determinare le risorse per il 2007.

Non ci siamo. Dichiaro dunque sin d'ora che, con riferimento all'emendamento della Commissione, chiederemo fermamente che sia specificato che non vi sia possibilità di aumento della TARSU, che già grava sui cittadini campani; dopodiché, dichiaro che, se dovesse passare l'emendamento della Commissione, sarà indispensabile approvare l'emendamento 5.0.1, che prevede un meccanismo di cartolarizzazione delle risorse dei Comuni attraverso i contributi erariali erogati dal Ministero dell'interno, in maniera tale che il commissario abbia certezza di fondi per la gestione commissariale.

L'emendamento 5.0.1, puntualmente - gliene devo dare atto - predisposto del relatore, ha trovato il parere contrario della 5a Commissione per un motivo assai dubbio, quale il Patto di stabilità, quando in ogni legge finanziaria, con riferimento a tale detto, abbiamo sempre, come Parlamento, autorizzato la deroga al Patto di stabilità medesimo per gli effetti delle spese dei Comuni in ordine alle gestioni commissariali. Quindi, è sì una deroga al Patto di stabilità, ma è nella prassi del Parlamento. Credo si tratti di una deroga assolutamente condivisibile dal Governo e quindi anche dalla Commissione bilancio.

Presidente, ho inteso fare un quadro complessivo delle esigenze, a mio giudizio, vere e concrete del provvedimento e ho dunque riassunto la mia opinione su più di un emendamento. Chiedo scusa se mi sono dilungato, ma o è una discussione che collega i vari aspetti o non ha significato.

Pertanto, ribadiamo il voto favorevole sull'emendamento 5.100/1. (Applausi dai Gruppi FI e AN).

CASTELLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo l'intervento del senatore D'Alì possiamo ricordare il motivo per cui la Lega si è sempre opposta a questo tipo di decreti, anche quando faceva parte della maggioranza e del Governo. Ricordo che sia in Consiglio dei ministri che in Parlamento la Lega si è sempre pronunciata contro questi interventi da parte dello Stato per due motivi sostanziali.

Il primo riguarda una questione di giustizia nei confronti di tutti i cittadini italiani. Voglio ricordare che tutte le Regioni italiane hanno risolto la questione, affrontando anche problemi gravi, riuscendo oggi, a regime, a smaltire i propri rifiuti, come è giusto che sia. I cittadini di tutte le Regioni pagano questo servizio anche in modo pesante: ricordo che per tutti i Comuni, soprattutto per quelli piccoli, la voce più importante è ormai proprio quella relativa allo smaltimento dei rifiuti.

Ebbene, il Governo - anche ai tempi della Casa delle Libertà - è intervenuto in Campania erogando somme a favore della risoluzione del problema e, quindi, commettendo un'ingiustizia nei confronti dei cittadini delle altre Regioni. Infatti, non si capisce il motivo per cui i cittadini di tutte le altre Regioni italiane debbano pagare lo smaltimento dei rifiuti mentre soltanto quelli campani si vedono erogare tale somma dallo Stato.

In secondo luogo, credo si sia commesso un errore politico assai grave. Infatti, abbiamo fatto sì che il vero responsabile di questa emergenza - che ha un nome ed un cognome, cioè il governatore Bassolino - potesse ribaltare le proprie responsabilità sul Governo. (Applausi dal Gruppo LNP). È del tutto evidente che ai cittadini campani, in maniera surrettizia ma anche necessaria, il governatore Bassolino dirà che il problema è del commissario e del Governo nazionale che non sono stati capaci di risolvere la questione. Abbiamo fatto, quindi, un grandissimo regalo al governatore Bassolino. Si tratta di un dato di fatto su cui abbiamo posto le basi della nostra contrarietà.

Tale contrarietà permane anche oggi, anche se nel decreto-legge in esame era stato compiuto un passo in avanti estremamente interessante. Devo dare atto al Governo Prodi, che ha combinato tantissimi disastri, che in questo caso ha compiuto un passo in avanti molto importante: ha predisposto un decreto-legge a costo zero per il Governo, ponendo le basi della responsabilità nei governatori. Non è vero, infatti, che tutti i cittadini campani sono incolpevoli: hanno la responsabilità di avere votato la Giunta di sinistra governata da Bassolino! (Applausi dai Gruppi LNP e FI). Quindi, non è vero che sono incolpevoli: una parte è sicuramente incolpevole, ma un'altra ha una grave colpa.

Pertanto, secondo un principio di responsabilità, gli stessi cittadini erano giustamente chiamati a risolvere il problema anche dal punto di vista economico. Ciò rappresentava un passo avanti molto importante, anche sulla via del federalismo fiscale, che avevamo visto con grande favore. Adesso, però, sta intervenendo il Parlamento per tornare indietro, concedendo ancora una volta l'aiuto dello Stato.

Vorremmo realmente che gli amici della Casa delle Libertà meditassero sul punto. La proposta di erogare somme da parte dello Stato rappresenta un grandissimo passo indietro rispetto alla ratio del provvedimento in esame, che affronta questioni per noi non condivisibili, ma anche una fattispecie che sicuramente condividiamo. Mi riferisco al fatto che, forse per la prima volta nella storia della Repubblica, viene stabilito il principio della responsabilità dei cittadini delle Regioni: se Bassolino ha funzionato male, la prossima volta i cittadini esprimeranno un voto diverso; se, invece, continueranno a votare una giunta di sinistra, dovranno pagarne le conseguenze.

Noi andiamo ad alleviare questo stato di fatto e credo che ciò sia assolutamente non condivisibile. La mia dichiarazione di voto vale anche in riferimento all'emendamento 5.100 (testo 3), presentato dalla Commissione. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

PRESIDENTE. Vorrei precisare che il senatore Castelli appartiene a uno dei Gruppi che ha ancora tempo a disposizione per svolgere interventi. Non è così per altri Gruppi, quindi il mio invito a svolgere interventi brevi resta sempre in piedi.

RONCHI (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RONCHI (Ulivo). Signor Presidente, l'effetto dell'emendamento 5.100/1, presentato dal senatore D'Alì e da altri senatori, è a mio parere abbastanza indefinibile, perché prevede una copertura operando una riduzione nella tabella C della legge finanziaria, che fa riferimento a risorse non disponibili e ovviamente, trattandosi del disegno di legge finanziaria, ancora da approvare. Capisco la necessità di mettere una bandiera, però qui non c'è un'effettiva copertura e quindi non c'è alcuna disponibilità aggiuntiva.

Il testo che stiamo approvando ha cercato invece di affrontare un problema che riguarda certamente la Campania ma che è di portata generale - la ragione per cui si ricorre a un commissariamento - e abbiamo risolto la questione della tariffa regionale, come emerso dal dibattito, precisando la destinazione della TARSU. Credo che non si possa bloccare la TARSU per legge, perché tale tassa riflette determinati criteri fissati per legge e quindi quella è. Sono state individuate risorse aggiuntive a supporto della raccolta differenziata con i contributi del CONAI.

Anche qui non si tratta di un atto non dovuto perché il CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) è tenuto a raggiungere determinati obiettivi oppure a corrispondere un tributo nel caso non li raggiunga. Inoltre, le risorse della Regione sono state impegnate (forse il collega era un po' distratto). Sono state impegnate le risorse del POR per la gestione dei rifiuti, ovviamente nei limiti delle disponibilità esistenti. Infine, per i due mesi restanti si mobilitano 20 milioni di euro. C'è un ordine del giorno della Commissione, perché siamo in sessione di bilancio e ovviamente vogliamo impegnare il Governo a prevedere nella predisposizione della finanziaria la copertura necessaria al completamento delle misure di emergenza, avendo però già indicato il fondo speciale per la Protezione civile.

Penso quindi che l'emendamento 5.100/1 debba essere respinto, anche perché non avrebbe a mio parere effetti pratici e che invece vada accolto l'emendamento della Commissione 5.100, con la copertura in esso indicata dal Governo, che viene poi integrato dall'ordine del giorno della Commissione.

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, stiamo esaminando un provvedimento molto importante, la discussione del resto lo evidenza. Ritengo che lei abbia scelto saggiamente di permettere anche ai Gruppi che hanno terminato il loro tempo di poter intervenire, proprio perché i temi che affrontiamo sono importanti.

Tuttavia, signor Presidente, il suo invito alla stringatezza deve essere fatto rispettare. Se ci sono Gruppi che hanno terminato il tempo e che hanno esigenza di fare dichiarazioni di voto lei, Presidente, dovrebbe stabilire una durata massima (un minuto o due) per tali interventi. Signor Presidente, in due ore di lavori abbiamo fatto 19 votazioni elettroniche. Credo che si debba fare in modo che il suo invito alla stringatezza venga rispettato. (Applausi dai Gruppi IU-Verdi-Com e Ulivo).

PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Ripamonti. Ho qui la tabella dei tempi di intervento assegnati ai Gruppi, che tengo sott'occhio. Cerco quindi di muovermi avendo riguardo a tale tabella. Comunque, vedrà che anche al momento delle dichiarazioni di voto finali i tempi verranno rispettati.

Del resto, il livello e anche la capacità di risolvere qualche problema in Aula nel dibattito serrato che si è svolto questa mattina non è cosa che ricorra spessissimo nei nostri lavori. C'è stato un dibattito sereno e costruttivo ed alcuni problemi sono stati risolti, comunque ho presente il suo richiamo. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com e FI).

LIBE' (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma cerchi di essere breve perché il tempo si consuma, anche se non è ancora consumato.

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, sarò breve anche se l'UDC ha ancora tempo. Le volevo chiedere se è possibile, perché credo che lo sia, votare a questo punto anche l'emendamento 5.300, per la parte relativa al comma 6 dell'articolo 5.

GALLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.100/1, presentato dal senatore D'Alì e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

(Alcuni senatori della maggioranza indicano ripetutamente alcune postazioni fra i banchi dell'opposizione con schede inserite cui non corrisponderebbero senatori presenti). Per favore, nella fila del senatore Lunardi c'è una sovrabbondanza di schede. ( Vivaci proteste dai Gruppi FI, AN, UDC e LNP).

 

VOCI DAI BANCHI DELL'OPPOSIZIONE. Garraffa non c'è! Garraffa! (Alcuni senatori dell'opposizione indicano ripetutamente alcune postazioni fra i banchi del Gruppo IU-Verdi-Com con schede inserite cui non corrisponderebbero senatori presenti).

 

PRESIDENTE. Controllate anche il banco della senatrice Palermi.

Dichiaro chiusa la votazione.

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

308

Senatori votanti

307

Maggioranza

154

Favorevoli

137

Contrari

168

Astenuti

2

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Senatore Benvenuto, anche lei partecipa! Quando eravamo nel sindacato era uno dei più razionali, nelle piazze la vedovo tranquillo e qui dentro invece partecipa: è un segno di gioventù.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.100 (testo 3).

D'ALI' (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, avevo chiesto al relatore se non intendesse aggiungere, dopo la parola «TARSU», le parole: «per come oggi determinata e senza possibilità di incrementi». Quindi volevo avere una risposta in ordine a ciò.

Il senatore Libé aveva inoltre chiesto se lei non intendesse mettere ai voti la parte finale dell'emendamento 5.300, che nella votazione per parti separate era stato accantonato sino alla discussione del comma 6 dell'articolo 5. Su questo chiedo che anche l'Aula possa essere informata.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la seconda questione, posta dal senatore Libé, cioè l'emendamento 5.300, aspettiamo il voto dell'emendamento 5.100 (testo 3), che propone di sostituire il comma 6 dell'articolo 5. Se quest'ultimo viene approvato non mettiamo in votazione l'emendamento 5.300, altrimenti lo votiamo. La votazione è legata a questo, vi è un fatto di preclusione.

Sulla prima questione chiedo al relatore di dare una precisazione.

SODANO, relatore. Signor Presidente, io credo che non sia accoglibile la sollecitazione del senatore D'Alì, perché noi non possiamo intervenire: la TARSU è la tariffa che applicano i Comuni; con i poteri commissariali interveniamo sulle tasse che i Comuni applicano per la raccolta dei rifiuti nel proprio territorio, ma io credo che non sia giusto, perché così bloccheremmo la attività dei Comuni che, in via teorica, possono anche decidere, attraverso la TARSU, di finanziare una raccolta differenziata molto spinta, che ha un costo in una prima fase più elevato, potendo rientrare nell'anno successivo, dunque non credo che possiamo intervenire su questo.

Siamo nell'ambito delle risorse che i cittadini pagano per il conferimento dei rifiuti e i Comuni pagano per il conferimento dei rifiuti oggi presso il CTR e domani presso le discariche, una tariffa che è applicata sulla base di un calcolo dei costi, non stiamo determinando dei costi aggiuntivi. Le risorse, come spiegava il senatore, Ronchi, ci sono. Del resto, questo decreto interviene per sostituire il prefetto Catenacci, che era stato nominato con un precedente decreto e quindi una parte delle risorse sono già disponibili presso il commissariato, perché è cambiato solo il commissario, da Catenacci a Bertolaso.

Qui troviamo 20 milioni in aggiunta perché c'è una nuova situazione d'emergenza, determinata da quei 5 milioni di tonnellate di rifiuti. Per quelle riteniamo che per due mesi bastino i 20 milioni di euro, con l'ordine del giorno aggiuntivo, che voteremo con impegno sull'anno successivo, visto che siamo in sessione di bilancio, ritengo che il decreto sia coperto, che siano coperti tutti gli investimenti da assumere per uscire dall'emergenza.

LIBE' (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, mi permetta e scusi la mia inesperienza. Vorrei capire perché non è votabile in questo momento il mio emendamento, dal momento che fa riferimento al comma 6 dell'articolo 5, relativo alle tariffe e ai costi dello smaltimento dei rifiuti.

PRESIDENTE. Perché vi è la proposta emendativa 5.100 (testo 3), volta alla sostituzione piena del comma 6. Se il nuovo comma 6 viene bocciato, noi passiamo al voto della sua proposta, vale a dire della parte dell'emendamento 5.300 ancora valida.

TECCE (RC-SE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TECCE (RC-SE). Signor Presidente, in merito al testo della Commissione, in primo luogo esprimo un apprezzamento per il lavoro svolto, perché questo testo riformulato dopo l'osservazione della Commissione bilancio, come ben ribadiva il senatore Sodano, ha permesso di dare certezza di risorse, con l'impegno aggiuntivo di 20 milioni di euro.

 

VIESPOLI (AN). Ma quando mai?

 

TECCE (RC-SE). Tuttavia, sono il primo ad essere consapevole - lo avete detto prima - che la precedente formulazione, l'emendamento 5.0.1, era migliore, perché da una parte evitava il rischio che addirittura fondi dei campani andassero al Ministero e non al commissario e dall'altro sanciva il principio che i Comuni devono fare mutui.

Proprio perché in passato spesso i Comuni sono stati inadempienti, e quindi vi sono dei crediti verso il commissariato sul titolo smaltimento, bene sarebbe stato, come previsto dalla precedente impostazione del relatore, autorizzare i Comuni a contrarre mutui, con un rilievo ovviamente al patto di stabilità.

Pertanto, viste le osservazioni della Commissione bilancio e la riformulazione presentata, la mia proposta è di appoggiare così com'è l'emendamento 5.100 (testo 3), verificando se eventualmente in un ordine del giorno si può recuperare la questione dei mutui.

GALLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.100 (testo 3), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione. (Forte brusìo). Per favore, colleghi, non fate commenti.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

305

Senatori votanti

304

Maggioranza

153

Favorevoli

156

Contrari

102

Astenuti

46

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Risulta pertanto preclusa l'ultima parte dell'emendamento 5.300, e precisamente il sesto capoverso, relativo al comma 6.

Passiamo all'emendamento 5.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

GALLI (LNP). Ne chiediamo la votazione.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, vorrei sapere se la legge è uguale per tutti o se non vale invece per i soliti furbi. L'emendamento 5.0.2 tende a precisare che ai Comuni debitori, quelli che di fatto hanno portato a un esborso di 80 milioni di euro con il precedente decreto-legge del 2005, prendendosi in più anche i soldi della tassa sui cittadini, adesso verrà detto: va bene, facciamo finta di niente.

Noi chiediamo, perché è un principio di uguaglianza per tutti, che chi ha preso questi soldi e ha ricevuto tale regalo dallo Stato, rispetti la legge e, quindi, rispetti il precedente decreto‑legge, predisponendo un piano sicuro, anche se non immediato, di rimborso. Mi sembrerebbe assurdo pensare di proporre ai cittadini delle altre Regioni una situazione differente, per cui ci sono i Comuni amici degli amici del centro-sinistra che tanto non pagano mai e gli altri Comuni onesti chiamati a pagare tutti i giorni.

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

(art. 102-bis Reg.)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.0.2, presentato dal senatore Leoni e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Nel banco dov'è il senatore Marini c'è una scheda disattesa. (Un senatore dal banco segnala la sua presenza). È lei? D'accordo. Chiarito.

 

MALAN, segretario. Nella fila di Rifondazione Comunista ci sono due luci accese, ma un solo senatore.

 

PRESIDENTE. Cercate di stare seduti al posto, altrimenti bisogna individuare tutti.

 

GARRAFFA (Ulivo). Presidente, controlli anche lì!

 

PRESIDENTE. Lo sto facendo. Non urli. Il segretario sta verificando. Al lato del senatore Mantica chi c'è? (Proteste dai banchi dell'opposizione). Non alzate la voce, per favore!

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

307

Senatori votanti

306

Maggioranza

154

Favorevoli

149

Contrari

157

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.0.1, ritirato dal proponente e fatto proprio dal senatore D'Alì, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

D'ALI' (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, nel chiedere, stante il parere contrario della 5a Commissione, al necessario numero di colleghi di sostenere la votazione dell'emendamento 5.0.1, ricordo che esso, inizialmente presentato dal relatore, prevede un procedimento di immediato accredito al commissario di risorse per i Comuni che non sono riusciti a percepire alcuna somma da parte dei cittadini.

I Comuni, in questo caso, si vedono detratto l'importo dal trasferimento erariale e sono così molto più sollecitati, dovendo contrarre dei mutui corrispondenti, ad assolvere ai loro obblighi di riscossione di un'imposta che sappiamo essere evasa quasi al 90 per cento e, quindi, nell'ambito dell'ordinarietà dell'imposta si trovano le risorse.

L'approvazione di questo emendamento, tra l'altro - mi rivolgo alla maggioranza e al Governo - integra perfettamente la previsione fatta in sede di approvazione dell'emendamento suggerito dalla Commissione e sostenuto dal Governo. Quindi è indispensabile per «far cassa» e perché i Comuni vengano responsabilizzati poi nell'attivarsi ad assolvere alla riscossione ordinaria della TARSU.

SODANO, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO, relatore. Signor Presidente, avendolo predisposto insieme agli altri membri della Commissione, ritengo di comprendere lo spirito che ha animato la scrittura di questo testo, ma ritengo altresì che con l'emendamento 5.100 (testo 3) abbiamo risolto il problema della copertura e degli investimenti da assumere per l'emergenza.

Resta scoperto solamente il tema della possibilità dei Comuni di accendere mutui. Tuttavia, stante il parere contrario della Commissione 5ª, ritengo che in questa fase non possiamo che mantenere un voto contrario sull'emendamento, segnalando comunque al Governo il problema che riguarda i Comuni. Probabilmente, anche con l'ordine del giorno, possiamo recuperare una parte di impegno del Governo in tema di discussione sul provvedimento finanziario.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione, precedentemente avanzata dal senatore D'Alì, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo
(art. 102-bis Reg.)

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.0.1, ritirato dal proponente e fatto proprio dal senatore D'Alì.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

306

Senatori votanti

305

Maggioranza

153

Favorevoli

138

Contrari

167

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'ordine del giorno G5.100, che invito il relatore ad illustrare.

SODANO, relatore. Signor Presidente, lo do per illustrato.

 

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi su tale ordine del giorno.

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Mi esprimo a favore di questo ordine del giorno, che riguarda il finanziamento degli anni successivi. Al riguardo devo una precisazione all'Aula, in parte già richiamata dal relatore e mi pare, in un intervento, dall'onorevole Ronchi. La ritengo abbastanza importante.

Questo decreto-legge si incrocia con un altro decreto-legge relativo alle ordinanze che dispongono dell'utilizzazione di risorse finanziarie e si dovrebbe presumere che per tutto il 2006 dovesse essere già coperto finanziariamente dal precedente decreto-legge. Sia chiaro che lo sforzo che noi facciamo è aggiuntivo rispetto a quello che doveva essere ordinariamente previsto dal precedente decreto‑legge e non sarebbe nemmeno giusto non poter mantenere la linea di utilizzazione delle tariffe di smaltimento dei rifiuti percepite in Campania perché quelle sono devolute all'ufficio del commissario delegato, al netto delle somme di ristoro che vanno date ai Comuni nei quali si localizzano gli interventi di raccolta.

È evidente che tutto l'insieme della norma finanziaria, così come è stata costruita, ha un suo equilibrio ed è anche evidente che, per quanto riguarda il 2007, bisognerà assicurare la copertura complessiva delle molteplici attività nelle quali il commissario deve essere impegnato. Questa è la ragione per la quale il Governo accoglie con favore l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G5.100 non verrà posto ai voti.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 6 del decreto-legge, che invito il relatore ad illustrare.

SODANO, relatore. Signor Presidente, do per illustrato l'emendamento 6.1 e ritiro il 6.2.

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a pronunciarsi sull'emendamento 6.1.

 

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il parere è favorevole.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 6.1, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

298

Senatori votanti

297

Maggioranza

149

Favorevoli

289

Contrari

0

Astenuti

8

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 7 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

LIBE' (UDC). Signor Presidente, ritiro l'emendamento 7.20.

PRESIDENTE. Il restante emendamento si intende illustrato.

Invito il rappresentante del Governo a pronunciarsi sull'emendamento 7.2.

 

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Esprimo parere favorevole.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.2.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 7.2, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

293

Senatori votanti

290

Maggioranza

146

Favorevoli

283

Contrari

1

Astenuti

6

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1 del disegno di legge.

 

GALLI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

306

Senatori votanti

305

Maggioranza

153

Favorevoli

173

Contrari

14

Astenuti

118

Il Senato approva. (v. Allegato B).

  

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1069

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'emendamento x1.0.1 (testo 2), da intendersi illustrato, presentato dai senatori Leoni e Stefani, tendente ad inserire un articolo aggiuntivo dopo l'articolo 1 del disegno di legge di conversione.

Lo metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

(Il senatore segretario fa notare una scheda disattesa). C'è una scheda solitaria! (Il senatore Marconi segnala che è la propria). Fa uno sforzo eccessivo a scendere di un gradino, senatore Marconi? Lo faccia!

Proclamo il risultato della votazione mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

308

Senatori votanti

307

Maggioranza

154

Favorevoli

85

Contrari

157

Astenuti

65

Il Senato non approva.

Passiamo alla votazione finale.

La parola naturalmente spetta a tutti i Gruppi. A quelli che hanno già esaurito il tempo concederò un paio di minuti affinché possano esprimere con forza la propria posizione.

 (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, colleghi senatori, il tema della gestione dei rifiuti, o se si vuole essere più precisi del loro smaltimento, si misura nella capacità del Governo di dare risposte immediate e concrete ai problemi del territorio, a maggior ragione quando si parla della Campania, Regione martoriata dall'emergenza che oggi paga gli effetti di un approccio sbagliato, dovuto al facile ricorso dello smaltimento finale in discarica come unica via di gestione.

Al dì la delle legittime osservazioni espresse da numerosi colleghi circa le responsabilità e le colpe dell'attuale condizione, è il momento di guardare oltre.

Siamo in una situazione di emergenza massima. Dobbiamo affrontare il problema dei rifiuti nell'ambito della maxi problematica ambientale laddove va programmata una buona politica per venire a capo della complessità della questione.

È il momento di rispettare ruoli e gerarchie istituzionali affinché la politica, agendo in un'ottica super partes, possa sovrastare gli interessi di pochi ed arginare il fenomeno dell'ecomafia che per troppi anni ha imperversato, mettendo in ginocchio l'intero sistema.

Le misure dettate dal decreto-legge - peraltro lacunoso - e modificate opportunamente in Commissione e in quest'Aula rappresentano solo un punto di partenza nelle more del passaggio ad una gestione ordinaria, auspicio di molti.

Occorre, infatti, sottolineare lo sforzo compiuto in Commissione ambiente, dove, nonostante il duro scontro e l'iniziale disaccordo, come forza politica abbiamo ottenuto le necessarie modifiche migliorative al testo, come quella relativa alla limitazione del commissariamento in Campania, strumento cui ricorriamo da troppi anni.

L'emergenza rifiuti in Campania fu dichiarata nel lontano 1994 ed è ora che di emergenza, dopo questa fase, rientrando nell'ordinario, certamente non si parli più. Non possiamo indugiare ancora nel commissariamento, procedura straordinaria, nata come scorciatoia per la soluzione del problema, al contrario totalmente improduttiva.

Oltre al termine ultimo di rientro nella gestione ordinaria, si è ottenuta l'espunzione della norma che sanciva l'utilizzazione ex lege delle tre discariche individuate dall'articolo 5 del provvedimento. Il sopralluogo effettuato insieme ad altri delegati della Commissione ambiente aveva dimostrato, infatti, che Tufino, così come le altre due discariche, è come un bicchiere colmo d'acqua al quale non si può aggiungere neanche una goccia.

Ben più correttamente, allora, la norma modificata dispone che il commissario deve individuare ed utilizzare per lo smaltimento dei rifiuti siti di stoccaggio e discariche tenendo in debito conto il carico ambientale e i disastri provocati dalle discariche o da altri impianti esistenti in evidente stato di saturazione.

Ora, dobbiamo sostenere serie politiche di intervento per uscire da questo stato critico. Dobbiamo, ad esempio, far capire che i termovalorizzatori ad alta tecnologia e ad impatto ambientale zero sono l'unico rimedio, la risposta razionale alla problematica, nonché una consistente risorsa energetica ed economica. Anche noi, imitando i Paesi più evoluti, dobbiamo intelligentemente trarre energia dai rifiuti, così questi, da fardello dispendioso per i cittadini, diventeranno fonte di risparmio e contemporaneamente avviare quel processo di normalizzazione attraverso l'incentivazione alla raccolta differenziata che da obiettivo elementare, partendo dal singolo cittadino ligio, raggiunga la collettività dando un apporto a tutta la Regione. Viceversa, senza una corretta raccolta diversificata, i cittadini resteranno in ogni caso ostaggio della spazzatura.

Voglio dire che i particolari poteri dati a Bertolaso, con la collaborazione di tutte le istituzioni, rappresentano l'incipit e devono essere considerati solo il mezzo per raggiungere l'obiettivo. L'obiettivo è ripristinare l'ordinario e la regola in Campania.

Da ultimo, lodevole è l'iniziativa di cui all'articolo 2 del decreto che oggi stiamo per convertire, che prevede misure volte ad incrementare la partecipazione e l'informazione dei cittadini che vivono ancora nel caos. Da campano, infatti, mi avvilisce dover constatare che gli stessi cittadini esasperati mentre contestano la riapertura delle discariche e fanno barriere impedendo ai camion carichi di sversare, contraddittoriamente poi danno fiamme agli enormi cumuli di spazzatura senza riflettere sugli innumerevoli danni ambientali e alla salute provocati da simili gesti.

Ecco perché, a nome del Gruppo che rappresento, dichiaro il voto favorevole al provvedimento. È d'uopo più che mai non esitare nella conversione del decreto in oggetto e - delegato dal Capogruppo dell'Italia dei Valori - dichiaro voto favorevole anche per loro. (Applausi dal Gruppo Misto-IdV e del senatore Caprili).

CUTRUFO (DC-PRI-IND-MPA). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CUTRUFO (DC-PRI-IND-MPA). Signor Presidente, ci troviamo nuovamente oggi a dover procedere alla conversione di un decreto che il Governo ha emanato sotto la spinta della necessità e dell'urgenza.

Questa volta, effettivamente, la situazione a cui si cerca di porre rimedio ha i contorni dell'emergenza, ma amaramente constatiamo nuovamente un'emergenza conosciuta e annunciata.

La gravità del problema dei rifiuti si aggiunge come un macigno ai già mille problemi di una Regione martoriata e - purtroppo bisogna anche sottolineare - ormai governata da diversi anni, una quindicina, da amministrazioni di sinistra sia alla Regione che al grande Comune di Napoli che non hanno saputo agire in maniera efficiente ed incisiva.

É cronaca di questi giorni, infatti, un'altra gravissima emergenza che coinvolge il capoluogo campano, ormai terreno di scontro della criminalità organizzata che miete vittime anche tra la popolazione della città. Anche per questa ulteriore situazione il Governo corre ai ripari con provvedimenti di urgenza senza mai mettere in discussione l'operato della sinistra in quei territori - è una situazione un po' paradossale, ma poi parlerò anche delle affermazioni di Bassolino in relazione a queste responsabilità -, senza mai predisporre dei provvedimenti realmente incisivi che comportino riforme strutturali per eliminare le cause di tutto ciò.

Amaramente di nuovo ci troviamo qui a discutere su un provvedimento frettoloso, mal congegnato e mal meditato. Si tratta di un provvedimento che non riesce a dare ossigeno ad una Regione che muore soffocata tra i fumi dei rifiuti, frutto dell'operato di un Governo che non riesce ancora a dare risposte convincenti, a diversi mesi dal suo insediamento. L'inadeguatezza delle istituzioni a far fronte a situazioni come queste è oggi purtroppo evidente. Oggi i cittadini si sentono meno tutelati e più soli.

Napoli, sotto il peso della criminalità, e la Campania tutta sotto quello dei rifiuti, soccombono ignorate dai propri amministratori, colpevoli di politiche scellerate e personalistiche. Il resto dell'Italia, del popolo italiano, assiste indignato, ma noi oggi qui non possiamo rimanere in silenzio, assecondando così coloro che del silenzio e del malcostume hanno fatto una bandiera.

Ecco perché diciamo no ai continui provvedimenti tampone e chiediamo, anzi pretendiamo, interventi incisivi, strutturali, che individuino soluzioni rapide e definite per problematiche oramai croniche e incancrenite. È doveroso che il Governo, il quale si fregia di essere stato eletto dai cittadini, indaghi con accuratezza e severità le cause e i responsabili che hanno condotto la Campania a dover essere commissariata.

I danni all'ambiente, alla salute e ai cittadini sono enormi e richiedono a gran voce giustizia, ma una giustizia vera, che non si risolva in una mera bolla di sapone per offuscare l'opinione pubblica.

Non possiamo più accontentarci del solito scaricabarile tra enti locali e Governo centrale, o tra amministratori ed ex amministratori. Chiediamo che il Governo metta in discussione seriamente e definitivamente l'operato dell'intera classe dirigente e gli stessi esponenti del centro-sinistra, che da decenni operano in Campania, abbandonando i facili proclami e le false promesse. È doveroso che Prodi ammetta che, in quindici anni di centro-sinistra, non solo non sono state messe in campo politiche di sviluppo, ma neanche è stata affrontata una questione elementare e basilare come quella dei rifiuti, portandoci oggi qui a dover fronteggiare un'emergenza che ci scredita anche a livello europeo.

Ci chiediamo poi come sia possibile che Rutelli e Bassolino affermino che la situazione è migliorata, rispetto agli anni delle amministrazioni di Pomicino e Gava. È come se il sindaco Veltroni dicesse - e peraltro mi aspetto che lo faccia - che qui a Roma il traffico o l'impossibilità di imboccare il raccordo anulare siano colpa del duce. È esattamente la stessa affermazione. Anzi, Pomicino e Gava hanno finalmente espresso qualche giudizio sulle amministrazioni che li hanno succeduti, perché non solo niente è migliorato, ma qualcosa è peggiorato e sicuramente quei luoghi sono in mano alla camorra come non mai.

Ancora il popolo italiano non ha potuto udire una sola parola da cui possa desumersi una qualche assunzione di responsabilità e i cittadini campani, costretti a respirare gli odori che esalano dai rifiuti che circondano le loro case e le scuole dei loro figli, non hanno potuto vantare il diritto di guardare sul viso dei responsabili alcuna forma di pentimento.

Sono più di sette anni che l'emergenza rifiuti in Campania è alla ribalta della cronaca: sette anni di fallimento su tutta la linea, nonostante il commissariamento; sette anni di vorticosi giri di denaro, di cui qualcuno ha approfittato, lucrando sulla pelle della gente comune e alimentando la malavita, che oggi impera tra le strade di Napoli come padrona incontrastata del territorio (altro che passato!), di fronte ad uno Stato assente.

Tuttavia, essendo questo provvedimento volto ad affrontare una situazione di emergenza, non esprimeremo su di esso un voto contrario, ma ci asterremo dalla votazione.

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, il Gruppo Insieme con l'Unione Verdi-Comunisti Italiani voterà a favore di questo provvedimento. Il lavoro svolto in Commissione e in quest'Aula ha notevolmente migliorato il testo del decreto-legge.

La situazione è drammatica. Non ritornerò sulla questione di questi tredici anni di commissariamento e non ripeterò - l'ho già fatto ieri, durante la discussione generale - i dati che mostrano la mala gestione di tutti questi anni, che ha fatto aumentare l'emergenza e non l'ha certo diminuita. Ma, con il lavoro di modifica svolto, questo decreto per la prima volta ci dà, forse, la speranza di avviare un lavoro serio - e, ovviamente, rivolgiamo i nostri auguri a Bertolaso - per traghettare definitivamente la Regione Campania fuori da tale situazione di emergenza.

E gli elementi ci sono tutti: innanzi tutto, vorrei ricordare - aspetto non secondario - l'accento posto, con le varie modifiche al decreto, sul coinvolgimento della popolazione e sull'informazione.

È stato giustamente segnalato con forza, ancora una volta, da parte di quest'Aula e della maggioranza, che si deve arrivare a chiudere il commissariamento, il termine per la durata del quale è stato fissato al 31 dicembre 2007.

Sono state date per la prima volta - torno a ripeterlo - indicazioni chiare per incrementare la raccolta differenziata, ponendo nuovamente alcuni obiettivi (non solo ricordando il 35 per cento, ma fissando quello del 50 per cento) e fornendo gli strumenti per istituire commissari ad acta, se i Comuni sono inadempienti.

Si dà, finalmente, un mandato per stilare nuovamente il piano regionale dei rifiuti, che in tutti questi anni di commissariamento non è mai stato modificato; non si è praticamente fatto nulla per la raccolta differenziata: questo è ciò che ha portato alla situazione attuale.

Finalmente, si danno anche indicazioni chiare per chiudere - speriamo una volta per tutte - la vicenda dell'appalto FIBE, con gli impianti vetusti, ed anche - speriamo definitivamente - l'affitto della gestione di quegli stoccaggi: credo, quindi, che il lavoro messo in piedi possa davvero portarci alla fine dell'emergenza.

Sapete bene che nella scorsa legislatura non abbiamo mai votato un decreto - e ne sono stati emanati tanti - sull'emergenza dei rifiuti in Campania: è, quindi, la prima volta che esprimiamo un voto a favore e vogliamo sottolineare con forza che sarà anche l'ultima.

Si tratta di uno sforzo che tutti dobbiamo compiere, perché in questo periodo di tempo davvero gli strumenti ci sono e sono stati conferiti poteri non indifferenti al commissario Bertolaso per traghettare la Regione Campania fuori dall'emergenza. Questo sarà davvero uno dei contributi più grandi che potremo dare alla lotta contro la criminalità, se riusciremo a chiudere l'emergenza e tornare finalmente alla gestione ordinaria; avremo compiuto, così, lo sforzo più grande - con tutti quelli che abbiamo fatto - ed anche un servizio serio alla battaglia per la sicurezza e contro la criminalità nella Regione Campania.

STEFANI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STEFANI (LNP). Signor Presidente, colleghi, ho sentito citare più di una volta in quest'Aula l'incapacità a governare e a risolvere il problema dei rifiuti del presidente Bassolino.

Mi pare che questi l'abbia gestito, invece, in una maniera meravigliosa: è riuscito a scaricare sullo Stato centrale i problemi che doveva risolvere lui e se ne è sfilato, dopo dodici anni di assoluta incapacità a gestirli. Più capace di così, Bassolino, non avrebbe potuto essere! D'altra parte, se pensiamo che nella sua Regione non riesce ancora a far rispettare la legge che impone l'uso del casco ai motociclisti, pensate davvero che possa risolvere il problema dei rifiuti? Mi rifiuto di credere che possa o voglia affrontarlo: e bisogna distinguere tra potere e volere, per vedere e anche capire cosa potrebbe esserci sotto. Credo che sia paradossale.

Ho avuto l'onore di essere eletto al Senato nel 1994: ebbene, in quell'anno si parlava dell'emergenza rifiuti in Campania. E voi lo ricordate. Mi pare che «emergenza», che dovrebbe essere - come dice la parola stessa - una situazione straordinaria, qualcosa di improvviso, non lo è in questo caso. Come i Paesi tropicali hanno la stagione delle grandi piogge, così a Napoli, in Campania abbiamo la stagione delle «scoasse», come diremmo noi in Veneto, la stagione delle immondizie. Infatti potete osservare, anche dalle riprese televisive, che esse sono sempre uguali; non sappiamo a quale anno si riferiscano, però vediamo le strade piene di immondizia.

Oggi il Governo ha deciso che tocca al capo della Protezione civile, al dottor Bertolaso, che sembra abbia minacciato delle probabili - o improbabili, dico io - dimissioni, tentare di risolvere il problema. Gli facciamo i nostri migliori auguri, ma vorremmo dargli qualche piccolo contributo su quanto sta affrontando e dovrà affrontare.

La storia inizia quando la Regione Campania bandisce una gara per la realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti. Alla gara, fra gli altri, partecipano ENEL e Impregilo. L'ENEL viene premiata con un giudizio tecnico di 10 ed un'offerta economica che vale un 7. Invece, Impregilo, che ha un'offerta tecnica di 3 ma una valutazione economica di 8, si vede aggiudicata la gestione degli impianti - questo accade otto anni fa - con una tecnologia obsoleta ma a prezzi stracciati. L'allora presidente della Regione campana, Losco, capisce che qualcosa non va e non se la sente di assegnare ufficialmente la gara. Ci pensa però il suo successore, il governatore Bassolino, ad assegnare alla famiglia Romiti le chiavi della gestione rifiuti in Campania, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

La Campania è stata trasformata da Impregilo in una gigantesca discarica a cielo aperto: dal luglio 2001, infatti, data in cui è entrato in funzione il primo impianto di produzione del presunto combustibile da rifiuti, oltre quattro milioni di «e-balle», le famose ecoballe, pari a oltre 5 milioni di tonnellate di rifiuti, sono stoccate in aree più o meno vicine ai centri abitati. Mi chiedo se qualcuno ha mai fatto una seria indagine sulle proprietà di queste aree, cioè a chi Impregilo paghi elevati contratti di affitto.

Torniamo sull'argomento della Commissione di inchiesta dei rifiuti, che ha lavorato nella scorsa legislatura e ha messo in evidenza e in luce come, tra la composizione del prodotto, degli scarti e dei rifiuti di ingresso non vi sia assolutamente nessuna differenza: sono tutti uguali. Questa, a mio avviso, potrebbe definirsi una truffa. Però, nessuno ne ha parlato. È un silenzio omertoso.

Sarebbe anche interessante sapere se è vero quanto si mormora, che cioè fra le aziende che hanno ricevuto regolarmente, nel corso del 2006, dal commissario il pagamento della fattura, ci sia solamente l'Impregilo o anche altre. Così vedete che, mentre l'Impregilo guadagna, i rifiuti restano in strada e il commissario viene spedito su un'altra trincea.

Tuttavia, il presidente Bassolino si permette di rilasciare interviste a destra e a manca (qualche giorno fa si è presentato alla trasmissione televisiva «Ballarò») assegnando responsabilità completamente sue ad altri. (Applausi dai Gruppi LNP e FI). Io sono abbastanza vecchio, ma non ho ancora l'Alzheimer e non mi dimentico che fino al marzo 2004 è stato lui il commissario sulle cosiddette scoasse, come le chiamiamo nella mia Regione; crede di nascondersi trovando altri capri espiatori.

Credo che il governatore Bassolino farebbe meglio a non cercare foglie di fico e ad assumersi le proprie responsabilità. Se oggi, a tutti i cittadini italiani, di qualsiasi Regione, tocca pagare di tasca propria l'esportazione dei rifiuti campani, è perché in cinque anni, come commissario, Bassolino non è riuscito ad individuare un solo sito per realizzare gli impianti di smaltimento. È riuscito soltanto ad assumere 2.600 lavoratori socialmente utili, che logicamente pesano sul bilancio del commissario. Ripeto: 2.600!

Il dottor Bertolaso, in un'audizione, ha evidenziato che l'emergenza, al netto dei trasferimenti fuori Regione, costa 5 milioni di euro al mese. Ripeto: cinque milioni di euro ogni mese! Secondo il decreto-legge oggi in esame, il dottor Bertolaso dovrebbe ricavare tali risorse dalla tariffa sui rifiuti che si applica nella Regione Campania, vale a dire in un territorio in cui si registra la maggiore evasione di tale tributo, e - io aggiungo - anche di altri! Mi chiedo soprattutto come pensa il Governo di sanare gli oltre 400 milioni di euro di debiti accumulati dalle passate gestioni commissariali, cosa di cui non ho assolutamente sentito parlare in quest'Aula.

Mi chiedo, quindi, se il Governo pensa di poter risolvere in tre mesi quello che non è stato risolto in dodici anni - cioè il caos dei rifiuti in Campania - con il decreto-legge che oggi è al nostro esame e che probabilmente sarà approvato, peraltro con il voto nettamente contrario del Gruppo Lega Nord Padania.

Poche settimane fa il ministro Pecoraro Scanio ci ha raccontato in Aula magnifiche e progressive sorti proprio per la Campania, visto che il termodistruttore di Acerra è pronto a partire e che altri sono in via di costruzione. Mi chiedo come prevedono di far partire progetti che non hanno realizzato in sei anni; non sono riusciti a realizzare neanche un impianto di compostaggio; eppure, il ministro Pecoraro Scanio ci viene a raccontare che pensa di poter prevedere e realizzare in breve tempo tre termodistruttori. Noi ci auguriamo che ciò avvenga, anche perché non riusciamo ad individuare altre soluzioni.

 

PRESIDENTE. Senatore Stefani, è terminato il tempo a sua disposizione. La prego di concludere.

STEFANI (LNP). Sto concludendo, signor Presidente. La prego di concedermi ancora un minuto di tempo.

In quest'Aula è stato bocciato l'emendamento 2.1, presentato dal Gruppo della Lega, volto a promuovere una campagna di informazione per sensibilizzare i cittadini in riferimento alla raccolta differenziata. Faccio presente che le Regioni della Padania, per quanto riguarda la raccolta differenziata, hanno raggiunto quasi il 50 per cento. La normativa europea, che tra breve scadrà, ha imposto un limite minimo del 35 per cento, se non ricordo male. (Commenti del senatore Peterlini). Anche voi del Sud Tirolo? Benissimo.

PRESIDENTE. Senatore Stefani, la prego di concludere il suo intervento.

STEFANI (LNP). Sì, signor Presidente, concludo.

Dunque, quest'Assemblea ha voluto bocciare l'emendamento 2.1 che proponeva una delle strade a minor costo per risolvere questo problema cui, a nostro avviso, con il presente decreto-legge non si darà assolutamente soluzione.

Dichiaro, pertanto, il voto convintamente contrario del Gruppo Lega Nord Padania sul provvedimento in esame. (Applausi dai Gruppi LNP e FI. Congratulazioni).

LIBE' (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBE' (UDC). Signor Presidente, dico subito che l'UDC non è soddisfatta di come questo provvedimento oggi esce dall'Aula. Si tratta di un provvedimento sicuramente migliorato, di un provvedimento - rischio di sembrare contraddittorio - anche necessario, perché chi conosce i problemi di questo settore, che la Campania vive ormai da troppi anni, di emergenza rifiuti, sa che non ci si può fermare e bisogna andare avanti. Però le premesse non sono sicuramente benauguranti.

È una situazione difficile quella della Campania, non solo per quanto riguarda il settore dell'emergenza rifiuti. Però voglio ricordare, come ho fatto in sede di discussione generale, che il problema rifiuti è un elemento determinante, che inquina tutta la vita della Campania, anche per quanto riguarda la cosiddetta emergenza criminalità, la cosiddetta emergenza ordine pubblico.

Voglio sottolineare che il problema non è di Napoli ma di tutta la Campania. Certo, a Napoli è molto più forte, molto più visibile, molto più duro, però è un problema campano in generale. È un problema che riguarda le discariche; che riguarda il trasferimento di rifiuti tossici che arrivano da tutta Italia: lo voglio ricordare da uomo del Nord (non so se l'Emilia-Romagna faccia parte del Nord o del Centro, ogni tanto «ci spostano»); parlo da emiliano: è un problema che riguarda tutti noi, anche molte aziende del Nord che trasferiscono i loro rifiuti tossici in modo illegale in questa Regione.

C'è una necessità, perché in Campania ci guadagnano tutti tranne che i cittadini. I cittadini continuano a pagare e voglio ricordare, come ho già fatto, specialmente tutti quei cittadini onesti - e sono più di quanto pensiamo - che le tasse, forse meno che in altre Regioni del Paese, le pagano e che con questo decreto, che -ripeto - lascia aperti dei margini di discrezionalità, rischiano - speriamo di no - di pagarle ancora.

Ho detto che il problema non è solo di Napoli ma di tutta la Campania. Il commissario Bertolaso, che voglio ancora ringraziare per l'impegno assunto, che in un quadro di incertezza generale non è cosa da poco, quando ha partecipato alle audizioni in Commissione ha subito detto il primo giorno che in dieci giorni avrebbe risolto il problema. Si è avviata una soluzione del problema, ma ci sono ancora tante aree, non solo quella di Napoli (penso alla fascia esterna di Caserta o ad altri Comuni come Benevento e Avellino), dove vediamo che i rifiuti sono ancora per strada. Voglio ricordare - è successo e l'ho già detto - non risolvendo questo problema abbiamo impedito che nel pieno dell'emergenza molti cittadini potessero recarsi a messa e tanti ragazzi andare a scuola. Dunque, è una questione di dignità delle persone.

Dal provvedimento che oggi verrà approvato non derivano per noi certezze, né garanzie. Ci fidiamo di Bertolaso, dobbiamo fidarci di lui e della buona volontà di tutti coloro che vorranno concorrere a risolvere tali problemi.

Circa il problema della tariffa, resto convinto che bisognasse scrivere chiaramente in questo provvedimento che la tariffa dei rifiuti non si può aumentare. Non si può aumentare perché il rischio è che, come accade per le tasse in tutto il Paese, l'elevazione della tariffa la paghino sempre coloro che hanno continuato a pagare senza avere un servizio.

Questo provvedimento non chiarisce tali aspetti e lascia ampi margini di interpretazione. È per questa ragione che non possiamo esserne completamente soddisfatti.

Così come non possiamo essere soddisfatti della parte che riguarda l'individuazione dei siti. Quando si parla di rifiuti (e questo vale spesso in tutto il Paese, specialmente quando ci sono emergenze, perché queste non sono solo quelle fortemente visibili, come quella della Campania, ma ve ne sono in tutto il Paese), quando si tratta di individuare un sito di stoccaggio, i comitati e i cittadini che insorgono si trovano in tutta Italia, dalla Valle d'Aosta fino a Trapani. Dunque, il problema esiste. Allora, cosa accade spesso? Che è più comodo utilizzare quei siti che hanno già dato la disponibilità, quei territori dove i cittadini hanno già pagato, elevarne magari la capacità di accoglimento di rifiuti e caricare ancora e sovraccaricare quei territori. Infatti, non si tratta solo del recepimento di rifiuti che arrivano, vi è un carico di inquinamento che è notevole anche per i trasporti e per tanti altri problemi.

Faccio due esempi: Ariano Irpino e Tufino. Siamo partiti con la prima stesura di questo decreto dove erano indicati chiaramente questi siti; e il fatto che nella seconda stesura, cioè dopo il lavoro svolto in Aula, che apprezzo, non vengano ancora indicati chiaramente, ma per vietare l'utilizzo di questi stessi siti, se permettete ancora oggi mi preoccupa, perché ci troviamo in Campania con dei Comuni che fanno una raccolta differenziata molto spinta che poi si trovano a dover raccogliere nei loro impianti i rifiuti indifferenziati che arrivano da altre aree della Regione. Dunque, è evidente che anche qui, anzi ancora più qui che in altre aree nel Paese, chi è virtuoso non ci guadagna assolutamente nulla.

Durante le nostre audizioni abbiamo ascoltato i presidenti delle Province, i quali hanno sostenuto tutti, indipendentemente della formazione e dal colore, la necessità di provincializzare. Io continuo a sostenere la necessità di corresponsabilizzare gli enti locali nella soluzione di un problema che è stato creato dalla politica - lo dico chiaramente - e dall'incapacità dalla politica di guidare le scelte. Infatti questo, secondo me, i cittadini chiedono ai politici. Molte volte accade che gli uomini politici, anziché guidare il cambiamento, la rinascita del Paese, si accodano a quello che sentono dire in giro, non hanno il coraggio di chi ha fatto le grandi scelte nella storia d'Italia e nella storia d'Europa.

Dunque, io credo che non si debbano fornire alibi alla classe politica locale: è per questo motivo che l'UDC, magari destando anche qualche stupore, prima ha votato astenendosi sull'emendamento che aumentava i poteri al commissario sulla gestione delle cave, perché riteniamo che il presidente di questa Regione debba assumersi totalmente le responsabilità politiche ma anche le responsabilità tecniche nel risolvere un problema. Non può scaricare tutto completamente sulle spalle di Bertolaso e del Parlamento che, come ho già detto, in questa sede, pur non avendo colpe, si è impegnato a collaborare insieme a quell'area del Paese, alla Regione, che non ha collaborato. Ripeto: Bassolino non si è degnato nemmeno di venire in audizione!

Il Parlamento ha lavorato per risolvere un problema del Paese, giustamente, perché noi dobbiamo essere insieme corresponsabili, perché non vogliamo - lo ripeto - e non conviene a nessuno, anche se qualcuno ogni tanto ci pensa, avere un Paese a due velocità, un Paese di serie A e uno di serie B. Conviene a tutti avere un Paese che cresce velocemente, di pari passo, dunque dobbiamo aiutarci.

Voglio ricordare anche al senatore Schifani che la questione della FIBE è stata sollevata fin dall'inizio, anche dal sottoscritto, perché l'anomalia è proprio quella che la FIBE, guarda caso, da quando è stato rescisso il contratto, guadagna molto, molto più di quello che guadagnava prima anche perché tutti i conti le vengono pagati immediatamente e cash.

Dunque ritengo che non si debbano fare polemiche sui lavori socialmente utili non utilizzati, sui mezzi che vengono pagati e spariscono, ma ho ripetuto questi aspetti solo per un motivo: perché voglio chiamare tutti a un atto di corresponsabilità. In Campania sono necessarie delle regole: il Parlamento ci ha messo buona volontà e noi dobbiamo continuare questo lavoro. Non è possibile che qualcuno, anche in questa sede, si accorga dei problemi del Paese solo quando arrivano i provvedimenti da discutere.

 

PRESIDENTE. La prego di concludere, senatore Libé.

 

LIBE' (UDC). Concludo subito, Presidente.

Dicevo che dobbiamo svegliarci e dobbiamo continuare a seguire il Paese, perché dobbiamo da qui guidarlo continuamente.

Proprio per i motivi che ho detto, l'UDC si impegna a mettercela tutta per migliorare la situazione in un area del Paese difficile. Però, proprio per le motivazioni espresse prima, su questo provvedimento ci asterremo. (Applausi dal Gruppo UDC).

MOLINARI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI (Aut). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, riandando al lavoro parlamentare nel corso delle ultime settimane sul tema oggetto del dibattito, ricordo, oltre al gravoso impegno di queste ore in Aula, che la 13a Commissione è stata impegnata sulla materia sia attraverso un sopralluogo in Campania, sia attraverso audizioni, sia attraverso un pesante lavoro di verifica e modifica del testo.

Devo manifestare una notevole perplessità per l'evidente incompiutezza del testo del decreto-legge governativo e soprattutto per le incertezze in tema di copertura finanziaria, come stigmatizzato dalla 5a Commissione nel suo parere, estremamente articolato, del quale la 13a Commissione si è fatta ampiamente carico.

Il quadro generale di queste disposizioni fa riferimento, con tutta evidenza, ad una situazione nella quale l'emergenza è ordinarietà, tanto è vero che la materia è stata ripetutamente oggetto di simili interventi legislativi da anni a questa parte.

Dalle audizioni, in particolare, è emerso uno stato preoccupante di disarticolazione fra le diverse istanze amministrative locali, Comuni, Province e Regione. Tra l'altro, mi pare umiliante per il Senato della Repubblica, che sta intervenendo per conto di tutti e a carico anche della fiscalità generale, per diminuire una situazione locale di disagio, che il presidente della Regione Campania si sottragga a confronti in sede istituzionale. In taluni momenti è parso, in sede di 13a Commissione, ma anche qui in Aula, di trovarsi anche a dover sostituire gli amministratori locali addirittura nel farsi carico di dettagli, quali le specifiche allocazioni delle discariche.

Credo che, se oggi si decide di intervenire ancora una volta in fase di emergenza, occorra anzitutto esprimere apprezzamento per tutte le realtà locali italiane (Regioni, Province e Comuni) che, diversamente, si stanno impegnando a gestire e risolvere in proprio la questione rifiuti, certo con fatica, ma certo altrettanto ivi compresa quella raccolta differenziata che sta dando buoni frutti, ove fortemente spinta dalle amministrazioni locali.

Occorre poi prevedere in Campania azioni molto forti, sia in termini amministrativi (con riferimento alla organizzazione di uffici, alla corretta gestione di gare di appalto, alla decisione circa il destino lavorativo di centinaia di addetti), sia in termini di gestione immediata: quindi, non ci sia chi chiude discariche quando il commissario le apre o le riapre; si accelerino oggi le procedur per la realizzazione di termovalorizzatori; si definisca il nuovo piano rifiuti.

Intorno alla scelta di rinnovare il commissariamento, occorre una sollecita presa di coscienza ed un adeguato impegno politico locale verso il futuro. Tempus fugit: non ritroviamoci fra un anno a rivedere gli stessi temi nelle stesse condizioni, non accontentiamoci di sistemare la questione trovando i fondi per l'immediato, senza contemporaneamente essere capaci di forzare verso una soluzione di sistema.

Poiché riteniamo che il disegno di legge di conversione, così come integrato e corretto in questo tormentato iter senatoriale, possa avviare questo processo, il Gruppo Per le Autonomie esprimerà voto favorevole. (Applausi dal Gruppo Aut).

PIROVANO (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

 

PIROVANO (LNP). Signor Presidente, ho sentito in quest'Aula dissertare sulle competenze dei commissari, dei vecchi commissari, dei nuovi, e forse dei nuovissimi che ancora devono arrivare, ma ci si è dimenticati quanto sta succedendo da dodici anni in spregio ai cittadini campani e in spregio a tutti i cittadini italiani, con particolare riferimento ai cittadini di quelle Regioni che il problema dei rifiuti l'hanno risolto da soli, lavorandoci alcuni minuti al giorno, alcune mezz'ore al giorno.

Mi riferisco a quelle amministrazioni comunali, provinciali e regionali che hanno evitato, in questi dodici anni, di buttare nel cestino della spazzatura non riciclabile un miliardo di euro, ovvero 2.000 miliardi di lire: 2.000 miliardi per risolvere i problemi di una Regione, una sola Regione su tutto il territorio nazionale. Questo è assolutamente ingiustificabile, come è ingiustificabile che la politica non abbia voluto identificare i responsabili.

Il problema della Campania non è un problema dello Stato, ma un problema della Regione Campania. Credo che vi sia un sistema molto semplice per ridimensionare il decreto-legge al nostro esame, signor Presidente, colleghi senatori e colleghi del Governo, perché tale provvedimento deve dire semplicemente una cosa: l'emergenza dei rifiuti campani la deve risolvere la Regione Campania e i fondi necessari non devono più essere succhiati dalle tasche di tutti i cittadini attraverso nuove imposte.

Signor Presidente, è un problema che va risolto là: i rifiuti se li tengano in Campania, se li smaltiscano loro!

Considero la mia una dichiarazione di dissenso integrativo, perché voterò contro la conversione in legge del provvedimento. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

LIOTTA (RC-SE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIOTTA (RC-SE). Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea alla legge di conversione del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263. Avrei voluto svolgere in quest'Aula alcune considerazioni stimolate dal dibattito svoltosi in Commissione e in Aula, tuttavia mi rendo conto che vi è un tempo molto ristretto per la chiusura dei lavori.

Pertanto, signor Presidente, le chiedo l'autorizzazione ad allegare agli atti la dichiarazione di voto del mio partito. (Applausi dal Gruppo RC-SE).

PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza in tal senso.

MUGNAI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MUGNAI (AN). Signor Presidente, Alleanza Nazionale ha affrontato l'esame del provvedimento con grande senso di responsabilità, concretezza di atteggiamento e realismo, nella consapevolezza che sia necessaria comunque una risposta ancora in termini emergenziali, ma parimenti convinta che il problema principale sia politico: il superamento definitivo in Campania della logica dei commissariamenti e non soltanto di questo. Ciò riporta necessariamente a un'amara considerazione circa la politica della gestione del territorio, in particolare ad opera della Regione Campania.

Il nostro è stato un contributo significativo proprio in questa logica, introducendo proposte emendative che hanno determinato innanzitutto una limitazione temporale della fase del commissariamento, perché non si parlasse di un commissariamento senza limiti di tempo. Siamo andati nella direzione di una maggiore responsabilizzazione degli enti locali, ma abbiamo tentato soprattutto di dare una risposta concreta al problema principale che affligge insanabilmente questo provvedimento: l'effettiva mancanza di risorse per il commissario, tali da metterlo in condizioni di poter realmente operare, nel solco di quello che era stato, viceversa, l'atteggiamento ben più fattivo del Governo precedente negli anni 2001-2006.

Lo abbiamo fatto, ma abbiamo dovuto prendere atto in quest'Aula della vostra sostanziale incapacità di risolvere una situazione che è tanto emergenziale da imporre interventi adeguati e concreti, perché dall'emergenza (finalmente, dopo dodici anni) si passi a una fase di normalità.

Il provvedimento al nostro esame (è bene ribadirlo ancora una volta), al di là di quella formale, è privo di una reale copertura. Lo stesso ordine del giorno G1, presentato dal relatore e da altri colleghi di maggioranza, con il quale si invita il Governo a reperire altre risorse oltre quelle modestissime, oltretutto in conto capitale, che dovrebbero garantire non si sa bene cosa, a fronte dell'impegno finanziario del commissariamento verso gli oltre 2.000 lavoratori socialmente utili, ci porta all'amara constatazione che ancora una volta si tenta di scaricare sulle imprese e sui cittadini campani il costo di una drammatica situazione, attraverso il riferimento a un ulteriore e assolutamente indeterminato, impreciso e nebuloso inasprimento fiscale, con un meccanismo di copertura che potremmo definire a copertura eventuale, differita e addirittura a consuntivo.

 

PRESIDENTE. Senatore Mugnai, la prego di contenere il suo intervento entro i cinque minuti: non ne ha dieci. Prego, ha ancora un minuto e mezzo.

 

MUGNAI (AN). È una logica assolutamente inaccettabile, che avrebbe voluto che votassimo contro questo provvedimento. Il nostro senso di responsabilità e l'attenzione vera che Alleanza Nazionale ha per i problemi reali del Mezzogiorno ci porteranno ad esprimere un voto di astensione, legato però ad un auspicio, che è, al tempo stesso, un preciso monito al Governo. Prima di dicembre il Governo trovi fondi adeguati e in questo suo ormai traballante e agonizzante cammino abbia la forza almeno di fornire una risposta concreta ad un'autentica, drammatica emergenza, che riguarda non solo i campani, ma tutti noi.

Se percorrerà questa strada troverà la nostra collaborazione, mentre, se le cose resteranno così come sono, graverà su questo Governo e su questa maggioranza la responsabilità di un altro fallimento, così pesante da seppellirli sotto un cumulo di insipienza ben più alto di quello dei rifiuti che drammaticamente soffocano la Campania.

Per questi motivi il Gruppo di Alleanza Nazionale si asterrà. (Applausi dal Gruppo AN).

NOVI (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le ricordo che lei ha a disposizione cinque minuti.

 

NOVI (FI). Signor Presidente, a me hanno detto che erano dieci.

 

PRESIDENTE. No, con cinque gliene regalo tre.

 

NOVI (FI). Signor Presidente, dobbiamo chiederci cosa stia accadendo in Campania. Perché due giorni di appassionato dibattito sull'emergenza rifiuti, che dura da dodici anni?

Dodici anni fa in Campania, all'improvviso, il fondamentalismo ambientalista impose la chiusura delle discariche, senza aver programmato e pensato di sostituire ad esse un'alternativa, cioè senza essere intervenuto mediante la creazione di quelli che allora venivano definiti inceneritori e che ora vengono chiamati termovalorizzatori.

Ecco perché nasce l'emergenza rifiuti in Campania. Vi è stata una decisione folle, imposta dalla sinistra, che verteva su una contraddizione in termini: chiusura delle discariche senza alcuna alternativa. Si chiudono le discariche e si crea l'emergenza rifiuti, che serve da volano per lo sviluppo di un affare colossale, che è costato allo Stato un miliardo di euro, 2.000 miliardi di lire.

Le discariche furono chiuse perché bisognava impedire alla camorra di fare affari. In realtà, si sono chiuse le discariche, è sorta l'emergenza rifiuti, ma la camorra ha comunque continuato a fatturare profitti stratosferici, per un semplicissimo motivo: la Campania esporta rifiuti solidi urbani, ma fino ad ora ha importato rifiuti altamente tossici. I rifiuti tossici erano importati con concessioni elargite anche dai commissariati di Governo della sinistra, come quello di Bassolino.

Non solo. In Campania si è giunti anche ad attivare i cosiddetti CDR, che avrebbero dovuto produrre combustibile solido dai rifiuti. I CDR non hanno mai funzionato; si è avuta soltanto la produzione delle cosiddette ecoballe, rifiuti pressati e poi stoccati in aree che - guarda caso - spesso o quasi sempre erano di pertinenza del sistema criminale campano. Una parte consistente di questi 2.000 miliardi di vecchie lire, quindi, è finita nelle casse dei sistemi criminali.

In Campania si è arrivati al punto che smaltire una tonnellata di rifiuti costa 140 euro, mentre nel resto d'Italia ne costa 50. In questo dato vi è tutta la contraddizione di questa emergenza.

Per risolvere tale emergenza, finalmente un Governo di centro‑destra avviò i lavori per il termovalorizzatore di Acerra, ma quel Governo in seguito dovette prendere atto che il progetto riguardava un impianto obsoleto, tant'è vero che furono imposte prescrizioni che alla FIBE costarono 40 milioni di euro. Finalmente fu potenziato il NOE, cioè il nucleo dei carabinieri che contrasta il sistema criminale per quanto riguarda l'inquinamento ambientale e si prese atto che bisognava intervenire sulle discariche.

Dopo dodici anni e dopo aver sperperato 2.000 miliardi, con una gestione commissariale affidata ad un manager di indiscusse capacità come il dottor Bertolaso, noi ora riapriamo le discariche tornando al punto di partenza ma avendo bruciato 2.000 miliardi.

Adesso le risorse da dove verranno? Abbiamo evitato oggi il disastro di una sorta di tassa regionale ma, in realtà, le risorse mancano e dovranno essere reperite tra i contribuenti campani. Essi dovranno fare fronte anche agli arretrati accumulati dai Comuni per lo smaltimento di quei rifiuti. Si calcola che ogni cittadino della Campania sarà gravato ogni anno da una tassa sui rifiuti che oscillerà dai 60 ai 70 euro. Quindi, per un famiglia di cinque persone si tratterà di 350 euro, che andranno ad assorbire i cosiddetti vantaggi previsti per i ceti medio bassi. Nell'attuale legge finanziaria del secondo Governo Prodi, semmai questi arriveranno. Questa è la realtà e queste le contraddizioni che dovremo affrontare.

 

PRESIDENTE. Senatore Novi, la invito a concludere.

 

NOVI (FI). Per fortuna, con questo decreto si sta tentando di limitare che gli enti locali rientrino in questo affare. Essi, insieme alle gestioni commissariali periferiche come i consorzi, sono stati una fonte e un vero e proprio verminaio di corruzione.

C'è da augurarsi che qualcosa cambi. Da questo augurio deriva il nostro voto di astensione affinché i due subcommissari Jucci e Alfieri, due ex generali dei carabinieri, riescano a tenere lontani affaristi, camorristi e imbroglioni dall'emergenza rifiuti. (Applausi dal Gruppo FI).

GIULIANO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

 

GIULIANO (FI). Signor Presidente, il mio voto di dissenso non può che essere un voto negativo in quanto il decreto che si sta per approvare non fa che rinnovare un sistema di commissariamento che ha prodotto risultati negativi, contraddistinto da una gestione affaristica, velleitaria, dilettantesca e sicuramente disastrosa per il territorio.

Tale sistema ha creato nell'agro aversano in modo particolare e sul litorale domizio una situazione emergenziale, trasformando quei territori in zone dei veleni, mettendo in ginocchio due settori portanti, quale quello lattiero caseario e quello zootecnico. Questi settori stanno ricevendo danni grandissimi da tale situazione.

Voterò contro il decreto anche perché esso non coinvolge in maniera determinante gli enti locali. E' vero, essi sono in un certo qual modo richiamati alle loro responsabilità ma la loro posizione e la loro facoltà di disporre è sempre limitata e mai determinante ai fini dell'individuazione delle aree di stoccaggio.

Questo sistema che si tenta di rinnovare non offre soluzioni credibili, vere, realistiche sulla scorta di quanto avvenuto in passato anche, e soprattutto, perché da parte della sinistra non vi è stata un'analisi forte e precisa delle responsabilità.

Eppure avevamo come base un documento di grande importanza. Mi riferisco alla relazione della Commissione sul ciclo dei rifiuti e sulle attività criminali connesse, stesa dal presidente onorevole Russo, che ha fornito un quadro della situazione allarmante, in cui sono state scritte a chiare lettere responsabilità individuali e politiche di quella classe che ha innescato tale meccanismo. Ebbene, da parte della maggioranza non vi è stata una sola parola di denuncia, un solo rammarico per la situazione disastrosa che si è venuta a creare. (Applausi del senatore Izzo).

Non solo, occorre anche tener presente che si realizza un ulteriore aggravio della situazione fiscale: un aumento delle tasse, un aumento delle spese, un aumento delle imposte, con fondi che non si sa dove andare a reperire.

Se questa è la situazione, il mio voto non può che essere contrario, richiamandomi anche all'ordine del giorno che non ho potuto presentare, ma che faceva riferimento a questa esigenza per il territorio casertano.

BIONDI (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

 

BIONDI (FI). Signor Presidente, ho ascoltato con ammirazione il senatore Novi, che ha detto quello che abbiamo sentito con una motivazione che mi permetto di dire sarebbe censurabile in Cassazione perché dalle premesse non sono state tratte le logiche e giuridiche conseguenze.

In realtà si tratta - a mio modo di vedere - di un provvedimento molto pericoloso perché costituisce una sanatoria per chi ha le responsabilità e l'attribuzione ad altri di responsabilità che, invece, competono a coloro che avevano, hanno e mi auguro non abbiano più la responsabilità di una vera, seria, amministrazione della cosa pubblica. (Applausi dai Gruppi FI e LNP). Che non è la loro. È la cosa che riguarda la cittadinanza, una cittadinanza degna, che subisce queste cose. Ecco perché non sono d'accordo.

Inoltre, personalmente non amo i commissariamenti perché quando la democrazia subisce un commissariamento si crea un vulnus che colpisce le funzioni pubbliche di rappresentanza. Non posso accettare che si commissari, sia pure per motivi astratti che posso anche capire (come ha espresso il senatore Novi). In pratica, non posso trarre da questa comprensione la giustificazione per un voto positivo. Di conseguenza, dichiaro il voto contrario.

RONCHI (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RONCHI (Ulivo). Signor Presidente, è vero che l'emergenza inizia nel 1994, però quest'ultima fase ha delle cause specifiche e si rischia di non focalizzare il problema se si fa di tutta l'erba un fascio.

Quest'ultima fase di emergenza deriva dal fatto che il ciclo di gestione dei rifiuti della Campania ha avuto un punto di congestione negli impianti di produzione del combustibile derivato da rifiuti: sette impianti che ricevevano rifiuti da tutta la Regione per poi doverli destinare al recupero energetico. Poiché gli inceneritori non sono stati costruiti e quello di Acerra è in ritardo, quei sette impianti si sono ingorgati e tutto il ciclo si è bloccato.

Il presente decreto-legge certo non risolverà il problema della gestione dei rifiuti in Campania. Credo debba limitarsi a favorire il superamento dell'emergenza. Si occupa, infatti, di come risolvere il problema delle 5 milioni di tonnellate di rifiuti che, trovandosi in centri di recupero del CDR, fermano tutto il ciclo di smaltimento dei rifiuti. Questo è un po'il nodo. Per affrontarlo serve una dotazione di discariche adeguate e, soprattutto, serve interrompere i contratti che obbligavano a portare i rifiuti al recupero attraverso la produzione di CDR ben sapendo, da anni, che questo CDR non aveva sbocco perché gli impianti per bruciarlo non c'erano e che quindi si pagava per produrre combustibile derivato dai rifiuti e stoccarlo nella consapevolezza della mancanza di impianti per gestirlo.

Si interrompe questo ciclo e si avvia uno smaltimento di cinque milioni di cosiddette ecoballe. Il problema della copertura è stato parzialmente risolto. Bisognerà affrontarlo nuovamente perché lo smaltimento ha dei costi; costi che non possono essere fatti ricadere sulle tariffe dei cittadini perché questi ultimi hanno già pagato per il conferimento di quel rifiuto trattato.

La seconda carenza del sistema è la raccolta differenziata. La Regione Lombardia, se non avesse il 42 per cento di raccolta differenziata, fra tre mesi sarebbe in emergenza, anche se è dotata di impianti di incenerimento. Fa il 42 per cento di raccolta differenziata e questo consente di non entrare in emergenza. Anche sulla raccolta differenziata questo decreto ha potenziato molto le misure per supportarla e certo poi ci vorrà la collaborazione degli enti locali e l'impegno dei cittadini.

Il terzo fattore - e così concludo - riguarda il completamento degli impianti tecnologici per il recupero energetico. Penso che l'idea di fare due mega inceneritori a distanza di venti chilometri per tutta la Campania era una scelta sbagliata. Se ne sta facendo uno e questo va completato. Bisogna però che anche nelle altre Province il ciclo sia integrato, qui c'è un dibattito, però bisogna che si arrivi ad una decisione non per bruciare tutto - non c'è nessuna Regione, nemmeno in Europa, che brucia tutto -, ma per completare il ciclo di gestione dei rifiuti. Penso che con questo provvedimento si siano poste delle condizioni utili per uscire dalla fase di emergenza.

Abbiamo approvato l'idea di dare una data terminale, la fine del 2007, per la gestione commissariale. Penso che questo sia non solo un impegno politico, ma anche un impegno per consentire effettivamente il superamento di questi snodi nella gestione dei rifiuti in Campania e poter davvero tornare a una gestione ordinaria. (Applausi dal Gruppo Ulivo).

IZZO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Senatore Izzo, può intervenire solo per annuncio di voto. Ne ha facoltà.

 

IZZO (FI). Presidente, dichiaro soltanto il dissenso dal mio Gruppo, per cui voterò contro il provvedimento, facendo mie le motivazioni già espresse dai senatori Giuliano e Biondi.

GALLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

 

GALLI (LNP). Presidente, avevo chiesto anch'io di intervenire e mi era stato detto che era possibile, però sono molto ligio al Regolamento. Intervengo per esprimere il mio voto in dissenso globale, perché stiamo discutendo da tre giorni in quest'Aula di una questione che non dovrebbe esistere. Ci si meraviglia poi che il Paese scivoli in tutte le graduatorie mondiali di qualunque tipo. Stiamo parlando da tre giorni al Senato di rifiuti.

Tutti quelli che hanno fatto gli amministratori - e credo che in quest'Aula siamo in molti - sanno che ogni cittadino produce un chilo di rifiuti al giorno, più o meno. Chi non lo fa, deve trovare un posto fisico per metterlo o un posto per bruciarlo. In Campania non si fa né l'una né l'altra cosa. Per andare al succo della questione, finirà come l'altra volta: i rifiuti arriveranno nelle Regioni padane, dove invece i cittadini accettano le discariche, accettano gli inceneritori e fanno la raccolta differenziata.

Quindi, per concludere, quando si parla di questione settentrionale - parliamo anche di queste cose - questo è l'esempio di come in Italia le cose non funzionano, ma soprattutto di come si continuano a non farle funzionare, invece che intervenire penalmente contro chi non fa il proprio dovere.

Infine, signor Presidente, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico. (Applausi dal Gruppo LNP).

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

  

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Con l'intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare i coordinamenti che si rendessero necessari, indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

300

Senatori votanti

299

Maggioranza

150

Favorevoli

158

Contrari

29

Astenuti

112

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Do atto alla senatrice Alberti Casellati che per errore ha votato a favore anziché astenersi.

 

 

 

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (1069)

(V. nuovo titolo)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (1069) (Nuovo titolo)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

Art. 1.

Approvato con modificazioni al testo del decreto-legge

    1. È convertito in legge il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.

    2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 5.

(Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche)

        1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, salvi ed impregiudicati gli eventuali provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria prima della data di entrata in vigore del presente decreto, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione, sono utilizzate e messe in sicurezza le discariche di «Paenzano 2» nel comune di Tufino, di «Riconta» nel comune di Villaricca e «Difesa grande» nel comune di Ariano Irpino. Sono altresì utilizzate quelle già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato – prefetto di Napoli, nonché le ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l’attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. La messa in sicurezza delle predette discariche è comunque assicurata in conformità alla normativa vigente.

        2. Il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti conseguenziali per la messa in sicurezza, nonché, d’intesa con il Commissario delegato per la bonifica e le tutela delle acque nella regione Campania, alla bonifica dei territori interessati.

        3. Il Commissario delegato può disporre, sentiti i Presidenti delle regioni interessate, il trasferimento fuori regione di una parte dei rifiuti prodotti.

        4. Al fine di assicurare il compiuto monitoraggio delle attività da porre in essere ai sensi del presente decreto e per garantire adeguati livelli di salubrità dell’ambiente a tutela delle collettività locali, il Commissario delegato si avvale dei soggetti istituzionalmente deputati alle attività di controllo e verifica in materia igienico-sanitaria, definendo, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con le comunità locali tutte le necessarie iniziative per garantire piena informazione, partecipazione e trasparenza alle attività poste in essere.

        5. Il Commissario delegato assicura il ciclo di smaltimento dei rifiuti sostituendosi ai sindaci ed ai Presidenti delle province della regione Campania per l’esercizio delle competenze di cui agli articoli 50 e 54 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, nonché, avvalendosi dei prefetti della regione Campania territorialmente competenti, per l’esercizio dei poteri in materia di ordine e sicurezza pubblica di cui al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.

        6. Gli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto gravano sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti della regione Campania.

EMENDAMENTI

5.1

CORONELLA

Precluso dalla reiezione dell'em. 1.13. Cfr. seduta 68

Sostituire l’articolo 5, con il seguente:

«Art. 5.

(Bonifica, messa in sicurezza e apertura discariche)

        1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri è nominato commissario straordinario per le bonifiche e la tutela delle acque per la regione Campania in sostituzione dell’attuale Commissario.

        2. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Commissario di cui al comma 1 procede alla predisposizione ed approvazione di un piano di bonifica e riqualificazione ambientale dei siti delle discariche dismesse, anche avvalendosi della Commissione di cui all’articolo 1, comma 3-bis, del presente decreto. Nei successivi sessanta giorni, il Commissario, con procedura di somma urgenza, realizza i necessari interventi per garantire i livelli di salubrità dell’ambiente a tutela delle comunità locali».

5.2 (testo 2)

LA COMMISSIONE

Approvato

Sostituire il comma 1, con il seguente:

        «1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento e raccolta dei rifiuti solidi urbani, che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione, sono utilizzate e messe in sicurezza le discariche già autorizzate o realizzate dal Commissario delegato-prefetto di Napoli, nonché le ulteriori discariche che il Commissario delegato può individuare per l’attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. Nell’individuazione delle aree da destinare a siti di stoccaggio o discariche, il Commissario delegato dovrà tenere conto del carico e degli impatti ambientali gravanti sulle aree su cui già insistono discariche, siti di stoccaggio o altri impianti in evidente stato di saturazione. A tal fine il Commissario delegato, nel disporre l’apertura di nuovi impianti, valuta prioritariamente la possibilità di individuare siti ubicati in aree diverse da quelle di cui al periodo precedente. La messa in sicurezza delle predette discariche è comunque assicurata in conformità alla normativa vigente».

5.300

LIBÉ, IZZO

Primi due capoversi preclusi dall'approvazione dell'em. 5.2(testo 2); terzo cpv. precluso dall'approvazione dell'em. 5.120; quarto cpv. assorbito. Cfr. em. 5.700; quinto cpv. ritirato; sesto cpv. precluso dall'approvazione dell'em. 5.100 (testo 3)

Al comma 1, sostituire le parole da: «e messe in sicurezza» fino a: «utilizzate quelle» con le parole: «le discariche».

        Sostituire le parole: «può individuare» con la seguente: «individua».

        Al comma 2 sopprimere le parole: «anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili».

        Al comma 3 sostituire la parola: «sentiti» con le seguenti: «d’intesa con».

        Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

        «5-bis. Il Commissario delegato con proprio provvedimento vieta con effetto immediato l’importazione nella regione Campania di rifiuti speciali. Al fine di garantire l’osservanza del provvedimento, il Commissario delegato si avvale della collaborazione dei prefetti della regione Campania e delle forze dell’ordine».

        Al comma 6 sostituire le parole da: «sulla tariffa» fino a: «dei rifiuti» con le seguenti: «sul bilancio».

5.4

MORRA

Precluso

Al comma 1, le parole da: «e messe in sicurezza le discariche» fino alla fine del periodo sono sostituite dalle seguenti: «le discariche che il Commissario delegato individua per l’attuazione degli obiettivi fissati dal presente decreto».

5.7

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Ritirato

Al comma 1, secondo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «previa valutazione sanitaria ed ambientale».

5.8

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

V. testo 2

Al comma 1, ultimo periodo, aggiungere, in fine le seguenti parole: «assicurando comunque, con particolare riferimento alle misure di cui al presente articolo, il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e degli enti locali nelle attività di cui al presente articolo».

5.8 (testo 2)

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Approvato

All'emendamento 5.2 (testo 2), aggiungere, in fine le seguenti parole: «assicurando comunque, con particolare riferimento alle misure di cui al presente articolo, il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e degli enti locali nelle attività di cui al presente articolo».

5.9

VIESPOLI, CORONELLA

Ritirato

Al comma 1, aggiungere in fine le seguenti parole: «, per un periodo limitato di tre mesi e per una quantità di rifiuti pari a 300 mila metri cubi di rifiuti».

5.11

VIESPOLI, CORONELLA

Ritirato

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. La gestione della discarica "Difesa grande" è esclusivamente e direttamente affidata al comune di Ariano Irpino».

5.10

LEONI, STEFANI

Respinto

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. Per garantire la concreta e sollecita attuazione delle determinazioni del Commissario delegato, in materia di utilizzazione delle discariche di cui al comma 1, di eventuali siti di stoccaggio temporaneo dei rifiuti o di impianti di termovalorizzazione, anche ai fini della realizzazione delle opere occorrenti, i prefetti della regione Campania territorialmente competenti assicurano ogni collaborazione ed intervento di propria competenza in termini di somma urgenza e provvedono ad attivare tempestivamente l’intervento delle forze dell’ordine contro quegli eventi o quelle iniziative atte ad ostacolare la compiuta realizzazione delle determinazioni assunte dal Commissario delegato».

5.120/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’emendamento 5.120, al comma 2, sopprimere le parole da: «nei limiti delle dotazioni finanziarie» fino alla fine del comma.

5.120/2

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’emendamento 5.120, al comma 2, sopprimere le parole: «nei limiti delle dotazioni finanziarie del settore Gestione rifiuti del Programma stesso».

5.120

LA COMMISSIONE

Approvato

Sostituire il comma 2 con il seguente:

        «2. Il Commissario delegato dispone, con procedure di somma urgenza, i necessari interventi di sistemazione delle discariche e delle relative infrastrutture, anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili, e provvede altresì agli atti conseguenziali per la messa in sicurezza, nonché alla bonifica dei territori interessati d’intesa con il Commissario delegato per la bonifica e la tutela delle acque nella regione Campania, che vi provvede a valere sulle risorse rese disponibili dal Programma operativo regionale per il finanziamento degli interventi strutturali comunitari nella regione Campania, nei limiti delle dotazioni finanziarie del settore Gestione rifiuti del Programma stesso, ferme restando possibili rimodulazioni finanziarie del medesimo Programma».

5.301

PALUMBO

Precluso

Al comma 2 sopprimere le seguenti parole: «anche al fine di aumentarne le volumetrie disponibili».

5.140/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Sopprimere il comma 2-bis.

5.140/2

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Sopprimere il comma 2-ter.

5.140/3

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

Al comma 2-ter, sostituire le parole: «anche per finalità di natura socio-economica» con le seguenti: «per finalità di natura ambientale».

5.140

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 2, inserire i seguenti:

        «2-bis. Con apposita ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, è determinato l’importo del contributo da riconoscere ai comuni sede di discariche in corso di esercizio dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino alla cessazione dello stato di emergenza, a valere sugli importi incassati con la tariffa di smaltimento comprensiva delle quote di ristoro, dei contributi e maggiorazioni, di cui agli articoli 1 e 3 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 14 dicembre 2005, n. 3479, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 296 del 21 dicembre 2005.

        2-ter. I comuni di cui al comma 2-bis, nonché i comuni sede di impianti di trattamento dei rifiuti, sede di termovalorizzatori, sede di siti di stoccaggio provvisorio di balle di rifiuti trattati, nonché sede di siti di stoccaggio definitivo degli scarti di lavorazione degli impianti di trattamento dei rifiuti, possono utilizzare i contributi riconosciuti a valere sugli importi incassati con la tariffa di cui al comma 2-bis anche per finalità di natura socio-economica».

5.302

PALUMBO

Assorbito. Cfr. em. 5.2 (testo 2)

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

        «2-bis. Il Commissario delegato non può disporre l’apertura di nuovi impianti per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti nei comuni di cui al comma 1 e in quelli in cui sono stati già realizzati impianti durante la gestione commissariale dell’emergenza rifiuti».

5.303 (testo 2)

MORRA

V. testo 3

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

        «2-bis. Il Commissario delegato, qualora le discariche siano situate in Campania e allocate in prossimità di centri abitati ricadenti in altre regioni, adotta ogni provvedimento di concerto con i presidenti delle regioni confinanti».

5.303 (testo 3)

MORRA

Approvato

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

        «2-bis. Il Commissario delegato, qualora le discariche siano situate in Campania e allocate in prossimità di centri abitati ricadenti in altre regioni, adotta ogni provvedimento sentiti i presidenti delle regioni confinanti».

5.304

MORRA

Ritirato

Dopo il comma 2, è aggiunto il seguente:

        «2-bis. Il Commissario delegato, qualora le discariche siano situate in Campania, ad una distanza inferiore a 10 chilometri dal confine con altre regioni, adotta ogni provvedimento sentiti i presidenti delle regioni confinanti».

5.700/1

STEFANI, PIROVANO, POLLEDRI

Respinto

All’emendamento 5.700, al comma 3, sostituire le parole: «d’intesa con le regioni interessate» con le seguenti: «d’intesa con il Consiglio regionale della regione interessata».

5.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Sostituire il comma 3 con il seguente:

        «3. Il Commissario delegato può disporre, d’intesa con le regioni interessate, lo smaltimento ed il recupero fuori regione, nella massima sicurezza ambientale e sanitaria, di una parte dei rifiuti prodotti».

5.16

STEFANI, LEONI

Ritirato

Al comma 3, sostituire le parole: «sentiti i», con le seguenti: «previo parere favorevole dei».

5.18

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Precluso dall'approvazione dell'emendamento 5.700

Al comma 3, sostituire la parola: «sentiti» con le seguenti: «d’intesa con».

5.19

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Precluso dall'approvazione dell'emendamento 5.700

Al comma 3, dopo le parole: «regioni interessate» aggiungere le seguenti: «e gli enti locali territorialmente interessati».

5.20

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Precluso dall'approvazione dell'emendamento 5.700

Al comma 3, dopo le parole: «fuori regione» aggiungere le seguenti: «d’intesa con le Regioni interessate».

5.21

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Precluso dall'approvazione dell'emendamento 5.700

Al comma 3, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «assicurandone lo smaltimento ed il recupero nella massima sicurezza ambientale e sanitaria».

5.220/1

STEFANI, PIROVANO, LEONI

Respinto

All’emendamento 5.220, al comma 3-bis, sostituire le parole: «previa intesa con la Regione interessata» con le seguenti: «previa intesa con il Consiglio regionale della Regione interessata».

5.220

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 3, inserire il seguente:

        «3-bis. Il trasferimento in una regione nella quale è stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti di una parte dei rifiuti prodotti, può essere disposto dal Commissario delegato, solo previa intesa con la Regione interessata e comunque tenendo conto del livello di esaurimento delle discariche esistenti nel territorio della regione medesima».

5.23

DE PETRIS, PALERMI, BULGARELLI, COSSUTTA, DONATI, PECORARO SCANIO, PELLEGATTA, ROSSI FERNANDO, SILVESTRI, TIBALDI

Ritirato

Al comma 5, sostituire le parole da: «di cui agli articoli» fino a: «successive modificazioni,» con le seguenti: «di pubblico ufficiale in materia di igiene, sanità, protezione civile, ordine e sicurezza pubblica ai sensi del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, limitatamente all’emergenza di cui al presente decreto,».

5.24

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 5, sostituire le parole: «agli articoli 50 e 54», con le seguenti: «ai commi 5 e 6 dell’articolo 50 ed all’articolo 54».

5.130

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 5, dopo le parole: «decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,» sopprimere le seguenti: «e successive modificazioni,».

5.250

LA COMMISSIONE

V. testo 2

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

        «5-bis. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato può sospendere il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione negli impianti di smaltimento o di recupero esercitati nella regione Campania».

5.250 (testo 2)

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

        «5-bis. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato, d'intesa con le regioni interessate, può sospendere il conferimento di rifiuti speciali provenienti da fuori regione negli impianti di smaltimento o di recupero esercitati nella regione Campania».

5.26

IL RELATORE

Ritirato

Dopo il comma 5 inserire il seguente:

        «5-bis. Al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto nella regione Campania in materia di rifiuti, il Commissario delegato, d’intesa con il Presidente della regione Campania, individua le modifiche da apportare al piano regionale delle attività estrattive allo scopo di ridurre il volume dell’attività estrattiva nelle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento dei rifiuti».

5.260

LA COMMISSIONE

V. testo 2

Dopo il comma 5 inserire il seguente:

        «5-bis. Al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto nella regione Campania in materia di rifiuti, il Commissario delegato, con riferimento alle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento di rifiuti, propone al Presidente della regione Campania modifiche del piano cave, secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 4, dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 30 giugno 2006, n. 3529, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 11 luglio 2006, n. 159».

5.260 (testo 2)

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 5 inserire il seguente:

        «5-bis. Al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto nella regione Campania in materia di rifiuti, il Commissario delegato, con riferimento alle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento di rifiuti, propone al Presidente della regione Campania, limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza, modifiche del piano cave, secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 4, dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 30 giugno 2006, n. 3529, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 11 luglio 2006, n. 159».

5.100/1

D’ALÌ, MUGNAI, VIESPOLI, LIBÈ, BATTAGLIA ANTONIO, MATTEOLI

Respinto

All’emendamento 5.100, sostituire le parole da: «nell’ambito» sino alla fine con le seguenti: «con il trasferimento alla gestione commissariale di 80 milioni di euro mediante corrispondente riduzione della tabella C della legge finanziaria».

5.100 (testo 3)

LA COMMISSIONE

Approvato

Sostituire il comma 6, con il seguente:

        «6. Agli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi da porre in essere ai sensi del presente decreto, ivi compresi quelli relativi all’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 3, nonché quelli relativi alla bonifica, messa in sicurezza ed apertura delle discariche di cui al presente articolo 5, si fa fronte nell’ambito delle risorse derivanti dalla TARSU (Tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), nonché delle ulteriori dotazioni finanziarie disponibili sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato. Agli oneri derivanti dagli interventi in conto capitale si fa inoltre fronte integrando le disponibilità della citata contabilità speciale intestata al Commissario delegato con l’importo di 20 milioni di euro, per l’anno 2006, cui si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 5

5.0.2

LEONI, STEFANI, PIROVANO

Respinto

Dopo l’articolo 5, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Modifiche al decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21)

        1. Il comma 2 dell’articolo 2 del decreto-legge 30 novembre 2005, n.  245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, è sostituito dal seguente:

        ’’2. Nell’ambito delle operazioni di recupero di cui al comma 1, il Commissario delegato, d’intesa con il Ministero dell’interno, provvede alla definizione di un piano di rientro, al massimo quadriennale, delle situazioni debitorie certificate, attraverso una contestuale e progressiva riduzione dei trasferimenti erariali spettanti ai Comuni interessati, ivi compresi i trasferimenti a titolo di compartecipazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche le cui risorse sono versate all’entrata del bilancio dello Stato. Dette risorse rimangono acquisite al bilancio dello Stato sino alla concorrenza dell’importo complessivo indicato nell’articolo 7. Le risorse eccedenti sono riassegnate al Fondo della protezione civile per la gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania».

5.0.1

D'ALI'

Respinto

Dopo l’articolo 5, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Rettifiche all’articolo 2 del decreto legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21)

        1. All’articolo 2 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, il comma 2 è sostituito dal seguente:

        ’’2. In ogni caso, a fronte del mancato adempimento delle obbligazioni pecuniarie poste a carico dei soggetti indicati nel comma 1, il Ministero dell’interno provvede attraverso corrispondenti riduzioni dei trasferimenti erariali spettanti ai comuni interessati, ivi compresi i trasferimenti a titolo di compartecipazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche le cui risorse sono trasferite dal medesimo Ministero nella contabilità speciale intestata al Commissario delegato per l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania, sino al termine dello stato di emergenza’’.

        2. All’articolo 2 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, dopo il comma 3, sono aggiunti i seguenti:

        ’’3-bis. Al fine di accelerare le procedure di riscossione dei crediti vantati dal Commissario delegato a titolo di smaltimento dei rifiuti, i comuni della regione Campania assumono ex lege, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 1273 del codice civile, i debiti dei consorzi e degli altri affidatari della regione Campania che hanno conferito fino al 15 dicembre 2005 rifiuti solidi urbani agli impianti di produzione di combustibili derivati dai rifiuti in ordine al pagamento della relativa tariffa nei confronti del Commissario delegato di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3341 del 27 febbraio 2004 e dei soggetti affidatari del servizio, nonché in ordine al pagamento degli importi previsti in favore dei comuni destinatari di misure di compensazione ambientale. L’assunzione dei debiti avviene, per quanto riguarda i debiti dei consorzi, in misura proporzionale alla quota di partecipazione posseduta da ciascun comune e, per quanto riguarda gli altri affidatari della regione Campania, in misura proporzionale all’importo dei trasferimenti ad essi spettanti da parte di ciascun comune affidante in base al contratto o altro atto di affidamento del servizio.

        3-ter. I comuni della regione Campania a fronte dell’assunzione dei debiti di cui al comma 3-bis hanno la facoltà di ricorrere alla contrazione di mutui non superiori all’ammontare della situazione debitoria certificata dal Commissario delegato alla data del 15 dicembre 2005 e a condizione che detta situazione debitoria derivi da oneri relativi a contratti o a atti di affidamento del servizio perfezionati entro la data del 24 ottobre 2001.

        3-quater. Le spese di cui ai commi 3-bis e 3-ter sono escluse dal Patto di stabilità interno di cui all’articolo 1, commi da 21 a 41, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e successive modificazioni’’».

ORDINE DEL GIORNO

G5.100

SODANO, PIGLIONICA, RONCHI, DE PETRIS, FERRANTE, MOLINARI, BARBATO

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di conversione del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania,

        premesso che:

            le misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania impegneranno risorse straordinarie e aggiuntive anche per l’anno 2007;

            preso atto che per l’anno 2006 sono stati stanziati 20 milioni di euro aggiuntivi,

        impegna il Governo:

            a prevedere nell’ambito delle risorse destinate dalla legge finanziaria 2007 anche ad incremento dei fondi a disposizione della protezione civile un finanziamento per l’anno 2007 adeguato e proporzionato allo stanziamento aggiuntivo per il 2006 previsto nel presente decreto.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 6 DEL DECRETO-LEGGE

ARTICOLO 6.

(Pignoramenti)

        1. L’articolo 3, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, si interpreta nel senso che l’articolo 1 del decreto-legge 25 maggio 1994, n. 313, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1994, n. 460, e successive modificazioni, si applica alle risorse comunque dirette a finanziare le contabilità speciali istituite con ordinanze emanate ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; tali risorse sono insuscettibili di pignoramento o sequestro.

EMENDAMENTI

6.1

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. La legge 24 febbraio 1992, n. 225, si interpreta nel senso che le disposizioni delle ordinanze di protezione civile che prevedono il beneficio della sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi si applicano esclusivamente ai datori di lavoro privati aventi sede legale ed operativa nei comuni individuati da ordinanze di protezione civile».

        Conseguentemente, sostituire la rubrica dell’articolo con la seguente: «(Pignoramenti, benefici previdenziali ed assicurativi)».

6.2

IL RELATORE

Ritirato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. Al comma 1 dell’articolo 6 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, dopo le parole: "e le rispettive competenze", sono inserite le seguenti: "i centri funzionali di cui all’articolo 2, comma 7, della legge n. 267 del 1998, al decreto-legge 12 dicembre 2000, n. 279, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 dicembre 2000, n. 365, alla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004 ed al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 dicembre 1998 quali rete del Servizio nazionale di protezione civile"».

        Conseguentemente, sostituire la rubrica dell’articolo con la seguente: «(Pignoramenti e Centri funzionali)».

ARTICOLO 7 DEL DECRETO-LEGGE

ARTICOLO 7.

(Abrogazioni)

        1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto cessano di avere efficacia gli articoli 1, comma 9, e 8, comma 2, del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21.

EMENDAMENTI

7.20

LIBÉ

Ritirato

Al comma 1, sostituire le parole da: «cessano» fino a: «comma 2» con le seguenti: «cessa di avere efficacia il comma 2 dell’articolo 8».

7.2

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, dopo le parole: «legge 27 gennaio 2006, n.21» aggiungere le seguenti: «, e successive modificazioni».

ARTICOLO 8 DEL DECRETO-LEGGE

ARTICOLO 8.

(Entrata in vigore)

        1.  Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

X1.0.1

LEONI, STEFANI

V. testo 2

Dopo l’articolo 1, aggiungere il seguente:

«Art. 1-bis.

(Delega al Governo per la riorganizzazione delle competenze in materia di gestione dei rifiuti nella regione Campania)

        1. Il Governo è delegato ad adottare, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi aventi per oggetto la riorganizzazione del sistema di gestione dei rifiuti nella regione Campania, al fine di garantire regolarità e continuità nell’erogazione del servizio anche al termine dello stato di emergenza, in base ai seguenti principi e criteri direttivi:

            a) ripristino delle competenze in capo agli enti territoriali responsabili della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti;

            b) previsione di specifici meccanismi sostituitivi e sanzionatori volti a garantire che gli enti responsabili della corretta erogazione del servizio ne assicurino l’efficacia, l’efficienza e la conformità alla normativa vigente;

            c) regolazione delle situazioni debitorie certificate ai sensi dell’articolo 2, comma 2 del decreto legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21;

            d) adozione di misure anche a carattere sostitutivo volte a garantire che la regione Campania si conformi nel più rapido tempo possibile agli obiettivi comunitari sulla realizzazione della raccolta differenziata;

            e) adozione di procedure volte a garantire la tempestiva realizzazione degli interventi di cui all’articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21 e all’articolo 5, comma 1 del decreto legge 9 ottobre 2006, n. 263, in fase di conversione;

            f) promozione degli interventi atti a favorire nella regione Campania la progressiva riduzione della produzione di rifiuti, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima;

            g) introduzione di meccanismi innovativi per il contrasto all’evasione della tassa o tariffa».

x1.0.1 (testo 2)

LEONI, STEFANI

Respinto

Dopo l’articolo 1, aggiungere il seguente:

«Art. 1-bis.

(Delega al Governo per la riorganizzazione delle competenze in materia di gestione dei rifiuti nella regione Campania)

        1. Il Governo è delegato ad adottare, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi aventi per oggetto la riorganizzazione del sistema di gestione dei rifiuti nella regione Campania, al fine di garantire regolarità e continuità nell’erogazione del servizio anche al termine dello stato di emergenza, in base ai seguenti principi e criteri direttivi:

            a) ripristino delle competenze in capo agli enti territoriali responsabili della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti;

            b) previsione di specifici meccanismi sostituitivi e sanzionatori volti a garantire che gli enti responsabili della corretta erogazione del servizio ne assicurino l’efficacia, l’efficienza e la conformità alla normativa vigente;

            c) regolazione delle situazioni debitorie certificate ai sensi dell’articolo 2, comma 2 del decreto legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21;

            d) adozione di misure anche a carattere sostitutivo volte a garantire che la regione Campania si conformi nel più rapido tempo possibile agli obiettivi comunitari sulla realizzazione della raccolta differenziata;

            e) adozione di procedure volte a garantire la tempestiva realizzazione degli interventi di cui all’articolo 6, comma 2 del decreto legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21 e all’articolo 5, comma 1 del decreto legge 9 ottobre 2006, n. 263, in fase di conversione;

            f) promozione degli interventi atti a favorire nella regione Campania la progressiva riduzione della produzione di rifiuti, il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima;

            g) introduzione di meccanismi innovativi per il contrasto all’evasione della tassa o tariffa» .

Allegato B

 

Dichiarazione di voto finale del senatore Liotta sul disegno di legge n. 1069

Signor Presidente, signore senatrici, signori senatori, Governo, nel preannunciare il voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea al disegno di legge di conversione del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, si impongono alcune considerazioni stimolate dal dibattito in Commissione e in Aula. Quando una emergenza, come quella dei rifiuti in Campania, si protrae per oltre un decennio, senza che si profili un ritorno alla normalità, non vi può essere alcuna argomentazione tesa a scagionare la politica dalle proprie responsabilità amministrative. Oggi in Campania le emergenze si sommano fra loro e forniscono di quella terra una immagine degradata che non merita e che indica responsabilità politiche trasversali riconducibili ad un'unica grande questione irrisolta comune a tante Regioni del Sud: non ci stancheremo mai di dirlo, se non si aggrediscono, le questioni sociali, le questioni del lavoro, della salute, dello sviluppo, le emergenze (rifiuti, sicurezza e quant'altro) saranno sempre le maschere grottesche con le quali quelle terre verranno viste da una politica miope, non lungimirante. Occorre un disegno, un progetto complessivo credibile che ridia alle nostre genti del Sud la speranza di poter dispiegare le proprie potenzialità produttive, sociali e culturali. L'emergenza tuttavia impone altro approccio, di tipo necessariamente parziale e troppo spesso non risolutivo delle problematiche affrontate suscitando perplessità, dubbi e ostacoli che appartengono appunto all'assenza di una visione complessiva delle tematiche che l'emergenza determina. Ecco, se vi è una lezione che viene al Governo da questa emergenza, lezione che il Governo farà bene a trasformare in azione politica concreta, è che occorre un progetto complessivo, e che occorre adesso, che sappia guardare oltre le emergenze in una prospettiva di sviluppo del Meridione che sappia sottrarne quelle terre al Governo delle mafie riconsegnandole ai cittadini e alle loro libere scelte. Oggi tuttavia siamo chiamati a dare una risposta urgente ad una emergenza, quella dei rifiuti in Campania, ed il Governo lo fa con tutti i limiti che l'urgenza comporta. Così non sorprende che il dibattito in Commissione, dove si è realizzata una positiva collaborazione tra maggioranza ed opposizione, nella consapevolezza che in tali circostanze a nessuno è concesso di chiamarsi fuori dalle proprie responsabilità politiche, non sorprende, dicevo, che il dibattito abbia evidenziato tanti limiti e tante perplessità in larga misura condivisibili; dalle questioni connesse al trasferimento dei rifiuti fuori Regione a quelle riguardanti lo smaltimento delle cosiddette ecoballe o pseudo CDR, che in quantità impressionante intasano il territorio campano, passando per il problema dell'utilizzo delle attuali discariche, da parte del Commissario delegato per giungere alla questione delle risorse economiche che il decreto in esame mette o non mette in campo. Tutte considerazioni queste che condividiamo e che tuttavia non ci esonerano dal necessario appoggio ad un provvedimento di urgenza che come tale contiene limiti e insufficienze. Né ci ha sorpreso che all'inizio di questo dibattito, proprio sulla relazione che il commissario Bertolaso ha reso alla 13a Commissione, si sia levato un grido quasi unanime "al rogo! al rogo!" individuando nell'incenerimento l'unica vera soluzione a tutte le problematiche connesse allo smaltimento dei rifiuti. Non ci ha sorpreso perché davanti alle emergenze è facile cedere alla tentazione di individuare le scorciatoie che ci portino fuori dalle difficoltà. Non ci ha sorpreso ma non condividiamo e ci teniamo a ribadirlo proprio in questa circostanza. Spesso si attribuisce una veste ideologica all'opposizione all'incenerimento con l'obiettivo di liquidarla in un giudizio sommario quanto superficiale ma mai come in questo caso proprio l'opzione incenerimento ha vestito i panni dell'ideologia. Noi non siamo pregiudizialmente contrari al cosiddetto "recupero energetico", né ci sfugge che l'emergenza impone spesso soluzioni drastiche; da qui, tuttavia, a teorizzare che l'incenerimento costituisca la soluzione generale del problema ne corre e molto. Vedete, le scorciatoie sono ingannevoli e spesso non conducono alla meta desiderata e ingannevole si rivela il grido "al rogo!" che veicola tanta cattiva ideologia. Non ci sembra fuor di luogo pertanto in questa circostanza precisare un aspetto che, in un modo o nell'altro è presente, con carattere fuorviante, nel dibattito tra sostenitori dell'incenerimento e no.

Non sempre ma spesso viene presentato questo tipo di smaltimento come una vera e proprio pratica magica che fa scomparire il rifiuto, riecheggiando un vecchio racconto (di Asimov mi pare) dove il rifiuto veniva fatto sparire attraverso un anello salvo poi scoprire che ricompariva da qualche altra parte. Serve ricordare quindi che mentre al Parlamento compete la podestà di fare e modificare le leggi, nel quadro imposto dalla Costituzione, esso non ha alcuna podestà circa la modifica delle leggi naturali che appartengono ad una sfera un tantino più alta. Serve ricordare che qualunque sia la macchina attraverso la quale si incenerisce e qualunque sia la tecnologia utilizzata la massa non sparisce: cento chilogrammi entrano, cento chilogrammi escono solo trasformati in ceneri e fumi che vengono dispersi nell'ambiente, in discariche, nell'atmosfera o nel territorio circostante e non capisco perché questo aspetto non debba preoccupare almeno quanto una discarica malgestita o l'intasamento del territorio da parte delle cosiddette ecoballe. La verità è che non si sfugge alla ferrea legge della realtà dei fatti: è necessario ridurre la produzione del rifiuto, è necessario riutilizzarlo per quanto possibile, è necessario differenziarne la raccolta per produrre combustibile di qualità e composto di qualità ed è necessario incenerire ciò che residua senza attribuire a quest'ultimo aspetto il ruolo unico e centrale che vorrebbe attribuirgli chi individua scorciatoie avendo come obiettivo l'interesse dei grandi gruppi industriali del settore. Questo percorso è ineludibile ed è necessario che il Governo lo riavvii anche a partire dall'emergenza; ecco perché ci sembra importante ad esempio il riferimento alla Carta di Aalborg contenuto nel decreto.

Un sì quindi da Rifondazione Comunista-Sinistra Europea alla conversione in legge del decreto in esame, ma un sì che non si nasconde le difficoltà in campo e i limiti di questo intervento d'urgenza.

Sen. liotta


 

Normativa di riferimento

 


Costituzione della Repubblica italiana (artt. 77 e 87)

La Costituzione fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal Capo provvisorio dello Stato il 27 dicembre 1947, pubblicata nella Gazz. Uff. 27 dicembre 1947, n. 298, ediz. straord., ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Vedi XVIII disp. trans. fin., comma primo.

77.  Il Governo non può, senza delegazione delle Camere (101), emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria (102).

Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni (103) (104).

I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti (105).

 

(101)  Vedi art. 76.

(102)  Per la modifica del presente comma vedi l'art. 17 del testo di legge costituzionale, approvato dalla Camera dei deputati nella seduta del 20 ottobre 2005 e dal Senato della Repubblica nella seduta del 16 novembre 2005 e pubblicato nella Gazz. Uff. 18 novembre 2005, n. 269. Vedi, anche, l'art. 53 dello stesso testo.

(103)  Vedi art. 61, comma primo, e 62, comma primo. Vedi anche art. 35 Reg. Senato.

(104)  Per la modifica del presente comma vedi l'art. 17 del testo di legge costituzionale, approvato dalla Camera dei deputati nella seduta del 20 ottobre 2005 e dal Senato della Repubblica nella seduta del 16 novembre 2005 e pubblicato nella Gazz. Uff. 18 novembre 2005, n. 269. Vedi, anche, l'art. 53 dello stesso testo.

(105)  Per la modifica del presente comma vedi l'art. 17 del testo di legge costituzionale, approvato dalla Camera dei deputati nella seduta del 20 ottobre 2005 e dal Senato della Repubblica nella seduta del 16 novembre 2005 e pubblicato nella Gazz. Uff. 18 novembre 2005, n. 269. Vedi, anche, l'art. 53 dello stesso testo.

(omissis)

87.  Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.

Può inviare messaggi alle Camere (131).

Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione (132).

Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo (133).

Promulga le leggi (134) ed emana i decreti aventi valore di legge (135) e i regolamenti.

Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione (136).

Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.

Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere (137).

Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere (138).

Presiede il Consiglio superiore della magistratura (139).

Può concedere grazia e commutare le pene.

Conferisce le onorificenze della Repubblica (140) (141).

 

(131)  Vedi anche art. 74, comma primo.

(132)  Vedi art. 61, comma primo.

(133)  Vedi art. 71, comma primo.

(134)  Vedi artt. 73, 74 e 138, comma secondo.

(135)  Vedi artt. 76 e 77.

(136)  Vedi artt. 75 e 138, comma secondo.

(137)  Vedi art. 80.

(138)  Vedi art. 78.

(139)  Vedi art. 104, comma secondo.

(140)  Con D.P.R. 9 ottobre 2000 (Gazz. Uff. 14 ottobre 2000, n. 241) è stato approvato il modello dello stendardo del Presidente della Repubblica.

(141)  Per la sostituzione del presente articolo vedi l'art. 26 del testo di legge costituzionale, approvato dalla Camera dei deputati nella seduta del 20 ottobre 2005 e dal Senato della Repubblica nella seduta del 16 novembre 2005 e pubblicato nella Gazz. Uff. 18 novembre 2005, n. 269. Vedi, anche, l'art. 53 dello stesso testo.


L. 24-2-1992 n. 225
Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile. (artt. 5 e 11)

Pubblicata nella Gazz. Uff. 17 marzo 1992, n. 64, S.O.

(omissis)

5. Stato di emergenza e potere di ordinanza.

1. Al verificarsi degli eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero, per sua delega ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del Ministro per il coordinamento della protezione civile, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi. Con le medesime modalità si procede alla eventuale revoca dello stato di emergenza al venir meno dei relativi presupposti (10) (11).

2. Per l'attuazione degli interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione di cui al comma 1, si provvede, nel quadro di quanto previsto dagli articoli 12, 13, 14, 15 e 16, anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente, e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico.

3. Il Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero, per sua delega ai sensi dell'articolo 1, comma 2, il Ministro per il coordinamento della protezione civile, può emanare altresì ordinanze finalizzate ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose. Le predette ordinanze sono comunicate al Presidente del Consiglio dei ministri, qualora non siano di diretta sua emanazione.

4. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, per sua delega ai sensi dell'articolo 1, comma 2, il Ministro per il coordinamento della protezione civile, per l'attuazione degli interventi di cui ai commi 2 e 3 del presente articolo, può avvalersi di commissari delegati. Il relativo provvedimento di delega deve indicare il contenuto della delega dell'incarico, i tempi e le modalità del suo esercizio.

5. Le ordinanze emanate in deroga alle leggi vigenti devono contenere l'indicazione delle principali norme a cui si intende derogare e devono essere motivate.

6. Le ordinanze emanate ai sensi del presente articolo sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, nonché trasmesse ai sindaci interessati affinché vengano pubblicate ai sensi dell'articolo 47, comma 1, della legge 8 giugno 1990, n. 142 (12) (13).

 

(10)  Vedi, anche, i commi da 2-bis e 2-quater dell'art. 3, D.L. 30 novembre 2005, n. 245, aggiunti dalla relativa legge di conversione.

(11)  La Corte costituzionale, con sentenza 5-14 aprile 1995, n. 127 (Gazz. Uff. 19 aprile 1995, n. 16, serie speciale), ha dichiarato, fra l'altro, che spetta allo Stato, e per esso al Presidente del Consiglio dei ministri, ricorrere allo stato di emergenza a norma dell'art. 5, comma 1, in ordine alla situazione socio-economico-ambientale determinatasi nella Regione Puglia, sulla base degli elementi evidenziati dai competenti organi statali e regionali.

(12)  Vedi, anche, l'art. 5-bis, D.L. 7 settembre 2001, n. 343 nel testo integrato della relativa legge di conversione. Vedi, inoltre, la Dir.P.C.M. 22 ottobre 2004 e l'art. 4, D.L. 31 maggio 2005, n. 90.

(13)  Le disposizioni della presente legge, incompatibili con il D.L. 7 settembre 2001, n. 343, sono state abrogate dall'art. 6 dello stesso decreto, come sostituito dalla relativa legge di conversione.

(omissis)

11. Strutture operative nazionali del Servizio.

1. Costituiscono strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile:

a) il Corpo nazionale dei vigili del fuoco quale componente fondamentale della protezione civile;

b) le Forze armate;

c) le Forze di polizia;

d) il Corpo forestale dello Stato;

e) i Servizi tecnici nazionali;

f) i gruppi nazionali di ricerca scientifica di cui all'articolo 17, l'Istituto nazionale di geofisica ed altre istituzioni di ricerca;

g) la Croce rossa italiana;

h) le strutture del Servizio sanitario nazionale;

i) le organizzazioni di volontariato;

l) il Corpo nazionale soccorso alpino-CNSA (CAI).

2. In base ai criteri determinati dal Consiglio nazionale della protezione civile, le strutture operative nazionali svolgono, a richiesta del Dipartimento della protezione civile, le attività previste dalla presente legge nonché compiti di supporto e consulenza per tutte le amministrazioni componenti il Servizio nazionale della protezione civile.

3. Le norme volte a disciplinare le forme di partecipazione e collaborazione delle strutture operative nazionali al Servizio nazionale della protezione civile sono emanate secondo le procedure di cui all'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400 .

4. Con le stesse modalità di cui al comma 3 sono altresì stabilite, nell'ambito delle leggi vigenti e relativamente a compiti determinati, le ulteriori norme regolamentari per l'adeguamento dell'organizzazione e delle funzioni delle strutture operative nazionali alle esigenze di protezione civile (23).

 

(23)  Le disposizioni della presente legge, incompatibili con il D.L. 7 settembre 2001, n. 343, sono state abrogate dall'art. 6 dello stesso decreto, come sostituito dalla relativa legge di conversione.


D.L. 25-5-1994 n. 313
Disciplina dei pignoramenti sulle contabilità speciali delle prefetture, delle direzioni di amministrazione delle Forze armate e della Guardia di finanza. (art. 1)

Pubblicato nella Gazz. Uff. 25 maggio 1994, n. 120 e convertito in legge, con modificazioni, dalla L. 22 luglio 1994, n. 460 (Gazz. Uff. 23 luglio 1994, n. 171).

 

1 Pignoramenti sulle contabilità speciali delle prefetture, delle direzioni di amministrazione delle Forze armate e della Guardia di finanza.

1. I fondi di contabilità speciale a disposizione delle prefetture, delle direzioni di amministrazione delle Forze armate e della Guardia di finanza, nonché le aperture di credito a favore dei funzionari delegati degli enti militari, degli uffici o reparti della Polizia di Stato, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato e dei comandi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, o del Cassiere del Ministero dell'interno, comunque destinati a servizi e finalità di protezione civile, di difesa nazionale e di sicurezza pubblica, al rimborso delle spese anticipate dai comuni per l'organizzazione delle consultazioni elettorali, nonché al pagamento di emolumenti e pensioni a qualsiasi titolo dovuti al personale amministrato, non sono soggetti ad esecuzione forzata, salvo che per i casi previsti dal capo V del titolo VI del libro I del codice civile, nonché dal testo unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180 (2).

2. I pignoramenti ed i sequestri aventi per oggetto le somme affluite nelle contabilità speciali delle prefetture e delle direzioni di amministrazione ed a favore dei funzionari delegati di cui al comma 1, si eseguono esclusivamente, a pena di nullità rilevabile d'ufficio, secondo le disposizioni del libro III - titolo II - capo II del codice di procedura civile, con atto notificato al direttore di ragioneria responsabile presso le prefetture o al direttore di amministrazione od al funzionario delegato nella cui circoscrizione risiedono soggetti privati interessati, con l'effetto di sospendere ogni emissione di ordinativi di pagamento relativamente alle somme pignorate. Il funzionario di prefettura, o il direttore di amministrazione o funzionario delegato cui sia stato notificato atto di pignoramento o di sequestro, è tenuto a vincolare l'ammontare, sempreché esistano sulla contabilità speciale fondi la cui destinazione sia diversa da quelle indicate al comma 1, per cui si procede con annotazione nel libro giornale; la notifica rimane priva di effetti riguardo agli ordini di pagamento che risultino già emessi (3).

3. Non sono ammessi atti di sequestro o di pignoramento ai sensi del presente articolo presso le sezioni di tesoreria dello Stato a pena di nullità rilevabile anche d'ufficio. Gli atti di sequestro o di pignoramento eventualmente notificati non determinano obbligo di accantonamento da parte delle sezioni medesime né sospendono l'accreditamento di somme nelle contabilità speciali intestate alle prefetture ed alle direzioni di amministrazione ed in quelle a favore dei funzionari delegati di cui al comma 1 (4) (5).

4. Viene effettuata secondo le stesse modalità stabilite nel comma 2 la notifica di ogni altro atto consequenziale nei procedimenti relativi agli atti di pignoramento o di sequestro (6).

(omissis)

(2)  Comma così modificato dalla legge di conversione 22 luglio 1994, n. 460, dall'art. 13, D.L. 8 gennaio 1996, n. 6, dall'art. 14, D.L. 31 dicembre 1996, n. 669 e dall'art. 35, L. 16 gennaio 2003, n. 3.

(3)  Comma così modificato dalla legge di conversione 22 luglio 1994, n. 460.

(4)  Comma così modificato dalla legge di conversione 22 luglio 1994, n. 460.

(5)  La Corte costituzionale, con sentenza 28 settembre-9 ottobre 1998, n. 350 (Gazz. Uff. 14 ottobre 1998, n. 41, Serie speciale), ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 3, sollevata in riferimento agli artt. 3, 24, 25, 28 e 113 della Costituzione; ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, commi 1, 2 e 4, sollevata in riferimento agli artt. 3, 24, 25, 28 e 113 della Costituzione.

(6)  La Corte costituzionale, con sentenza 10-19 luglio 1996, n. 263 (Gazz. Uff. 31 luglio 1996, n. 31, Serie speciale), ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, sollevata in riferimento agli artt. 3, 24, 25, 28 e 113 della Costituzione.

 


D.Lgs. 18-8-2000 n. 267
Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (artt. 50-54)

Pubblicato nella Gazz. Uff. 28 settembre 2000, n. 227, S.O.

(omissis)

50.  Competenze del sindaco e del presidente della provincia.

1. Il sindaco e il presidente della provincia sono gli organi responsabili dell'amministrazione del comune e della provincia.

2. Il sindaco e il presidente della provincia rappresentano l'ente, convocano e presiedono la Giunta, nonché il consiglio quando non è previsto il presidente del consiglio, e sovrintendono al funzionamento dei servizi e degli uffici e all'esecuzione degli atti.

3. Salvo quanto previsto dall'articolo 107 essi esercitano le funzioni loro attribuite dalle leggi, dallo statuto e dai regolamenti e sovrintendono altresì all'espletamento delle funzioni statali e regionali attribuite o delegate al comune e alla provincia.

4. Il sindaco esercita altresì le altre funzioni attribuitegli quale autorità locale nelle materie previste da specifiche disposizioni di legge.

5. In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Negli altri casi l'adozione dei provvedimenti d'urgenza, ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell'emergenza e dell'eventuale interessamento di più ambiti territoriali regionali.

6. In caso di emergenza che interessi il territorio di più comuni, ogni sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non intervengano i soggetti competenti ai sensi del precedente comma.

7. Il sindaco, altresì, coordina e riorganizza, sulla base degli indirizzi espressi dal consiglio comunale e nell'àmbito dei criteri eventualmente indicati dalla Regione, gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, al fine di armonizzare l'espletamento dei servizi con le esigenze complessive e generali degli utenti.

8. Sulla base degli indirizzi stabiliti dal consiglio il sindaco e il presidente della provincia provvedono alla nomina, alla designazione e alla revoca dei rappresentanti del comune e della provincia presso enti, aziende ed istituzioni.

9. Tutte le nomine e le designazioni debbono essere effettuate entro quarantacinque giorni dall'insediamento ovvero entro i termini di scadenza del precedente incarico. In mancanza, il comitato regionale di controllo adotta i provvedimenti sostitutivi ai sensi dell'articolo 136.

10. Il sindaco e il presidente della provincia nominano i responsabili degli uffici e dei servizi, attribuiscono e definiscono gli incarichi dirigenziali e quelli di collaborazione esterna secondo le modalità ed i criteri stabiliti dagli articoli 109 e 110, nonché dai rispettivi statuti e regolamenti comunali e provinciali

11. Il sindaco e il presidente della provincia prestano davanti al consiglio, nella seduta di insediamento, il giuramento di osservare lealmente la Costituzione italiana.

12. Distintivo del sindaco è la fascia tricolore con lo stemma della Repubblica e lo stemma del comune, da portarsi a tracolla. Distintivo del presidente della provincia è una fascia di colore azzurro con lo stemma della Repubblica e lo stemma della propria provincia, da portare a tracolla (54).

 

(54)  Il presente articolo corrisponde all'art. 36, L. 8 giugno 1990, n. 142, ora abrogata.

 

51.  Durata del mandato del sindaco, del presidente della provincia e dei consigli. Limitazione dei mandati.

1. Il sindaco e il consiglio comunale, il presidente della provincia e il consiglio provinciale durano in carica per un periodo di cinque anni.

2. Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche.

3. È consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie (55).

 

(55)  Il presente articolo corrisponde all'art. 2, L. 25 marzo 1993, n. 81, ora abrogato.

 

52.  Mozione di sfiducia.

1. Il voto del consiglio comunale o del consiglio provinciale contrario ad una proposta del sindaco, del presidente della provincia o delle rispettive giunte non comporta le dimissioni degli stessi.

2. Il sindaco, il presidente della provincia e le rispettive giunte cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio. La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco e il presidente della provincia, e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario ai sensi dell'articolo 141 (56).

 

(56)  Il presente articolo corrisponde all'art. 37, L. 8 giugno 1990, n. 142, ora abrogata.

 

53.  Dimissioni, impedimento, rimozione, decadenza, sospensione o decesso del sindaco o del presidente della provincia.

1. In caso di impedimento permanente, rimozione, decadenza o decesso del sindaco o del presidente della provincia, la Giunta decade e si procede allo scioglimento del consiglio. Il consiglio e la Giunta rimangono in carica sino alla elezione del nuovo consiglio e del nuovo sindaco o presidente della provincia. Sino alle predette elezioni, le funzioni del sindaco e del presidente della provincia sono svolte, rispettivamente, dal vicesindaco e dal vicepresidente.

2. Il vicesindaco ed il vicepresidente sostituiscono il sindaco e il presidente della provincia in caso di assenza o di impedimento temporaneo, nonché nel caso di sospensione dall'esercizio della funzione ai sensi dell'articolo 59.

3. Le dimissioni presentate dal sindaco o dal presidente della provincia diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio. In tal caso si procede allo scioglimento del rispettivo consiglio, con contestuale nomina di un commissario (57).

4. Lo scioglimento del consiglio comunale o provinciale determina in ogni caso la decadenza del sindaco o del presidente della provincia nonché delle rispettive giunte (58).

 

(57)  In deroga a quanto previsto dal presente comma vedi l'art. 1, D.L. 1° febbraio 2005, n. 8.

(58)  Il presente articolo corrisponde all'art. 37-bis, L. 8 giugno 1990, n. 142, ora abrogata.

 

54.  Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale.

1. Il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovraintende:

a) alla tenuta dei registri di stato civile e di popolazione ed agli adempimenti demandatigli dalle leggi in materia elettorale, di leva militare e di statistica;

b) alla emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalle leggi e dai regolamenti in materia di ordine e di sicurezza pubblica;

c) allo svolgimento, in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, delle funzioni affidategli dalla legge;

d) alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il prefetto.

2. Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini; per l'esecuzione dei relativi ordini può richiedere al prefetto, ove occorra, l'assistenza della forza pubblica.

3. In casi di emergenza, connessi con il traffico e/o con l'inquinamento atmosferico o acustico, ovvero quando a causa di circostanze straordinarie si verifichino particolari necessità dell'utenza, il sindaco può modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonché, d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i provvedimenti di cui al comma 2.

4. Se l'ordinanza adottata ai sensi del comma 2 è rivolta a persone determinate e queste non ottemperano all'ordine impartito, il sindaco può provvedere d'ufficio a spese degli interessati, senza pregiudizio dell'azione penale per i reati in cui fossero incorsi.

5. Chi sostituisce il sindaco esercita anche le funzioni di cui al presente articolo.

6. Nell'àmbito dei servizi di cui al presente articolo, il prefetto può disporre ispezioni per accertare il regolare funzionamento dei servizi stessi nonché per l'acquisizione di dati e notizie interessanti altri servizi di carattere generale.

7. Nelle materie previste dalle lettere a), b), c) e d) del comma 1, nonché dall'articolo 14, il sindaco, previa comunicazione al prefetto, può delegare l'esercizio delle funzioni ivi indicate al presidente del consiglio circoscrizionale; ove non siano costituiti gli organi di decentramento comunale, il sindaco può conferire la delega ad un consigliere comunale per l'esercizio delle funzioni nei quartieri e nelle frazioni.

8. Ove il sindaco o chi ne esercita le funzioni non adempia ai compiti di cui al presente articolo, il prefetto può nominare un commissario per l'adempimento delle funzioni stesse.

9. Alle spese per il commissario provvede l'ente interessato.

10. Ove il sindaco non adotti i provvedimenti di cui al comma 2, il prefetto provvede con propria ordinanza (59).

 

(59)  Il presente articolo corrisponde all'art. 38, L. 8 giugno 1990, n. 142, ora abrogata.


D.L. 17 febbraio 2005, n. 14
Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania

 

(1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 18 febbraio 2005, n. 40.

(2) Convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, L. 15 aprile 2005, n. 53 (Gazz. Uff. 19 aprile 2005, n. 90), entrata in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

(3)  Vedi, anche, il D.L. 30 novembre 2005, n. 245.

 

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di definire le indispensabili iniziative finalizzate ad accelerare gli interventi necessari per il superamento dell'emergenza nel settore dei rifiuti in atto nel territorio della regione Campania;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione dell'11 febbraio 2005;

Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, dell'interno e dell'ambiente e della tutela del territorio;

 

Emana il seguente decreto-legge:

 

1. Norme di accelerazione delle procedure di riscossione.

1. [Fermi i poteri commissariali previsti dall'articolo 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3397 del 28 gennaio 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 31 dell'8 febbraio 2005, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i comuni ed i relativi consorzi e gli altri affidatari della regione Campania, che hanno conferito fino al 31 dicembre 2004 rifiuti solidi urbani agli impianti di produzione di combustibili derivati dai rifiuti, sono tenuti a certificare al Commissario delegato di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3341 del 27 febbraio 2004, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 54 del 5 marzo 2004, l'ammontare delle situazioni debitorie in ordine al pagamento della relativa tariffa nei confronti del Commissario delegato medesimo e dei soggetti concessionari del servizio, nonché in ordine al pagamento degli importi previsti in favore dei Comuni destinatari di misure di compensazione ambientale; il Commissario delegato, previo espletamento delle necessarie verifiche, attesta la veridicità delle certificazioni pervenute] (4).

2. [In via sostitutiva, ove i soggetti di cui al comma 1 non provvedano a quanto ivi previsto con la tempestività richiesta, ovvero la veridicità delle certificazioni non sia stata attestata dal Commissario delegato, il medesimo Commissario entro i successivi quindici giorni, previo espletamento delle necessarie verifiche, attesta le situazioni debitorie riscontrate a carico dei soggetti inadempienti] (5).

3. [Le attestazioni del Commissario delegato di cui ai commi 1 e 2 sono accettate, nell'àmbito di un rapporto unitario, dalla Cassa depositi e prestiti S.p.A. quali titoli giuridici idonei a consentire, entro quindici giorni, l'anticipazione delle occorrenti risorse finanziarie da destinare al Commissario medesimo per le conseguenti iniziative solutorie. La Cassa depositi e prestiti S.p.A. subentra nei crediti di titolarità del Commissario delegato e dei soggetti affidatari vantati nei confronti dei comuni, dei consorzi, nonché degli altri affidatari inadempienti] (6).

4. [Entro sessanta giorni dall'anticipazione delle risorse finanziarie da parte della Cassa depositi e prestiti S.p.A., il Commissario delegato, ove non vi provvedano direttamente i soggetti inadempienti, si sostituisce ai medesimi per la definizione di un piano di rientro, al massimo quadriennale, delle situazioni debitorie con la medesima Cassa, ivi compresi gli oneri connessi all'anticipazione di cui al comma 3, specifico per ciascun soggetto debitore, avente durata, nonché modalità e termini correlati alle situazioni debitorie ed alle condizioni finanziarie di ciascuno dei predetti soggetti inadempienti. In ogni caso, a fronte della mancata attuazione anche parziale del piano di rientro, il Ministero dell'interno provvede attraverso corrispondenti riduzioni dei trasferimenti erariali spettanti ai comuni interessati] (7).

5. Per il più proficuo esercizio dei poteri commissariali di cui al presente articolo, i comuni e i relativi consorzi, nonché gli enti affidatari, consentono al Commissario delegato o ad un suo delegato l'accesso ai propri atti con ogni urgenza, e comunque non oltre cinque giorni dalla ricezione della relativa richiesta (8).

 

(4)  Comma prima corretto con Comunicato 21 febbraio 2005 (Gazz. Uff. 21 febbraio 2005, n. 42) e poi abrogato dall'art. 8, D.L. 30 novembre 2005, n. 245, fatto salvo quanto previsto dal comma 3 dell'art. 3 dello stesso decreto.

(5)  Comma prima modificato dalla legge di conversione 15 aprile 2005, n. 53 e poi abrogato dall'art. 8, D.L. 30 novembre 2005, n. 245, fatto salvo quanto previsto dal comma 3 dell'art. 3 dello stesso decreto.

(6)  Comma abrogato dall'art. 8, D.L. 30 novembre 2005, n. 245, fatto salvo quanto previsto dal comma 3 dell'art. 3 dello stesso decreto.

(7)  Comma abrogato dall'art. 8, D.L. 30 novembre 2005, n. 245, fatto salvo quanto previsto dal comma 3 dell'art. 3 dello stesso decreto.

(8)  Vedi, anche, l'art. 3, D.L. 30 novembre 2005, n. 245.

 

2. Adeguamento degli impianti.

1. [Al fine di assicurare in termini di somma urgenza il funzionamento a norma di legge, nel rispetto delle prescrizioni contrattuali relative alla gestione del sistema di smaltimento e recupero dei rifiuti nella regione Campania, dei sette impianti presenti nella regione stessa di Casalduni, Pianodardine, Giugliano, Santa Maria Capua Vetere, Caivano, Tufino e Battipaglia, il Commissario delegato autorizza le necessarie iniziative di adeguamento tecnico-funzionale degli impianti medesimi da parte dei soggetti affidatari, fatte salve le eventuali e conseguenti azioni di rivalsa e le decisioni assunte dalle autorità giudiziarie competenti. I materiali destinati al recupero, prodotti negli impianti di lavorazione dei rifiuti solidi urbani esistenti nella regione Campania, sono mantenuti a riserva negli attuali siti di stoccaggio provvisorio fino alla definitiva messa a regime del sistema regionale integrato di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, assicurando comunque adeguate condizioni di tutela igienico-sanitaria e ambientale (9)] (10).

2. [Il Commissario delegato, in caso di inadempienza dei soggetti affidatari rispetto a quanto previsto al comma 1, provvede in via sostitutiva sulla base di apposite procedure di somma urgenza, definite con ordinanze di protezione civile ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, nel limite di 20 milioni di euro] (11).

3. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo per l'anno 2005, pari a 20 milioni di euro, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 49 della legge 23 dicembre 1998, n. 448.

 

(9)  Periodo aggiunto dalla legge di conversione 15 aprile 2005, n. 53.

(10)  Comma abrogato dall'art. 8, D.L. 30 novembre 2005, n. 245, fatto salvo quanto previsto dal comma 3 dell'art. 3 dello stesso decreto.

(11)  Comma abrogato dall'art. 8, D.L. 30 novembre 2005, n. 245, fatto salvo quanto previsto dal comma 3 dell'art. 3 dello stesso decreto.

 

3. Supporto all'azione del Commissario delegato.

1. Per garantire la concreta e sollecita attuazione delle determinazioni del Commissario delegato, in materia di individuazione dei siti di stoccaggio dei rifiuti e degli impianti di termovalorizzazione, anche ai fini della realizzazione delle opere occorrenti, i prefetti della regione Campania territorialmente competenti assicurano ogni collaborazione ed intervento di propria competenza in termini di somma urgenza.

2. Il Commissario delegato, anche per l'esercizio delle funzioni previste dal presente decreto, si avvale di un sub-commissario, cui delegare compiti specifici nell'àmbito di determinati settori d'intervento, con oneri a carico della gestione commissariale (12).

 

(12)  Comma così modificato dal comma 2 dell'art. 8, D.L. 30 novembre 2005, n. 245. Peraltro il suddetto comma 2 è stato abrogato dall'art. 7, D.L. 9 ottobre 2006, n. 263.

 

4. Interventi relativi al settore delle bonifiche.

1. Nel rispetto delle disposizioni legislative che disciplinano il patto di stabilità interno, per fronteggiare la gravissima crisi finanziaria determinatasi nel settore dei rifiuti della regione Campania ed al fine di consentire il rimborso delle risorse anticipate al Presidente della regione - Commissario delegato per l'emergenza rifiuti, negli anni 2000-2003 dal Presidente stesso, Commissario delegato per la bonifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati e per la tutela delle acque superficiali, la medesima regione può trasferire fondi sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato per la bonifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati e di tutela delle acque superficiali, anche attraverso apposite operazioni finanziarie su base pluriennale, ai cui oneri si provvede nell'àmbito delle disponibilità del bilancio regionale, esclusivamente per spese di investimento, come definite dall'articolo 3, commi 18 e 19, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (13).

 

(13)  Comma così modificato dalla legge di conversione 15 aprile 2005, n. 53.

 

5. Entrata in vigore.

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.


D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 195
Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale.

 

(1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 23 settembre 2005, n. 222.

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;

Vista la direttiva 2003/4/CE del 28 gennaio 2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente l'accesso del pubblico all'informazione ambientale, che abroga la direttiva 90/313/CEE del Consiglio;

Vista la legge 31 ottobre 2003, n. 306, recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee (Legge comunitaria 2003);

Visto il decreto legislativo del 24 febbraio 1997, n. 39, recante attuazione della direttiva 90/313/CEE, concernente la libertà di accesso alle informazioni in materia di ambiente;

Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, recante norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi e successive modifiche;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica 27 giugno 1992, n. 352, e successive modificazioni, recante regolamento per la disciplina delle modalità di esercizio e dei casi di esclusione del diritto di accesso ai documenti amministrativi, in attuazione dell'articolo 24, comma 2, della legge 7 agosto 1990, n. 241;

Vista la legge 8 luglio 1986, n. 349, e successive modificazioni, recante istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale;

Visto il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante codice in materia di protezione dei dati personali;

Visto il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante il codice dell'amministrazione digitale;

Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 20 maggio 2005;

Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, reso nella seduta del 16 giugno 2005;

Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 29 luglio 2005;

Sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con i Ministri degli affari esteri, della giustizia, dell'economia e delle finanze, per la funzione pubblica e per gli affari regionali;

Emana il seguente decreto legislativo:

1. Finalità.

1. Il presente decreto, nello stabilire i princìpi generali in materia di informazione ambientale, è volto a:

a) garantire il diritto d'accesso all'informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e stabilire i termini, le condizioni fondamentali e le modalità per il suo esercizio;

b) garantire, ai fini della più ampia trasparenza, che l'informazione ambientale sia sistematicamente e progressivamente messa a disposizione del pubblico e diffusa, anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili, promuovendo a tale fine, in particolare, l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

 

2. Definizioni.

1. Ai fini del presente decreto s'intende per:

a) «informazione ambientale»: qualsiasi informazione disponibile in forma scritta, visiva, sonora, elettronica od in qualunque altra forma materiale concernente:

1) lo stato degli elementi dell'ambiente, quali l'aria, l'atmosfera, l'acqua, il suolo, il territorio, i siti naturali, compresi gli igrotopi, le zone costiere e marine, la diversità biologica ed i suoi elementi costitutivi, compresi gli organismi geneticamente modificati, e, inoltre, le interazioni tra questi elementi;

2) fattori quali le sostanze, l'energia, il rumore, le radiazioni od i rifiuti, anche quelli radioattivi, le emissioni, gli scarichi ed altri rilasci nell'ambiente, che incidono o possono incidere sugli elementi dell'ambiente, individuati al numero 1);

3) le misure, anche amministrative, quali le politiche, le disposizioni legislative, i piani, i programmi, gli accordi ambientali e ogni altro atto, anche di natura amministrativa, nonché le attività che incidono o possono incidere sugli elementi e sui fattori dell'ambiente di cui ai numeri 1) e 2), e le misure o le attività finalizzate a proteggere i suddetti elementi;

4) le relazioni sull'attuazione della legislazione ambientale;

5) le analisi costi-benefìci ed altre analisi ed ipotesi economiche, usate nell'àmbito delle misure e delle attività di cui al numero 3);

6) lo stato della salute e della sicurezza umana, compresa la contaminazione della catena alimentare, le condizioni della vita umana, il paesaggio, i siti e gli edifici d'interesse culturale, per quanto influenzabili dallo stato degli elementi dell'ambiente di cui al punto 1) o, attraverso tali elementi, da qualsiasi fattore di cui ai punti 2) e 3);

b) «autorità pubblica»: le amministrazioni pubbliche statali, regionali, locali, le aziende autonome e speciali, gli enti pubblici ed i concessionari di pubblici servizi, nonché ogni persona fisica o giuridica che svolga funzioni pubbliche connesse alle tematiche ambientali o eserciti responsabilità amministrative sotto il controllo di un organismo pubblico;

c) «informazione detenuta da un'autorità pubblica»: l'informazione ambientale in possesso di una autorità pubblica in quanto dalla stessa prodotta o ricevuta o materialmente detenuta da persona fisica o giuridica per suo conto;

d) «richiedente»: la persona fisica o l'ente che chiede l'informazione ambientale;

e) «pubblico»: una o più persone, fisiche o giuridiche, e le associazioni, le organizzazioni o gruppi di persone fisiche o giuridiche.

 

3. Accesso all'informazione ambientale su richiesta.

1. L'autorità pubblica rende disponibile, secondo le disposizioni del presente decreto, l'informazione ambientale detenuta a chiunque ne faccia richiesta, senza che questi debba dichiarare il proprio interesse.

2. Fatto salvo quanto stabilito all'articolo 5 e tenuto conto del termine eventualmente specificato dal richiedente, l'autorità pubblica mette a disposizione del richiedente l'informazione ambientale quanto prima possibile e, comunque, entro 30 giorni dalla data del ricevimento della richiesta ovvero entro 60 giorni dalla stessa data nel caso in cui l'entità e la complessità della richiesta sono tali da non consentire di soddisfarla entro il predetto termine di 30 giorni. In tale ultimo caso l'autorità pubblica informa tempestivamente e, comunque, entro il predetto termine di 30 giorni il richiedente della proroga e dei motivi che la giustificano.

3. Nel caso in cui la richiesta d'accesso è formulata in maniera eccessivamente generica l'autorità pubblica può chiedere al richiedente, al più presto e, comunque, entro 30 giorni dalla data del ricevimento della richiesta stessa, di specificare i dati da mettere a disposizione, prestandogli, a tale scopo, la propria collaborazione, anche attraverso la fornitura di informazioni sull'uso dei cataloghi pubblici di cui all'articolo 4, comma 1, ovvero può, se lo ritiene opportuno, respingere la richiesta, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera c).

4. Nel caso in cui l'informazione ambientale è richiesta in una forma o in un formato specifico, ivi compresa la riproduzione di documenti, l'autorità pubblica la mette a disposizione nei modi richiesti, eccetto nel caso in cui:

a) l'informazione è già disponibile al pubblico in altra forma o formato, a norma dell'articolo 8, e facilmente accessibile per il richiedente;

b) è ragionevole per l'autorità pubblica renderla disponibile in altra forma o formato.

5. Nei casi di cui al comma 4, lettere a) e b), l'autorità pubblica comunica al richiedente i motivi del rifiuto dell'informazione nella forma o nel formato richiesti entro il termine di 30 giorni dalla data del ricevimento della richiesta stessa.

6. Nel caso di richiesta d'accesso concernente i fattori di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), numero 2), l'autorità pubblica indica al richiedente, se da questi espressamente richiesto, dove possono essere reperite, se disponibili, le informazioni relative al procedimento di misurazione, ivi compresi i metodi d'analisi, di prelievo di campioni e di preparazione degli stessi, utilizzato per raccogliere l'informazione ovvero fa riferimento alla metodologia normalizzata utilizzata.

7. L'autorità pubblica mantiene l'informazione ambientale detenuta in forme o formati facilmente riproducibili e, per quanto possibile, consultabili tramite reti di telecomunicazione informatica o altri mezzi elettronici.

 

4. Cataloghi e punti d'informazione.

1. Al fine di fornire al pubblico tutte le notizie utili al reperimento dell'informazione ambientale, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l'autorità pubblica istituisce e aggiorna almeno annualmente appositi cataloghi pubblici dell'informazione ambientale contenenti l'elenco delle tipologie dell'informazione ambientale detenuta ovvero si avvale degli uffici per le relazioni con il pubblico già esistenti.

2. L'autorità pubblica può evidenziare nei cataloghi di cui al comma 1 le informazioni ambientali detenute che non possono essere diffuse al pubblico ai sensi dell'articolo 5.

3. L'autorità pubblica informa in maniera adeguata il pubblico sul diritto di accesso alle informazioni ambientali disciplinato dal presente decreto.

 

5. Casi di esclusione del diritto di accesso.

1. L'accesso all'informazione ambientale è negato nel caso in cui:

a) l'informazione richiesta non è detenuta dall'autorità pubblica alla quale è rivolta la richiesta di accesso. In tale caso l'autorità pubblica, se conosce quale autorità detiene l'informazione, trasmette rapidamente la richiesta a quest'ultima e ne informa il richiedente ovvero comunica allo stesso quale sia l'autorità pubblica dalla quale è possibile ottenere l'informazione richiesta;

b) la richiesta è manifestamente irragionevole avuto riguardo alle finalità di cui all'articolo 1;

c) la richiesta è espressa in termini eccessivamente generici;

d) la richiesta concerne materiali, documenti o dati incompleti o in corso di completamento. In tale caso, l'autorità pubblica informa il richiedente circa l'autorità che prepara il materiale e la data approssimativa entro la quale detto materiale sarà disponibile;

e) la richiesta riguarda comunicazioni interne, tenuto, in ogni caso, conto dell'interesse pubblico tutelato dal diritto di accesso.

2. L'accesso all'informazione ambientale è negato quando la divulgazione dell'informazione reca pregiudizio:

a) alla riservatezza delle deliberazioni interne delle autorità pubbliche, secondo quanto stabilito dalle disposizioni vigenti in materia;

b) alle relazioni internazionali, all'ordine e sicurezza pubblica o alla difesa nazionale;

c) allo svolgimento di procedimenti giudiziari o alla possibilità per l'autorità pubblica di svolgere indagini per l'accertamento di illeciti;

d) alla riservatezza delle informazioni commerciali o industriali, secondo quanto stabilito dalle disposizioni vigenti in materia, per la tutela di un legittimo interesse economico e pubblico, ivi compresa la riservatezza statistica ed il segreto fiscale, nonché ai diritti di proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30;

e) ai diritti di proprietà intellettuale;

f) alla riservatezza dei dati personali o riguardanti una persona fisica, nel caso in cui essa non abbia acconsentito alla divulgazione dell'informazione al pubblico, tenuto conto di quanto stabilito dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196;

g) agli interessi o alla protezione di chiunque abbia fornito di sua volontà le informazioni richieste, in assenza di un obbligo di legge, a meno che la persona interessata abbia acconsentito alla divulgazione delle informazioni in questione;

h) alla tutela dell'ambiente e del paesaggio, cui si riferisce l'informazione, come nel caso dell'ubicazione di specie rare.

3. L'autorità pubblica applica le disposizioni dei commi 1 e 2 in modo restrittivo, effettuando, in relazione a ciascuna richiesta di accesso, una valutazione ponderata fra l'interesse pubblico all'informazione ambientale e l'interesse tutelato dall'esclusione dall'accesso.

4. Nei casi di cui al comma 2, lettere a), d), f), g) e h), la richiesta di accesso non può essere respinta qualora riguardi informazioni su emissioni nell'ambiente.

5. Nei casi di cui al comma 1, lettere d) ed e), ed al comma 2, l'autorità pubblica dispone un accesso parziale, a favore del richiedente, qualora sia possibile espungere dall'informazione richiesta le informazioni escluse dal diritto di accesso ai sensi dei citati commi 1 e 2.

6. Nei casi in cui il diritto di accesso è rifiutato in tutto o in parte, l'autorità pubblica ne informa il richiedente per iscritto o, se richiesto, in via informatica, entro i termini previsti all'articolo 3, comma 2, precisando i motivi del rifiuto ed informando il richiedente della procedura di riesame prevista all'articolo 7.

 

6. Tariffe.

1. L'accesso ai cataloghi previsti all'articolo 4 e l'esame presso il detentore dell'informazione richiesta sono gratuiti, fatto salvo quanto stabilito all'articolo 25, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, relativamente al rilascio di copie.

2. Fermo restando quanto previsto al comma 1, l'autorità pubblica può, in casi specifici, applicare una tariffa per rendere disponibile l'informazione ambientale, dalla stessa determinata sulla base del costo effettivo del servizio. In tali casi il pubblico è adeguatamente informato sulla entità della tariffa e sulle circostanze nelle quali può essere applicata.

3. Nei casi in cui l'autorità pubblica mette a disposizione l'informazione ambientale a titolo commerciale e l'esigenza di garantire la continuazione della raccolta e della pubblicazione dell'informazione l'impone, può essere prevista una tariffa calcolata sulla base del mercato. Detta tariffa è predeterminata e pubblica.

 

7. Tutela del diritto di accesso.

1. Contro le determinazioni dell'autorità pubblica concernenti il diritto di accesso e nel caso di mancata risposta entro i termini di cui all'articolo 3, comma 2, il richiedente può presentare ricorso in sede giurisdizionale secondo la procedura di cui all'articolo 25, commi 5, 5-bis e 6 della legge 7 agosto 1990, n. 241, ovvero può chiedere il riesame delle suddette determinazioni, secondo la procedura stabilita all'articolo 25, comma 4, della stessa legge n. 241 del 1990, al difensore civico competente per territorio, nel caso di atti delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali, o alla Commissione per l'accesso di cui all'articolo 27 della citata legge n. 241 del 1990, nel caso di atti delle amministrazioni centrali o periferiche dello Stato.

 

8. Diffusione dell'informazione ambientale.

1. Fatto salvo quanto previsto all'articolo 5, l'autorità pubblica rende disponibile l'informazione ambientale detenuta rilevante ai fini delle proprie attività istituzionali avvalendosi, ove disponibili, delle tecnologie di telecomunicazione informatica e delle tecnologie elettroniche disponibili.

2. Per le finalità di cui al comma 1, l'autorità pubblica stabilisce, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, un piano per rendere l'informazione ambientale progressivamente disponibile in banche dati elettroniche facilmente accessibili al pubblico tramite reti di telecomunicazione pubbliche, da aggiornare annualmente.

3. Entro due anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l'autorità pubblica, per quanto di competenza, trasferisce nelle banche dati istituite in attuazione dei piani di cui al comma 2, almeno:

a) i testi di trattati, di convenzioni e di accordi internazionali, atti legislativi comunitari, nazionali, regionali o locali, aventi per oggetto l'ambiente;

b) le politiche, i piani ed i programmi relativi all'ambiente;

c) le relazioni sullo stato d'attuazione degli elementi di cui alle lettere a) e b), se elaborati o detenuti in forma elettronica dalle autorità pubbliche;

d) la relazione sullo stato dell'ambiente, prevista dall'articolo 1, comma 6, della legge 8 luglio 1986, n. 349, e successive modificazioni, e le eventuali relazioni sullo stato dell'ambiente a livello regionale o locale, laddove predisposte;

e) i dati o le sintesi di dati ricavati dal monitoraggio di attività che incidono o possono incidere sull'ambiente;

f) le autorizzazioni e i pareri rilasciati dalle competenti autorità in applicazione delle norme sulla valutazione d'impatto ambientale e gli accordi in materia ambientale, ovvero un riferimento al luogo in cui può essere richiesta o reperita l'informazione, a norma dell'articolo 3;

g) gli studi sull'impatto ambientale, le valutazioni dei rischi relativi agli elementi dell'ambiente, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), ovvero il riferimento al luogo in cui l'informazione ambientale può essere richiesta o reperita a norma dell'articolo 3.

4. Fermo restando quanto previsto al comma 3, l'informazione ambientale può essere resa disponibile creando collegamenti a sistemi informativi e a banche dati elettroniche, anche gestiti da altre autorità pubbliche, da rendere facilmente accessibili al pubblico.

5. In caso di minaccia imminente per la salute umana e per l'ambiente, causata da attività umane o dovuta a cause naturali, le autorità pubbliche, nell'àmbito dell'espletamento delle attività di protezione civile previste dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225, e successive modificazioni, e dalle altre disposizioni in materia, diffondono senza indugio le informazioni detenute che permettono, a chiunque possa esserne colpito, di adottare misure atte a prevenire o alleviare i danni derivanti da tale minaccia.

6. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 non si applicano all'informazione raccolta dall'autorità pubblica precedentemente alla data di entrata in vigore del presente decreto, a meno che tale informazione non sia già disponibile in forma elettronica.

 

9. Qualità dell'informazione ambientale.

1. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio garantisce, se possibile, che l'informazione ambientale detenuta dall'autorità pubblica sia aggiornata, precisa e confrontabile.

2. Per le finalità di cui al comma 1, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici elabora, se necessario, apposite specifiche tecniche da approvare con le modalità di cui all'articolo 15, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 8 agosto 2002, n. 207.

 

10. Relazioni.

1. A decorrere dall'anno 2005 e fino all'anno 2008, entro il 30 dicembre di ogni anno, l'autorità pubblica trasmette al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio i dati degli archivi automatizzati previsti agli articoli 11 e 12 del decreto del Presidente della Repubblica 27 giugno 1992, n. 352, relativi alle richieste d'accesso all'informazione ambientale, nonché una relazione sugli adempimenti posti in essere in applicazione del presente decreto.

2. Entro il 14 febbraio 2009 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio elabora, sulla base delle informazioni di cui al comma 1 e secondo le modalità definite a livello comunitario, una relazione sulla attuazione del presente decreto.

3. Entro il 14 agosto 2009 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio trasmette la relazione di cui al comma 1 alla Commissione europea. Detta relazione è, altresì, presentata dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio al Parlamento e resa accessibile al pubblico.

4. La relazione sullo stato dell'ambiente, prevista dall'articolo 1, comma 6, della legge 8 luglio 1986, n. 349, è pubblicata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio con modalità atte a garantire l'effettiva disponibilità al pubblico.

 

11. Aspetti organizzativi e procedimentali delle regioni e degli enti locali.

1. In attuazione del principio di leale collaborazione, gli aspetti organizzativi e procedimentali, che lo Stato, le regioni e gli enti locali debbono definire per l'attuazione del presente decreto sono individuati sulla base di accordi, da raggiungere in sede di Conferenza unificata ai sensi della legge 5 giugno 2003, n. 131, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Nell'àmbito di tali accordi sono individuati:

a) le modalità di coordinamento tra le Autorità pubbliche;

b) i livelli minimi omogenei di informazione al pubblico in applicazione dell'articolo 5, comma 4, in coerenza con le norme in materia di protezione di dati personali e nel rispetto della normativa comunitaria in materia di riutilizzo delle informazioni nel settore pubblico;

c) i criteri di riferimento per l'applicazione dell'articolo 5;

d) le modalità di produzione della relazione annuale sull'applicazione del presente decreto.

 

12. Norme finanziarie e abrogazioni.

1. Entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto le autorità pubbliche si adeguano alle disposizioni del presente decreto.

2. Le autorità pubbliche provvedono all'attuazione delle disposizioni di cui agli articoli 3, comma 7, 4, 5, 7, 8, 9, 10 e di cui al comma 1 nell'àmbito delle proprie attività istituzionali ed utilizzando a tali fini le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

3. In ogni caso, dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri né minori entrate a carico della finanza pubblica.

4. È abrogato il decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 39.


D.L. 30 novembre 2005, n. 245
Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania ed ulteriori disposizioni in materia di protezione civile

 

(1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 30 novembre 2005, n. 279 e convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, L. 27 gennaio 2006, n. 21 (Gazz. Uff. 28 gennaio 2006, n. 23), entrata in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

(2)  Titolo così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21. Con O.P.C.M. 14 dicembre 2005, n. 3479 (Gazz. Uff. 21 dicembre 2005, n. 296) - modificata dall'art. 1, O.P.C.M. 29 dicembre 2005, n. 3481 (Gazz. Uff. 13 gennaio 2006, n. 10) e dall'art. 7, O.P.C.M. 23 marzo 2006, n. 3506 (Gazz. Uff. 29 marzo 2006, n. 74) che ha modificato anche la citata ordinanza n. 3481 - e con O.P.C.M. 11 febbraio 2006, n. 3493 (Gazz. Uff. 22 febbraio 2006, n. 44) sono state emanate ulteriori disposizioni per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di definire un quadro di adeguate iniziative volte al superamento dell'emergenza nel settore dei rifiuti in atto nel territorio della regione Campania;

Considerata la gravità del contesto socio-economico-ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto, suscettibile di compromettere gravemente i diritti fondamentali della popolazione della regione Campania, anche rispetto a possibili conseguenze di natura igienico-sanitaria ed a ripercussioni sull'ordine pubblico;

Tenuto conto dei reiterati e motivati provvedimenti giudiziari cautelari che hanno disposto il sequestro degli impianti di produzione dei combustibili da rifiuti (CDR) esistenti nella regione Campania ed in particolare il decreto di sequestro preventivo del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli del 12 maggio 2004, nonché, da ultimo, il provvedimento della Procura della Repubblica presso lo stesso Tribunale del 28 ottobre 2005, per effetto del quale a decorrere dal 15 dicembre 2005 sarà ripristinata la piena efficacia esecutiva del sequestro preventivo degli impianti predetti;

Tenuto conto infine delle conseguenti oggettive difficoltà nella gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 18 novembre 2005;

Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, dell'ambiente e della tutela del territorio, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno;

Emana il seguente decreto-legge:

 

1. Risoluzione del contratto e affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.

1. Al fine di assicurare la regolarità del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, a decorrere dal quindicesimo giorno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i contratti stipulati dal Commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania con le affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in regime di esclusiva nella regione medesima sono risolti, fatti salvi gli eventuali diritti derivanti dai rapporti contrattuali risolti.

2. Il Commissario delegato procede, in termini di somma urgenza, all'individuazione dei nuovi affidatari del servizio sulla base di procedure accelerate di evidenza comunitaria e definisce con il Presidente della regione Campania, sentito il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, gli adeguamenti del vigente piano regionale di smaltimento dei rifiuti, anche per incrementare i livelli della raccolta differenziata ed individuare soluzioni compatibili con le esigenze ambientali per i rifiuti trattati accumulati nei siti di stoccaggio provvisorio.

3. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ed il Commissario delegato, nell'àmbito delle rispettive competenze istituzionali, assicurano la massima divulgazione delle informazioni relative all'impatto ambientale delle opere necessarie per il ciclo integrato di smaltimento dei rifiuti assicurando altresì alle popolazioni interessate ogni elemento informativo sul funzionamento di analoghe strutture già esistenti nel territorio nazionale, senza che ne derivino ulteriori oneri a carico della finanza pubblica.

4. È istituita la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, presieduta dal Presidente della regione Campania, di cui fanno parte i presidenti delle province, con compiti consultivi in ordine alla equilibrata localizzazione dei siti per le discariche e per lo stoccaggio dei rifiuti trattati, nonché degli impianti per il trattamento e la combustione dei rifiuti. Alle riunioni della Consulta sono invitati a partecipare i rappresentanti dei comuni interessati alla localizzazione dei siti predetti. Per la partecipazione alle riunioni della Consulta ed ai suoi componenti non spetta la corresponsione di compensi, emolumenti a qualsiasi titolo riconosciuti o rimborsi spese. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare ulteriori oneri a carico della finanza pubblica (3).

5. Il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri può avvalersi, per tutte le opere e gli interventi attinenti all'emergenza nel settore dei rifiuti, del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Fatta salva la normativa comunitaria e nazionale in materia di valutazione di impatto ambientale, per le esigenze connesse allo svolgimento della procedura di valutazione e di consulenza nell'àmbito di progetti di opere di cui all'articolo 6 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni, il cui valore sia di entità superiore a 5 milioni di euro, per le relative verifiche tecniche e per le conseguenti necessità operative, è posto a carico del soggetto committente il versamento all'entrata del bilancio dello Stato di una somma pari allo 0,5 per mille del valore delle opere da realizzare. Le predette entrate sono riassegnate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ad apposita unità previsionale di base del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L'obbligo di versamento si applica ai progetti presentati successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica (4).

6. Gli stati di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nelle regioni Campania, Calabria, Lazio, Puglia e Sicilia, nonché quelli nel settore delle bonifiche nelle regioni Calabria, Campania e Puglia sono prorogati fino al 31 maggio 2006 (5).

7. In funzione del necessario passaggio di consegne ai nuovi affidatari del servizio, ivi comprese quelle relative al personale ed agli eventuali beni mobili ed immobili che appare utile rilevare, fino al momento dell'aggiudicazione dell'appalto di cui al comma 2, e comunque entro il termine di cui al comma 6, le attuali affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania sono tenute ad assicurarne la prosecuzione e provvedono alla gestione delle imprese ed all'utilizzo dei beni nella loro disponibilità, nel puntuale rispetto dell'azione di coordinamento svolta dal Commissario delegato. Alla copertura degli oneri connessi con le predette attività svolte dalle attuali affidatarie del servizio provvede il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri mediante l'utilizzo delle risorse di cui all'articolo 7. Le attuali affidatarie del servizio compiono ogni necessaria prestazione, al fine di evitare interruzioni o turbamenti della regolarità del servizio di smaltimento dei rifiuti e della connessa realizzazione dei necessari interventi ed opere, ivi compresi i termovalorizzatori, le discariche di servizio ed i siti di stoccaggio provvisorio. Per le finalità del presente comma è autorizzata la spesa massima di euro 27 milioni per l'anno 2005 e di euro 23 milioni per l'anno 2006 (6).

8. Per il perseguimento delle finalità del presente decreto, nonché per l'espletamento delle ulteriori attività istituzionali, il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri si avvale, previa intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, del supporto del Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente, nonché, su indicazione nominativa del Capo del Dipartimento, di non più di quindici unità di personale appartenente all'Arma dei carabinieri, alla Guardia di finanza ed al Corpo forestale dello Stato assegnate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione civile, entro trenta giorni dalla relativa richiesta, secondo le procedure e le modalità previste dai rispettivi ordinamenti, nei limiti delle risorse e delle attribuzioni previste dalla normativa vigente. Tale personale svolge attività di monitoraggio e di accertamento delle iniziative adottate dalle strutture commissariali nell'àmbito delle situazioni di emergenza dichiarate ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, per il conseguimento degli obiettivi e per il rispetto degli impegni assunti in base ad ordinanze di protezione civile. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, anche in relazione alle competenze da esercitarsi in base al presente decreto, provvede allo studio di programmi e piani per l'individuazione di soluzioni ottimali attinenti al ciclo integrato della gestione dei rifiuti, con le risorse previste a legislazione vigente (7).

9. [Con successive ordinanze di protezione civile adottate ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è ridefinita la struttura commissariale, al fine di adeguarne la funzionalità agli obiettivi di cui al presente decreto, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica] (8).

 

(3)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(4)  Periodo aggiunto dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(5)  Comma così sostituito dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(6)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(7)  Vedi, anche, i commi 3, 4 e 5 dell'art. 13, O.P.C.M. 25 gennaio 2006, n. 3491.

(8)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21 e, successivamente, abrogato dall'art. 7, D.L. 9 ottobre 2006, n. 263.

 

1-bis. Incremento di posti nel ruolo speciale del Dipartimento della protezione civile.

1. Allo scopo di fronteggiare i contesti emergenziali di cui al presente decreto, anche tenuto conto dei nuovi ed ulteriori compiti del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, il numero dei posti previsti dal comma 3 dell'articolo 3 del decreto-legge 31 maggio 2005, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 luglio 2005, n. 152, è incrementato di ulteriori 90 unità. In tali posti è immesso anche il personale assunto a tempo determinato con ordinanza di protezione civile, in servizio presso l'Ufficio nazionale per il servizio civile, in possesso degli altri requisiti previsti dal comma 4 del medesimo articolo 3 del decreto-legge n. 90 del 2005. Al relativo onere, pari a 1.780.000 euro annui a decorrere dall'anno 2006, si provvede mediante utilizzo delle risorse di cui all'articolo 1 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, come rideterminate dalla Tabella C allegata alla legge 23 dicembre 2005, n. 266 (9).

 

(9)  Articolo aggiunto dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

 

2. Norme di accelerazione delle procedure di riscossione.

1. Il Commissario delegato per il perseguimento delle attività previste all'articolo 1 provvede tempestivamente al recupero della tariffa di smaltimento dei rifiuti presso i comuni, i relativi consorzi e gli altri affidatari della regione Campania, tenendo conto delle situazioni debitorie certificate dai comuni, o comunque attestate dal Commissario delegato medesimo, fino al termine dell'emergenza previsto dall'articolo 1, comma 6, in esecuzione di ordinanze di protezione civile adottate appositamente ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, altresì utilizzando le procedure di riscossione coattiva ai sensi del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, ed adottando, ove necessario, misure di carattere sostitutivo a carico dei soggetti debitori (10).

2. In ogni caso, a fronte del mancato adempimento delle obbligazioni pecuniarie poste a carico dei soggetti indicati nel comma 1, il Ministero dell'interno provvede attraverso corrispondenti riduzioni dei trasferimenti erariali spettanti ai comuni interessati, ivi compresi i trasferimenti a titolo di compartecipazione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche le cui risorse sono versate all'entrata del bilancio dello Stato. Dette risorse rimangono acquisite al bilancio dello Stato sino alla concorrenza dell'importo complessivo indicato nell'articolo 7. Le risorse eccedenti sono riassegnate al Fondo della protezione civile per la gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.

3. Fino alla cessazione dello stato di emergenza, per il pagamento della tariffa di smaltimento dei rifiuti si applica ai soggetti indicati nel comma 1 il regime giuridico delle obbligazioni pubbliche vigente per gli utenti finali (11) (12).

 

(10)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(11)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(12) Vedi, anche, l'art. 8, O.P.C.M. 2 maggio 2006, n. 3520.

 

3. Destinazione delle risorse finanziarie e procedure esecutorie.

1. Fino alla cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania, le risorse finanziarie comunque dirette al Commissario delegato, ivi comprese tutte quelle erogate ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53, e delle disposizioni del presente decreto, sono vincolate all'attuazione, da parte del Commissario delegato, del piano di smaltimento rifiuti e non sono suscettibili di pignoramento o sequestro, secondo quanto disposto dal decreto-legge 25 maggio 1994, n. 313, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1994, n. 460, e successive modificazioni, o di altre procedure esecutive, ivi comprese quelle previste dall'articolo 27 del testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato, di cui al regio decreto 26 giugno 1924, n. 1054, e dall'articolo 37 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, e sono privi di effetto i pignoramenti comunque notificati (13).

2. Fermo quanto previsto dall'articolo 1 del decreto-legge 25 maggio 1994, n. 313, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1994, n. 460, e successive modificazioni, fino alla cessazione degli effetti delle ordinanze di protezione civile, adottate dal Presidente del Consiglio dei Ministri, rispetto a contesti diversi da quelli di cui al comma 1, resta sospesa ogni azione esecutiva, ivi comprese quelle di cui agli articoli 543 e seguenti del codice di procedura civile e quelle di cui agli articoli 26 e seguenti del testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato, di cui al regio decreto 26 giugno 1924, n. 1054, ed all'articolo 33 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, e successive modificazioni, e sono privi di effetto i pignoramenti comunque notificati (14).

2-bis. In tutte le situazioni di emergenza dichiarate ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, la competenza di primo grado a conoscere della legittimità delle ordinanze adottate e dei consequenziali provvedimenti commissariali spetta in via esclusiva, anche per l'emanazione di misure cautelari, al tribunale amministrativo regionale del Lazio, con sede in Roma (15).

2-ter. Le questioni di cui al comma 2-bis sono rilevate d'ufficio. Davanti al giudice amministrativo il giudizio è definito con sentenza succintamente motivata ai sensi dell'articolo 26 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, e successive modificazioni, trovando applicazione i commi 2 e seguenti dell'articolo 23-bis della stessa legge (16).

2-quater. Le norme di cui ai commi 2-bis e 2-ter si applicano anche ai processi in corso. L'efficacia delle misure cautelari adottate da un tribunale amministrativo diverso da quello di cui al comma 2-bis permane fino alla loro modifica o revoca da parte del tribunale amministrativo regionale del Lazio, con sede in Roma, cui la parte interessata può riproporre il ricorso (17).

3. Per le somme già anticipate dalla Cassa depositi e prestiti, ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53, restano ferme le procedure di restituzione di cui al medesimo articolo.

 

(13)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(14) Per l'interpretazione autentica del presente comma vedi l'art. 6, D.L. 9 ottobre 2006, n. 263.

(15)  Comma aggiunto dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(16)  Comma aggiunto dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(17)  Comma aggiunto dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

 

4. Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi.

1. Il comma 3-bis dell'articolo 5 del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401, è sostituito dal seguente: «3-bis. La Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi è l'organo di consulenza tecnico-scientifica del Dipartimento della protezione civile. Per la partecipazione alle riunioni della Commissione ed ai suoi componenti non spetta la corresponsione di compensi, emolumenti a qualsiasi titolo riconosciuti o rimborsi spese. La composizione e le modalità di funzionamento della Commissione sono stabilite dal Presidente del Consiglio dei Ministri con proprio decreto, su proposta del Capo del Dipartimento della protezione civile, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica.» (18).

 

(18)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21. Vedi, anche, il D.P.C.M. 3 aprile 2006, n. 1250.

 

5. Misure per la raccolta differenziata.

1. Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata previsti dalla normativa vigente e per il superamento dell'attuale contesto emergenziale, fino al termine di cui all'articolo 1, comma 6, il Commissario delegato provvede, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ad attribuire ai consorzi costituiti nei bacini identificati con la legge della regione Campania 10 febbraio 1993, n. 10, il compito di effettuare la raccolta differenziata degli imballaggi primari, ed eventualmente della frazione organica, dei rifiuti ingombranti, nonché della frazione valorizzabile di carta, plastica, vetro, legno, metalli ferrosi e non ferrosi, utilizzando i lavoratori assunti in base all'ordinanza del Ministro dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile n. 2948 del 25 febbraio 1999, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 2 marzo 1999 (19).

2. Ai fini di cui al comma 1 è autorizzato a favore del Commissario delegato un contributo nel limite massimo di 8 milioni di euro per l'anno 2005 e di 22 milioni di euro per l'anno 2006, da assegnare ai consorzi (20).

3. Ove i consorzi indicati nel comma 1 non effettuino entro trenta giorni dall'affidamento del servizio la raccolta differenziata, il Commissario delegato, d'intesa con il Presidente della regione Campania, sentiti i Presidenti delle province, provvede al commissariamento dei consorzi.

4. A decorrere dal 1° giugno 2006, il Presidente della regione Campania individua i costi da porre a carico dei consorzi, costituiti nei bacini identificati con la legge della regione Campania 10 febbraio 1993, n. 10.

5. Il Commissario delegato stipula convenzioni con il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) per avviare al recupero una parte dei sovvalli in uscita dagli impianti per la produzione di combustibile da rifiuto, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica.

 

(19)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(20)  Comma così sostituito dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

 

6. Siti di stoccaggio provvisorio.

1. I materiali destinati al recupero, prodotti negli impianti di lavorazione dei rifiuti solidi urbani esistenti nella regione Campania, sono mantenuti a riserva negli attuali siti di stoccaggio provvisorio fino alla definitiva messa a regime del sistema regionale integrato di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e comunque non oltre il 31 maggio 2007, assicurando comunque adeguate condizioni di tutela igienico-sanitaria e ambientale (21).

2. Al fine di garantire, in termini di somma urgenza, l'ordinata gestione dello smaltimento e recupero dei rifiuti nella regione Campania, il Commissario delegato realizza, nel rispetto della normativa vigente in materia le discariche di servizio ed i siti di stoccaggio occorrenti fino alla cessazione dello stato di emergenza e prosegue i lavori per la realizzazione dei termovalorizzatori di Acerra e Santa Maria la Fossa, anche avvalendosi delle risorse finanziarie di cui all'articolo 2, comma 3, del decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53 (22).

 

(21)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(22)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

 

7. Copertura finanziaria.

1. Agli oneri derivanti dagli articoli 1, comma 7, e 5, comma 1, pari a 35 milioni di euro per l'anno 2005 e a 45 milioni di euro per l'anno 2006, si provvede mediante utilizzo delle risorse destinate al reintegro del Fondo per la protezione civile ai sensi dell'articolo 6, comma 1, del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 142, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 1991, n. 195, come determinate dalla Tabella C allegata alla legge 23 dicembre 2005, n. 266 (23).

 

(23)  Comma così sostituito dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

 

8. Cessazione di efficacia di talune disposizioni del decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53, e modifica al medesimo decreto-legge (24).

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto cessano di avere efficacia gli articoli 1, commi 1, 2, 3 e 4, e 2, commi 1 e 2, del decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 3, comma 3 del presente decreto (25).

2. [All'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53, le parole: «tre sub-commissari» sono sostituite dalle seguenti: «un sub-commissario»] (26).

 

(24)  Rubrica così sostituita dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(25)  Comma così modificato dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

(26) Comma abrogato dall'art. 7, D.L. 9 ottobre 2006, n. 263.

 

8-bis. Disposizioni in materia di procedimenti di competenza del Dipartimento della protezione civile.

1. In relazione ai peculiari contesti emergenziali in atto, nelle more dell'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 20 della legge 7 agosto 1990, n. 241, sono esclusi dal campo di applicazione del medesimo articolo 20 i procedimenti di competenza del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché quelli di competenza dei Commissari delegati nominati ai sensi dell'articolo 5, comma 4, della legge 24 febbraio 1992, n. 225.

2. Per le motivazioni di cui al comma 1, limitatamente alle attività del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Commissari delegati di cui al comma 1, il termine previsto dall'articolo 181, comma 1, lettera a), del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, è prorogato fino al 30 giugno 2006 (27).

 

(27)  Articolo aggiunto dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

 

8-ter. -Modifica all'articolo 19 della legge 24 febbraio 1992, n. 225.

1. All'articolo 19 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è aggiunto il seguente comma:

«5-bis. Le somme che il Dipartimento della protezione civile trasferisce ad altre amministrazioni dello Stato per la realizzazione di specifici piani, programmi e progetti sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate nello stesso anno di riferimento con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze alle pertinenti unità previsionali di base dei relativi stati di previsione» (28).

 

(28)  Articolo aggiunto dalla legge di conversione 27 gennaio 2006, n. 21.

 

9. Entrata in vigore.

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.


D.Lgs. 3-4-2006 n. 152
Norme in materia ambientale (art. 205 e All.E)

 

Pubblicato nella Gazz. Uff. 14 aprile 2006, n. 88, S.O.

(omissis)

Articolo 205. Misure per incrementare la raccolta differenziata.

1. In ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti:

a) almeno il trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006;

b) almeno il quarantacinque per cento entro il 31 dicembre 2008;

c) almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012.

2. La frazione organica umida separata fisicamente dopo la raccolta e finalizzata al recupero complessivo tra materia ed energia, secondo i criteri dell'economicità, dell'efficacia, dell'efficienza e della trasparenza del sistema, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1.

3. Nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli obiettivi minimi previsti dal presente articolo, è applicata un'addizionale del venti per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'Autorità d'ambito, istituito dall'articolo 3, comma 24, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, che ne ripartisce l'onere tra quei comuni del proprio territorio che non abbiano raggiunto le percentuali previste dal comma 1 sulla base delle quote di raccolta differenziata raggiunte nei singoli comuni.

4. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio di concerto con il Ministro delle attività produttive d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, vengono stabilite la metodologia e i criteri di calcolo delle percentuali di cui ai commi 1 e 2, nonché la nuova determinazione del coefficiente di correzione di cui all'articolo 3, comma 29, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, in relazione al conseguimento degli obiettivi di cui ai commi 1 e 2.

5. Sino all'emanazione del decreto di cui al comma 4 continua ad applicarsi la disciplina attuativa di cui all'articolo 3, commi da 24 a 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549.

6. Le regioni tramite apposita legge, e previa intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, possono indicare maggiori obiettivi di riciclo e recupero.

(omissis)

ALLEGATO E

1) Obiettivi di recupero e di riciclaggio

Entro il 31 dicembre 2008 almeno il 60% in peso dei rifiuti di imballaggio sarà recuperato o sarà incenerito in impianti di incenerimento rifiuti con recupero di energia;

entro il 31 dicembre 2008 sarà riciclato almeno il 55% e fino all'80% in peso dei rifiuti di imballaggio

materiali contenuti nei rifiuti di imballaggio:

60% in peso per il vetro;

60% in peso per la carta e il cartone;

50% in peso per i metalli;

26% in peso per la plastica, tenuto conto esclusivamente dei materiali riciclati sottoforma di plastica;

35% in peso per il legno.

2) Criteri interpretativi per la definizione di imballaggio ai sensi della Direttiva 2004/12/CE

i) Sono considerati imballaggi gli articoli che rientrano nella definizione di cui sopra, fatte salve altre possibili funzioni dell'imballaggio, a meno che tali articoli non siano parti integranti di un prodotto e siano necessari per contenere, sostenere o preservare tale prodotto per tutto il suo ciclo di vita e tutti gli elementi siano destinati ad essere utilizzati, consumati o eliminati insieme;

ii) sono considerati imballaggi gli articoli progettati e destinati ad essere riempiti nel punto vendita e gli elementi usa e getta venduti, riempiti o progettati e destinati ad essere riempiti nel punto vendita, a condizione che svolgano una funzione di imballaggio;

iii) i componenti dell'imballaggio e gli elementi accessori integrati nell'imballaggio sono considerati parti integranti dello stesso. Gli elementi accessori direttamente fissati o attaccati al prodotto e che svolgono funzioni di imballaggio sono considerati imballaggio a meno che non siano parte integrante del prodotto e tutti gli elementi siano destinati ad essere consumati o eliminati insieme. Esempi illustrativi per i criteri sopra citati sono:

Esempi illustrativi per il criterio i)

Articoli considerati imballaggio

Scatole per dolci

Involucro che ricopre la custodia di un CD

Articoli non considerati imballaggio

Vasi da fiori destinati a restare con la pianta per tutta la durata di vita di questa

Cassette di attrezzi

Bustine da tè

Rivestimenti di cera dei formaggi

Budelli per salumi

Esempi illustrativi per il criterio ii)

Articoli da imballaggio progettati e destinati ad essere riempiti nel punto vendita

Sacchetti o borse di carta o di plastica

Piatti e tazze usa e getta

Pellicole di plastica trasparente

Sacchetti per panini

Fogli di alluminio

Articoli non considerati imballaggio

Cucchiaini di plastica

Posate usa e getta

Esempi illustrativi per il criterio iii)

Articoli considerati imballaggio

Etichette fissate direttamente o attaccate al prodotto

Articoli considerati parti di imballaggio

Spazzolino del mascara che fa parte del tappo della confezione

Etichette adesive incollate su un altro articolo di imballaggio

Graffette

Fascette di plastica

Dispositivo di dosaggio che fa parte del tappo della confezione per i detersivi.


O.P.C.M. 30 giugno 2006, n. 3529
Disposizioni urgenti di protezione civile

 

(1) Pubblicata nella Gazz. Uff. 11 luglio 2006, n. 159.

(2) Il presente provvedimento è anche citato, per coordinamento, in nota al comma 2, dell'art. 2, O.P.C.M. 20 marzo 2003, n. 3274 e al comma 1 dell'art. 2, O.P.C.M. 3 maggio 2005, n. 3431.

 

 

IL PRESIDENTE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Visto l'art. 5, commi 2 e 3 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;

Visto l'art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;

Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;

Visto il decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53;

Visto il decreto-legge 31 maggio 2005, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 luglio 2005, n. 152;

Visto il decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 1° giugno 2006, con il quale è stato prorogato, fino al 31 gennaio 2007, lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti, nonchè in materia di bonifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati, e di tutela delle acque superficiali della regione Campania;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 1° giugno 2006, con il quale è stato prorogato, fino al 31 gennaio 2007, lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi, nonchè in materia di bonifica e risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati e di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territorio della regione Calabria;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 2 marzo 2006 con il quale, fra l'altro, viene nominato commissario delegato il prefetto della Repubblica gen. Carlo Alfiero;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° giugno 2006, con il quale è stato prorogato, fino al 31 gennaio 2007, lo stato d'emergenza nel territorio della regione Lazio in ordine alla situazione di crisi socio-economico-ambientale nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° giugno 2006, con il quale è stato prorogato, fino al 31 gennaio 2007, lo stato d'emergenza nel territorio della regione Puglia in ordine alla situazione di crisi socio-economico-ambientale nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi ed in quello delle bonifiche;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 giugno 2006, con il quale è stato prorogato, fino al 31 gennaio 2007, lo stato d'emergenza in materia di bonifica e di risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati, nonchè in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nella regione Siciliana;

Viste le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3341 del 27 febbraio 2004, n. 3343 del 12 marzo 2004, n. 3345 del 30 marzo 2004, n. 3347 del 2 aprile 2004, n. 3354 del 7 maggio 2004, art. 1, comma 2, n. 3361 in data 8 luglio 2004, art. 5, n. 3369 del 13 agosto 2004, n. 3370 del 27 agosto 2004, n. 3379 del 5 novembre 2004, art. 8, n. 3382 del 18 novembre 2004, art. 8, n. 3390 del 29 dicembre 2004, art. 2, n. 3397 del 28 gennaio 2005, art. 1, n. 3399 del 18 febbraio 2005, art. 6, n. 3417 del 24 marzo 2005, n. 3429 del 29 aprile 2005, art. 6, n. 3443 del 15 giugno 2005, art. 9, n. 3449 del 15 luglio 2005, art. 2, comma 1, n. 3469 del 13 ottobre 2005, art. 5, comma 6, n. 3479 del 14 dicembre 2005, n. 3481 del 19 dicembre 2005, n. 3491 del 25 gennaio 2006, articoli 13 e 15, n. 3493 in data 11 febbraio 2006, n. 3506 del 2006, art. 7, n. 3508 del 13 aprile 2006, art. 13 e n. 3520 del 2 maggio 2006, art. 15, recanti disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione Campania;

Considerato che, in relazione alle straordinarie esigenze connesse alle molteplici emergenze in atto sul territorio nazionale in materia socio economico ambientale, si rende necessario disporre di misure urgenti ed eccezionali finalizzate a consentire l'espletamento delle ulteriori attività di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e dei commissari delegati in materia di protezione civile;

Considerato altresì che, la Consulta regionale per la gestione dei rifiuti nella regione Campania, istituita ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge n. 245 del 2005, come convertito nella legge n. 21 del 2006, non ha ancora provveduto ad indicare la localizzazione dei siti per le discariche di servizio nella regione Campania;

Visti gli esiti delle riunioni tenutesi presso il Dipartimento della protezione civile con i rappresentanti della regione Campania e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio;

Acquisita l'intesa della regione Campania con la nota del 27 giugno 2006;

Vista la nota del 28 giugno dell'ufficio di Gabinetto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio;

Su proposta del capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

Dispone:

 

1.  1. Al fine di assicurare le opportune sinergie per accelerare il completamento delle procedure necessarie alla chiusura degli stati d'emergenza in materia ambientale entro i termini indicati nei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri citati in premessa, nonchè per favorire il conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata, finalizzata al recupero ed al riciclaggio, di imballaggi primari, secondari e terziari, della frazione organica, dei rifiuti ingombranti, nonchè della frazione valorizzabile di carta, plastica, vetro, legno, metalli ferrosi e non ferrosi, nelle regioni in cui è stato dichiarato lo stato d'emergenza nel settore dei rifiuti, ai sensi dell'art. 5 della legge n. 225 del 1992, è istituita presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio un'apposita struttura con funzione di coordinamento e di supporto delle attività svolte dai commissari delegati.

2. Tale struttura avrà in particolare il compito di:

a) formulare indicazioni ai commissari delegati di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri citati in premessa circa le migliori soluzioni per assicurare livelli adeguati per la raccolta differenziata dell'umido, anche ai fini della sua trasformazione in compost di qualità per il successivo riutilizzo;

b) formulare proposte per ottenere da parte del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e dei consorzi di filiera il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio fissati dalla normativa vigente in materia di imballaggi e rifiuti da imballaggio;

c) formulare proposte ai fini dell'adeguamento dei piani regionali per lo smaltimento dei rifiuti, per correggere eventuali violazioni della normativa di derivazione comunitaria;

d) fornire indirizzi per l'utilizzo appropriato delle balle di rifiuti trattati;

e) promuovere altresì le iniziative di informazione per incentivare presso la popolazione la raccolta differenziata, il riciclaggio ed il riutilizzo dei rifiuti;

f) formulare proposte per mettere in condivisione, tra le regioni in cui vige lo stato d'emergenza, le discariche di servizio, anche in fase di gestione post-operativa dove residuino volumetrie disponibili ed ai fini della messa in sicurezza, nonchè, ove possibile, gli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

3. La predetta struttura è presieduta da un soggetto designato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, sentito il capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con funzioni di Presidente, scelto tra persone dotate di comprovata ed elevata professionalità nel settore della tutela ambientale. Alla predetta struttura sono assegnate venti unità di personale, poste in posizione di comando o di distacco, previo assenso degli interessati fermo restando il trattamento, anche economico, in essere al momento del comando, identificate tra i dipendenti delle Amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici anche economici. Detto personale è posto, in deroga alle vigenti procedure di comando e distacco, nella disponibilità del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio entro quindici giorni successivi alla richiesta ed è autorizzato a svolgere attività di lavoro straordinario sino ad un massimo di settanta ore mensili. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio può altresì avvalersi per le attività connesse all'operatività della predetta struttura di un massimo di quaranta unità di personale comunque in servizio presso il medesimo Dicastero ed è autorizzato a svolgere attività di lavoro straordinario sino ad un massimo di settanta ore mensili.

4. Per le medesime finalità il predetto Dicastero può avvalersi fino ad un massimo di venti esperti nelle materie tecniche, giuridiche ed amministrative. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, si provvede all'individuazione dei predetti esperti e del personale di cui al comma 2. Ai predetti consulenti, ed al soggetto che presiede la struttura di cui al comma 2, qualora dipendenti pubblici, è corrisposta una indennità mensile onnicomprensiva, ad eccezione del solo trattamento di missione, di entità pari al 50% degli emolumenti allo stato in godimento. Per i consulenti non dipendenti pubblici, nel provvedimento di nomina si provvede a determinarne i relativi compensi, sulla base di quanto spettante ai consulenti dipendenti pubblici ed in relazione al profilo professionale ed alle mansioni a cui sono adibiti presso la medesima struttura (3).

5. I commissari delegati di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri citati in premessa, riferiscono mensilmente alla predetta struttura sulle iniziative assunte per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalle ordinanze di protezione civile evidenziando e motivando le eventuali criticità e indicando le misure che si intendono adottare per consentire che la realizzazione degli interventi avvenga nei tempi stabiliti dai predetti decreti.

6. Il prefetto di Napoli provvede altresì al pagamento degli oneri del personale operante presso la struttura del commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza socio-economico-ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno, di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3270 del 12 marzo 2003, e successive modificazioni ed integrazioni.

7. In considerazione dei maggiori compiti connessi all'espletamento delle iniziative di cui al presente articolo è corrisposto al prefetto di Napoli un compenso pari al 30% della retribuzione complessiva mensile in godimento, a titolo di indennità onnicomprensiva, con oneri a carico delle risorse assegnate ancora disponibili presso la contabilità speciale intestata al medesimo prefetto.

8. Agli oneri derivanti dall'attuazione dei commi precedenti provvede il prefetto di Napoli con le risorse finanziarie presenti nella contabilità speciale relativa all'emergenza rifiuti al medesimo intestata che presenta la necessaria capienza finanziaria.

9. Al fine di contenere le spese del personale di cui si avvale il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio per le attività connesse alle ordinanze di protezione civile, fermo restando quanto stabilito dai precedenti commi del presente articolo, è ridotto nella misura del 10% il numero complessivo degli esperti previsti dall'art. 5, comma 2 dell'ordinanza n. 3048/2000, dall'art. 6, comma 2 dell'ordinanza n. 3062/2000, dall'art. 4, comma 2 dell'ordinanza n. 3106/01, dall'art. 6, comma 2 dell'ordinanza 3136/01, dall'art. 5, comma 1 dell'ordinanza n. 3186/02, dall'art. 2, comma 8 dell'ordinanza n. 3198/02, dall'art. 9, comma 7 dell'ordinanza n. 3217/02, dall'art. 6, comma 6 dell'ordinanza n. 3261/03 e dall'art. 8 dell'ordinanza n. 3270/03 in materia socio-economico-ambientale, ed il relativo onere. A tal fine, alla data di pubblicazione della presente ordinanza, cessano gli incarichi ancora in essere, affidati in base alle ordinanze appena citate ed il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio provvede alla riorganizzazione delle attività amministrative in materia, affidando nuovi incarichi ed individuando il personale da assegnare all'espletamento delle attività connesse alle ordinanze in materia ambientale.

 

(3) Comma così modificato dall'art. 3, O.P.C.M. 28 luglio 2006, n. 3536.

 

2.  1. Al fine di evitare maggiori pregiudizi alla grave situazione del contesto socio economico ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto nella regione Campania in materia di rifiuti, il commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania (da ora il commissario delegato) provvede, d'intesa con il presidente della regione Campania ed i presidenti delle province interessate, ad individuare le discariche di servizio localizzate nella medesima regione presso le quali conferire immediatamente rifiuti urbani e rifiuti speciali non pericolosi, anche tra quelle in fase di gestione post-operativa, a condizione che residuino volumetrie disponibili per l'ulteriore conferimento dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi, ed al fine di garantire la messa in sicurezza, avvalendosi, ove ritenuto necessario, delle deroghe previste dalle ordinanze di protezione civile in premessa citate con oneri a carico dei fondi commissariali. Per le discariche private il commissario delegato anticipa le somme occorrenti per i relativi interventi assicurandone il recupero presso coloro i quali sono tenuti, in base alla normativa vigente, a farsi carico dei relativi oneri. Ai fini della messa in sicurezza delle predette discariche, il commissario delegato può utilizzare i materiali inerti estratti dal piede della frana di Montaguto (Avellino), previa verifica tecnica dell'adeguatezza dei materiali geologici.

2. Il commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania, è autorizzato ad individuare, anche al fine della loro ricomposizione morfologica, cave dismesse e/o abbandonate, per il conferimento di rifiuti urbani e rifiuti speciali non pericolosi in uscita dagli impianti di selezione dei rifiuti della regione.

3. Per le finalità di cui al presente articolo, il commissario delegato si avvale dei prefetti delle province della regione stessa, che garantiscono la puntuale attuazione delle determinazioni commissariali.

4. Il commissario delegato propone al presidente della regione Campania modifiche del piano cave al fine di ridurre il volume dell'attività estrattiva nelle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento dei rifiuti.

5. Il commissario delegato è autorizzato ad anticipare il 50% delle quote di ristoro dovute ai comuni sedi degli impianti del ciclo integrato dei rifiuti ai sensi delle disposizioni vigenti.

6. Il commissario delegato è, altresì, autorizzato a disporre il riconoscimento di quote di ristoro anche per i comuni confinanti con quelli che ospitano impianti in esercizio a fronte di oggettivi disagi subiti dai comuni medesimi in dipendenza dell'uso dei predetti impianti. La copertura di tali oneri è posta a carico della tariffa dovuta dai soggetti conferenti.

 

3.  1. Al fine di consentire l'ulteriore implementazione della raccolta differenziata, è autorizzato, fino alla cessazione dello stato di emergenza, a favore dei consorzi costituiti nei bacini identificati con legge della regione Campania 10 febbraio 1993, n. 10, un contributo massimo pari ad euro 43.000.000,00, utilizzando a tal scopo i lavoratori assegnati in virtù dell'ordinanza del Ministro dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile 25 febbraio 1999, n. 2948, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 2 marzo 1999.

2. La copertura degli oneri di cui al comma precedente è assicurata, oltre che dalla maggiorazione di cui all'art. 2, comma 5 della ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3286 del 2003, applicando, a partire dal 1° giugno 2006, un'ulteriore maggiorazione pari ad euro 0,018 per chilogrammo di rifiuto conferito, per i comuni della regione Campania che, alla data del 31 dicembre 2005, non hanno raggiunto una percentuale di raccolta differenziata pari ad almeno il 35 per cento su base annua.

3. Il commissario delegato è autorizzato a rimodulare la tariffa nel caso di mancata individuazione delle discariche in ambito regionale e/o provinciale, con la possibilità di variare la stessa anche per singola provincia.

4. I comuni della regione Campania che provvedono all'implementazione dei servizi di igiene urbana, prevedendo l'assunzione di altro personale, sia pure per il tramite di ditte private appaltatrici del servizio, devono coprire il 75 per cento del fabbisogno attingendo dai lavoratori assegnati, in virtù dell'ordinanza del Ministro dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile n. 2948/99, ai consorzi di bacino di cui alla legge della regione Campania, n. 10/93.

5. Per ciascun lavoratore stabilmente impegnato a partire dal 1° giugno 2006, il cui costo è posto a totale carico dei comuni beneficiari, il Commissariato e successivamente la regione Campania riconoscerà al comune il contributo equivalente allo smaltimento di 20 ton/mese di RSU fino al 31 dicembre 2008.

 

4.  1. All'art. 4, comma 3, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3452 del 1° agosto 2005, le parole «di un avvocato dello Stato e di un ulteriore magistrato amministrativo,» sono sostituite dalle parole «di due consulenti scelti tra gli Avvocati dello Stato o tra i Magistrati Amministrativi».


D.L. 4-7-2006 n. 223
Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonchè interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale. (Art. 29)

 

Pubblicato nella Gazz. Uff. 4 luglio 2006, n. 153.

(omissis)

29. Contenimento spesa per commissioni comitati ed altri organismi.

1. Fermo restando il divieto previsto dall'articolo 18, comma 1, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, la spesa complessiva sostenuta dalle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, per organi collegiali e altri organismi, anche monocratici, comunque denominati, operanti nelle predette amministrazioni, è ridotta del trenta per cento rispetto a quella sostenuta nell'anno 2005. Ai suddetti fini le amministrazioni adottano con immediatezza, e comunque entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le necessarie misure di adeguamento ai nuovi limiti di spesa. Tale riduzione si aggiunge a quella prevista dall'articolo 1, comma 58, della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

2. Per realizzare le finalità di contenimento delle spese di cui al comma 1, per le amministrazioni statali si procede, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, al riordino degli organismi, anche mediante soppressione o accorpamento delle strutture, con regolamenti da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, per gli organismi previsti dalla legge o da regolamento e, per i restanti, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro competente. I provvedimenti tengono conto dei seguenti criteri:

a) eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali;

b) razionalizzazione delle competenze delle strutture che svolgono funzioni omogenee;

c) limitazione del numero delle strutture di supporto a quelle strettamente indispensabili al funzionamento degli organismi;

d) diminuzione del numero dei componenti degli organismi;

e) riduzione dei compensi spettanti ai componenti degli organismi;

e-bis) indicazione di un termine di durata, non superiore a tre anni, con la previsione che alla scadenza l'organismo è da intendersi automaticamente soppresso (60);

e-ter) previsione di una relazione di fine mandato sugli obiettivi realizzati dagli organismi, da presentare all'amministrazione competente e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (61);

2-bis. La Presidenza del Consiglio dei Ministri valuta, prima della scadenza del termine di durata degli organismi individuati dai provvedimenti previsti dai commi 2 e 3, di concerto con l'amministrazione di settore competente, la perdurante utilità dell'organismo proponendo le conseguenti iniziative per l'eventuale proroga della durata dello stesso (62).

3. Le amministrazioni non statali sono tenute a provvedere, entro lo stesso termine e sulla base degli stessi criteri di cui al comma 2, con atti di natura regolamentare previsti dai rispettivi ordinamenti, da sottoporre alla verifica degli organi interni di controllo e all'approvazione dell'amministrazione vigilante, ove prevista. Nelle more dell'adozione dei predetti regolamenti le stesse amministrazioni assicurano il rispetto del limite di spesa di cui al comma 1 entro il termine ivi previsto.

4. Gli organismi non individuati dai provvedimenti previsti dai commi 2 e 3 entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono soppressi (63).

5. Scaduti i termini di cui ai commi 1, 2 e 3 senza che si sia provveduto agli adempimenti ivi previsti è fatto divieto alle amministrazioni di corrispondere compensi ai componenti degli organismi di cui al comma 1.

6. Le disposizioni del presente articolo non trovano diretta applicazione alle regioni, alle province autonome, agli enti locali e agli enti del Servizio sanitario nazionale, per i quali costituiscono disposizioni di principio ai fini del coordinamento della finanza pubblica.

7. Le disposizioni del presente articolo non si applicano agli organi di direzione, amministrazione e controllo.

 

(60)  Lettera aggiunta dalla legge di conversione 4 agosto 2006, n. 248.

(61)  Lettera aggiunta dalla legge di conversione 4 agosto 2006, n. 248.

(62) Comma aggiunto dalla legge di conversione 4 agosto 2006, n. 248.

(63) Comma prima sostituito dalla legge di conversione 4 agosto 2006, n. 248 e poi così modificato dall'art. 46, D.L. 3 ottobre 2006, n. 262.


O.P.C.M. 12 ottobre 2006, n. 3546
Ulteriori disposizioni per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti della regione Campania

 

(1) Pubblicata nella Gazz. Uff. 19 ottobre 2006, n. 244.

 

IL PRESIDENTE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;

Visto l'art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;

Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;

Visto il decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21;

Visto il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante: «Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania»;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 1° giugno 2006, con il quale è stato prorogato, fino al 31 gennaio 2007, lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti, nonchè in materia di bonifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati, e di tutela delle acque superficiali della regione Campania;

Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3341 del 27 febbraio 2004 con il quale il dott. Corrado Catenacci viene nominato Commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella Regione Campania;

Viste le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3343 del 12 marzo 2004, n. 3345 del 30 marzo 2004, n. 3347 del 2 aprile 2004, n. 3354 del 7 maggio 2004, art. 1, comma 2, n. 3361 in data 8 luglio 2004, art. 5, n. 3369 del 13 agosto 2004, n. 3370 del 27 agosto 2004, n. 3379 del 5 novembre 2004, art. 8, n. 3382 del 18 novembre 2004, art. 8, n. 3390 del 29 dicembre 2004, art. 2, n. 3397 del 28 gennaio 2005, art. 1, n. 3399 del 18 febbraio 2005, art. 6, n. 3417 del 24 marzo 2005, n. 3429 del 29 aprile 2005, art. 6, n. 3443 del 15 giugno 2005, art. 9, n. 3449 del 15 luglio 2005, art. 2, comma 1, n. 3469 del 13 ottobre 2005, art. 5, comma 6, n. 3479 del 14 dicembre 2005, n. 3481 del 19 dicembre 2005, n. 3491 del 25 gennaio 2006, articoli 13 e 15, n. 3493 in data 11 febbraio 2006, n. 3506 del 2006, art. 7, n. 3508 del 13 aprile 2006, art. 13, n. 3520 del 2 maggio 2006 art. 15, n. 3527 del 16 giugno 2006, art. 8, n. 3529 del 2006, n. 3536 del 2006, art. 8 e n. 3545 del 27 settembre 2006, art. 7, recanti disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione Campania;

Vista la nota del 26 settembre 2006 del dott. Corrado Catenacci con cui il medesimo rassegna le dimissioni dall'incarico di Commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania;

Su proposta del Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

Dispone:

 

1.  1. L'art. 1, comma 10 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3343 del 12 marzo 2004 è soppresso.

2. Il Prefetto della Repubblica gen. Carlo Alfiero svolge le funzioni di sub-Commissario con funzioni Vicarie del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania.

3. Al sub-Commissario di cui al comma 2 è corrisposta una indennità mensile onnicomprensiva, ad eccezione del solo trattamento di missione, di entità pari al trattamento pensionistico attualmente in godimento.

4. In relazione alla gravità del contesto emergenziale in atto ed all'urgenza di adottare gli interventi occorrenti, il Commissario delegato per il superamento dell'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, ferme le deroghe di cui alle precedenti ordinanze di protezione civile già emanate, può adottare, ove necessario, determinazioni in deroga al decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 1998, ed agli articoli 3, 6, 7, 19, 29, 34, 37, 40, 48, 53, 55, 56, 57, 67, 72, 75, 80, 81, 82, 83, 84, 88, 90, 91, 92, 93, 111, 112, 118, 122, 123, 125, 126, 127, 128, 129, 132, 133, 141, 144, 241 e 243, del decreto legislativo n. 163 del 2006, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico vigente.

5. Per far fronte al particolare contesto emergenziale in atto, il Commissario delegato per il superamento dell'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania può avvalersi di impianti pubblici regionali di depurazione delle acque reflue provvisti di vasche, di aree e di volumi tecnici non utilizzati per il processo di depurazione, adeguandoli ove necessario, ai fini dello stoccaggio provvisorio dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi provenienti dalle attività di selezione, trattamento o raccolta dei rifiuti solidi urbani.

 


Documentazione

 


 



[1]  Il programma è stato istituito con la decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002.

[2]La comunicazione sottolinea che va tenuto in considerazione, da un punto di vista ambientale, l’intero ciclo vitale delle risorse, essendo ormai riconosciuto che l’impatto ambientale di molte risorse è spesso connesso alla fase del loro utilizzo e non soltanto alla fase iniziale e finale del loro ciclo di vita.

[3]  Procedura d’infrazione 2005/4051.

[4]  Procedura d’infrazione 2003/4506.

[5]  Procedura d’infrazione 2002/2007, causa C-194/05.

[6]  Procedura d’infrazione 2003/2077, causa C-135/05. Vi è confluita anche la procedura d’infrazione 2002/2133 Discarica di rifiuti definita La Marca, località Sardone di Giffoni Valle Piana (Salerno).

[7]  Procedura d’infrazione 2002/2213, causa C-263/05.

[8]    Convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53.

[9]    Convertito, con modificazioni, dalla legge n. 21 del 27 gennaio 2006.

[10]   Termine indicato dal successivo comma 6 per la fine dello stato emergenziale.

[11]   Termine indicato dall’art. 1, comma 6, per la fine dello stato emergenziale.

[12]   Termine indicato dall’art. 1, comma 6, per la fine dello stato emergenziale.

[13]   Tale norma cercava, infatti, di risolvere la situazione di tali impianti, oggetto di un provvedimento di sequestro da parte della Procura della Repubblica di Napoli, in quanto producevano combustibile non conforme alle specifiche tecniche contenute nel decreto ministeriale 5 febbraio 1998 recante “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22”.

[14]   Pubblicata nella G.U. 21 dicembre 2005, n. 296.

[15]   Pubblicata nella G.U. 22 febbraio 2006, n. 44.

[16]   Pubblicata nella G.U. 11 luglio 2006, n. 159.

[17]   Si tratta, rispettivamente, dell’emendamento 1.400 della Commissione (riproduttivo del testo 2 dell’emendamento Ronchi 1.4 approvato dalla 13a Commissione) e dell’emendamento 1. 2. della Commissione

[18]   Si tratta dell’emendamento 1. 200 della Commissione, riproduttivo dell’emendamento Ronchi 1. 200.

[19]   Recante “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”.

[20]   La clausola di invarianza della spesa è stata introdotta a seguito dell’approvazione dell’emendamento 1.100 della Commissione, in accoglimento del parere della Commissione bilancio.

[21]   Pubblicata nella G.U. n. 244 del 19 ottobre 2006.

[22]   In particolare, in accoglimento del parere della Commissione bilancio, è stato approvato l’emendamento 1. 101. della Commissione.

[23]    www.senato.it/documenti/repository/commissioni/stenografici/15/comm13/13a-20061010-IC-0107.pdf.

[24]   Si tratta della direttiva 90/313/CE.

[25]   La clausola di invarianza della spesa è stata introdotta a seguito dell’approvazione dell’emendamento 2.100 della Commissione, in accoglimento del parere della Commissione bilancio.

[26]   Tale sito è attualmente attivo all’indirizzo www.emergenzarifiuticampania.it.

[27]   A seguito dell’approvazione dell’emendamento 2.30 della Commissione, modificato dai subemendamenti 2.30/6 e 2.30/7, entrambi a prima firma Stefani.

[28]   Emendamento 2.4 della Commissione.

[29]   Si segnala che, in proposito, che il riferimento alla disponibilità immediata delle migliori tecnologie disponibili è stato inserito a seguito dell’approvazione dell’emendamento Libé 3. 9.

[30]   Anche tale specificazione deriva dall’approvazione di un emendamento presso l’altro ramo del Parlamento (Coronella 3.1).

[31]   Si veda, in proposito, il comunicato emesso dal Comune di Salerno all’indirizzo internet http://www.comune.salerno.it/allegati/1943.pdf.

[32]   In seguito all’approvazione degli emendamenti 3.200 Ronchi e 3.2 (testo 2) del relatore (3.200 e 3.400 della Commissione).

[33]   È possibile consultare il piano sul seguente indirizzo internet: http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Rischio_Ambientale/Piano_regionale.pdf

[34]   Emendamento 3.3 (testo 2) del relatore – 3.300 della Commissione, modificato dal subemendamento 3.300/3 a prima firma Stefani.

[35]   Cfr. l’emendamento 4.200 (testo 2) della Commissione.

[36]   L’Accordo Quadro si traduce in specifiche convenzioni operative fra i sei Consorzi di filiera e i Comuni italiani o i loro raggruppamenti (ATO o Consorzi) o i gestori del servizio di raccolta differenziata, per regolare ogni singolo rapporto.

[37]    Fonte: http://www.conai.org.

[38]   Derivanti dall’approvazione da parte dell’Assemblea dell’emendamento 5.2 (testo 2) della Commissione - risultante da una riformulazione dell’emendamento (approvato in sede referente) 5.2 del relatore, come integrato dagli emendamenti presentati in particolare dal senatore Palumbo e dal senatore Barbato e con l'integrazione del senatore Morra – e dell’emendamento 5.8 (testo 2) De Petris.

[39]   Con l’approvazione dell’emendamento 5.120 della Commissione.

[40]   Per una sintesi accurata, comprensiva del quadro finanziario di tale misura, si rinvia a http://db.formez.it/misure2000_06.nsf/b0a2bf1c5764b25ec1256fa30034a6bd/1c27cc12dcc1a8b0c12569ac003201fd?OpenDocument.

[41]   In seguito all’approvazione da parte dell’Assemblea dell’emendamento 5.140 della Commissione e 5.303 (testo 3) Morra.

[42]   Derivanti dall’approvazione da parte dell’Assemblea dell’emendamento 5.700 della Commissione.

[43]   In seguito all’approvazione da parte dell’Assemblea dell’emendamento 5.220 della Commissione.

[44]   A seguito dell’approvazione degli emendamenti, rispettivamente, 5.250 (testo 2) e 5.260 (testo 2) entrambi della Commissione.

[45]   Il testo, coordinato con le modifiche intervenute, è disponibile all'indirizzo internet:

http://www.sito.regione.campania.it/lavoripubblici/Elaborati_PRAE_2006/TestoCoordinatoNormativaPRAE.pdf.; pPer approfondimenti : http://www.sito.regione.campania.it/lavoripubblici/

Elaborati_PRAE_2006/indice_prae_2006.asp

[46]   Si tratta dell’emendamento 5.100 (testo 3) della Commissione.

[47]   In seguito all’approvazione dell’emendamento 6.1.