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Seguito della discussione della proposta di legge: Buemi ed altri: Concessione di indulto (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 1 e 3 della proposta di legge n. 525, deliberato dall'Assemblea il 18 luglio 2006) (A.C. 525-bis); e delle abbinate proposte di legge: Jannone; Boato; Boato; Forlani ed altri; Giordano ed altri; Capotosti ed altri; Crapolicchio ed altri; Balducci e Zanella (A.C. 372-662/bis-663/bis-665/bis-1122/bis-1266/bis-1323/bis-1333/bis) (ore 15,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge d'iniziativa dei deputati Buemi ed altri: Concessione di indulto; e delle abbinate proposte di legge d'iniziativa dei deputati: Jannone; Boato; Boato; Forlani ed altri; Giordano ed altri; Capotosti ed altri; Crapolicchio ed altri; Balducci e Zanella.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 525-bis ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 525-bis ed abbinate sezione 3).
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 525-bis ed abbinate sezione 1 e 2).
Avverto che non sono da considerarsi ammissibili, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 89 del regolamento, i seguenti articoli aggiuntivi, non previamente presentati in Commissione e che non vertono nell'ambito degli argomenti già considerati nel testo e negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in Commissione: Contento 1.01 (pag. 69), che prevede che ministro della giustizia individui, in sede di approvazione della legge finanziaria per l'anno 2007, un programma di interventi urgenti in materia di edilizia carceraria; Palomba 1.02 e 1.03 (pag. 70), che prevedono rispettivamente l'istituzione di un fondo per la corresponsione di un contributo a favore dei consigli di aiuto sociale e l'istituzione di un fondo per la corresponsione di un contributo a favore dei detenuti che beneficiano dell'indulto e che versino in condizioni di disagio economico.
Ricordo peraltro che, ai sensi dell'articolo 79 della Costituzione, l'amnistia e l'indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale. Ove i predetti articoli aggiuntivi fossero ammessi, gli stessi - essendo collocati in una proposta di legge di indulto - sarebbero posti in votazione con una maggioranza aggravata, pur non essendo il contenuto degli stessi riconducibile alla concessione dell'indulto.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, i gruppi Italia dei Valori, Alleanza nazionale e Lega Nord Padania sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione. Tuttavia, in considerazione della rilevanza dell'argomento trattato ePag. 41del fatto che la proposta in esame consta di un unico articolo, la Presidenza - senza che ciò costituisca precedente - ha ritenuto di ammettere alla votazione un numero di emendamenti pari al triplo di quelli consentiti dal richiamato articolo.
Ricordo nuovamente che, ai sensi dell'articolo 79 della Costituzione, l'amnistia e l'indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera in ogni suo articolo e nella votazione finale.
Da tale previsione discendono, come già ricordato dalla Presidenza nella seduta del 12 gennaio 2006, le seguenti conseguenze. Poiché l'articolo 79 non fa alcun riferimento alle votazioni intermedie che caratterizzano il procedimento legislativo, alle votazioni riguardanti gli emendamenti riferiti ai singoli articoli si applica il principio generale della maggioranza semplice, fatta eccezione per gli emendamenti interamente sostitutivi e per gli articoli aggiuntivi che necessitano per essere approvati della maggioranza dei due terzi.
Come già ricordato, la votazione dei singoli articoli del progetto di legge deve avvenire con la maggioranza dei due terzi dei componenti della Camera. Nel caso in esame, tuttavia, essendo la proposta composta di un unico articolo, secondo quanto previsto dall'articolo 87, comma 5, del regolamento, non si procederà alla votazione di tale articolo, ma si passerà direttamente alla votazione finale del provvedimento che avrà luogo, conformemente alla norma costituzionale, con la maggioranza dei due terzi dei componenti.
Gli emendamenti soppressivi dell'articolo unico del testo devono essere viceversa votati con la maggioranza ordinaria. Poiché il quorum aggravato è previsto dalla Costituzione solo per l'approvazione del progetto e dei suoi singoli articoli, esso non può infatti ritenersi applicabile per una deliberazione di carattere negativo, quale la proposta di soppressione di un articolo.
Il deputato Buontempo ha chiesto di parlare sulla dichiarazione di inammissibilità dell'articolo aggiuntivo Contento 1.01. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo Contento 1.01 è stato dichiarato inammissibile. A mio avviso, invece, sarebbe stato più opportuno chiedere al collega di riformulare tale articolo aggiuntivo prima ancora che lo stesso venisse inserito nel fascicolo delle proposte emendative presentate.
Come è noto, il provvedimento in esame si basa sul fatto che le carceri italiane sono insufficienti a contenere l'attuale numero di detenuti. Dato questo presupposto, all'onorevole Contento sembrava giusto che in questo provvedimento si prevedesse, tra l'altro, che il ministro della giustizia individuasse, in sede di approvazione della legge finanziaria per l'anno 2007, un programma di interventi urgenti in materia di edilizia carceraria, che possano essere realizzati a partire dal 2007, con le necessarie coperture finanziarie.
Tale articolo aggiuntivo al momento non mi pare che comporti un aumento della spesa. A questo riguardo, ricordo che l'articolo 86, comma 2, del nostro regolamento prevede che qualora i nuovi articoli aggiuntivi o emendamenti importino maggiori spese o diminuzione di entrate, sono trasmessi, appena presentati, alla Commissione bilancio affinché siano esaminati e valutati nelle loro conseguenze finanziarie. A tal fine, il Presidente della Camera stabilisce, ove occorra, il termine entro il quale deve essere espresso il parere della Commissione bilancio.
Ciò detto, desidererei sapere se nei confronti di questo articolo aggiuntivo vi è una presa di posizione della Commissione bilancio e conoscere, qualora questa abbia espresso parere contrario, le motivazioni che l'hanno indotta ad esprimere tale parere. A mio avviso, lo ripeto, si poteva chiedere al collega Contento, tramite gli uffici, una riformulazione di tale articolo aggiuntivo proprio perché la materia in esso trattata a me pare attinente al provvedimento in esame. Quello che con tale articolo aggiuntivo si chiede è di fissare, come peraltro avvenuto centinaia di volte, in questo provvedimento dei «paletti» (chiamiamoli così) affinché norme successivePag. 42vertenti sulla stessa materia tengano conto dell'indirizzo già espresso da questa Camera.
Non ritengo - e concludo, Presidente - che la dichiarazione di inammissibilità sia stata fatta secondo la previsione regolamentare. Semmai, a tempo debito, avrebbe potuto essere chiesta una riformulazione, in quanto nell'articolo aggiuntivo in questione si sarebbe potuta modificare la dicitura «a partire dal 2007», in base al principio per cui all'interno di una legge non si può stabilire una data per un evento che deve essere previsto da un'altra legge.
Se venisse eliminata l'espressione «che possono essere realizzati a partire dal 2007», l'articolo aggiuntivo sarebbe accoglibile. Altrimenti, dovremmo dire, ma lo svilupperemo nel corso del dibattito, che il provvedimento in esame si regge sul nulla, poiché non è accompagnato da un impegno, nella proposta di legge, per cui si provvede all'indulto - a cui personalmente sono contrario insieme al gruppo cui appartengo - a causa di un sovraffollamento. Se non viene previsto nulla per eliminare le condizioni di tale sovraffollamento, mi pare che il provvedimento stesso risulti monco.
PRESIDENTE. È stata sollevata un'obiezione circa la decisione della Presidenza di dichiarare inammissibile l'articolo aggiuntivo Contento 1.01. Mi rendo conto del contenuto politico delle osservazioni svolte; tuttavia, dal punto di vista regolamentare, non posso che ribadire la decisione assunta.
L'articolo 86, comma 1, del regolamento della Camera dei deputati stabilisce, infatti, che per l'esame in Assemblea possono essere presentati solo gli emendamenti o articoli aggiuntivi già respinti in Commissione, nonché ulteriori emendamenti o articoli aggiuntivi, purché nell'ambito degli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in Commissione. L'articolo aggiuntivo in questione non risponde palesemente ai citati requisiti, non essendo stato presentato in Commissione e non vertendo sulla materia specificamente oggetto del provvedimento. La Commissione bilancio ha dato parere sull'argomento, ma questo è ininfluente sulla sua ammissibilità.
Deve inoltre essere ribadito che, ai sensi dell'articolo 79 della Costituzione, l'amnistia e l'indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale. Ove i predetti articoli aggiuntivi fossero ammessi, gli stessi, essendo collocati in una proposta di legge di indulto, sarebbero posti in votazione con una maggioranza aggravata, pur non essendo il contenuto degli stessi riconducibile alla concessione dell'indulto.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, abbiamo letto con una certa sorpresa l'elenco dei deputati che hanno chiesto di parlare nella parte pomeridiana della seduta. Francamente, ci aspettavamo un confronto aperto, visto che si tratta di un provvedimento che nasce in una sede prettamente parlamentare.
Vedo invece che, dopo l'onorevole D'Elia, sono iscritti a parlare soltanto deputati del gruppo dell'Italia dei Valori. Dunque, proprio per poter esprimere al meglio il senso del nostro contributo, vorrei pregarla, signor Presidente, di invertire l'ordine degli interventi facendo iniziare i colleghi Leoluca Orlando, Raiti, Costantini, Palomba, Borghesi, Belisario, Donadi e, a seguire, gli altri.
Le sarei estremamente grato se volesse concederci tale opportunità.
PRESIDENTE. Mi si fa rilevare che hanno chiesto di intervenire sul complesso delle proposte emendative presentate anche deputati appartenenti ai gruppi di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania.
I deputati che hanno chiesto di intervenire sono stati «intercalati» finché si è potuto; dopo di che, non ne sono rimastiPag. 43altri se non quelli appartenenti al gruppo dell'Italia dei Valori, i quali sono stati così aggiunti all'elenco.
FABIO EVANGELISTI. Non ho capito la risposta, Presidente!
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Vorrei chiedere al Presidente di sospendere la seduta per qualche minuto, al fine di consentire al Comitato dei nove di esaminare una richiesta formulata da un gruppo parlamentare in sede di Commissione giustizia.
Data l'importanza del dibattito che ci apprestiamo a svolgere questo pomeriggio, credo che affrontare tale questione possa risultare utile ai fini dell'economia dei lavori parlamentari.
PRESIDENTE. Presidente Pisicchio, per favore, può dirmi di quanto tempo ha bisogno?
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, saranno necessari non più di dieci minuti.
PRESIDENTE. Inviterei l'Assemblea a riflettere sulla proposta di sospendere i nostri lavori per il tempo indicato.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, vorrei far presente che il problema non è costituito dalla durata della sospensione della seduta. Per noi, infatti, tale sospensione può anche essere eterna, ma il problema è che si è già svolto l'esame in sede di Commissione.
Segnalo che la stessa Commissione ha già espresso il proprio parere su tutte le proposte emendative presentate e non riteniamo corretto che quando, in sede di Assemblea, si sta per avviare la discussione sul complesso delle proposte emendative presentate, il presidente della stessa Commissione giustizia richieda una sospensione dei lavori.
Il tempo può anche essere limitato - dal momento che sono limitate le modifiche ai pareri espressi che si intendono apportare -, tuttavia si tratta, a nostro avviso, di una questione di principio. Pertanto, se deve essere accolta la richiesta di sospensione, signor Presidente, allora tanto varrebbe rinviare l'esame del provvedimento in Commissione e rivederci a settembre!
Non si tratta solo di sospendere i lavori per dieci minuti, perché il problema è tener fede al lavoro già svolto dalla Commissione giustizia, e vorrei rilevare che il presidente di tale organo dovrebbe essere il garante dell'attività già svolta.
Credo, pertanto, che l'Assemblea sia in condizione di procedere con l'esame del provvedimento all'ordine del giorno. Non riteniamo necessarie ulteriori sospensioni: anzi, le consideriamo del tutto controproducenti (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, mi sembra che, in questa vicenda, siano già capitate un po' troppe stranezze. Vedo l'onorevole Di Pietro in aula - mi rivolgo a lei per rispetto nei suoi confronti, onorevole Di Pietro: la mia era solo una cortesia - e, tra le varie stranezze di questo dibattito sull'ordine dei lavori, vorrei citare il comunicato emesso, ieri sera, dall'ufficio stampa del Ministero delle infrastrutture, il quale ci ha informato riguardo ad una sorta di «autosospensione».
Tale comunicato, infatti, afferma che, visto il perdurare del silenzio da parte dei leader del centrosinistra, il ministro delle infrastrutture ha sospeso gli incontri e le attività a data da destinarsi per dedicarsi alla questione dell'indulto.
Si tratta, a mio avviso, di una stranezza: non credo, infatti, che la nostraPag. 44Costituzione preveda il congelamento o l'autosospensione da incarichi di Governo. Rispetto comunque fino in fondo, naturalmente, il parere del ministro, il quale è evidentemente contrario all'approvazione del provvedimento in esame, così come lo sono, d'altronde, alcuni gruppi parlamentari.
Vorrei tuttavia rivolgere una richiesta alla Presidenza. In questo caso, qualcuno - il Presidente del Consiglio dei ministri, oppure il Vicepresidente del Consiglio, dal momento che è presente in Assemblea - deve chiarire la dinamica alla base degli eventi che si stanno dipanando; in caso contrario, si tratterebbe veramente di aggiungere stranezza a stranezza (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale); oltretutto, si inserirebbero, nell'ambito di una vicenda già di per sé complicata, ulteriori questioni che la renderanno, inevitabilmente, indistricabile!
Vorrei aggiungere che, in materia di indulto, anche in passato sono state espresse opinioni diverse. Tutti noi conosciamo la situazione carceraria: ebbene, oggi è il 25 luglio, ed i gruppi contrari alla concessione dell'indulto possono seguire due strade. La prima via è esprimere la propria contrarietà e cercare di convincere della bontà delle loro ragioni chi, come me, la pensa diversamente.
L'altra strada è quella di ricorrere all'ostruzionismo parlamentare, che consentirebbe al Presidente della Camera di applicare il contingentamento nel calendario successivo, vale a dire nei primi giorni di agosto.
L'unico risultato sarebbe non tanto quello di far ritornare i deputati ad agosto - perché questo è nostro dovere e, dunque, torneremmo -, quanto quello di rendere ancora più difficile la situazione carceraria in ordine ad attese che si sono prodotte anche a causa del fatto che il ministro della giustizia del vostro Governo, qualche settimana fa, è andato ad evocare questo tema nelle carceri, mentre tutti sappiamo che questo non è un tema da evocare nelle carceri (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)! Infatti, una classe politica seria o accetta di andare avanti sulla strada delle decisioni oppure, con rispetto, assume una decisione diversa. L'unica cosa che non può fare è andare irresponsabilmente ad evocare questo tema nelle carceri, giocando con le attese dei detenuti.
In definitiva, onorevole Presidente Bertinotti, il presidente Pisicchio ha chiesto una interruzione di dieci minuti. Da semplice parlamentare, dico al presidente della II Commissione che io e il mio gruppo le concediamo volentieri dieci minuti di sospensione; non solo dieci minuti: mezz'ora, un'ora, ma lei ci deve dire quali sono gli elementi nuovi che devono essere esaminati dal Comitato dei nove. Altrimenti, è un'assurdità; qui si stanno stravolgendo le regole!
Come sottolineato dall'onorevole Elio Vito, il problema non sono i dieci minuti, in quanto siamo di fronte ad una questione di principio. A cosa serve questa sospensione? Vi sono elementi nuovi? Devono essere presentati ulteriori emendamenti?
Presidente Pisicchio, se ci chiarisce questo aspetto, possiamo anche essere d'accordo in ordine alla sospensione, altrimenti - Presidente Bertinotti - sono convinto che lei, come sempre ha fatto, sarà garante della regolarità delle procedure. Ciascuno si dovrà assumere la responsabilità davanti al paese di dire «sì» o «no» all'indulto.
Auspico che i gruppi dell'opposizione - come ha fatto Alleanza nazionale attraverso il presidente La Russa - si assumano la responsabilità di dire «no» all'indulto senza ricorrere all'ostruzionismo che, in questo caso, significa giocare con le attese dei detenuti (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
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IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, dico subito che siamo contrari alla proposta di sospensione anche di un solo minuto, in quanto - grazie ai colleghi dell'Italia dei Valori - siamo nella condizione di fornire risposta al quesito posto dall'onorevole Casini in ordine a quale sia la motivazione di tale sospensione.
Credo che il contrasto evidente esistente all'interno della maggioranza spinga l'Italia dei Valori a presentare tardivamente una «pezza» che farebbe diventare ancora più arlecchinesca l'intera coloritura di questo provvedimento. Credo cioè che i deputati dell'Italia dei Valori abbiano lecitamente in animo - ma dovevano pensarci prima - che il termine dal quale comincerà a decorrere la possibilità di godere dell'indulto non sia più quello del 2 maggio 2006, ma sia legato alla situazione dei reati passati in giudicato.
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, mi sembra si stia discutendo di situazioni che ci consentono di denunciare una sorta di gioco delle parti.
Caro onorevole Di Pietro, occorre essere chiari: non è necessario fare ostruzionismo e noi non ne faremo. È necessario consentire che il Parlamento decida liberamente se intende concedere l'indulto o se invece ritenga - come noi riteniamo - che ciò non sia utile allo svuotamento delle carceri, che a nostro avviso, dopo tre mesi, in mancanza di altri seri provvedimenti, si riempirebbero nuovamente. Il tentativo di approvare norme che consentano che gli amici escano dal carcere e che i nemici restino nel carcere non trova alcun accoglimento da parte nostra (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale e di deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo per esprimere l'appoggio dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori alla richiesta di sospensione formulata dal presidente Pisicchio.
Ho ascoltato parole, frasi, ma soprattutto toni, che mi sembrano veramente poco pertinenti con l'oggetto della discussione attuale.
Mi è parso di percepire nelle sue parole, onorevole Vito, - lo dico con il massimo rispetto nei suoi confronti - quasi un timore rispetto al fatto che chissà cosa di drammatico questa sospensione possa cambiare negli equilibri di un indulto, che, evidentemente, si ritiene di aver già concordato nei termini e nei contenuti.
Devo dirlo con uguale rispetto: ho sentito negli altri interventi tutta una serie di considerazioni, condivisibili o meno, a seconda dei punti di vista, probabilmente più consone a un contenzioso elettorale, piuttosto che a un confronto parlamentare su un aspetto che mi pare limitato e puramente tecnico, ovvero quello di concedere o meno questo breve termine di riflessione.
Da parte nostra, la chiarezza dei nostri comportamenti e la mancanza di qualsiasi intenzione di accedere ad «accordicchi» e piccole contrattazioni dell'ultimo minuto saranno manifestate, nelle prossime ore, con il nostro comportamento in aula. Il nostro comportamento non avrà nulla di ostruzionistico e, semplicemente, cercherà, attraverso il contributo che ognuno dei deputati del nostro gruppo tenterà di fornire a un dibattito chiaro, articolato e preciso, rispetto a un tema che riteniamo centrale, importante e cruciale per tanti aspetti della vita del nostro paese, di apportare quella dignità e quella ampiezza che merita un simile argomento.
Mi sembrano assolutamente fuori luogo le considerazioni svolte in questa sede nei confronti del ministro di Pietro, ma non credo che egli abbia bisogno di difensori. Per questo motivo, esprimiamo il nostro consenso a questa breve interruzione (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, mi pare che, fino ad oggi, siamoPag. 46riusciti positivamente ad affrontare il tema di un provvedimento di clemenza, che richiede, come sappiamo, la maggioranza dei due terzi dei componenti su ciascun articolo e sul voto finale, tenendo in qualche modo slegato il dibattito politico dal confronto normale tra maggioranza ed opposizione.
Credo che, sulla base del testo approvato dalla Commissione, l'esigenza di dieci minuti o di un quarto d'ora di sospensione per verificare la praticabilità e l'accoglimento di alcuni elementi, che non cambiano la natura del provvedimento - lo dico rispetto a quanto dichiarato dal presidente La Russa -, per quel che riguarda il gruppo dell'Ulivo, non abbia nulla a che vedere con la data rispetto alla quale verrebbe applicato il provvedimento di clemenza.
Credo che tale sospensione sarebbe utile per consentire di raggiungere il quorum dei due terzi dei componenti. Se, invece, prevalesse la volontà di fare apparire all'esterno ciò che è utile, piuttosto che cercare utilmente di concorrere ad una soluzione che metta insieme i due terzi dei componenti di quest'Assemblea, potremmo scegliere un'altra strada.
Siccome mi pare, signor Presidente, anche rispetto agli appelli che lei ci ha rivolto in questi giorni, che sia utile cercare di costruire questa intesa, ritengo sia assolutamente fisiologico e normale dare tempo alla Commissione di riunirsi un quarto d'ora, per vedere se è praticabile una soluzione che ci consenta di raggiungere il quorum previsto (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, io mi rivolgo particolarmente a lei per un invito formale sulla necessità assoluta di garantire il rispetto delle regole che la Camera si è data in questi anni.
Non possiamo accettare che, magari attraverso una votazione dell'Assemblea, si tenti di forzare una condizione politica che vede una componente della maggioranza fare palesemente ostruzionismo rispetto all'attività e alle scelte della propria maggioranza e del proprio Governo. Non vogliamo e, quindi, non accettiamo la possibilità che si interrompano i lavori parlamentari, perché siamo oltre il tempo massimo.
Il tempo richiesto, al di là dei dieci minuti, che non sono importanti in quanto tali, non può diventare un modo per trovare un ulteriore artifizio per la componente capitanata e guidata dal ministro Di Pietro, che chiamo ex ministro, perché non si comprende fino in fondo che cosa intenda dire quando congela le proprie funzioni, visto che ci sono milioni di persone sulle strade che hanno bisogno di un ministro che si occupi di infrastrutture, quando, per questioni di lana caprina, viene qui a fare il primo della classe e a dirci che sta nella maggioranza di Governo, un giorno sì e dieci minuti no, per permettere al Comitato dei nove di intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
Perché le chiedo, come hanno già fatto i miei colleghi, di rispettare il regolamento? Perché non vorrei che accadesse che, dopo gli interventi delle numerose persone appartenenti al gruppo dell'Italia dei Valori che hanno chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti con una chiara azione ostruzionistica, si giungesse all'applicazione dell'articolo 44 del regolamento. Probabilmente, il ministro Di Pietro è più abituato a Porta a Porta che alle aule del Parlamento...
Signor Presidente Bertinotti, mi rivolgo a lei: non vorrei che, dopo aver visto l'elenco dei colleghi dell'Italia dei Valori che hanno chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti per svolgere chiaramente un'azione ostruzionistica, qualcuno, magari seduto vicino all'onorevole Franceschini, chieda l'interruzione della discussione, ai sensi dell'articolo 44 del regolamento. Tale meccanismo consentirebbe di chiudere la discussione e permetterebbe al ministro Di Pietro di affermare di portarePag. 47avanti la sua azione ostruzionistica sapendo benissimo che ciò non avverrà.
Allora, le chiedo di consentire il proseguimento dei lavori. Questa Assemblea non può accettare di mettere delle «pezze» a tale provvedimento: oggi, si chiede di essere a favore o contro l'indulto. O si sta in questa maggioranza o non si sta in questa maggioranza; e non si può decidere a giorni alterni, come fa qualcuno che nelle piazze grida vergogna rispetto a questo provvedimento, mentre continua a sedersi nei banchi del Governo, facendo finta di niente (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Per quanto riguarda la Presidenza, faccio soltanto notare, per evitare polemiche a mio giudizio sovrabbondanti, che il ministro Di Pietro è presente nei banchi del Governo, come è suo diritto, naturalmente senza intervenire nel dibattito.
Ha chiesto di parlare il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, noi ci rimettiamo alla sua autorevolezza. Lei ha sotto gli occhi il clima di ricatto politico con cui la maggioranza e il Parlamento stanno affrontando un serio atto di giustizia e di responsabilità. L'indulto non può essere una merce di scambio. L'atto di clemenza o di giustizia erga omnes non deve essere barattato con regole ed eccezioni palesemente costruite per coprire o colpire Tizio, Caio e Sempronio.
Il nostro gruppo - Democrazia Cristiana-Partito Socialista - ovviamente è favorevole all'indulto, all'amnistia, ad una completa revisione del sistema carcerario, nonché ad una completa revisione del sistema di giustizia, con la speranza, infine, non tanto recondita, che il ministro Di Pietro mantenga la sua minaccia e vada finalmente a casa. Il motivo che non possiamo nascondere è che proviamo vergogna per il giudizio che l'Europa esprime sul nostro sistema carcerario e sulla nostra giustizia. Non si può portare avanti un ministero da pubblici ministeri. I pubblici ministeri devono fare i pubblici ministeri e non devono stare in questo Parlamento. Egli non può continuare a ricattare il suo gruppo, imponendo ai suoi appartenenti di parlare ad ogni costo, pur sapendo che molti di loro sono a favore dell'indulto. Non sono uomini liberi; è l'Italia dei dis-valori !
FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, in questa sede si stanno stravolgendo le regole del gioco. Il presidente Pisicchio ha chiesto legittimamente, a termini di regolamento, la riunione del Comitato dei nove, poiché è data a quest'ultimo organo la possibilità di proporre autonomamente nuovi emendamenti. Il gruppo dell'Italia dei Valori ritiene di dover proporre alla Commissione, attraverso il Comitato dei nove, una seria proposta emendativa: non vediamo niente di stravolgente rispetto a ciò che la Commissione può liberamente e autonomamente decidere. Faccio parte del gruppo dell'Italia dei Valori e voglio dire al collega che mi ha preceduto che mi sento pienamente libero, forse più libero di quanto egli non si senta nel suo gruppo, e non gli permetto minimamente di insultare alcuno dei deputati di questo Parlamento, i quali sono tutti liberi, fino a prova contraria (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori)!
Inoltre, signor Presidente, non ho bisogno di prendere le difese di alcuno. Tuttavia, se l'intervento nei confronti del ministro Di Pietro volesse significare che c'è qualcuno a sovranità politica limitata, questo lo si deve dimenticare! Ad ognuno, tanto più ad un leader di un partito che ha manifestato, e confermato, la piena fiducia alla maggioranza ed al Governo, deve essere consentito di esprimere le sue opinioni e posizioni nel modo da lui ritenuto più opportuno, senza che alcuno possa ergersi a giudice!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raiti, (Commenti), naturalmente sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
SALVATORE RAITI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sento il dovere di intervenire, non foss'altro che per puntualizzare, per rispondere ad affermazioni di un collega della Lega che, per il pulpito dal quale provengono...
PRESIDENTE. Per favore, vorrei che lei si attenesse all'ordine dei lavori.
SALVATORE RAITI. Certo, signor Presidente, mi sto sforzando di seguire un percorso logico per far capire la ragione per la quale chiederò di procedere in un certo modo relativamente all'ordine dei lavori.
Il collega della Lega si è sforzato, in maniera impropria, nel compito di offendere l'attività del ministro delle infrastrutture, quando il gruppo dell'Italia dei Valori, con il suo presidente, non sta conducendo altro che una battaglia politica nella quale non soltanto ci siamo spesi nel corso di questi anni, ma abbiamo chiesto il voto, dapprima durante le primarie e, successivamente, alle elezioni politiche. Non si possono sentire certe affermazioni da parte del collega della Lega, il quale dimentica che, spesso, nel corso nella precedente legislatura, i ministri del suo partito saltavano a piazza Montecitorio al grido di: «Chi non salta italiano è!», offendendo, in tal modo, tutto il popolo italiano (Commenti dei deputati della Lega Nord Padania)!
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ma che ordine è?
SALVATORE RAITI. Oggi, si viene ad attaccare un ministro che, nel corso della sua attività istituzionale...
PRESIDENTE. Per favore, la prego!
SALVATORE RAITI. ...sto arrivando alla conclusione, signor Presidente ... sia per ore sia per qualità di lavoro, ha già svolto più di un mandato rispetto al ministro precedente! Lo dico soltanto per ribadire che noi ci sforziamo di essere (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Invito tutti ad avere pazienza e chi parla a concludere.
SALVATORE RAITI. Sto arrivando alla conclusione, signor Presidente.
PRESIDENTE. Lei sa che, per consuetudine, parla un solo deputato per gruppo, mentre io sto permettendo ulteriori interventi sull'ordine dei lavori, in ragione degli argomenti trattati; però, prego anche lei di favorire la conclusione.
SALVATORE RAITI. La ringrazio, signor Presidente: favorirò subito la conclusione.
Dicevo che noi ci sforziamo di essere una forza moderata ed equilibrata. Il contesto nel quale ci muoviamo ci porta a dire che la richiesta di una sospensione di dieci minuti va nella direzione di un ulteriore confronto propositivo, per trovare una strada che ci possa consentire di soddisfare esigenze opposte e che, comunque, come accade nella politica, spesso possono trovare una sintesi. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Come loro capiscono, siamo ad un passaggio molto delicato, cui corrisponde nel paese un'attesa assai grande. Ho sentito richiami al senso di responsabilità di tutti e debbo dire che da qualunque parte essi vengano mi sembrano assolutamente da accogliere.
Vorrei far notare, tuttavia, che i riferimenti al regolamento mi sembrano francamente difficili da accogliere: come loro sanno, la Commissione ed il Governo possono presentare emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi fino a che sia iniziata la votazione dell'articolo. Dunque, è assai evidente che esiste la facoltà della Commissione, in questo caso del Comitato dei nove, di potersi disporre a tale bisogna.Pag. 49
Tuttavia, è stata posta una domanda al presidente Pisicchio: di formulare la motivazione sulla base della quale viene richiesta la sospensione della seduta.
Il presidente ha seguito l'andamento della discussione e credo, quindi, sarebbe utile fare uno sforzo - ma chiedo appunto a lei, presidente Pisicchio, ragguagli in merito a tale possibilità - per poter diluire tale richiesta in un ambito di conoscenze che ne consentano una più precisa motivazione, alla luce della quale eventualmente si possa valutare.
Per tale ragione, le chiedo, presidente Pisicchio - in caso contrario, naturalmente, non potrei che accogliere la sua richiesta - se possibile, di soprassedere alla richiesta medesima, in modo da consentire l'apertura del dibattito sul complesso degli emendamenti e nel caso emergessero, durante il dibattito, ragioni che facessero ritenere a lei ed al Comitato dei nove di necessitare di una rapida valutazione, chiederei a tutta l'Assemblea di accogliere - in tal caso - la richiesta, in modo da consentire - accolta o no che fosse - una prosecuzione ordinaria dei lavori.
Prego, presidente Pisicchio, ha facoltà di parlare.
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, desidererei certamente accogliere il suo invito. Tuttavia, mi permetterò di insistere nella richiesta di sospensione della seduta, per una ragione. Credo che onestamente nessuno dei miei colleghi della Commissione giustizia possa immaginare - o sostenere - di aver visto il presidente della stessa Commissione giustizia in una dimensione diversa dal tentativo di sviluppare un momento di equilibrio e di sottolineatura delle regole che hanno, in modo onesto, trasparente ed assolutamente sgombro da pregiudiziali ideologiche, animato il dibattito nella Commissione medesima.
Qual è stato l'intento di ciò? Quello di arrivare ad una determinazione che fosse davvero comprensiva delle ragioni, altissime e forti, di umanità - ed al tempo stesso di giustizia - che lo stesso tema del provvedimento di clemenza evoca. Questo è il motivo per cui ritengo che, a fronte della richiesta che viene formulata da un gruppo - a questo punto, attraverso una richiesta rivolta al Comitato dei nove - che ha già anticipato di rapportarsi a questo provvedimento con uno spirito collaborativo sì, ma non di rispecchiamento dello schema proposto all'Assemblea, il dovere di un presidente di Commissione, proprio ricorrendo l'obiettivo di un risultato armonioso ed il più possibile coerente con le premesse che hanno così utilmente animato il nostro lavoro in Commissione, sia verificare se è possibile raggiungere l'obiettivo di una convergenza.
La richiesta formulata in Commissione in modo formale dall'onorevole Palomba, quale capogruppo dell'Italia dei Valori, concerne le condizioni di applicabilità dell'indulto. Credo che se fosse già stata accolta la richiesta di sospensione per dieci minuti, a quest'ora avremmo utilmente impiegato il nostro tempo, ma conosciamo bene le procedure parlamentari e l'importanza di questo provvedimento.
In ragione di ciò, signor Presidente, mi permetto di rinnovarle la richiesta della concessione di una pausa.
PRESIDENTE. Hanno chiesto la parola i deputati Volontè e Capotosti. Proporrei, in ogni caso, ascoltati i due deputati che hanno chiesto la parola, di concludere la discussione su questo punto.
Prego, deputato Volontè, ha facoltà di parlare.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, mi consenta. Intervengo solo per chiederle - non so, a questo punto, lei cosa deciderà, se concedere tale pausa subito o alla fine della discussione sulle proposte emendative -, considerata la delicatezza dell'argomento ed anche del momento in cui ci troviamo in quest'aula, in cui vi è un ministro che sulle prime pagine dei giornali dichiara di essersi «autosospeso», di domandare al ministro della giustizia, con tutto il rispetto per il sottosegretario, di essere presente. Ciò perché la presenza del ministro della giustizia possa in qualchePag. 50modo dimostrare quanto al Governo può essere rappresentato anche in quest'aula rispetto ad un argomento che sulle pagine dei giornali sta a tutti a cuore e poi, invece, in quest'aula, senza niente togliere agli altri ministri presenti, viene però rappresentato dal responsabile del dicastero.
PRESIDENTE. Prego, deputato Capotosti, ha facoltà di parlare.
GINO CAPOTOSTI. Signor Presidente, con tutto il rispetto per il presidente della Commissione giustizia, come membro del Comitato dei nove ritengo opportuno sostenere le ragioni formulate dalla Presidenza; infatti, ritengo che sarebbe opportuno dare corso alla discussione per poi, laddove emergessero situazioni particolari, provvedere ad una sospensione.
Al momento mi sembra che non ce ne siano i presupposti. A tal proposito vorrei rimarcare che questo provvedimento - come è stato già detto tante volte - è un provvedimento di natura parlamentare e siamo qui per questo.
PRESIDENTE. Malgrado la mia sollecitazione, ha chiesto la parola il deputato Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per intervenire sull'argomento e, chiaramente, per invitare sia lei sia l'Assemblea a non assecondare la richiesta del presidente Pisicchio, la cui cortesia, anche sotto il profilo istituzionale, è ampiamente riconosciuta sia da me personalmente sia dal mio gruppo; però, mi sembra che questa richiesta sia alquanto irrituale come è già stato detto poco fa.
Noi siamo arrivati in aula alle 15 pronti ad entrare nel merito del provvedimento; infatti, siamo in sede di interventi sul complesso degli emendamenti. Alle 14 c'è stata una riunione del Comitato dei nove e in quella riunione nessuno - neanche i rappresentanti del gruppo dell'Italia dei Valori - ha sollevato eccezioni. C'è stata anche un'esplicita richiesta del presidente a fronte del parere negativo su tutti gli emendamenti da parte del relatore di, eventualmente, entrare nel merito nel corso della discussione e di chiedere ulteriori approfondimenti.
Allora qual è il fatto nuovo che dovrebbe far riconvocare il Comitato dei nove, senza essere entrati nella discussione articolo per articolo ed emendamento per emendamento?
Lei, signor Presidente, ha fatto bene a chiedere maggiori chiarimenti al presidente Pisicchio. Che cosa è cambiato se il gruppo Italia dei Valori o il ministro Di Pietro vogliono presentare degli emendamenti nuovi ed aggiuntivi? Potevano farlo prima, potevano presentare la richiesta alle 14 nel Comitato dei nove e non sicuramente adesso; oppure richiamiamo il regolamento: qualunque emendamento nuovo può essere presentato dal relatore o dal Governo. A questo punto intervenga il Governo.
PRESIDENTE. Mi sembra che abbiamo sentito tutta la gamma delle opinioni e io stesso ho avanzato una proposta che pensavo potesse tenere conto dell'andamento della discussione in cui tutti gli elementi sono stati sviscerati.
Noi rischiamo, però, di infilarci in una strada senza via di uscita; quindi, formulo, per l'ultima volta, al presidente Pisicchio la domanda: intende mantenere la sua richiesta?
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sospendo pertanto brevemente la seduta per consentire al Comitato dei nove di riunirsi.
La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,35.