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Sulle dimissioni del deputato Paolo Cacciari.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le dimissioni del deputato Paolo Cacciari.
Comunico che in data 19 luglio è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera di dimissioni da parte del deputato Cacciari. Ne dò lettura all'Assemblea.Pag. 65
«Caro Presidente, Le chiedo di accettare le mie dimissioni da deputato del Parlamento. I motivi sono contenuti nella dichiarazione che ho avuto modo di svolgere in aula e che allego.
Cordiali saluti.
Firmato: Paolo Cacciari».
Ricordo che, in base alla consolidata prassi costituzionale, le dimissioni dal mandato parlamentare, ove non siano motivate in relazione alla volontà di optare per una carica o per un ufficio con esso incompatibile (articolo 17-bis, comma 2, del regolamento), devono essere accettate dall'Assemblea con apposita deliberazione.
Avverto che, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del regolamento, la votazione sull'accettazione delle dimissioni del deputato Paolo Cacciari avrà luogo a scrutinio segreto mediante procedimento elettronico.
Passiamo, dunque, alla votazione delle dimissioni del deputato Paolo Cacciari.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, colleghe e colleghi, è nota a tutti, essendo stata anche da noi appresa in aula, la vicenda relativa alle dimissioni del nostro collega e compagno di gruppo, Paolo Cacciari.
In questa mia dichiarazione di voto, non voglio entrare nel merito delle motivazioni che hanno portato il deputato Cacciari ad esprimere la sua volontà di dimettersi. Nello stesso tempo, sento di dover esprimere rispetto per la persona, per la sua storia e anche per la sua scelta personale.
Cionondimeno, il nostro gruppo non ha condiviso l'utilizzo dello strumento delle dimissioni per segnalare un dissenso politico. Non condividiamo il ricorso a questo istituto, previsto ovviamente anche dal regolamento della Camera; quindi, vorremmo chiedere a tutta l'Assemblea, oltre che dichiararlo noi stessi, di respingere le dimissioni del deputato Cacciari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianco. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, intendo anzitutto chiederle scusa se, ieri sera, in un momento un po' acceso, mi sono rivolto a lei con scarso riguardo, ma sa, nel momento in cui le risorse della politica sono sempre più ridotte, la risorsa del diritto alla parola finisce per diventare l'unico modo per esprimere il proprio pensiero. Comunque, intendo chiederle scusa.
Ho chiesto brevemente la parola perché mi sembra che quello sollevato dal deputato Cacciari con le sue dimissioni sia un problema che va al di là della questione che lui stesso ha posto, appunto, con le sue dimissioni, cioè di una coerenza che intendeva mantenere con il suo gruppo, e riguardi un principio che ritengo fondamentale, quello previsto dall'articolo 67 della Costituzione, laddove è sancito che il deputato rappresenta la nazione.
Esiste un problema di vincolo con il partito con il quale si creano le relazioni, ma esiste anche questo principio fondamentale che credo sia da rispettare. Ecco perché mi pronuncio per il rigetto delle dimissioni.
Signor Presidente, lei ha introdotto un'innovazione linguistica, quella di chiamarci deputati.
Ogni volta che sento pronunciare la parola «deputato», provo emozione, perché essa evoca in me quello che potrebbe rappresentare. In realtà, debbo dire che il termine «deputato» è, a mio avviso, alquanto inappropriato. Più che deputati, noi siamo delegati: siamo stati eletti per scelte di un'oligarchia che, purtroppo, ha determinato e determina sempre più la vita politica del paese.
Pertanto, al di là della posizione specifica, nel merito, dell'onorevole Cacciari - naturalmente, non la condivido affatto e gli chiederei di domandarsi perché 500 parlamentari votino da una parte, pur senza essere guerrafondai, e lui dall'altra parte -, mi sembra di dover rivendicare il principio fondamentale del diritto ad esserePag. 66rappresentante, secondo la propria coscienza, della nazione. Credo che questo valore vada conferito anche al voto che stiamo per esprimere: per respingere, spero, le dimissioni del collega (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Grazie. La ringrazio, altresì, per le sue parole di scusa, di cui, tuttavia, vorrei rassicurarla, non vi era affatto bisogno. Grazie, comunque.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, desidero sottolineare che, in un momento in cui le dimissioni vengono spesso annunciate o minacciate, ma mai rassegnate, è particolarmente apprezzabile il gesto di un deputato che, prima, dà le dimissioni e, poi, le motiva sui mezzi di informazione.
La penso in modo molto diverso dal deputato Cacciari sulla questione oggetto di dissenso (reputo essenziale per la politica estera dell'Italia la missione in Afghanistan), ma ritengo che debba essere registrato il fatto che l'onorevole Cacciari, per non entrare in conflitto con la sua coscienza e con i deliberati del suo gruppo, abbia clamorosamente firmato una lettera di dimissioni, gesto a cui questa Assemblea non era abituata, nemmeno se si ha riguardo al passato meno prossimo.
È vero che, come ha rilevato, prima di me, l'onorevole Bianco, siamo qui in rappresentanza del popolo, e non dei partiti, anche se la legge elettorale recentemente approvata dal Parlamento, con la quale si è votato in occasione delle ultime elezioni politiche, segna profondamente l'appartenenza di un deputato ad una lista di partito, molto più di quanto non accadesse in passato con il sistema delle preferenze. Tuttavia, anch'io ritengo che le dimissioni di Cacciari vadano respinte. In questo, accolgo l'appello del capogruppo di Rifondazione Comunista, Migliore, e mi appresto ad esprimere, insieme ai colleghi del mio gruppo, un voto contrario all'accettazione delle dimissioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei rassicurare i colleghi: non ho manie di interventismo, anche se capisco che, in questi giorni, mi hanno sentito parlare fin troppo ed anche usare toni molto accesi. Se i miei toni sono stati eccessivamente accesi, me ne scuso con tutti.
Parlo in dissenso dal mio gruppo e, quindi, parlo per me: penso che la volontà dei singoli, la volontà di ciascuno di noi, essendo tutti persone adulte e consapevoli di ciò che facciamo, debba sempre prevalere su qualunque rito, soprattutto se si tratta di rito di mera forma senza sostanza.
Ciò premesso, la settimana scorsa, quando abbiamo discusso la proposta di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del collega Fitto, questi è intervenuto e con dichiarazioni che ho trovato estremamente nobili, serie e ponderate ci ha detto: non tenete conto della proposta della Commissione, perché io, pur sapendo di avere ragione in questo specifico caso, chiedo che sia privato della libertà così come ha richiesto il magistrato procedente. Io ritenevo che quando una persona - uno di noi - rende una dichiarazione così nobile, fa un gesto eroico, questo è tale se poi porta anche a sopportare le conseguenze che ne derivano. La votazione che noi abbiamo fatto, invece, ha fatto venir meno molta della nobiltà con la quale il collega Fitto era intervenuto la settimana scorsa. Per questo, quando si è acceso quel pannello, c'era un solo voto favorevole alla richiesta che l'onorevole Fitto ci aveva posto, che mi ha provocato numerosi epiteti che evito di ripetere da parte dei colleghi di Forza Italia.
Credo che anche oggi la situazione, sia pure per questioni totalmente diverse, sia sullo stesso piano: abbiamo avuto un collega che, con un atto di grande nobiltà, direi quasi con un gesto eroico, pur di non danneggiare la maggioranza ha chiesto diPag. 67dimettersi. Ebbene, io trovo che la volontà di ciascuno di noi - ripeto - debba sempre prevalere, altrimenti qui noi celebriamo semplicemente un rito. Per questo motivo, in dissenso dal mio gruppo, dichiaro che voterò a favore della richiesta del collega Cacciari, il quale peraltro stimo tantissimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, per la verità non pensavo che si dovesse giungere comunque ad intervenire su tale questione. Qualche sospetto mi era venuto nel momento in cui proprio il gruppo di appartenenza del deputato Cacciari aveva fatto richiesta di mettere in calendario, in maniera molto celere, le dimissioni del collega. Tuttavia, prassi e fair play precedenti orientano a respingere le dimissioni del collega Cacciari, ma senza alcuna motivazione. Infatti, se si deve improntare il discorso su argomentazioni di natura politica, allora cambia tutto. Ecco perché mi aspettavo che in questa occasione non si aprisse bocca sulle dimissioni e queste venissero respinte così come è sempre stato fatto in quest'aula, in presenza di dimissioni di un collega.
Dunque, io non aderisco alla richiesta del collega Cacciari, respingendo, assieme al mio gruppo, le sue dimissioni, ma di certo non aderisco alla richiesta del collega Migliore, in quanto non è questo il modo di respingere o di accettare le dimissioni di un collega. Infatti, possiamo aprire una parentesi per dire che il valore di quelle dimissioni è altissimo, non solo sotto il profilo politico, ma anche sotto quello della dignità. Se pertanto dovessimo improntare in questo modo i nostri interventi in quest'aula, allora sì che sarebbero da accogliere; e mi sembra non debba essere così in questo caso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, colleghi, i deputati di Alleanza Nazionale voteranno contro la presa d'atto del collega Cacciari, non solo e non tanto per un tradizionale fair play istituzionale che vede quest'Assemblea - com'è stato ricordato - respingere in prima sede le dimissioni di colleghi, quando non motivate dall'esigenza di optare per altre sedi rappresentative, ma anche e soprattutto per la novità rappresentata da dimissioni motivate - come è stato fatto - in aula, anche con accenti drammatici, su questioni politiche di grande rilevanza, che hanno sottolineato (a mio avviso anche positivamente, da parte di questo collega) l'esigenza di non tradire un mandato elettorale e quindi di porre il suo mandato a disposizione del suo gruppo parlamentare e del suo partito.
Io penso che in un paese abituato a trasformismi, anche storicamente a giravolte di posizione, questo atteggiamento fa riflettere sui limiti delle rappresentanze e sull'esigenza - anche in sede parlamentare - di garantire il dissenso rispetto alle posizioni dei gruppi di appartenenza, ponendo pertanto una serie di questioni sulle quali ciascun gruppo deve riflettere con attenzione.
Non so quale sarà l'esito e il rapporto che si aprirà tra il collega Cacciari, il nostro voto e il suo gruppo, ma adesso penso sia giusto - con il rispetto che si deve ad un dibattito interno ad un gruppo parlamentare - respingere le sue dimissioni sia per il rispetto che si deve ad un collega, sia per le motivazioni che lo hanno portato a questo gesto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch'io non ritenevo necessario intervenire; però, avendo consuetudine con quest'aula da un po' di tempo, e avendo vissuto varie di queste vicende, mi sento di fare dei rilievi. È consuetudine politica, è un atteggiamento istituzionale corretto dell'Assemblea respingere sempre,Pag. 68tranne che non ci siano motivazioni eccezionali, le dimissioni di un collega, perché questo è un segno di rispetto nei confronti dell'elettorato che lo ha eletto.
Siccome, però, si è parlato anche della sostanza, vorrei dire che, una volta tanto, siamo in presenza di un episodio molto degno; infatti, l'onorevole Cacciari ha motivato le sue dimissioni con la volontà di non danneggiare il suo partito e la posizione che il suo partito - Rifondazione Comunista - aveva preso su una argomento così importante. Oggi, Rifondazione Comunista per bocca del suo capogruppo - l'onorevole Migliore - dice che il collega Cacciari deve rimanere in quest'aula.
Io credo che questo sia un episodio degno e positivo della storia del Parlamento italiano: da un lato, un deputato che si è sentito in condizione di dover rimettere il mandato e, dall'altro, un partito che ha riconosciuto la dignità e la capacità di un deputato di poter far valere le sue opinioni anche se in dissenso dal proprio partito.
Con questo spirito votiamo per il rigetto delle dimissioni, non soltanto per etica parlamentare, ma anche per un motivo di sostanza che, una volta tanto, fa piacere sentir ripetere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, anche noi Verdi avremmo voluto non intervenire, ma, anche alla luce di questo breve dibattito che si è aperto, riteniamo di esporre il nostro punto di vista, che non può non uniformarsi a quella che è la prassi parlamentare. Il deputato Cacciari ha compiuto un gesto di grande dignità politica - anche se non lo condividiamo - per cui ritengo che sia giusto che le sue dimissioni siano respinte.
Signor Presidente, proprio perché stiamo parlando di dignità, io non vorrei che l'educazione di alcuni gruppi parlamentari, l'educazione di molti parlamentari, indipendentemente dal fatto che facciano parte dell'opposizione o della maggioranza, venisse scambiata per stupidità (uso questo termine per non offendere l'aula). Io ed il mio gruppo ci riteniamo offesi e fortemente indignati verso chi, alcuni minuti fa, ha pronunciato gravi parole di offesa nei confronti di questo Parlamento, dicendo che con il voto precedente - in questo caso rivolgendosi all'Unione - si è persa la dignità politica. Mi sto riferendo al ministro Di Pietro.
Il sottoscritto e questo gruppo non hanno perso alcuna dignità politica; quindi, attendiamo le scuse perché, ove esse non arrivassero, come gruppo parlamentare noi ci regoleremo di conseguenza nei confronti di chi non rispetta il voto parlamentare e la dignità dei parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi dei Verdi, de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e di deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giacomelli. Ne ha facoltà.
ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, credo che in quest'aula si debba parlare il linguaggio della verità e, dunque, mi conformerò alla linea e alla decisione già annunciata e spiegata dal collega Spini, del gruppo dell'Ulivo. Tuttavia, credo che non si possano tacere due rilievi, perché mi sembra che su tale questione - che anche secondo me doveva passare sotto silenzio - ci siano due equivoci: io non credo che questo gesto, questo metodo possa essere esaltato esattamente come un modo di esprimere al meglio la funzione e la responsabilità del parlamentare.
Lo dico con il massimo rispetto, naturalmente, per le decisioni e le scelte di ciascuno. Se, tuttavia, di fronte alle difficoltà di alcune scelte e di alcuni passaggi, che non mancano (abbiamo appena concluso una lunga e tormentata vicenda in questo senso), noi esaltiamo il metodo delle dimissioni come momentaneo parcheggio in attesa che passi la fase dellaPag. 69scelta e che poi l'Assemblea le respinga, non credo che concorreremo ad esaltare la figura del parlamentare e le responsabilità che si deve assumere.
Da questo punto di vista, non intendo mettere in dubbio, naturalmente, la buona fede del collega Cacciari, né attribuirgli questa intenzione. Lo dico con riferimento alle riflessioni che stiamo svolgendo.
Credo che in queste ore e in questi giorni abbiamo visto troppi di questi parcheggi o congelamenti. Credo che ciascuno di noi, nel ruolo in cui è stato posto dalla volontà dei cittadini, debba assumersi la responsabilità delle proprie decisioni, per quanto difficile, in assenso, trovando una sintesi con la linea politica del gruppo o dello schieramento a cui appartiene, o avendo il coraggio, ed essendo rispettato per questo, di un dissenso, che sempre, nelle nostre istituzioni, trova il massimo rispetto.
Pertanto, è bene che, per prassi - invito il collega ad una riflessione al riguardo: credo che questo sia il senso della prassi -, si respingano le sue dimissioni, senza esaltare questo sistema, che somiglia al parcheggio del gioco del Monopoli per evitare passaggi difficili, che non mancheranno in questi anni, ma, anzi, come un invito ad evitarlo in futuro (Applausi di deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Invito tutti i parlamentari a contenere i propri interventi. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sarò brevissimo, mentre la ringrazio della possibilità che offre all'Italia dei valori.
Se faccio riferimento, però, soltanto agli ultimi due interventi che ho ascoltato, scorgo un po' di «pelosità» nell'invito a riflettere rivolto al deputato Cacciari e, insieme a questo, un'occasione ghiotta per riproporre qui una polemica politica, che non è proprio delle migliori.
Soprattutto il deputato Bonelli ha voluto richiamare la discussione, il dibattito e la battaglia parlamentare, chiara, trasparente e alla luce del sole, svolta dal gruppo dell'Italia dei Valori sul tema dell'indulto e ne ha voluto fare oggetto di una velata minaccia. Così come una velata minaccia c'era nelle parole del collega Giacomelli, rivolta al collega Cacciari: bada, che per questa volta ti va bene, ma la prossima...
No, non è questo. L'Italia dei Valori voterà per respingere le dimissioni dell'onorevole Cacciari, ma non lo fa con una velata minaccia e non lo fa soltanto per prassi parlamentare o per consuetudine. Lo fa perché ha apprezzato il gesto e la coerenza del deputato Cacciari.
Colgo l'occasione, che mi è offerta in questi pochi secondi, per sottolineare come, mai come oggi, sia stata offerta un'immagine caricaturale dell'Italia dei Valori. Noi non siamo una caserma. Lo ha dimostrato poco fa l'intervento dell'onorevole Borghesi. Noi non siamo una caserma e lo ha dimostrato questa mattina l'intervento dell'onorevole Federica Rossi Gasparrini. Non ci potete dipingere come un gruppo ora di guerrafondai, ora di giustizialisti. Non siamo una mina vagante di questa maggioranza, siamo quella parte della maggioranza che permetterà a tutti voi, tornando nei collegi, di asserire che un brutto provvedimento di indulto è stato almeno migliorato grazie alla nostra azione parlamentare (Commenti), e noi speriamo possa essere ulteriormente migliorato.
Non siamo guerrafondai, non siamo giustizialisti, ma siamo uomini e donne liberi, che hanno il gusto della politica, che hanno il gusto della polemica e che non hanno interessi particolari da difendere, ma solo valori cui fare costantemente riferimento.
Certo, signor Presidente, non ci mancano le contraddizioni, anzi, vorrei dire che anche quelle sono una nostra peculiare ricchezza.
Ma questa stessa ricchezza la ritroviamo spesso anche in altri gruppi, ai quali non offriamo applausi interessati o «buu!» da bufali inferociti.Pag. 70
Abbiamo apprezzato il gesto dell'onorevole Cacciari, sappiamo che a volte può essere necessario porre sul piatto della discussione anche un gesto forte come quello delle dimissioni, anche se non ci è sembrato questo il caso più appropriato. Eppure, lo abbiamo compreso.
Concludo, dicendo all'onorevole Cacciari che ci serve anche il sale della sua critica, così come serve a questo Parlamento e a questo Governo il sale e la critica dell'Italia dei Valori e del ministro Di Pietro (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei svolgere pochissime battute sulle dimissioni dell'onorevole Cacciari.
È una consuetudine di quest'Assemblea quella di respingere le dimissioni dei deputati che le presentano, anche se moltissimi anni fa ricordo che le dimissioni dell'onorevole Pannella furono accolte a stragrande maggioranza da parte della Camera, mentre l'onorevole Pannella si attendeva un risultato diverso, trattandosi di dimissioni prettamente dimostrative.
Le dimissioni del deputato Cacciari non sono dimostrative, ma politiche. L'UDC esprimerà un voto contrario su tali dimissioni, ma la partita politica non si chiude qui. Infatti, anche noi avvertiamo lo stesso disagio che avverte l'onorevole Cacciari, anche se per motivi diversi, nei confronti della maggioranza. Un disagio che ha trovato eco in questo scorcio di dibattito anche in colleghi dell'Unione. Siamo dunque di fronte ad una situazione difficile all'interno della maggioranza.
Le dimissioni del deputato Cacciari hanno provocato la necessità di un chiarimento all'interno dell'alleanza e anche all'interno del suo partito; infatti, il disagio dell'onorevole Cacciari deriva da una disarmonia tra il programma dell'Unione - quello della discontinuità - e il comportamento del suo partito per quanto concerne le missioni internazionali.
Non si tratta di un fatto burocratico o amministrativo, in quanto - come affermato dal collega Gerardo Bianco - il parlamentare rappresenta l'unità nazionale, il paese nel suo complesso. Le dimissioni in oggetto devono dunque provocare un grande scrollone per questo Parlamento e per questa maggioranza.
Con questi sentimenti, Presidente - lei è molto garbato, ho apprezzato i suoi sforzi di questi giorni -, respingiamo le dimissioni dell'onorevole Cacciari con la speranza che la prossima volta l'onorevole Migliore possa svolgere un intervento diverso da sottoporre alla nostra attenzione [Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Venier. Ne ha facoltà.
IACOPO VENIER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo dei Comunisti Italiani esprimerà un voto contrario sulle dimissioni del deputato Cacciari per diversi motivi. In primo luogo, per la stima che abbiamo nei confronti del collega Cacciari che, con la sua presenza, onora questo Parlamento; in secondo luogo, per la sofferenza che l'onorevole Cacciari ha dimostrato con questo suo gesto politico. Una sofferenza che abbiamo condiviso, anche se abbiamo fornito una risposta diversa da quella che ha indotto il deputato Cacciari a presentare le proprie dimissioni. Infatti, ci siamo assunti la responsabilità di esprimere un voto favorevole su un provvedimento che prevede una missione che non condividiamo. Tuttavia, la sofferenza politica espressa dal collega Cacciari è la stessa provata dal nostro gruppo.
Quindi, voteremo contro le sue dimissioni e voteremo anche a favore di una prassi parlamentare che è già stata richiamata e che consentirà al deputato Cacciari di riflettere ulteriormente su questo suo gesto e, soprattutto, sulla relazione tra il mandato parlamentare e il vincolo di partito, questione che egli ha sottoposto all'AssembleaPag. 71come problema politico importante.
Credo che il deputato Bianco abbia pronunciato parole importanti sulla rappresentanza della nazione e sulla mancanza del vincolo di mandato che la Costituzione ci garantisce.
Dico solo che nella storia politica della sinistra di questo paese vi sono stati momenti in cui si sono registrate tensioni e anche rotture tra disciplina di partito e mandato parlamentare. Ricordo che nel 1991, per un problema riguardante la pace e la guerra (si trattava della prima missione in Kosovo), si verificò una rottura parlamentare nel gruppo del partito Comunista che portò alla nascita del partito di Rifondazione Comunista. I deputati che fecero quella scelta invocarono la mancanza del vincolo di mandato per continuare una battaglia che ha prodotto fatti politici importanti. Così nel 1998, in un altro momento drammatico della storia politica di questo paese, alcuni deputati sentirono la necessità di anteporre gli interessi generali del paese al vincolo con il proprio partito.
Ecco perché il tema posto dal deputato Cacciari è di grande importanza, anche in relazione alla legge elettorale e alle sue forme, che prevedono un particolare rapporto fra partiti ed eletti.
Quindi, come gruppo parlamentare, riteniamo di dover respingere le dimissioni del deputato Cacciari per dare a quest'ultimo un messaggio di stima. Gli chiediamo di restare con noi in questa Assemblea a lavorare. Con ciò intendiamo dargli la possibilità di riflettere fino in fondo se portare a compimento questo gesto, comunque di grande dignità, che abbiamo vissuto con lui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Satta. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche noi esprimeremo un voto contrario sulle dimissioni del deputato Cacciari. Apprezziamo e rispettiamo le motivazioni che hanno portato il deputato Cacciari a rassegnare le sue dimissioni. Tuttavia, condividendo quanto detto dal collega Giacomelli, siamo contrari all'esaltazione dell'istituto delle dimissioni.
Signor Presidente, il Parlamento, legiferando a suo tempo, ha stabilito che, quando consiglieri comunali, provinciali e regionali rassegnano le proprie dimissioni, queste ultime si intendono automaticamente accolte senza ulteriore discussione. Credo che questo ci debba far riflettere. Non possiamo porci sempre ad un livello superiore alle altre realtà, verso le quali legiferiamo in difformità rispetto ai nostri diritti.
Detto questo, signor Presidente, non accettiamo che il sistema delle dimissioni possa essere uno strumento da utilizzare di volta in volta per nascondere altre situazioni che si celano dietro la motivazione ufficiale.
Inoltre, vorrei aggiungere che facciamo nostra la considerazione espressa dal collega del gruppo dei Verdi. Leggendo le dichiarazioni del ministro Di Pietro, come parlamentari, ci sentiamo offesi nella nostra dignità di uomini liberi, chiamati a legiferare su un argomento così alto quale la libertà, che certamente va rispettato soprattutto da coloro i quali rivestono la carica di parlamentare. Quindi, anche noi pretendiamo le scuse del ministro Di Pietro.
PRESIDENTE. Stiamo discutendo sulle dimissioni di un deputato, la prego!
ANTONIO SATTA. Diversamente, i Popolari-Udeur faranno le proprie valutazioni sul piano politico (Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari-Udeur e della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulle dimissioni del deputato Paolo Cacciari.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 72
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Voti favorevoli 101
Voti contrari 331).