Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Fondo di Finanziamento del Fondo globale per la lotta all¿AIDS, la tubercolosi e la malaria - A.C. 1194
Riferimenti:
AC n. 1194/XV     
Serie: Progetti di legge    Numero: 113
Data: 05/03/2007
Descrittori:
AIDS   MALATTIE INFETTIVE E DIFFUSIVE
ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI   SANITA' PUBBLICA
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

 

Fondo di Finanziamento del Fondo globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria

A.C. 1194

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n.113

 

 

5 marzo 2007


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento affari esteri

 

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File:ES0043.doc

 


INDICE

 

Scheda di sintesi per l’istruttoria legislativa

Dati identificativi3

Struttura e oggetto  4

§      Contenuto  4

Elementi per l’istruttoria legislativa  5

§      Necessità dell’intervento con legge  5

§      Rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite  5

§      Formulazione del testo  5

Schede di lettura

Proposta di legge

§      A.C. 1194 (Leoni ed altri), Istituzione del Fondo di finanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria  17

§      Rapporto del Global Fund sulla malaria  25

§      Rapporto del Global Fund sulla tubercolosi25

 

 


Scheda di sintesi
per l’istruttoria legislativa



Dati identificativi

Numero del progetto di legge

1194

Titolo

Istituzione del Fondo di finanziamento del Fondo globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria.

Iniziativa

Parlamentare

Settore d’intervento

Organizzazioni internazionali; politica estera; sanità

Iter al Senato

No

Numero di articoli

3

Date

 

§       presentazione alla Camera

23 giugno 2006

§       annuncio

27 giugno 2006

§       assegnazione

20 settembre 2006

Commissione competente

III (Affari esteri)

Sede

Referente

Pareri previsti

I, V e XII

 


Struttura e oggetto

Contenuto

La proposta di legge è diretta a rendere certo e stabile il contributo italiano al Fondo globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria, assicurando nel contempo la distinzione del medesimo contributo rispetto agli stanziamenti destinati alla cooperazione internazionale.

In particolare la proposta - composta di tre articoli - istituisce, nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri, un nuovo Fondo destinato specificamente a finanziare il suddetto Fondo globale (articolo 1).

L’articolo 2 determina la dotazione del Fondo, stabilendola in 50 milioni di euro per l’anno 2006, 130 milioni per il 2007 e 200 milioni per il 2008 (comma 1); a decorrere dal 2009 la quantificazione della dotazione del Fondo spetterà alla legge finanziaria; il  comma 3 reca la copertura finanziaria degli oneri, ponendola a carico del fondo speciale di conto capitale dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze.

Ai sensi dell’articolo 3, il Ministro degli affari esteri presenta ogni anno al Parlamento una relazione volta ad illustrare lo stato di attuazione della legge e le azioni intraprese per la lotta all'AIDS.

 

 

 


Elementi per l’istruttoria legislativa

Necessità dell’intervento con legge

L’utilizzazione della fonte primaria appare necessaria in quanto la proposta dispone l’istituzione di un nuovo Fondo recante oneri a carico del bilancio dello Stato.

 

Rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite

Il provvedimento, essendo volto ad agevolare l’adempimento di impegni di carattere internazionale, appare riconducibile, ai sensi dell’articolo 117, comma secondo, lettera a), della Costituzione (Politica estera e rapporti internazionali dello Stato), alla potestà legislativa esclusiva dello Stato.

 

Formulazione del testo

In relazione all’articolo 2, recante la dotazione del Fondo e la copertura dei relativi oneri, si rileva la necessità di aggiornare la clausola di copertura al bilancio triennale 2007-2009, valutando altresì la congruità delle dotazioni annuali del Fondo di finanziamento in relazione a quanto effettivamente sinora versato dal nostro Paese al Fondo Globale. 

 


Schede di lettura

 


 

Istituzione del Fondo di Finanziamento del Fondo globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria

 

La costituzione del Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria – promossa nella sessione speciale dell’Assemblea generale dell’ONU tenutasi a New York nel giugno 2001 – è stata realizzata al Vertice dei paesi membri del G8 di Genova (2001) su impulso dell’Italia, presidente di turno.

L’iniziativa, sostenuta dal Segretario generale delle Nazioni unite, consiste in un partenariato pubblico-privato; vi aderiscono numerosi Stati, tra i quali l’Italia, organismi internazionali (l’Agenzia ONU per la lotta all’AIDS – UNAIDS -, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, la Banca Mondiale) e associazioni private (Gates Foundation, World Economic Forum, Global Alliance for Vaccines and Immunization).

Il Fondo, che è operativo dal gennaio 2002, finanzia attività di prevenzione e cura, nonché di consolidamento dei sistemi sanitari locali, prevalentemente destinate all’Africa.  L’obiettivo principale è quello di raccogliere e distribuire finanziamenti; il fondo non attua pertanto direttamente programmi per combattere AIDS, TBC e  malaria, ma si affida alla competenza ed alle conoscenze degli esperti locali, lavorando a stretto contatto con altre organizzazioni multilaterali e bilaterali impegnate nei campi della salute e dello sviluppo ed assicurando il coordinamento tra i vecchi ed i nuovi programmi.

Secondo i dati forniti dal medesimo Fondo Globale, si calcola che 39,4 milioni di persone nel 2004 convivevano con il virus HIV (di queste, 4,9 erano state infettate proprio in quell’anno) mentre 3,1 milioni erano morte nell’anno precedente.

Il numero di persone contagiate dal virus HIV è in aumento in tutte le regioni, particolarmente in Cina, nell’Europa dell’Est e nell’Asia Centrale.

L’area dove l’AIDS è più diffuso resta però tuttora l’Africa Subsahariana, nelle cui zone maggiormente colpite si registra una flessione della crescita economica pari all’1-2% l’anno. Sempre nell’Africa Subsahariana, a causa delle morti per AIDS, si contano 12 milioni di orfani, con la previsione che questo numero possa salire a 18 milioni entro il 2010. 

La dimensione della pandemia è individuabile anche osservando i dati contenuti nel Rapporto Global Summary of the AIDS epidemic pubblicato nel dicembre 2006 dall’UNAIDS: nel Rapporto si stima, in particolare, che nel 2006, a livello mondiale, 39,4 milioni persone avevano contratto il virus HIV (di cui circa 4,3 milioni di nuovi infetti) e i morti a causa dell’AIDS sono stati 2,9 milioni.

In tutto il mondo due miliardi di persone, pari a circa un terzo della popolazione mondiale, sono infettate dal bacillo della tubercolosi, e di queste, ogni anno, più di otto milioni si ammalano. Si calcola che nel 2003 siano morte a causa della TBC circa 2 milioni di persone. La dimensione del fenomeno appare ancora più rilevante se si pensa che la TBC è aggredibile con farmaci poco costosi ed efficaci  nel 95% dei casi. La tubercolosi risulta essere in aumento in molti paesi in via di sviluppo e nei paesi con economie di transizione, specialmente  dell’Africa subsahariana e, poiché essa colpisce prevalentemente persone in età produttiva (tra i 15 e i 54 anni), ha un grave impatto sul reddito delle singole famiglie e sull’economia in generale.

Le vittime della malaria sono più di un milione l’anno, ma alcuni studi accreditati indicano che il numero potrebbe salire addirittura a 3 milioni. Anche in questo caso, la regione più colpita è l’Africa, dove si verifica il 90% dei decessi e, di questi, il 90% è costituito da bambini al di sotto dei cinque anni di età.

In base ai dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si evince che approssimativamente il 40% della popolazione mondiale è a rischio di malaria e che ogni anno insorgono tra i 350 e i 500 milioni di nuovi casi. Nonostante negli scorsi anni siano stati fatti considerevoli passi avanti sia nella prevenzione sia nella cura della malaria, resta la difficoltà di raggiungere la maggior parte di coloro che  necessitano di tali misure.

Finora il Fondo ha impegnato 7 miliardi di dollari USA in 136 paesi per sostenere interventi contro le tre malattie, destinando il 57 per cento dei fondi alla lotta contro l’AIDS, il 27 per cento alla malaria e il 15 per cento alla tubercolosi; il rimanente 1 per cento è destinato al rafforzamento dei sistemi sanitari (HSS), un nuovo settore di intervento, introdotto dal Round di finanziamento n. 5, approvato nel 2005.

Il 2 giugno 2006 si è conclusa la riunione del segmento ad alto livello della Assemblea generale dell’ONU sull’AIDS, con l’adozione di una Dichiarazione Politica nella quale è stato riaffermato l’impegno ad attuare pienamente la DichiarazioneGlobal CrisisGlobal Action”, adottata al termine della Sessione Speciale dell’Assemblea Generale sull’AIDS del giugno 2001, nonché gli impegni assunti a livello internazionale, in particolare quelli previsti dal Millennium Development Goals (MDGs)[1]. Nell’illustrare i progressi e le attività del Fondo Globale, il Direttore esecutivo allora in carica, Richard Feachem, ha reso noto che, a quella data, il Fondo stava sostenendo 386 programmi in 130 paesi per un costo totale di 10 miliardi di dollari, consentendo così a 544 mila persone di accedere alla terapia antiretrovirale e a più di mezzo milione di orfani di ricevere cure ed assistenza. Il Direttore Esecutivo informava tuttavia che, nonostante i buoni risultati già ottenuti, per raggiungere i traguardi prefissati, sarebbe stato necessario investire altri 18 miliardi di dollari nel 2007 e 22 miliardi nel 2008 e negli anni successivi.

A distanza di pochi mesi si è svolto a Città del Guatemala il 14° meeting del Consiglio di amministrazione del Fondo Globale (31 ottobre – 3 novembre 2006), nel quale il nuovo Direttore Esecutivo, Michel Kazatchkine, ha reso noto che, grazie ai progetti finanziati dal Fondo, 600 mila persone affette da AIDS sono state trattate con farmaci antiretrovirali, 1,4 milioni di malati di tubercolosi  sono sottoposti a terapia e sono stati distribuiti 11,3 milioni di zanzariere da letto trattate con insetticidi per prevenire la malaria.

Nella 14ma riunione del Consiglio di amministrazione del Fondo è stato approvato un nuovo pacchetto di impegni ("Round 6"), che comporterà uno sforzo finanziario di circa 846 milioni di dollari per sostenere progetti in 63 diversi paesi.

Per i primi cinque anni di funzionamento (2001-2005), l’Italia si è collocata al terzo posto come donatore, dopo Stati Uniti e Francia. Nel 2006, il contributo promesso (e versato) dal Canada è stato superiore a quello promesso dall’Italia che – secondo i dati forniti dal sito internet del Fondo Globale – ammonterebbe a 168,6 milioni di dollari USA, così come il contributo per il 2007.

A seguito dell’impegno assunto con gli altri Paesi del G8, il Governo italiano si era impegnato a versare circa 200 milioni di dollari USA per il biennio 2002-2003 ed un’identica somma per il biennio successivo: con l’art. 5 del d.l. n. 2 del 19 gennaio 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 33 del 10 marzo 2005, è stata infatti autorizzata la spesa di 180 milioni di euro da destinarsi al Fondo globale per gli anni 2004-2005.

Si ricorda, inoltre, che il Presidente del Consiglio dei ministri, nelle Comunicazioni rese al Senato in occasione del voto di fiducia nella seduta del 27 febbraio 2007, ha dichiarato che l’Italia ha provveduto a versare al Fondo Globale i 260 milioni di euro che rappresentano la quota del nostro Paese per gli anni 2005, 2006 e 2007[2].

Come affermato nella relazione introduttiva alla proposta di legge in esame, il contributo italiano al Fondo globale è stato erogato in passato con non sufficiente regolarità, attingendo peraltro il più delle volte ai fondi ordinari stanziati per la cooperazione allo sviluppo nell’ambito dei contributi volontari ad organizzazioni internazionali. Tali incertezze nell'erogazione dei fondi possono avere gravi ripercussioni, quali ad esempio la sospensione nella somministrazione dei farmaci salvavita agli ammalati. La finalità sottesa alla proposta di legge è pertanto quella di assicurare, mediante l’istituzione di un apposito Fondo, la regolarità e la certezza degli importi erogati, condizioni fondamentali, da parte di tutti i paesi donatori, per garantire un efficiente funzionamento del Fondo.

Al fine di rendere certo e stabile il contributo italiano al Fondo globale, assicurando nel contempo la non interferenza del medesimo contributo con gli stanziamenti destinati alla cooperazione internazionale, la proposta di legge in esame prevede l'istituzione di un apposito Fondo di finanziamento.

In particolare la proposta - composta di tre articoli - istituisce nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri, a decorrere dall’esercizio finanziario 2006, un nuovo Fondo destinato specificamente a finanziare il Fondo globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria (articolo 1).

L’articolo 2 determina la dotazione del Fondo, stabilendola in 50 milioni di euro per l’anno 2006, 130 milioni per il 2007 e 200 milioni per il 2008 (comma 1).

Per il finanziamento del Fondo negli anni successivi, il comma 2,  rinvia all’articolo 11, comma 3, lettera d) della legge 5 agosto 1978, n. 468, Riforma di alcune norme di contabilità generale dello Stato in materia di bilancio. Per effetto di tale rinvio, quindi, a decorrere dal 2009 spetterà alla legge finanziaria quantificare la dotazione del Fondo.

Ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera d), della legge n. 468/1978 cit., come modificato dalla L. n. 208/1999, la legge finanziaria reca la determinazione per ciascun anno del finanziamento da iscrivere in bilancio per le leggi di spesa permanente la cui quantificazione è rinviata alla medesima legge finanziaria.

Ai sensi del comma 3 gli oneri per la dotazione del fondo di cui al comma 1 sono posti a carico dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nel “Fondo speciale” di conto capitale dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze; il comma 4 autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Per quanto concerne gli oneri recati dalla proposta di legge si rileva la necessità di aggiornare la clausola di copertura al bilancio triennale 2007-2009, valutando altresì la congruità delle dotazioni annuali del Fondo di finanziamento in relazione a quanto effettivamente sinora versato dal nostro Paese al Fondo Globale[3]

L’articolo 3 pone in capo al Ministro degli affari esteri l’obbligo di presentare al Parlamento una Relazione annuale volta a dare conto dello stato di attuazione della legge e delle iniziative intraprese ai fini della lotta contro l’AIDS.

 

 

 

 


 

 


Proposta di legge

 


N. 1194

¾

CAMERA DEI DEPUTATI

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PROPOSTA DI LEGGE

 

d'iniziativa dei deputati

LEONI, SPINI, RUTA, FRONER, AMICI, MOTTA, CECCUZZI, D'ANTONA, MANCINI, RIGONI, RANIERI, DATO, FORLANI, TRUPIA, AURISICCHIO, FEDI, LENZI, FINCATO, CRISCI, META, REINA, POLETTI, LULLI, PIRO, BOATO, FRANCI, D'ELIA, FUMAGALLI, GRASSI, SINISCALCHI

¾

 

Istituzione del Fondo di finanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria

 

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Presentata il 23 giugno 2006

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Onorevoli Colleghi! - Lo scorso 2 giugno si è conclusala Sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU dedicata alla lotta all'AIDS.

      I centonovantuno Paesi partecipanti hanno riconosciuto che quello di sconfiggere la pandemia è un obiettivo possibile, ma che, al tempo stesso, questa continua ad espandersi al ritmo di quattro milioni di ammalati in più ogni anno, rappresentando una minaccia esiziale per lo sviluppo globale del pianeta.

      Secondo l'ultimo rapporto di UNAIDS, l'Agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all'AIDS, presentato alla Sessione speciale dell'ONU sull'AIDS di inizio giugno (si tratta probabilmente del documento più completo mai prodotto finora: per stilarlo sono stati utilizzati i dati di 126 Paesi e di oltre 30 organizzazioni internazionali), il mondo, nonostante alcuni piccoli progressi, sta sostanzialmente perdendo la sua guerra contro il virus.

      Nell'ultimo quarto di secolo si sono contati 65 milioni di infetti e ben 25 milioni di vittime; solo nell'ultimo anno, infatti, il virus ha ucciso 2,8 milioni di persone, a fronte dei 4,1 milioni di nuovi contagi. Siamo ancora di fronte alla pandemia più devastante al mondo; attualmente si calcolano in 36,8 milioni le persone colpite, il 66 per cento delle quali concentrate nell'Africa sub-sahariana.

      Se infatti qualche buona notizia può essere registrata, soprattutto per quanto concerne la regressione del virus nell'ultimo anno (il tasso di incidenza dell'HIV, ossia il rapporto tra persone infettate e popolazione mondiale, si è infatti stabilizzato) questa non riguarda assolutamente i Paesi poveri del mondo. Nell'Africa sub-sahariana l'incontenibile diffusione del virus ha avuto un impatto devastante: il 6,7 per cento della popolazione, di cui il 59 per cento donne, ha contratto il virus. L'AIDS ha contribuito a creare 12 milioni di orfani nella regione, moltissimi dei quali sieropositivi a loro volta.

      Il 43 per cento di tutti i bambini sieropositivi è concentrato nella sola Africa australe.

      La situazione è esplosiva: secondo il rapporto annuale del Dipartimento della popolazione dell'ONU, l'aspettativa di vita media in Africa, attualmente bloccata a 41 anni, sarebbe di 56 anni senza l'incidenza dell'AIDS.

      A causa della malattia i Paesi più colpiti hanno assistito in quindici anni a un deteriorarsi costante dell'ISU, l'indice di sviluppo umano, che si calcola tenendo conto fondamentalmente di tre fattori: il reddito individuale rispetto al potere di acquisto della valuta, la salute, intesa come speranza di vita alla nascita, e l'istruzione, intesa come rapporto tra indice di alfabetizzazione degli adulti e numero effettivo di anni di studio. Il Sud Africa ha perso 35 posizioni, lo Zimbabwe 23 e il Kenya 18, e si sono aggravate le disuguaglianze sociali all'interno della stessa popolazione, nonché drasticamente ridotte le possibilità di sviluppo economico complessivo: in uno studio del Fondo monetario internazionale, si rileva che i Paesi colpiti dalla pandemia perdono almeno il 2 per cento del loro prodotto interno lordo ogni anno. Se l'andamento continuerà ad essere di questo tenore, anche il Sud-est asiatico, l'America del Sud e i Paesi dell'ex Unione Sovietica dovranno assistere a una pesante espansione dell'epidemia nei prossimi due decenni.

      Alcuni progressi non possono tuttavia essere trascurati. Nel 2003 erano infatti soltanto 400.000 le persone che avevano accesso ai farmaci salvavita, mentre ora sono 1,3 milioni. Si tratta comunque di un risultato ancora gravemente insufficiente, perché si riferisce solo a un 17 per cento del totale della popolazione ammalata.

      Il Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria è stato costituito dai Capi di Stato e di Governo del G8 a Genova nel 2001 (l'Italia in particolare se ne fece promotrice) per sostenere finanziariamente la necessità di un mutamento radicale nella lotta contro la diffusione di questi virus: AIDS, tubercolosi e malaria sono infatti le tre maggiori malattie connesse alla povertà nel mondo, infezioni che provocano morte e malattia soprattutto nei Paesi a basso tenore socio-economico.

      Il Fondo ha ricoperto un ruolo indispensabile nel realizzare e nel mantenere la spinta politica sull'onda della quale è stato pensato e creato; nei suoi cinque anni di vita ha infatti finanziato l'avvio di 400 progetti quinquennali in 131 Paesi, per un totale di 5,4 miliardi di dollari.

      I progetti hanno riguardato, ad esempio, l'invio e la formazione di 500 assistenti sanitari in Niger e il trattamento di 386.000 persone con i farmaci salvavita. La prospettiva è quella di raggiungere, entro il 2010, il risultato di sottoporre a terapia con farmaci antivirali 1,8 milioni di persone.

      La Sessione speciale dell'As-semblea generale dell'ONU per il 2006 si è conclusa, dunque, lo scorso 2 giugno, con la stesura di una dichiarazione che impegna gli Stati firmatari (tra i quali l'Italia) a garantire un flusso di risorse addizionali rispetto a quelle per la cooperazione allo sviluppo (risorse che, però, siano costanti e prevedibili) da destinare al finanziamento della risposta al problema dell'AIDS attraverso il Fondo globale.

      Nel passato il contributo italiano al Fondo globale per la lotta all'AIDS è stato, in modo sufficientemente costante, quantitativamente significativo, ma caratterizzato tuttavia da un'eccessiva «volatilità», e troppo spesso è andato a incidere sui fondi ordinari stanziati per la cooperazione allo sviluppo.

      Un'incostanza, per non parlare di una riduzione, nell'erogazione dei fondi necessari può avere come conseguenza la sospensione nella somministrazione dei farmaci salvavita agli ammalati, con gravi ricadute sulla resistenza virale dei pazienti. I Paesi più colpiti dalla pandemia, quelli dell'Africa sub-sahariana, dipendono, e dipenderanno ancora significativamente nel prossimo futuro, dalle risorse che arrivano dai Paesi donatori per finanziare la loro risposta nazionale all'impatto del virus e per garantirsi un minimo di sopravvivenza e di visione del futuro. Si tratta di regioni che stanno diventando popolate prevalentemente da malati e da orfani. Interi territori già in gravissima difficoltà vedono infatti progressivamente «consumarsi» le generazioni destinate naturalmente a essere protagoniste del loro stesso futuro economico, culturale, umano. Non si può, inoltre, non tenere conto delle ripercussioni che un fenomeno di dimensioni così abnormi comporterà in termini di interazioni economiche e di impatto sociale tra i continenti e tra i cosiddetti «primo» e «terzo» mondo.

      Il 90 per cento dei Paesi considerati nel rapporto dell'UNAIDS ha attualmente una strategia nazionale per la lotta all'AIDS, l'85 per cento ha un organo nazionale di coordinamento in proposito e il 50 per cento dispone di un piano nazionale di monitoraggio e valutazione degli interventi.

      Altri Paesi donatori, come ad esempio la Francia, stanno tentando di rendere il più possibile sicuro e pianificabile nel lungo periodo il loro contributo al Fondo globale, anche per mezzo di procedimenti legislativi ad hoc che rendano certo lo stanziamento delle risorse necessarie e che assicurino anche la non interferenza del contributo previsto per il Fondo con gli stanziamenti destinati alla cooperazione internazionale.

      Da qui la riflessione che ci porta a ritenere necessario anche nel nostro Paese un intervento del legislatore che renda esplicita l'intenzione di operare una vera e propria assunzione di responsabilità rispetto a questo macroscopico problema.

      Occorre attivarsi affinché venga rispettato l'impegno istituzionale assunto dal nostro Paese a contribuire adeguatamente a combattere l'espansione del virus.

      L'istituzione di un Fondo di finanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria destinato a garantire l'adeguato contributo italiano al Fondo globale, rappresenta un passo di essenziale importanza per poter, se non vincere, quantomeno combattere con armi adeguate la guerra della povertà, impegnando il nostro Paese a contribuire a fare fronte ai bisogni finanziari del Fondo globale in misura stabile e congrua, ristabilendo in questo modo anche la sua giusta posizione di leadership tra i Paesi europei donatori, anche in vista della prossima Conferenza per il rifinanziamento del Fondo globale che si terrà a Durban dal 3 al 5 luglio prossimi.


 


proposta di legge

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Art. 1.

(Fondo di finanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria).

      1. A decorrere dall'esercizio finanziario 2006, è istituito nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri il Fondo di finanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria, di seguito denominato «Fondo», destinato a garantire l'adeguato contributo italiano al Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria.

Art. 2.

(Dotazione del Fondo e copertura finanziaria).

      1. La dotazione del Fondo è determinata in 50 milioni di euro per l'anno 2006, in 130 milioni di euro per l'anno 2007 e in 200 milioni di euro per l'anno 2008.
      2. A decorrere dall'anno 2009, la dotazione del Fondo è determinata con le modalità di cui all'articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
      3. All'onere derivante dal comma 1, pari a 50 milioni di euro per l'anno
2006, a 130 milioni di euro per l'anno 2007 e a 200 milioni di euro per l'anno 2008, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.

       4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 3.

(Relazione annuale).

      1. Il Ministro degli affari esteri presenta annualmente al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione della presente legge, che illustra anche le azioni intraprese nel corso dell'anno di riferimento per la lotta all'AIDS.

 

 





[1]    L’Obiettivo 6  dei Millennium Development Goals si prefigge di  fermare la diffusione di AIDS, malaria e altre gravi malattie infettive entro il 2015e di iniziare ad invertire il tasso di diffusione.

 

[2]    In tale occasione il Presidente del Consiglio ha altresì ricordato come il nostro Paese nei mesi scorsi abbia fornito un concreto segnale di sostegno all’Africa, raddoppiando i fondi del nostro aiuto pubblico allo sviluppo, portandoli a 700 milioni di euro nel 2007.

[3]    Si ricorda, infatti, che il Presidente del Consiglio dei Ministri, nelle Comunicazioni rese al Senato in occasione del voto di fiducia nella seduta del 27 febbraio 2007, ha dichiarato che l’Italia ha provveduto a versare al Fondo Globale i 260 milioni di euro che rappresentano la quota del nostro Paese per gli anni 2005, 2006 e 2007.