Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca
Titolo: Il reato di molestia insistente (stalking) negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in Germania
Riferimenti:
AC n. 1249-ter/XV     
Serie: Note informative sintetiche    Numero: 11    Progressivo: 2007
Data: 12/11/2007
Organi della Camera: II-Giustizia

N. 11 - 12 novembre 2007


 

 

Il reato di molestia insistente (stalking) negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in Germania

Il termine anglosassone “stalking”, derivante dal linguaggio tecnico-gergale della caccia e letteralmente traducibile con “fare la posta”, si riferisce a quella serie di comportamenti molesti e assillanti come telefonate, lettere anonime, e-mail, pedinamenti, appostamenti, minacce, aggressioni e intrusioni nella vita privata e lavorativa di una persona, che assumono carattere continuativo e finiscono per configurare gravi e sistematiche violazioni della libertà personale. La crescente rilevanza di tale fenomeno ha indotto i legislatori di alcuni Paesi ad intervenire, definendo una nuova fattispecie di reato. Legislazioni specifiche anti-stalking sono state approvate negli Stati Uniti d’America, in Canada, nel  Regno Unito e recentemente in Germania.  

La prima definizione legale di stalking è stata formulata negli Stati Uniti nel 1990, in risposta ad una serie di reati commessi nei confronti di personaggi dello spettacolo, culminati nell’assassinio dell’attrice Rebecca Schaeffer,  uccisa nel 1989 dal suo stalker, che la molestava da due anni. L’ampia risonanza generata da tali fatti di cronaca nell’opinione pubblica spinse lo Stato della California ad approvare la prima legge anti-stalking, ma già nel 1992 ben 27 Stati americani avevano seguito l’esempio della California.

Inizialmente le norme approvate a livello statale differivano fortemente tra loro, inoltre le ambiguità  dei testi e il doppio requisito dell’intento specifico e della minaccia credibile rendevano scarsamente azionabili in giudizio le norme stesse.

 Per assistere gli Stati nel loro sforzo di prevenire il crescente numero di casi di stalking, nel 1992 il Congresso degli Stati Uniti ha dato incarico all'Attorney General, attraverso il National Institute of Justice, di condurre ricerche sul fenomeno e di sviluppare un modello legislativo anti-stalking conforme alla costituzione e applicabile nelle singole legislazioni statali. Tale modello fu presentato al Congresso nell’ottobre del 1993 e distribuito agli Stati[1].

Le leggi iniziali sono state, quindi, emendate sia dal punto di vista della compatibilità costituzionale, sia dal punto di vista dell’estensione della tutela nei confronti delle vittime. Per esempio molte leggi statali non includevano nella fattispecie di reato le minacce a persone che non facevano parte del nucleo familiare della vittima (c.d. nonfamily members), escludendo quindi il partner. Entro la fine del 1994 tutti i 50 stati e il Distretto di Colombia hanno approvato una specifica legislazione anti-stalking[2]. La maggior parte di queste leggi definisce lo stalking come "l'intenzionale, malevolo e persistente comportamento di seguire o molestare un'altra persona".

Gli elementi giuridici che consentono di individuare un caso di stalking nel maggior numero di Stati sono:

·                una serie di comportamenti ripetuti (course of conduct): quasi tutti gli Stati richiedono la ripetizione di comportamenti che considerati singolarmente non configurano ipotesi di reato. Alcuni Stati specificano anche il numero di volte che un comportamento deve essere ripetuto, il Michigan ad esempio ha disposto che due o più atti separati evidenziano già una continuità di intento. Per quanto concerne la tipologia di atti vietati la casistica è molto varia dalla comunicazione non consensuale, agli appostamenti, ecc.;

·               la presenza di minacce, che non devono essere necessariamente scritte o verbali, in quanto ad esempio anche l’invio di un fascio di rose nere alla vittima può essere considerato come una minaccia. Alcuni Stati, se manca l'elemento di minaccia esplicita, prevedono pene e provvedimenti meno gravi per il crimine o lo trattano come semplici "molestie";

·               l’intento criminale di generare paura nella vittima.

Per quanto concerne le pene bisogna tener conto che molti Stati hanno classificato lo stalking sia come reato grave (felony) sia come reato minore (misdemeanor). Le pene detentive oscillano tra tre e cinque anni nel caso di felony, mentre generalmente per i reati minori la detenzione è fino ad un anno. Alcuni Stati stabiliscono quali sono le c.d. aggravanti, ad esempio lo Stato del Nuovo Messico considera stalking aggravato quello perpetrato ai danni di una persona con meno di sedici anni o quello in cui lo stalker brandisce un’arma. Se il persecutore ha già precedenti in casi di stalking si configura un’ulteriore aggravante, in molti Stati il precedente deve però riguardare la stessa vittima.

A livello federale nel 1994 è stato approvato il Violent Crime Control and Law Enforcement Act, che affronta il problema della violenza contro le donne, includendovi i maltrattamenti all’interno delle mura domestiche, lo stalking e le aggressioni sessuali. Successivamente, è stato approvato l’Interstate Stalking Punishment and Prevention Act del 1996, con il quale è stato introdotto lo specifico reato di stalking a livello interstatale. 

 Va, infine, segnalato che i recenti sviluppi in materia di legislazione antistalking negli Stati Uniti sono finalizzati a contrastare le molestie perpetrate attraverso la rete internet (cyberstalking). Da quando l’utilizzo della rete è diventato uno strumento di comunicazione personale quotidiano per milioni di persone in tutto il mondo, si registrano, infatti, con frequenza sempre maggiore casi di minacce, di intimidazione, di molestie e di persecuzione attuati attraverso i servizi classici della rete: la posta elettronica e le c.d. chat. Tali strumenti insieme ad altri come le tecnologie GPS (Global Positioning System) o le spycam consentono ai persecutori di molestare anche a distanza le loro vittime e di avere accesso anche ai momenti più intimi della loro vita[3].

La prima cyberstalking law è entrata in vigore in California nel 1999,  mentre a livello federale il Congresso ha approvato il Violence Against Women Act del 2000che tra l’altro punisce l’uso di mail o di ogni altro mezzo di scambio interstatale o estero volto a perseguitare la vittima o i membri della sua famiglia. Infine, nel 2005, è stato emendato lo stesso Violence Against Women Act del 2000, considerando reato qualunque condotta che causi alla vittima una notevole angoscia emozionale (substantial emotional distress)[4].

In Canada il 1° agosto del 1993 è stato inserito nel Criminal Code il reato di molestia criminale (criminal harassment) per contrastare in particolare i fenomeni di violenza contro le donne. L’articolo 264 (il testo è reperibile all’indirizzo http://lois.justice.gc.ca/fr/C-46/article-264.html) dispone che è vietato agire nei confronti di una persona in modo da farla sentire molestata, se l’atto in questione ha per effetto di farle ragionevolmente temere per la propria sicurezza o per quella di altre persone di sua conoscenza.

L’articolo indica tassativamente le condotte vietate, in particolare non è consentito molestare una persona in ciascuno di questi modi: 1) seguendo una persona o i suoi conoscenti in maniera ripetuta; 2) comunicando direttamente o indirettamente con quella persona o suoi conoscenti ripetutamente; 3) sorvegliando i luoghi dove quella persona o un suo conoscente risiede, lavora o si trova ad essere; 3) mettendo in atto condotte minacciose di qualsiasi tipo dirette a quella persona o a suoi familiari. Tali comportamenti sono puniti con una pena detentiva massima di dieci anni (nel 2002 la pena massima è stata portata da cinque a dieci anni). Nel 1997 le disposizioni relative alle molestie criminali sono state ulteriormente inasprite, in quanto l’omicidio commesso in un contesto di molestia insistente è considerato omicidio di primo grado (secondo l’ordinamento canadese l’omicidio di primo grado è quello volontario e premeditato).

Nel Regno Unito nel 1997 è stato adottato il Protection from Harassment Act per affrontare in modo più mirato della legislazione precedente i comportamenti di stalking.

La legge ha introdotto al riguardo una specifica figura di reato, individuandone la fattispecie in qualsivoglia condotta che possa costituire molestia per una persona oppure possa indurla a temere una imminente violenza su di sé. Nella definizione legislativa (art. 1), “una persona non deve attuare una condotta (a) che costituisce molestia per un’altra, o (b) che egli sa o dovrebbe sapere che costituisce molestia per un'altra.” Inoltre, incorre nel medesimo reato (art. 4) colui che, consapevole di tali effetti o comunque essendo in grado di prevederli, “induce con la propria condotta un’altra persona a temere, in almeno due occasioni, che le sia usata violenza”.  Tale condotta configura un’ipotesi di responsabilità civile con relativo risarcimento dei danni in Inghilterra e Galles, e contro di essa la legge prevede la possibilità di ottenere un decreto del tribunale atto a far cessare il comportamento illecito. La violazione dell’ingiunzione del tribunale integra gli estremi di un reato penale.

La legge specifica che la condotta in questione non deve essere occasionale, ma ripetuta nel tempo, e che comunque non si versa in ipotesi di reato ogni qual volta sia possibile dimostrare che il comportamento fonte di molestia è finalizzato alla prevenzione di un crimine, o è messo in atto per prescrizione di legge o per soddisfare a requisiti imposti da qualcuno a norma di legge, o si tratta di un comportamento nei limiti della ragionevolezza. Nel caso in cui la condotta fonte di molestia sia causa di timore in una successiva violenza ai danni del molestato, vale come scriminante anche la dimostrazione di aver agito per proteggere se stessi o altri, la propria o l’altrui proprietà (art. 2).

 In Germania nel marzo del 2007 è stata approvata la quarantesima legge di modifica della normativa penale, che ha introdotto nell’ordinamento tedesco il reato di stalking (il testo della legge in lingua tedesca è reperibile all’indirizzo web http://www.bgblportal.de/BGBL/bgbl1f/bgbl107s0354.pdf). Il nuovo art. 238 del codice penale è infatti rubricato “Nachstellung”, che è sinonimo di persecuzione o caccia. La medesima terminologia è stata utilizzata anche nella legge sulla tutela civilistica nei confronti di atti di violenza e persecuzioni (Gesetz zum zivilrechtlichen Schutz vor Gewalttaten und Nachstellungen) entrata in vigore il 1° gennaio 2002. Tuttavia, allo scopo di garantire alle vittime di tale reato una protezione più tempestiva ed efficace, il legislatore ha avvertito l’esigenza di predisporre un apparato sanzionatorio specifico.

In base alla nuova disciplina è punibile con la detenzione fino a tre anni o con il pagamento di un’ammenda pecuniaria chiunque perseguiti illecitamente una persona cercando insistentemente la sua vicinanza, tenti di stabilire con essa un contatto tramite i mezzi di telecomunicazione o l’ausilio di terzi, ordini merci o servizi utilizzando abusivamente i suoi dati personali oppure induca un terzo a mettersi in contatto con essa, minacci con lesioni corporali l’incolumità, la salute e la libertà della vittima o di una persona ad essa vicina, oppure compia azioni simili che rechino grave pregiudizio all’organizzazione di vita di tale persona.

I commi 2 e 3 dell’art. 238 del codice penale prevedono: una pena detentiva che va da tre mesi a cinque anni se il molestatore mette in pericolo di morte o provoca un grave danno di salute alla vittima, ad un suo familiare o ad una persona ad essa vicina ed una pena detentiva che va da uno a dieci anni in caso di morte della vittima, di un suo familiare o di una persona ad essa vicina. Se si prescinde da tali casi, il reato di stalking è normalmente perseguito su richiesta di parte, ma può tuttavia esserlo d’ufficio nel caso in cui l’autorità giudiziaria ravvisi un interesse pubblico all’azione penale.

 

 

Ufficio Legislazione Straniera



[1] Il modello elaborato nel 1993 è pubblicato nell’appendice B del Rapporto Annuale al Congresso del National Institute of Justice:  Domestic Violence, Stalking, and Antistalking Legislation, April 1996, reperibile all’indirizzo   http://www.ncjrs.gov/pdffiles/stlkbook.pdf.

[2] Lo Stalking Resource Center del National Center for Victims of Crime mette a disposizione sul proprio sito internet le norme penali vigenti a livello statale (http://www.ncvc.org/src/main.aspx?dbID=DB_State-byState_Statutes117).

[3] Il National Center for Victims of Crime ha elaborato un modello aggiornato in materia di legislazione antistalking, disponibile nel seguente documento: The Model Stalking Code Revisited: Responding to the New Realities of Stalking, January 2007 reperibile all’indirizzo http://www.ncvc.org/ncvc/AGP.Net/Components/documentViewer/Download.aspxnz?DocumentID=41822

[4] Il testo del Violence Against Women Act è disponibile in lingua inglese all’indirizzo: http://frwebgate.access.gpo.gov/cgi-bin/getdoc.cgi?dbname=109_cong_bills&docid=f:h3402enr.txt.pdf.